Live 24! Reggiana-Padova, la vigilia: assente Altinier alla rifinitura, ma è tra i convocati

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Ore 22.00 – (Il Piccolo) Da meno di un anno è il proprietario dell’Unione Triestina 2012 fondata da Puglia, Cergol, Zotti e altri nell’agosto di tre anni or sono e poi lasciata nelle mani di Mehmeti e Mbock. Un anno vissuto pericolosamente tra luci (poche soprattutto sul versante sportivo) e ombre. La conseguente frattura tra Marco Pontrelli e la tifoseria è pesante e non può non avere conseguenze. Perché la forza dell’Unione del post fallimento Fantinel-Aletti è stato proprio il pubblico, gli ultras, i club che l’hanno tenuta in vita nell’inferno dell’Eccellenza. In quest’anno la Triestina, che da qualche mese non ha più il marchio storico, ha mantenuto la D con lo spareggio di Dro e si appresta da Unione 2012 (o come la chiamano i tifosi organizzati Pontrellina) ad affrontare un altro campionato di serie D senza il suo pubblico più affezionato. «Sono affranto da tifoso e come ex ultras di 30 anni fa (della Roma ndr). Vorrei che la curva ci fosse vicino in questo campionato. Ma come presidente devo pensare prima alla società. Quello che mi sconvolge è che tutto questo movimento contro di me sia stato creato da un solo “predicatore”. Io sto lavorando per regolarizzare una situazione che era disastrosa. Posso capire gli ultras ma non posso accettare che un presidente del centro di coordinamento dei club si schieri con i gruppi più accesi. Comunque, se sarà disponibile, inviterò Marassi a breve a un confronto pubblico per fare un po’ di chiarezza». Ma lei a marzo ha dato pubblicamente dei balordi a un gruppo di tifosi. Cosa si aspettava? «Posso aver sbagliato nei toni ma devo dire che le loro azioni di questi ultimi mesi avvalorano la mia opinione. I miei giocatori e alcune persone dello staff sono costantemente oggetto di minacce. Io devo difendere la sicurezza di chi lavora per la mia società». Faccia i nomi di chi avrebbe subito intimidazioni. «Meglio di no ma ho le prove e posso esibirle. Dico solo che per queste azioni abbiamo perso il miglior nostro giocatore della scorsa stagione» Domani ci sarà una manifestazione fuori dallo stadio. È preoccupato? «No, rispetto la loro protesta fino a quando si esprime in termini civili. Ho allertato gli organi competenti perché chi vuole venire allo stadio ha il diritto di farlo». Però molte zone d’ombra sull’operato della sua società ci sono. Crechiamo di chiarirle. Lei è arrivato come consulente di Mbock. Come è entrato in contatto con personaggi simili? «Nel dicembre del 2013 ho partecipato a una riunione alla Stratex. C’era anche un delegato della Chateaux d’Ax. Mi avevano spiegato che Cergol non ce la faceva più e io ho dato la mia disponibilità a fare l’operazione al 50%» Quale era la somma da mettere sul tavolo? «Circa centomila euro a testa e io ci stavo» E poi «L’operazione non è andata in porto ma sono rimasto alla finestra. Marco Mariotto, che avevo conosciuto a Ferrara, era nello staff di Mehmeti e Mbock e quando loro sono andati in affanno io, assieme a Di Piero, sono intervenuto e ho pagato l’iscirizione. È stato il passepartout per prendere a settembre la società». Ma quanti soldi avete versato a Mbock? «Circa 80 mila euro ma lui ha rinunciato ai 130 mila versati nei sei mesi di gestione». E avete