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Ore 22.10 – (Il Piccolo) Un calciatore ex Stella Rossa in prova all’Unione Triestina 2012: si tratta di Liubo Nenadic, serbo classe 1986, terzino sinistro. In realtà, con il prestigioso e storico club di Belgrado, Nenadic vanta solamente 4 presenze nella stagione 2013-14, ma proprio quell’anno la squadra ha vinto il titolo della Superliga per cui il giocatore si è laureato campione di Serbia. Recentemente, Nenadic ha giocato con il Mladost Lucani, sempre nella prima serie serba, mentre in precedenza ha militato con Novi Pazar, Metalac e Radnicki. Il giocatore resterà qualche giorno ad allenarsi con il gruppo e sarà valutato attentamente da Masitto e dallo staff tecnico. Una scelta da ponderare con attenzione, anche perché probabilmente il giocatore non sarebbe certo utilizzabile in tempi brevi considerato il necessario trasfert. Però il curriculum, il fatto che occupi principalmente il ruolo di terzino sinistro con la capacità di giocare sulla fascia mancina anche in posizione più avanzata, ne fanno un elemento da valutare con cura. Nenadic si aggiunge a un altro giocatore in prova, che però in realtà si allena col gruppo già da alcune settimane: si tratta di Ivan Matosevic, 26 anni, croato, centrocampista centrale o di fascia destra, che recentemente ha militato in Austria nel Wallern, mentre prima ha giocato nel Pomorac, in seconda serie croata, e prima ancora col Sarajevo, nella prima serie bosniaca. Su di lui però non è stato ancora deciso il da farsi. Da radio mercato nei giorni scorsi sono intanto affiorati altri rumors riguardanti due attaccanti classe 1990: si tratta di Emanuele Santaniello, recentemente in serie C con la Paganese e di proprietà del Torres, ed Emanuele Testardi, qualche anno fa anche 5 presenze in A con la Sampdoria e recentemente con Arezzo e Lupa Roma in serie C. Al momento però si tratta solo di voci che non hanno avuto un seguito concreto. Quello che è certo, invece, è che Abano-Unione Triestina 2012, valevole per la seconda giornata di serie D e prima trasferta di campionato per la squadra di Masitto, si giocherà domenica alle ore 15 sul campo di Este, perché nell’impianto di Abano si stanno svolgendo dei lavori. Della partita non farà sicuramente parte il centrocampista Mattielig, che sta recuperando dall’infortunio muscolare ma certamente non verrà rischiato già domenica.
Ore 21.50 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno si becca la seconda multa nel 2015 per insulti al direttore di gara. La partita di esordio al Polisportivo di domenica, oltre ad aver portato un solo punto in classifica ai gialloblù, costa cara alla società, che si è vista recapitare dal giudice sportivo un’ammenda di settecento euro per insulti diretti all’arbitro. Per trovare un episodio simile non occorre andare troppo indietro nel tempo, e non serve neanche cambiare avversario. Stiamo parlando del 18 gennaio, quando la società fu multata di tremila euro per insulti razziali e subì anche la squalifica del campo, quest’ultima però successivamente revocata. Anche questa volta, secondo il comunicato del direttore di gara, sarebbe volata qualche parola di troppo contro l’arbitro, mentre il fischietto stava rientrando negli spogliatoi al termine del match, pochi minuti dopo aver negato un rigore al Belluno che il pubblico probabilmente non ha gradito. «Sinceramente in quel momento non mi sono accorto di nulla, al triplice fischio mi stavo dirigendo verso lo spogliatoio – commenta il presidente gialloblù Gianpiero Perissinotto – non ho sentito insulti diretti all’arbitro. Non so cosa sia successo perchè la partita contro il Tamai è stata assolutamente tranquilla. Le persone intorno al cancello, vicino all’uscita dal campo che porta agli spogliatoi, ci sono da sempre. Se è scappata qualche parola di troppo non ci resta che accettarlo. Ricorso? Vedremo nei prossimi giorni cosa fare, dovremo confrontarci con gli altri membri del consiglio». Una multa salata. Settecento euro in una categoria come la serie D non sono pochi, anzi, sono un bel macigno che il Belluno, nel caso la multa venga confermata anche dopo un eventuale ricorso, dovrà portarsi fino alla fine dell’anno. «Settecento euro sono tanti soldi – continua Perissinotto – è una bella botta sul nostro bilancio. Quando prepariamo una stagione stiamo sempre attenti a tutto, questa multa peserà, speriamo almeno sia l’ultima. Il match? Non siamo stati brillanti come il finale di stagione dello scorso anno ma bisogna dire che il Tamai è una bella squadra che non ha rubato nulla e il pareggio ci può stare. Se poi l’arbitro ci dava il rigore nel finale, potevano arrivare anche i tre punti. Temo che quest’anno dovremo aspettarci tante squadre che verranno al Polisportivo per giocare come i biancorossi, chiusi in difesa e pronti a ripartire». Dopo il Venezia c’è il Belluno. «La squadra della laguna ha qualcosa in più delle altre – continua Perissinotto – dopo vedo la Luparense, il Mestre e perchè no, il Belluno. L’obiettivo è di migliorare il quarto posto della scorsa stagione ma bisogna ricordarsi che non siamo soli e che questo è un altro campionato. I presupposti per fare bene però ci sono tutti».
Ore 21.30 – (Alto Adige) A Bolzano ha lasciato ottimi ricordi e non solo perchè ha contribuito a chiudere la porta a doppia mandata nell’anno della storica promozione in C1 dell’Alto Adige di mister Alfredo Sebastiani. Michele De Bernardin è stato il preparatore dei portieri in quella e in altre stagioni e con la sua competenza ha dato un’ impronta importante a quella che è diventata una filosofia di “vita calcistica” in via Cadorna. Modi gentili, una preparazione accademica, buone letture, ha “coltivato” i numeri uno dell’Alto Adige con la tecnica, la tattica, allenando muscoli e cervello perchè la forza di un portiere e nelle mani, nei piedi e nella mente. Domenica Michele De Bernardin arriva a Bolzano da avversario, preparatore dei portieri del Mantova. Che effetto fa tornare al Druso da avversario? «Sono già venuto al Druso due anni fa col Vicenza. È sempre un’emozione particolare tornare a Bolzano perchè qui ho iniziato la mia avventura tra i professionisti, ho vissuto momenti indescrivibili, ho tanti amici poi mi piace la città». Già, Vicenza: come mai non è rimasto in Veneto? «Dopo l’arrivo di mister Marino che aveva il suo staff personale ero stato dirottato alle giovanili e quando mi è giunta la proposta del Mantova non ci ho pensato due volte». A Bolzano ha allenato giovani promesse e portieri affermati: quale numero uno l’ha impressionata di più? «Direi Zomer, il più forte di tutti e se da giovane avesse avuto più “testa” avrebbe raggiunto palcoscenici molto importanti. Però anche Simon Mair che è partito praticamente da zero ed è cresciuto tantissimo. Ho saputo che ha smesso, mi dispiace». Col Vicenza ha allenato in B, nell’ambiente è conosciuto e apprezzato: cosa le manca per approdare alla ribalta della serie A? «Non lo so, forse ho iniziato troppo presto, non mi sono legato ad un allenatore specifico, nel calcio come nella vita ci vuole fortuna». Però Mantova è piazza importante, con tradizione ed ambizione… «Assolutamente sì. All’amichevole col Milan c’erano 9mila spettatori e nelle partite casalinghe c’è sempre tanto pubblico. Inoltre mi piace la filosofia e lo stile di mister Maspero che pretende grande partecipazione del portiere alla manovra». Si spieghi… «Domenica scorsa il nostro portiere Bonato ha toccato 74 palloni e di questi solo 4 con le mani. Questo significa che deve essere abile con i piedi ed è praticamente un giocatore». Insomma, le mani non sono più i “ferri del mestiere”. Come si allena un portiere moderno? «Curando i fondamentali ma anche sotto il profilo tattico. Il portiere deve essere bravo a leggere l’azione e a muoversi di conseguenza». Dopo tanti anni di numeri uno giovani e di belle speranze l’Alto Adige si è affidato a mani esperte… «E che mani, quelle di Achille Coser che è un bravissimo portiere che ho avuto a Vicenza. Porterà sicuramente molti punti. Però bisogna avere fiducia nei giovani e non aver paura di lanciarli». Che partita sarà domenica? «Siamo all’inizio, le due squadre hanno vinto la prima e sono entrambe ottime formazioni. Eppoi chi vince va in testa. Sono davvero contento di tornare al Druso, sarà una bella emozione».
