Le premesse non sono propriamente incoraggianti: domani pomeriggio a Reggio Emilia il Padova comincia il suo campionato, quello del ritorno in Lega Pro (ore 17.30, Mapei Stadium), senza Marco Ilari e molto probabilmente anche senza Altinier. L’esterno romano ha alzato definitivamente bandiera bianca: ieri era a bordocampo in abiti civili, e ha ammesso di dover dare forfait. L’attaccante, invece, è rimasto precauzionalmente ancora a riposo: non un bel segnale, a 48 ore dal match. Per lui la rifinitura di stamattina (ore 10) sarà decisiva: dentro o fuori, il 4-2-3-1 che Parlato ha in mente passa molto dalla risposta del muscolo di Altinier. Chi sarà di sicuro in campo è invece il capitano, Marco Cunico, pronto insieme alla squadra biancoscudata a tornare tra i professionisti dopo due stagioni di assenza vissute nell’Interregionale. Il campionato, dopo il ricorso del Seregno terminato con un nulla di fatto, può finalmente iniziare anche per lui. «Era ora», sbotta il n. 10 alla vigilia del match, «ma era impensabile adesso un altro stravolgimento, ci sarebbero stati tempi ancora più lunghi. Finalmente si parte, ed è giusto che sia così: siamo contenti di iniziare, è giusto entrare nella bella tensione del campionato». Il Padova ci arriva dopo aver conquistato un pari e una sconfitta nel triangolare di Coppa Italia. Un ruolino da correggere quanto prima… «Comunque sia, queste due gare sono state due banchi di prova importanti. Abbiamo incontrato una squadra importante come il Mantova, facendo una figura discreta, quindi una formazione come il Pordenone, gara dove, però, la figura è stata davvero brutta. Ci sono ancora un po’ di alti e bassi, tipici del calcio d’agosto, ma ci sono serviti per capire i nostri limiti attuali».
Poca capacità di trovare la rete? Eccessiva perforabilità difensiva? «Siamo una squadra che ha cambiato tanto, e come qualsiasi squadra in questa situazione serve un periodo di amalgama. Fisicamente non siamo ancora nelle condizioni ottimali, è evidente, e questo ci può stare e non è assolutamente preoccupante. La cosa principale, comunque, è che la squadra capisca che deve alzare l’intensità delle giocate e la velocità della manovra». Domani al Mapei Stadium è già tempo di big match: la Reggiana, tra le principali pretendenti al salto di categoria, è una corazzata attrezzata e rodata. Per questo, in teoria, la sfida potrebbe anche non essere indicativa del vostro reale valore. «Non sono d’accordo del tutto. La Reggiana è una squadra di primissima fascia: l’anno scorso ha fatto un grande campionato e ha mantenuto una base notevole, si conosce e ha automatismi importanti. Ma la partita, anche se arriva solo alla prima giornata, può comunque fornirci indicazioni importanti: se il Padova andrà a Reggio Emilia facendo una prestazione di livello, vorrà dire che sinora ha fatto le cose per bene. È un banco di prova che può permetterci di capire se e come possiamo stare in questo campionato». La griglia di partenza, però, non vi vede nelle primissime posizioni… «Reggiana e Cittadella sono un passo sopra le altre, poi c’è un gruppone formato da coloro che si giocheranno il terzo posto: Alessandria, Pavia, Cremonese e Feralpi Salò. Speriamo che un domani ci sia il Padova a lottare per quei posti: per ora tutti ci collocano, sulla carta, a metà classifica. Penso che il Padova possa e debba fare qualche gradino in più». Regolamenti. Il Consiglio Federale della Figc di lunedì scorso ha confermato la formula delle retrocessioni della passata stagione: retrocederà in Serie D direttamente l’ultima classificata, più le due perdenti dei playout, che si giocheranno tra la 14ª e la 17ª classificata.
(Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia)