Live 24! Padova-Pro Piacenza, -4: lavoro in piscina per Favalli, Ilari e Dionisi

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Ore 21.10 – (Il Piccolo) Non è una cosa così frequente per un calciatore indossare da appena undici minuti una nuova maglia e andare subito in gol. È successo domenica a Stefano Santoni, ultimo ingaggio in ordine di tempo dell’Unione Triestina 2012, partito in panchina contro la Liventina ed entrato a metà ripresa al posto di Kabine. Poco dopo, quando Zubin gli ha servito su un pallone d’oro sulla sinistra, Santoni è rientrato sul destro e ha piazzato un vellutato tiro sul sette. Miglior debutto non poteva immaginarlo: «Sì, in effetti è stato un esordio perfetto – afferma Santoni – l’importante comunque era vincere. Poi il fatto che per me sia arrivato il gol è stata una gioia doppia». Torinese, 26 anni il prossimo novembre, Santoni lo scorso anno ha giocato in D nella Robur Siena (15 presenze e 2 gol), mentre nella stagione precedente era in C2 al Bra (24 presenze e 3 gol). In precedenza ha vestito le maglie di Real Vicenza, Alessandria, Pro Vercelli (con presenze anche in C1) e Canavese. Santoni, ma la palla voleva metterla lì nell’angolino? Beh, quando ho visto il portiere in uscita che si è abbassato, io la palla l’ho alzata. È stato un bel gol, ma alla fine l’importante è che sia entrata. Come è nato il suo approdo a Trieste? Era un po’ di tempo che c’era questo interessamento da parte della Triestina: io sono rimasto colpito dal buon progetto, la squadra è forte e ci sono i presupposti per far bene, così quando la possibilità si è concretizzata ho accettato subito. In effetti pare che il mister cercasse proprio un giocatore con le sue qualità. Chiunque si trova qua, è perché andava bene al mister. Ognuno con le sue caratteristiche e pronto per mettersi a disposizione. La concorrenza in attacco? Uno pensa solo a lavorare bene in settimana e dare il massimo, poi è il mister che fa le sue scelte. Quali sono allora le sue caratteristiche? Sono un esterno di attacco, un brevilineo a cui piace puntare l’uomo, mettere in porta i compagni e se possibile far anche gol. Di piede sono destro ma ho quasi sempre giocato a sinistra perché mi piace rientrare sul piede buono, ma posso giocare su entrambe le fasce. Come le sembra il livello della squadra? Assolutamente buono, alcuni giocatori li conosco per averci già giocato contro. Quanto al fatto che sono appena arrivato, sono stato accolto benissimo per farmi integrare subito all’interno del gruppo. La sua condizione a che punto è? In questo momento stavo lavorando da solo a Torino per conto mio. Adesso devo solo mettere minuti nelle gambe per trovare la condizione giusta. Ha giocato in C2 ma anche in C1: c’è il rammarico per essere ancora in serie D? Ho avuto la fortuna di arrivare fino alla C1 con la Pro Vercelli e sempre con la squadra piemontese anche in serie B, anche se fra i cadetti non ho mai giocato. Ma questo è il calcio, il mio obiettivo adesso è fare bene e ovviamente scalare le categorie, magari anche con questa maglia.

Ore 20.40 – (Corriere delle Alpi) Ruben D’Incà è pienamente recuperato. L’infortunio patito sette mesi fa al crociato anteriore è ormai alle spalle e il “mago” di Longarone è pronto per giocarsi una maglia da titolare con i propri compagni. Contro il Tamai Ruben ha giocato una ventina di minuti: «Sto bene, per fortuna non ho mai avuto nessun problema in questi mesi», spiega D’Incà, «ovviamente non ho sulle gambe i novanta minuti e mi manca un po’ di ritmo partita, visto che non giocavo una partita ufficiale da gennaio». Il pareggio contro il Tamai è è merito dei friulani o demerito del Belluno? «Sapevamo che il nostro avversario sarebbe stato ostico e così è stato. È stata una partita difficile, ma forse meritavamo qualcosina in più noi rispetto a loro, visti anche gli episodi nel finale di partita. Il rigore a nostro favore sul tiro di Bertagno? Sinceramente avevo avversari davanti che mi oscuravano la visuale e non ho visto bene». «Volevamo partire subito con i tre punti e dispiace non essere riusciti a portarli a casa. È presto per fare previsioni, sappiamo che se entreremo in campo con la mentalità giusta, potremo giocarcela con tutti e vincere tante partite. Questa settimana lavoreremo al massimo e studieremo il prossimo avversario, il neo promosso Calvi Noale, per fare una grande partita». Giovanni Pescosta ancora fermo. Il difensore gialloblù non si è allenato neanche ieri, i tempi di recupero andranno valutati giorno per giorno. Il resto della truppa si è allenata regolarmente agli ordini dell’allenatore Roberto Vecchiato. Turno infrasettimanale. Il prossimo impegno casalingo si giocherà durante la settimana. Dopo la trasferta di domenica contro il neopromosso Calvi Noale, il Belluno sarà impegnato mercoledì 16 settembre contro il Fontanafredda. Non è ancora ufficiale l’orario della partita, ma potrebbe essere intorno alle 19.

Ore 20.10 – (La Provincia Pavese) Il conto alla rovescia è finalmente iniziato. Mancano quattro giorni al debutto in un campionato che per il Pavia ha avuto un preambolo spumeggiante, tra storici trionfi in Coppa Italia e due prestigiose amichevoli, contro Pro Vercelli e Chievo, che hanno confermato la forza degli azzurri. Saltata la sfida della prima giornata contro la Pro Patria (che ha ottenuto assieme alle altre ripescate un altro rinvio e quindi non scenderà in campo nemmeno domenica e forse pure mercoledì al Fortiunati), l’esordio stagionale in Lega Pro per il Pavia diventa la trasferta contro la Cremonese di domenica sera alle 20.30. Contro i grigiorossi mister Marcolini dovrebbe poter contare sui due Marchi, Mattia e Alessandro, che sono anche due ex della gara. Anche se il primo è rientrato solo ieri in gruppo, dopo aver smaltito lo stiramento che lo aveva bloccato prima della gara di Vicenza contro il Bologna, e dunque la sua presenza per domenica è ancora in dubbio. «Sì, sono ex, ma a Cremona ci sono stato solo sei mesi – tiene a precisare Mattia Marchi – non so ancora se sarò disponibile per domenica, bisogna vedere come andrà nei prossimi giorni. La Cremonese comunque ha fatto anche quest’anno una buona squadra. Ha un assetto che punta molto sulla difesa e sulle ripartenze, ma noi cercheremo di imporre il nostro gioco». Dopo tante gare (e con brillantissimi risultati) contro squadre di categoria superiore c’è voglia di misurarsi con le avversarie del proprio campionato. «Di meglio non si poteva fare in questo precampionato, tra Coppa Italia e le ultime amichevoli, e ora affronteremo la Cremonese come abbiamo fatto con tutte le altre squadre finora», promette Mattia Marchi. Che è tornato ieri ad allenarsi con la squadra come pure Andrea Ferretti, reduce da uno stop di 40 giorni (si era fermato alla vigilia della gara di Coppa contro il Poggibonsi). Se si aggiungono la partenza di Soncin e l’infortunio anche a Del Sante, in attacco gli abili sicuri per domenica al momento sono solo Cesarini e il giovanissimo Anastasia. Dal canto suo l’altro Marchi, Alessandro, scalpita: «Non vedo l’ora che inizi anche per noi il campionato. A Cremona sono stato bene, non ho alcun motivo di rivalsa, ma ogni anno sono abituato a dare il massimo per la squadra nella quale gioco. Ho visto la gara con il Bassano e la Cremonese fa della fase difensiva la sua forza, ma noi dobbiamo andare a imporre il nostro gioco. Loro sono comunque una buona formazione: penso a Briganti e Gambaretti, con cui ho giocato, poi è arrivato Russo, e in attacco Brighenti è tra i più forti della categoria oltre a essere un bravissimo ragazzo. Dovremo stare attenti». Anche perché nella prima giornata ci sono già state delle sorprese, vedi il colpaccio della FeralpiSalò sul campo dell’Alessandria. «Ma la Lega Pro è sempre così, molto livellata – dice il centrocampista – poi il girone A è diventato davvero duro. Noi comunque abbiamo dimostrato di essere affiatati e di avere qualità. Ma la partita dovremo sempre essere noi a farla». Recupera anche un altro ex Cremonese, Matteo Abbate, che dovrebbe aver risolto i guai fisici.