Ore 21.10 – (La Provincia Pavese) La prima chance di prendere il posto di Facchin gli era capitata l’anno scorso, alla penultima di campionato contro il Como. E non si può dire che fosse stata baciata dalla buona sorte: il Pavia perse 3-0 e lui, Gianmarco Fiory, fu trafitto senza colpe, anzi sul secondo gol era riuscito a metterci una pezza prima del tap-in vincente di Cristiani. «Ma siccome sono autocritico dico che forse sulla terza rete (un gran diagonale di Le Noci di prima intenzione, ndr) se mi fossi posizionato coprendo un po’ meno il primo palo, quel tiro l’avrei preso». Ora comunque per Fiory è arrivata la seconda occasione: l’infortunio di Facchin gli consegna le chiavi della porta azzurra nel debutto in campionato del Pavia, domenica sera in trasferta con la Cremonese. «Dobbiamo ricordarci della gara di ritorno dello scorso campionato, quando obiettivamente ci misero sotto – dice il venticinquenne ex Savona, Casale e Arzanese – esordire con la Pro Patria, come era previsto, sarebbe stato diverso, ma dobbiamo partire subito forte, senza esitazioni. Per me è un’occasione da sfruttare, fermo restando che non spero certo negli infortuni dei miei colleghi per giocare, tantomeno di Facchin che al Pavia è alla sua sesta stagione». In azzurro Fiory sarebbe dovuto arrivare già un anno fa. «Mi contattò il direttore Londrosi, che mi conosceva dai tempi di Casale, prima che la nuova proprietà acquistasse il Pavia – racconta Fiory – c’era stima reciproca, lui credeva in me anche come persona. Io però scelsi di andare alla Juve Stabia. Qualche dubbio mi venne quando vidi tutti i giocatori che il Pavia stava comprando, compreso Ghiringhelli che era alla Juve Stabia con me. Quando poi mi resi conto di aver fatto un errore non ebbi il coraggio di chiamare, Londrosi. Ma a gennaio chiamò lui: non so quanti l’avrebbero fatto». Naturalmente stavolta fu un sì straconvinto, ancora adesso, nonostante le difficoltà a ritagliarsi uno spazio. «Non giocare fa male, ricordo che arrivai a Pavia in uno stato di forma onestamente imbarazzante – ammette Fiory – devo ringraziare il preparatore dei portieri Alfredo Geraci che mi rimise a posto». Geraci, tra l’altro, lo aveva visto in azione proprio in occasione della partita più sfortunata della sua carriera, nell’ottobre di tre anni fa, quando difendeva la porta dell’Arzanese contro il Borgo a Buggiano. «Ero uscito al limite dell’area piccola scontrandomi con due attaccanti avversari – spiega Fiory – nella ricaduta la caviglia resto bloccata a terra. Temetti il peggio, il medico mi disse però che la caviglia era a posto. Provai a continuare ma a ogni passo urlavo dal dolore tanto che Dimas, attaccante avversario, cercò subito di approfittarne. Riuscì a fermare il suo tiro ma poi dovetti uscire: la diagnosi fu di frattura scomposta del perone». Un lungo stop prima del rientro nella stagione successiva 2013-2014, poi il passaggio alla Juve Stabia, ma solo per sei mesi. Fiory è di Capri («ho tutti i miei parenti lì, ci torno appena possibile»), dove ha mosso i primi passi da calciatore. A 14 anni è passato al Sorrento, in pratica di fronte a casa, e quindi alla Juventus, dove ha giocato nella Berretti e nella Primavera prima di cominciare dal Savona, in D, il suo percorso verso il professionismo. «Il mio modello di portiere? E’ ovvio, da tifoso bianconero, dire Buffon, per costanza di rendimento. Poi, certo, uno come Neuer è un marziano». Le sue parate più belle invece «sono quelle con l’Arzanese negli spareggi per restare in Lega Pro, nell’anno della riforma dei campionati, contro Sorrento e Tuttocuoio». La chance con la Cremonese arriva dopo le presenze al posto di Facchin in due prestigiose amichevoli contro Pro Vercelli e Chievo: «Con la Pro Vercelli abbiamo giocato alla pari, anzi abbiamo avuto più occasioni, col Chievo abbiamo fatto un paio di errori sui loro gol, ma ci poteva stare anche il pareggio». L’anno scorso Fiory ha dovuto allenarsi nel gioco con i piedi, sul quale Maspero insisteva molto con i portieri. «A lui piaceva così, anche a costo di rischiare. Con Marcolini è diverso, se è difficile giocare la palla meglio calciarla lontano».
Ore 20.50 – (Gazzetta di Mantova) Ieri i biancorossi hanno continuato a Goito la preparazione in vista della gara di domenica (ore 18) a Bolzano contro il Sudtirol. In forse sono il centravanti Anastasi e il centrocampista Puccio. Anastasi, che accusa dolore al ginocchio, verrà visitato oggi dall’ortopedico Zanini. Puccio, invece, è stato sottoposto a radiografie che hanno escluso fratture al piede, ma è molto dolorante per un pestone subìto all’alluce. Oggi è in programma un’altra seduta a Goito e allenamenti mattutini sono previsti fino a sabato, quando la squadra partirà in pullman per il ritiro. I tifosi andranno a Bolzano con auto private e un pullman organizzato dal Centro di Coordinamento. Gli interessati possono telefonare (dopo le 20) a Gianluca Negretti: 328/4559913. I biglietti per Sudtirol-Mantova, acquistabili anche domenica allo stadio, sono in vendita a Mantova in corso Garibaldi 62, via Verona 35 e via Trento 2; a Pegognaga in via Mantovana 5. Il settore ospiti costa 16 euro e chi ha la Tessera del tifoso può acquistare altri 2 tagliandi per amici che ne sono sprovvisti.
Ore 20.30 – (Gazzetta di Mantova) Il grave infortunio (frattura della rotula) subìto domenica nel match contro il Renate potrebbe costare al portiere Pasquale Pane uno stop di tre mesi e non di due come preventivato in un primo tempo. Ieri il numero 1 biancorosso è stato visitato dall’ortopedico Zanini, che gli ha ordinato un mese di totale riposo, ipotizzando poi una riabilitazione piuttosto lunga, che porterebbe Pane a tornare a giocare fra tre mesi. La società, a fronte di questa situazione, per ora ha deciso comunque di non tornare sul mercato: «La nostra linea, condivisa con il mister – spiega il socio Paolo Musso – è di andare avanti così». Fiducia piena, dunque, al 22enne Francesco Bonato, che del resto in estate era arrivato proprio come titolare designato. E ora ha la sua grande occasione: «Sì – dice Bonato -, spiace che sia arrivata così e ovviamente spero che Pane si rimetta il prima possibile. D’altro canto sono felice di poter giocarmi le mie carte: ero arrivato a Mantova proprio per vivere una stagione da protagonista e adesso spero di riuscire a dimostrare che ne sono all’altezza». L’esordio “a freddo” contro il Renate è andato bene e ora Bonato spera di ripetersi: «Noi portieri non abbiamo bisogno di scaldarci molto, ma a livello mentale certo entrare così a partita in corso non è semplice. Io ho cercato di fare del mio meglio: non sono del tutto soddisfatto perché non sono riuscito a giocare tanto “alto” quanto chiede il mister, ma nel complesso me la sono cavata. E poi il non aver preso gol è un buon inizio». Dalla porta Bonato il Mantova del debutto l’ha visto così: «Nel complesso siamo andati bene ma forse eravamo un po’ più scarichi del solito. L’amichevole con il Milan probabilmente ci ha tolto un po’ di energie e il resto l’ha fatto l’ottima prestazione del Renate, che difendeva bene e rendeva più difficile sviluppare il nostro gioco. Alla fine comunque abbiamo vinto ed esultare sotto la Te è stato fantastico». Ora la testa è già rivolta alla gara di domenica contro il Sudtirol: «Ci aspetta un’altra sfida tosta – avverte Bonato -, contro una buona squadra, che a livello di nomi sembra anche più quotata del Renate. Noi, visto il gioco che ci chiede di sviluppare il mister, andremo comunque lì per provare a fare la partita. Il nostro obiettivo è di vincere più gare possibile – conclude Bonato -, poi sarà il campo a dirci la verità sulle nostre potenzialità».
