È stata un’insolita domenica di vacanza. Il che sarebbe pure normale, se il protagonista fosse un qualunque turista deciso a godersi gli ultimi scampoli d’estate. E invece stavolta le braccia incrociate le ha tenute un portiere professionista, e per di più su un campo da gioco. Lazar Petkovic ha trascorso una domenica decisamente tranquilla: zero tiri nello specchio della porta, zero interventi e valutazione unanime sui quotidiani, con un eloquente senza voto. «Vero, da fuori potrebbe dirsi che la mia è stata una domenica tranquilla», ammette Petkovic, «ma la realtà è che partite come quella con la Pro Piacenza sono psicologicamente le più difficili. La palla non arriva mai, e se le energie fisiche non sono impiegate non si può dire altrettanto di quelle mentali: è stata una partita snervante, da un lato puoi stare tranquillo ma dall’altro sai di non poter abbassare la guardia, perché il rischio di ciccare l’unico tiro in porta è dietro l’angolo».
Tutto merito dei difensori davanti a lei? «Abbiamo fatto davvero una buona gara, soprattutto in fase difensiva: siamo sempre stati compatti, merito dei difensori ma anche dei due di centrocampo che hanno svolto un grande lavoro di copertura. In avanti poi non ne parliamo: il gol di Fabiano ci ha spianato la strada, quello di Petrilli ha chiuso subito i giochi». A Reggio Emilia però qualcosa da rivedere c’era stato, ed era stato proprio Petkovic a metterci una pezza. «Sono riuscito a deviare la palla sul palo sull’ultimo tiro di Angiulli, più un altro paio di interventi. Non mi illudo, dubito che tutte le partite saranno tranquille come quella di domenica scorsa». Rispetto all’anno scorso abbiamo una retroguardia nuova per tre- quarti… «Per questo credo che col tempo riusciremo a fare ancora meglio. Domenica, a parte me, della squadra dell’anno scorso c’era solo Dionisi: quando ci conosceremo ancora di più le cose andranno meglio. E poi con due centrali come Fabiano e Diniz non c’è storia: in carriera hanno visto ben altri palcoscenici, non sono certo una sorpresa. E siamo fortunati ad avere una difesa del genere: in Italia il primo obiettivo è non prendere gol, poi viene quello di segnare».
Lei è rientrato dall’infortunio prendendo il posto di Favaro. Che impressione le aveva fatto sin lì? «Alessandro è un bravo portiere, lo si è visto negli allenamenti e nelle prime gare. Io e lui siamo molto diversi: io alto, longilineo, lui è tutto l’opposto quindi ci sono due tipologie di stile di gioco completamente diversi. E questo significa che in allenamento lui prende qualcosa da me e io da lui, è una cosa molto positiva. Sento la fiducia del mister, della società e dei compagni. Anch’o con il tempo devo e posso ancora migliorare tanto, perché sono rientrato un po’ più tardi degli altri: siamo ancora all’inizio della stagione, mi sento bene e pronto ma non sono ancora al top della forma, servirà ottobre per tornare al massimo. Però mi sento bene». Adesso tornate subito all’Euganeo, sabato contro il Lumezzane… «Sicuramente il calendario ci ha fatto un favore sino a qui. Ma quella di Reggio Emilia è stata una gara fondamentale, se non avessimo fatto risultato lì non avremmo potuto sfruttare queste due partite casalinghe. Adesso spero che la gente torni allo stadio come l’anno scorso: questa squadra può arrivare in alto, sono ottimista e credo che possiamo fare una stagione importante».
(Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia)