Clicca qui per aggiornare la diretta
Ore 21.30 – (Il Piccolo) L’Unione 2012 avrebbe dovuto inanellare una serie di vittorie. Questo era l’obiettivo dichiarato a più riprese dal presidente Pontrelli e le sue motivazioni sono evidenti: portare la squadra nella fascia alta della classifica, cercare di vincere così lo scetticismo della piazza (fatta eccezione per quella aventiniana) e riportare un po’ di pubblico al Rocco (che significa anche ricavi). Questa è la sua scommessa. Una scommessa rischiosa perché le vicende agonistiche si sviluppano spesso secondo logiche tutt’altro che lineari. L’Unione 2012 domenica ha perso, giocando per un tempo meglio che nell’esordio con la Liventina, interrompendo così già alla seconda tappa il possibile filotto auspicato dalla società. Ma sarebbe ingiusto tirare la croce addosso a Masitto. È vero che il tecnico, a differenza di quanto accaduto a Trieste nel recente passato, ha avuto a disposizione buona parte del gruppo da fine luglio. Il diesse Pinzin ha costruito l’organico con logica ma il gruppo preso in mano dal tecnico è tutto nuovo. Per trovare i giusti equilibri ci vuole tempo. Così va lo sport e il calcio anche a livello più titolato. La fretta è comprensibile ma spesso è cattiva consigliera. Poi ci sono gli episodi (come si è visto ad Este) che talvolta non aiutano. Alcuni giocatori visti in campo non sono al top della condizione. E anche questo è normale a settembre. Proia gioca bene ma è meno efficace di quello visto nella primavera scorsa, Zubin per età e stazza (ha anche dovuto interrompere la preparazione per qualche acciacco) deve ancora crescere, Santoni sembra in grado di incidere ma è arrivato a Trieste da una decina di giorni. Battaglini a centrocampo e Solinas davanti sono giovani con i pregi e i difetti dell’età. Pettarin è votato alla costruzione più che alla battaglia. E poi domenica mancava ancora Mattielig, uomo d’esperienza e forza di cui l’attuale centrocampo leggero dell’Unione non può fare a meno. Del resto nella zona mediana, così come nel reparto terzini manca qualcosa. Davanti il solo Zanardo ha dimostrato continuità perché Kabine, le cui qualità sono indiscutibili, è troppo precipitoso e nervoso. Con questi problemi da risolvere è evidente che l’Unione per vincere deve, almeno nella fase iniziale di stagione, aggrapparsi alle giocate dei singoli o agli episodi favorevoli. Entrambi questi elementi sono mancati contro l’Abano. Forse con un attaccante come Rocco anche in circostanze difficili il risultato sarebbe arrivato. Ma Rocco non c’è più e fa parte del passato. Il presente sul piano sportivo è decisamente migliore di quello della passata stagione ma non è sfavillante. Perché il gruppo diventi squadra ci vogliono lavoro e pazienza.
Ore 21.00 – (Corriere delle Alpi) Pareggio amaro. Il Belluno torna a casa dalla trasferta contro la matricola Calvi Noale con un solo punto e dopo due giornate non può sorridere per il bottino raccolto. Capitan Corbanese non ha dubbi, prendere gol all’ultimo minuto fa rabbia ma bisogna guardare avanti e lavorare. «Quello che abbiamo fatto fino ad ora forse non basta – commenta senza mezze misure il bomber gialloblù – adesso bisogna continuare a lavorare duramente e migliorare ancora. Non dobbiamo pensarci troppo, domani giochiamo nuovamente e vogliamo assolutamente vincere. Sul match contro il Calvi Noale c’è poco da dire, siamo amareggiati per questo risultato. È vero che non abbiamo fatto una delle nostre migliori prestazioni ma comunque abbiamo lottato su ogni pallone e concesso poco agli avversari. Dal nostro canto, però, potevamo creare qualcosa in più in avanti. Era sicuramente una partita da portare a casa visto come si era messa dopo pochi minuti». Rispetto al pareggio in casa contro il Tamai, quello di Calvi Noale ha dato sicuramente più fastidio alla banda gialloblù, che non ha avuto il tempo di recuperare avendo preso gol all’ultimo minuto. «Fa rabbia prendere gol all’ultimo minuto avendo concesso due palle gol agli avversari – conclude il Cobra – dobbiamo però guardare avanti. Per fortuna si gioca subito, c’è tanta voglia di riscatto». Domani alle 19 il Fontanafredda. Ci sono i friulani nel primo dei sei turni infrasettimanali della stagione. Arbitra Marco Monaldi di Macerata. Mister Vecchiato deve fare i conti ancora con l’infortunato Giovanni Pescosta, fermo ai box per una botta rimediata venti giorni fa in allenamento. Il giovane classe 1996 ha finalmente iniziato a camminare senza l’utilizzo della scarpa medica, ma il suo recupero per domani è impossibile. I gialloblù si sono allenati ieri pomeriggio e continueranno a lavorare anche oggi. Il match contro il Fontanafredda è previsto per le 19 tra le mura amiche. L’avversario gialloblù dopo due giornate è ancora fermo a zero punti in classifica avendo infilato due sconfitte contro Levico Terme e Montebelluna. In ogni caso il Belluno non può permettersi di prendere sotto gamba l’impegno dopo un avvio di campionato non brillante.
Ore 20.30 – (Alto Adige) Squadra di lotta o di governo? Forza di opposizione o parte integrante della maggioranza? È ancora troppo presto per dare un’identita all’Alto Adige perchè sono state disputate due sole partite ma resta un dato certo, assoluto e incontestabile: la squadra è da sola in testa alla classifica dopo un percorso netto. E se quella con l’Albinoleffe poteva essere una vittoria figlia del debutto, di un avversario appena ripescato e con il cartello “lavori in corso” all’ingresso dello spogliatoio, quello con i virgiliani è stato un successo vero, conseguenza di un gioco e non frutto dell’improvvisazione. Già, perchè la squadra ha sicuramente un gioco e un’idea di calcio che coniuga spettacolo e concretezza, genio e sostanza, creatività e praticità. Il “3-5-2” di Stroppa ha sconfessato quel “4-3-3” che finalmente è stato riposto in soffitta e che nelle ultime due stagioni ha condizionato la libertà di espressione degli allenatori che dovevano sacrificare l’articolo 21 della Costituzione sulla libertà di pensiero in nome di un “diktat” tattico che ormai non applicano più nemmeno a Barcellona. Ci voleva probabilmente un allenatore con la personalità e la forza di Stroppa che è entrato nella cabina di pilotaggio con l’assistente di volo Andrea Guerra e ha preso i comandi tracciando la tratta di volo e lo stile. E il risultato è una quadra che attacca ma che non si scopre con i due esterni “double face” che spingono in alternanza e con un portiere d’esperienza e con tre centrali con chili e centimetri che proteggono la porta come il caveau di una banca svizzera. Ma contro il Mantova è stato l’Alto Adige a fare gioco, a dettare le regole di ingaggio, l’io narrante di un percorso che ha portato alla realizzazione di due gol ma anche una traversa, un gol regolare annullato per fuorigioco e due rigori evidenti non concessi. E dall’altra parte non c’era una damigella al ballo delle debuttanti ma una squadra d’esperienza, con giocatori di categoria e che si è attrezzata per lottare nei piani alti della classifica. Eppure l’Alto Adige l’ha messa lì, alle corde, senza rischiare praticamente nulla con il gol subito conseguenza di un fallo su Crovetto non fischiato dall’arbitro. Bello il movimento degli esterni, la regia di Bertoni tornato “piccolo Pirlo” , gli inserimenti di Hannes Fink diventato finalmente grande e maturo e poi Furlan che ci mette cuore, gambe e polmoni. Una squadra ancora perfettibile soprattutto in zona gol perchè concretizza ancora poco rispetto alla mole di gioco che crea. Però la soluzione c’è e si chiama Ettore Gliozzi: in 5 minuti ha fatto un gol, mandato in porta Kirilov e creato apprensione a tutto il reparto arretrato del Mantova. Tra un po’ di tempo, ma non troppo lo vedremo nella parte alta della classifica dei cannonieri di serie A e potremo dire di averlo visto all’opera al suo debutto tra i professionisti. Perchè ha davvero tutto il ventenne di scuola Sassuolo: un Cassius Clay con i piedi buoni, le spalle larghissime ed una velocità da centometrista. È lui che ha nelle corde almeno 15 gol ma giustamente Stroppa lo vuole gestire con parsimonia anche per non bruciare Maritato che se dovesse finire in panchina alla terza giornata ne pagherebbe le conseguenze a livello psicologico. Un altro aspetto importante è anche la qualità delle alternative: perchè un Kirilov in panchina è un lusso che poche squadre si potrebbero permettere, Girasole ha dimostrato di avere piedi e visione di gioco e di Lima narrano le cronache di Montevideo che si tratta di un giocatore che potrebbe in prospettiva vestire la maglia “Celeste”. Mister Stroppa invita tutti a volare basso però la prestazione di domenica induce all’ottimismo. La prova del nove è in programma sabato sera alle 20.30 allorchè la formazione biancorossa affronterà il Pavia “made in China” che sulla carta è con l’Alessandria la squadra favorita per la promozione diretta in serie B. E a proposito di Alessandria fa piacere il gol di Fischnaller che anche in Piemonte non ha perso il vizietto.
