Live 24! Padova-Lumezzane, il giorno dopo: per i Biancoscudati è una domenica da primi in classifica

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Ore 21.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) E’ un 3-3 che lascia tanto amaro in bocca al Vicenza capace di rimontare due volte e però di farsi riprendere quando la vittoria sembrava a portata di mano. «Sono scontento solo del risultato – sottolinea Marino – nella nostra partita ci sono state molte luci e poche ombre, purtroppo non è bastato per vincere. Abbiamo pagato l’errore iniziale di Brighenti ma devo dire che il secondo gol del Como è scaturito da una punizione inesistente e il terzo è una autorete. La nostra è stata una tra le partite migliori, non solo di questa ma anche della scorsa stagione; abbiamo pareggiato con Raicevic che ha finalizzato una bellissima azione, siamo andati ancora sotto e abbiamo fatto 2-2 con Galano. Nella ripresa sul 3-2 sembrava fatta, ma è arrivata l’autorete». Magari non felicissimo, ma meno arrabbiato di Marino è Filip Raicevic, grande protagonista del match. «Ho capito che avrei giocato venerdì mattina — spiega l’attaccante montenegrino — e ho cercato di fruttare al meglio la chance. Sono felice per il gol, per l’assist e per le tante palle giocate ma mi dispiace molto per il risultato. E sono arrabbiato per il rigore negato all’ultimo minuto: era netto, ma l’arbitro non ha fischiato».

Ore 21.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Segnare tre reti, in casa, al Como, senza alla fine riuscire a vincere la partita significa che più di qualcosa non è andato per il verso giusto. Marino parla di sfortuna e ci può stare, visto che il Como ha fatto tre tiri-tre gol. Ci possiamo pure aggiungere l’arbitraggio, oggi sicuramente in giornata no, però alla fine ciò che ha condizionato il risultato sono i tanti errori commessi. Il Vicenza ha regalato due reti, ha avuto la forza di reagire e di riprendere sempre gli avversari, riuscendo poi nel finale a trovare la rete del meritato vantaggio. Ma poi, sul più bello, ha dovuto subire il pari su un tiro sballato deviato in rete da un difensore. Gara anche bella, sicuramente avvincente, da vedere, ma più che ad una partita di calcio al Menti si è assistito ad una vera e propria sagra degli errori. E degli orrori. Secondo pari di fila su due gare in casa, peccato per i punti persi ma almeno si spera che la lezione sia servita e cha da martedì (trasferta a Lanciano) si cominci ad essere meno pasticcioni e più concreti, perché alla fine i punti persi contano, costano e pesano. Scelte di formazione quasi obbligate per mister Marino. Confermatissima la linea difensiva; in mezzo al campo, vista l’assenza di Pazienza, tocca al giovane Urso. L’unico dubbio riguarda il ruolo di punta centrale: se a Modena era toccato a Gatto e con il Bari a Pettinari, stavolta e’ il turno di Raicevic. Scelta azzeccata e premiante; il giovane montenegrino alla fine risulterà essere il migliore sei suoi, autore di una rete, un assist e determinante anche nel terzo gol. Dopo 40 secondi il Como è già in vantaggio; Brighenti perde malamente palla sulla pressione di Gerardi che calcia a botta sicura, Vigorito respinge sui piedi di Sbaffo che insacca a porta vuota. Il pari del Vicenza arriva nel giro di pochi minuti; splendida azione sulla corsia di sinistra con il cross di D’Elia che trova l’inzuccata vincente di Raicevic. Al 15’ Como nuovamente in vantaggio; punizione a due in area biancorossa per una trattenuta di palla di Galano, (azione dubbia da rivedere, con il giocatore del Vicenza che sembrava avesse subito fallo), tiro di Gerardi ribattuto dalla barriera, sulla respinta è ancora Gerardi il più lesto a calciare la palla che entra in rete beffando Vigorito. Al 24’ il nuovo pari dei biancorossi; Raicevic difende palla al limite dell’area, serve per l’accorrente Galano che insacca sull’uscita di Scuffet. Ventiquattro minuti di gioco, quattro reti e un altro paio di occasioni: divertimento sugli spalti ma il Vicenza non convince. Manovra lenta, spesso impacciata e timida, il Como invece gioca bene. Nella ripresa va decisamente meglio; al 2’ Galano si libera di un avversario e calcia dal limite, Scuffet respinge su Giacomelli che solo davanti alla porta si divora il tris facendosi parare la conclusione. Attimi di paura al 15’: scontro a metà campo con Madonna che rimane a terra privo di sensi. Grande concitazione, poi il giocatore esce in barella tra gli applausi di tutto lo stadio. Al 22’ ancora Galano e di nuovo Scuffet a negare il gol. Al 38’ il tris del Vicenza: Vita mette dentro dalla destra, in tanti mancano la palla ma non Giacomelli che solo davanti alla porta non può sbagliare. Finita? Ma nemmeno per idea; ci pensa Bessa a beffare tutti con un tiro deviato da D’Elia che supera Vigorito. E c’è tempo pure per una trattenuta in area ai danni di Raicevic, convertita in fallo contro dal direttore di gara. Finisce qui, finisce con un punto a testa. Ma il tempo per recriminare non c’è: dopodomani si gioca di nuovo.

Ore 21.00 – (La Provincia Pavese) Ha voluto essere sulla tribuna del Fortunati per il debutto casalingo del Pavia il presidente Xiadong Zhu che ha seguito la gara in piedi per tutti i novanta minuti. In tribuna d’onore vicino al vice Wang, a Benny Carbone e a Nedo Sonetti (che probabilmente diventerà consulente dello stesso Zhu). Una dimostrazione di attaccamento alla sua squadra e sintomo di sofferenza. «Abbiamo attaccato tantissimo – spiega nell’intervallo del primo tempo mister Zhu -. Creato tante occasioni e per fortuna ne abbiamo finalizzata almeno una». Non si sbilancia invece su preferenze sui singoli. «Per me sono tutti i miei tesori – risponde il patron azzurro -. Non ci sono preferiti». Si parte dalla gara con il Sud Tirol per arrivare molto lontani. Il sogno serie B è l’obiettivo chiaro del club. «Certo come abbiamo sempre detto la serie B è il nostro traguardo – ribadisce Zhu -. E di gesti per dimostrare le nostre intenzioni ne abbiamo fatti e mi sembra si vedano». Per crescere serve anche un’organizzazione societaria e anche sotto questo profilo ci sono segnali da parte del club. «Sì, è vero stiamo lavorando anche in tal senso – ammette il presidente del Pavia calcio -. Costruendo anche un club oltre che una squadra di calciatori». Cresce anche l’affetto per il Pavia e sono aumentate le presenze sugli spalti. Un segnale che premia gli sforzi della società azzurra. «Ho visto molto tifo attorno a questa squadra e mi fa piacere quest’attaccamento – conclude Zhu -. Anch’io ho voluto dimostrarlo essendo qui stasera nonostante i miei impegni. Domani (oggi per chi legge,ndr) ripartirò per la Cina ma non potevo perdermi la prima uscita casalinga del mio Pavia».

Ore 20.40 – (La Provincia Pavese) Cancellato il passo falso di Cremona e superata la prima (ex) capolista solitaria del campionato, il Pavia ha di fatto cominciato ieri il suo campionato. Il Sudtirol è battuto 2-1 con merito superiore al punteggio, risicato solo per via di un rigore dubbio concesso agli ospiti nel recupero. E’ un avvio di gara un po’ stentato quello del Pavia, il Sudtirol mette un paio di palloni insidiosi nell’area degli azzurri che fanno fatica a distendersi in avanti. Cesarini tocca il primo buon pallone solo dopo 10’ , ma proprio da qui in avanti la manovra del Pavia sembra farsi più produttiva, con lo stesso Cesarini che calcia in porta dopo un bell’assist in torsione di Marchi, poi con la punizione di Bellazzini cjhe sfiora l’incrocio, quindi con la frustata di Martin che trova ancora pronto Coser. Il break del Sudtirol è affidato all’allungo di Tulli il cui diagonale però è largo. La marcia di avvicinamento al vantaggio sembra arrivare al traguardo al 21’. Cesarini ruba palla a Furlan, fa fuori un paio di difensori ed entra in area, è contrato dal portiere, ma la palla torna sul piede del Mago che a porta vuota scucchiaia: tutto lo stadio segue la traiettoria preparandosi a esultare e resta incredulo quando vede la palla accomodarsi oltre la traversa. La Camera con un rasoterra chiama Coser al doppio intervento, e al 25’ finalmente arriva il gol: Alessandro Marchi sfonda sulla destra e il pallone che arriva a centro area a Mattia Marchi è di quelli che bisogna solo spingere in rete. La gara è nelle mani azzurre e al 35’ Cesarini con la punta del piede prova la correzione volante sull’assist di testa di Bellazzini, ma Coser è bravo a respingere d’istinto.Il Sudtirol fa poco per raddrizzare la partita, al 40’ Fink crea in area lo spazio per la conclusione ma la svirgola. Stroppa con un doppio cambio dopo 15’ della ripresa prova a dare la scossa ai suoi, dopo che Maritato con un sorta di flipper con Facchin aveva messo i brividi agli azzurri. Il Pavia soffre un po’, e per qualche minuto fa anche confusione. Ma basta ritrovare per un attimo lucidità e una manciata della qualità di cui la squadra è piena per andare di nuovo a segno, con un’azione dal taglio rugbistico: Mattia Marchi sradica la palla a Bassoli sull’out destro e la smista a Cesarini, il quale vede l’inserimento di Bellazzini da dietro, tocco a scavalcare Coser e il gioco è fatto. Facchin deve rispondere subito al destro insidioso di Kirilov e ad altri tentativi non troppo convinti del Sudtirol. La gara potrebbe chiudersi al 42’ quando lo scambio Ghiringhelli Cesarini non viene chiuso come meriterebbe ma nel finale si riapre grazie al generoso rigore al Sudtirol per una presunta spinta di Biasi, espulso per doppia ammonizione. Gliozzi trasforma al 46’ ma resta per il Sudtirol solo una consolazione.

Ore 20.20 – (Gazzetta di Reggio) Portavoce della delusione granata è il portiere Perilli, che con un filo di voce esprime il suo giudizio su una gara buttata al vento:«Innanzitutto faccio i complimenti al mio collega Fumagalli che è stato bravo, non è facile parare due rigori in una sola gara, quindi dobbiamo applaudirlo per questo, e non dobbiamo assolutamente colpevolizzare le nostre punte Nolè e Arma, che hanno fatto una grandissima partita, anche perchè loro sono i primi ad essere dispiaciuti per questo pareggio». Si, vero, ma la Reggiana del secondo tempo non è sembrata la stessa della prima frazione. Il portiere annuisce: «Il caldo, la stanchezza, e soprattutto il fatto che quando le cose vanno per il verso storto ti prende anche un po’ di paura. Per il resto oggi c’è stata la dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, che gli episodi fanno la differenza nel calcio. Se trovavamo il raddoppio dopo il primo gol probabilmente avremmo estromesso i piacentini dalla partita, invece non ci sono squadre materasso in questo girone e una volta preso il pareggio diventa difficile poi sbloccarla nuovamente. Il gol di Cristofoli? Secondo me c’era un fallo sul nostro difensore, però lui è stato bravo a colpire di testa il pallone e mandarlo dove non sarei potuto mai arrivare». Un punto guadagnato o due persi? E’ il dilemma che imperversa in casa Reggiana e neppure Perilli sa trovare risposta: «La seconda risposta è quella corretta. Peccato, voelvamo regalare la vittoria ai nostri tifosi ma non ci siamo riusciti, teniamoci i primi 45′ minuti per il resto dobbiamo ancora mgiliorare». Anche Bruccini, tra i migliori della Reggiana, spiega i motivi di questo pareggio amaro: «Sembra una maledizione, l’anno scorso sette rigori sbagliati e quest’anno partiamo con due penalty parati nella stessa partita, episodi che possono pesare per il prosieguo della stagione. Il derby va vinto e non giocato, almeno questo è il concetto che sento spesso, invece noi l’abbiamo ben interpretato per 45′ minuti dove siamo stati nettamente superiori al Pro Piacenza, tranne nella circostanza del gol del pareggio, poi nella ripresa non siamo riusciti a trovare il varco giusto per creare tante occasioni al di là del rigore». «Sembra destino – prosegue Bruccini – ma prendiamo di buono ciò che abbiamo fatto, cioè un’ottima prestazione nel primo tempo mentre nella ripresa c’è stata troppa confusione, arrivavamo sulla trequarti del Pro senza riuscire a tirare in porta. Perciò è positivo il fatto che siamo riusciti ad imporre il nostro gioco, ora pensiamo solo alla prossima partita con la Giana Erminio».