Ore 20.10 – (Gazzetta di Reggio) La Reggiana, a sorpresa, ha ceduto il centrocampista Federico Angiulli all’Ascoli. La notizia è stata data in modo ufficiale dal club marchigiano, che riferisce di un blitz compiuto a Reggio dal dg Lovato. La Reggiana, al momento, non ha ufficializzato l’operazione, forse la cessione di Angiulli è da ricondurre all’impossibilità di cedere Vacca al Catania. Oggi pomeriggio, con fischio d’inizio alle ore 17.30, la Reggiana sarà impegnata in provincia da una gara amichevole contro una formazione che milita nel campionato di Eccellenza: la Folgore Rubiera. Teatro della sfida, ad ingresso libero, sarà l’impianto Valeriani di Rubiera poi, al termine del match, l’evento avrà una coda sotto i portici della cittadina con aperitivi e possibilità di intrattenersi coi giocatori mentre gli stessi faranno da testimonial al negozio di abbigliamento Riki Boutique, candidato a diventare il partner granata per quanto riguarda l’abbigliamento di rappresentanza. La partita non mette in palio punti classifica però sarà un buon banco di prova per gli uomini di Alberto Colombo, reduci da un debutto stagionale non esaltante col Padova, attesi domenica dalla prima trasferta di campionato in quel di Lumezzane ( ore 17.30 ). Occhi puntati in particolare sul centrocampista Paolo Bartolomei – ultimo arrivato del mercato e prima maglia granata per lui – che la società conta di poter utilizzare già dalla prossima di campionato ma sono ancora tanti i meccanismi da oliare e gli esperimenti di uomini e di modulo che certamente verranno effettuati dal tecnico lombardo. Ieri Spanò e compagni hanno svolto doppia seduta tra palestra e campi di via Agosti, sul piano tattico il trainer ha lavorato sugli schemi prima e per reparti separati poi. Sempre al differenziato Rampi e Giannone, fuori Pesenti, il resto del gruppo è tutto a disposizione, fatta eccezione per il portiere Rossini in palestra a scopo precauzionale. Ancora presente Vacca, al lavoro da solo, in attesa degli sviluppi per il trasferimento a Catania. I tifosi. Teste Quadre e Gruppo Vandelli si stanno mobilitando per la trasferta di Lumezzane in pullman. Il Gruppo Vandelli si ritrova in polveriera alle 13.30. Costo 15 euro, per prenotazioni 340/62.80.210. Le Teste Quadre si ritrovano alle 14.30 alla polveriera, costo 20 euro (caparra 10 euro) prenotazioni al 334/81.04.180.
Ore 19.50 – (Gazzetta di Reggio) A volte ritornano. Giancarlo D’Astoli, che dalle nostre parti è ricordato soprattutto per aver portato il Brescello a sfiorare la serie B ed a pareggiare in Coppa Italia con la Juventus, per la terza volta nella sua carriera è chiamato alla guida del Lumezzane. Sensazioni e che Lega Pro ha ritrovato? «Bellissime, se che ti richiamano a distanza di anni vuol dire che hai lasciato un buon ricordo, che c’è stima e fiducia nel tuo lavoro, mi ritrovo a rincorrere le mie idee quando pensavo di essere superato, quanto al campionato ci sono molti giovani interessanti ma a scorrere gli organici mi pare decisamente indebolito come valori tecnici rispetto a qualche anno fa». D’Astoli a Brescello usava il 4-4-2, è ancora quesat la sua filosofia di gioco? «In questi anni si è evoluto il calcio ed anche io ho utilizzato diversi moduli. Domenica a Gorgonzola ho utilizzato il 4-3-3; contro la Reggiana vedremo, ma l’importante non sono i numeri quanto l’approccio alla gara, se non hai corsa, pressing, voglia di smarcarti, puoi metterti come vuoi ma difficilmente fai risultato». L’obiettivo del Lumezzane è la salvezza o mira a qualcosa in più? «Presto per dirlo, ci vorranno sei sette partite per capire il nostro valore e quello degli avversari, è evidente che quando vieni dall’aver conservato la categoria ai play out il primo traguardo è guadagnare quanto prima la quota salvezza, se la fai presto poi puoi pensare ad alzare l’asticella delle ambizioni. Siamo capitati in un girone di ferro, perchè non bastavano Pavia, Alessandria e Cremonese, ci hanno aggiunto anche la Reggiana, per la società, per la serenità dell’ambiente, la possibilità di lavorare tranquilli, senza eccessive pressioni, forse il Lumezzane meriterebbe palcoscenici anche superiori». Se la sente di indicare punti di forza e di debolezza della sua squadra o non vuole dare vantaggi a Colombo? «Ora con internet non è che puoi nascondere qualcosa, non c’è bisogno di osservatori, si sa tutto di tutti. Diciamo che se riusciamo a ragione e giocare di squadra, esprimerci come gruppo, per me i valori li abbiamo, se ci disuniamo andiamo in difficoltà». La Reggiana la conosce? «L’ho vista a Perugia e contro il Padova, lì è andata un po’ in difficoltà perchè non è facile trovarsi subito sotto, ha saputo reagire, per me, anche se ho letto il contrario, ha fatto una buona partita. Il campionato scorso ha sfiorato al promozione, è stata costruita per vincere, bisogna vedere come reagità e saprà adattarsi al proprio girone». All’esordio la Reggiana si è trovata in difficoltà soprattutto nel gioco aereo nei suoi sedici metri, vuoi avete subito due reti da calcio d’angolo; è lì che si deciderà il match? «Precisiamo alcune circostanze: il primo gol lo abbiamo subito su mischia, agli avversari ci sono voluti tre tiri ribattuti per segnare; il secondo, a tempo scaduto, su rigore per me inesistente; diciamo che se non derubati, sicuramente siamo stati privati di qualcosa che avevamo meritato. Detto questo nel calcio di oggi le azioni da fermo diventano determinanti».
Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Resta un po’ di rammarico per l’occasione sfuggita, ma in generale il popolo neroverde in web ha gradito il pareggio al Garilli di Piacenza (1-1) nell’esordio stagionale del Pordenone in LegaPro. Ovviamente sugli scudi c’è il regista e realizzatore Pederzoli. «Grande Alex – sentenzia via internet il tifoso Leonardo Di Lullo -, fa la differenza. Brava la dirigenza a prenderlo». Andrea Cutelli è di scuola Piccinini: «All’incrocio, sciabolata imprendibile». Non solo Pederzoli. «Giocare con autorevolezza in trasferta – fa notare Michele Ervoni – è un bel segnale». C’è però chi puntualizza: «Partita controllata tranquillamente, ma – sottolinea Salvo Chiarenza – bisogna chiudere concretizzando. Altrimenti si perdono punti». Più sintetico Dario Rosolen: «Peccato, era già vinta». L’attacco non soddisfa. «Con una punta di categoria – è secco Alessandro Trentin – si vinceva 3-0». Paolo Turchet guarda al mercato di riparazione: «Serve una punta». Chiusura con l’ottimismo di Salvatore Abate: «Dai, che sarà un buon anno».
Ore 19.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Sulla carta c’è, in realtà forse. È la Pro Patria, retrocessa e riammessa in LegaPro (senza pagare la supertassa di 500 mila euro), nonostante il coinvolgimento di tanti suoi ex tesserati nei processi per calcio scommesse. Dovrebbero rilevarla in tandem Testa e l’ex azzurro Collovati, ma le trattative sono ancora in alto mare. Domani però scadranno i termini per la presentazione della fideiussione che, salvo accelerazioni record del passaggio di proprietà, dovrà essere garantita dall’attuale presidente (Vavassori), insieme a tutte le altre scadenze economiche. Lo farà? Se lo chiedono anche i neroverdi, che dovranno (dovrebbero) affrontare i bustocchi alla quinta giornata. Intanto però sono concentrati sul match di domenica (inizio alle 17.30), la “prima” al Bottecchia contro l’Albinoleffe. La sfida-spareggio della scorsa stagione con i bergamaschi portò 2300 persone al Bottecchia. Vinse il Pordenone 1-0, gol di Maracchi, condannando la celeste alla retrocessione diretta. Nella gara iniziale l’Albinoleffe, ripescato durante l’estate come il Pordenone (versando entrambe la supertassa da mezzo milione di euro), ha perso in casa con il Sudtirol (0-1, rigore trasformato da Maritato). La partita di domenica verrà diretta da Luca Candeo. Il fischietto di Este, ex pallanuotista, vanta 9 presenze in LegaPro (l’esordio il 2 dicembre 2013), durante le quali ha estratto per 51 volte il cartellino giallo (oltre 7 a gara di media), ma nessun rosso. Due i rigori fischiati. Sarà coadiuvato da Zancanaro e Badoer.