Ore 19.40 – (Gazzetta di Mantova) Il portiere biancorosso Pasquale Pane dovrà restare fuori almeno un mese per l’infortunio al ginocchio sinistro poi, stando al controllo di ieri pomeriggio, dovrebbe gradualmente riprendere la preparazione e nel giro di due mesi tornare a disposizione di mister Maspero. Pane è stato sottoposto a risonanza magnetica e successivamente è stato visitato dal dottor Antonio Zanini, responsabile ortopedico dello staff medico del Mantova. La diagnosi per ora parla di «frattura della rotula» ma Zanini ha richiesto un controllo ulteriore sul ginocchio sinistro, che avrà luogo alle 17, per verificare il possibile interessamento dei legamenti, non scongiurabile, e l’entità dell’edema eventualmente rimasto dopo il contrasto che ha impedito al portiere di rimanere in campo. Il patron Sandro Musso potrebbe valutare l’eventualità di tornare sul mercato e al iuardo vuole parlarne col ds Pelliccioni. Pane, appena conclusa la visita, ha voluto assistere all’allenamento dei compagni al «Massimo Chiaventi» di Goito e non ha mancato di incitare Albertoni e Bonato, alle prese con gli esercizi imposti dallo staff tecnico biancorosso. Ieri alla seduta ha partecipato Edoardo Scrosta, che sta riprendendo la preparazione dopo il lieve pneumotorace che lo ha colpito due settimane fa a conclusione dell’allenamento. È rimasto fermo anche Andrea Trainotti per un’otite all’orecchio sinistro, di cui soffre da domenica sera ma che non dovrebbe impedirgli di riprendere stamattina gli allenamenti con i compagni.

Ore 19.20 – (Gazzetta di Mantova) Riccardo Maspero ha trascorso due notti piuttosto agitate, ma non se ne cura più di tanto e lo considera una normale reazione emotiva alla vittoria contro il Renate, che gli ha indubbiamente lasciato un po’ di stress. A giudizio del mister biancorosso anche la squadra non ha potuto mostrare contro i brianzoli la necessaria lucidità di gioco ed è probabilmente proprio su questo aspetto che il Mantova lavorerà in questi giorni per preparare al meglio la trasferta di domenica contro il Sudtirol. «È stata la vittoria del cuore – sottolinea Maspero – giunta al termine di una settimana particolarmente intensa per il tipo di lavoro svolto, per l’ansia dell’amichevole contro il Milan e per il logico desiderio di mostrare subito ai nostri tifosi le qualità del nostro gioco. Da parte sua il Renate ha svolto in pieno il suo compito, mettendosi in difficoltà e non è stato affatto facile centrare l’obiettivo, a conclusione comunque di una partita che ci ha visto meritevoli dei tre punti per l’impegno mostrato e per il ritmo sostenuto». Maspero tiene ad elogiare i suoi sotto l’aspetto psicologico: «La sola cosa che non è andata come speravo – sottolinea – è la scarsa precisione della manovra, troppi passaggi sono stati poco funzionali al proseguimento del nostro gioco. Venivamo comunque da un impegno psicologicamente molto probante, quello contro il Milan, e l’ovvia intenzione di conquistare subito i tre punti al debutto in campionato ha finito con l’appesantirci nelle fasi decisive della partita». Anche sul fronte delle sostituzioni il mister non ha potuto operare come sperava: «L’uscita forzata di Pane, che ritengo pronto a rientrare in un tempo accettabile per pensare al ritorno sul mercato perchè di Bonato ho grande fiducia e Albertoni sta crescendo bene, ha finito con il complicarci la vita. Ad inizio ripresa ho tolto Ungaro per mettere la squadra in condizioni di avere con Momentè un attaccante più fresco ed esperto, poi avrei voluto mettere Di Santantonio per porre la difesa a quattro ma ho dovuto attendere. Il 4-4-2 è comunque un assetto tattico che, pur non essendo quello prediletto, possiamo svolgere efficacemente. La squadra sotto questo aspetto mi fornisce adeguate rassicurazioni». La preparazione per la sfida di domenica contro il Sudtirol è già iniziata: «A Bergamo hanno vinto con un rigore ma meritatamente, giocando con un 3-5-2 che non è il loro modulo abituale (gli altoatesini si schiereranno quasi certamente con il 4-3-3, ndr). Non penso più di tanto alle caratteristiche tecniche del Sudtirol di Stroppa perchè considero prioritaria la cura della preparazione della nostra partita. Siamo noi a dover dare sempre il massimo e conseguentemente gli altri si devono adattare, non deve accadere il contrario e questa dev’essere la nostra forza. Lavoreremo sodo in questi giorni, come del resto facciamo sempre, consapevoli che un risultato positivo a Bolzano sarebbe molto ma molto importante».

Ore 18.50 – (Gazzetta di Reggio) Ieri alla corte del Catania si è aggregato il centrocampista toscano Gianluca Musacci (classe 1987) svincolato e che la scorsa stagione, in Serie B, ha collezionato 26 presenze, indossando le maglie del Frosinone e della Pro Vercelli. Si tratta di un classico regista di centrocampo che, in pratica, è andato a occupare il posto che doveva essere di Antonio Vacca. In poche parole il Catania ha fatto un’altra scelta e ora Antonio Vacca dovrà trovare un’altra squadra per uscire da questo impasse. E’ possibile che a breve il centrocampista napoletano trovi un’altra sistemazione ma diversamente dovrà prendere in considerazione l’ipotesi di rimanere alla Reggiana dato che è sotto contratto per un altro anno, sempre che vi siano i presupposti per un suo rientro nel gruppo. Un’ipotesi che fino a ieri era difficile da ipotizzare per lo strappo avvenuto con la proprietà e lo staff tecnico anche se tutto è rimediabile con un pizzico di buon senso e umiltà. Pro Patria venduta. Il patron Pietro Vavassori ha ceduto la Pro Patria al gruppo Collovati-Testi. Dopo diversi anni Vavassori chiude questa esperienza e può abbracciare il progetto granata che lo vedrà coinvolto come azionista e sponsor. Prevendita e polemiche. I tifosi granata si preparano alla prima trasferta stagionale e per la prima volta sia il Gruppo Vandelli sia le Teste Quadre saranno al fiaanco della squadra e organizzeranno il viaggio in pullman. Il Lumezzane ha posto, però, come prezzo del biglietto per il settore ospiti 15 euro più i diritti di prevendita e sono tante le lamentele perchè alla fine il biglietto costa 17 euro ma va anche rimarcato che anche i tifosi del Padova per assistere al match al Cità del Tricolore hanno pagato 13 euro più 2 euro per i diritti di prevendita. Oggi sarà attiva la prevendita dei biglietti e si possono acquistare i biglietti entro le 19 di sabato col circuito Bookingshow da Tosi Dischi 2.0 via Emilia San Pietro 57c e Caboto Viaggi scrl Largo Marco Gerra 3. Il costo del biglietto è di 15 euro più i diritti di prevendita. I biglietti saranno in vendita fino alle ore 19 di sabato.

