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Ore 20.00 – (Il Piccolo) Contro la Liventina, Masitto l’ha schierato a sorpresa terzino destro. Ma chissà, forse può essere anche una mossa portafortuna, visto che Gianluca Migliorini ha giocato in quel ruolo anche nell’anno della promozione del Pordenone. Di sicuro, il ventiduenne cresciuto nel settore giovanile dell’Udinese e reduce da tre anni con i ramarri neroverdi, grazie alla sua duttilità, si candida a essere uno dei perni dell’Unione Triestina 2012. Migliorini, siete partiti col piede giusto ma non è stato facile: come mai? «Le squadre che vengono al Rocco non vengono a fare la comparsa, ma per mettersi in mostra in un palcoscenico prestigioso, per cui si sapeva che non sarebbe stata una passeggiata. Abbiamo trovato qualche difficoltà, ma credo che nei novanta minuti sia venuta fuori la compattezza della squadra». Sul piano del gioco però… «Dobbiamo migliorare ancora tanto, certo, ma sappiamo le nostre potenzialità. Il tasso tecnico della Triestina è notevole e non è certo quello dimostrato domenica, ma comunque abbiamo dato un segnale forte di compattezza e di gruppo». Giocare terzino non è una novità, vero? «Nell’anno in cui abbiamo centrato la promozione a Pordenone vincendo poi lo scudetto, ho giocato proprio terzino destro, mentre la scorsa stagione sono stato riportato a centrocampo. Per me non è una novità, si tratta solo di rispolverare vecchie conoscenze messe un po’ da parte: il ruolo mi piace e lo faccio senza problemi, come del resto giocare a centrocampo. Sono a disposizione dell’allenatore, e ho la fortuna di essere duttile e di saper adattarmi». Quando ha saputo che avrebbe giocato in difesa? «Negli ultimi giorni della settimana, parlando con il mister, era emersa l’esigenza di garantire più copertura difensiva e maggior equilibrio, visto che nelle amichevoli si era evidenziata questa carenza». Si profila una stagione in un doppio ruolo? «Domenica c’è stata questa esigenza, ma in quel ruolo siamo coperti anche da due giovani di grossa prospettiva, che devono solo abituarsi alla categoria e ai suoi ritmi. Per i giovani ci vuole tempo, anche io ho vissuto la stessa esperienza, non è facile quando si arriva dal settore giovanile. Io continuo a lavorare, poi ovviamente a decidere sarà il mister». Dagli spalti sembra un giocatore grintoso e velocissimo, però qualche volta un po’ troppo nervoso: è così? «Sono un giocatore che non molla mai, sempre concentrato per far bene e dare tutto quello che ho. Questo mi porta a volte a essere troppo frenetico e esuberante, con un’aggressività forse eccessiva. Ma fa parte della mia personalità, ci sta. E poi in campo bisogna farsi sentire». La Triestina dove può arrivare? «È ancora presto per dirlo. Posso dire però che la Triestina vera non è quella vista domenica, non sono quelle le sue potenzialità: siamo tutti nuovi, c’è bisogno di lavorare su affinità e feeling, ma i presupposti per fare qualcosa di importante ci sono. Il gruppo c’è e il livello tecnico non si discute. Già da domenica dovremo migliorare come gioco e mentalità, anche se l’Abano a mio parere è una squadra importante e sottovalutata, che invece dirà la sua in questo campionato».
Ore 19.30 – (Corriere delle Alpi) Tour de force. Belluno e Ripa Fenadora scenderanno in campo due volte in quattro giorni per il primo turno infrasettimanale previsto dal girone a venti squadre. Si comincia domenica con una doppia trasferta, con i gialoblù di Vecchiato sul campo della neopromossa Calvi Noale e i feltrini di Lauria a Motta di Livenza contro la Liventina. Mercoledì si comincia alle 15 a Rasai, con l’Union che attende la visita dei friulani del Tamai, mentre il Belluno posticipa alle 19 la sua gara del Polisportivo contro il Fontanafredda. Intanto, domani ci saranno ben quattro anticipi, forse proprio in vista del turno di mercoledì. Si tratta di Venezia – Sacilese, Luparense – Giorgione, Campodarsego – Este e Montebelluna – Virtus Vecomp. Da notare che nessuna di queste otto formazioni sarà avversaria delle nostre. Nella quarta giornata di domenica 20, poi, il Belluno sarà a Levico Terme e il Ripa Fenadora a Noale.
Ore 19.00 – (La Provincia Pavese) Slitta ancora la gara interna con la Pro Patria, che aveva chiesto un nuovo rinvio per poter allestire la squadra dopo il ripescaggio in Lega Pro: si giocherà mercoledì 23 settembre alle 20.30 anziché il prossimo mercoledì 16. Intanto la stessa Pro Patria ha presentato proprio ieri, ultimo giorno utile, la fideiussione necessaria a completare l’iscrizione al campionato. A depositarla è stata la nuova proprietà che ha rilevato il club da Pietro Vavassori: si tratta della Sport Plus 4 you del campione del mondo Fulvio Collovati (con il 70% delle quote) e l’immobiliarista bustocca Patrizia Testa (con il 30%). In panchina Alessandro Oliva, ex mister del Verbania in D. Collovati sarà il dg, il ds Stefano Ragazzoni, che ha ricoperto lo stesso ruolo anche al Voghera.