Ore 20.00 – (Gazzetta di Reggio) «Io sono comunque soddisfatto della prestazione – rimarca il tecnico Alberto Colombo – anche se non è stata del tutto positiva per tutti i 90′ minuti. Non getto la croce addosso a nessuno perché i rigori li sbagliano solo quelli che li calciano, piuttosto preferisco guardare la prestazione che è stata nel complesso abbastanza soddisfacente dimostrando sul campo la nostra superiorità». Una Reggiana che è calata troppo nella fase centrale del match. «Certo nel primo tempo siamo andati meglio rispetto alla ripresa, dove invece abbiamo giocato poco per colpa anche dell’ansia, e del caldo, ma ripeto: i ragazzi mi sono piaciuti e nella prima mezz’ora abbiamo espresso un ottimo calcio, abbiamo segnato un bel gol con Arma, e creato un paio di occasioni importanti oltre al rigore parato da Fumagalli. Dopodiché il Pro Piacenza ha reagito, e l’unico rimprovero che faccio ai ragazzi è stata la disattenzione sul gol dell’1-1 che è arrivato nel nostro momento migliore quando eravamo in totale controllo del match. Poi è diventata dura, il Pro Piacenza ci ha costretto a giocare più sugli esterni e lì siamo andati in difficoltà». Il calo del secondo tempo è stato soprattutto psicologico: «Sì, è vero che faceva caldo, però non è tanto questo, le energie ci sono venute a mancare, anche perchè abbiamo trovato un avversario che si chiudeva bene e ripartiva in velocità e non abbiamo trovato le giuste contromisure». Capita poche volte e a pochi allenatori l’onere di commentare due rigori sbagliati da parte della sua squadra. Undici metri stregati per la Reggiana e così il discorso di Colombo scivola inevitabilmente sui due penalty falliti. «Alla fine posso dire che mi vien da ridere per non piangere, la rabbia è tanta per le due palesi occasioni, ma ribadisco che non posso colpevolizzare i ragazzi: abbiamo cambiato i rigoristi, ma forse a Reggio Emilia c’è una malattia dagli 11 metri». Però l’occasione finale del Pro Piacenza lascia riflettere il tecnico che conclude: «Un punto che dobbiamo accettare perchè quando si sbaglia tanto è giusto così, però spesso queste partite si finisce per perderle, anche dopo averle dominato, e quando ci sono episodi così negativi nell’arco dei novanta minuti, il contraccolpo psicologico può essere pesante». In conclusione Colombo conclude la conferenza stampa alla domanda se il bicchiere sia mezzo pieno o vuoto:«Lascio giudicare a voi, sono comunque soddisfatto di ciò che la squadra ha fatto in campo».

Ore 19.40 – (Gazzetta di Reggio) La Reggiana che non ti aspetti regala un punto nel derby emiliano al Pro Piacenza e si mangia le mani per aver sprecato davvero troppo. La squadra di Colombo è riuscita a sbagliare l’impossibile, persino ben due calci di rigore, uno per tempo con Nolè ed Arma, neutralizzati da Fumagalli. Male tutta la difesa della Reggiana, spesso in affanno sulle accelerazioni di Cristofoli e Alessandro, mentre Angiulli, Bruccini e Siega hanno cantato e portato la croce. Giornata storta per Nolè, che aveva iniziato bene ma si è perso dopo aver sbagliato il rigore. Capitolo Arma: bello il suo gol, ma non si tirano così i rigori. Il Pro Piacenza non è stato a guardare e per l’impegno profuso ha meritato il pareggio. Viali opta per il 4-4-2 con Cristofoli e Alessandro terminali offensivi, Reggiana con il tridente formato da Nolè, Arma e Siega. Avvio deciso degli ospiti che vogliono subito dare un’impronta diversa al match rispetto al derby perso in modo scellerato lo scoraso anno. Al 5′ Arma ci prova di testa, ma la palla sibila il palo, poi al 7′ arriva il vantaggio: Siega crossa dalla sinistra per Bruccini, che anticipa tutti ed insacca. Sulle ali dell’entusiasmo la squadra di Colombo sfiora anche il raddoppio con Nolè, che si tuffa di testa ma è straordinario il riflesso di Fumagalli. Sembra tutto facile per i granata (ieri in grgio) ma al 13′ il Pro Piacenza acciuffa il pareggio: punizione dalla sinistra di Alessandro e stacco aereo di Cristofoli che realizza una rete bellissima, la sua prima nei professionisti. La gara sembra cambiare, ma al 21′ la Reggiana ha la grande occasione per passare in vantaggio: l’arbitro vede una lieve spinta di Rieti ai danni di Spano, ed assegna il calcio di rigore; sul dischetto si presenta Nolè, breve rincorsa e tiro debole di facile interpretazione per Fumagalli. Al 29′ altro tentativo degli ospiti con Angiulli, che con un destro dalla distanza per poco non fulmina il portiere, ma la palla esce di un soffio. Squadre al riposo in parità ma con un netto dominio ospite. Nella ripresa rientra in campo una Reggiana molto disordinata e confusa e dopo 2′ Cristofoli si presenta tutto solo davanti a Perilli, che ha un grande riflesso e sventa il pericolo. I rossoneri ora attaccano con più continuità mettendo a nudo le difficoltà di una difesa che non riesce a frenare la coppia di attacco di Viali. Al 5′ rigore richiesto dai padroni di casa per un evidente fallo di mano di Mogos sul tiro di D’Alessandro che l’arbitro lascia sorvolare. La Reggiana si scuote, ed è Arma con una bella girata al volo a far gridare al gol i tanti supporters che hanno raggiunto il Garilli. La gara non è più intensa e piacevole come la prima frazione e sembra incanalata sul risultato di parità, complice un caldo afoso inconsueto di fine Settembre. A dieci dalla fine la Reggiana ha la grande occasione di poter chiudere la partita: l’arbitro assegna un secondo rigore per un netto fallo di mano di Bini. Sul dischetto si presenta Arma, ma l’esecuzione è simile alla precedente: breve rincorsa e tiro centrale che Fumagalli respinge. Nel recupero la Reggiana rischia anche di perdere ma per la Pro Piacenza sarebbe stato davvero troppo. Un peccato enorme per la squadra di Colombo che getta alle ortiche una grabnde occasione, infatti, con un pizzico di cinismo in più avrebbe sicuramente portato a casa i tre punti. C’è da rimarcare che anche lo scorso anno, alla terza giornata, con lo stesso arbitro Lacagnina, la Reggiana ha pareggiato a Grosseto sbagliando due calci di rigore con Ruopolo e Tremolada. Sono i corsi e ricorsi storici anche se dopo tre giornate (due in trasferta) la Reggiana ha cinque punti in classifica, uno in più rispetto allo scorso anno.

Ore 19.20 – (Gazzetta di Mantova) Ci ha provato anche lui, come spesso gli accade, nel concitato finale ma stavolta Andrea Trainotti è stato fermato dall’arbitro per un fallo al momento della conclusione (che era finita in fondo alla rete). Il difensore trentino analizza la gara con estrema lucidità: «Purtroppo nel primo tempo abbiamo commesso troppi errori – dice – sia in fase di appoggio che di disimpegno. Questo ha finito per condizionare la nostra prestazione, anche se la mia rabbia maggiore è stata subire il gol quasi nei minuti di recupero: pur giocando male infatti non avevamo concesso vere occasioni da gol al Pordenone». Nella ripresa, poi, è arrivata la svolta: «Credo sia stata soprattutto una questione mentale – conclude Trainotti -: siamo entrati in campo con un’altra grinta, senza timori ed abbiamo presto raggiunto il pareggio. Peccato non aver vinto, ma dopo il brutto primo tempo portiamo a casa un punto e teniamocelo stretto». Tano Caridi offre la sua versione: «Nella prima frazione di gara abbiamo continuato a cercare di giocare la palla partendo da dietro – afferma – così come vuole il mister. Purtroppo loro ci hanno pressato bene impedendoci di costruire e mettendoci in difficoltà con le ripartenze». La situazione è migliorata dopo la pausa. «Nella ripresa è andata meglio anche perché abbiamo capito che era inutile – conclude il capitano dei biancorossi –, per come si stava configurando la partita, insistere sul gioco palla a terra. A volte bisogna saper fare anche di necessità virtù». E così è stato, ed è arrivato un punticino che muove la classifica.

Ore 19.00 – (Gazzetta di Mantova) La porta dello stanzino degli spogliatoi è l’ultima ad aprirsi, 45’ dopo la fine della partita, e il presidente Sandro Musso la richiude dopo esserne uscito con mister Riccardo Maspero. Volti sorridenti, sereni, verrebbe da pensare persino liberati dalla tensione di 90’ che non sono andati come speravano. Le dichiarazioni di presidente e mister sono sull’identica lunghezza d’onda, Musso senior ci tiene innanzitutto a ribadire la massima fiducia nel tecnico: «Maspero ha visto perfettamente le ragioni delle difficoltà che stiamo incontrando e come tutti noi sta lavorando perchè la situazione venga incanalata verso quei binari che sono quelli da noi desiderati. Il mister sta portando avanti un percorso tecnico che ci vede del tutto d’accordo e che deve proseguire, la squadra sta lavorando e merita di poterlo fare in tranquillità. Siamo vicini ai ragazzi, alla nostra tifoseria chiedo di rimanerci vicini e di avere la pazienza di aiutare la squadra, di sostenerla anche in questo momento delicato. Questo contro il Pordenone è un punto guadagnato, perchè è arrivato dopo che nel secondo tempo abbiamo visto la reazione desiderata. Non entro nel merito delle scelte tecniche, che competono all’allenatore. Dobbiamo rimanere uniti perchè solo in questo modo si può ottenere il massimo». Il ds Alfio Pelliccioni mette l’accento sulla necessità di riprendere con rinnovato impegni a lavorare: «Il pari è giusto, dopo un brutto primo tempo abbiamo giocato come sappiamo. La ripresa ha dimostrato che sappiamo e possiamo fare bene, dovremo lavorare molto sotto questo aspetto ma questo non è un problema. Siamo alla terza giornata di campionato, è necessario stringere i denti e compattarsi com’è stato fatto nella ripresa». Gian Battista Tirelli analizza la partita valutando le cose nella prospettiva più ottimistisca: «È una squadra profondamente rinnovata, che il mister sta portando ad avere quella quadratura che ci attendiamo. Cerchiamo di trovare gli equilibri, la squadra ha bisogno di tempo». Bruno Bompieri preferisce non parlare e a voler dire che ha l’espressione soddisfatta gli faremmo, forse, torto. Il team manager Paolo Musso mette in risalto la caparbietà con la quale il Mantova ha saputo reagire nella ripresa alla prova del primo tempo: «Abbiamo fatto una buona ripresa, probabilmente abbiamo risentito delle tossine della gara contro il Sudtirol. Abbiamo compiuto un passo importante in avanti, ci siamo compattati nelle difficoltà. Ora rinserriamo ancor di più le file e cominciamo subito a pensare a fare risultato a Cremona».

Ore 18.40 – (Gazzetta di Mantova) Si fa attendere quasi un’ora dopo la fine della gara mister Riccardo Maspero ed entra in sala stampa per ultimo accompagnato nientemeno che dal presidente Sandro Musso. In quest’ora Maspero sembra comunque avere ritrovato serenità, analizzando il pareggio con il Pordenone e toccando con estrema obiettività tutti i punti che ruotano attorno a questo Mantova che sta trovando qualche difficoltà più del previsto. «Mi chiedete del primo tempo? Semplicemente non abbiamo giocato – sottolinea con fermezza il tecnico – , mettendo in mostra quello che siamo adesso. Ovvero una squadra nuova, costruita da un mese e mezzo, che vorrebbe dimostrare subito ai suoi tifosi, alla sua società e anche all’opinione pubblica che è in grado di giocare bene e vincere. In questo momento non accade, la tensione a volte ci fa commettere degli errori e i mugugni che arrivano dagli spalti, per quanto giustificati, di sicuro non aiutano i ragazzi». Maspero spiega cosa è accaduto negli spogliatoi: «Sono andato dai miei giocatori, uno a uno, li ho guardati in faccia e ho detto loro che non ne avrei cambiato nessuno, perché mi dovevano dimostrare con una reazione di carattere quello che sono in grado di fare. E l’atteggiamento è stato subito diverso. A un certo punto poi ho effettuato i cambi, ma soprattutto perché avevo gente ammonita e non volevo rischiare di restare in dieci compromettendo ulteriormente la gara. E a quel punto Raggio Garibaldi, uno che era stato zitto in panchina perché considerato non al top della condizione, è entrato con uno spirito molto più aggressivo trascinando i suoi compagni a fare altrettanto. A dimostrazione che più della condizione conta la testa: e domenica a Cremona io voglio avere in campo 11 Raggio Garibaldi, come approccio e determinazione». Maspero prosegue con una sorta di appello: «Capisco la delusione della piazza, che poi è la mia. Facciamo un passo indietro: solo due mesi fa la Sdl è entrata nell’Acm con un progetto serio e ambizioso e in questo momento ci vuole pazienza. La chiediamo ai nostri tifosi, magari a quelli cui è scappata qualche imprecazione nel corso della gara. Sono convinto che insieme al ds Pelliccioni abbiamo costruito una squadra competitiva, con elementi di qualità, in grado di giocare alla pari con le altre del girone. E tutto sommato, se guardiamo la classifica, siamo soltanto a tre punti dalle prime. Certo, sono consapevole che dobbiamo migliorare nel gioco ma con il tempo e la calma ci arriveremo».