Ore 18.30 – (Gazzetta di Reggio) E’ l’esterno sinistro Nicholas Siega, uno dei grandi trascinatori della passata stagione, a fare il punto della situazione. Col Padova è stata una gara più insidiosa del previsto? «Partita difficile ed inaspettata perché in settimana si era lavorato per vincerla invece si è rivelata una squadra bella tosta ed alla fine possiamo considerarlo un buon pareggio». Cosa non ha funzionato sugli esterni d’attacco? «E’ vero, io e Nolè siamo stati un po’ troppo nascosti ma ci sono delle attenuanti: innanzitutto ci sono stati parecchi lanci lunghi centrali a cercare Arma, ma quest’anno il gioco è un po’ diverso rispetto al passato ed, in alcune circostanze, bisogna adattarsi al tipo di avversario. Per quanto riguarda Raffaele è qua da poco tempo ma conosciamo il suo valore anche per averlo affrontato nella passata stagione col Bassano quindi è giusto aspettare prima di dare giudizi». L’avere invertito le vostre fasce era un tentativo per spiazzare il Padova? «Sono scelte tecniche che durante la gara ci stanno: domenica il cambio di fascia è dipeso dalle caratteristiche dei nostri avversari perché spingevano di più sulla nostra destra ed io posso curare meglio la fase difensiva». C’erano molti volti nuovi in campo tra i suoi colleghi. «Sono cambiate pedine importanti e dobbiamo essere bravi, noi rimasti, a farli inserire gradatamente. Per questo è prematuro, dopo una sola gara, trarre conclusioni anche perché non si sono visti disastri totali». Prima faceva riferimento ad un tipo di gioco diverso in avanti. «Ruopolo era più propenso a fare sponde ed a far salire la squadra mentre Arma è un goleador da area, sempre pronto sulle palle vaganti come si è visto domenica, e per questo dovremo sviluppare un lavoro diverso, soprattutto sulle fasce, per fornire gli assist giusti». E’ pronto a giocare eventualmente da esterno di centrocampo in un 4-4-2? «Non sarebbe un problema perché l’ho già fatto in passato e poi sapete che sono sempre a disposizione del mister in qualsiasi ruolo dando la certezza di non mollare mai». Come procede il post Mignanelli sulla sua corsia? «Con lui ci si conosceva dai tempi della Pro Patria e le cose erano appianate mentre con Frascatore l’intesa sarà migliore man mano che ci alleniamo». La vicenda Junior Vacca sta pesando a livello di spogliatoio? «Se lui ha vissuto situazioni particolari con la società sono problemi suoi mentre il nostro compito è lavorare bene in settimana per formare un bel gruppo e fare buone prestazioni alla domenica». Domenica arriva la trasferta di Lumezzane. «Si cercherà da subito il rilancio con una vittoria».

Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Prima ha firmato il primo gol neroverde del campionato 2015-16 con una splendida punizione da 25 metri (palla nel “sette” alto alla sinistra del portiere), poi ha donato la sua maglia numero 8 ai genitori di Romeo Ghionoiu, al termine del rito funebre del super tifoso dei ramarri. Ieri è stato inserito nella prima top 11 del girone A di LegaPro: Alex Pederzoli è entrato alla grande nel cuore degli sportivi pordenonesi. TOP 11 – Il 31enne regista di Tedino figura fra i migliori 11 giocatori per ruolo selezionati da www.tuttolegapro.com, sito di riferimento della Terza serie. “La prodezza balistica su punizione porta in vantaggio ed è unita a una regia attenta e illuminata, che offre qualità al centrocampo dei ramarri” è la motivazione indicata accanto al suo nome. Già fra i migliori, nonostante l’autonomia ancora limitata. A Piacenza ha giocato veramente bene soltanto la prima mezzora, spegnendosi progressivamente. Quando sarà al massimo avrà la possibilità di cambiare la storia del campionato neroverde, come pronosticato da Marcelo Mateos. «Un giocatore così – disse al suo arrivo il direttore di campo che studia da ds -, al Bottecchia non si è mai visto». In ogni caso tutto dipenderà da lui e dalla voglia con la quale scenderà in campo. Alex ha come compagni nella selecao il portiere Simone Perilli (Reggiana); i difensori Simone Perico (Giana), Marco Briganti (Cremonese), Marcus Diniz Paixao (Padova); i centrocampisti Lamin Jallow (Cittadella), Jacopo Scaccabarozzi (Renate), Roberto Candido (Bassano); gli attaccanti Simone Guerra (FeralpiSalò), Sergio Pereira Cruz (Lumezzane) e Gaetano Caridi (Mantova). PRECEDENTI – Di classe indiscussa, Pederzoli è arrivato a Pordenone preceduto da informazioni che lasciavano spazio a qualche perplessità per un coinvolgimento nel calcioscommesse della stagione 2011-12, quando vestiva la maglia dell’Ascoli. Patteggiò 16 mesi di squalifica. Ha cambiato maglia a ogni stagione (anche due volte), vestendo nell’ordine quelle di Rimini, Reggiana, Lucchese, Pro Sesto, Pistoiese, Manfredonia, Crotone, Padova, Gallipoli, Ascoli (l’unico posto dove si è fermato due anni), Sudtirol e Pavia. Lovisa non ha guardato al passato, gli ha dato fiducia e gli ha offerto un triennale per blindarlo al De Marchi. Forse anche questo ha contribuito a rasserenarlo, consentendogli un ingresso così positivo nella comunità pordenonese, sia sul piano sportivo che su quello sociale. UMILTÀ – «Qui mi trovo bene – afferma Pederzoli, classe ’84 -. Dobbiamo prendere consapevolezza di essere un buon gruppo e guardare con positività al futuro. Non dobbiamo accontentarci mai, sfruttando l’entusiasmo e mantenendo l’umiltà. Se saremo capaci di farlo, sono certo – promette Alex – che ci divertiremo parecchio noi e faremo divertire i tifosi». La stessa umiltà che ha dimostrato lui, sottolinenando dopo la prodezza di Piacenza che «per fare un gol così ci vuole anche un briciolo di fortuna». Nel caso suo, per ora, ampiamente meritata. Intanto, da ieri il portiere Gianni Careri si allena in gruppo.

Ore 17.40 – (Messaggero Veneto) «É uno dei pochi giocatori a cambiare il volto di una squadra: nella nostra promozione a Padova è stato decisivo, in particolare dal punto di vista del temperamento». A lodare Alex Pederzoli, stavolta, è Carlo Sabatini, attuale allenatore del Como. I due hanno diviso l’incredibile promozione dei biancoscudati dalla C1 alla B, colta dopo una rimonta a cadenze forsennate nel girone di ritorno: dall’essere fuori dai play-off, i veneti colsero la zona spareggi e, successivamente, il salto tra i cadetti. «Quell’anno abbiamo avuto momenti duri – spiega il tecnico, fratello del ds della Roma Walter –: Alex ci ha messo la faccia, chiedendo ancora di più a se stesso e quindi agli altri per cercare di uscire dal “periodo no”. Voleva a tutti i costi la promozione, che poi ha conquistato. Il lato caratteriale è uno dei suoi punti forti: sprona tutti a dare di più, è un agonista, vuole sempre vincere». I compagni lo prendono come riferimento. Anche per le sue doti tecniche, naturalmente. «Dà idee alla squadra – continua Sabatini –, ha molte soluzioni: gioca corto, lungo, ha il cambio di gioco e sa dare la palla in profondità. É un giocatore che fa la differenza. ll Pordenone se lo goda a lungo».