Ore 18.40 – (La Provincia Pavese) Mister Fulvio Pea, dopo essere stato a giugno a un passo dalla panchina del Pavia – tutto sfumò per le vicende legate al fallimento del Monza – se lo ritrova subito contro in campionato, domenica sera allo Zini, alla guida della Cremonese. «Fa parte del gioco. Mi fa piacere comunque che il Pavia abbia costruito una squadra di primissima fascia, per vincere il campionato, come del resto mi era stato prospettato qualche mese fa. Sulla carta insieme all’Alessandria parte favorita». Dal Pavia ha comunque attinto negli anni scorsi: prima portando con sé il preparatore atletico Arturo Gerosa, poi Marco Veronese come vice. «Con Gerosa lavoro ormai da diversi anni. Oltre a essere buoni amici fuori dal campo, con lui condivido uno stesso metodo di lavoro. E poi Arturo è una persona dai grandi valori morali. Veronese ha voglia di allenare, ora sta facendo esperienza come vice ma solo in attesa di seguire il suo destino: il tecnico in prima». Dopo i successi nel settore giovanile con Sampdoria e Inter, dove ha vinto praticamente tutto, ha lavorato al fianco di grandi allenatori. Mourinho la volle all’Inter, ma ci sono anche Simoni, Mazzarri, Benìtez. «Ho avuto la fortuna di veder lavorare dei grandi tecnici, di fama internazionale, con metodi differenti. Con Simoni direttamente, nel senso che sono stato il suo vice (Ancona, Napoli, Siena e Lucchese, ndr). Per me è un maestro di vita, è stato lui a portarmi dal settore giovanile in prima squadra, segnando il mio futuro. C’è un forte legame umano». E gli altri? Di Mourinho raccontò che presentandolo alla prima riunione tecnica all’Inter la sorprese citando per filo e per segno la sua carriera. «Mourinho è uno che sorprende sempre. Ricordo che una volta aveva parecchi infortunati e doveva attingere dalla mia squadra, la Primavera. Ma prima ha voluto che io scegliessi i miei undici, poi lui si è scelto i migliori della panchina. Segno di straordinario rispetto». E Mazzarri e Benìtez? «Mazzarri è un grandissimo stratega. Le sue squadre hanno tutte una chiarissima identità tattica. Quanto a Benìtez, è un allenatore di altissimo livello ma un po’ sfortunato: nonostante che abbia vinto tanto non riesce a essere inserito nel lotto dei “magnifici”. Peccato, anche perché è una bravissima persona, molto disponibile». Come mai in Italia, a differenza di altri campionati, pensiamo che i giovani non siano mai pronti? La stessa Lega Pro sarebbe dovuta diventare la palestra dei giovani da lanciare nelle categorie superiori, poi però finisce per prevalere l’idea che senza gli “anziani” non si vincono i campionati. «La differenza è di mentalità, di cultura. In Inghilterra se uno prova a tirare in porta e magari sbaglia di venti metri lo si applaude comunque, per il gesto. Da noi invece lo si fischia. In Spagna una squadra capace di fare cinquanta passaggi di fila viene apprezzata, da noi al primo passaggio indietro si fischia. Il pubblico da noi è molto esigente, il risultato lo si vuole subito, anzi nemmeno oggi, ma ieri. E un allenatore ha tre giorni di vita, meno di una farfalla. Non si punta a un processo di crescita. Tutto questo va a scapito dei giovani, eppure ne abbiamo tanti di bravi. Ci sono quaranta-cinquanta ragazzi, tra quelli che ho allenato io, che adesso giocano in serie A o B. La Sampdoria per esempio aveva l’anno scorso un centrocampo quasi tutto di giocatori provenienti dal vivaio: Rizzo, Obiang, Soriano, più Duncan che avevo allenato all’Inter. Certo, tanti stranieri…» L’anno scorso a Monza è partito con una squadra di elementi esperti, data tra le favorite per la vittoria finale, e dopo i guai societari si è ritrovato a metà stagione con una rosa completamente diversa, imbottita di ragazzi, compiendo un miracolo con la salvezza. E’ stato in qualche modo anche un ritorno alle origini? «Un allenatore deve essere sempre capace di adeguarsi agli eventi. Io non sono un tecnico che vuole fare la squadra, quello compete alla società. Io devo allenare e scegliere il sistema di gioco migliore. L’anno scorso siamo partiti con una buona squadra che nel girone d’andata era a –3 dalla prima, nonostante i problemi societari. Poi per un mese ho avuto solo 3 giocatori di quella rosa e tanti ragazzi della Berretti e degli Allievi, con cui abbiamo perso partite ma quasi sempre di misura, e infine un gruppo di giovani del tutto nuovo. Abbiamo ottenuto la salvezza due volte: la prima sul campo, perché senza i 6 punti di penalizzazione l’avremmo centrata direttamente, e poi ai play out». Nelle stagioni passate a Cremona si erano costruiti squadroni, che però avevano mancato l’obiettivo della promozione in B. L’anno scorso la politica è cambiata, ma la stagione grigiorossa è stata deludente. Ora ha in mano una squadra di tutto rispetto. «C’è stato un ulteriore ridimensionamento del budget, ma non è detto che con meno soldi si debbano fare squadre meno forti. E’ l’ambizione di un giocatore la sua vera forza, e lo spirito di squadra può annullare il gap tecnico. Ho una rosa cambiata per 20/24 e all’inizio non è mai facile. Ma la squadra ha voglia di fare. Andiamo avanti senza fare proclami». Utilizza il 3-5-2 come il Pavia di Marcolini? «Ma anche il 4-3-1-2, quindi non so se i moduli saranno gli stessi. Ad ogni modo credo che sarà una gara tattica. In campo ci sono tanti giocatori d’esperienza, nella mia squadra qualche giovane in più, ma solo anagraficamente. E sono due squadre con ottime individualità. Da una parte Brighenti e dall’altra Cesarini possono cambiare l’esito di una partita». Cesarini quindi è l’elemento che toglierebbe al Pavia? «Al Pavia toglierei il portiere, nel senso che lo costringerei a giocare senza» (ride). Il pubblico di Cremona è esigente. «Molto. E poco paziente».
Ore 18.10 – (Gazzetta di Mantova) I biancorossi hanno continuato ieri mattina sul campo “Massimo Chiaventi” di Goito la preparazione in vista della gara di domenica (ore 18) a Bolzano contro il Sudtirol. Il centrocampista Gabriele Puccio, sofferente per una forte contusione all’alluce, ha lavorato in piscina: lo staff medico proverà a recuperarlo in extremis, ma potrebbe saltare la prossima gara. È rientrato invece l’allarme per Valerio Anastasi, che accusava dolore al ginocchio: ieri il centravanti ha lavorato a parte, ma la visita dall’ortopedico Zanini ha escluso complicazioni. Anastasi già oggi si riaggregherà dunque al gruppo e sarà a disposizione di mister Maspero per la gara contro il Sudtirol. La squadra si allenerà oggi e domani, sempre al mattino a Goito, prima di partire in pullman per il ritiro in Alto Adige. Maspero sceglierà soltanto dopo la rifinitura l’undici da opporre al Sudtirol, ma non dovrebbero esserci grosse novità rispetto al debutto in campionato. Qualche dubbio potrebbe esserci sugli esterni (ballottaggi Scalise-Gonzi e Sereni-Foglio), mentre in attacco Momentè dovrebbe essere schierato dal primo minuto al posto di Ungaro. In porta, ovviamente, vista l’indisponibilità di Pane (frattura della rotula), ci sarà Bonato. E, a proposito di portieri, va detto che quela di domenica sarà una giornata particolare per il preparatore dei portieri del Mantova, Michele De Bernardin, che nel Sudtirol ha lavorato alcune stagioni all’inizio della sua carriera professionistica.
