Nel settembre 2005 esordì in Champions League giocando 90′ a Barcellona con l’Udinese, qualificatasi nei preliminari grazie a un suo gol allo Sporting Lisbona. A dieci anni di distanza dalla tripletta di Ronaldinho che travolse i friulani al Camp Nou, Paulo Vitor Barreto ha abbracciato il «dilettantismo» di Venezia per ripartire lasciandosi alle spalle due anni e mezzo da dimenticare nel Torino di serie A. Il tutto dopo un’intesa quantomeno complicata da trovare, comunque sancita mercoledì sera dalla firma dopo una riunione fiume nella sua Udine. «Tanti amici faticano a credere che giocherò in serie D, invece ho fatto questa scelta con piena consapevolezza e con la voglia di essere protagonista di un progetto importante. Non sono qui di passaggio, il Venezia ed io abbiamo lo stesso obiettivo di risalire insieme». Un accordo non facile quello del ds Giorgio Perinetti con il 30enne attaccante di Rio de Janeiro, suo pupillo dai tempi di Bari. In serie D, infatti, non gli accordi economici non possono superare la durata annuale né l’importo lordo di 25.822 euro, cui andranno aggiunti rimborsi, indennità, premi e diritti d’immagine. «A Venezia è un po’ come tornare alle mie origini italiane, quando sbarcai a Treviso nel 2000. Avevo appena 15 anni, non conoscevo nessuno se non il mio compagno Reginaldo con il quale partii dal Brasile. L’inizio fu molto duro, poi pian piano sono arrivate le soddisfazioni, in B col Treviso, il salto in A e in Champions con l’Udinese, il triennio di Bari con Perinetti, poi ancora Udine e il Torino». L’approdo in granata era nato sotto i migliori auspici per la presenza dell’ex veneziano Giampiero Ventura in panchina, ma il feeling di Bari è rimasto un ricordo, con una squalifica di tre mesi per «omessa denuncia» nel Calcioscommesse a complicare tutto. «Fisicamente sto bene, non ho giocato per scelta tecnica. Mi mancano il campo e il pallone, domani non ci sarò con la Sacilese (ore 16 allo Zanutto di San Donà, ndr) ma chissà che non arrivino 10′ già mercoledì a Monfalcone. Siamo i favoriti per la Lega Pro? Bene, però per non correre rischi dovremo provare a vincere sempre».
(Fonte: Gazzettino, edizione di Venezia)