Ore 17.20 – (Messaggero Veneto) Sono bastate due partite: Alex Pederzoli è già entrato nel cuore dei tifosi. Il regista neroverde, oltre ad aver conquistato la squadra con la sua classe e la sua leadership, ha fatto lo stesso anche con i supporter, a volte più duri da sedurre: domenica scorsa, a Piacenza, tutti a inchinarsi di fronte a lui, e non solo per la magica punizione valsa il momentaneo vantaggio. Il Pordenone, la città, ha trovato il “suo” Pirlo. Ora si capisce ancor più il perché del contratto triennale che ha firmato. E ora si aspetta solo il debutto al Bottecchia, atteso per domenica nel match con l’Albinoleffe. Lodi. Una volta usciti dal “Garilli”, tre giorni fa, anche se l’ira per il rigore inesistente assegnato contro c’era, i tifosi esprimevano la loro soddisfazione per il bel gioco della squadra e le doti del 31enne playmaker. Un sultano, lì in mezzo: dettava i tempi, dava la sensazione di sapere sempre cosa fare, guidava il reparto e anche il resto dell’undici in campo. In tutto questo è arrivata la rete. Dal vivo, e su Facebook, non sono mancate le lodi a Pederzoli. Anzi: sono anche arrivate da Pavia, dove il giocatore aveva disputato la scorsa stagione, e da dove è stato – forse frettolosamente – ceduto per incomprensioni con un dirigente. Si era detto che l’ex Juve era un lusso, per la categoria e per un team come il Pordenone. Alcuni non erano convinti. Adesso la storia è cambiata. Convinzione. Di Pederzoli, comunque, era subito piaciuto un aspetto: la voglia di sposare la causa neroverde. Anche prima di firmare, aveva dichiarato di voler soltanto i “ramarri”, di aver scansato ogni altra offerta perché reputava questa piazza la migliore per le sue esigenze. Non è poco, soprattutto se fino a due anni prima eri solo un ambizioso club di serie D. Il regista si è fatto trasportare dal progetto e dalle parole del presidente, Mauro Lovisa. Quest’ultimo ha capito con chi aveva a che fare: anche per questo è stato stipulato un contratto così lungo, forse il più importante della storia moderna del Pordenone. Tre anni di vincolo sono tanti, ancora di più in un momento in cui praticamente nessuno, nella serie C, propone rapporti di una durata simile. Ne è valsa la pena. Debutto. Ora i tifosi neroverdi sono pronti ad accoglierlo, e lodarlo, nella propria casa: il Bottecchia. Pederzoli ha solo giocato due gare in trasferta, a Padova e a Piacenza. Facile pronosticare che farà un match di spessore. Lo anima, in ogni partita, un’incredibile voglia di vincere: alla “prima” di fronte al suo pubblico darà ancora qualcosa in più. Un aspetto, fa riflettere: non è ancora al meglio. Arrivato a metà agosto, la sua condizione è destinata a crescere. Dove potrà arrivare?

Ore 16.50 – Lavoro in piscina nel pomeriggio per Favalli, Ilari e Dionisi. Nessuno dei tre al momento è in dubbio per domenica.

Ore 16.30 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 16.10 – Qui Guizza: partitella finale a tutto campo.

Ore 15.50 – Qui Guizza: schemi anti-Pro Piacenza in corso.

Ore 15.30 – Qui Guizza: Biancoscudati già in campo da mezz’ora per l’allenamento. Assenti Favalli, Ilari e Mazzocco, in gruppo Mazzocco ed Altinier.

Ore 15.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Non vuole commentare solo sulla base di quanto ha appreso da Il Gazzettino. Tuttavia il dg arancioneroverde, Dante Scibilia, non esclude che il Venezia degli americani possa dialogare col Mestre di Stefano Serena in tema di nuovo stadio. «Il nostro è un progetto assolutamente inclusivo e siamo sempre aperti al confronto – spiega Scibilia – con chiunque, Mestre compreso, voglia realizzare qualcosa che guardi al bene della città e che possa avere importanti ricadute sociali in termini di coinvolgimento. Ad oggi però non sappiamo di cosa stiamo parlando, nessuno ci ha chiesto di sederci ad un tavolo né ci ha anticipato nulla». Lo stadio a Tessera era la priorità del russo Yury Korablin, mentre il nuovo presidente James Daniel (peraltro ancora «sconosciuto» alla città) né qualcuno a suo nome ha fatto intendere di essere interessato alla costruzione. «La proprietà statunitense del Venezia Fc sta finanziando un progetto che è prima di tutto sportivo, che guarda alla risalita dei colori arancioneroverdi a un livello più consono rispetto alla serie D. Sono qui per fare calcio, ma è chiaro che una volta tornati tra i professionisti e auspicando che l’ascesa di categoria si concretizzi, quella dello stadio sarà una questione nevralgica. Se ne potrà discutere, ora come ora però non è un tema di immediata attualità». La priorità per il Venezia è infatti tornare al più presto al Penzo: la gara con la Sacilese si giocherà sabato a San Donà, senza poter escludere un esilio-bis per i 90′ del 20 settembre con la Virtus Vecomp. «Il calendario così compatto non ci aiuta (mercoledì 16 il Venezia giocherà a Monfalcone, ndr) anche se stiamo lavorando sodo per risolvere i problemi. Quali? Il manto erboso ha subito dei danni piuttosto gravi nel periodo estivo, per il gran caldo e per l’assenza di manutenzione. Il campo è sconnesso, duro, in alcuni punti è stato riseminato, ora bisogna che la natura faccia il suo corso». Il punto della situazione verrà fatto lunedì prossimo. «Vedremo come starà il prato e a che punto sarà la sistemazione di alcuni locali e dei bagni della curva sud. Faremo di tutto per giocare a Sant’Elena con la Virtus Vecomp».

Ore 15.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Con il Venezia o da solo, sullo stadio confermo la mia disponibilità a farlo, chiaramente con la condivisione del progetto e il supporto dell’amministrazione comunale». Il «giorno dopo» l’annuncio della volontà di costruire un nuovo moderno impianto in terraferma, Stefano Serena, patron del Mestre, ribadisce con forza e chiarezza la propria volontà, rilanciando l’appello alla proprietà della società arancioneroverde ad un confronto pubblico in tempi rapidi per capire i margini di una possibile collaborazione finalizzata ad una proposta da sottoporre al sindaco. E se la risposta sarà picche? «Andrò avanti da solo – risponde secco il numero uno arancionero – il mio progetto sportivo, che parte da Mestre, ha un respiro metropolitano e vuole essere per la città. Sto investendo tempo e denaro, confido nella sensibilità del sindaco, imprenditore e uomo di sport, per costruire le premesse alla realizzazione dell’opera. Spero che il presidente del Venezia, che non ho il piacere di conoscere, si faccia vivo e possiamo costituire un tavolo di dialogo». Parlare di stadio in una città nella quale il primo progetto è di circa sessant’anni fa è sicuramente gettare un macigno nello stagno, che può suscitare interesse, ma anche legittimo scetticismo: ha già in mente un business plan e un’idea di dove costruirlo? «Capisco che dopo tanti anni di promesse qualcuno possa avanzare qualche perplessità – chiarisce il presidente del Mestre – a questo rispondo dicendo che i fatti e la storia daranno il loro giudizio. Nella nuova avventura in serie D e nel progetto sto investendo risorse, economiche e di tempo: prima di iniziare a parlare di progetto e modalità di attuazione del nuovo impianto, voglio capire se la città, intesa come istituzioni e amministrazione lo vogliono». Che stadio ha in mente? «Con una capienza di venti, venticinquemila posti – conclude Serena – in grado di autofinanziarsi: nell’area in cui sorgerà penso ad un centro direzionale, a negozi, ad attività, come avviene nelle strutture più avanzate. Insomma, un piccola bomboniera nella quale poter fare calcio, e non solo, ad alto livello». Ieri intanti al Baracca si è svolto un sopralluogo da parte di due responsabili di EstCapital, il fondo proprietario dell’immobile: l’accordo fra EstCapital e il Comune di Venezia prevede una proroga di utilizzo di due anni in attesa che fra le due parti si trovi una soluzione per poter far tornare lo stadio di proprietà comunale.