Ore 20.00 – (La Provincia Pavese) L’accoppiata Zini-Brighenti ha colpito ancora. Lo stadio di Cremona resta tabù per il Pavia (almeno negli ultimi tre anni: ultimo successo l’1-0 in dieci, con Roselli in panchina) mentre il bomber, un ex, è stato l’uomo del match come ad aprile scorso, quando con una doppietta fece evaporare i sogni di gloria del Pavia. Per Davide Facchin le statistiche sono anche peggiori: «A Cremona non ho mai vinto», ammette il numero uno azzurro dopo lo 0-1 di domenica sera. Facchin è rientrato a tempo di record dall’intervento al menisco: appena tre settimane sono bastate, contro i 40 giorni previsti inizialmente, per rivederlo in campo. «Non ci speravo – spiega il capitano – ma ho ripreso martedì e ci tenevo a esserci per la prima di campionato. Ho lanciato una sfida: “Dobbiamo farcela in vemti giorni” e ce l’abbiamo fatta. Devo ringraziare lo staff medico, in particolare il dottor Pavesi che mi ha operato, assieme al preparatore atletico Tomarchio che non ha dormito la notte per starmi vicino». In campo tutto bene, nessun problema per il portiere azzurro come ha certificato la prodigiosa manona alzata su Magnaghi al 92’, che ha impedito un passivo davvero esagerato per una gara tutto sommato da 0-0. «Abbiamo trovato un avversario forte, ma dobbiamo abituarci perché saranno tutte così contro di noi, non giocheranno a viso aperto come Latina e Bologna – commenta Facchin in sala stampa – non abbiamo corso pericoli ma ci sono state delle ingenuità da annullare, sarà difficile vedere partite in cui vinciamo 3-0 alla fine del primo tempo». Dopo l’esaltazione in Coppa Italia questa sconfitta può fare anche bene,ha detto mister Marcolini, per rimettere i piedi per terra. Facchin è comunque convinto che i piedi non si siano mai alzati dal suolo: «Finora abbiamo affrontato tutti gli avversari con la stessa determinazione. Ma bisogna trarre insegnamenti dalle sconfitte. Questa è stata un segnale che ci fa capire come il campionato sia un’altra cosa: ritmi e agonismo sono diversi, tanto più se parti favorito». Il Pavia, che peraltro ha mostrato sin qui una difesa solida, ha subito un altro gol su calcio piazzato. «Se prendi ancora gol così vuol dire che c’è qualcosa che non va – ragiona Facchin – però ci sono anche gli avversari, che come noi si preparano sulle palle inattive. La Cremonese poi è una squadra molto fisica e preparata, con un allenatore che ci lavora molto». Un allenatore, quel Fulvio Pea che a giugno stava per sedersi sulla panchina azzurra, e che dopo averlo battuto continua a ritenere il Pavia il favorito per la vittoria assieme all’Alessandria. «Sapevamo di aver contro una squadra fortissima – spiega il tecnico della Cremonese – siamo stati ordinati ed equilibrati, ma l’obiettivo più che battere il Pavia era cercare di migliorare la nostra prestazione e anche alcuni aspetti fisici».
Ore 19.30 – (Gazzetta di Reggio) Una vittoria che scaccia le nubi e qualche mugugno. Le vittorie, d’altronde, fanno bene al morale ed alla classifica. Concetto ripetuto da Federico Angiulli che ha sognato la B ed adesso è tornato in Lega Pro con l’intenzione di riconquistarla, sul campo, la cadetteria. «La serie B con l’Ascoli? Per me è un capitolo chiuso. Voglio sì fare il salto di categoria – rimarca con energia – ma indossando la maglia della Reggiana». Il campionato è appena alle battute iniziali, ma Federico Angiulli ha le idee molto chiare e non vuole tenere nascosto il principale obiettivo stagionale: cioè il passaggio della Reggiana in serie B. «La strada è decisamente lunga – ricorda – ma mi piacerebbe tagliare questo traguardo in granata». Il successo contro il Lumezzane rappresenta tre mattoncini importanti sulla strada che porta verso la promozione. «Direi che il risultato ottenuto è stato molto importante» spiega il centrocampista classe 1992 che contro il Lumezzane ha indossato la fascia di capitano come riconoscimento per essere rimasto sulla via Emilia quando fino ad un paio di giorni fa sembrava ad un passo dall’indossare la maglia dell’Ascoli, ripescato in Serie B . « Siamo alle battute iniziali – prosegue il centrocampista garanata – e proprio per questo è fondamentale fare più punti possibili, soprattutto sui campi delle squadre che possono sembrare più morbide». Il successo maturato contro il Lumezzane è stato rotondo: un due a zero costruito nei primi 45 minuti e mai in discussione. «Non abbiamo rischiato mai nulla – osserva Angiulli – il gol in avvio ci ha permesso di iniziare con il piede giusto, poi la rete di Arma ha messo un sigillo importante. Nel secondo tempo il Lumezzane non è riuscito a impensierirci, quindi direi che abbiamo fatto parecchio bene». Per l’allenatore Alberto Colombo la squadra deve però ancora crescere parecchio. «Siamo solo alla seconda giornata – ricorda Angiulli – qualche sbavatura ci può stare. Le difficoltà soprattutto da un punto fisico ci sono. Serve un po’ di tempo per tornare in forma campionato. Direi però che siamo sulla strada buona, contro il Lumezzane però siamo stati molto bravi. Sui palloni dove non arrivavamo con il fisico ci siamo riusciti con la grinta e questo è un buon segno in vista del futuro. Abbiamo comunque raccolto – aggiunge il giocatore della Reggiana – tre punti pesanti che fanno bene alla classifica». Vittoria meritata? «Direi di sì. Molto meritata».
Ore 19.00 – (Gazzetta di Mantova) I biancorossi, dopo il ko di domenica sera a Bolzano, hanno ripreso già ieri pomeriggio a Goito la preparazione in vista della prossima gara, in programma sabato (ore 20.30) al Martelli contro il Pordenone. Per mister Maspero la cattiva notizia è l’indisponibilità di Momentè. L’attaccante ha infatti subìto una distorsione al ginocchio (quello già operato due volte) e ieri è stato visitato dall’ortopedico Zanini: non dovrebbe trattarsi di nulla di grave, ma Momentè sarà nuovamente visitato domani e sottoposto a risonanza magnetica venerdì. Nella migliore delle ipotesi, secondo lo staff medico la punta salterà le prossime due partite. C’è invece la speranza di recuperare Gonzi (anche per lui distorsione al ginocchio, ma molto più lieve) e Puccio, che è ancora dolorante per la forte contusione all’alluce subita la settimana scorsa. Infine Anastasi, che è sempre alle prese con fastidi al ginocchio, oggi dovrebbe ricominciare ad allenarsi al passo con i compagni. I biancorossi continueranno a preparare la sfida con il Pordenone con sedute mattutine, da oggi a venerdì. Intanto al Mantova Point continua la campagna abbonamenti, che andrà avanti appunto fino alla vigilia del match di sabato. Ieri i tifosi hanno acquistato 5 tessere, portando il totale degli abbonati a quota 1.660.