Ore 18.20 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova contro il Pordenone conferma di essere ancora una squadra in rodaggio e ottiene un pari sofferto grazie alla rete di Carini, che pareggia il vantaggio ospite firmato da Strizzolo. I biancorossi, rispetto alla brutta prova di Bolzano, mettono in campo almeno nella ripresa maggior grinta, apprezzata dalla curva Te che a fine gara applaude la squadra e la incita già in vista del prossimo derby a Cremona. Si comincia sotto i riflettori con il Mantova disposto secondo il consueto 3-4-1-2. Rispetto al ko del “Druso”, Maspero sostituisce l’infortunato Momentè con Beretta e presenta in mediana la novità Di Santantonio al posto di Raggio Garibaldi. Tedino cambia invece pelle al suo Pordenone e vara un 3-5-2 (solitamente i friulani applicano il 4-3-3) che presenta De Cenco e Strizzolo in prima linea e il veloce attaccante Cattaneo nel ruolo di mezzala sinistra. L’intento evidente è di “copiare” la tattica con cui il Sudtirol aveva messo in grande difficoltà il Mantova sei giorni prima. La mossa in buona misura riuscirà. L’avvio è choc, con i biancorossi contratti e impacciati (evidentemente la battuta d’arresto di Bolzano pesa psicologicamente) che faticano a passare la metà campo e che rischiano subito grosso a causa di un errato rilancio di Bonato. Poi, pian piano la squadra si sveglia, il match si fa più equilibrato e arrivano anche un paio di conclusioni di Dalla Bona e Caridi verso la porta difesa da Tomei. A parte qualche fiammata, con belle combinazioni veloci, la manovra dell’Acm è però lenta e fatica a trovare spazi nel densissimo centrocampo avversario. Il Pordenone, invece, riparte veloce negli spazi e crea numerosi brividi nell’area biancorossa, sfondando spesso sulle fasce grazie agli inserimenti delle mezze ali. Bonato deve intervenire per dire no prima a Cosner e poi a De Cenco, mentre Carini in scivolata evita un gol certo su botta ravvicinata a colpo sicuro di De Cenco. I tifosi biancorossi sperano soltanto che si arrivi all’intervallo sullo 0-0, ma proprio al 45’ il Pordenone va meritatamente in vantaggio con Strizzolo, che ribadisce in rete dopo un’ottima parata di Bonato su tiro di Mandorlini. Nella ripresa il Mantova entra in campo con maggior grinta e trova subito (7’) il pari con un colpo di testa di Carini su corner di Dalla Bona. Proprio in quel momento Maspero stava per buttare dentro Raggio Garibaldi e Anastasi, che entrano comunque pochi minuti dopo al posto di Di Santantonio e Beretta. Sull’onda dell’entusiasmo i biancorossi, pur in modo confuso, premono sull’acceleratore e costringono per un po’ i friulani a difendersi. Anastasi e Caridi hanno buone occasioni ma non riescono a trovare la via della rete. Poi, quando la furia biancorossa si placa un po’, torna fuori il manovriero Pordenone e Bonato è bravo a intervenire in una prima circostanza su una girata in area di de Cenco e in una seconda su diagonale ravvicinato di Cattaneo. Nel finale il cuore spinge il Mantova all’assalto, ma un tiro di Ruopolo finisce alto, mentre Trainotti segna, ma soltanto dopo il fischio dell’arbitro che assegna una punizione al Pordenone. Finisce 1-1 e, per quanto visto nell’arco dei 90 minuti, va già bene così.

Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Non c’è grande rammarico in Bruno Tedino per la mancata vittoria. «Certo – afferma – mi sarebbe piaciuto vincere. Soprattutto perchè avrei voluto dedicare la vittoria a Futura, una bambina fantastica che è nostra super tifosa. Guardo comunque alla prestazione fatta dai miei ragazzi. Non posso che essere orgoglioso di questo gruppo. Abbiamo cercato di giocare e di fare risultato sin dal primo minuto su un rettangolo importante come quello del Martelli. Siamo riusciti – gongola il tecnico – a creare problemi a una squadra bene organizzata che lotterà per l’alta classifica. L’abbiamo costretta a giocare palle lunghe. È una bella soddisfazione per noi, per la società che ha fatto tanti sacrifici e per i nostri tifosi. Lasciatemi dire che oggi finalmente siamo stati belli e pratici. Se saremo sempre così, se sapremo giocare sempre con umiltà e grande intelligenza, al tempo stesso potremo prenderci delle belle soddisfazioni». Arriva in sala stampa Strizzolo, al suo primo gol della seconda esperienza in neroverde (giocava già a Pordenone 5 anni fa). «È un gol – afferma il bomber – che mi rilancia dopo la scorsa stagione, durante la quale sono rimasto a secco. Lo si è visto – sorride – dalla mia corsa verso la panca. L’ho fatta perchè volevo condividere la mia gioia con tutti. Ho segnato io, ma è come se lo avesse segnato tutto il gruppo. Peccato – allarga le braccia – che non sia bastato per portare a casa la vittoria. L’avremmo meritata perchè abbiamo tenuto noi il pallino del gioco e lo abbiamo fatto con un buon ritmo. Loro hanno segnato solo su calcio da fermo. Adesso dobbiamo continuare a lavorare bene come stiamo facendo. Mantova è alle spalle pensiamo al Renate». Carini, autore del pareggio biancorosso, riconosce i meriti del Pordenone. «Nel primo tempo abbiamo subìto – dice – il loro pressing, che ci ha costretto a sbagliare tanti passaggi. Decisamente meglio la ripresa premiata dal mio pareggio».

Ore 17.40 – (Messaggero Veneto) Se si fosse tenuto il vantaggio iniziale, la squadra ora sarebbe prima: un sogno sfumato, che fa rabbia vista la seconda rimonta subita. Si guardi il lato positivo, però. Il Pordenone, in leggera emergenza, pareggia a Mantova sul campo di una delle favorite e mantiene l’imbattibilità, salendo a quota 5 punti dopo tre giornate di Lega Pro. Chiunque avrebbe firmato un inizio così, ancor più con prestazione come quella di ieri al Martelli: “ramarri” col piglio giusto per tutti i 90’, nonostante un altro cambio di modulo (il terzo in stagione). Confermato il 3-5-2 della vigilia, anche se con una modifica sostanziale: Cattaneo gioca da mezzala sinistra, con Boniotti largo sulla destra. Davanti la doppia punta, Strizzolo e De Cenco. Mantova col solito 3-4-1-2, quello visto al Bottecchia un mese fa, ma l’interpretazione non è scintillante come allora. L’inizio è del Pordenone, che è pericoloso al 10’ con Mandorlini, il cui tiro in corsa termina alto sopra la traversa. Poco male. La squadra c’è, pressa alto e manda il Mantova fuori giri. Si riprende attorno al 10’, quando Tomei respinge un tiro di Dalla Bona, ma è una fiammata. Il Pordenone che comincia a dominare. Al 33’, l’occasione più ghiotta: Strizzolo sfonda sulla destra, superando Gavazzi. La punta serve De Cenco, tiro a porta vuota in cui Carini si immola e salva. É il preludio al gol: Cattaneo serve al centro Mandorlini che, sul dischetto del rigore, tira a botta sicura. Bonato respinge, ma sulla ribattuta Strizzolo è pronto e conclude in rete. Pordenone in vantaggio, contro ogni pronostico. Il Mantova torna negli spogliatoi tra i fischi del “Martelli”. La squadra reagisce, tanto che al 7’, dopo un’iniziale pressione, trova il gol del pari: corner dalla destra di Dalla Bona, Carini svetta e di testa batte Tomei. É l’1-1 e la partita si accende. Il Mantova preme per cercare il 2-1, spinto dai suoi tifosi; il Pordenone aspetta e prova a ripartire. Tedino però non rinuncia a giocare: fuori Strizzolo, dentro Filippini, un’altra punta. E proprio l’ex Spal, al 30’, chiama Bonato alla deviazione. Il finale è acceso, Cattaneo (al 40’) costringe l’estremo del Mantova al grande intervento; poi Ruopolo manda alto da buona posizione (42′). Finisce però così: 1-1, il Pordenone rimane imbattuto e dà continuità alle sue prestazioni. Non sono aspetti da poco, in una corsa di 34 tappe. Ecco tutti i responsi della terza giornata del girone A di Lega Pro. I Risultati. Alessandria – Cremonese 0-0, Bassano – Albinoleffe 2-0, Giana Erminio – Cuneo 1-0, Padova – Lumezzane 1-0, Pavia – Sudtirol 2-1, Pro Patria – Feralpisalò 0-5, Pro Piacenza – Reggiana 1-1, Renate – Cittadella 0-0. La classifica. Bassano, Padova, Giana Erminio 7 punti; Feralpisalò, Sudtirol 6; Reggiana, Cremonese, Pordenone 5; Cittadella, Alessandria, Mantova 4; Pavia 3; Pro Piacenza, Renate 2; Albinoleffe, Cuneo, Lumezzane, Pro Patria 0. Pro Patria due gare in meno Pavia e Cittadella una gara in meno.

Ore 17.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il fattore Mercante. Se all’esordio casalingo il Bassano non era andato oltre un pareggio con la Cremonese, ieri i ragazzi di Sottili hanno colto il loro primo successo nello stadio-velodromo amico. Un 2-0 figlio di un rigore trasformato da Iocolano e di un’invenzione di Germinale, che davanti a patron Renzo Rosso, per l’occasione raggiante a raccogliere gli auguri per il 60esimo compleanno dei suoi tifosi, si portano a casa altri tre punti. Per la partita contro i bergamaschi, squadra ancora in fase di rodaggio e che vive della sola stella (un po’ offuscata) di Soncin, Sottili sceglie il 4-2-3-1, con Germinale terminale d’attacco, supportato da Iocolano e Misuraca. Bastano cinque minuti di assestamento al Bassano per sfiorare il vantaggio, con un tiro dalla distanza di Proietti. L’Albinoleffe prova a pressare alto, i padroni di casa ad aspettare il primo varco libero. Come al 10’ quando Iocolano buca la difesa ospite, entra in area e viene atterrato da Calì. L’arbitro non ha dubbi, indicando il dischetto in maniera un po’ generosa, con lo stesso numero dieci a trasformare, spiazzando Amadori. Ancora un gol per il capitano, in tre partite, dopo il capolavoro di Salò e un biglietto da visita per tutta la Lega Pro. Il tasso tecnico del Bassano dovrebbe fare la differenza, ma nel primo tempo fatica a emergere. I giallorossi, quando non attaccano per vie verticali, trovano negli esterni una spinta costante, peccato che qualche cross vada fuori misura. La sola nota stonata della frazione è il giallo che si becca Proietti, per un tocco ingenuo di mano a metà campo. Per il resto, poco da segnalare: Germinale in mostra con un tiro a giro dal limite che termina alto e una discesa di Falzerano che si divora il raddoppio calciando centrale. L’Albino è poca cosa e il primo tiro in porta arriva solo alla mezzora con un rasoterra telefonato di Brega, emulato dieci minuti più tardi da Cremonesi che obbliga Rossi a stendersi. Se il primo tempo non entrerà negli annali per la qualità, la seconda frazione si apre con un bolide di Falzerano che Amadori leva dall’incrocio. Il portiere è davvero in giornata di grazia e così, poco dopo, respinge d’istinto un’acrobazia di Germinale. La gara si infiamma, i ritmi si alzano. E il raddoppio porta la firma proprio di Germinale: un giocatore che non si vede per tutta la gara ma che poi inventa la rete del 2-0: punizione dalla destra di Toninelli, l’attaccante ruba il tempo agli avversari e con un tiro al volo a incrociare sigla il suo secondo gol in giallorosso. Nel finale spazio anche per il giovane Fabbro. Tutto ok per i giallorossi, che con 7 punti in tre gare salgono ai piani alti della classifica.

Ore 17.00 – Serie D girone C, i risultati finali delle padovane: Abano-Sacilese 0-1, Campodarsego-Triestina 2-2, Luparense-Dro 2-2, Tamai-Este 1-1.

Ore 16.50 – (Gazzettino) La media inglese, dopo due giornate di campionato, è in perfetta parità: una vittoria in casa e un pareggio fuori, ma lo 0-0 di Renate dà la sensazione di avere sprecato un’opportunità per guadagnare punti pesanti in classifica. Il Cittadella per avere ambizioni deve vincere dappertutto e contro chiunque, questa volta però ha sbattuto contro un’avversaria che come primo scopo aveva quello di non prenderle. E anche con un po’ di fortuna, alla fine è riuscita a raggiungere l’obiettivo. A Roberto Venturato non resta quindi che accogliere il punto in terra lombarda con un sorriso stretto stretto: «La squadra era preparata all’incontro. Sapeva delle difficoltà che si sarebbero incontrate a Meda, al cospetto di una squadra che non avrebbe concesso spazi alla manovra. Il Cittadella ha cercato in tutti i modi di fare la partita, ha creato molto: sia nel primo che nel secondo tempo ci sono state le occasioni per sbloccare il risultato, e una volta in vantaggio, sarebbe stata tutta un’altra gara». L’allenatore rivive l’intera partita: «Con Pascali e Jallow abbiamo sfiorato il gol, in altre circostanze il pallone ha attraversato l’area senza che nessuno sia stato in grado di intervenire con il tempo giusto. Nella ripresa abbiamo creato ancora di più: il gol si poteva, si doveva fare». È mancato solo quello: «Nel calcio conta buttarla dentro, non ci siamo riusciti nonostante le sei, sette occasioni che ho contato. È l’unica nostra pecca con il Renate, se passi in vantaggio la partita riesci a vincerla. E saremmo tornati a casa con un sorriso più grande. Dobbiamo essere consapevoli che in questo momento è importante mantenere sempre un certo equilibrio in campo e muovere la classifica in ogni giornata di campionato. In questa maniera puoi lavorare serenamente per migliorare sotto tutti i punti di vista, fisico, tecnico e tattico». Venturato in attacco li ha provati tutti. Prima Bizzotto-Litteri, quindi inserendo Coralli, Chiaretti e Minesso: «Ho detto tante volte che il Cittadella ha una rosa con grandi valori, le alternative non mancano, sta a noi esprimerci nel modo migliore. Abbiamo costruito tanto e concesso pochissimo, è un aspetto importante, però dobbiamo imparare ad essere più concreti al momento di concludere. Bisogna fare punti, vincere le partite, e ci riesci soltanto se fai gol, se non sbagli davanti alla porta».