Ore 17.40 – (Gazzetta di Reggio) Capitolo chiuso quello di Federico Angiulli, resta invece aperto il discorso inerente l’altro centrocampista Antonio Junior Vacca che certamente non farà più parte dei piani della Reggiana. «Non abbiamo voce in capitolo nel suo caso – ammette il direttore generale granata Raffaele Ferrara – perché la sua volontà, anomala in quanto maturata e manifestata nelle ultime ore del mercato, era di cambiare squadra perciò non lo avevamo abbiamo mai proposto a nessuno, era nostra intenzione tenerlo». « Ora vedremo cosa può succedere ma è difficile che Antonio Vacca rimanga qui anche se, al momento, non ci sono accordi». «Infine il direttore generale della Reggiana glissa sulle domande inerenti arrivi futuri a completare la rosa della squadra lasciando però intendere che continua la ricerca di un difensore centrale e magari verificare anche la possobilità di fare qualcosa pure nel reparto offensivo visto che, osserva il dirigente granata «nella vita non si sa mai, basta guardare cosa successo con Angiulli, certo è che fino al 18 dicembre se un giocatore è svincolato noi possiamo aggiungerlo alla lista».
Ore 17.20 – (Gazzetta di Reggio) Federico Angiulli era e resta un giocatore della Reggiana. Per capire cosa è successo occorre fare un passo indietro. Dopo il blitz nel tardo pomeriggio del diesse marchigiano Lovato in sede, è arrivata alle 22 l’ammissione da parte dell’Ascoli, rilanciato dai vari siti specializzati per un accordo triennale con il centrocampista della Reggiana. A quel punto si è scatenata la protesta dei tifosi granata che sui vari siti web hanno rimarcato la loro protesta e indignazione. Federico Angiulli era stato lusingato dalla proposta economica dell’Ascoli e dalla possibilità di tornare in serie B ma aveva rimarcato il suo senso di appartenenza a una maglia e alla causa granata che aveva sposato fin dall’inizio. Accanto alle perplessità di Angiulli (che ha rinunciato a un triennale con cifre raddoppiate oltre alla categoria superiore) è arrivata l’imposizione del presidente Stefano Compagni che pur dalla lontana Cina ha rimarcato la sua contrarietà alla cessione di Angiulli e di fatto ha bloccato l’operazione, con il benestare del digi Ferrara. E’ bene rimarcare che questa operazione era stata necessaria da un punto di vista economico per rimettere in equilibrio il budget e per il fatto che la Reggiana aveva già inserito in organico Bartolomei e si ritrovava con Vacca in stand by. Il presidente Stefano Compagni, però, ha dato retta più al suo cuore di tifoso che non all’aspetto economico e ha chiesto e ottenuto un repentino dietro front che ovviamente il digi Ferrara ha accolto con favore tanto che alle 23 Mariano Armonia ha pubblicato su fb un video in cui Ferrara rassicurava i tifosi “Angiulli resta alla Reggiana” e lo stesso Federico annunciava “vi aspetto domenica a Lumezzane”. Concetti che il digi Ferrara ieri a Rubiera ha ripetuto: «Naturalmente risponde al vero che l’Ascoli abbia cercato il nostro giocatore ma la trattativa non è andata in porto perché bisogna essere in due a trovare l’accordo e così non è stato. Angiulli si è dimostrato un grande professionista. La Reggiana si è privata di un introito economico importante ed Angiulli, nonostante le avances, si trova bene a Reggio ed ha scelto di rimanervi».
Ore 16.50 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 16.30 – Qui Guizza: provate soluzioni da palla inattiva.
Ore 16.10 – Qui Guizza: lavoro atletico.
Ore 15.50 – Qui Guizza: provati schemi anti-Pro Piacenza. In gruppo al momento anche Dionisi e Favalli, ancora a parte invece Ilari.
Ore 15.30 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.
Ore 15.10 – Qui Guizza: seduta video per i Biancoscudati.
Ore 14.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Maglie nuove, sponsor nuovo. Domenica sulle casacche dei ramarri, “anticipate” dalla notte neroverde sotto le stelle, campeggerà un nuovo marchio. È quello dell’Assiteca, “il più grande broker assicurativo italiano – si autodefinisce nella home page del suo sito -, presente in Italia in 25 città e in Spagna con 3 sedi a Madrid, Barcellona e Siviglia”. Svolge attività di consulenza, intermediazione assicurativa e analisi tecnica dei rischi aziendali a livello nazionale e internazionale. ESPANSIONE – Il logo dell’Assiteca figurava già sulle divise della Beretti neroverde dal 2011. Da oggi sostituirà il marchio della Vitis (l’azienda della famiglia Lovisa) anche sulle maglie della prima squadra. L’accordo, del valore di alcune decine di migliaia di euro, è stato formalizzato ieri al Centro sportivo De Marchi fra Luciano Lucca (presidente della compagnia milanese e Mauro Lovisa (numero uno del Pordenone Calcio), alla presenza di Carlo Orlandi (ad e responsabile dell’Area Nordest) e di Maurizio Orenti (amministratore della società controllata Assiteca Agricoltura, nonché socio di Lovisa nel Pordenone). Un bel colpo per le casse neroverdi, provate dal pagamento della supertassa di mezzo milione di euro pagata per ottenere il ripescaggio in LegaPro. PICCOLI RAMARRI CRESCONO – Giornatona ieri al De Marchi. Alla notizia del nuovo main sponsor si è aggiunta quella dell’abilitazione di Carlo Marchetto ad allenatore professionista di seconda categoria Uefa A. Il patentino conseguito consentirà all’assistente di Bruno Tedino di occuparsi di tutte le squadre giovanili, compresa la Primavera, e dei Senior fino alla LegaPro (compresa), nonché di essere tesserato come tecnico in seconda sia in A che in B. Un premio a serietà e capacità che Marchetto aveva già dimostrato nelle passate stagioni a Sacile, confermate ora che veste neroverde. PREPARAZIONE – In mezzo a tante novità la squadra ha continuato la preparazione in vista dell’esordio al Bottecchia di domenica alle 17.30 contro l’Albinoleffe. Prevendita dei biglietti attiva al Bar Libertà di viale Libertà a Pordenone e al Caffè Nogaredo in via Sclavons a Cordenons.