Ore 18.40 – (Gazzetta di Mantova) Il giorno dopo il primo ko in campionato Riccardo Maspero analizza a fondo nello spogliatoio con la squadra il 2-1 subìto a Bolzano contro il Sudtirol. E mette il dito in piaghe ancora fresche, scuotendo i suoi ma anche invitandoli a voltare rapidamente pagina e guardare avanti con serenità e voglia di riscatto, per preparare la sfida di sabato con il Pordenone. «Sapevo che avremmo trovato un Sudtirol capace di metterci in difficoltà – esordisce Maspero – e la mia rabbia è proprio quella: lo sapevamo ma a livello mentale probabilmente dopo i successi di Coppa e del debutto in campionato ci siamo sentiti bravi… E invece in Lega Pro in ogni partita bisogna sputare sangue, bisogna avere il veleno negli occhi. Non dico che i ragazzi abbiano preso sottogamba l’impegno, ma di certo non abbiamo avuto la cattiveria, l’aggressività e la fame messe in campo dai nostri avversari». Per ribadire il concetto Maspero snocciola poi dei dati: «Con i miei collaboratori abbiamo fatto lo scouting della partita: abbiamo tenuto poche palle davanti, abbiamo conquistato pochissime seconde palle e abbiamo sbagliato tanto a centrocampo. Il problema è che abbiamo trovato un Sudtirol in grande serata, che avrebbe messo in difficoltà qualsiasi avversario e non siamo riusciti a tenergli testa. Perché io ribadisco sempre che nel calcio bisogna correre e lottare almeno quanto gli altri: poi se si è bravi la qualità viene fuori». In effetti la prestazione di domenica ha messo in luce un Mantova forse troppo brutto per essere vero… «Abbiamo fatto vedere in tante altre circostanze che il Mantova non è quello di Bolzano. Purtroppo stavolta è andata così. Per farvi capire faccio due esempi: l’azione che ha portato nella ripresa Foglio a sfiorare il 2-0 l’avevamo provata in settimana. Era in quel modo che dovevamo far male agli avversari, ma l’abbiamo fatto pochissime volte. Perché? Perché magari si pensava che potesse essere più facile e quando mentalmente sei così poi le cose non riescono. Altro esempio: soffrivamo sulle fasce e ho provato a passare al 4-4-2, che è il miglior sistema difensivo in questi casi perché hai due esterni a destra e altrettanti a sinistra. Eppure le cose sono addirittura peggiorate. Segno che non era proprio serata». Serata in cui forse l’unica nota lieta è stata la prova del portiere Bonato, su cui erano puntati i fari dopo l’infortunio di Pane: «Per me non è una sorpresa – risponde il mister -, perché so che è un portiere di qualità. Ma sono contento che lo stia dimostrando a chi non lo conosceva». Detto tutto ciò, Maspero invita a non far drammi e a guardare avanti con ottimismo: «L’incitamento finale dei nostri tifosi è stato eccezionale, siamo in debito con loro. Ai ragazzi l’ho detto chiaramente: ormai è andata, pietra sopra e mettiamoci a lavorare ancora più sodo, con entusiasmo e sorriso sulle labbra. Consci che abbiamo tifosi splendidi e una società solida alle spalle e che dunque siamo nelle migliori condizioni possibili». La sconfitta, anzi, secondo il tecnico dovrebbe diventare quasi un “vantaggio”: «Deve essere uno stimolo in più, la lezione che ci fa tirar fuori tutta la rabbia e ci spinge a esprimerci al massimo delle nostre potenzialità. Sempre con serenità – conclude Maspero -, senza porci obiettivi nè limiti».
Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Non c’erano sugli spalti del Bottecchia i 2300 spettatori che spinsero i ramarri al successo contro l’Albinoleffe il 9 maggio. Domenica erano in poco meno di 800 (ma si sono fatti sentire), in quella che era stata definita alla vigilia la sfida della memoria. Ora, dopo l’1-0 firmato da De Cenco su splendido assist di Mandorlini (il migliore in campo), possiamo definirla anche la partita della speranza. OBIETTIVO 1300 – D’accordo, siamo appena all’inizio e, come insegna la serie A, i veri protagonisti devono ancora uscire allo scoperto, fermati da una condizione approssimativa o dai rinvii. Vedi Cittadella, che deve recuperare il match con la Pro Patria. Trovare però il Pordenone secondo in classifica con 4 punti, in compagnia di Padova, Reggiana, Virtus Bassano, Cremonese e Giana, alle spalle del Sudtirol, unica compagine a punteggio pieno, non può che far piacere. Se sabato sera i ramarri dovessero tornare con un risultato positivo da Mantova (i virgiliani in Coppa vennero a insegnare calcio al Bottecchia, ma ieri hanno perso 1-2 proprio in casa del Sudtirol, ndr), allora sì che nel turno successivo con il Renate i botteghini potrebbero già staccare quei 1300 tagliandi che rappresentano la media-partita obiettivo della società. L’URLO DI BRUNO – Dopo quello ben più famoso di Munch, il popolo neroverde ricorderà ora anche l’urlo di Bruno Tedino. Niente a che fare con l’angoscia dell’espressionista nordico di fine Ottocento. Quello di Bruno, con le braccia al cielo al triplice fischio di Candeo, è stata un’espressione di liberazione e soddisfazione. La prima vera, di campionato, al Bottecchia non è gara come tutte le altre. Bravo Tedino, con i suoi in vantaggio ma in inferiorità numerica per l’espulsione di Valente, a mandare al diavolo tutti i propositi di calcio-bollicine e a ordinare una difesa a cinque. Conta vincere. Tanto di guadagnato se poi riesci anche a divertire, come i ramarri hanno fatto nella prima frazione a ranghi completi. «Se non lo avessi fatto – sorride il tecnico – qualcuno mi avrebbe dato del pollo. Prima però – tiene a sottolineare – avevamo prodotto buon calcio, creando parecchie occasioni e confezionando la splendida azione che ci ha dato il vantaggio con De Cenco». Insomma, belli e scaltri. Si può pensare un po’ più in grande? «Pensiamo alla salvezza – è la dilogia di Tedino -, senza accontentarci della salvezza».
Ore 17.50 – (Messaggero Veneto) «Le sue quote rimangono per ora in società. Ma noi siamo ben disposti a cederle e ad accogliere nuovi imprenditori». Mauro Lovisa apre le porte del suo Pordenone a nuovi finanziatori. Lo fa perché l’uscita dal club di Ezio Maccan, ormai, è cosa certa. Il socio di minoranza ha “restituito” la sua partecipazione, pari al dieci per cento del totale delle quote: ora gli altre tre azionisti (Lovisa, Gianpaolo Zuzzi e Maurizio Orenti) decideranno il da farsi. Attualmente non è stato fissato alcun incontro dal notaio per ratificare la scelta dell’imprenditore di Prata, ieri si è tenuta una riunione tra i proprietari per valutare i passi da compiere. Al momento, infatti, sono tre le strade percorribili. La prima: Lovisa si accolla il pacchetto di Maccan, arrivando così a detenere l’80 per cento delle quote societarie (attualmente ha il 70 per cento). La seconda vorrebbe che il nuovo socio, Orenti, rilevasse la partecipazione di Maccan, portando il suo impegno al 15 per cento. In alternativa – che è la soluzione forse preferita da Lovisa – un nuovo imprenditore entra nel pacchetto societario, portando nuovi capitali in una società ambiziosa e che ha voglia di crescere come il Pordenone. Il presidente neroverde, a tal proposito, è andato a bussare alle porte di Unindustria per capire se c’è qualche capitano d’impresa disposto a entrare nel club. «Per noi quest’ultima soluzione sarebbe il massimo – afferma a riguardo Lovisa –: più siamo e meglio è, anche perché la Lega Pro è una categoria impegnativa da sostenere sotto tutti i punti di vista, non solo economico». L’azionista di maggioranza torna anche sull’uscita di Maccan dal pacchetto societario: «Era da tempo che Ezio nutriva l’intenzione di farsi parte – spiega –: era stanco. Poi si è unito il fatto del divorzio tecnico con suo figlio Denis (capitano e capocannoniere della scorsa stagione, ndr). A ogni modo io e lui siamo rimasti in ottimi rapporti». Lovisa, intanto, si gode il buon inizio di campionato della “sua” creatura. «Sono molto contento – spiega –: siamo partiti bene e sono sicuro che in un futuro ci divertiremo. Con l’Albinoleffe la squadra mi è piaciuta. Una volta che avremo al top Marchi, Finocchio, Strizzolo e altri giocatori, possiamo dire la nostra in tante partite apparentemente fuori portata».