Ore 16.40 – (Gazzettino) Ai punti avrebbe meritato il Cittadella, senza alcun dubbio, ma nel calcio vinci se la butti dentro, e i granata oltre agli errori di misura ha dovuto fare i conti anche con la sfortuna, che si è messa di traverso. Un palo ad inizio ripresa e un salvataggio sulla linea nei minuti di recupero hanno negato i tre punti al Cittadella, che ha anche concesso un paio di occasioni all’onesto Renate nel corso dei novanta minuti: la squadra lombarda non vince in casa dallo scorso 4 marzo (gol di Iovine). Venturato conferma otto giocatori del debutto con il Cuneo, tra i pali torna Alfonso, in difesa Scaglia prende il posto di Pellizzer, passato all’Entella, in attacco Litteri debutta dal primo minuto. Secondo copione spetta al Cittadella fare la partita, e in effetti i granata non si fanno pregare, mantenendo il pallino del gioco sin dal primo minuto; di contro, come ampiamente previsto, il Renate resta molto abbottonato nel suo 4-3-3 solo sulla carta, perché diventa un 4-5-1 che lascia pochissimo spazio per la manovra dei giocatori padovani. Si prova quindi sui calci piazzati, e dall’angolo di Benedetti al 24′ Pascali dalle retrovie svetta di testa ma il pallone finisce di un niente a lato. Prima, vera palla-gol. Insidiosa la battuta del corner di Schenetti alla mezz’ora, sul primo palo libera Valotti. La gara si accende nel finale: al 43′ cross di Benedetti e anticipo di Riva su Litteri, dall’angolo colpo di testa di Jallow dentro l’area piccola, centrale. Occasionissima sprecata. Sul capovolgimento di fronte poteva costare caro l’errore di Schenetti in fase di chiusura su Valotti: l’attaccante di casa gli ruba il pallone e sull’uscita di Alfonso calcia alto sulla traversa. Più Cittadella che Renate nel primo tempo, anche nel computo delle occasioni, ma il risultato non si sblocca. Serve una ripresa più arrembante sul piano del ritmo per scardinare un’avversaria che si difende in maniera molto compatta. E in effetti il Cittadella rientra dagli spogliatoi con maggiore convinzione: dopo un minuto e mezzo incursione in area di Jallow e destro potente, si salva Castelli in angolo. Al 5′ è il palo a salvare il Renate, sul sinistro di Benedetti, imbeccato dal tacco di Jallow. Il Cittadella adesso è in costante pressione sugli avversari, Bizzotto non inquadra la porta al 10′, Litteri era tutto solo. Ancora il giovane attaccante protagonista al quarto d’ora sul pallone di Iori: salta anche il portiere ma defilato conclude sull’esterno della rete. Entra Coralli per lo stesso Bizzotto, quindi esordisce Chiaretti che prende il posto di Litteri. Attacco tutto nuovo per il Cittadella, ma ci vuole un grande intervento a terra di Alfonso per deviare la rovesciata di N’Diaye in angolo. Forcing finale del Cittadella, sfortunatissimo: Coralli pesca a centro area Minesso, colpo di testa e salvataggio sulla linea di Graziano, quindi cross di Benedetti e testa di Jallow, respinge il portiere che salva anche su Chiaretti.

Ore 16.30 – (Mattino di Padova) Pochi dubbi sul fatto che, dopo la gara di Meda, si possa parlare di due punti persi più che di un punto guadagnato, viste le ambizioni del Cittadella. Il tecnico granata Roberto Venturato respinge però l’idea che la sua squadra non sia scesa in campo col piglio giusto. «Un Cittadella distratto? No. La squadra era preparata per disputare una partita importante e, se ripercorrete l’incontro, abbiamo creato occasioni in tutte e due le frazioni. Nella prima oltre ai colpi di testa di Pascali e Jallow ci sono state un paio di azioni in cui la palla è passata dentro l’area di rigore e non siamo riusciti a “tagliare” col tempo giusto. Nel secondo ne abbiamo avute tante e il rammarico c’è: dovevamo fare gol. Sono convinto che bastasse sbloccare la gara per riuscire a portarla a casa». Pure contro il Cuneo, al debutto, gli errori sotto porta erano stati numerosi. Il cinismo sembra essere ciò che più manca a questo Citta, che pure è ricco di qualità. «Nel calcio gli episodi contano molto e a Meda non siamo riusciti a sfruttarli. Bisogna però mantenere equilibrio nei giudizi e guardare avanti, cercando di migliorarci. Non dimentichiamo gli aspetti positivi: contro un Renate attento, capace di chiudere bene gli spazi e molto aggressivo siamo stati in grado di creare sei o sette occasioni da gol. Ripartiamo da questa considerazione». Ruotare tutte le punte a disposizione non è bastato. «Questa rosa ha dalla sua valori tecnici importanti e più soluzioni» conclude Venturato. «Ma indipendentemente da chi va in campo occorre imparare a essere più concreti».

Ore 16.20 – (Mattino di Padova) Ai punti avrebbe vinto il Cittadella, è fuori discussione. Siccome però questo non è pugilato, ma calcio di Lega Pro, tocca raccontare di uno 0-0 capace di anticipare un copione che, molto probabilmente, si vedrà spesso nel corso della stagione, con gli uomini di Venturato chiamati a fare la partita e gli avversari ben coperti e pronti ad affidarsi ai lanci lunghi per i propri attaccanti. Va detto che allo Stadio di Meda, casa del Renate, capitan Iori e compagni sono stati meno brillanti rispetto all’esordio contro il Cuneo e che un paio di occasioni da gol le ha create pure l’onesta squadra di mister Boldini, a fronte, però, di un numero quattro volte maggiore degli ospiti, alla fine costretti a recriminare sui troppi errori commessi sotto porta. I guizzi di Jallow. Qualche sorpresa negli undici iniziali: i brianzoli partono con Kondogbia, fratello maggiore di età e decisamente minore in qualità del giocatore dell’Inter, mentre Litteri, nel Citta, ancora lontano dalla migliore condizione, è subito in campo, con Jallow dirottato in fascia sinistra e Minesso lasciato in panca. La gara stenta a decollare ma, dopo una decina di minuti di assestamento, i granata cominciano a guadagnare metri e calci d’angolo: alla fine saranno 8-1 in loro favore, dato che dice molto dell’andamento del match. Le opportunità da rete, però, nella prima frazione non sono numerose e, per quanto riguarda la formazione padovana, arrivano proprio in seguito ai corner, con una capocciata di Pascali che finisce a lato di pochissimo e con Jallow che, in chiusura, impegna severamente l’ottimo Castelli. C’è spazio, immediatamente dopo, anche per Valotti, che ruba palla a Schenetti e non c’entra la porta da buona posizione, ma già s’intuisce che proprio Jallow è l’uomo che più di tutti sembra poter dare una svolta alla partita, con le sue accelerazioni e i suoi inserimenti. Inutile forcing. Incontro abbastanza spento, comunque, nei primi 45 minuti e Venturato che, a occhio, deve alzare parecchio la voce negli spogliatoio. Fatto sta che dopo l’intervallo il Citta sembra avere tutto un altro piglio, trascinato ancora una volta dalle fiammate del giovane talento gambiano. Non sono trascorsi neanche due minuti che Jallow salta un paio di uomini con una finta e chiama in causa i riflessi di Castelli, costretto a un intervento da applausi. Un colpo di tacco del numero 10 granata libera poi al tiro il generoso Benedetti, che becca il palo alla destra del portiere. Verso il quarto d’ora, quindi, è Bizzotto a proporsi: dribbla il portiere ma si defila troppo e conclude a lato, per poi lasciare il campo vittima dei crampi. Da lì in poi l’incontro sembra avviarsi verso un pareggio a reti bianche senza ulteriori sussulti, come se le energie fossero terminate anzitempo. Non è così, perché i cambi operati da entrambi gli allenatori svegliano le due squadre: prima è N’Diaye a inventarsi una rovesciata che interpella Alfonso, poi è il Citta a riversarsi nella metà campo lombarda: Graziano salva sulla linea dopo un colpo di testa di Minesso, imbeccato da Coralli, e poco dopo è Castelli a respingere sull’incornata a botta sicura di Jallow. Che spreco!

Ore 16.10 – (Corriere del Veneto) Finisce 0-0 ma il pomeriggio di Meda è il festival dei rimpianti per il Cittadella: palo di Benedetti, almeno cinque nitide palle gol e tanta rabbia per una vittoria sfuggita per un nonnulla fra mille opportunità fallite per un soffio. Parte subito Gianluca Litteri e quella di Roberto Venturato è una sorpresa vera, considerate le dichiarazioni della vigilia a proposito delle condizioni dell’ex centravanti della Ternana. Accanto a lui c’è Bizzotto, per il resto tutto confermato rispetto alle indicazioni emerse in settimana. Nel Meda parte titolare Kondogbia, fratello del centrocampista dell’Inter e c’è pure Anghileri, mentre Di Gennaro si accomoda in panchina. L’inizio è al piccolo trotto e di occasioni vere neppure l’ombra. Al 10’ c’è la prima chance per i granata: buona combinazione fra Schenetti e Paolucci, che rientra sul sinistro e tira. Nessun problema per Castelli che para a terra. Venti secondi dopo Bizzotto tira dalla distanza, troppo centrale e anche una volta Castelli blocca. Troppo poco per dare pensieri al Renate, squadra solida che difficilmente offre il fianco all’avversario. E che non si smentisce neppure in questa circostanza. Sul taccuino ci sono altre due chance da cerchiare in rosso: quella che capita al 23’ a Pascali, che di testa si alza su tutti su angolo di Benedetti e mette a lato di pochissimo. E quella, doppia, che scuote la partita proprio nel finale di frazione: altro angolo di Benedetti e stavolta è Jallow che può saltare in beata solitudine costringendo Castelli a un difficile intervento. Sul capovolgimento di fronte Schenetti sbaglia una chiusura, Valotti recupera il pallone ma fallisce incredibilmente il diagonale a giro da pochi passi ad Alfonso battuto. In apertura di ripresa il Cittadella ha subito una grande chance per passare in vantaggio. Jallow rientra sul destro e tira a colpo sicuro, ma Castelli (2’) compie un vero e proprio miracolo distendendosi e parando a mano aperta ed evitando lo svantaggio. Il Cittadella sprinta pure poco dopo, quando Benedetti si inserisce e viene servito con uno splendido colpo di tacco da Jallow, con la palla che finisce sul palo a portiere battuto. Insistono i granata e al 15’ Bizzotto salta pure il portiere, ma spedisce sull’esterno della rete. Nell’azione l’attaccante granata si fa male e Venturato spedisce in campo Coralli. Cambia pure il Renate, con l’ingresso di Graziani per dare più peso e brio in fase di spinta. Segue la solita girandola di sostituzioni, che però almeno inizialmente non spostano di una virgola gli equilibri in campo. Al 33’ Ndiaye, appena entrato in campo, si esibisce in una fantastica rovesciata sulla quale è bravissimo in tuffo a dire no Alfonso.

Ore 15.50 – Serie D, i risultati delle padovane al termine dei primi tempi: Abano-Sacilese 0-1, Campodarsego-Triestina 1-2, Luparense-Dro 1-1, Tamai-Este 1-1.

Ore 15.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Tutte le frecce del fornitissimo attacco arancioneroverde hanno già fatto centro nelle prime tre gare, per ultimo Paolo Carbonaro che ha firmato il 2-1 in rimonta di mercoledì a Monfalcone. Da capitan Serafini a Fabiano, da Innocenti a Maccan, il Venezia può guardare con fiducia – peraltro con la novità Barreto almeno in panchina – ai 90’con la Virtus Vecomp Verona che questo pomeriggio allo Zanutto di San Donà (ore 15.30) contenderà ai lagunari il primato solitario. «Non vediamo l’ora di dimostrare che siamo davvero, e non solo sulla carta, la squadra più forte – carica la squadra Carbonaro -. Dopo la sfida odierna ci saranno altre 34 partite, tuttavia una «spallata», un primo segnale di un certo peso vogliamo fare di tutto per darlo restando da soli in vetta». Il 26enne palermitano finora si è fatto apprezzare entrando in corsa portando un «sano scompiglio» e trovando un gol che potrebbe valergli il debutto da titolare. «Anch’io come tutti lavoro e mi impegno per strappare una maglia da titolare, chissà se stavolta toccherà a me, di sicuro ci spero e sono pronto. Non so in quali altre squadre ci sia una concorrenza paragonabile a quella che c’è a Venezia, dal mio punto di vista essere in una simile rosa di attaccanti è un orgoglio e un grandissimo stimolo». I tre punti strappati a Monfalcone, proprio perché meno agevoli rispetto a Dro e Sacilese, possono aiutare i lagunari a non trascurare nessun particolare contro la Virtus Vecomp. «Affrontiamo una tappa per volta con l’obiettivo, mattone dopo mattone, di portare a compimento il progetto di rilancio del Venezia. Per questo ho scelto di ripartire da una serie D così ambiziosa, dopo aver sempre giocato in Lega Pro vivendo esperienze in altalena». Cresciuto nel Palermo fino ad esordire in serie A nel 2008, nel 2-2 di Siena, il classe ’89 Carbonaro è all’undicesima maglia in carriera. «Le mie stagioni migliori restano quelle di Monopoli e Giulianova, mentre non vedo l’ora di dimenticare la scorsa annata. A gennaio sono passato al Monza, la società era in crisi ma a me interessava soltanto fuggire da Aversa dove la situazione era disastrosa. Per fortuna ora sono a Venezia».