Ore 14.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Un allenamento allo Zanutto questo pomeriggio (ore 16), in vista della partita di sabato a San Donà. Il Venezia prepara la sfida contro la Sacilese (reduce dalla sconfitta per 1-0 con la Luparense), spostata a San Donà vista l’indisponibilità temporanea del Penzo, a causa delle cattive condizioni del terreno: oggi mister Paolo Favaretto farà testare ai suoi il campo di gioco. L’ufficialità dello spostamento arriverà oggi, ma è ormai certo che si giocherà sabato alle 16. Dopo la vittoria sul Dro, gli arancioneroverdi ieri sono tornarsi ad allenarsi e il gruppo è quasi al completo. Sono rientrati Modolo e Cantini, anche se si stanno allenando a parte, mentre Barreto firmerà solo oggi ufficialmente e da quel momento inizierà a far parte della squadra a tutti gli effetti. Ma ci vorrà ancora un po’ di tempo per vedere il neo acquisto esordire in arancioneroverde. Intanto per sabato mister Favaretto potrà far conto anche su Maccan, che ha scontato la giornata di squalifica. Prosegue a pieno ritmo la campagna abbonamenti: da ieri è attivo anche il circuito delle biglietterie Vela e complessivamente tra lunedì e martedì sono stati venduti 110 abbonamenti.

Ore 14.20 – (La Nuova Venezia) La Lega Nazionale Dilettanti dà via libera al Venezia, ma solo oggi sarà pubblicato il comunicato ufficiale che la gara contro la Sacilese si giocherà sabato 12 (ore 16) allo “Zanutto” di San Donà. Che tutto sia a posto, lo conferma la decisione di Favaretto di allenarsi oggi sul terreno di San Donà, proprio per non lasciare nulla al caso. Proseguono i lavori di sistemazione del manto erboso dello stadio Penzo che sarà pronto per la seconda gara casalinga del Venezia (domenica 20 settembre) contro la Virtus Verona. In giornata è attesa anche la firma di Vitor Paulo Barreto, che ieri non si è allenato, visto che il desse Perinetti era impegnato lontano da Mestre. Non sono previste amichevoli di metà settimana. Ieri il Venezia ha ripreso gli allenamenti al Taliercio, Favaretto aveva tutti i giocatori a disposizione, compresi Modolo e Cantini, che hanno lavorato a parte dovendo ritrovare la miglior condizione. L’ampia rosa a disposizione del tecnico consente di sopperire anche a qualche defezione. Ieri seconda giornata della campagna abbonamenti, oltre alla sede di viale Ancona, sono entrati in funzione anche i punti di Vela. Varcata la prima fatidica quota: sono 110 le tessere acquistate finora con un occhio di riguardo fino a venerdì per i vecchi abbonati. Si viaggia quindi a una media di poco superiore alle 50 tessere, la campagna abbonamenti chiuderà venerdì 18 settembre, alla vigilia dell’esordio al Penzo contro la Virtus Verona.

Ore 14.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) I suoi gol per permettere a Tommy Maistrello di tornare con calma. I suoi gol per dare respiro a Stefano Pietribiasi, un primattore che non potrebbe altrimenti permettersi neppure un raffreddore. I suoi gol per il Bassano, per stupire tutti, il Milan prima di tutti. Michael Fabbro ci crede. Ha scelto la maglia giallorossa perchè è convinto di poter decollare e di poter sfruttare la chance. A 19 anni, del resto, è del tutto superfluo ricordare quanto sia importante riuscire a rimanere al passo con il tempo che passa senza al contempo bruciarsi. «Sono arrivato al Milan all’età di 14 anni — sorride Fabbro — ho segnato molti gol nel settore giovanile, fino ad arrivare lo scorso anno in Primavera quando ne ho siglati 16. Con Inzaghi ho avuto un ottimo rapporto, mi diceva sempre che si rivedeva in me, mi ha scritto poco tempo fa consigliandomi di non guardare la categoria ma di scegliere una squadra che mi avrebbe permesso giocare, per non perdere l’abitudine al gol e per continuare a crescere». In questa frase c’è tutta la speranza di poter essere protagonista e di lasciare il segno a Bassano. L’esordio contro la Cremonese ha confermato tante buone cose: «Sono contento di aver già esordito — evidenzia — anche se mi dispiace non essere riuscito ad aiutare la squadra a portare a casa i tre punti. E’ stato bravo Briganti a sfruttare il rimpallo che non mi ha permesso di calciare subito, recuperando in scivolata e murando il mio tiro. Spero di poter dare il mio contibuto alla squadra. La cosa più bella è stata l’accoglienza che ho ricevuto, i tifosi sono stati meravigliosi». E Fabbro rivela anche una curiosità sul suo soprannome. «I telecronisti del campionato Primavera mi chiamavano Vipera per la mia capacità di sgusciare tra i difensori. Ma la Lega Pro è un’altra cosa, devo migliorare tanto. E’ importante la cura dei dettagli, ad iniziare già dalla dieta: spesso sono le piccole cose che fanno la differenza in campo».

Ore 13.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) In estate pareva destinato a finire al Catania insieme a Pasquale Marino, ma Nicolò Brighenti non è mai stato convinto del trasferimento in terra siciliana. Nonostante la società etnea abbia cercato di convincerlo in tutti i modi, il difensore del Vicenza voleva continuare a vestire la maglia biancorossa e quando a Catania è esploso il terremoto legato al calcioscommesse, Brighenti si è tolto ogni dubbio. «E’ andata proprio così — conferma il difensore di Bussolengo — non faceva parte dei miei piani allontanarmi da Vicenza. La mia è stata anche una scelta di vita: in estate mi sono spostato, con mia moglie avevamo deciso di prendere casa vicino a Vicenza e andare a Catania avrebbe stravolto i nostri piani. La dirigenza siciliana ha dimostrato grande interesse nei miei confronti, ma poi la vicenda “treni del gol” scoppiata a Catania mi ha tolto ogni dubbio». Brighenti da quel momento si è di fatto tolto dal mercato, perché la sua volontà era quella di restare a Vicenza. «Ho chiamato il mio procuratore e gli ho detto che non prendesse più in considerazione altre destinazioni, avevo deciso di restare a Vicenza. Sapevo che su di me c’erano degli interessamenti di Perugia, Spezia e Cagliari, ma non li abbiamo volutamente approfonditi perché la mia volontà era di non muovermi. A Vicenza mi trovo bene, devo davvero molto a questa piazza in cui sono cresciuto molto, e dove un giorno mi piacerebbe vestire la fascia di capitano». L’inizio di stagione, dopo la preparazione estiva, ha vissuto un’altra pagina molto tesa appena concluso il mercato con mister Marino che ha minacciato di andarsene e con il gruppo fondamentale nel convincere il tecnico di Marsala a restare sulla panchina biancorossa. «Abbiamo ritenuto giusto che noi giocatori facessimo sapere quale era la nostra idea — sottolinea Brighenti — al mister siamo molto legati e siamo stati felici di rimanere a Vicenza anche perché avremmo potuto lavorare ancora con lui. Non sappiamo se effettivamente il nostro intervento sia stato determinante per farlo restare, ma ci pareva giusto farlo e adesso siamo contenti che la situazione si sia tranquillizzata: già nella settimana prima dell’esordio a Modena abbiamo potuto lavorare bene e prepararci al meglio. La vittoria è stata importante perché ha portato un po’ di serenità, ci consentirà di lavorare con il solito impegno, continuando nella via tracciata nello scorso campionato». Brighenti concorda sul fatto che a Modena non si è visto un Vicenza spettacolare, ma i tre punti ci sono e iniziare bene era importante. «I primi a sapere che la nostra prestazione non è stata delle migliori dal punto di vista del gioco, siamo noi – spiega – ma dobbiamo considerare che a Modena c’erano cinque nuovi giocatori e che abbiamo molti margini di miglioramento. Però pur non giocando benissimo abbiamo vinto, non abbiamo subito gol e questi sono aspetti positivi da cui ripartire». Un bel test per misurare il valore del Vicenza lo si avrà già sabato quando al Menti sarà di scena il Bari, una delle squadre date per favorite dagli addetti ai lavori per il salto in serie A. «Senza dubbio dispongono di un organico forte e costruito per vincere — sottolinea Brighenti — ma noi avremo il nostro esordio in casa e davanti al nostro pubblico ci teniamo in maniera particolare a fare bene, questo è chiaro».