Ore 17.30 – (Messaggero Veneto) Non segnano tanto, i neroverdi: quattro reti in altrettante gare ufficiali. Forse avrebbero potuto fare di più, sotto questo profilo, visto anche le numerose occasioni create. Eppure c’è un dato interessante. Il Pordenone ha già mandato in gol 4 giocatori. Savio e Cattaneo in coppa Italia, Pederzoli e De Cenco in campionato: sono loro i marcatori dell’avvio di stagione, sono loro l’espressione di una squadra che, per ora, esalta più singoli anziché uno solo ed è molto solida, come dimostra l’unico gol incassato nelle ultime tre gare. È partito bene il team di Tedino, ma ora è atteso da un incontro-verità: a Mantova, sabato, si potrà capire di più su ciò a cui può realmente ambire. Le cifre. Il Pordenone ha una sua quadratura. Esaurito il debutto ufficiale con i virgiliani in coppa Italia, la squadra, complice anche una carenza di esterni d’attacco, è passata al 4-3-3 e ha trovato subito una grande compattezza. Lo si è visto anche dai risultati, positivi e ottenuti senza grossi picchi: la vittoria per 1-0 a Padova, quindi l’1-1 a Piacenza e il successo sempre di misura (1-0) con l’Albinoleffe di domenica scorsa. E’ un Pordenone che, se da un lato non riesce a concretizzare tutto ciò che produce – tanti gli errori al Garilli in fase offensiva – dall’altro non prende imbarcate: con la Pro, se si eccettua il rigore inventato, ha sofferto ben poco; ancora meno ha patito con i bergamaschi al Bottecchia. Coralità. Un gol fatto a partita non è molto, ma neanche poco. E’ probabile che in alcuni momenti possa servire maggiore prolificità. Però mandare in rete più giocatori è un segnale positivo: hanno realizzato un gol una punta di riserva (Savio), un esterno (Cattaneo), il regista (Pederzoli) e il centravanti (De Cenco). Può diventare una cooperativa del gol, visto che in molti devono ancora sbloccarsi: una squadra che ha diverse soluzioni, come peraltro auspicava lo stesso Tedino nel periodo di mercato. Il Pordenone è reduce da un avvio più che positivo e pare averea imboccato la strada giusta: sabato potrebbe compiere un gran salto di qualità qualora battesse il Mantova. Perché quella lombarda, arrabbiata dopo il ko con l’Alto Adige, è una squadra da primi posti: lo si era visto al Bottecchia quasi un mese fa. Ed ecco, quindi, che il match può anche dire quanto siano cresciuti i ramarri rispetto al debutto, quand’erano ancora in cantiere.
Ore 17.00 – Il tesseramento di Franco Gorzelewski è appeso a un filo. La novità viene appresa in questi minuti dopo alcuni giorni di incertezza e confermata dal direttore sportivo Fabrizio De Poli a Padovagoal: “Stiamo attendendo un ok definitivo da parte della Fifa – spiega De Poli – perché è emerso un problema burocratico legato a un documento internazionale che si sta esaminando proprio mentre vi parlo. Noi e il Club Huracan eravamo assolutamente convinti fosse tutto a posto, invece al momento questo intoppo ha bloccato l’invio del transfer internazionale di Gorzelewski. Siamo in attesa al massimo entro domani. C’è il rischio che il trasferimento possa saltare? È possibile, siamo in attesa, anche se abbiamo fiducia che la documentazione presentata possa essere considerata sufficiente. Se il trasferimento dovesse saltare, non torneremmo sul mercato. Questo è il nostro orientamento, aspettiamo la decisione definitiva e poi vedremo come comportarci”
Ore 16.30 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 16.10 – Qui Guizza: partitella finale.
Ore 15.50 – Qui Guizza: primi schemi anti-Lumezzane.
Ore 15.30 – Qui Guizza: ancora a parte Ilari.
Ore 15.10 – Qui Guizza: Biancoscudati già in campo per l’allenamento pomeridiano.
Ore 14.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) C’è il Monfalcone dell’ex Godeas nel mirino del Venezia capolista. Domani pomeriggio gli arancioneroverdi di Paolo Favaretto faranno visita ai goriziani (ore 15, arbitro Carella di Bari) che due giorni fa, proprio grazie al gol del 40enne ex attaccante lagunare nella promozione in Lega Pro1 del 2012/13, hanno conquistato il loro primo punto. A Monfalcone è uscito indenne quel Dro che nella prima giornata era stato battuto 3-0 da un Venezia che, sabato, ha poi travolto per 4-0 la Sacilese. «Tutto finora è stato agevole? Merito del buon approccio dei ragazzi, subito aggressivi, determinati a partire forte per mettere le cose in chiaro – analizza il ds Giorgio Perinetti -. Attenzione però, il primo pericolo si chiama presunzione e noi dobbiamo essere bravi a non rischiare nulla da questo punto di vista». Dopo i primi 180′ solo la Virtus Vecomp ha tenuto il passo di Serafini e compagni: i veronesi scenderanno in laguna domenica prossima, oggi si saprà se al Penzo (il sopralluogo della società in programma ieri per verificare le condizioni del campo è slittato di 24 ore) o di nuovo allo Zanutto di San Donà (ore 15). Di sicuro, dato l’impegno infrasettimanale di domani a Monfalcone, il Venezia non intende anticipare al sabato e la società è in contatto con il San Donà di Seconda categoria (che domenica ospiterà il Fossalta di Piave) per trovare una soluzione. Alternative domenicali allo Zanutto sarebbero il Picchi di Jesolo e il Mecchia di Portogruaro, entrambi liberi giocando le squadre locali in trasferta. «Sappiamo di non poterci distrarre, anche con la Sacilese il nostro portiere Vicario ha compiuto una parata decisiva evitando che i friulani dimezzassero il passivo – ricorda Perinetti -. Allo Zanutto si è respirato un buon clima, vogliamo che i tifosi ci seguono sempre più numerosi ma la loro partecipazione e presenza allo stadio sappiamo di dovercela meritare. Siamo solo all’inizio con 36 partite da giocare, chiaro che vogliamo continuare così». A Monfalcone mister Favaretto, in considerazione delle tre gare ravvicinate, potrebbe apportare modifiche di formazione in tutti i reparti, forse regalando la prima convocazione al brasiliano Barreto. Trenta gli abbonamenti sottoscritti ieri con totale salito a 375.
Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Archiviato il poker di sabato con la Sacilese, il Venezia è già proiettato sulla sfida di domani (ore 15) al Boito contro il Monfalcone. A punteggio pieno, con 7 gol all’attivo e nessuno subito, la squadra di Paolo Favaretto è in vetta con la Virtus VeComp, unica compagine che ha tenuto il passo degli arancioneroverdi. E proprio contro la squadra veronese è in programma il prossimo appuntamento casalingo, domenica 20. «Sarà il primo test importante — commenta il dg Dante Scibilia — finora la squadra ha fatto bene ma contro avversarie che definirei facili. Aspettiamo di misurarci con le squadre più accreditate, prima di fare commenti entusiasti. Non dimentichiamo — avverte — che siamo ancora indietro, avendo iniziato tardi. Certe pause, nel corso della partita, si spiegano proprio così». Non è ancora sicura la sede della prossima sfida casalinga. Il Penzo è in «convalescenza» e per garantire la perfetta guarigione al terreno di gioco potrebbe servire qualche giorno in più. Probabile, quindi, che si giochi di nuovo a San Donà, ma questa volta non di sabato, bensì regolarmente di domenica. E non sarà neppure questa l’occasione di vedere allo stadio gli americani. Nei corridoi della nuova sede di Viale Ancona si sussurra a bassa voce che potebbero arrivare a fine mese, al massimo per i primi di ottobre. Guardando al calendario si potrebbe ipotizzare la partita casalinga del 27 (Venezia-Luparense) oppure quella dell’11 ottobre (Venezia-Liventina). E anche se nessuno lo confermerà mai ufficialmente, è dato per assodato che l’attesa del fatidico «sbarco» è collegata alla posizione di Joe Tacopina, vero «regista» dell’operazione Venezia a stelle e strisce. L’attuale presidente del Bologna è ai ferri corti con Joey Saputo, che ha alzato ulteriormente il capitale sociale rossoblu, facendolo scendere sotto il 15%. Nei giorni scorsi Tacopina ha depositato una causa alla Corte Suprema di New York e giovedì il giudice fisserà la data per il primo incontro, dove le parti potranno cercare un tentativo di mediazione. Un eventuale accordo chiuderebbe in anticipo la vicenda e Tacopina, svincolato dal Bologna, potrebbe così presentarsi ufficialmente ai tifosi arancioneroverdi, con il board americano. Intanto la squadra di mister Favaretto si sta allenando già da domenica e il gruppo è tutto disponibile, tranne Modolo che sta lavorando a parte. Domani, contro il Monfalcone dell’ex bomber arancioneroverde Denis Godeas, potrebbe figurare tra i convocati per la prima volta anche Paulo Vitor Barreto, giusto perché inizi a prendere confidenza con il campionato. Impegno infrasettimanale anche per le altre veneziane di serie D. Il Mestre, sconfitto a Tamai (2-0, doppietta di Paladin) affronta in casa il Montebelluna mentre il Calvi Noale, che ha sgambettato nei minuti di recupero il Belluno (1-1, reti di Mosca e Rizzato) affronterà in trasferta la Triestina. Nel girone D la Clodiense, reduce dal pareggio casalingo con l’Arzichiampo (1-1), sarà a Budrio contro il Mezzolara.
Ore 14.10 – (La Nuova Venezia) Quarant’anni e non sentirli, continuando a divertirsi e a segnare. Passano le estati ma Denis Godeas non molla, domani guiderà i giovani dell’Union Fincantieri Monfalcone all’assalto del Venezia, intanto domenica ha messo a segno contro il Dro il primo gol stagionale. «Speriamo che non ci facciano tanto male» dice l’ex attaccante arancioneroverde, «il Venezia ha un organico da categoria superiore, sulla carta non dovrebbe esserci partita, ma nel calcio non si sa mai, tanti pronostici vengono a volte sovvertiti». Godeas è arrivato a Monfalcone un anno e mezzo fa in Eccellenza, i suoi gol sono serviti per trascinare i “cantieri” in serie D. «Il nostro obiettivo è la salvezza, nulla di più, cercando di gettare le fondamenta per garantire a questa società un futuro migliore. Il Venezia in serie D? Non mi sarei mai aspettato di ritrovarmelo da avversario, io ho una certa età, ormai questa è la mia dimensione e non credevo di rivedere queste maglie tra i dilettanti. Sono stato solo una stagione al Venezia, ma mi sono trovato benissimo e continuo a sentire spesso i compagni di quella splendida cavalcata verso la Lega Pro. Poi è ritornato anche Pippo Vianello, passato dal campo alla panchina, con cui ho giocato insieme a Trieste. Se le potenzialità della squadra allestita sono lo specchio della consistenza della nuova società, il Venezia è destinato a ritornare presto in categorie più consone al suo blasone e alla sua storia». Denis Godes da una parte, Matteo Serafini dall’altra, bomber scatenati che si fanno un baffo della carta d’identità. «Ho giocato un anno a Cremona con lui, ma ci siamo incrociati tante volte in questi anni, non siamo più di primo pelo, ma il Venezia ha tanti giocatori di categoria superiore che ho trovato da avversari». Godeas ha compiuto 40 anni lo scorso 25 luglio, ma non ha nessuna intenzione di smettere. «Finché il fisico mi sostiene e finché continuerò a divertirmi, andò avanti», dice «quando verranno meno questi presupposti, allora sarà tempo di chiudere. Adesso cerco di aiutare il Monfalcone a raggiungere la salvezza». I numeri di Godeas delle ultime tre stagioni sono strabilianti: 17 reti in 30 presenze con il Venezia in Seconda Divisione, 17 gol in 34 gare con la Triestina in serie D, 24 gol in 27 partite con il Monfalcone in Eccellenza. «Gioco davanti, sono il finalizzatore» minimizza Godeas, «ovvio che ci proverò anche domani». Beccaro e Cernuto sono avvertiti. Intanto il Venezia ha riaperto la campagna abbonamenti, le tessere sono arrivate a quota 375, oggi sapremo se anche con la Virtus Verona si gioca sabato a San Donà.
Ore 13.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Per un’estate intera il suo nome è rimbalzato qui e là nelle cronache di mercato «pallonare» di mezza penisola. Da Lecce a Trapani, da Modena a Padova, da Cremona a Novara, Simone Iocolano sembrava sempre destinato a cambiare aria, eppure l’affondo decisivo non arrivava mai. Per due interminabili mesi la sensazione era costantemente quella che stesse per accadere qualcosa, ma dopo la partenza di Angelo Nolè è cambiato tutto. Comunicato ufficiale della società, porte chiuse alla partenza e tanti saluti ai corteggiatori con permanenza bollata dalle carte scritte oltre che dal contratto in essere. Iocolano era il capitano del Bassano e tale rimarrà anche nell’attuale stagione. Poco, ma sicuro. E lui non ci ha pensato due volte a rimboccarsi le maniche, ripartendo da dove aveva terminato qualche mese fa. Ossia da una condizione fisica straripante e da qualità tecniche che lo consegnano a pieno diritto nel Gotha degli esterni più forti della categoria. Gol in amichevole al Brescia, ottimo esordio con la Cremonese, gol capolavoro a Salò che stende il Feralpi. Difficile, davvero, immaginare inizio migliore. «Sono davvero felice — spiega Iocolano — quando segni e il tuo gol significa vittoria per la squadra di cui sei capitano, penso che per un giocatore sia il massimo. Se non si provano anche i tiri più difficili non si potrà mai segnare, io ci ho provato e devo dire che è andata decisamente bene. Ho visto il portiere un po’ fuori posizione, quando ho chiamato palla a Proietti avevo già deciso di calciare così, è andata bene». Più ampia la riflessione successiva, che porta con sé considerazioni adeguate alla voglia di lasciare il segno anche quest’anno, dopo la stagione scorsa, forse irripetibile. O forse no, troppo presto per dirlo. «Questo è un gruppo che lavora insieme da 3 anni — chiude Iocolano — ci conosciamo bene e questo fa la differenza in ogni categoria. Ogni mister ha apportato nuove idee di gioco senza cambiare l’ossatura. Questo è un gruppo solido, formato da bravi ragazzi dentro e fuori dal campo: i nuovi si sono integrati alla perfezione, diventa tutto più facile così e possiamo andare lontano».