Ore 15.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il Venezia si mette alla prova nel primo scontro diretto della stagione. Un vero big match, quello contro i veronesi della Virtus Vecomp, che arriva forse troppo presto. «I risultati ottenuti hanno mascherato le difficoltà che ancora abbiamo, legate al ritardo nella preparazione», mette in guardia mister Paolo Favaretto pensando alla condizione non ancora al top del suo gruppo. E ritrovarsi alla quarta giornata, dopo due settimane appena di campionato, con uno scontro al vertice a tutti gli effetti può rappresentare un bel rischio. «Questa partita arriva in un momento particolare. Noi — aggiunge il tecnico arancioneroverde — avremo bisogno di tutte le nostre energie psico-fisiche per affrontare una squadra che sta bene. I numeri parlano chiaro». E i numeri sono simili a quelli del Venezia: primo posto con 9 punti anche la Virtus, otto gol segnati e uno solo subito (9-1 gli arancioneroverdi). A dare un bel contributo a queste cifre, però, ci sono i 5 gol rifilati alla Luparense, rimasta in dieci dopo pochi minuti. «Però — sottolinea il tecnico — questa squadra è sempre andata in vantaggio nel primo tempo, perché parte subito forte, gioca aggressiva. Corsa e ripartenze sono le sue armi migliori». La squadra di mister Gigi Fresco recupera l’ex arancioneroverde Alba dalla squalifica, anche se è in ballottaggio con Cernigoi, capocannoniere con 3 gol. «Il fatto che il loro giocatore più prolifico non sia un titolare fisso, la dice lunga sulla qualità del gruppo e sull’ampia scelta di giocatori di livello», aggiunge mister Favaretto pensando ai vari Mensah, Lechthaler (ancora assente), Pedrinelli, Allegrini e Burato. «Non è solo una buona squadra, è anche una bella realtà, molto ben organizzata, grazie al presidente-allenatore Gigi Fresco, che è lì da trent’anni e ha creato un vero miracolo. Dovremo stare molto attenti alla sua banda, lo dico in chiave positiva». Pochi i precedenti tra le due squadre, di cui il primo, sei anni fa, proprio con mister Favaretto in panchina, finito 5-3, con doppietta di Modolo. «Lo avrei fatto giocare volentieri anche questa volta ma purtroppo non è ancora pronto». Nell’esilio temporaneo di San Donà, il Venezia oggi pomeriggio potrebbe far esordire Vitor Barreto. Il brasiliano figura per la prima volta nella lista dei convocati e mister Favaretto potrebbe gettarlo subito nella mischia oppure potrebbe iniziare con Carbonaro (al posto di Innocenti) per poi farlo subentrare. «Avere uno come Barreto è sempre un bene, lo dice il curriculum. Giovedì nell’amichevole ha giocato oltre un’ora, sta recuperando. Valuterò all’ultimo». Rispetto a Monfalcone dovrebbero rientrare i «titolari» Acquadro e Gualdi. «Questa — chiude il tecnico — è una di quelle partite che ti mette alla prova. Contiamo sul supporto dei nostri tifosi».

Ore 14.40 – (La Nuova Venezia) Big-match al vertice, anche se è solo la quarta giornata. La classifica è chiara: Venezia e Virtus Verona condividono il primato e faranno di tutto per staccare l’avversaria. Ultimo atto del Venezia allo “Zanutto”, da domenica prossima contro la Luparense si ritorna a Sant’Elena. Venezia a caccia di ulteriori risposte sulla propria condizione contro un’ottima squadra, ben disposta in campo da Gigi Fresco, il costruttore del “fenomeno Virtus”, portata tre anni fa anche tra i professionisti. Favaretto porterà Barreto in panchina, l’ex granata potrebbe risultare il jolly dell’ultima mezzora. Numeri. Tre vittorie a testa, diciassette reti realizzate insieme sulle 71 messe a segno da giocatori del girone C, un solo gol incassato, se il Venezia ha mandato a segno già sette giocatori, la Virtus Verona ha portato a tabellino sei elementi con Matteo Serafini e Jacopo Cernigoi capo cannonieri del girone con 3 centri, insieme a Paladin del Tamai e Zecchinato del Montebelluna. Venezia. «In amichevole abbiamo vinto, ma la Virtus aveva solo tre titolari in campo quel pomeriggio» ricorda Favaretto, «i numeri della Virtus Verona parlano da soli. Gigi Fresco sta facendo da anni un ottimo lavoro, tanto che due stagioni fa era tra i professionisti e se non c’era la riforma quasi sicuramente si sarebbe salvato. È una squadra con giocatori molto duttili, sono convinto che verrà a San Donà convinta di fare risultato». Ritornano Acquadro e Gualdi a centrocampo, in attacco Carbonaro si candida a spalla di Serafini. Primo gol in arancioneroverde a Monfalcone per Paolo Carbonaro che oggi potrebbe anche partire titolare. «Un gol pesante perché ci ha consentito di prendere altri tre punti, ma ormai siamo concentrati sulla Virtus. Siamo entrambi a punteggio pieno, è una partita importante, anche se parlare di scontro diretto alla quarta giornata è prematuro. Squadra che si presenta con ottime credenziali». Virtus. Ritorna a disposizione Alba, fermo per squalifica con la Luparense, poca fortuna con il Venezia nella passata stagione, possibile riconferma del bomber Cernigoi con Mensah e Santuari pronti negli inserimenti. Probabili formazioni. Venezia (4-3-1-2): Vicario; Ferrante, Beccaro, Cernuto, Galli; Acquadro, Calzi, Gualdi; Fabiano; Serafini, Carbonaro. A disposizione: D’Alessandro, Di Maio, Luciani, Malagò, Soligo, Cangemi, Innocenti, Maccan, Barreto. Allenatore: Favaretto. Virtus Vecomp Vr (4-2-3-1): Tebaldi; Boateng, N’Zè, Rossi, Peroni; Burato, Allegrini; Mensah, Verdun, Santuari; Cernigoi. A disposizione: Bongiovanni, Rizzi, Maccarone, Frinzi, Padovani, Alba, Pedrinelli, Vesentini, Armani. Allenatore: Fresco. Arbitro: Vigile di Cosenza.

Ore 14.20 – (Gazzettino) Appuntamento oggi alle 15 con la quarta giornata di campionato. ABANO. Si sposta a Este per affrontare il turno casalingo con la Sacilese, ultima in classifica. Per la truppa neroverde c’è la possibilità di conquistare la terza vittoria in una settimana. «È una partita molto importante, dobbiamo fare di tutto e di più per portare a casa i tre punti – sottolinea Massimiliano De Mozzi – Vincere ci permetterebbe di completare una settimana perfetta. La difficoltà che possiamo incontrare è proprio dovuta al fatto che si tratta della terza gara in sette giorni, e quindi si sentirà nelle gambe. Ma vale anche per i nostri avversari». Sacilese che De Mozzi ha visto all’opera con il Venezia. «Una squadra giovane che corre molto, si difende per ripartire. Come modo di giocare assomiglia al Giorgione e non dobbiamo commettere alcuni errori commessi alla prima giornata proprio con i trevigiani: ci vuole pazienza per trovare il varco giusto e fare male». Indisponibili Maistrello e Maniero. CAMPODARSEGO. Quattro punti in saccoccia tra Este e Giorgione (vittoria con Union Ripa ancora sub judice) e l’obiettivo di continuare la striscia positiva nella sfida casalinga con la Triestina, che al contrario è piombata nel caos dopo lo stop interno con il Calvi Noale: respinte le dimissioni di Masitto, la presidenza è pronta a cedere il club. «Con qualsiasi giocatore si presenti la Triestina ha una squadra da primi posti, al di là della situazione che sta attraversando – spiega Antonio Andreucci – Dobbiamo guardare in casa nostra ed essere soddisfatti di ciò che abbiamo fatto finora. Chiudiamo una settimana molto impegnativa, è importante dosare le forze e cercherò di schierare una formazione equilibrata». Nel derby casalingo con l’Este il campo stretto e la carica agonistica non hanno consentito di trovare grandi spazi. «Abbiamo lavorato proprio per migliorare questo aspetto». Squalificato Pelizzer, al suo posto giocherà Rubin. ESTE. Affronta la trasferta con il Tamai. Nel mirino il primo successo dopo tre pareggi di fila. «Abbiamo bisogno della vittoria – afferma Andrea Pagan – e dobbiamo cercarla con convinzione. I tre pareggi non sono risultati bugiardi, ma se vincevamo non c’era niente da dire. I ragazzi hanno voglia di fare risultato e a piccoli passi stanno diventando la squadra che voglio. Tamai comunque è uno dei campi più difficili della categoria, hanno un allenatore che è un valore aggiunto e quindi sarà una battaglia. Dai miei mi aspetto un altro passo avanti nella crescita». Ancora indisponibile Destro, mentre Coraini e Rosina lamentano qualche acciacco. LUPARENSE SAN PAOLO. Dopo le scoppole con Giorgione e Virtus Vecomp si punta a voltare pagina nella sfida casalinga con il Dro. «Dobbiamo cambiare l’andazzo e questa partita deve essere un nuovo inizio – sottolinea Daniele Pasa – per le capacità che abbiamo, per gli investimenti che ha fatto il presidente e per la fiducia che ho nel gruppo». All’indomani dell’ultima sconfitta c’è stato un confronto tra presidente, giocatori e tecnico. «Ma è in campo che dobbiamo dimostrare di essere più forti degli altri. Questione di amalgama di un gruppo nuovo? Non voglio alibi, abbiamo giocatori con tante partite alle spalle e giovani di valore, bisogna andare in campo e fare un gol in più degli avversari». Squalificato Murano, tra i pali debutterà Roberto Bazzichetto, classe 1993, prelevato dalla Sacilese.

Ore 14.10 – (Mattino di Padova) In Friuli con il mal di pareggio. Oggi l’Este affronterà il Tamai (inizio alle 15, arbitro Pietro Esposito di Aprilia), formazione che, manco farlo apposta, ha imposto spesso e volentieri il risultato neutro ai giallorossi. Negli ultimi 6 anni le due squadre si sono incontrate 8 volte, pareggiando in 5 occasioni. Una statistica che fa sorridere, visto l’inizio di campionato dell’Este nel segno della “ics”, tra Noale, Campodarsego e Levico. Il Tamai, invece, ha 4 punti. La sconfitta infrasettimanale con l’Union Ripa, però, potrebbe dare uno stimolo in più agli uomini di De Agostini. Il tecnico atestino Andrea Pagan, dal canto suo, potrà schierare la formazione migliore. Non è escluso l’esordio dal 1’ del centrocampista ex Venezia e Virtus Castelfranco, Matteo Marcolini. In attacco Coraini potrebbe cedere la maglia numero 11 a Ferrara. Formazione (4-3-1-2): Lorello; Tiozzo, Montin, Guagnetti, Rosina; Arvia, Favre, Marcolini; Marcandella; Ferrara, Mastroianni. All. Pagan.

Ore 14.00 – (Mattino di Padova) Un avversario in crisi, una piccola emergenza subito tamponata dal mercato, ma soprattutto la necessità di rialzarsi al più presto. La Luparense di Daniele Pasa torna tra le mura amiche, e ha l’imperativo di riprendere la marcia dopo le due sconfitte consecutive contro Giorgione e Virtus Vecomp che hanno minato alcune certezze della formazione sammartinara. Il Dro, avversario di giornata alle ore 15 (arbitro Costanza di Agrigento), non vive certo un momento esaltante: ripescato all’ultimo minuto, nelle prime tre giornate ha raccolto un solo punto. Pasa non può contare su Mattioli nemmeneo sul portiere titolare Murano, squalificato dopo l’espulsione di Verona, ma il mercato ha portato in dote un colpo di coda: esordirà subito Roberto Bazzichetto, 21 anni, cresciuto nel Tamai e nella scorsa stagione al Pordenone. Formazione (4-3-3): Bazzichetto; Faggin, De March, Severgnini, Perosin; Sadick, Nichele, Nicoletti; Giglio, Brotto, Beccaro. All. Pasa.