ereditato, e lo sapevate, una montagna di debiti. È stata un’operazione rischiosa. «Ci sono voluti due mesi di lavoro assieme al commercialista Nasti per ricostruire una situazione contabile che non c’era. In tutto il buco era di 650 mila euro» E al 30 giugno di quest’anno? «Il bilancio lo approveremo entro ottobre ma dovrebbe assestarsi attorno ai 250 m ila euro di debiti» E per la stagione in corso? «Puntiamo al pareggio di bilancio» Ma se in tutto il calcio italiano non ci riesce quasi nessuno? «Ho già l’accordo con un main sponsor che presentermo nelle prossime settimane. È un’azienda veneta che fabbrica e commercializza mobili. E voglio sottolineare come l’azienda non sia triestina. Poi c’è un secondo sponsor ed altri cinque minori. E poi, se la squadra andrà bene, confido nell’apporto del pubblico» E se i ricavi non dovessero ragiungere gli obiettivi sperati? «Abbiamo una consistente riserva di liquidità» D’accordo, ma quando le perdite sono così ingenti rispetto al capitale, il codice civile obbliga a una ricapitalizzazione mentre voi conferite prestiti quindi spostando il debito da una parte all’altra. «Usiamo la stessa tecnica della stragrande maggioranza delle società calcistiche italiane anche di serie A. A titolo di acconto di acquisto quote finora io ho messo 50 mila euro e Di Piero oltre 600 mila». Ma Di Piero non è un socio. «Con tutti i conferimenti effettuati è un socio di fatto. Paghiamo i fornitori e chi lavora e la società ha un debito con noi. Ma se, per fare un esempio, la Juve ha un debito con gli Agnelli mica si crea allarme?» Ma se uno dovesse comprare la società dovrebbe risarcire il debito e non avrebbe nulla di consistente a patrimonio. «Certo, si aprirebbe una trattativa per restituire i capitali prestati. Ma noi non abbiamo nessuna intenzione di vendere» A proposito di vendita. Lei legittimamente non ha aperto una trattativa con la cordata Zanmarchi perché non aveva voluto fornirvi le referenze. Ma quali sono le vostre referenze? «Sono il proprietario delle quote dell’Unione Triestina 2012, ho portato avanti la gestione per un anno. Se poi Zanmarchi mi autorizza a rendere pubblico il carteggio via e-mail reciproco di quei giorni lo faccio volentieri per rendere il tutto trasparente. Ma io non vendo e figuriamoci se lo faccio al primo che capita. Nei mesi scorsi ho incontrato un gruppo serio che voleva il 51% e io invece ero disposto a vendere il 49% e poi non eravamo d’accordo sulla stima della società. Ci siamo lasciati con una stretta di mano». Ma Di Piero mette i soldi e lei comanda. È un anomalia. «A parte che noi siamo in affari anche su altri versanti ma diciamo così: io ci metto il mio lavoro e lui il denaro» Se c’è liquidità perché avete subito i pignoramenti compreso quello delle maglie che ha ferito i tifosi? «Perché le ingiunzioni arrivavano su una Pec (posta elettronica certificata ndr) la cui password non ci è stata trasmessa da un collaboratore amministrativo che se n’è andato in febbraio e verso il quale abbiamo aperto un’azione legale» Ma ci sono stati anche assegni emessi e poi ritirati. Come si giustifica? «È lo stesso discorso. Non eravamo al corrente delle ingiunzioni. Così ci è stato bloccato il conto alla Credem e anche quello aperto a mio nome a Ferrara. Ma alla fine, nonostante i disagi abbiamo pagato tutti i giocatori» Non tutti… «Manca una mensilità a quattro-cinque calciatori ma perché ci sono delle questioni da sistemare» E i fornitori stanno ancora bussando cassa. «Dalla montagna trovata è rimasta una collinetta. Chiedete a casa Nazareth o agli alberghi e ristoranti utilizzati nell’ultima stagione» Stanno per arrivare altre istanze di fallimento. «Per quanto ne sappiamo sono state depositate alla Cancelleria cinque. Una è della Acerbis (fornitore del materiale tencico nell’era Puglia-Cergol ndr) e quattro dipendenti. È sorprendente come in molti casi si attivi un’istanza di fallimento per la richiesta di cifre contenute e alcune prive di titoli idonei. Comunque, come abbiamo fatto a luglio, la prossima settimana sistemiamo la questione. In tutto si tratta circa di 35 mila euro» Ma mancano all’appello ancora Costantini e il suo staff e Ferazzoli. «Quando ci arriveranno le vertenze salderemo il dovuto come abbiamo fatto con gli altri tesserati». C’è stato un esposto alla Procura. L’ipotesi di accusa è di distrazione di fondi sugli abbonamenti. Come si difende? «Ho ricevuto un avviso di garanzia in relazione a un’idagine per distrazione di circa 20-22 mila euro ma ho già dimostrato alla Finanza, che ha fatto l’indagine, come i soldi siano stati spesi per la Triestina anche se con la mia carta di credito personale. Gli estratti conto ci sono e parlano chiaro. Chi ha presentato l’esposto ha preso un abbaglio. Piuttosto Marassi ci ha versato i soldi degli abbonamenti in contanti mentre per la legge sulla tracciabilità il versamento doveva avvenire tramite bonifico. Entrambi siamo passibili di un’ammenda». Questione Rocco. È vero che non avete depositato la fidejussione da 12 mila euro? «Sì, perché i pagamenti sono sempre stati regolari e l’altro mese abbiamo versato in anticipo il canone di locazione per sei mesi. Nel corso degli anni poi onoreremo il debito ereditato da Cergol per 80 mila euro. Il sindaco Cosolini è stato, soprattutto negli ultimi mesi, molto disponibile e lo ringrazio. Anche sulla possibilità di allestire una foresteria nella nostra sede. Qui il Comune non fa sconti…». Avanti verso dove. I tifosi hanno ragione a dire che non si capisce quale sia il progetto. « In tutto quest’anno ho pensato più a debiti, istanze di fallimento e vertenze che al progetto sportivo. Quando ho avuto un mese di tranquillità ho contribuito ad allestire una buona squadra che può essere protagonista del campionato. Il primo obiettivo era conservare la D e cominciare a risanare i conti. Il primo traguardo è stato raggiunto anche se con troppa fatica e molti errori, il secondo si avvicina. Voglio che Trieste torni tra i professionisti con una società sana». E il settore giovanile sparito? «Ci sono state delle inadempienze da parte di alcuni miei collaboratori. Ma mi assumo io tutta la colpa perché sono il presidente. Mi spiace e per il prossimo anno voglio poter iscrivere tutte le squadre giovanili. Voglio sottolineare che una decina di ragazzi sono andati a giocare in prestito in altre squadre. E non abbiamo preteso un euro» Non pensa mai di lasciare come vorrebbe una parte della tifoseria? «Qualche volta ci penso ma poi mi passa. Io sono un osso duro e non voglio gettare il lavoro fatto. E poi la Trieste calcistica non merita di finire ancora più in basso. E poi sono certo che se la squadra funziona tutto si sistemerà. Ne riparliamo tra un mese…».