Ore 13.00 – (Gazzettino) Con la presentazione dell’ultimo arrivato in casa granata – il brasiliano Lucas Chiaretti – è cominciata la settimana che doveva portare il Cittadella alla prima trasferta della stagione, a Busto Arsizio con la Pro Patria, l’ultima squadra inserita nel girone A della Lega Pro. Doveva, perché la squadra lombarda dopo aver saltato la gara d’esordio con il Pavia, che sarà recuperata mercoledì 16 settembre, non giocherà nemmeno la seconda in calendario, con il Cittadella appunto. La Pro Patria ha tempo sino al 10 settembre – siamo alle ultime ore disponibili, quindi – per regolarizzare l’iscrizione al campionato di competenza, e il patron Pietro Vavassori ha più volte ribadito di non volerlo fare, attendendo nuovi compratori per la società. E se non sarà Vavassori, chi si prenderà l’onere di versare la fidejussione da 400mila euro? L’unica certezza è che il Cittadella domenica starà fermo, così il tecnico Venturato è stato costretto a rivedere la settimana-tipo degli allenamenti. Solo sedute pomeridiane sino a sabato, dove ci sarà il test in famiglia con la formazione Berretti alle 15.30. Domenica i granata riposeranno, per poi riprendere gli allenamenti lunedì prossimo. Intanto arrivano buone notizie dagli infortunati: il portiere Alfonso si sta allenando in maniera differenziata, e sarà pronto per la terza di campionato, Sgrigna invece ha cominciato a correre. Siamo ancora distanti dal suo pieno recupero – si parla di fine ottobre – ma almeno ha finito il riposo forzato. ABBONAMENTI – La convincente vittoria sul Cuneo, e la copertura della gradinata est, darà nuovo slancio alla campagna abbonamenti del Cittadella: sinora le tessere sottoscritte sfiorano le 1.000 unità, c’è tempo sino al 25 settembre.

Ore 12.40 – (Gazzettino) Il Cittadella fa buon viso a cattiva sorte il giorno dopo della comunicazione ufficiale del rinvio della partita che avrebbe dovuto giocare domenica prossima a Busto Arsizio. Con il passaggio di proprietà la Pro Patria dovrebbe essere la diciottesima squadra del girone A di un campionato di Lega Pro che mai come quest’anno è stato colpito da inchieste, provvedimenti e ricorsi. E per la squadra granata stavolta non vale neppure il detto “mal comune mezzo gaudio” perchè le altre squadre domenica giocheranno regolarmente. Il preparatore atletico Andrea Redigolo così inquadra la situazione: «Abbiamo apportato qualche aggiustamento al programma e cercheremo di ovviare in qualche modo a questo turno di forzato riposo». I giocatori domenica usufruiranno di un giorno libero, mentre sabato è previsto un allenamento-test con la Beretti. «Ci sono vantaggi e svantaggi -riprende Redigolo- in quanto qualche giocatore, come Litteri e Chiaretti, potrà meglio inserirsi negli schemi con i compagni, mentre il danno maggiore è la perdita di ritmo subito dopo la prima giornata». Il medico sociale Ilario Candido fa presente che il portiere Enrico Alfonso potrà essere a disposizione la settimana successiva con il Renate. Intanto Lucas Cossenzo Chiaretti, ieri al suo primo allenamento in maglia granata, ha l’entusiasmo alle stelle: «Ho saputo giovedì sera -racconta- dell’interessamento da parte del Cittadella. Ci abbiamo messo poco per “sposarci” perchè conoscevo la storia di questa squadra. Me ne avevano parlato bene Andrea Paolucci, con il quale ho giocato nell’Andria, nonchè Coly e Sosa che ho conosciuto al Taranto». Sulle sue origini italiane, precisa: «I miei trisavoli Chiaretti erano veneti, credo della Bassa padovana, anche i miei trisavoli Cossenzo erano italiani, del meridione. Sono cresciuto nel Cruzeiro, la squadra della mia città natale Belo Horizonte, da dove è partito anche Ronaldo». Sul suo ruolo conclude: «Gioco trequartista o anche esterno ambidestro nell’attacco a tre».

Ore 12.20 – (Mattino di Padova) La cadenza della parlata è quella morbida di chi viene dal Brasile, ma Lucas Chiaretti, ieri al Tombolato per il suo primo allenamento con i nuovi compagni del Cittadella, si esprime in un ottimo italiano. Merito delle cinque stagioni trascorse tra Andria, Taranto e Pescara. E proprio Pescara ha fatto da spartiacque nella carriera di questo attaccante rapido e tecnico («posso giocare da seconda punta o da esterno, ma io preferisco fare il trequartista: sono uno che salta l’uomo e tira») che ora vuole rilanciarsi in Italia. «Mi voleva Zeman, nella stagione in cui guidò gli abruzzesi alla promozione in serie A, ma ero legato al Taranto. Firmai per il Pescara l’estate successiva, poco dopo lui passò alla Roma e per me iniziò un periodo sfortunato per via di un problema al ginocchio destro, che mi costrinse ad andare sotto i ferri. E così in serie A non ho mai debuttato» racconta Chiaretti, che a breve sarà raggiunto dalla moglie Samira e dalla figlia Ana Luisa, di 6 anni. «Credo di valere almeno la serie B e voglio raggiungerla col Citta». Lei arriva da alcuni mesi trascorsi al Bragantino, squadra di Serie B brasiliana, ma in questi periodo si è allenato a Vercelli. «Ero vicino a firmare per la Pro ma poi non abbiamo trovato un accordo e così ho continuato ad allenarmi da solo». Conosce qualcuno fra i nuovi compagni? «Con Paolucci ho giocato ai tempi dell’Andria, mentre Litteri lo ricordo bene da avversario. Parliamo di due elementi di categoria superiore, come lo sono Sgrigna e Iori. Domenica ero in tribuna e ho ammirato alcuni giovani interessanti». Da buon brasiliano, l’avrà divertita il balletto di Jallow dopo il gol… «Sì, ha mostrato di avere lo stesso spirito che abbiamo noi sudamericani. Il calcio è gioia, non dobbiamo dimenticarlo». È tanto diverso il vostro calcio da quello italiano? «Ho trascorso anche un anno in Giappone, a Osaka, ma mi sono formato al Cruzeiro, la squadra della mia città, Belo Horizonte. Da voi occorre applicarsi molto di più da un punto di vista tattico, in Brasile i giocatori vengono lasciati liberi. Di collettivo ho sentito parlare solo in Italia». Quanto ci vorrà per vederla in forma? «Poco, non più di un paio di settimane».

Ore 12.00 – (Corriere del Veneto) Primo giorno di lavoro per Lucas Chiaretti, neoacquisto del Cittadella che arriva per completare il reparto offensivo e per coprire la «falla» apertasi con l’infortunio di Alessandro Sgrigna. Chiaretti, classe 1987, secondo la maggioranza degli addetti ai lavori consultati, ha ottenuto meno di quanto meritasse nel corso della propria carriera. E nella città murata spera di riconquistare quella serie B che ritiene di meritare. «Sono felice di essere qui — sottolinea Chiaretti — dopo l’esperienza in Brasile sono tornato in Italia perché era in ballo un accordo con la Pro Vercelli. Ho pensato che si potesse trovare un’intesa poi è saltato tutto. Ho giocato in tutti i ruoli dell’attacco esclusa la prima punta ma quello che preferisco è il trequartista. Poi, ovvio, giocherò dovunque voglia il mister. Dal 18 agosto non gioco amichevoli e mi serviranno due settimane per arrivare al top della forma. I nuovi compagni? Ho giocato con Paolucci all’Andria, Andrea lo conosco bene. Sono venuto qui al Cittadella perchè è una squadra di vertice, per quanto mi riguarda credo di valere almeno la B». Chiaretti ricorda che il suo presente poteva essere diverso se solo la chiamata del Pescara si fosse concretizzata in una permanenza di Zdenek Zeman sulla panchina abruzzese. «Ho avuto questa possibilità — ammette — essere allenato da Zeman ovviamente per un attaccante è qualcosa di unico ma non se ne fece nulla perché lui se ne andò proprio quando arrivai io… Zeman mi voleva nell’anno della promozione, quando ero al Taranto, ma ero sotto contratto e non potevo muovermi. Quando finalmente la trattativa andò in porto lui se ne andò via. Oltretutto, come se non bastasse, mi sono infortunato due volte gravemente e da lì in poi per me è iniziato un autentico calvario». Decriptando le indicazioni del primo giorno di lavoro, si capisce che per vedere Chiaretti in campo ci vorrà diverso tempo. Lo aiuterà la struttura fisica brevilinea, che potrebbe consentirgli un recupero rapido verso la miglior condizione. Una freccia in più da scoccare in un campionato lungo e logorante. E in cui anche la panchina fa la differenza.