Ore 13.50 – (Mattino di Padova) L’Abano vuole continuare a mostrare i muscoli. Con la a forza e il cinismo delle ultime due partite (Triestina e Dro), valse tanti complimenti ma soprattutto 6 punti. I neroverdi giocheranno la seconda e ultima partita al Nuovo Stadio di Este (ore 15, arbitro Tucci di Ostia), in attesa della riapertura di Monteortone (inizio di ottobre), contro una Sacilese in piena crisi, societaria e di risultati. La squadra friulana, allenata dall’ex Thermal Vinicio Bisioli, ha perso le prime due partite e pareggiato nell’infrasettimanale con la Liventina. Ma a Sacile sta tenendo banco pure la questione legata agli accordi economici dei giocatori, concordati con la vecchia proprietà (la famiglia Presotto) e messi in discussione, a sorpresa, dal nuovo presidente Francesco Baù. Aspetti che potrebbero favorire gli aponensi, al gran completo per la sfida odierna, caricati a mille. Rispetto alla formazione che ha rifilato 5 reti al Dro, il tecnico Massimiliano De Mozzi non dovrebbe cambiare molto: gli unici dubbi riguardano la difesa, con il ballottaggio fra Cuccato e Meneghello, mentre davanti Barichello e Munarini si contendono una maglia. Formazione (4-1-4-1): Ruzzarin; Tescaro, Meneghello, Thomassen, Zattarin; Ballarin; Creati, De Cesare, Bortolotto, Segato; Munarini. All. De Mozzi.

Ore 13.40 – (Il Piccolo) I colpi di scena sono ormai all’ordine del giorno in casa dell’Unione Triestina 2012. E anche ieri ne è arrivato puntuale un altro, per certi versi clamoroso. Oggi infatti, nella trasferta che la squadra affronterà a Campodarsego (inizio ore 15, arbitra Catucci di Pesaro), non ci sarà Masitto in panchina. Tutto comincia dalla turbolenta giornata di venerdì, quando la società aveva respinto le dimissioni del tecnico e quest’ultimo si era presentato a Prosecco per allenare la squadra. Dopo le comunicazioni di rito, comprese quelle sugli eventuali tagli alla rosa, la squadra aveva in sostanza voltato le spalle a Masitto e i giocatori si erano allenati da soli. Una situazione bollente che il presidente Pontrelli ha cercato ieri di riprendere in mano: quindi niente rifinitura e al suo posto una lunghissima riunione in sede con squadra, staff tecnico e dirigenziale. Alla fine, le somme dell’incontro le tira lo stesso Pontrelli: «Nella riunione sono sorte delle situazioni di contrasto fra la squadra e l’allenatore: ho riscontrato in effetti un forte attrito, ho preso atto che la squadra era unita su questa posizione e mi sembrava affrettato rimettere Masitto in panchina in questa situazione. Mi sono preso dunque due giorni di tempo per decidere il da farsi su Masitto, Pinzin e quant’altro, ma soprattutto il da farsi per il bene della squadra. Situazione sospesa fino a lunedì, poi vedremo. Anche perché ora c’è da pensare solamente alla partita di Campodarsego e a concentrarsi su questa sfida, nella quale la squadra deve andare in campo per vincere. E per la quale sono tutti convocati». È evidente che oggi a Campodarsego Pontrelli sarà molto vicino alla squadra, ed è facile immaginarlo anche in panchina, dove dovrebbe esserci comunque anche Stefano Lotti, che ha il necessario patentino e a cui toccherebbe di nuovo il non semplice compito di fare da improvviso e momentaneo tappabuchi, come nell’ultima partita della regular season della scorsa stagione, dopo l’esonero lampo di Gagliardi. Importante il fatto che i giocatori siano tutti convocati, con un completo reintegro di quelli che fino a venerdì sembravano in bilico con il rientro di Masitto: ora invece è il tecnico a essere in qualche modo sospeso fino a lunedì. Rosa al completo dunque, ma secondo lo stesso Pontrelli ancora da rinforzare: «Vada come vada, la prossima settimana arriverà comunque qualche rinforzo, per cercare di potenziare i vari reparti e colmare le carenze che ancora ci sono». Intanto oggi, pur in una situazione a dir poco anomala e molto particolare, l’imperativo dell’Unione 2012 sarà quello di tamponare la crisi ed evitare almeno il terzo ko consecutivo. Poi domani sarà un altro giorno e qualcosa succederà.

Ore 13.30 – (Mattino di Padova) Un big match per insidiare la vetta. Oggi al “Gabbiano” di Campodarsego arriverà la Triestina (calcio d’inizio alle 15, arbitro Vincenzo Adriano Catucci di Pesaro) per una sfida che potrebbe lanciare i padroni di casa nelle zone più nobili della classifica, in compagnia delle corazzate Venezia e Virtus Vecomp (a confronto tra loro). A dire il vero, il Campodarsego è ancora in attesa della decisione della Commissione disciplinare sul “caso Gal”, in seguito al ricorso dell’Union Ripa la Fenadora (che verrà discusso mercoledì 23 settembre) per le presunte irregolarità nel tesseramento del difensore, schierato nella prima giornata di campionato contro i bellunesi. La partita era stata vinta 1-0 dai biancorossi, ma i tre punti, proprio per la mancata omologazione del risultato, non sono ancora stati assegnati ufficialmente. Non se la passa bene, invece, la Triestina, reduce dal ko interno con il Calvi Noale, seguito dalle dimissioni del tecnico Cristiano Masitto (respinte dal contestatissimo presidente Marco Pontrelli) e dai rumors che vorrebbero i giocatori più rappresentativi, Kabine e Zubin su tutti, già sul piede di partenza. Il tecnico di casa Antonio Andreucci, però, non si fida dell’Alabarda: «È una squadra che vanta giocatori importanti per la categoria e che non verrà a stenderci tappeti rossi», commenta, «Servirà un Campodarsego motivato e ai mille all’ora per portare a casa i tre punti». Andreucci dovrà fare a meno di Pelizzer, espulso per doppia ammonizione contro il Giorgione. Al suo posto dovrebbe giocare Andrei Tanasa. In attacco, invece, dovrebbe tornare tra i titolari l’esterno d’attacco Raffaele Cacurio. Formazione (4-3-3): Merlano; Buson, Gal, Ruopolo, Arthur; Bedin, Piaggio, Tanasa; Aliù, Radrezza, Cacurio. All. Andreucci

Ore 13.10 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Andrea Miola): Petkovic 6.5; Dionisi 6, Diniz 6, Fabiano 6, Favalli 6; Bucolo 6, Corti 6.5; Bearzotti 6 (Altinier 7), Cunico 6.5 (Niccolini sv), Petrilli 6 (Mazzocco sv); Neto Pereira 6.5.

Ore 13.00 – (Gazzettino) Almeno cinque le situazioni favorevoli nell’area del Lumezzane, ma i biancoscudati hanno sempre difettato nelle conclusioni. La spinta si un po’ esaurita quando Parlato ha invertito la posizione dei due esterni d’attacco anche se nel finale di tempo prima Bucolo con una splendida rovesciata e poi Petrilli con un destro a incrociare sono andati a un passo dal gol. In avvio di ripresa il Padova ha faticato a riproporsi con la stessa pericolosità. Parlato ha così deciso di dare un volto più offensivo alla squadra (9’): fuori Bearzotti e dentro Altinier, con Neto Pereira largo a sinistra e Petrilli sulla corsia opposta. La mossa non ha però prodotto gli effetti sperati. Anzi, il Padova si è pericolosamente allungato. Pronto il Lumezzane ad approfittarne, con una doppia opportunità da posizione favorevolissima non sfruttata da Cruz Pereira. Fiutato il pericolo, il tecnico di casa è corso subito ai ripari. L’ingresso di Mazzocco al posto di Petrilli e il passaggio a un più logico 4-3-1-2 hanno rimesso le cose a posto. Con le due punte e Cunico libero di agire allo loro spalle, i biancoscudati hanno ripreso in mano le redini dell’incontro. E il gol di Altinier è stato il giusto premio alla loro superiorità. Parlato ha chiuso la partita con la difesa a cinque (Niccolini è subentrato Cunico). E inutili si sono rivelati gli sforzi del Lumezzane per acciuffare sul filo di lana il pareggio.

Ore 12.50 – (Gazzettino) Il primo gol in biancoscudato di Altinier, il pezzo pregiato del mercato estivo, consente al Padova di bissare la vittoria di sette giorni fa e allungare in classifica. Decisiva, come già con la Pro Piacenza, una palla inattiva su azione d’angolo: l’altra settimana era stato Fabiano a saltare più in alto di tutti sullo spiovente di Cunico, questa volta Altinier è andato a staccare in maniera vincente all’altezza del primo palo. Due schemi preparati con cura e riproposti con successo in partita. Onore però al Lumezzane, che si è battuto con grande generosità e senza mai smarrire il filo del gioco. Oltretutto la formazione ospite ha tutto il diritto di recriminare per un paio di episodi dubbi che il Padova avrebbe potuto pagare a caro prezzo: nel primo tempo sembrava infatti da rigore il contatto tra Favalli e Barbuti, mentre nella ripresa, sempre sul risultato di 0-0, il direttore di gara ha punito con il cartellino giallo (ma poteva starci anche l’espulsione) un intervento falloso a metacampo di Dionisi, da ultimo uomo, ancora su Barbuti che si stava involando in perfetta solitudine verso la porta di Petkovic. La partita è vissuta a strappi, con il Padova che ha provato a gestirla con alterne fortune. Tra il ventesimo minuto e la mezz’ora la truppa di Parlato ha avuto un netto predominio, trascinato dalle giocate di Petrilli e Neto Pereira.

Ore 12.40 – (Gazzettino) Non manca un elogio del tecnico ad Altinier che ha deciso la gara. «Gli faccio i complimenti, è entrato e ha segnato dando tre punti alla squadra. Ma questa vittoria è un premio a tutti i ragazzi che non sono stati impiegati, diciamo per colpa mia. Non sono ancora stati chiamati in causa per dare il loro contributo, ma arriverà anche il loro turno». Diniz e Corti hanno rimediato due cartellini gialli gratuiti, nel senso che sono stati frutto di proteste. «È una questione della quale abbiamo parlato a inizio ritiro, ma a volte in campo salta il fusibile e non ci si può fare niente. Bisogna stare più attenti, ma anche loro si sono resi conto immediatamente dell’errore che hanno fatto». Passando in casa Lumezzane, furibondi il presidente Livio Cavagna e il tecnico Giancarlo D’Astoli per un presunto rigore nel primo tempo non concesso e per una mancata espulsione di Dionisi nella ripresa. «È la seconda volta che questo arbitro ci danneggia, per il resto è stato il migliore Lumezzane dall’inizio del campionato», sottolinea D’Astoli. Così Cavagna: «Presunto rigore? Era netto. E nella ripresa il giocatore del Padova era da espellere».

Ore 12.30 – (Gazzettino) «Da fuori forse sembrava facilissima, ma non c’è mai da fidarsi. Alla fine la cosa più importante sono i tre punti». Si presenta così nel dopo gara Carmine Parlato, naturalmente soddisfatto per la vittoria. «Abbiamo trovato un Lumezzane che raddoppiava e triplicava, una partita di grande impegno da parte loro e fisicamente sono andati anche oltre. Nel primo tempo abbiamo cercato di accelerare, ma quelle due-tre volte che l’abbiamo fatto è mancato il gesto balistico per sbloccare la gara. Avevo detto ai ragazzi che dovevamo usare la testa e l’esperienza per sfruttare la minima occasione sotto porta, l’abbiamo fatto su palla inattiva e queste situazioni sempre fondamentali». Il Lumezzane ha avuto una opportunità importante nella ripresa, ma nel complesso la retroguardia ha dato conferma di solidità. «Se la difesa si comporta bene è perché la linea mediana riesce a fare filtro e gli attaccanti tornano». Quindi torna a disaminare la prova dei suoi: «Petrilli e Bearzotti avevano pochissimi spazi, non era facile andare via nell’uno contro uno. Bisognava cambiare qualcosa nella ripresa e ho deciso di mettere Altinier con Neto Pereira largo a sinistra, ma già nella prova che avevamo fatto (sabato durante la rifinitura, ndr) non mi era piaciuto. Per questo li ho messi nelle condizioni ideali per le loro caratteristiche inserendo anche Mazzocco, a quel punto ho cercato di dare più profondità che ampiezza alla squadra».

Ore 12.20 – (Gazzettino) «Io sono rimasto fermo, l’avversario ha toccato palla allungandosela molto e mi è venuto addosso, credo che l’arbitro abbia preso la decisione giusta anche perché ero nella loro metacampo. Poi è ovvio che poteva anche espellermi, ma è andata bene così». Un flash sulla partita. «È stata dura, loro sono scesi in campo con il coltello tra i denti dato che arrivavano da due sconfitte e volevano muovere la classifica. Siamo stati attenti a non prendere gol e poi l’abbiamo sbloccata su palla inattiva». Ecco infine Alessandro Favalli. «Sapevamo che ci aspettava una partita difficile con una squadra che ci aspettava per poi ripartire. Si poteva risolvere con un calcio piazzato e per fortuna è arrivato. Lavoriamo molto sulle palle inattive e siamo contenti che sia arrivato il gol». Un brivido nella ripresa quando i bresciani hanno sciupato l’occasione del possibile vantaggio. «Sì, hanno avuto questa grande occasione, favoriti anche da un mezzo rimpallo in area. Nel complesso però non abbiamo rischiato molto».