Ore 18.50 – (Messaggero Veneto) In attesa di Filippini e De Agostini, che anche ieri hanno lavorato a parte, Tedino ha riabbracciato Axel Gulin. Pur con una condizione approssimativa, l’ala giuliana ha ripreso a lavorare col gruppo. Non è escluso che domenica, vista la nuova panchina lunga, possa essere tra i convocati. Si sono allenati col resto della squadra anche Ingegneri e Marchi. Due sedute ieri per i neroverdi: esercizi di forza e lavoro sulla linea difensiva al mattino, parte atletica, esercizi sul possesso e sulla fase offensiva al pomeriggio. Oggi e domani sono previste due sedute pomeridiane (alle 15 al De Marchi). Sabato la rifinitura (alle 10 a porte chiuse).
Ore 18.30 – (Messaggero Veneto) Avevano acceso dei fumogeni durante un match amichevole e, nonostante fossero stati invitati a spegnerli, li hanno tenuto lo stesso accesi. Ora rischiano di rimediare un Daspo (divieto di accesso alle manifestazioni sportive): potrebbero quindi non entrare più allo stadio – per un determinato periodo di tempo – a vedere la propria squadra del cuore. E’ ciò che stanno per subire tre tifosi del Pordenone, uno residente in città, uno a Porcia e uno a Cordenons. A loro è stato notificato l’avviso dell’avvio di un procedimento amministrativo, secondo gli articoli 7 e 8 della legge 78/1990 numero 241. La gara in questione è Sacilese-Pordenone del 5 agosto scorso al XXV aprile. Il terzetto è stato riconosciuto dagli agenti della questura presenti allo stadio e subito identificati. Su di loro grava l’accusa della violazione dell’articolo 703 del codice penale e dell’articolo 6 della legge 401/1989 e successive modifiche. Ora i tre tifosi hanno dieci giorni per presentare il ricorso. Una volta reso esecutivo, il provvedimento, come detto, potrebbe costare loro un Daspo. La notizia, che circola da qualche giorno, ha colto di sorpresa il popolo neroverde, notoriamente tutt’altro che facinoroso: mai, perlomeno in epoca recente, si era distinto in maniera negativa. Anzi, in più occasioni, la scorsa stagione era stato elogiato da parte delle tifoserie avversarie. Anche nella circostanza, al di là dell’episodio dei fumogeni, comunque censurabile, il gruppo di supporter non aveva reagito alle provocazioni dei fan liventini, con i quali esiste da diverso una rivalità piuttosto accesa. I tifosi del club cittadino hanno mantenuto la calma, continuando a incitare la propria squadra sino al termine della partita. Niente di paragonabile, per fare un esempio, alla tensione che si era respirata nell’ultimo derby tra le due squadre, giocato a gennaio 2014. L’argomento “Daspo” sarà oggetto di discussione nel mondo della curva almeno sino a domenica, quando ci sarà il debutto casalingo del Pordenone in campionato.
Ore 18.10 – (Messaggero Veneto) Ci sono gare che hanno un sapore speciale. E quella di domenica, per il Pordenone, lo è. Per i ramarri, infatti, la seconda giornata di Lega Pro rappresenta il debutto in casa in campionato: avversario, l’Albinoleffe, proprio il team con cui, lo scorso maggio, si sono conquistati i play-out di fronte a ben 2.300 tifosi, numero record di pubblico della storia recente. Ecco: il Bottecchia, la tana dei neroverdi, che è stato l’arma in più nel finale di stagione; l’Albinoleffe, avversario che evoca i ricordi più dolci. Non può essere una domenica banale, anzi; ci vuole un tifo speciale e, anche per questo, la società invita i tifosi da qui a sabato a sottoscrivere l’abbonamento. Casa dolce casa. Si vuole ricreare, in altre parole, il clima che si è vissuto da gennaio in poi nell’impianto di via Stadio. Dopo il gran inizio col Venezia, prima gara casalinga del ritorno tra i “pro” (quasi mille spettatori), complice gli scarsi risultati il Bottecchia si era lentamente svuotato. Poi, con l’arrivo di Rossitto in panchina, un discreto mercato invernale e qualche vittoria, quello stadio storicamente timido si è risvegliato, sino a diventare un catino piuttosto caldo, vedi anche i 1.500 tifosi avuti con l’Alto Adige (in serale), i 1.200 col Novara, i 1.600 in gara-1 dei play-out col Monza. Numeri notevoli per questa piazza, una presenza che ha portato i giocatori a spingersi oltre i propri limiti, mettendo in scena l’incredibile rimonta poi finita male. Non era un caso se, in trasferta, la squadra si spegneva, risultando priva di coraggio e di idee. Vicini. Proprio per rivivere grandi emozioni, dovute anche dal fatto di giocatore in una categoria importante, la società ha chiesto e ottenuto il ripescaggio. Ha così speso 500 mila euro: un sacrifico notevole, soprattutto considerato il momento. Si aspettava una risposta da parte della città. In parte è arrivata, visti i 150 abbonamenti sottoscritti (50 in più dell’anno scorso), tuttavia però non è stata sufficiente per tracciare un bilancio del tutto positivo: così Mauro Lovisa e i suoi soci rinnovano l’invito a legarsi al club neroverde. C’è tempo fino a sabato. Gli interessati devono recarsi al centro sportivo De Marchi tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 20. Per costi visitare www.pordenonecalcio.com/abbonamenti, per informazioni contattare il 348 8234864. Un appello per rivivere emozioni come quella della scorsa stagione.
Ore 17.40 – Flash con Fabrizio De Poli sulla situazione degli infortunati: “Dionisi? Ha i postumi di un trauma distorsivo, sta abbastanza bene e per domenica penso che possa essere a disposizione. Favalli? Ha un affaticamento dietro alla coscia, ha lavorato a parte ma mi sembrava che stesse bene e quindi credo che ci sarà domenica. Ilari? Rimarrà a riposo finché non si chiude l’ematoma, non penso che sarà a disposizione domenica”.
Ore 17.25 – Qui Guizza: Aperi fissa il risultato sull’8-0. Terminano partitella ed allenamento.
Ore 17.20 – Qui Guizza: altri due gol per Altinier, tripletta per il centravanti e 7-0 per il Padova.
Ore 17.00 – Qui Guizza: doppietta personale per Mazzocco.
Ore 16.50 – Qui Guizza: Padova sul 4-0 grazie alle reti in rapida successione di Mazzocco (perentoria azione personale) ed Altinier (pescato alla perfezione da Giandonato).
Ore 16.40 – Qui Guizza: inizia la ripresa. Questa la formazione (4-2-3-1): Petkovic; Dell’Andrea, Gorzelewski, Niccolini, Anastasio; Giandonato, Ramadani; Turea, Mazzocco, Aperi; Altinier. Nella Berretti in attacco Cucchiara.
Ore 16.30 – Qui Guizza: termina il primo tempo della partitella, 2-0 il risultato grazie alla doppietta di Cunico.
Ore 16.10 – Qui Guizza: doppietta per Cunico.
Ore 15.50 – Qui Guizza: partitella in famiglia contro la Berretti per i Biancoscudati. Questa la formazione, schierata col 4-2-3-1: Favaro; Dell’Andrea, Diniz, Fabiano, Anastasio; Corti, Bucolo; Bearzotti, Cunico, Petrilli; Neto Pereira.
Ore 15.30 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.
Ore 15.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) L’intesa fra Perinetti e Barreto è arrivata ieri sera, dopo una giornata di trattative che aveva imnpedito all’attaccante brasiliano di allenarsio con gli arancioneroverdi allo stadio Zanutto di San Donà, dove dopodomani arriverà la Sacilese (ore 16) nella seconda giornata di campionato. La quadratura del cerchio è stata limata sul piano economico essendo possibili in serie D accordi soltanto annuali, mentre il Barreto appena sceso dalla serie A di Torino risulta al centro di un progetto tecnico pluriennale. Intanto nonostante il buon inizio della campagna abbonamenti (220 tessere nei primi tre giorni) molti tifosi mugugnano per la decisione societaria di non aprire i distinti del Penzo nella stagione 2015/16. «Una scelta inopinata che evidenzia ancora la poca lungimiranza dei dirigenti – lamenta il club Alta Marea – Scuse come «per unire il tifo» o «sistemare i distinti» trascurano il fatto che si tratta del settore da sempre più venduto (261 abbonati su 571 l’anno scorso, ndr), popolatissimo anche negli anni dei Marinese-Poletti. Solo la gestione-Korablin li ha svuotati nonostante le promozioni. Nei prezzi manca una fascia media fra i 65 euro della curva ed i 150 euro della tribuna laterale: l’esempio del Parma con quasi 9.000 abbonati e la curva simbolicamente a 25 euro è sotto gli occhi di tutti. Dispiace perché da solo il progetto tecnico-sportivo non può bastare per riavvicinare i tifosi». La chiusura dei distinti non va giù nemmeno all’Associazione Venezia Clubs che annuncia di non voler seguire la squadra: «Questo Venezia Fc non è rispettoso della tradizione quindi chiediamo, come vorrebbe la stragrande maggioranza dei veneziani e i nostri club, che si ritorni al neroverde al posto dell’arancioneroverde che non ha più ragione di esistere essendoci un Mestre sempre in serie D. Siamo inoltre in disaccordo con altre associazioni, VeneziaUnited in primis, che hanno chiesto alla società di ritornare al nome «Unione Venezia». Solo il neroverde potrà riportare tifo, partecipazione ed entusiasmo al Penzo». Sabato la Curva Sud dà appuntamento ai tifosi alle ore 14 in piazza Barche a Mestre con partenza alle 14.30 verso lo stadio Zanutto.