Ore 13.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) E’ di Stefano Giacomelli l’unico gol messo a segno dal Vicenza in queste due prime giornate di campionato: una rete pesante, che ha permesso ai biancorossi di espugnare Modena e di salire a quota 4 in classifica. Si può proprio dire che il Braglia di Modena porti bene all’ex pescarese, perché anche nel campionato scorso Giacomelli firmò il gol che decise il match contro i canarini; a maggio il gol di Giacomelli fu davvero bello, un tiro a giro che si infilò all’incrocio dei pali superando Pinsoglio, mentre quindici giorni fa l’attaccante si è accontentato — si fa per dire — di realizzare un calcio di rigore per portare al Vicenza i tre punti. «Quello stadio mi porta proprio fortuna — sottolinea Giacomelli — il Vicenza è riuscito a vincere anche quest’anno e anche questa volta ho segnato il gol decisivo. Iniziare il campionato con una vittoria è stato importante, speravamo di battere anche il Bari, ma pur dando tutto non ce l’abbiamo fatta». Per tutto il secondo tempo il Vicenza ha giocato con l’uomo in più ma non è riuscito a trovare il guizzo, la giocata che portasse al gol. «Ci è mancato solo quello — precisa Giacomelli — nel secondo tempo abbiamo attaccato in continuazione, abbiamo creato tante occasioni ma non è bastato. Il Bari si è chiuso nella sua metà campo e non era facile sfondare il loro muro. Alla fine ci resta un punto e un po’ di rammarico, ma avere quattro punti dopo due giornate è un buon bottino, la squadra sta crescendo». Giacomelli è forse l’uomo più in forma del Vicenza, la sua struttura brevilinea lo favorisce ma ha giocato un precampionato alla grande perché, avendo il contratto in scadenza a giugno del 2016, voleva restare in maglia biancorossa allungando il suo rapporto con via Schio. «All’inizio sembrava proprio che dovessi andare via — conferma Giacomelli — ma io invece volevo restare e per guadagnarmi la conferma non avevo altro che giocare al massimo le amichevoli. Ci ho sempre creduto e quando la società mi ha proposto il rinnovo fino al giugno 2018 ho detto subito di sì. Restare a Vicenza era quello che volevo, adesso spetta a me ricambiare la fiducia della tifoseria e della dirigenza biancorossa». Un campionato che si presenta più difficile rispetto a quello dello scorso anno, con un livello tecnico medio che secondo molti addetti ai lavori si è alzato non poco. «Se sarà un torneo dal livello tecnico più alto lo capiremo tra un paio di mesi — spiega Giacomelli — di solito ci vuole un po’ di tempo perché i reali valori escano allo scoperto: in serie B le sorprese sono dietro l’angolo e non sarebbe la prima volta che i pronostici estivi vengono disattesi. Noi dobbiamo continuare sulla strada tracciata la scora stagione, rimanendo concentrati. Sappiamo di dover migliorare nel gioco e nella costruzione della manovra, sappiamo di poter essere più veloci in modo da creare di più in area avversaria. L’inizio comunque è stato buono, adesso abbiamo in testa il Como perché vogliamo vincere la prima in casa e regalare una gioia al nostro pubblico».
Ore 12.40 – (Mattino di Padova) Nelle prime due partite sono arrivati quattro punti. Una prima volta, numeri alla mano, per l’Abano di Massimiliano De Mozzi, che nell’ultimo anno di Eccellenza ne aveva racimolato solo uno. Due, invece, nella passata stagione, la prima in Serie D. Il vero capolavoro, però, i neroverdi l’hanno compiuto nella vittoria di domenica contro la Triestina. E nel 2-0 finale ci ha messo la firma pure Luca Munarini, arrivato in estate dal Savona (Lega Pro). Con la voglia di rilanciarsi, nonostante la giovane età (ha 22 anni), perché negli ultimi anni, come dice lui, «non è proprio andata». Non è stata una passeggiata il salto nei professionisti per l’attaccante di Piovene Rocchette, dopo l’ottimo campionato a Montebelluna in Serie D (10 gol in 32 presenze): «A Castiglione avevo giocato abbastanza, ma a Bassano e a Savona non ho trovato spazio. A Bassano la rosa era molto competitiva, mentre a Savona il cambio d’allenatore non mi ha favorito» racconta Munarini, cresciuto nei settori giovanili di Piovene, Malo e Bassano. «Quando si è presentata l’occasione di venire ad Abano non ci ho pensato due volte, anche perché mi avevano parlato molto bene dell’ambiente». Munarini, oltre ad essersi guadagnato la maglia da titolare, ha segnato quasi subito: «Per un attaccante il gol è fondamentale e sono contento di essermi sbloccato alla seconda giornata, in una partita importante come quella contro la Triestina. Affrontavamo una squadra che, sulla carta, ha i giocatori per vincere il campionato. Speriamo sia di buon auspicio». L’inserimento ad Abano, tra l’altro, è stato più facile del previsto: «Conoscevo molti giocatori di nome» spiega. «Di persona solo il mio compagno di reparto Fabio Barichello, avendoci giocato insieme nelle giovanili del Bassano. Ora vivo in appartamento con Nicola Segato e devo ammettere che ci capiamo bene, anche perché siamo entrambi vicentini…». Domani si torna già a fare sul serio. La formazione aponense salirà in Trentino per affrontare il Dro. «Una squadra giovane e veloce» spiega. «Il mister ce l’ha illustrata con dovizia di particolari. Dovremo stare attenti, ma di sicuro cercheremo di fare la partita, come al solito». Turno infrasettimanale. Ecco il programma del turno infrasettimanale di campionato che vedrà impegnate le quattro squadre padovane: Este-Levico Terme, Dro-Abano e Virtus Vecomp Verona-Luparense inizieranno alle 15. Giorgione-Campodarsego, invece, si giocherà in posticipo alle 18.30.
Ore 12.10 – (Gazzettino) Da ieri il Cittadella ha anticipato l’inizio degli allenamenti alle 15, orario che è stato confermato fino a giovedì. Venerdì alle 10.30 la rifinitura, mentre nel pomeriggio ci saranno le convocazioni e la partenza per Meda. Sabato mattina i giocatori saranno in ritiro in Brianza con esercizi di risveglio muscolare al mattino e alle 15 la partita con il Renate allo stadio “Città di Meda”. Il club “Angelo Gabrielli granata per sempre” sta raccogliendo le adesioni da parte dei tifosi per il pullman che sabato partirà alle 9 dal piazzale del Bar Stadio. Lungo il percorso verso Meda la comitiva effettuerà un giro all’autodromo di Monza. Il pranzo è libero, mentre il costo del pullman è di 15 euro da versare con l’adesione entro giovedì, mentre i 13 euro del biglietto saranno raccolti durante il viaggio. Al tecnico Roberto Venturato chiediamo di fare il punto sul campionato di Lega Pro dopo le prime due giornate: «Siamo in attesa di conoscere la data del recupero della partita con la Pro Patria; intanto sappiamo che Pavia-Pro Patria non sarà recuperata questo mercoledì, ma la settimana prossima. Il Sudtirol capolista? Non mi sorprende in quanto gli altoatesini hanno un buon organico e nelle ultime stagioni hanno spesso lottato per la promozione in B». L’allenatore granata ha assistito domenica a Cremonese-Pavia. «Due formazioni quadrate con giocatori di qualità. Ritengo che saranno fra le protagoniste di questo campionato perchè hanno le potenzialità per giocarsi qualcosa di importante. Dopo due giornate è presto per una valutazione attendibile, ma queste squadre, come anche Reggiana, Padova, FeralpiSalò, Bassano e Alessandria hanno dato segnali chiari di poter competere per l’alta classifica. Diventerà per tutti fondamentale la continuità dei risultati e la tenuta di un ritmo di gioco adeguato». Ieri la rosa dei giocatori granata, compreso il portiere Enrico Alfonso che è rientrato in gruppo dopo un infortunio al polpaccio, si è allenata regolarmente, mentre gli infortunati Xamin e Sgrigna seguono il programma di recupero. Il fantasista romano sta svolgendo un lavoro differenziato di corsa e con la palla.
Ore 11.50 – (Mattino di Padova) Cittadella fucina di talenti. E, a rinverdire quello che ormai è quasi uno slogan, provvedono le prime giornate del campionato di Serie A. Sì, perché tra i giocatori che più hanno sorpreso, facendo parlare di sé, ci sono due centrocampisti che proprio in maglia granata si sono imposti, sia pure con alterne fortune: Daniele Baselli, che a Verona ha realizzato la quarta rete in gare ufficiali col Torino, contando anche il gol messo a segno in Coppa Italia contro il Pescara, e Nicola Rigoni, fra i migliori in campo nelle file del Chievo allo Juventus Stadium, tanto da venire premiato da un unanime 6.5 in pagella dai tre quotidiani sportivi nazionali. Baselli ha superato in soli 360 minuti il numero di realizzazioni complessive dei suoi primi quattro anni da calciatore professionista. Merito di una posizione più avanzata rispetto a quando giocava al Tombolato e all’Atalanta, e merito anche della fiducia che gli sta accordando Ventura. Ma è lui stesso a ricordare quanto sono state importanti le due stagioni trascorse nella città murata: «Tanto. In B è tutto più basato su fisico e corsa, e in certe circostanze faticavo più lì che adesso in A. Ogni partita era una battaglia, guardavamo molto più al risultato che al gioco, ma penso di essermela cavata bene». Rigoni non ha invece ancora trovato la via del gol, ma il suo rendimento acuisce la rabbia per la retrocessione della scorsa stagione: quel Citta aveva le qualità per salvarsi. «Sono felice. Non avrei mai immaginato un inizio come questo». E dire che, sino a poche settimane fa era con la valigia pronta, destinazione Ternana, prima di essere bloccato da Maran dopo l’infortunio di Radovanovic. «Da come è iniziata la mia carriera ci si poteva aspettare che mi imponessi in serie A prima. Forse l’esperienza al Palermo, nel 2010, è arrivata troppo presto per me». Tutti e due sono stati cambiati dalla paternità: Baselli dopo la nascita di Natalie, Rigoni con quella di Angelica, festeggiata proprio sotto le mura: «Sono maturato: prima ero un ragazzo, ora penso di essere un uomo». Iori & C al lavoro. Dopo la pausa di domenica gli uomini di Venturato sono tornati ad allenarsi: tutti in gruppo eccetto i lungodegenti Sgrigna e Xamin. La grandine, che ha colpito altre zone di Cittadella, ha risparmiato il Tombolato.