Ore 12.10 – (Gazzettino) Parlato le ha fatto pubblicamente i complimenti. «Sono contento, significa che al di là dell’avere segnato ha apprezzato anche l’atteggiamento e quello che vede durante la settimana». In una sua intervista rilasciata al Gazzettino di venerdì aveva dichiarato che bisognava farsi trovare pronti alla prima opportunità, ed è stato di parola. «Potevo anche non segnare, sono soddisfatto perché mi sono sentito importante e partecipe in campo e stavo anche abbastanza bene fisicamente». Sette punti in saccoccia su nove a disposizione, un avvio di campionato con i fiocchi. «Siamo partiti bene, ma non abbiamo fatto ancora niente. Deve essere solo un punto di partenza per continuare a lavorare, dobbiamo migliorare ancora molto». Meglio da solo in attacco o con un collega al suo fianco? «A me piace avere un compagno al mio fianco. Mi trovo benissimo sia con Cunico e sia con Neto Pereira, giocare con entrambi è il massimo». Tra i protagonisti in campo anche Matteo Dionisi che ha rischiato grosso nella ripresa per un intervento a centrocampo che è stato sanzionato con il cartellino giallo, ma in molti hanno temuto che potesse scattare il rosso come ultimo uomo.

Ore 12.00 – (Gazzettino) C’è grande soddisfazione nello stato maggiore biancoscudato per il secondo successo consecutivo all’Euganeo, anche se sono stati tre punti sudati. «Abbiamo sofferto – afferma il presidente Giuseppe Bergamin – però è stata una vittoria voluta. L’avversario era determinato e ci ha messo in difficoltà in tante situazioni, però abbiamo continuato a fare la nostra partita e l’abbiamo sbloccata su una palla inattiva, d’altra parte bisogna essere cinici quando serve. Alla fine è un successo meritato». Un flash sui tifosi che sono stati poco meno di quattromila: «Ci servirà un pubblico più numeroso nelle prossime partite, almeno me lo auguro». E da martedì riaprirà la campagna abbonamenti. Grande protagonista di giornata è stato Cristian Altinier, che con la sua prodezza di testa ha deciso il risultato. Primo sigillo in campionato per il bomber, che aveva segnato anche in Coppa Italia nella trasferta a Mantova. «Dedico questo gol a mia moglie Sara che è incinta e tra un mese nascerà nostra figlia. È stato bello segnare, ancora di più dato che è stato determinante per i tre punti e quindi è una soddisfazione doppia. Abbiamo affrontato una squadra ostica, ma meritavamo la vittoria».

Ore 11.40 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Primato in classifica, che bellezza! Eppure si può fare ancora meglio”) L’allenatore, che sta lavorando benissimo con il suo staff, e i giocatori sono i primi ad ammettere che proprio perché non si è al top il profilo deve restare basso, che non è il caso di lasciarsi andare a voli pindarici, e la loro “filosofia” è da sposare in pieno, però, diciamocelo pure sottovoce, quanto bello è quel “7” in classifica, a differenza di chi magari si ritrova a quota “0” o con uno o due punti! La “matricola” sa il fatto suo e sin qui non ha usurpato nulla, anzi. Fatica a trovare la via della rete, come si è visto nelle due gare con Pro Piacenza e Lumezzane, ma non troverà sempre davanti formazioni così coriacee e chiuse, sebbene i bresciani abbiano messo in difficoltà, in alcune occasioni, la difesa. Tuttavia – ed ecco il dato importante dei gol realizzati nella ripresa – alla lunga la sua pazienza e la sua determinazione, in una parola l’essere sempre sul pezzo, hanno ragione dell’avversario di turno. Al di là del modulo, su cui ci siamo già ampiamente soffermati qualche settimana fa, è la testa dei giocatori che lavora compatta in un certo modo e che, proprio per ciò che determina sul campo, conforta in prospettiva. Prendete, ad esempio, la retroguardia: ha incassato un solo pallone in 270 minuti, il che esalta il suo rendimento. I successi nei campionati si costruiscono senz’altro avendo i bomber a disposizione, e augurandosi che vadano a bersaglio con continuità, ma pure contando su difese solide e arcigne, in grado di chiudere ogni spazio. E sin qui i vari Dionisi, Diniz, Fabiano, Favalli e Niccolini ci sono riusciti in modo egregio, senza dimenticare Petkovic. Adesso arrivano le partite di livello superiore: FeralpiSalò dell’ex Michele Serena, Sudtirol e infine Cittadella. Dopo questo trittico potremo cominciare a capire se il Padova sarà protagonista sino alla fine. Intanto, godiamoci il primo posto in compartecipazione (con Bassano e Giana Erminio), il che non è poco.

Ore 11.30 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Primato in classifica, che bellezza! Eppure si può fare ancora meglio”) Avanti così. Il Padova ha iniziato alla grande la sua avventura in Lega Pro, con 7 punti su 9 già messi in carniere, e i suoi risultati nelle prime tre giornate un effetto positivo l’hanno già prodotto: martedì la società riaprirà la campagna abbonamenti per aumentare il numero di tessere, che ha toccato quota 3.158, peraltro il livello più alto del girone A di Lega Pro. Se la fedeltà è una cosa seria, ci permettiamo di lanciare un appello ai padovani che amano il calcio: prendete al volo l’occasione e abbonatevi. Lo abbiamo sottolineato già dopo il successo sulla Pro Piacenza, il clima attorno a questa società, e pure attorno alla squadra, è cambiato, avvertiamo una maggiore consapevolezza da parte del tifoso del ruolo che gli viene richiesto, dunque della parte importantissima che può recitare nella stagione. Per cui si tratta di sottoscrivere un atto di fede, di tradurlo in convinto sostegno alla proprietà biancoscudata, partita anch’essa con il piede giusto e in grado di garantire le risorse, economiche ed umane, per proseguire a far bene. Conosceremo nelle prossime ore quali saranno le modalità e i costi di sottoscrizione dell’abbonamento, ma intanto non si può non sottolineare con il giusto orgoglio come il gruppo di Parlato sia cresciuto moltissimo in autostima e personalità. Non ancora del tutto nel gioco, e proprio la consapevolezza che si può e si deve migliorare sul piano degli schemi lascia ben sperare.

Ore 11.20 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia): Petkovic 6; Dionisi 7, Diniz 7, Fabiano 6.5, Favalli 6.5; Corti 6, Bucolo 6.5; Bearzotti 5.5 (Altinier 7.5), Cunico 6.5 (Niccolini sv), Petrilli 6.5 (Mazzocco 6.5), Neto Pereira 7.

Ore 11.10 – (Mattino di Padova) Le due mosse, alla fine, si rivelano azzeccate, perché la manovra si allarga, e la profondità viene cercata maggiormente. Certo, il Padova trema quando, tutto in avanti, costringe Dionisi ad abbattere Cruz all’altezza della metà campo, su una ripartenza pericolosissima dei lombardi (3’, e ci stava il “rosso”), ma con l’inserimento dell’ex Ascoli (17 reti nella passata stagione) la musica cambia. Vero è che Petkovic trema quando, dall’uno contro uno di Russini su Dionisi, Cruz ha la palla del possibile vantaggio e la spreca calciando sul fondo da dentro l’area (15’), eppure da lì in poi il pallino lo prende decisamente in mano la squadra di casa, che al 20’ sfiora il vantaggio con Petrilli, il cui destro in scivolata da due passi viene respinto di piede da Furlan. Ancora da calcio d’angolo. Com’era accaduto contro i piacentini, a sbloccare il risultato è ancora un gol di testa sugli sviluppi da palla inattiva. Sette giorni fa era stato Fabiano ad incornare imparabilmente, sempre su imbeccata di Cunico dalla bandierina, stavolta è proprio Altinier, con uno stacco imperioso, a trafiggere l’estremo bresciano, sempre sul primo palo (28’) e sempre su spiovente del capitano. Rete pesantissima, che vale tre punti d’oro e che premia la pazienza di un giocatore che non si discute e che era costretto, ahinoi, a fare panchina. Ma avercene di problemi così, Parlato si può fregare le mani. In carriera non aveva mai vinto due volte di fila in casa, ora anche questo tabù è stato abbattuto. E il Padova sale lassù, dove nessuno se lo sarebbe aspettato.

Ore 11.00 – (Mattino di Padova) Così il risultato non si sblocca, e alla fine del primo tempo il taccuino registra, sì, più azioni da parte di Cunico & C., ma scarsa precisione sotto porta. Ci sta pure l’episodio discusso, al 13’: una caduta di Barbuti entro i 16 metri, a contatto con Favalli che sta correndo insieme a lui, che fa imbestialire i bresciani (ma le immagini tv non supportano del tutto la loro tesi), per i quali il rigore è netto, mentre invece l’arbitro Chindemi (pessima direzione) non rileva nulla di irregolare. Tuttavia, le occasioni sono superiori per il Padova, che ha un Petrilli in giornata, ma non altrettanto Bearzotti: ci provano l’ex veronese di testa su cross di Neto Pereira (20’, parato), Cunico con un tiro respinto da un difensore (21’), poi lo stesso Neto (destro alle stelle, 22’) e ancora Bearzotti, la cui conclusione è fuori bersaglio (24’). Bucolo si esibisce in una semirovesciata alta di poco ma applaudita (41’), e infine Petrilli impegna Furlan in una respinta non facile, con Monticone che sbroglia la matassa mettendo in angolo (44’). La soluzione giusta. C’è bisogno di inventarsi qualcosa davanti, perché la difesa ospite regge comunque bene. E dopo 9’ della ripresa Parlato si gioca la chance Altinier, togliendo Bearzotti e spostando Neto sulla fascia sinistra. Undici minuti ed ecco l’ingresso di Mazzocco per Petrilli.

Ore 10.50 – (Mattino di Padova) Dove vai se il bomber ce l’hai? Semplice: in alto, molto in alto. E il Padova, per sua fortuna, non ne ha uno, di attaccanti che trovano la via della rete e risultano determinanti, ma di più. Una volta è Neto Pereira, brasiliano dalla classe purissima, un’altra è Petrilli, guizzante ala che punta deciso verso la porta, un’altra ancora è Altinier, centravanti d’area che “vede” il bersaglio con una continuità tale da farne uno dei più apprezzati realizzatori della categoria. Alla terza partita segna lui, gettato in campo da Parlato all’inizio della ripresa, e la pratica Lumezzane passa in archivio alla voce “incasso”, ovvero vittoria. La seconda consecutiva all’Euganeo, che porta il conto dei punti a 7, aggiungendoci l’ottimo pareggio di Reggio Emilia all’esordio. Supremazia sterile. Non è come contro la Pro Piacenza, e lo si capisce subito, perché il Lumezzane affronta i biancoscudati a viso aperto, con due trequartisti dietro l’unica punta centrale, Barbuti. La sorpresa, semmai, è che D’Astoli tiene in panchina Genevier, il centrocampista francese con trascorsi di serie A e B. Parlato, che non ha toccato (giustamente) nè modulo nè uomini, chiede un’altra prova tosta ai suoi, ma l’avversario è di quelli tignosi, che morde le caviglie e non va tanto per il sottile. Con la differenza, rispetto agli emiliani affrontati la domenica prima, che mostra anche un discreto calcio, e non disdegna, appena può, di proporsi in avanti.

Ore 10.40 – (Mattino di Padova) Emerge, però, un altro dato: in tre gare avete subìto un solo gol. Merito di una difesa veramente importante? «Ai quattro lì dietro ho sempre chiesto di ragionare con una sola testa, ma se la difesa rende bene il merito è anche di un centrocampo che fa il giusto filtro e degli attaccanti, che aiutano cercando di tornare». Unica nota negativa i cartellini gialli: è forse giunto il momento di parlare a quattr’occhi con la squadra su questo aspetto? «Non lo scopriamo certo oggi, quella delle ammonizioni è una delle questioni che ho voluto affrontare sin dal primo giorno di ritiro. Sappiamo tutti che non dovrebbe accadere con una simile frequenza, ma dall’altro lato fanno parte del gioco anche i cartellini gialli e rossi: tante volte in mezzo al campo salta il fusibile dei giocatori, ma non è un dramma. Sono sicuro che anche loro, dopo la partita, se ne rendano conto da soli. Adesso cerchiamo di recuperare le energie e qualche infortunato».

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Ancora una volta con una grande ripresa, come contro la Pro Piacenza. È solo un caso? «Sia la Pro che il Lumezzane sono rimasti compatti e poi sono ripartiti. Andando a tremila nel primo tempo, era naturale che prima o poi qualcuno sarebbe calato. Ogni partita fa storia a sé e la nostra crescita è dovuta ad un insieme di fattori: la voglia di andare a far gol, la stanchezza di qualche avversario e pure qualche accorgimento tattico». Come si spiega le difficoltà del primo tempo? «Abbiamo cercato di accelerare, ma quelle due-tre volte che ci siamo riusciti, siamo stati un po’ troppo lenti o poco pungenti, non abbiamo pescato il gesto balistico che potesse sbloccare la gara. Petrilli e Bearzotti non avevano vita facile: erano marcati dagli esterni di centrocampo e in seconda battuta c’erano i terzini a chiudere. Quelle rare volte che siamo riusciti a passare, non siamo stati cattivi davanti alla porta». E a sbloccarla ci ha pensato ancora un calcio da fermo… «Avevo chiesto di usare testa ed esperienza, e così è stato. Dovevamo sfruttare la più piccola palla-gol che sarebbe capitata, e anche stavolta siamo stati bravi e scaltri a trovare la rete su palla inattiva. Faccio i miei complimenti ai ragazzi, ma in particolare ad Altinier: è entrato, ha segnato e ha regalato i tre punti alla squadra».