Ore 21.30 – (Corriere delle Alpi) Si ricomincia con il Tamai. Domani alle 15 al Polisportivo il Belluno inizia il campionato e il primo avversario da superare è la formazione friulana. La banda di mister Vecchiato arriva da un ottimo precampionato, ma questo poco conta. Il Tamai non è sicuramente l’avversario più semplice da affrontare alla prima giornata di campionato ma come ha sottolineato l’allenatore del Belluno in settimana, prima o poi bisognerà affrontarle tutte. «Il nostro precampionato è stato ottimo e la speranza naturalmente è quella di riuscire a confermarci anche nella prima partita ufficiale della stagione – spiega l’allenatore gialloblù – in tutti noi c’è tanta voglia di iniziare e sappiamo che davanti a noi troveremo sicuramente un avversario forte e difficile da affrontare. In queste prime partite saranno soprattutto i “vecchi” a dover dare qualcosa in più, per permettere ai giovani e ai nuovi arrivati di continuare a integrarsi sempre meglio nel nostro sistema di gioco. Sappiamo che tutti si aspettano molto da noi e questo fa sicuramente piacere. Non sono particolarmente preoccupato dal girone a 20 squadre – conclude il tecnico – tutti avranno gli stessi tempi di recupero tra una partita e l’altra anche se è normale che come sempre la gravità e il numero di infortuni in una stagione sarà un fattore determinante nei mesi decisivi del campionato. Ora come ora però la squadra sta bene, con l’eccezione di Giovanni Pescosta che dovrà stare fermo ancora un po’, ma il resto del gruppo si è allenato bene in queste ultime settimane. Voglio fare un invito a tutti i tifosi gialloblù perché inizino a sostenerci e incitarci già da domenica nella partita di esordio. Servirà infatti tutto l’appoggio del nostro pubblico per provare a centrare subito i tre punti». Chi gioca? È difficile pronosticare una formazione dopo un precampionato dove l’allenatore del Belluno ha provato formazioni differenti e giocatori in più ruoli. Tra i pali potrebbe essere preferita l’esperienza di Davide Solagna mentre in difesa, vista anche l’assenza di Giovanni Pescosta, a destra si potrebbe vedere Stefano Longo, mentre sulla corsia opposta ci dovrebbe essere Stefano Mosca. Al centro della retroguardia Paolo Pellicanò è quasi certo di un posto da titolare mentre al suo fianco si giocheranno una maglia Nicola Calcagnotto e Sebastiano Sommacal. A centrocampo in cabina di regia non ci sono dubbi sulla presenza di Simone Bertagno, al suo fianco potrebbero esserci Marco Duravia e uno tra Mike Miniati e Yari Masoch. In avanti capitan Corbanese guida l’attacco insieme ai due nuovi arrivati Marco Farinazzo e Antonio Acampora. Assente per squalifica la giovane sorpresa Simone Quarzago.

Ore 21.00 – (Alto Adige) I ragazzi venuti dal vivaio. Nelle ultime ore la “corte” di mister Stroppa si è arricchita di un altro fiore cresciuto nel giardino del settore giovanile biancorosso. Gabriel Tessaro, difatti, così come comunicato dalla società è stato inserito stabilmente nella rosa della prima squadra. Inserimento che va dunque a completare il settore d’attacco a disposizione di mister Stroppa. Il diciannovenne Tessaro è cresciuto nel settore giovanile biancorosso dove ha fatto tutta la trafila iniziando dai Piccoli Amici per culminare con la Berretti. Tessaro nella passata stagione ha vestito la maglia del Villafranca, formazione veneta militante in serie D. Esperienza che il giovanotto bolzanino ha saputo impreziosire con 22 presenze in campionato con 3 gol all’attivo. Tessaro arriva alla corte di Stroppa dopo aver svolto l’intera preparazione estiva con il Darfo Boario, da qui il ds Piazzi ha successivamente preso la decisione riportarlo a Bolzano.