Ore 11.30 – (Gazzettino) Subito dopo la sconfitta con il Pordenone, negli spogliatoi Parlato ha strigliato la squadra e le sue parole si sono sentite anche fuori. È stata una ramanzina salutare vedendo la vostra risposta in terra emiliana. «Si è giustamente arrabbiato dato che più ci si allena, e più devi fare passi avanti. E a una settimana dall’inizio del campionato era il caso di darci una svegliata. Quando prendi parole, significa che qualcosa non va. La sconfitta con il Pordenone ci è servita da lezione: se non avessimo perso quella partita, a Reggio Emilia il nostro impatto sarebbe stato diverso. Invece dopo una settimana passata in buca, volevamo fare bella figura ed è stato così». Domenica è in programma il debutto in campionato all’Euganeo nella sfida con la Pro Piacenza. «Dobbiamo affrontare questa partita come se davanti ci fosse la Reggiana, pur sapendo che sulla carta affrontiamo un avversario più debole che ha comunque alcune individualità importanti. Torniamo nel nostro stadio, anche se purtroppo il campo è molto brutto, spero che per domenica sia migliorato. Sappiamo di poter contare sempre anche sui nostri tifosi, che sono fondamentali. Il vantaggio ambientale di giocare in casa te lo dà proprio il pubblico».

Ore 11.20 – (Gazzettino) A Reggio Emilia comunque il Padova ha dato la risposta che tutti si aspettavano dopo la prova opaca con il Pordenone in Coppa Italia. «Abbiamo disputato una buona partita sul piano tattico e dell’intensità, nella quale nessuno ha commesso errori e ai punti meritavamo la vittoria. Venivamo da una settimana particolare perché fare brutta figura con il Pordenone non era piaciuto a nessuno. C’erano tutti i presupposti per non sbagliare gara e sapevo che avremo fatto la prestazione con la Reggiana. Adesso però viene il difficile, nel senso che non dobbiamo tornare indietro». Insomma, parola d’ordine continuità. «Sì, dobbiamo darla nell’atteggiamento, andare in campo organizzati e allo stesso tempo sfrontati senza avere paura di perdere. Chi ha visto il Padova con la Reggiana, ha visto una squadra che ha fatto di tutto per vincere, e questo deve essere sempre il nostro Dna».

Ore 11.10 – (Gazzettino) «Il rigore? Era netto. Ho chiesto spiegazioni all’arbitro, mi ha detto che non bastava e che ci voleva di più per darlo ma non so cosa, dato che l’avversario mi ha fatto cadere. È stata una situazione fastidiosa, sono convinto che a parti invertite avrebbe dato rigore ed espulsione». Marco Cunico torna sull’episodio che poteva cambiare volto alla partita con la Reggiana, e regalare il bottino pieno al Padova. «Avevo stoppato bene la palla con il sinistro ed ero pronto a calciare, mi hanno tirato per la maglia facendomi cadere. Potevo segnare o forse alzavo la mira, ma avrei finito l’azione. Non fischiando il rigore l’arbitro doveva allora ammonirmi per simulazione, e non l’ha fatto». Il capitano biancoscudato ha sfiorato il sigillo anche altre due volte con altrettanti colpi di testa, trovando però sempre Perilli sulla sua strada. «Sul primo ho colpito a botta sicura, il portiere si è salvato con un pizzico di fortuna e d’istinto. Sul secondo è stata più una parata di bravura».

Ore 11.00 – (Gazzettino) Bianca, rossa e nera. Sono le nuove maglie del Padova «fatte a nostra immagine e somiglianza» come ha sottolineato il vice presidente Edoardo Bonetto alla presentazione ieri al Macron Store. Testimonial nell’occasione Cunico, Diniz, Neto Pereira, Petkovic e Favaro, affiancati dal resto della squadra. Presente lo stato maggiore della società, per la Macron è intervenuto Gianluca Trulla. Prima di svelare le nuove maglie, è stata presentata la scuola calcio (240 bambini). «Lavorare con i ragazzi è sempre una soddisfazione – afferma il presidente del settore giovanile Massimo Poliero – Il nostro obiettivo è aiutarli a crescere». Al suo fianco Giorgio Molon (fondatore della scuola calcio nel 1992) e Federico Nicolazzi della Bernardinello Engineering. Sulle maglie della scuola calcio compare anche la “Stanza dei sogni” progetto per i bimbi ricoverati.