Ore 11.20 – (Gazzettino) Domenica nel dopo gara ha voluto fare un applauso a Parlato in sala stampa. «Se lo è meritato, so quanto era stato teso prima della trasferta con la Reggiana. Era stata una settimana difficile dato che riconfermarsi non è mai facile». Sabato ancora all’Euganeo con il Lumezzane, c’è la possibilità di concedere subito il bis. «Sarebbe un grande errore pensare che noi siamo il Padova e abbiamo quattro punti, mentre loro sono a zero. Bisogna essere sempre consapevoli del blasone che abbiamo, ma dobbiamo avere per tutto il campionato fame, fame e fame. Solo chi ce l’ha, vince». Intanto sono stati messi in saccoccia quattro punti in due partite. «È tanta roba, godiamoceli. Anche se bisogna continuare a lavorare con una serenità che deve arrivare da tutti, ossia società, stampa e tifosi, per ricreare l’osmosi della stagione scorsa. E quando arriverà un momento di difficoltà, anche se mi auguro il più tardi possibile, si potrà superare solo tutti insieme, senza mettere dentro virus che sono deleteri».
Ore 11.10 – (Gazzettino) «Sono convinto che il pubblico risponderà, e comunque siamo già arrivati a quota quattromila. Ma con i risultati torneremo a vedere le sei-settemila persone che abbiamo visto l’anno scorso con il Belluno e in altre partite, mi auguro che sia al più presto». E nei prossimi giorni sarà riaperta la campagna abbonamenti. «Molto probabilmente ci ritroveremo per decidere giovedì, e venerdì sapremo dire le condizioni anche per consentire a tutto l’apparato organizzativo di essere pronto per la prossima settimana». Passando al campo, il primo successo in Lega Pro è stato accolto con grande soddisfazione. Cosa le è piaciuto di più? «La squadra ha creduto fino in fondo nei propri mezzi ottenendo un risultato importante. Nel primo tempo abbiamo faticato un po’, nella ripresa siamo stati più determinati. Adesso abbiamo bisogno di mantenere questa convinzione, che avevamo perso per un attimo dopo la sconfitta con il Pordenone in Coppa Italia. Dobbiamo essere consci di essere il Padova: è vero che siamo una neopromossa sulla carta, ma abbiamo tanti giocatori di categoria e addirittura di categoria superiore. Siamo orgogliosi della squadra che abbiamo allestito, faremo divertire i nostri tifosi».
Ore 11.00 – (Gazzettino) Circa un migliaio di tifosi sugli spalti in più rispetto all’esordio casalingo nel campionato di serie D, ma una partecipazione minore rispetto a quasi tutte le partite giocate all’Euganeo nella passata stagione. I dati parlano di 3.897 spettatori con la Pro Piacenza (erano stati 2.962 un anno fa con l’Union Pro), dei quali 3.158 abbonati, il che significa che sono stati staccati solo 739 biglietti. Numeri che sottoponiamo all’attenzione dell’amministratore delegato Roberto Bonetto. «Intanto faccio un grande applauso a tutti i tifosi che hanno fatto l’abbonamento dando fiducia alla società. Poi sono dell’idea che se alcuni tifosi non si sono abbonati è dovuto principalmente all’incertezza di quando si gioca. Penso a tutte le persone che lavorano nel settore del commercio e che al sabato non possono venire allo stadio, quindi la reputo una perdita fisiologica. Noi comunque dobbiamo continuare a fare il nostro: abbiamo allestito una squadra degna del nome del Padova e abbiamo creato una base societaria importante e solida che permette di stare sereni e tranquilli per il futuro».
Ore 10.50 – (Gazzettino) Nella passata stagione, infatti, nonostante una categoria più bassa, avversarie meno titolate e con prezzi dello stesso tenore, per 15 volte su 17 si è registrato un numero di presenze più alto, con tre partite sopra quota cinquemila (il top con l’Altovicentino con 6.581 spettatori) e le altre sempre sopra i quattromila, per una media di 4.534 tifosi a gara, 637 in più di domenica. Il calo, dunque, è intorno al 15 per cento nonostante la squadra abbia conquistato una promozione e in casa non sia necessaria la tessera del tifoso. Considerato che le partite che hanno visto un anno fa meno presenze sono state proprio le prime due del campionato (2.962 con l’Union Pro, e 3.849 con il Mori), resta allora la speranza che si possa ripetere quel copione, non solo in campo, ma anche sugli spalti.
Ore 10.40 – (Gazzettino) Si può fare di più, molto di più. Non ci riferiamo alla squadra, i cui margini di crescita sono fisiologici, ma ai tifosi biancoscudati la cui risposta domenica allo stadio è stata al di sotto delle attese e degli standard a cui ci si era abituati in tempi recenti. Il dato dei 3.158 abbonati, se positivo nel confronto con le concorrenti del girone A (nessuna ha fatto meglio) e con le precedenti esperienze in terza serie (massimo 2.930) fa storcere decisamente il naso nel confronto con la passata stagione in serie D, con 3.511 tessere, poi salite dopo Natale a 3.625. L’elemento tuttavia che lascia più perplessi è quello relativo all’affluenza di domenica all’Euganeo per l’incontro con la Pro Piacenza (3.897 paganti).