Ore 20.40 – (La Provincia Pavese) L’ultimo arrivo in casa azzurra è Nicola Pavan, mediano chiamato nella rosa azzurra a prendere il posto del partente Andrea Rosso. Ventidue anni veneto, con 22 presenze di cui 17 da titolare nel Real Vicenza, è un giocatore che mister Marcolini conosce bene per averlo allenato nella passata stagione. «Il ruolo principale in cui ho giocato è quello di mediano davanti alla difesa sia in un centrocampo a tre che in uno a due – così si presenta il neoacquisto azzurro –. In alcune occasioni, a fine campionato, quando si era in emergenza nel reparto difensivo, al Real Vicenza mister Marcolini mi ha utilizzato anche da difensore centrale». La chiamata al Pavia è arrivata proprio attraverso l’indicazione del suo ex tecnico. «Con il mister già dall’anno scorso si era creato un bel rapporto – spiega il mediano veneto – in un gruppo molto unito. Mi ha fatto piacere che quando c’è stata l’occasione, il Pavia abbia pensato a me su indicazione del mister». A questo proposito proprio grazie a mister Marcolini lo scorso anno il Real Vicenza ha fatto bene nella prima parte, poi ha pagato la scelta del suo allontanamento momentaneo. «In effetti eravamo partiti molto bene riuscendo a sorpresa a essere anche primi in classifica, come dopo la vittoria per 3-0 in casa con il Novara – ricorda Pavan –. C’era, perciò, molto entusiasmo. Come può capitare durante una stagione abbiamo avuto un calo di rendimento e in quel momento il presidente ha scelto di cambiare l’allenatore per cinque partite. Una fase in cui abbiamo perso dei punti di riferimento e ci siamo staccati dalla parte alta della classifica dove eravamo stati fino a quelle giornate, poi è tornato mister Marcolini, ma si era perso troppo terreno. Un’esperienza comunque positiva la mia in quella squadra perché arrivavo da un infortunio al ginocchio e da un anno dove ero stato fermo. A Vicenza sono tornato a giocare con continuità a un certo livello». A Pavia la concorrenza sarà notevole e Pavan ovviamente sa di doversi far sempre trovar pronto e sa anche di non aver il posto assicurato come magari era lo scorso anno al Real Vicenza. «E’ stimolante entrare a far parte di una squadra con obiettivi di vertice – conclude Pavan – Trovarmi in una squadra che punta a una serie B è già motivo d’orgoglio e di stimolo a dare il massimo. La rosa è molto ampia e competitiva, bisogna dare tutti il massimo e sono convinto che con un campionato così lungo ci sarà spazio e bisogno di tutti. Il mister mi conosce, ma certamente sarà mio compito quello di dover farmi trovare sempre pronto per sfruttare tutte le occasioni, tante o poche che siano».

Ore 20.20 – (Gazzetta di Mantova) I biancorossi ieri mattina sono tornati ad allenarsi sul campo di Goito in vista del debutto in campionato, fissato per domani sera (ore 20.30) al Martelli contro il Renate. Fuori causa c’è soltanto il difensore Edoardo Scrosta, che sta recuperando dopo il grande spavento per il pneumotorace spontaneo che l’aveva colpito la settimana scorsa. Momentè, che in settimana ha accusato fastidi al ginocchio, dovrebbe invece essere a disposizione di mister Maspero. Lo stesso vale per Sereni e Caridi, che stanno smaltendo contusioni subite nel match con il Milan. Saranno valutate oggi, invece, le condizioni di Anastasi, che accusa un dolore alla coscia destra. Il tecnico non ha ancora sciolto le riserve sull’undici che manderà in campo contro il Renate ed è probabile che lo farà al termine della rifinitura di questa mattina a Goito. Il Mantova del debutto in campionato non si discosterà comunque molto da quello visto all’opera giovedì nel primo tempo al Martelli contro il Milan.