Ore 15.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) L’accordo tra le parti è cosa fatta, tanto che Barreto venerdì scorso è stato presentato ufficialmente dalla dirigenza arancioneroverde, con tanto di colpo di teatro in sede di presentazione della campagna abbonamenti e del nuovo logo del Venezia Fc. Ma la firma sul contratto ancora non c’è. Ieri il giocatore e il ds Giorgio Perinetti hanno avuto un lungo colloquio per definire i dettagli, soprattutto nella prospettiva di legare l’ex Torino con un contratto pluriennale. Non dovrebbe mancare molto alla quadratura del cerchio, ma per adesso il brasiliano è fermo, deve ancora sottoporsi alle visite mediche e, soprattutto, deve ancora allenarsi con i compagni. Ieri intanto gli uomini di mister Favaretto si sono allenati a San Donà di Piave, per prendere confidenza con il terreno dello «Zanutto» dove giocheranno sabato contro la Sacilese (ore 16). Sempre a parte Modolo e Cantini, che non saranno disponibili per il match, mentre mister Favaretto potrà contare sul rientro di Maccan che ha scontato la squalifica. Prosegue la campagna abbonamenti, che ieri ha raddoppiato rispetto ai primi due giorni. Raggiunta la quota delle 220 tessere (erano 110 martedì).
Ore 14.40 – (La Nuova Venezia) Due ore di allenamento per prendere confidenza con l’erba dello “Zanutto”. Ieri il Venezia si è allenato a San Donà, dove sabato pomeriggio affronterà la Sacilese a causa dell’indisponibilità del Penzo. Nel tardo pomeriggio la Lega Dilettanti non aveva ancora pubblicato il comunicato con l’ufficializzazione dell’anticipo, ma è solo una formalità. La scelta è certa. E ieri, a margine dell’allenamento, i dirigenti del Venezia si sono intrattenuti a lungo con i vertici del Sandonà, per definire gli aspetti logistici in vista della gara. Ai tifosi del Venezia sarà riservata la curva sud, quella dove abitualmente stanno i supporter sandonatesi. Quello dello “Zanutto” non sarà l’unico anticipo del secondo turno. Sabato si giocheranno anche Campodarsego-Este, Montebelluna-Virtus Verona e Luparense- Giorgione. Capitolo Barreto. Anche ieri niente allenamento per l’attaccante brasiliano, rimasto in sede per incontrare il diesse Perinetti e definire gli ultimi dettagli dell’accordo, dopo che martedì l’incontro era slittato a causa di impegni che avevano tenuto Perinetti lontano da Mestre. Oggi Barreto potrebbe dunque sostenere il suo primo allenamento con la casacca del Venezia. Poi toccherà a Favaretto valutarne la condizione fisica, tuttavia a questo punto il suo impiego è quantomeno improbabile. Ieri Modolo e Cantini hanno continuato a lavorare a parte, con il preparatore atletico. Per tutti gli altri seduta di allenamento suddivisa tra una parte atletica e alcune partitelle a ranghi ridotti. Nel terzo giorno della campagna abbonamenti, le tessere acquistate sono salite a 220. Un incremento legato anche all’entrata in funzione dei punti di Vela. Intanto il giudice sportivo ha deciso di non omologare il risultato di 0-1 della sfida di domenica scorsa tra Union Ripa e Campodarsego in attesa del preannunciato reclamo dei bellunesi.
Ore 14.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Martedì erano 4764 i tifosi vicentini che avevano sottoscritto l’abbonamento, con quota 5 mila che potrebbe già essere stata superata visto il buon afflusso in via Schio nelle ultime ore. «Non abbiamo un dato ufficiale, ma ritengo che potremmo aver superato quota 5 mila – sottolinea il direttore generale Andrea Gazzoli –. Un ottimo risultato calcolando che l’anno scorso il numero degli abbonati è stato di 5411. Siamo soddisfatti e stiamo valutando di non chiudere la campagna venerdì prossimo, ma di prolungarla per altri sette giorni. Decideremo a breve». Quota 5 mila è un obiettivo raggiunto grazie all’ottimo campionato scorso, ma anche a parecchie migliorie che il glorioso Menti ha subito nell’ultimo mese. «Grazie alla collaborazione di Macron abbiamo impermeabilizzato i distinti e installato seggioline con schienale che renderanno più confortevole assistere alla partita. Inoltre abbiamo abbassato la rete di recinzione a un metro e 40 centimetri, dando così una buona visibilità a tutte le file del settore, anche più basse. Abbiamo sistemato i bagni e dato anche una mano di colore, dopo aver provveduto ad opportuna disinfezione. Infine, in gradinata sud è stata tolta la rete dietro la porta, e adesso il colpo d’occhio del Menti è senza dubbio migliorato anche se abbiamo in programma anche tante altre piccole migliorie». Un Menti più accogliente ha certo contribuito a portare qualche abbonato in più, ma la componente più importante è sempre la passione dei tifosi. «Le cose stanno andando bene – precisa Maurizio Salomoni, presidente del CCCB – il precampionato è stato buono, e aver vinto a Modena all’esordio ha aumentato la fiducia dei tifosi. Gli aumenti degli abbonamenti sono stati accolti con un po’ di disappunto, ma nella scorsa stagione le tariffe erano da lega Pro…». Salomoni attende la sfida di sabato contro il Bari, per saperne di più sul valore del Vicenza. «Il nostro valore aggiunto è Marino – spiega Salomoni – con lui in panchina partiamo da una certezza. Se il Vicenza dovesse vincere col Bari, l’entusiasmo si alzerebbe e se la società decidesse di tenere aperta la campagna abbonamenti si potrebbe anche puntare a quota 6 mila».
Ore 13.40 – (Gazzettino) Sono passati più di quarant’anni, ma quel biennio da attaccante della Triestina resta un ricordo vivo più che mai. Per il presidente Gildo Rizzato la sfida Abano-Triestina in programma domenica alle 15 a Este (lo stadio di Monteortone è inagibile per il rifacimento del manto erboso) rappresenta un tuffo nel passato. Due campionati dal 1971 al 1973 con gli alabardati, 29 partite e tre gol, e la vittoria del campionato di serie D (1971-1972) con tanto di promozione in serie C in una squadra nella quale tra i compagni figurava anche un giovanissimo Gianpiero Marini, mediano poi dell’Inter e Campione del Mondo con l’Italia nel 1982. «La Triestina mi è sempre rimasta nel cuore e anche i suoi tifosi – racconta Rizzato – Lì ho ancora molti amici, e sono legato a Trieste anche perché è la città nella quale è nato mio figlio Andrea. Sono stati due anni bellissimi: non ho fatto molti gol, ma uno l’ho realizzato nella partita con lo Schio che ci ha consentito di vincere il campionato con cinque giornate d’anticipo». Allenatore degli alabardati era Francesco Petagna, nonno dell’attuale attaccante dell’Ascoli. «Con lui ho vinto due campionati (Sangiovannese in serie D, ndr), era una persona di grande carisma e mi aveva tenuto sotto la sua ala protettrice portandomi con sè nelle squadre dove andava: mi ha fatto esordire in serie A con la Spal, e oltre a Trieste, mi ha portato a Empoli e Sangiovannese». Che effetto le fa da presidente dell’Abano affrontare da avversario la Triestina? «Conservo ricordi bellissimi di quegli anni, ma mi piacerebbe batterla. Anche se siamo una realtà piccola rispetto a loro, abbiamo le nostre ambizioni. Purtroppo domenica non sarò allo stadio dato che andrò a Las Vegas per motivi di lavoro, ma resterò incollato costantemente al telefono per avere informazioni sull’andamento della partita». Nell’esordio con il Giorgione è arrivato un pareggio. «Abbiamo provato a vincere, alla fine abbiamo portato via un punto in trasferta e va bene così. Avevamo pareggiato all’esordio anche negli ultimi due campionati, vincendo poi l’Eccellenza e centrando i play off in serie D. Speriamo che sia di buon auspicio anche per quest’anno».