Ore 10.20 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento mattutino.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Lei è rientrato dall’infortunio prendendo il posto di Favaro. Che impressione le aveva fatto sin lì? «Alessandro è un bravo portiere, lo si è visto negli allenamenti e nelle prime gare. Io e lui siamo molto diversi: io alto, longilineo, lui è tutto l’opposto quindi ci sono due tipologie di stile di gioco completamente diversi. E questo significa che in allenamento lui prende qualcosa da me e io da lui, è una cosa molto positiva. Sento la fiducia del mister, della società e dei compagni. Anch’o con il tempo devo e posso ancora migliorare tanto, perché sono rientrato un po’ più tardi degli altri: siamo ancora all’inizio della stagione, mi sento bene e pronto ma non sono ancora al top della forma, servirà ottobre per tornare al massimo. Però mi sento bene». Adesso tornate subito all’Euganeo, sabato contro il Lumezzane… «Sicuramente il calendario ci ha fatto un favore sino a qui. Ma quella di Reggio Emilia è stata una gara fondamentale, se non avessimo fatto risultato lì non avremmo potuto sfruttare queste due partite casalinghe. Adesso spero che la gente torni allo stadio come l’anno scorso: questa squadra può arrivare in alto, sono ottimista e credo che possiamo fare una stagione importante».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Tutto merito dei difensori davanti a lei? «Abbiamo fatto davvero una buona gara, soprattutto in fase difensiva: siamo sempre stati compatti, merito dei difensori ma anche dei due di centrocampo che hanno svolto un grande lavoro di copertura. In avanti poi non ne parliamo: il gol di Fabiano ci ha spianato la strada, quello di Petrilli ha chiuso subito i giochi». A Reggio Emilia però qualcosa da rivedere c’era stato, ed era stato proprio Petkovic a metterci una pezza. «Sono riuscito a deviare la palla sul palo sull’ultimo tiro di Angiulli, più un altro paio di interventi. Non mi illudo, dubito che tutte le partite saranno tranquille come quella di domenica scorsa». Rispetto all’anno scorso abbiamo una retroguardia nuova per tre- quarti… «Per questo credo che col tempo riusciremo a fare ancora meglio. Domenica, a parte me, della squadra dell’anno scorso c’era solo Dionisi: quando ci conosceremo ancora di più le cose andranno meglio. E poi con due centrali come Fabiano e Diniz non c’è storia: in carriera hanno visto ben altri palcoscenici, non sono certo una sorpresa. E siamo fortunati ad avere una difesa del genere: in Italia il primo obiettivo è non prendere gol, poi viene quello di segnare».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) È stata un’insolita domenica di vacanza. Il che sarebbe pure normale, se il protagonista fosse un qualunque turista deciso a godersi gli ultimi scampoli d’estate. E invece stavolta le braccia incrociate le ha tenute un portiere professionista, e per di più su un campo da gioco. Lazar Petkovic ha trascorso una domenica decisamente tranquilla: zero tiri nello specchio della porta, zero interventi e valutazione unanime sui quotidiani, con un eloquente senza voto. «Vero, da fuori potrebbe dirsi che la mia è stata una domenica tranquilla», ammette Petkovic, «ma la realtà è che partite come quella con la Pro Piacenza sono psicologicamente le più difficili. La palla non arriva mai, e se le energie fisiche non sono impiegate non si può dire altrettanto di quelle mentali: è stata una partita snervante, da un lato puoi stare tranquillo ma dall’altro sai di non poter abbassare la guardia, perché il rischio di ciccare l’unico tiro in porta è dietro l’angolo».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) È fissata per oggi la ripresa degli allenamenti dei biancoscudati. I giocatori ieri hanno potuto godere di un giorno di riposo concesso da mister Carmine Parlato, ma con l’anticipo al sabato del terzo turno di campionato la settimana viene stravolta: si comincia subito con una doppia seduta, il Padova si ritroverà alla Guizza stamattina alle 10 e poi tornerà ad allenarsi anche alle 15.30. Sotto la lente le condizioni di Marco Ilari, fermo ormai da più di due settimane per i postumi di una forte botta alla coscia: saranno decisivi i primi giorni di questa settimana per capire se l’esterno romano riuscirà a recuperare per la sfida di sabato all’Euganeo (calcio d’inizio alle 17.30) contro il Lumezzane, reduce da due sconfitte nelle prime due gare contro Giana e Reggiana. Nessuna sorpresa è attesa dal giudice sportivo: non ci sono squalifiche all’orizzonte per i biancoscudati, comunque domenica Daniele Corti ha rimediato il secondo “giallo”. Sabato intanto comincia anche il campionato delle due Berretti padovane: il calendario ha riservato un esordio in trasferta per i biancoscudati di Vladimiro Carraro, che alle 15 esordiranno sul campo del Rimini, mentre il Cittadella di Giulio Giacomin alla stessa ora disputerà la prima in casa contro il Sudtirol al “Tombolato”.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Nel suo ruolo è difficile non commettere errori, considerato che ai due mediani viene richiesta una corsa costante e incessante oltre che la capacità di far ripartire l’azione. «Fino a quando il modulo viene interpretato bene — evidenzia Carmine Parlato — è giusto portarlo avanti con attenzione e convinzione. Il 4-2-3-1, se i difensori centrali riescono a supportare gli esterni e ognuno interpreta al meglio il proprio ruolo, va bene. Altrimenti va inserito e valutato all’interno di ogni singola partita. Per quanto riguarda i quattro ammoniti, credo sia un discorso a se stante: fa parte del gioco ma bisogna fare in modo di avere la testa per resistere alle provocazioni». Insomma, la strada sembra quella maestra, i tifosi gongolano e il calendario non concede pause. Sabato si gioca nuovamente, appuntamento alle 17.30 con il Lumezzane. Una ghiotta occasione per provare a fare il pieno di punti. E chissà, magari ad alzare un filino l’asticella rispetto a quanto non dicano i valori al momento presenti sulla carta.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Segna Petrilli, accantonato in precampionato perché non ancora in forma e di nuovo protagonista non appena riguadagnata la miglior condizione psicofisica. Anche qui, nessuna sorpresa. Un altro uomo giusto al posto giusto, subito pronto non appena ne ha la possibilità. «Davanti al nostro pubblico dovevamo vincere per forza — sorride Petrilli — le squadre che vengono qui si chiudono, ma appena si sono aperti gli spazi abbiamo dettato il nostro gioco. Sto iniziando a prendere il ritmo partita sto bene e va sempre tutto meglio, spero di andare avanti così. E giocare con gente che c’entra poco con questa categoria rende tutto più facile. Parlo di Neto Pereira e di Cunico, che poteva tirare in occasione del secondo gol e invece ha optato per l’assist. Non so se altri mi avrebbero passato la palla…». Gli uomini giusti al posto giusto, dunque. Come Daniele Corti, che da quando è entrato all’interno dell’undici titolare, ha trascinato al rialzo i compagni.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Domanda lecita e, allo stesso tempo, pressante: cosa è cambiato? Da quel brutto (orribile, a dire la verità) 0-1 di Coppa Italia contro il Pordenone al 2-0 di domenica contro il Pro Piacenza (passando per il volitivo pareggio a Reggio Emilia) è racchiusa tutta la metamorfosi del Padova. Capace di cambiare pelle, atteggiamento, modulo, disponibilità al sacrificio, capacità di rimanere sempre sul pezzo anche quando la partita sembra in stallo. Semplice, forse più banale del consueto la risposta: innanzitutto è cambiato il modulo. Anzi, a voler essere precisi è «tornato» quel modulo attorno al quale era stata costruita la campagna acquisti, ossia il 4-2-3-1. E con gli uomini giusti nel posto giusto, il risultato arriva di conseguenza. Anche quando l’avversario è chiuso a riccio, riparte solo quando proprio non può farne a meno e rischia persino di confezionare la beffa delle beffe. Segna Fabiano, l’uomo giusto al posto giusto, prima accanto a Diniz a difendere, poi nell’area avversaria a segnare il gol che sblocca un pomeriggio ricco di trappole e insidie.
Ore 08.30 – Doppio allenamento per i Biancoscudati alla Guizza.
Ore 08.28 – Lega Pro girone A, il prossimo turno (sabato 19 settembre): Alessandria-Cremonese, Bassano Virtus-AlbinoLeffe, Giana Erminio-Cuneo, Mantova-Pordenone, Padova-Lumezzane, Pavia-SudTirol, Pro Piacenza-Reggiana, Renate-Cittadella, Pro Patria-FeralpiSalò.
Ore 08.26 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: SudTirol 6, Bassano, Cremonese, Giana Erminio, Padova, Pordenone e Reggiana 4, Alessandria, Cittadella, FeralpiSalò e Mantova 3, Pro Piacenza e Renate 1, AlbinoLeffe, Cuneo, Lumezzane, Pavia e Pro Patria 0.
Ore 08.24 – Lega Pro girone A, i risultati della seconda giornata: Cuneo-Alessandria 0-1 (Fischnaller (Al) al 22′ pt), Renate-Giana Erminio 1-1 (Ekuban (Re) al 35′ pt, Perna (Gi) al 42′ st), FeralpiSalò-Bassano 1-2 (Bracaletti (Fs) al 26′ pt, Germinale (Ba) al 39′ pt, Iocolano (Ba) al 19′ st), Lumezzane-Reggiana 0-2 (Spano (Re) al 10′ pt, Arma (Re) al 36′ pt), Padova-Pro Piacenza 2-0 (Fabiano (Pd) al 10′ st, Petrilli (Pd) al 19′ st), Pordenone-AlbinoLeffe 1-0 (De Cenco (Pn) al 13′ pt), SudTirol-Mantova 2-1 (Ruopolo (Ma) al 7′ st, Tait (St) al 23′ st, Gliozzi (St) al 42′ st), Cremonese-Pavia 1-0 (Brighenti (Cr) al 5′ st), Pro Patria-Cittadella rinviata.
Ore 08.22 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.20 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 14 settembre: giorno di riposo per i Biancoscudati dopo la convincente vittoria per 2-0 sul Pro Piacenza.