Ore 14.20 – (Messaggero Veneto) Pordenone bello, ma poco concreto. Non è il caso di allarmarsi. Ma nemmeno di sottovalutare il “problema”. E così il tecnico neroverde, Bruno Tedino, in questi giorni sta sottoponendo i delegati al gol, ovvero gli attaccanti, a degli allenamenti specifici per migliorare mira e cattiveria sotto rete. Certo, per ora c’è solo un indizio vero: la prova offerta a Piacenza, in cui dopo la prodezza balistica di Pederzoli, sono state fallite troppe ghiotte occasioni per chiudere il match ed evitare la beffa del pareggio finale. Ma pure nei due test di coppa Italia il raccolto neroverde non è stato particolarmente soddisfacente: un gol del giovane Savio a risultato già compromesso con il Mantova e uno di Cattaneo, che attaccante puro non è, nell’inutile sfida di Padova. Ballottaggio. Le attenuanti in verità non mancano. Questa squadra totalmente rinnovata ha bisogno di tempo per trovare i giusti equilibri. E le prime punte designate, De Cenco e Strizzolo, necessitano pure di un’iniezione di fiducia per mostrare il loro potenziale, la scorsa stagione in parte sacrificato: il brasiliano si è diviso tra Spal e Pontedera realizzando 4 reti nel corso della parentesi toscana, mentre il secondo ha collezionato 22 presenze ma nessun gol con la Lucchese. La gara con l’Albinoleffe dirà a che punto sta il loro inserimento. Dal 1’ dovrebbe partire Strizzolo. Ma non è esclusa la staffetta come è avvenuto, a parti invertite, domenica scorsa a Piacenza. Cabala. A prescindere dalle scelte del mister, sarà importante non fallire il prossimo appuntamento al Bottecchia. Lo consiglia la cabala: quando il Pordenone vince all’esordio in casa è protagonista del campionato. E’ successo soltanto due volte negli ultimi 5 anni: nel 2012 (3-1 al Trissino) e la squadra lottò per il primato sino all’ultima giornata e nel successivo campionato (2013-2014: 1-0 al Monfalcone), che si concluse con la storica accoppiata promozione-scudetto di D. La scorsa stagione, la prima in Lega Pro dopo un decennio, arrivò un pari beffa con il Venezia, mentre nel 2010 e nel 2011 due sconfitte, la prima delle quali con il Sandonà di Tedino, che furono presagio di tornei anonimi (un decimo e un sesto posto in serie D). Brindisi. Intanto, soddisfazione per l’allenatore in seconda, Carlo Marchetto, che ha ottenuto il patentino di allenatore professionista di seconda categoria (Uefa A) dopo di Coverciano. Assieme a lui, tra gli altri, hanno ottenuto l’abilitazione gli ex campioni Legrottaglie, Zauri e Roque Junior.
Ore 13.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Nel settembre 2005 esordì in Champions League giocando 90′ a Barcellona con l’Udinese, qualificatasi nei preliminari grazie a un suo gol allo Sporting Lisbona. A dieci anni di distanza dalla tripletta di Ronaldinho che travolse i friulani al Camp Nou, Paulo Vitor Barreto ha abbracciato il «dilettantismo» di Venezia per ripartire lasciandosi alle spalle due anni e mezzo da dimenticare nel Torino di serie A. Il tutto dopo un’intesa quantomeno complicata da trovare, comunque sancita mercoledì sera dalla firma dopo una riunione fiume nella sua Udine. «Tanti amici faticano a credere che giocherò in serie D, invece ho fatto questa scelta con piena consapevolezza e con la voglia di essere protagonista di un progetto importante. Non sono qui di passaggio, il Venezia ed io abbiamo lo stesso obiettivo di risalire insieme». Un accordo non facile quello del ds Giorgio Perinetti con il 30enne attaccante di Rio de Janeiro, suo pupillo dai tempi di Bari. In serie D, infatti, non gli accordi economici non possono superare la durata annuale né l’importo lordo di 25.822 euro, cui andranno aggiunti rimborsi, indennità, premi e diritti d’immagine. «A Venezia è un po’ come tornare alle mie origini italiane, quando sbarcai a Treviso nel 2000. Avevo appena 15 anni, non conoscevo nessuno se non il mio compagno Reginaldo con il quale partii dal Brasile. L’inizio fu molto duro, poi pian piano sono arrivate le soddisfazioni, in B col Treviso, il salto in A e in Champions con l’Udinese, il triennio di Bari con Perinetti, poi ancora Udine e il Torino». L’approdo in granata era nato sotto i migliori auspici per la presenza dell’ex veneziano Giampiero Ventura in panchina, ma il feeling di Bari è rimasto un ricordo, con una squalifica di tre mesi per «omessa denuncia» nel Calcioscommesse a complicare tutto. «Fisicamente sto bene, non ho giocato per scelta tecnica. Mi mancano il campo e il pallone, domani non ci sarò con la Sacilese (ore 16 allo Zanutto di San Donà, ndr) ma chissà che non arrivino 10′ già mercoledì a Monfalcone. Siamo i favoriti per la Lega Pro? Bene, però per non correre rischi dovremo provare a vincere sempre». ABBONAMENTI – Con i 50 sottoscritti ieri, nel quarto giorno di campagna, è salito a 270 tessere il dato parziale degli abbonamenti. Domani dalle ore 14.30 sarà possibile la sottoscrizione anche allo Zanutto.
Ore 13.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il Venezia torna in campo domani, per la seconda di campionato, contro la Sacilese. Esordio casalingo, ma in esilio allo «Zanutto» di San Donà di Piave (ore 16): uno spostamento obbligato dalle condizioni precarie del terreno del Penzo. Squadra al completo per mister Paolo Favaretto, fatta eccezione per i convalescenti Modolo e Cantini, rientrati in gruppo ma ancora debilitati dalla forte influenza delle scorse settimane. Rispetto ai 20 convocati di una settimana fa, ci sarà Maccan per Busatto. In gruppo da ieri anche Vitor Barreto che nella tarda serata di mercoledì ha finalmente firmato il contratto che lo lega al Venezia. Una trattativa andata un po’ più per le lunghe, ma che si è poi risolta positivamente. E ieri, dopo le visite mediche di rito, il brasiliano ha potuto indossare gli scarpini e mettersi a disposizione del mister. «Sono contento – le sue parole al termine dell’allenamento – ora devo trovare la condizione. Fisicamente sono a posto, anche se è chiaro che essendomi allenato da solo sono un po’ indietro». Le ultime due stagioni al Torino, arrivate dopo Udinese e Bari, non sono state positive per lui, che ha collezionato poche presenze: «Nessun guaio fisico, né infortuni. Solo scelta tecnica per la mia esclusione. Già dopo il primo anno volevo andar via, ma non è stato possibile», precisa l’ex Treviso cresciuto nelle giovanili biancocelesti. «Sono arrivato a Treviso nel 2000, avevo 15 anni. All’inizio, da solo in Italia, non è stato facile». Poi il decollo verso la Serie A. E adesso questa avventura nei dilettanti. «Lo so che sembra strano, più di una persona me lo ha detto. Ma volevo avvicinarmi a casa, a Treviso appunto, e poi qui si vuole risalire nelle categorie superiori. Io sono qui per questo». Ieri altro balzo della campagna abbonamenti: 270 tessere vendute.