Ore 13.20 – (Gazzettino) Il primo storico successo del Campodarsego nel campionato di serie D finisce sub judice. Dal comunicato del giudice sportivo pubblicato ieri risulta che i bellunesi dell’Union Ripa La Fenadora hanno avanzato preannuncio di reclamo avverso l’esito della gara, che al momento resta quindi in sospeso. Sulla questione, telegrafico il presidente bellunese Nicola Giusti con un sms: «Non vogliamo sbottonarci. Semplicemente la nostra segreteria ha dei dubbi sul tesseramento di un giocatore del Campodarsego. Stiamo predisponendo il documento che invieremo agli organi competenti». Il giocatore in questione sarebbe Federico Gal, ultimo acquisto del Campodarsego. Ecco la replica del direttore generale Attilio Gementi: «Abbiamo verificato la posizione dei nostri giocatori e sono tutti tesserati regolarmente, incluso Gal che risulta tesserato il 3 settembre. Prendiamo atto del preannuncio di reclamo dell’Union Ripa La Fenadora, attendiamo gli sviluppi del loro eventuale ricorso». ESTE. Presentazione ufficiale oggi per la rosa giallorossa 2015-2016. L’appuntamento è alle 19 al “Salotto 38” in piazza Maggiore. Intanto, ieri la società ha comunicato che Leonardo Crafa non è più un giocatore dell’Este dato che sono subentrati problemi familiari e il club ha svincolato il centrocampista senza porre ostacoli.
Ore 13.00 – (Mattino di Padova) La prima, storica vittoria del Campodarsego in Serie D è al momento avvolta nel mistero. Il giudice sportivo della Lega Dilettanti, non ha omologato l’1-0 ottenuto domenica scorsa dagli uomini di Andreucci sul campo dell’Union Ripa la Fenadora (rete decisiva di Michelotto nella ripresa) in attesa del reclamo preannunciato al termine della gara dalla stessa società bellunese. Il risultato rimarrà sub judice fino a che il Ripa non presenterà formale ricorso (ha tempo fino a domenica) svelando anche quale sia il motivo di tale provvedimento. Perché nessuno, a parte i dirigenti bellunesi, rimasti ieri trincerati dietro il no comment, sa effettivamente quale sia a causa scatenante. «Stiamo attendendo un riscontro pure noi», allarga le braccia il dg del Campodarsego, Attilio Gementi. «Ci hanno detto che per loro c’è qualche irregolarità nel tesseramento di un nostro giocatore, ma non ci hanno voluto dire di chi si tratti. Abbiamo controllato immediatamente, e dai nostri tabulati siamo convinti di avere tutte le carte in regola». La circostanza, però, ha dato parecchio fastidio alla società padovana: «Non ci hanno voluto dire a chi si riferissero, ed è abbastanza paradossale nascondersi dopo aver preannunciato un reclamo. Il ricorso è uno strumento legittimo, ma non per questo i rapporti tra le società devono peggiorare: se anche ci fosse un tesseramento irregolare, non potremmo certo sistemarlo adesso. Perché, allora, non dirci come stanno le cose? Noi siamo caduti dalle nuvole, e il segretario bellunese Della Gasperina mi ha detto: Riceverete comunicazioni da parte del nostro avvocato, oppure avremo buttato via i soldi del ricorso. Il che mi ha lasciato un po’ interdetto. Non commento, ma dico che di certo io non mi comporterei così».
Ore 12.30 – (Gazzettino) In pieno recupero – tanto per restare in tema di calcio giocato – ma alla fine Michele Pellizzer ha lasciato il Cittadella per continuare a giocare in serie B. Ieri l’ufficialità del suo trasferimento all’Entella (prestito con diritto di riscatto) che ha sfruttato la proroga al mercato concessa dalla Figc dopo la riammissione tra i cadetti al posto del Catania. Una trattativa lampo, come la descrive il diggì granata Stefano Marchetti: «È nato tutto un paio di giorni fa. L’Entella si è fatta sentire, l’accordo si è trovato in fretta, anche con il giocatore». Non ci sarà alcuna integrazione nell’organico. «In difesa siamo coperti bene: abbiamo Pascali, Scaglia, De Leidi e Cappelletti nel ruolo di centrale, le alternative ci sono e sono tutte valide. Perdiamo Pellizzer, ma non ci siamo indeboliti». Mercato finalmente chiuso, adesso? «Penso proprio di sì. Abbiamo preso Chiaretti, che è un giocatore davvero bravo, e ceduto Pellizzer, abbiamo chiuso il cerchio. Sono davvero contento del nostro mercato». Eccolo l’ex capitano del Cittadella, che ieri ha svolto il suo primo allenamento con la nuova squadra: «Martedì sera ho saputo che c’era questa opportunità, l’accordo tra le due società era raggiunto, io ho trovato quello con l’Entella. Ho fatto subito le valigie all’indomani mattina sono partito. Tutto molto in fretta, tanto che non sono nemmeno riuscito a salutare i miei compagni di squadra, ho solo scritto loro tramite il gruppo di Whatsapp. Appena posso vedo di rimediare di persona». Il pensiero del giocatore ai tifosi: «Mi spiace andare via da Cittadella, dove mi sono trovato sempre bene. Dopo quattro anni però ci sta di lasciare un ambiente, fa parte del nostro lavoro. Approdo in una società molto simile al Cittadella, che ragiona nella stessa maniera». Durante il mercato estivo quant’è stato vicino a lasciare i granata? C’è mai stato niente di veramente concreto? «Tante voci, contatti anche, ma l’unica squadra dove sono stato davvero vicino è il Pescara, che alla fine però ha deciso di percorrere altre strade, prendendo uno svincolato (Campagnaro, ndr). Si è fatto avanti l’Entella, sono contento di giocare in serie B». Con che spirito affronta questa nuova avventura? «Voglio dare tutto per la squadra, cercando di non ripetere gli errori commessi nell’ultima stagione. Porto la mia esperienza, speriamo di fare bene. Già al primo allenamento mi sono accorto che la rosa è di buon livello, ci sono giocatori importanti, quindi sono fiducioso e carico. Sono consapevole di giocarmi tanto quest’anno, sono in prestito con diritto di riscatto, quindi toccherà a me meritarmi la conferma». Il saluto e l’augurio per il Cittadella: «Spero che la squadra possa vincere il campionato. Non sarà facile, ma il gruppo è davvero forte, e anche lo spogliatoio secondo me è il migliore degli ultimi anni. Lascio Cittadella con un po’ di rammarico, dopo quattro anni, però sono felice dell’opportunità avuta».
Ore 12.10 – (Mattino di Padova) Ha difeso la maglia granata del Cittadella in quarantuno gare di serie B, indossando anche la fascia di capitano. Poi le nuove avventure calcistiche nella Nocerina e in Spagna nello Huesca. A nemmeno 34 anni compiuti Francesco Scardina ha deciso di dire basta con il calcio. Una scelta dolora per l’ex numero 3 granata, ufficializzata ieri attraverso la sua pagina Facebook. «É arrivato il momento di mettere la parola fine alla mia carriera come calciatore», ha comunicato ai suoi fans il difensore del Cittadella targato serie B. «In tutti questi anni ho vissuto momenti indimenticabili. Questo sport, che io amerò per sempre, mi ha fatto crescere, mi ha fatto viaggiare, mi ha fatto soffrire, mi ha dato grosse soddisfazioni e mi ha fatto conoscere persone splendide. Pero, anche le cose belle finiscono e quasi sempre, non nel modo previsto. È ora di iniziare un altro capitolo della mia vita. Voglio ringraziare tutti voi che in questi anni mi avete seguito, sostenuto, criticato, appoggiato ed aiutato, senza di voi sarebbe stato tutto più difficile e vi porterò per sempre con me. È stato un privilegio condividere questo tempo con voi». Scardina lascia il calcio dopo due stagioni da incorniciare in Spagna, nello Huesca, culminate con la storica promozione dalla Segunda Division alla Liga. Nel luglio scorso però ecco da parte del difensore nativo di Rivalta (Torino) giungere la scelta della rescissione del contratto in seguito al cambio di dirigenza avvenuto nel club spagnolo. Proprio da qui scatta nella testa dell’ex difensore la volontà di cambiare vita e di appendere le scarpette al chiodo. Scardina, soprannominato “Ciccio” dagli amici, lascia dopo aver giocato con Juventus, Cesena, Paok Salonicco, L’Aquila, Crotone, Vicenza, Chievo, Cittadella, Nocerina e Huesca.