Ore 10.40 – In corso alla Guizza l’allenamento mattutino dei Biancoscudati.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Ma c’è da dire che sin qui il podio può dirsi solo virtuale. Mancano due elementi che della storia del Padova sono diventati veri e propri simboli: Silvio Appiani, a cui è dedicato lo stadio di via Carducci, e Feliciano Monti, 11 stagioni in biancoscudato e fratello di Giovanni, cui è dedicato il velodromo antistante. Per entrambi sono riportate reti siglate nel primo minuto di gioco. Ma in termini di secondi, quelli necessari a stilare una classifica, c’è poco da fare: Appiani segno al 1’ del derby Petrarca-Padova (3-2) del 6 dicembre 1914, Monti andò a rete al 1’ di Padova-Juventus 1-3 del 15 febbraio 1920. Il momento preciso nel quale queste reti furono realizzate non lo sapremo mai. Li metteremo idealmente al fianco di Sergio Brighenti, Neto Pereira e Guglielmo Coppola, se non altro per il valore storico che portano i loro nomi.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) E Brighenti, che in quell’occasione mette a segno una tripletta (e che a fine anno chiuderà da capocannoniere con 21 reti in Serie A, prima di finire alla Samp), va a segno dopo solo 20 secondi. «Calcio d’avvio al Padova», riportano i quotidiani del giorno dopo. «Palla indietro a Gasperi, lancio rasoterra in un corridoio centrale: si avventa e realizza Brighenti». Da allora non risultano altri gol altrettanto veloci nella storia biancoscudata. Neto e Coppola sul podio. Neto Pereira, al suo primo gol in maglia biancoscudata, ringrazia tutti sorpassando a destra e si staglia sul secondo gradino del podio. Con 48 secondi, il suo è il secondo gol più veloce del Padova nei campionati professionistici di tutti i tempi. Dietro di lui, ora medaglia di bronzo, c’è Guglielmo Coppola: il 15 dicembre 1985, in Serie C1, impiega 51 secondi per portare in vantaggio la squadra di Perani (rinata dopo lo scandalo di Taranto e la retrocessione) sul campo ligure della Sanremese.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Sin dall’alba dei tempi, si è sempre cercato di scavare a ritroso alla ricerca del gol più rapido della storia, quello che arriva a pochissimi secondi dal fischio d’inizio della partita. A livello mondiale, la rete più veloce viene oggi attribuita dalla Fifa a Nawaf Al Abed, attaccante dell’Al Hilal, capace di andare a segno dopo due soli secondi nel match contro l’Al Shoalah: era l’8 novembre 2009. Un tempo che Neto Pereira, con il suo gol dopo 48 secondi siglato domenica a Reggio Emilia, non può nemmeno pensare di avvicinare. Ma quella rete a suo modo la storia l’ha segnata anche se è andato sul podio, ma non sul gradino più alto. Perché i 48 secondi necessari a Neto Pereira per segnare sono più del doppio di quelli impiegati da Sergio Brighenti per andare a rete contro la Spal, il 17 aprile 1960. È questo, il gol più veloce di sempre della storia biancoscudata: allo stadio Appiani la formazione allenata da Nereo Rocco travolge la formazione ferrarese con un perentorio 6-3.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Presentata anche la nuova stagione della scuola calcio biancoscudata. Scuola calcio giunta al suo ventiquattresimo anno, dopo essere stata lanciata nel 1992 dall’attuale responsabile del settore giovanile del Padova, Giorgio Molon. La scuola calcio, che al termine della scorsa stagione ha portato 4 giocatori e 3 allenatori a far parte del settore giovanile, quest’anno potrà contare su 240 baby dai 5 ai 12 anni. Due le novità. Per la prima volta il percorso offerto ai ragazzi sarà completo, portandoli ad iniziare dal calcio a 5 per finire con quello a 11. Da quest’anno lo storico sponsor Bernardinello sarà affiancato dal logo di un progetto benefico sposato dalla società. I bambini porteranno sulla maglia la scritta “La stanza dei sogni”, un’area dell’azienda ospedaliera nata per alleviare il dolore dei bambini sottoposti a cure e interventi medici. Da segnalare che sono stati sottoscritti altri 114 abbonamenti: totale a 2829.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) La maglia nera, nel ciclismo, una volta era assegnata all’ultimo in classifica del giro d’Italia. Insomma, non proprio un simbolo di successo. Il Padova ha deciso di andare controcorrente e ha scelto il colore nero per la propria terza casacca. E l’ha fatto per scaramanzia. Abbandonata la maglia blu con il Gattamelata che l’anno scorso aveva portato alla prima sconfitta, la società ha scelto il nero (con bande orizzontali, sopra lo sponsor, bianche e rosse), in memoria anche delle primissime maglie del Calcio Padova negli anni ’10. Questa la novità sostanziale delle nuove divise disegnate da Macron per il secondo anno consecutivo. Classico il bianco della prima maglia e il rosso della seconda, rispetto alla scorsa stagione risalta il logo impresso tono su tono sulla spalla della maglietta e il particolare colletto coreano.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) È stata una ripresa caratterizzata da diversi punti interrogativi, quella che ha visto ieri pomeriggio ritrovarsi i biancoscudati ai campi della Guizza agli ordini del tecnico Carmine Parlato. Il problema che aveva accompagnato la vigilia del match con la Reggiana sembra essersi risolto: Cristian Altinier si è allenato e non dovrebbe avere problemi per la sfida dell’Euganeo di domenica (ore 17.30) contro la Pro Piacenza. Diverso invece il discorso per Marco Ilari e Davide Mazzocco, che saranno monitorati poiché hanno lavorato ancora a parte insieme al terzino Favalli. Matteo Dionisi ha abbandonato la seduta per i postumi di una distorsione alla caviglia subita nel finale di gara di Reggio Emilia: sembra trattarsi di un dolore di poco conto. Oggi doppio allenamento alla Guizza.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) L’occasione della presentazione della squadra è stata propizia per svelare il nuovo progetto Scuola calcio all’interno del perfezionamento del settore giovanile guidato da Massimo Poliero: «È un giorno importante in cui presentiamo le nuove maglie e le scuole calcio — evidenzia Poliero — li presentiamo insieme perché siamo convinti che ogni aspetto vada curato nel migliore dei modi: parlare di regole, team e di grinta. Avremo un campioncino in futuro? Non è così importante, certo ci proveremo e tenteremo di aiutare i giovani a crescere e a inserirsi nel mondo reale e nel mondo dello sport». Concetto ribadito da Giorgio Molon, responsabile del settore giovanile: «Il tempo passa — sorride — dal 1992 quando fondai la prima scuola calcio sono trascorsi tanti anni e sono cambiate tante cose. Con soddisfazione cercheremo di proseguire su questa strada». La giornata di ieri, intanto, ha dato un nuovo impulso alla campagna abbonamenti, arrivata a quota 2829. Non esattamente quanto si aspettava la società, ma un deciso passo avanti. «Speriamo che ci sia un ultimo scatto da parte della nostra tifoseria — dice il presidente Giuseppe Bergamin — abbiamo bisogno di tutti per arrivare più in alto possibile. E io sono convinto che faremo bene. Anzi, ne sono fermamente convinto».

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Stagione nuova, maglia nuova, entusiasmo vecchio. Bagno di folla, ieri pomeriggio al Macron Store di via della Croce Rossa, per la presentazione delle nuove maglie del Padova per la stagione in corso. Maglie che hanno suscitato l’entusiasmo dei tifosi, accorsi in massa per accaparrarsi i primi esmplari lanciati sul mercato: «Mi auguro che la struttura che abbiamo studiato per le nuove maglie — spiega l’area manager Macron Gianluca Trulla — sia di buon impatto. Le prime due hanno vestibilità più skin, la terza più regular, ma abbiamo cercato di andare incontro il più possibile alla volontà dei tifosi». Il vicepresidente Edoardo Bonetto ha spiegato la filosofia con la quale sono state messe a punto le nuove creazioni, in vendita al prezzo di 70 euro, lo stesso della passata stagione: «Siamo partiti per tempo creando una maglia a nostra immagine e somiglianza. Scudo più grande, il nome Calcio Padova recuperato dopo un anno di sofferenza, colori perfezionati e novità sulla terza maglia. Abbiamo voluto apportare una novità su quest’ultima, per scaramanzia visto che lo scorso anno il blu non ci aveva portato bene e ringraziamo Macron per la collaborazione che ci ha dato. La terza maglia nera con i colori bianchi e rossi sarà il simbolo di questa società che ha lavorato in maniera molto professionale e con impegno per salire di categoria».

Ore 08.30 – Doppio allenamento oggi per i Biancoscudati alla Guizza.

Ore 08.28 – Lega Pro girone A, il prossimo turno (seconda giornata, domenica 13 settembre): Cremonese-Pavia, Cuneo-Alessandria, FeralpiSalò-Bassano, Lumezzane-Reggiana, Padova-Pro Piacenza, Pordenone-AlbinoLeffe, Renate-Giana Erminio, SudTirol-Mantova, Pro Patria-Cittadella

Ore 08.26 – Lega Pro girone A, la classifica aggiornata: Cittadella, FeralpiSalò, Giana Erminio, Mantova e SudTirol 3, Bassano, Cremonese, Padova, Pordenone, Pro Piacenza e Reggiana 1, AlbinoLeffe, Alessandria, Cuneo, Lumezzane, Renate, Pavia e Pro Patria o.

Ore 08.24 – Lega Pro girone A, i risultati della prima giornata: AlbinoLeffe-SudTirol 0-1 (Maritato su rigore al 31′ pt), Alessandria-FeralpiSalò 1-2 (Iunco (Al) al 38′ pt, Guerra (Fs) al 7′ st, Romero (Fs) al 25′ st), Bassano Virtus-Cremonese 1-1 (Candido (Bv) al 24′ pt, Brighenti (Cr) al 38′ st), Cittadella-Cuneo 2-1 (Jallow (Ci) al 19′ pt, Bizzotto (Ci) al 12′ st, Ruggiero (Cu) al 38′ st), Giana Erminio-Lumezzane 2-1 (Cruz (Lu) al 8′ st, Perico (Ge) al 28′ st, Bruno (Ge) su rigore al 47′ st), Mantova-Renate 1-0 (Caridi (Ma) al 35′ st), Pavia-Pro Patria rinviata a mercoledì 16 settembre, Pro Piacenza-Pordenone 1-1 (Pederzoli (Pn) al 9′ pt, Alessandro (Pp) su rigore al 34′ st), Reggiana-Padova 1-1 (Neto Pereira (Pd) al 1′ pt, Arma (Re) al 7′ pt).

Ore 08.22 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.20 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 8 settembre: primo allenamento settimanale per i Biancoscudati, a parte Dionisi, Favalli, Ilari e Mazzocco.




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