Ore 13.10 – (La Nuova Venezia) Primo allenamento al Taliercio per Vitor Paulo Barreto dopo aver raggiunto l’accordo con il Venezia mercoledì in tarda serata. L’attaccante, ovviamente, non sarà disponibile per la partita contro la Sacilese. «Inizio un’esperienza nuova» ha detto l’ex attaccante di Bari e Torino, «devo rimettermi in carreggiata perché sono ovviamente in ritardo rispetto ai miei compagni. Cercherò di mettermi in linea nel più breve tempo possibile, mi manca la partita, non gioco da tanto tempo. A Torino non ho giocato solo per una scelta tecnica operata da Ventura». Scendere dalla serie A alla serie D non capita tutti i giorni. «In tanti mi chiedono il motivo, io credo di avere fatto la scelta giusta. Mi sono avvicinato a casa, abitando a Udine, conosco da tanti anni il direttore Perinetti, mi ha convinto presentandomi un progetto ambizioso di questa nuova società. Noi sappiamo di dover vincere, in Lega Pro ci va solo una squadra e dopo una giornata non sappiamo quale o quali saranno le nostre avversarie più pericolose, anche se tutti parlano bene del Belluno». Per la partita contro la Sacilese il tecnico Favaretto ritrova anche Denis Maccan in attacco, avendo scontato a Dro il turno di squalifica residuo della passata stagione. Ancora non disponibili Modolo e Cantini, mentre Chin e Seno andranno a giocare con la Juniores di Andrea Turato. Al termine della quarta giornata della campagna abbonamenti sono 270 le tessere staccate. Domani, allo stadio “Zanutto” di San Donà sarà aperto uno sportello apposito dove i tifosi del Venezia potranno acquistare gli abbonamenti a partire dalle ore 14.30.
Ore 12.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) «Piacere, sono Gianvito Misuraca: mi manda Lamberto Zauli». Non lo dice proprio così, ma bastano poche parole, nel giorno della presentazione dell’ultimo acquisto del mercato del Bassano, per far capire a tutti che il trequartista siciliano con un passato nel Vicenza e nella Primavera del Palermo, ha le idee chiare. «Se mi chiedono a chi mi ispiro – sorride – devo dire che uno come Lamberto Zauli, che ho conosciuto quando ero nella Primavera del Palermo, è un modello, un giocatore che ho sempre preso come punto di riferimento. Per il resto sono qui per giocarmi le mie chance con grande umiltà. Sono contento di essere tornato in Veneto dopo gli anni trascorsi a Vicenza, dove mi sono trovato molto bene. Sono qui a Bassano per cercare di far bene sia in termini di risultati di squadra che a livello individuale. Forse in carriera fino ad ora avrei potuto ottenere un po’ di più, ma ho 25 anni e voglio rilanciarmi con questa maglia». Misuraca avrà bisogno di lavorare per recuperare la condizione. È lui stesso ad ammetterlo con franchezza: «Mi manca ancora un po’ per essere a pieno regime – chiarisce – purtroppo fare la preparazione da soli è diverso rispetto al ritiro. Questa squadra è solida, organizzata, con qualità, non vogliamo porci limiti. L’obiettivo dev’essere scendere in campo ogni domenica per la vittoria». Uno spezzone di partita già contro il FeralpiSalò? «Ci aspetta un’altra gara difficile, quasi uno scontro diretto come contro la Cremonese. Dovremo essere bravi nel rimanere agganciati alle prime posizioni, per poi sperare nel finale di centrare un filotto di vittorie. Il mio ruolo? lo scorso anno a Pisa ho giocato anche nei due di centrocampo, ma nasco come trequartista. Lo scorso anno a Pisa ho siglato 3 reti, spero di poter migliorare il mio score».
Ore 12.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Vicenza e Bari sono appaiate a tre punti dopo la prima giornata e domani si affronteranno al «Menti». Parlare di sfida d’alta classifica dopo una giornata è fuori luogo, ma la gara tra biancorossi e pugliesi è ricca di spunti. Curioso sarà vedere Cristian Galano contro il suo Bari, in cui ha giocato 111 partite e dove è cresciuto. Galano è nato a Foggia, e sente forte l’attaccamento alla terra natìa. «Cercherò di prepararmi come se fosse una partita come tutte le altre – spiega – ma è chiaro che mi farà un certo effetto affrontare il Bari, ritrovare subito tanti amici, dai recenti ex compagni di squadra, ai magazzinieri, e a tutte le persone con cui ho trascorso due anni splendidi. Però sono un professionista e adesso gioco per il Vicenza, e se ho fatto la scelta di lasciare il Bari è perché avevo deciso di vivere un’altra esperienza che mi desse nuovi stimoli». Galano non lo dice, ma il suo addio al Bari è avvenuto con qualche incomprensione di troppo e dopo una stagione in cui non è riuscito a ripetere i numeri di due anni fa. «Senza dubbio ho disputato un campionato che non mi ha soddisfatto, tutti lo hanno visto. Ma quello è il passato e onestamente non ho tanta voglia di parlare di quello che è successo perché la mia testa è al futuro. Ho scelto Vicenza e sono felice di essere qui, questo è il mio presente e mi sto concentrando per dare il massimo con questa maglia. Quindi domani darò tutto me stesso per vincere, anche se sarò contro il “mio” Bari, dove ho lasciato un pezzo di cuore». In Puglia molti tifosi baresi hanno salutato senza dispiacere la partenza di Galano, altri cercano di non considerarlo, anche se tutti sanno cosa può creare il suo sinistro magico. «Non so se è così – precisa – di certo come ho già detto di Bari e della tifoseria io porto con me un bel ricordo. Nel calcio però spesso ci sono cicli che si chiudono e a Bari probabilmente era per me arrivato il momento di lasciare e cambiare aria. Ma ribadisco che non ho nulla contro la mia ex società e i miei vecchi tifosi, e se domani segnerò non esulterò per rispetto verso di loro. Spero i tifosi del Vicenza rispettino la mia scelta, a loro dico che, con l’aiuto dei miei compagni, darò tutto per vincere questa partita».
Ore 11.40 – (Gazzettino) Domenica alle 17.30 ci sarà il debutto in campionato all’Euganeo nella sfida con la Pro Piacenza e il patron biancoscudato si attende, oltre alla presenza degli abbonati, una risposta anche da parte degli altri tifosi. «Abbiamo una buona squadra che saprà attirare gli spettatori, già domenica dovremo fare un bel numero allo stadio. E speriamo di fare anche un buon risultato, abbiamo una squadra che può aspirare a obiettivi importanti. La società ha fatto degli sforzi, le risposte cominciano a esserci: non ci facciamo illusioni, ma siamo fiduciosi». Nella trasferta con la Reggiana la truppa di Parlato ha fatto vedere il suo vero volto, cancellando il passo falso in Coppa Italia con il Pordenone. «Abbiamo giocato in un campo difficile dando dimostrazione che possiamo stare in questa categoria e competere con squadre che sulla carta hanno una buona struttura. Adesso però non ci dobbiamo cullare su quest’ultima prestazione, dobbiamo mantenere la giusta voglia e concentrazione davanti a qualsiasi avversario». A maggiore ragione se l’avversario di turno si chiama Pro Piacenza, che sulla carta non appare temibile come la Reggiana. «Non bisogna sottovalutare la Pro Piacenza, sarà una partita più difficile rispetto a quella di domenica scorsa».