Ore 11.50 – (Mattino di Padova) Ciao, ciao Michele. Alla fine si è concretizzato in poche ore quello che nelle settimane delle frenetiche trattative che precedevano la chiusura del calcio mercato non era accaduto. Michele Pellizzer lascia il Cittadella, destinazione Chiavari. Nella prossima stagione giocherà nella Virtus Entella, club che ha potuto tesserarlo approfittando della proroga in entrata e in uscita concessa dalla Figc dopo la riammissione in serie B al posto del Catania, retrocesso per illecito sportivo. L’ex capitano granata, che sotto le mura ha giocato per quattro stagioni collezionando 148 presenze, condite da tre gol, passa ai liguri con la formula del prestito oneroso con diritto di riscatto. «Non vedo l’ora di iniziare, sono felice di essere all’Entella» le prime dichiarazioni ufficiali da giocatore della Virtus del 26enne difensore centrale di Asolo. «Sono pronto per scendere in campo, se il mister lo riterrà opportuno. Ho già disputato due partite di Coppa Italia e una di campionato quindi sono fisicamente a posto. Ho grande voglia di dimostrare che la società ha fatto bene a puntare su di me». Si chiude così, almeno per questa stagione, un matrimonio che già dopo la retrocessione in Lega Pro sembrava sul punto di saltare: Pellizzer non ha mai nascosto di voler rimanere in serie B ma gli va dato atto di aver giocato sempre a carte scoperte, come dichiarato anche al nostro giornale: «Il Pescara mi ha contattato prima della chiusura del mercato e io ho messo subito il dg Marchetti al corrente della situazione. Sarei potuto partire ma le società non hanno trovato un accordo e alla fine gli abruzzesi hanno scelto uno svincolato, Campagnaro. In precedenza mi aveva cercato il Brescia e, più di recente, la Ternana». Passata la scadenza dello scorso 31 agosto sembrava che ogni possibile saluto fosse rinviato a gennaio, tant’è che Pellizzer ha anche giocato l’intera gara d’esordio del Citta contro il Cuneo, domenica scorsa. Poi, tra martedì e ieri mattina, ha preso corpo rapidamente la trattativa con i liguri. Si tratta comunque di un addio a cui il tecnico Venturato può ovviare con gli uomini già in rosa: Pascali, Scaglia, Cappelletti e De Leidi offrono da questo punto di vista le massime garanzie sia per formare la coppia centrale titolare sia per rimpolpare la panchina. Intanto, per non perdere il ritmo-partita dopo il rinvio della gara con la Pro Patria, è stato inserito un test amichevole con la Berretti granata, sabato alle 15.30 al Tombolato, utile soprattutto per i nuovi arrivati Chiaretti e Litteri.
Ore 11.30 – (Corriere del Veneto) Sul mercato nella giornata di ieri sono arrivate importanti novità da Cittadella. Dopo l’arrivo di Lucas Chiaretti, ecco il tempo di un’altra cessione. Michele Pellizzer si trasferisce in prestito con diritto di riscatto all’Entella e, curiosamente, il primo like su facebook dopo la diffusione della notizia è arrivato dal suo ex compagno di squadra Massimiliano Busellato, passato nel frattempo alla Ternana. Operazione chiusa all’ora di pranzo e che porterà l’ormai ex capitano granata nuovamente in Serie B, la categoria che voleva. Il club ligure sfrutta la proroga di mercato in entrata e in uscita concessa dalla Figc dopo la riammissione in Serie B al posto del Catania, retrocesso per illecito sportivo: «Non vedo l’ora di iniziare – dichiara soddisfatto l’ex capitano – sono felice di essere all’Entella. Sono pronto per giocare, se il mister lo riterrà opportuno io darò la mia disponibilità. Ho già disputato due partite di Coppa Italia e una di campionato quindi sono fisicamente a posto. Ho grande voglia di dimostrare che la società ha fatto bene a puntare su di me». Pellizzer ha vinto la concorrenza di Bianco (Carpi), che fino all’ultimo ha trattato con il club ligure. Mai realmente presa in considerazione, infine, la concorrenza di Trevisan (Salernitana), che potrebbe finire al Catania.
Ore 11.00 – (Gazzettino) Il modulo 4-2-3-1 esalta in pieno le sue attitudini. Con altri assetti potrebbe giocare da trequartista o seconda punta? «Li ho fatti entrambi abbastanza e cercherò comunque di interpretarli al meglio, fermo restando che la mia caratteristica è quella di puntare l’uomo con l’uno contro uno e quindi, se servito spalle alla porta, mi riesce meno bene». Con le maglie di Crotone e Nocerina Petrilli ha già ottenuto in passato due promozioni in serie B. «A fare la differenza – spiega – sono vari elementi, a partire dal fattore campo. In casa non devi lasciare troppi punti per strada e fuori non devi mai chiuderti. Un gruppo solido e unito che non si monta la testa e un ambiente sano possono poi essere l’arma vincente». E domenica arriva il Pro Piacenza: «All’Euganeo a tutte le squadre basta un punto per cui giocheranno dietro, ma se facciamo il nostro gioco e ripetiamo la prestazione di Reggio Emilia non ce n’è per nessuno».
Ore 10.50 – (Gazzettino) Dopo tre stagioni e mezzo nell’allora C2 e in serie D, l’esterno offensivo biancoscudato si riaffaccia in terza serie. «Un anno che devo affrontare come fossi un giovane. Questo per me è un nuovo trampolino di lancio in una piazza in cui tutto vale doppio. Penso di giocarmi molto e forse questo è l’anno più importante per la mia carriera. Se si sbaglia, infatti, tutto poi diventa più duro». Tornando alla prova personale al “Mapei Stadium”, Petrilli, con la complicità dei compagni, si è subito rilevato, sulla falsariga di quanto succedeva in serie D, il grimaldello del Padova, colui che rompe gli equilibri e crea superiorità numerica con le sue giocate. Ora però il giocatore vuole fare un ulteriore passo in avanti: «Di quel match mi è piaciuto quasi tutto, soprattutto la concentrazione e l’attenzione che non sono mai mancate, ma non mi è piaciuto il secondo tempo in cui sono un po’ calato, come gli altri, quando invece si dovrebbe sfruttare la stanchezza altrui. Questo ancora mi manca perché, se si sta bene, negli ultimi 15-20 minuti si può fare veramente male».
Ore 10.40 – (Gazzettino) Nella passata stagione in serie D Nicola Petrilli, complice un problema fisico nei primi mesi a Padova, ha dovuto attendere quasi un girone per mostrare le sue qualità e fare la differenza in campo. Quest’anno un gradino più in alto, ha impiegato meno di 40 secondi di campionato per rivelarsi subito decisivo. Suo il cross da cui è scaturito il gol lampo di Neto Pereira, a impreziosire una gara che lo ha visto giocare in linea con le sue potenzialità, con scatti, punizioni procurate e anche il traversone per la testa di Cunico da cui poteva scaturire la rete del secondo vantaggio. «Bisognava partire così – esordisce l’ex Martina, ragionando in termini di squadra – perché se avessimo dato all’avversario la possibilità di fare il proprio gioco per noi sarebbe stata dura. Sbloccare la gara è stato dunque un primo passo avanti». E Petrilli è partito con il piede giusto: «Sono contento. Avevo fatto bene l’anno scorso, ma voglio assolutamente continuare altrimenti è tutto inutile. Occorre proseguire così fino in fondo, è importante sia per me che per la società».
Ore 10.30 – (Gazzettino) Terminato il primo stralcio del restauro dello stadio Appiani. Ad annunciarlo è stato ieri via Facebook il sindaco Massimo Bitonci. L’intervento ha riguardato la tribuna ovest dello storico impianto cittadino. Sono stati uniti il corpo A e il corpo B delle gradinate che ora possono ospitare fino a tremila persone. Sono stati poi sostituiti i seggiolini, rifatti i bagni che ora hanno anche una parte dedicata alle donne, e sono stati realizzati degli spazi da destinare al pronto soccorso. L’intervento è stato possibile grazie ad una sponsorizzazione di 150mila euro da parte del Birrificio Antoniano, che potrà usufruire di spazi pubblicitari all’interno dello stadio e durante delle manifestazioni organizzate dal Comune. Il progetto risale a circa tre anni fa e il suo principale promotore era stato l’allora consigliere comunale dell’Italia dei valori Michele Toniato che, tra lo scetticismo dell’allora giunta Zanonato, era riuscito a trovare uno sponsor disponibile ad invertire sull’Appiani dopo che il progetto Crotti per il recupero di piazza Rabin era stato accantonato dal Comune a causa di una serie di problemi prevalentemente di natura economica.
