È passato un mese e mezzo dall’infortunio capitato a Lavarone, ad inizio del ritiro precampionato: lacerazione del tendine adduttore lungo la coscia sinistra, recitava il bollettino medico dopo gli esami di rito. Adesso il peggio è passato, il periodo di inattività è ormai alle spalle e Alessandro Sgrigna può riassaporare l’ebbrezza di calpestare l’erba del campo da calcio. Dopo le corse a secco, è imminente il rientro in gruppo: «Adesso va meglio, ho iniziato a fare un po’ di tutto, anche con il pallone». La diagnosi parlava di tre mesi, prima di rivederla in campo. La tabella di recupero è rispettata? «Vedremo come risponderà il muscolo quando comincerò a caricare, poi avremo tempi più precisi». Ma quanto si soffre stare fuori e vedere i propri compagni di squadra lottare e gioire in campo? «Tantissimo. Non potete immaginare quanto grande sia la voglia che ho di tornare, di stare con il gruppo, di vivere le emozioni dello spogliatoio, è quello che mi manca di più. Le terapie mi hanno fatto stare lontano dai compagni, ora però dovrei tornare ad aggregarmi al resto della squadra, inizierà il lavoro al campo». Da fuori, come ha visto il Cittadella che nel frattempo ha completo la rosa dei giocatori? «Secondo me è stata allestita un’ottima squadra, competitiva. Finora ho visto un buon calcio, anche nella prima di campionato, con il Cuneo, se escludiamo gli ultimi dieci minuti di partita». È completa la rosa? «Siamo messi bene in ogni reparto, ci sono valide alternative dappertutto». Gli addetti ai lavori si sono sbizzarriti nei pronostici: c’è chi mette il Cittadella in primissima fascia, chi appena dietro. «Non voglio fare proclami, viviamo di giornata in giornata, sapendo benissimo qual’è il nostro obiettivo. Alla fine faremo i conti». Sulla carta quali sono le avversarie più temibili? «Alessandria, Pavia, Bassano, Reggiana. Lo stesso Padova vedo bene in campionato. Poi mi dicono che il Feralpisalò esprime un bel calcio: non è affatto un girone facile, ci sono tante squadre attrezzate che possono puntare in alto. Il Cittadella deve pensare al proprio cammino, senza guardare agli altri». Quando avremo un quadro ben definito dei valori del girone? «Credo alla fine dell’andata, non prima. Non conosci le altre squadre, per noi la Lega Pro è una realtà nuova, il campionato è più corto rispetto alla serie B, c’è tanto agonismo e ci sono giovani che si vogliono mettere in mostra. Bisogna affrontare tutte le squadre, quindi, prima di dire quale siano le più forti». In Lega Pro gente come Coralli, Iori, Pascali, Paolucci può fare la differenza. Quanto “pesa” l’esperienza del singolo? «Tanto, in ogni categoria. Sarà così anche dove ci sono molti giovani, magari alla prima esperienza di categoria». Pellizzer, prima di lasciare Cittadella, ha parlato dello spogliatoio più forte degli ultimi anni. «Anche quello dello scorso anno era buonissimo. Nell’ultima stagione è girato tutto storto, ecco perché siamo retrocessi. È innegabile però che giocatori come Iori e Pascali, pieni di carisma, esperienza e carattere, possono offrire un valido contributo, anche per fare crescere i giovani di grande prospettiva che abbiamo». Ha convinto lei Litteri – compagno di squadra a Vicenza – a scegliere Cittadella? «No, lui ha tanta voglia di riscattare l’esperienza di Latina. È un lottatore, corre, fa reparto in attacco. Un valido acquisto».
(Fonte: Gazzettino)