Ore 11.30 – (Gazzettino) Un leggero calo rispetto allo scorso anno quando le tessere sottoscritte erano state 3.511, ma pur sempre uno zoccolo duro di fedelissimi sul quale il Padova può fare affidamento. Si è chiusa ieri sera la campagna abbonamenti 2015-2016 che ha toccato quota 3.158 tessere, facendo registrare un colpo di coda nell’ultimo giorno (183 abbonamenti). Risultato che soddisfa il presidente Giuseppe Bergamin che ci concede qualche minuto durante l’intervallo dell’amichevole disputata dalla sua squadra amatori Sunglass Dream Team con la squadra formata dagli ultras. «È un bel numero, superare quota tremila era quello che mi aspettavo, ed è stato superato con un buon margine. Si poteva forse immaginare qualcosa di più, ma sono contento e ringrazio tutti i tifosi che hanno fatto l’abbonamento. L’ipotesi di riaprire la campagna abbonamenti? Più avanti vediamo se fare qualcosa».
Ore 11.20 – (Gazzettino) Doppietta di Cunico nel primo tempo, doppietta di Mazzocco, tripletta di Altinier e sigillo di Aperi nella ripresa. È finita 8-0 l’amichevole giocata ieri alla Guizza dai biancoscudati con la squadra Berretti. Test nel quale Parlato ha confermato il 4-2-3-1 schierando due formazioni per tempo. In avvio spazio allo stesso undici utilizzato con la Reggiana con le sole eccezioni sugli esterni bassi dove sono stati impiegati Dell’Andrea e Anastasio, nella seconda parte spazio a tutti gli altri. Niente partitella per Dionisi, Favalli e Ilari, che hanno effettuato ancora lavoro differenziato a bordo campo. Sulle loro condizioni ha fatto il punto il direttore sportivo De Poli. «Dionisi sente ancora un piccolo fastidio alla caviglia, ma sta abbastanza bene e penso che domenica sia a disposizione. Ci sono buone possibilità in vista della partita con la Pro Piacenza anche per Favalli che ha un affaticamento dietro alla coscia, mentre non credo che Ilari possa essere a disposizione». Oggi alle 15.30 altra seduta di allenamento alla Guizza, domani mattina invece è in programma la rifinitura.
Ore 11.10 – (Gazzettino) Ancora una ribalta nazionale per Gianfranco Borsatti, il tifoso biancoscudato che nel 1997, prima di sposarsi, ha fatto firmare alla futura consorte una clausola con cui s’impegnava a non impedire al marito di seguire le partite del Padova in casa e quelle in trasferta da lui ritenute «importanti e interessanti». Borsatti è stato ieri ospite, insieme al giornalista Pierluigi Pardo, della trasmissione «Forum» su Rete 4, condotta da Barbara Palombelli che trattava il tema «Una famiglia nel pallone». La controversia del giorno riguardava una coppia che si era separata per la diversa fede calcistica dei due e il tifoso padovano è poi intervenuto per presentare la sua curiosa esperienza personale, portando lo storico libro «77 volte Padova» dei giornalisti del Gazzettino Fantino Cocco e Paolo Donà, da lui definito «la mia Bibbia», sulle cui pagine è stata inserita l’ormai nota «clausola Borsatti». Per amore di verità, e forse proprio questo è il segreto di un rapporto a due che funziona, c’è pure una controclausola a favore della moglie Orietta, dal seguente contenuto: «Con questa mi impegno ad accompagnarla a concerti e commedie teatrali, anche se da me non ritenute particolarmente interessanti».
Ore 11.00 – (Gazzettino) Quest’anno sarà di nuovo in campo a partire dal prossimo 19 settembre. In Italia esistono altre due realtà sportive strutturate come Pallalpiede all’interno del carcere, una squadra di calcio a Bollate e una di rugby alle Vallette di Torino. Mercoledì 23 sarà possibile quindi entrare in carcere e assistere alle partite. Per farlo è necessario inviare una mail a info@asdpallalpiede.com o telefonare al 348-9491132. Sono disponibili cento posti e per entrare nella struttura sarà necessario comunicare i dati personali: «Per noi non si tratta di uno sforzo in più – spiega il generale Giuseppe Marotta, del Provveditorato Regionale dell’amministrazione penitenziaria – Un detenuto recuperato è un detenuto più disponbile e quindi queste iniziative contribuiscono a far crescere la sicurezza dentro gli istituti». Assistendo alla partita sarà possibile anche sostenere il progetto Pallalpiede, che vive dei contributi istituzionali, degli sponsor e del crowfunding lanciato nei mesi scorsi.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Il trofeo ha visto l’adesione entusiasta di Padova, con il vice presidente Edoardo Bonetto in prima fila, e Cittadella, nonchè il sostegno del Panathlon di Cittadella che inserirà l’evento nelle celebrazioni dei quarant’anni del club. Anche il comune, con l’assessore allo sport Cinzia Rampazzo, ha contribuito realizzando la tribuna che ospiterà i cento spettatori e sistemando il terreno di gioco. Pallalpiede ha iniziato la sua attività un anno fa, partecipando al campionato di terza categoria con la squadra allenata da Valter Bedin, che ha raccolto anche diverse soddisfazioni in campo (pur fuori classifica, con i risultati ottenuti avrebbe raggiunto il secondo posto) e soprattutto fuori: «il nostro scopo va al di là dello sport – continua Piva – per questo siamo davvero soddisfatti della conquista della Coppa Disciplina. Lo sport è fatto di rispetto per le regole e per chi ha avuto problemi nella sua vita proprio con l’accettazione delle regole questo risultato è significativo, vuol dire che siamo sulla strada giusta».
Ore 10.40 – (Gazzettino) Un triangolare di calcio davvero particolare, se non unico: mercoledì 23 settembre alle 14.30 il campo della casa di reclusione Due Palazzi ospiterà il primo Trofeo Pallalpiede. Per la prima volta, in questa occasione, anche il pubblico potrà essere presente ed assistere al triangolare tra la squadra di casa, la Polisportiva Pallalpiede, e le formazioni Berretti di Padova e Cittadella, con la formula dei tre tempi da trenta minuti. «Non è stato semplice organizzare questo evento – spiega Paolo Mario Piva, presidente della polisportiva – Ringraziamo l’amministrazione penitenziaria, gli agenti di custodia, la federcalcio e il comune di Padova per il sostegno a questo torneo e a tutta la nostra attività. Per noi il carcere deve essere una parte della città, non una realtà estranea al territorio».
