È stato sicuramente piacevole il risveglio domenicale di chi porta nel cuore i colori biancoscudati. Grazie al successo di misura di sabato sul Lumezzane e per effetto dei risultati maturati in serata, il Padova si ritrova infatti al primo posto insieme a Bassano e Giana Erminio e si cominciano a rivivere le sensazioni di un anno fa in cui le soddisfazioni non sono mai mancate. «La cosa va vissuta bene – spiega capitan Marco Cunico – perché si è sempre detto che era fondamentale partire con il piede giusto e sette punti in tre gare sono sicuramente un bel bottino su cui chiunque avrebbe messo la firma. Se nelle prime dieci giornate, ad esempio, arrivassero sei vittorie, ci si proietterebbe nelle zone alte della classifica e si potrebbero tamponare gli inevitabili momenti difficili e i periodi negativi».
E adesso? «Bisogna cercare di proseguire così, pensando che si è vinto perché in campo abbiamo dato tutto e pensato solo a quello che c’era da fare. Andiamo avanti a testa bassa, con questa intensità e curando i dettagli». Come ad esempio nei calci piazzati. «In questo modo sono già arrivati sei punti, ma sono situazioni che proviamo tanto in allenamento e niente arriva per caso. È vero che li ho calciati io, ma sono stati più bravi in entrambe le occasioni i compagni che erano in area, con i blocchi e nella scelta dei tempi. Fabiano e Altinier hanno segnato due grandi gol, non avanzo alcuna cena, quella la terremo per altre occasioni». E proprio il gol di Altinier, partito dalla panchina, la dice lunga sulla possibilità di essere protagonista anche da parte di chi ora trova meno spazio. «Si gioca in undici e già è una bella cosa quest’anno la panchina lunga per cui non si va in tribuna. Quando ci saremo tutti sarà un problema, ma un bel problema perché serve una rosa competitiva. Tutti dobbiamo essere capaci di gestirci e dare la precedenza al risultato».
A livello personale come procede? «Sono soddisfatto di come stanno andando le cose e di come sto fisicamente. Di solito, ma non quest’anno in cui sto meglio del solito, all’inizio faccio un po’ fatica e ci vogliono quattro o cinque partite per carburare». Poco importa se il gol non è ancora arrivato. «Visti i risultati, va bene lo stesso. Potevo segnare due volte con la Reggiana e sabato un mio tiro è stato rimpallato, ma non ne faccio un assillo». Cosa bisogna evitare in futuro? «Non dobbiamo imborghesirci per il fatto di chiamarci Padova o per queste vittorie. A livello di qualità abbiamo qualche colpo in canna che potrà essere sparato se, per agonismo e intensità, ci mettiamo sullo stesso piano delle avversarie. C’è da stare sempre sul pezzo». Non manca un cenno ai tifosi. «Anche la stagione scorso il loro numero si è alzato gradualmente e speriamo che alla prossima in casa sia finito il tempo del mare. Posso assicurare che in campo il salto dai quattromila ai seimila spettatori si nota eccome».
Serve poi pazienza e la gara con il Lumezzane, che era ancora a secco di punti, esemplifica al meglio il copione della Lega Pro. «Hanno inserito un centrocampista in più del solito e abbiamo fatto grande fatica. Capiterà ancora. Rispetto all’anno scorso puoi vincere o perdere con chiunque perché la forchetta tra prime e ultime è inferiore. Per questo mi dispiacerebbe se ci fossero mugugni al primo pareggio in casa». Nella personale “Top 3” di Cunico figurano Reggiana, Cittadella e Feralpi, prossimo avversario del Padova. «Una gara molto dura, giocata in un campo sportivo, più che in uno stadio, e questo ci toglierà qualcosa, contro un avversario forte, esperto e senza pensieri. Andrà preparata in tutti i sensi, con un pizzico di tranquillità in più e con la giusta tensione, quella sportiva, non quella che penalizza».
(Fonte: Gazzettino, Andrea Miola)