Ore 10.20 – (Gazzettino) Doppia seduta ieri per la squadra, con assenti Dionisi, Ilari e Favalli che hanno lavorato in piscina e dovrebbero recuperare per domenica. In campo Altinier e Mazzocco. Chiude intanto questa sera la campagna abbonamenti, con un orario prolungato a favore dei tifosi che non hanno ancora provveduto a sottoscrivere la tessera. Anche oggi la sede biancoscudata all’interno dell’Euganeo sarà infatti aperta dalle 15 alle 21. L’obiettivo della società di superare quota tremila è stato quasi raggiunto dato che ieri sono stati staccati altri 146 abbonamenti, per un totale di 2.975. Restano comunque irraggiungibili i numeri dell’anno scorso in serie D, con 3.511 tessere, poi salite nel girone di ritorno a 3.625. I tifosi dovranno presentare un documento d’identità e il codice fiscale, essendo gli abbonamenti nominali, come i biglietti, e sottoscrivere una supporter card, sempre che non già in possesso della tessera del tifoso del vecchio Padova. Sono inoltre disponibili per il ritiro quelle prenotate fino al 20 agosto. Questi i prezzi: poltrone oro 320 euro (190 ridotto per donne, nati dall’1 gennaio 1992 al 31 dicembre 2000 e sino al 31 dicembre 1955); tribuna ovest 180 (115); tribuna est 115 (75); tribuna Fattori 80 (55). Ingresso gratis senza posto a sedere per i nati dall’1 gennaio 2001.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Salvare la diretta radio. La tradizione della radiocronaca del Padova potrebbe restare in vita. Non sono passate inosservate agli occhi dei tifosile difficoltà incontrate dalle emittenti radiofoniche padovane nell’acquistare i diritti per trasmettere in diretta le partite biancoscudate. Difficoltà che hanno impedito la messa in onda della prima gara di campionato, domenica scorsa a Reggio Emilia, e che rischiano di cancellare una storia lunga 35 anni. Il gruppo “Azionariato popolare magico Padova”, ha lanciato un’iniziativa per salvare le radiocronache. Da oggi, sulla pagina facebook di “Apmp”, sarà aperta una pratica di “crowfounding”, in parole povere una raccolta fondi, per cercare di coprire il costo dei diritti per la radiocronaca diretta. Una colletta, tramite la piattaforma online www.eppela.com, alla quale ogni tifoso potrà aderire donando il proprio contributo.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Critiche alla terza maglia. Le nuove maglie biancoscudate, presentate fanno già discutere. In particolare la terza divisa, quella nera con la banda orizzontale bianca e rossa sul petto: ai tifosi non è sfuggita la somiglianza pressochè totale con la terza maglia del Vicenza, prodotta dal medesimo fornitore tecnico, la bolognese Macron. Una circostanza che ha fatto imbufalire la tifoseria sui social networl, tanto che nel pomeriggio la società biacoscudata ha diramato una nota ufficiale per spiegare che «Il Calcio Padova ha deciso di investire tempo, lavoro e una cifra maggiore rispetto alla fornitura standard (ovvero blu e non nera), proprio per poterla personalizzare. La terza maglia del Vicenza è blu e corrisponde alla versione da catalogo proposta da Macron. Pur ritenendo le maglie non identiche, il Calcio Padova avrebbe gradito di essere messo a conoscenza da Macron di questa affinità per valutare la situazione, ma ciò non è avvenuto». Chiude la campagna abbonamenti. Stasera alle 21 chiude la campagna abbonamenti: la sede dell’Euganeo aprirà alle 15 con l’obiettivo di abbattere almeno il muro delle 3000 tessere, circa 500 in meno rispetto alla passata stagione.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) «La prima partita dell’anno la fai sempre bene, raramente la sbagli perché è l’esordio e il significato della gara basta e avanza; la seconda invece ti riesce un po’ meno bene, perché ti senti troppo bello; la terza, quindi, provi a reagire, per sottolineare che la vera squadra è quella vista nella prima occasione. Infine, ecco la quarta partita: è quest’ultima, la vera partita della verità». E per il Padova, quindi, è proprio quella con la Pro Piacenza di domenica? «Ci stiamo preparando per il nostro vero banco di prova, dobbiamo avere lo stesso atteggiamento e la stessa intensità di Reggio Emilia: se non lo facessimo saremmo dei masochisti, perché in questa categoria il livello è talmente alto che non appena abbassi un po’ la guardia le prendi».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Tre partite ufficiali, due di Coppa e una di campionato, e ancora nessuna vittoria. Il Padova si avvicina al doppio impegno casalingo – domenica prossima contro la Pro Piacenza, quella successiva contro la Lumezzane, e sempre all’Euganeo – con l’imperativo di invertire quanto prima la tendenza. E il primo ad essere in attesa di una risposta positiva del campo è il tecnico Carmine Parlato (foto). Che nella settimana che conduce alla prima casalinga del campionato di Lega Pro, con i giocatori in questi giorni ha sfoderato un teorema tutto suo per rendere nota a tutti l’importanza della prossima gara. «Di solito, nel calcio, l’inizio di stagione segue uno schema abbastanza preciso, ed è ciò che io ho imparato prima da giocatore e poi da allenatore», spiega il tecnico biancoscudato.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Si diverte, il direttore sportivo Fabrizio De Poli, quando gli chiedono se quell’ultimo slot libero all’interno della rosa verrà occupato da un ultimo acquisto sul mercato degli svincolati: «Anche oggi mi hanno offerto due giocatori – ridacchia – ma non vi dico chi sono e comunque non prendiamo nessuno. Siamo a posto così». Dopo le inquietudini dei giorni scorsi, la buona prestazione di Reggio Emilia sembra aver spazzato via tanti malumori. E il clima è tornato sereno, con tanti sorrisi e pochissimi musi lunghi. Sul mercato il Padova probabilmente non interverrà più, a meno che non si presentino esigenze impellenti improvvise e allora ecco spiegata quella casella ancora vuota all’interno della rosa. Si pensa già a battere il Pro Piacenza, prossimo avversario domenica all’Euganeo tutt’altro che irresistibile, almeno sulla carta. Siccome, però, il ricordo di una brutta sconfitta contro il Pordenone è ancora vivo, nessuno si fida più di tanto.
Ore 08.30 – Allenamento pomeridiano per i Biancoscudati alla Guizza.
Ore 08.28 – Lega Pro girone A, il prossimo turno (seconda giornata, domenica 13 settembre): Cremonese-Pavia, Cuneo-Alessandria, FeralpiSalò-Bassano, Lumezzane-Reggiana, Padova-Pro Piacenza, Pordenone-AlbinoLeffe, Renate-Giana Erminio, SudTirol-Mantova, Pro Patria-Cittadella
Ore 08.26 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella, FeralpiSalò, Giana Erminio, Mantova e SudTirol 3, Bassano, Cremonese, Padova, Pordenone, Pro Piacenza e Reggiana 1, AlbinoLeffe, Alessandria, Cuneo, Lumezzane, Renate, Pavia e Pro Patria o.
Ore 08.24 – Lega Pro girone A, i risultati della prima giornata: AlbinoLeffe-SudTirol 0-1 (Maritato su rigore al 31′ pt), Alessandria-FeralpiSalò 1-2 (Iunco (Al) al 38′ pt, Guerra (Fs) al 7′ st, Romero (Fs) al 25′ st), Bassano Virtus-Cremonese 1-1 (Candido (Bv) al 24′ pt, Brighenti (Cr) al 38′ st), Cittadella-Cuneo 2-1 (Jallow (Ci) al 19′ pt, Bizzotto (Ci) al 12′ st, Ruggiero (Cu) al 38′ st), Giana Erminio-Lumezzane 2-1 (Cruz (Lu) al 8′ st, Perico (Ge) al 28′ st, Bruno (Ge) su rigore al 47′ st), Mantova-Renate 1-0 (Caridi (Ma) al 35′ st), Pavia-Pro Patria rinviata a mercoledì 16 settembre, Pro Piacenza-Pordenone 1-1 (Pederzoli (Pn) al 9′ pt, Alessandro (Pp) su rigore al 34′ st), Reggiana-Padova 1-1 (Neto Pereira (Pd) al 1′ pt, Arma (Re) al 7′ pt).
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E’ successo, 9 settembre: doppio allenamento per i Biancoscudati, lavoro in piscina per Dionisi, Favalli ed Ilari.