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Quindi il fondo della classifica, che non manca certo di fare “vittime” illustri tra le formazioni, almeno sul campo, più in vista del girone: Pavia 480 abbonati, Bassano 310, Albinoleffe 250, Feralpi Salò 200. In coda ecco tutte le “piccole”: Pro Piacenza 161, Giana Erminio 150 (prima campagna abbonamenti della storia della società) così come il Pordenone, Lumezzane un centinaio, Renate una sessantina, mentre la Pro Patria sta costruendo in fretta e furia la squadra e deve ancora lanciare la campagna. IL DATO STORICO. Alla fine, insomma, non è stata una campagna abbonamenti del tutto negativa. E a confermarlo è il dato delle ultime stagioni: nell’ultimo decennio, esclusi campionati in Serie B e quella passata, non si era infatti mai scavalcata quota 3 mila tessere. In tutte le ultime stagioni di Lega Pro e Serie C, dalla promozione del 2001 in poi, si era rimasti al di sotto di tale limite, con il record storico fermato a quota 2930 abbonati nella stagione 2008/2009, quella della promozione in B della squadra di Sabatini.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) IN TESTA PER DISTACCO. I numeri della categoria sono impietosi per tutte e 17 le avversarie dei biancoscudati di Carmine Parlato: nessuno può vantare un pubblico come quello padovano, tanto che la seconda squadra nella speciale classifica degli abbonamenti è staccata dal Padova di circa un migliaio di tessere. È la Reggiana la prima inseguitrice dei biancoscudati: la formazione granata ha infatti staccato fino ad ora 2253 tessere stagionali. E sul terzo gradino del podio si stagliano due “big”, la Cremonese e il Mantova, ferme però intorno a quota 1500. Dai piedi del podio in giù, la situazione è desolante: l’Alessandria, una delle maggiori candidate alla vittoria del girone, si ferma a 1128 abbonamenti (peraltro record storico da vent’anni a questa parte per la formazione piemontese), il Cittadella intorno al migliaio (in calo di più del trenta per cento dopo la retrocessione) e il Cuneo con circa 500 tessere.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) La fatidica quota tremila, alla fine, è stata sfondata. Seppur in calo rispetto ai 3511 della passata stagione, la campagna abbonamenti biancoscudata, conclusasi ieri sera alle 21, può dirsi comunque abbastanza soddisfacente: le tessere staccate quest’anno per seguire l’intero campionato allo stadio Euganeo sono state 3158, e i tifosi possono già ritirare in sede quelle sottoscritte prima del 20 agosto. Una flessione, dopo la grande stagione dello scorso anno vissuta in Serie D con l’entusiasmo della piazza su livelli impensabili fino a dodici mesi fa, che un po’ di amaro in bocca l’ha sicuramente lasciato in viale Rocco: in pochi, in effetti, si sarebbero aspettati un numero inferiore di abbonati dopo una promozione in Lega Pro come quella appena conquistata. Ma a conti fatti, al netto di una diminuzione degli abbonati fortunatamente non troppo massiccia, e probabilmente causata soprattutto dal ritorno della Tessera del Tifoso che ha indotto più di qualcuno a ripiegare sul biglietto singolo, Padova continua comunque a dominare in lungo e in largo nel suo girone. E quella biancoscudata è senza ombra di dubbio la piazza più importante del gruppo A di Lega Pro.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Ultimi due giorni di prove generali in vista dell’esordio all’Euganeo: domenica pomeriggio (ore 17.30) il Padova debutta tra le mura amiche contro la Pro Piacenza. L’allenamento di ieri pomeriggio è stato dedicato ai primi test di formazione nell’amichevole in famiglia alla Guizza contro la Berretti. Parlato ha mischiato un po’ le carte, ma ha dimostrato di voler confermare il 4-2-3-1 visto a Reggio Emilia. Alla fine, la squadra è andata a segno otto volte contro i baby: tripletta per il recuperato Altinier, che si giocherà la maglia da titolare con il brasiliano Neto Pereira, quindi gol di Aperi e doppiette per capitan Cunico e per Mazzocco, anch’egli finalmente recuperato e pronto a giocarsi le sue chance. I problemi, però, sono in difesa: anche ieri non si sono allenati Dionisi e Favalli (oltre a Ilari) e quindi può darsi che Parlato sia costretto a rivedere la retroguardia rispetto a domenica scorsa.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) C’è posto fino a cento persone, che per poter partecipare alla manifestazione dovranno inviare una mail a info@asdpallalpiede.com oppure telefonare al numero 348 9491132. A ciascuno verrà chiesto un contributo a offerta libera per aiutare il progetto Pallalpiede, che sarà finanziato anche dalla vendita dei gadget creati apposta per l’occasione. Una bella vetrina per la formazione composta solo da detenuti del Due Palazzi e nata nell’estate del 2014 da un’idea dell’Associazione Nairi Onlus. Il primo campionato di Terza categoria, lo scorso anno, è stato trionfale, con il secondo posto finale ma soprattutto la conquista della Coppa Disciplina (come squadra più corretta tra tutte quelle della cCategoria), sfoggiata dai dirigenti ieri mattina nella conferenza stampa di presentazione della manifestazione, alla presenza anche dell’assessore allo sport Cinzia Rampazzo, del vice presidente biancoscudato Edoardo Bonetto e di Johnny Moletta, presidente del Panathlon Cittadella. Il fischio d”inizio del trofeo Pallalpiede alle 14.30 del 23 settembre, quattro giorni dopo l’esordio in campionato dei ragazzi di Bedin.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Porte aperte in carcere, ma nel senso più… splendente del termine. L’avevano promesso e l’hanno mantenuto, e solo questa sarebbe una piccola nota di merito. Se ci aggiungiamo che bisognava unire realtà opposte e complesse come quella carceraria e quella del calcio professionistico, si può dire che si sia già raggiunto un piccolo successo. La Polisportiva Pallalpiede mercoledì 23 settembre ospiterà un triangolare che vedrà affrontarsi, oltre alla squadra di detenuti del carcere Due Palazzi, le formazioni di Padova e Cittadella, che scenderanno in campo con una selezione mista di giocatori delle giovanili. Un evento unico per la provincia di Padova, reso ancora più speciale dal fatto che cento spettatori potranno assistere al torneo. Come è noto, entrare in carcere non può essere una passeggiata, gli accessi sono monitorati e controllati. Ma grazie alla tribunetta che allestirà il Comune di Padova, anche alcuni spettatori esterni potranno entrare nel terreno di gioco della casa di reclusione e toccare con mano la realtà della Pallalpiede.