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) La soddisfazione finale è forse addirittura superiore alla sofferenza vissuta. Il Padova continua a inanellare risultati utili, coglie la seconda vittoria consecutiva in casa e si prepara all’impegno sicuramente più probante di domenica prossima, sul campo della Feralpi Salò, gonfiando il petto per i suoi sette punti in classifica. Carmine Parlato non può che essere soddisfatto, tanto più che la vittoria dell’Euganeo, oltre a rompere il tabù-Lumezzane che resisteva da 13 anni, ha spezzato anche il personalissimo incantesimo del tecnico partenopeo. «Non avevo mai vinto due gare di fila in casa», svela il mister nel dopo-gara, «e sono contento di esserci finalmente riuscito. È stata una gara molto difficile, perché, come immaginavo, abbiamo incontrato un Lumezzane che ha corso tantissimo: ci hanno raddoppiati e triplicati, si sono scambiati continuamente i ruoli, hanno messo grande impegno tattico e fisico, andando oltre il loro “0” in classifica».

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) «Giorno dopo giorno si sta creando un bel gruppo, sempre più solido, e abbiamo ancora grandi margini di crescita. La partita contro il Pordenone ci è servita da lezione, in Lega Pro non bisogna mai abbassare la guardia». Tra i più positivi anche l’altro terzino, il giovane Alessandro Favalli, che ha dimostrato di essersi ambientato subito bene nella difesa biancoscudata, nonostante il ritardo di preparazione: «Sono molto felice», confessa l’ex cremonese. «All’inizio ho fatto un po’ di fatica, ero in ritardo di condizione e ho cercato di trovare la forma in fretta. Non sono ancora al top ma credo di aver raggiunto l’80% della forma». La squadra, invece, a che punto è? «Siamo stati bravi in questa partita a giocare in maniera tranquilla, sapendo che potevamo sbloccarla con un episodio, anche da palla inattiva, così com’è stato. È una gara che poteva complicarsi, il Lumezzane è forte nelle ripartenze, ma siamo stati sempre attenti. Il momento è molto buono, questi risultati danno entusiasmo e morale, ma non dobbiamo assolutamente montarci la testa, il campionato è lunghissimo». L’impatto con l’Euganeo? «Splendido, è emozionante giocare davanti ad un pubblico così caloroso».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Neto, Cunico, Altinier e via discorrendo. Il Padova ha l’attacco più forte del girone? «Più che altro possiamo sfruttare tantissime soluzioni diverse, grazie anche a Petrilli, Ilari, Bearzotti, ai quali adesso si è aggiunto anche Aperi. Io da parte mia prediligo giocare sempre con un compagno vicino, visto che sia Neto che Cunico sono bravissimi a mandarti in porta e sfruttare la profondità». Dall’eroe di giornata a quello che rischiava di essere l’eroe al contrario. Giocatori, dirigenti e tecnico del Lumezzane hanno protestato molto per il fallo ad inizio ripresa di Matteo Dionisi, che ha interrotto un contropiede bresciano e ha rischiato di essere espulso per fallo da ultimo uomo: «Io ero fermo, l’avversario si è allargato e mi è venuto addosso, inoltre ero ancora nella loro metà campo», spiega il terzino laziale. «Per questo condivido la scelta dell’arbitro, anche se posso capire le proteste del Lumezzane». Per il resto, la solita partita di grande corsa e sacrificio da parte di Dionisi: «Non è stata una gara semplice e abbiamo anche  rischiato qualcosa. Siamo stati bravi e fortunati, dimostrando di esserci calati molto bene nella categoria».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) È un buon segnale se l’acquisto più reclamizzato dell’estate, il bomber che serviva per scardinare le difese, batte il primo colpo quando più ce n’era bisogno. È un buon segnale se un giocatore dal pedigree di Cristian Altinier entra dalla panchina dopo due esclusioni consecutive, e scarica tutta la sua voglia di essere protagonista nella porta del Lumezzane. E così il Padova ritrova uno dei protagonisti più attesi, confermando l’estrema bontà e varietà del proprio attacco. «Sono molto contento, prima per il risultato della squadra, quindi per il mio gol», confessa il match-winner. «Non è affatto facile entrare nella ripresa ed essere subito decisivo, soprattutto in partite come questa, contro avversari molto chiusi. Ci voleva, ha ripagato il mio impegno». Altinier ha due dediche: «Prima di tutto a mia moglie Sara, che è incinta, ma continua a seguirmi sempre e a fine ottobre ci regalerà la nostra primogenita. Quindi a Marco Cunico, che mi ha regalato un altro grande assist. Ci conosciamo bene e siamo stai bravi a sfruttare uno schema preparato alla grande dal mister in settimana».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Comincia con il piede sbagliato il campionato Berretti per il Padova. I ragazzi di Vladimiro Carraro, infatti, soccombono 3-0 sul campo del Rimini. Primo tempo quasi a senso unico, con i romagnoli che trovano due gol nel giro di pochi minuti. Nella ripresa il Padova cambia marcia, crea tante occasioni, coglie due pali, ma non riesce a riaprire la gara, crollando nel finale, quando il Rimini prima sbaglia un rigore, quindi trova il tris al novantesimo. La seconda giornata i biancoscudati ospiteranno l’Ancona. Ancora da definire il campo da gioco. I lavori ancora da ultimare all’Appiani potrebbero far traslocare i baby all’Euganeo. Di tutt’altro tenore l’avvio di stagione del Cittadella, che travolge 5-1 il Sudtirol all’antistadio del Tombolato. Partita senza storia: va a segno Maniero al 6′, quindi, dopo il pareggio altoatesino al quarto d’ora, i ragazzi di Giulio Giacomin trovano il gol con Stefani al 36′, De Pieri al 40′, Fasolo al 68′ e Minozzi al 72′. Nel prossimo turno i granata saranno impegnati in trasferta in casa della Reggiana.

Ore 09.20 – Le pagelle del Padova (Corriere del Veneto, Dimitri Canello): Petkovic 6.5; Dionisi 6.5, Diniz 7, Fabiano 7, Favalli 6; Bucolo 6, Corti 7; Bearzotti 5.5 (Altinier 7.5), Cunico 6.5 (Niccolini 6), Petrilli 6.5 (Mazzocco 6.5); Neto Pereira 6.5.

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) E l’ingresso sulla scena di Altinier ha spostato gli equilibri che stavano entrando in una pericolosa fase di stallo, e in cui immaginare qualche brutta sorpresa dietro l’angolo non era certo un eccesso di pessimismo. Si comincia con un rigore reclamato da Barbuti al 13’, poi Bearzotti al 24’ ha la palla buona ma scentra completamente la battuta a rete. Al 44’ Bearzotti appoggia a Petrilli, che tira a colpo sicuro con respinta di Furlan. Nella ripresa lentamente il Padova guadagna metri, ma la migliore chance capita al 15’ a Cruz, che sbaglia il tiro da ottima posizione e spreca. Al 20’ Furlan è ancora decisivo su Petrilli, al 28’ arriva il vantaggio e, come contro il Pro Piacenza, arriva su calcio da fermo. Angolo di Cunico e colpo di testa di Altinier sul primo palo ad anticipare il diretto avversario con palla alle spalle del portiere bresciano. Il finale è palpitante, Altinier ha la palla del 2-0 ma non va, il Lumezzane carica senza troppa lucidità. Finisce 1-0, al triplice fischio l’Euganeo esulta: il Padova c’è e ora il Feralpisalò dell’ex Michele Serena, travolgente ieri a Busto Arsizio, fa decisamente meno paura.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Sette punti in tre partite, altra vittoria casalinga e vento in poppa: meglio di così era difficile immaginare, anche perché la solidità difensiva e la capacità di soffrire e rimanere compatti anche nel momento di massima difficoltà lasciano ben sperare. Va, vince e convince il Padova di Carmine Parlato, che batte 1-0 il Lumezzane e prosegue il suo ottimo momento in questa fase iniziale della stagione. Decide al 28’ della ripresa un gol di Christian Altinier, che di testa deposita alle spalle di Furlan il delizioso invito su calcio d’angolo del suo ex compagno di squadra ai tempi di Portogruaro, Marco Cunico: l’asse funziona ancora, il gol è decisivo. Prima di quel lampo, era andata in scena una partita simile a quella contro il Pro Piacenza: avversario chiuso (ma neanche più di tanto), spazi ristretti e difficoltà a tirare in porta. Nessuna sorpresa alla lettura delle formazioni, anche se alla vigilia Parlato aveva effettivamente accarezzato l’idea di accantonare Bearzotti per inserire Altinier. Proposito poi rimasto tale solo sulla carta, ma perfezionato a partita in corso. Ed è stata la mossa vincente, perché l’ex Pordenone, che ha ottime qualità su cui lavorare, si sta mostrando ancora un po’ troppo acerbo.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Novanta minuti di meditazione, di mosse e contromosse, fino allo scacco matto. Che ha un esecutore materiale (la torre Altinier), ma un mandante impeccabile nella strategia (il re Parlato). In Lega Pro partite come quella andata in scena allo stadio Euganeo fra Padova e Lumezzane vengono vinte con le sfumature, con la pazienza e con qualche mossa vincente. Lo scacco matto di Parlato magnifica ancora una volta le innegabili doti di un allenatore definito (a torto) come specialista della serie D, ma evidentemente in grado di lasciare il segno anche in Lega Pro. Eccome se in grado: 1-0 che vale platino, quello portato a casa dopo novanta minuti di sofferenza e di difficoltà, ma ancor più prezioso se si considerano le circostanze in cui è arrivato. I sette punti in classifica sono un bottino invidiabile e, se è vero che siamo appena agli inizi, aver già imboccato la via maestra dopo un inizio complicatissimo in Coppa Italia che lasciava presagire ben altre coordinate.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Ad ascoltare l’annuncio nel post-partita di Giuseppe Bergamin verrebbe quasi da pensare a una strategia preconfezionata: «Martedì riapriremo la campagna abbonamenti – annuncia con un sorriso il presidente del Padova – e invito tutti ad aderire in massa. Questa squadra anche oggi ha dimostrato di avere grandi potenzialità dentro di sé». Il match winner è Cristian Altinier, partito in panchina ma che non ha fatto polemica rispondendo nel modo migliore: «Fare gol è sempre speciale — esulta — non è facile entrare e segnare. Mi riempie di orgoglio che il gol sia servito a vincere. Ringrazio Cunico, ci conosciamo bene: io so dove mette la palla e lui sa dove la voglio. Dedico il gol a mia moglie che è incinta». Alessandro Favalli ha stretto i denti reggendo l’urto del Lumezzane: «Abbiamo vinto una partita molto complicata — spiega il difensore — siamo stati bravi a non perdere la calma nel momento più difficile». Carmine Parlato: «Da fuori sembrava una partita facile – chiosa – ma sapevo che avrebbe presentato difficoltà. Merito alla squadra per averla portata a casa».

Ore 08.30 – Lega Pro girone A, il prossimo turno (quarta giornata, 26-27-28 settembre): sabato ore 17.30 AlbinoLeffe-Pro Patria, domenica ore 14.00 Cuneo-Pavia, domenica ore 15.00 Cittadella-Pro Piacenza, Cremonese Mantova, Lumezzane-Alessandria e Pordenone-Renate, domenica ore 16.00 SudTirol-Bassano Virtus, domenica ore 17.00 FeralpiSalò-Padova, lunedì ore 20.30 Reggiana-Giana Erminio.

Ore 08.28 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Padova, Bassano e Giana Erminio 7, FeralpiSalò e SudTirol 6, Cremonese e Reggiana 5, Alessandria, Cittadella e Pordenone 4, Mantova e Pavia 3, Pro Piacenza e Renate 2, AlbinoLeffe, Cuneo, Lumezzane e Pro Patria 0.

Ore 08.26 – Lega Pro girone A, i risultati della terza giornata: Giana Erminio-Cuneo 1-0 (Rossini (Ge) al 1′ pt) giocata ieri, Pro Patria-FeralpiSalò 0-5 (Tortori (Fs) al 27′ pt, Greco (Fs) su rigore al 32′ pt, Bracaletti (Fs) al 15′ st, Romero (Fs) al 19′ st, Greco (Fs) al 34′ st), Pro Piacenza-Reggiana 1-1 (Bruccini (Re) al 7′ pt, Cristofoli (Pp) al 14′ pt), Renate-Cittadella 0-0, Bassano-AlbinoLeffe 2-0 (Iocolano (Ba) su rigore all’11 pt, Germinale (Ba) al 17′ st), Padova-Lumezzane 1-0 (Altinier (Pd) al 28′ st), Alessandria-Cremonese 0-0, Mantova-Pordenone 1-1 (Strizzolo (Pn) al 45′ pt, Carini (Mn) al 7′ st), Pavia-SudTirol 2-1 (Marchi (Pv) al 25′ pt, Bellazzini (Pv) al 26′ st, Gliozzi (St) su rigore al 45 st).

Ore 08.24 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.22 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 19 settembre: il Padova batte 1-0 il Lumezzane grazie alla rete siglata da Altinier e si porta in testa alla classifica con Bassano e Giana Erminio.




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