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) «Quando sono stata coinvolta nel progetto Palla al Piede – spiega l’assessore allo sport del Comune di Padova Cinzia Rampazzo – sono rimasta entusiasta perché si dava la possibilità ai ragazzi di reintegrarsi nella società. Il direttore del carcere Due Palazzi ci ha dato una grossa mano e il fatto che nello scorso campionato di terza categoria la Pallalpiede abbia vinto la Coppa Disciplina è un bel traguardo che denota come lo spirito sia quello giusto». Raggiante anche il presidente della Polisportiva Pallalpiede Paolo Mario Piva: «Quello che stiamo tentando – spiega – non potrebbe essere messo in piedi senza il supporto di tutta una serie di persone e degli agenti della polizia penitenziaria che si adoperano per la buona riuscita del progetto. Anche la Lega dilettanti ha collaborato per la buona riuscita di questo triangolare e per aprirlo, in modo ovviamente limitato, al pubblico. Ci auguriamo di riuscire a lasciare il segno».
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Si svolgerà mercoledì 23 settembre alle ore 14.30 all’interno del campo sportivo del Carcere Due Palazzi di Padova la prima edizione del Trofeo Pallalpiede, che vedrà la partecipazione delle formazioni Berretti di Padova e Cittadella. L’occasione sarà il battesimo del campionato di Terza categoria, a cui la Polisportiva Pallalpiede parteciperà per il secondo anno. Pallalpiede è una selezione dei detenuti del carcere Due Palazzi, che tentano il riscatto sociale tramite il calcio. Lo scorso anno, al debutto nella serie più bassa del calcio italiano, la selezione ha vinto la Coppa Disciplina, mantenendo per diverse giornate la testa della classifica e distinguendosi per la correttezza. L’evento sarà eccezionalmente aperto al pubblico grazie alla collaborazione con la polizia penitenziaria e con una capienza massima di 100 spettatori. È la prima volta che si tenta un esperimento simile, nonostante tutte le difficoltà che questo comporta.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Rispetto alla partita col Pordenone ci sono stati decisi passi in avanti. «Ho fiducia totale nel nostro staff tecnico, nel direttore e in Carmine Parlato. Il mister ha detto che dobbiamo sputare sangue ogni partita e io sono sulla sua linea. Dobbiamo andare in campo ogni volta per vincere. A Reggio ho visto una squadra che ha interpretato al meglio quello che chiedeva Parlato. Peccato non sia arrivata la vittoria, perché l’avremmo meritata». Quanto al campionato, le sue favorite per la promozione? «C’è un gruppo di 7-8 squadre molto vicine come valori tecnici. A me piace molto il Mantova, che contro di noi ha fatto una partita di grande intensità e soprattutto il Cittadella, squadra attrezzata per il salto di categoria. Però mi deve far aggiungere una cosa». Prego. «Non cambierei il mio Padova con nessun’altra squadra. Lo scorso anno all’inizio qualcuno dubitava del nostro valore e invece ho avuto ragione io che ci ho creduto sin da subito, quest’anno sono fermamente convinto che andrà allo stesso modo».
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Una luce chiara dopo una settimana turbolenta. E ottimismo per una squadra che finalmente dà i primi segnali incoraggianti di essere un gruppo. Il Padova pareggia a Reggio Emilia e regala ai tifosi la speranza di un campionato da protagonista ha rasserenato gli animi anche in società. L’aria che si respirava martedì alla presentazione delle nuove maglie Macron era decisamente più rilassata e così, mentre ieri si sono fatti gli ultimi passi per la restituzione di logo, marchio e memorabilia della vecchia società, il vicepresidente Edoardo Bonetto ha trasmesso il grido di battaglia per domenica, sfida al Pro Piacenza. Edoardo Bonetto, dove può arrivare questo Padova? «Sono convinto che faremo tanta strada, la squadra è competitiva e ritengo che abbiamo ottime possibilità di giocarcela fino in fondo». Il ds Fabrizio De Poli ha parlato di un Padova da medio-alta classifica. Lei ritiene che possa essere da playoff? «E’ difficile in questo momento dire se arriveremo alla promozione, ai playoff, oppure in una posizione media di classifica, ma è anche vero che se vado a vedere i nomi dei giocatori della nostra rosa non ho dubbi che si tratti di un gruppo di primissimo livello».
Ore 08.30 – Allenamento pomeridiano per i Biancoscudati alla Guizza.
Ore 08.28 – Lega Pro girone A, il prossimo turno (seconda giornata, domenica 13 settembre): Cremonese-Pavia, Cuneo-Alessandria, FeralpiSalò-Bassano, Lumezzane-Reggiana, Padova-Pro Piacenza, Pordenone-AlbinoLeffe, Renate-Giana Erminio, SudTirol-Mantova, Pro Patria-Cittadella
Ore 08.26 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella, FeralpiSalò, Giana Erminio, Mantova e SudTirol 3, Bassano, Cremonese, Padova, Pordenone, Pro Piacenza e Reggiana 1, AlbinoLeffe, Alessandria, Cuneo, Lumezzane, Renate, Pavia e Pro Patria o.
Ore 08.24 – Lega Pro girone A, i risultati della prima giornata: AlbinoLeffe-SudTirol 0-1 (Maritato su rigore al 31′ pt), Alessandria-FeralpiSalò 1-2 (Iunco (Al) al 38′ pt, Guerra (Fs) al 7′ st, Romero (Fs) al 25′ st), Bassano Virtus-Cremonese 1-1 (Candido (Bv) al 24′ pt, Brighenti (Cr) al 38′ st), Cittadella-Cuneo 2-1 (Jallow (Ci) al 19′ pt, Bizzotto (Ci) al 12′ st, Ruggiero (Cu) al 38′ st), Giana Erminio-Lumezzane 2-1 (Cruz (Lu) al 8′ st, Perico (Ge) al 28′ st, Bruno (Ge) su rigore al 47′ st), Mantova-Renate 1-0 (Caridi (Ma) al 35′ st), Pavia-Pro Patria rinviata a mercoledì 16 settembre, Pro Piacenza-Pordenone 1-1 (Pederzoli (Pn) al 9′ pt, Alessandro (Pp) su rigore al 34′ st), Reggiana-Padova 1-1 (Neto Pereira (Pd) al 1′ pt, Arma (Re) al 7′ pt).
Ore 08.22 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.20 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 10 settembre: partitella in famiglia contro la Berretti per i Biancoscudati, 8-0 il risultato finale con tripletta di Altinier. Ancora a parte Ilari, Dionisi e Favalli.