Ore 20.00 – (Gazzetta di Mantova) «La partita contro il Renate sarà più difficile di quella giocata con il Milan». La frase potrebbe suonare strana e invece è il frutto dell’esperienza accumulata nella sua lunga carriera dal ds biancorosso Alfio Pelliccioni, che in serie C ne ha viste davvero di tutte i colori. E sa bene che il campionato di terza serie propone difficoltà alle quali nessuna amichevole – seppur di prestigio – si può paragonare. «Se qualcuno si è gasato dopo la bellissima partita contro i rossoneri – avverte Pelliccioni -, sarà bene che torni subito con i piedi per terra. È molto più facile fare una figuraccia contro il Renate che in una sfida con celebrati campioni. Già, perché, con tutto il rispetto per il Renate, i nostri valori sono superiori e tutti sperano in una vittoria. Ma se non si affronta l’impegno con la massima concentrazione, pronti a correre fino allo sfinimento e a dare tutto in campo dal primo all’ultimo minuto, sono dolori». Lanciato l’allarme usando il bastone, il ds biancorosso tira poi fuori la carota: «Dico queste cose perché è bene sottolinearle – aggiunge -, ma non sono preoccupato perché mi sembra che questa squadra abbia conservato la mentalità dello scorso anno. Vedo un gruppo unito, che lavora bene e che ha fame. Le amichevoli ci hanno date ottime indicazioni (47 gol fatti e 12 subiti), ma è soltanto il campionato che può fornire certezze». E in questo campionato per il Mantova Pelliccioni che ruolo immagina? «Ci sono tante squadre che si sono attrezzate per vincere, il nostro girone è il più competitivo della Lega Pro. Le favorite sono Alessandria, Pavia, Reggiana, Cittadella e Cremonese: dietro ci siamo noi insieme ad altre formazioni. Speriamo di fare un campionato da protagonisti, per ripagare gli sforzi della società e per dare soddisfazioni ai tifosi, che si stanno avvicinando sempre più al nuovo Mantova. Loro sono davvero il nostro uomo in più nelle partite in casa e costituiscono una risorsa fondamentale per squadra e società». Il sogno è di inserirsi nella lotta playoff? «Si può sognare di diventare la sorpresa della stagione – risponde Pelliccioni -, ma il nostro obiettivo è quello di fare bene e di porre le basi per tentare il salto di categoria il prossimo anno». Mantova-Renate che gara sarà? «Loro sono una squadra di categoria, veloce, che è stata costruita a mio avviso meglio che negli anni passati. Bisogna stare attenti e giocare al massimo delle nostre possibilità per spuntarla». Fra i nerazzurri c’è l’attaccante mantovano Ekuban, che in estate disse no all’Acm… «Io suo procuratore mi disse che il ragazzo, un po’ com’è successo con Altinier, preferiva non giocare nella sua città per timore di eccessive pressioni. È un buon attaccante, bisognerà tenerlo d’occhio». Dal mercato del Mantova bisogna attendersi altre sorprese? «Non credo, secondo me adesso dobbiamo capire bene che squadra siamo. Poi a gennaio, se sarà il caso, si potrà intervenire».

Ore 19.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Esperienza, programmazione, entusiasmo. Sono i tre ingredienti che Marcelo Mateos giudica fondamentali per costruire una storia importante. Lui, il direttore di campo in procinto di diventare ds, c’era la scorsa stagione e c’è in questa. Sarebbe la persona adatta per mettere a confronto (come nei giochi d’enigmistica) la vignetta del ramarro 2014-15 e quella del 2015-16, segnando le differenze. È un giochino però che a Marcelo non piace. O forse lo considera un esercizio dialettico troppo pericoloso, vista la suscettibilità che pervade il De Marchi. ENTUSIASMO – Proviamo a farlo noi allora, sempre sulla base del trittico segnalato dal direttore. L’entusiasmo non mancava nemmeno all’inizio della passata stagione. È svanito durante la serie nera (10 ko consecutivi), ma è ricresciuto nella rincorsa sfociata nell’illusiorio sorpasso ai danni dell’Albinoleffe. C’è quindi quest’anno, ma c’era anche l’anno scorso. ESPERIENZA – Questa è certamente una delle differenze, probabilmente la più importante fra estate 2014 ed estate 2015. La società ha avuto alle spalle un semestre (il primo) d’errori sul quale elaborare nuove strategie. PROGRAMMAZIONE – In presentazione Mauro Lovisa ha citato il triennale firmato da Pederzoli per evidenziare il progetto pluriennale iniziato. Questa è un’altra bella differenza rispetto alla kunderiana insostenibile leggerezza dell’essere che accompagnava il ramarro alla sua prima volta in Terza serie dopo mezzo secolo. PRONTI – «Io non faccio paragoni – ribadisce Mateos -, non mi sono mai piaciuti. Guardo il presente e vedo un gruppo molto affiatato, che lavora con serietà ed entusiasmo. Vedo una società – tiene a evidenziare – che non ha mancato di fare grossi sacrifici per mantenere la categoria. Vedo la voglia di costruire nel tempo testimoniata dagli ingaggi di giocatori come Pederzoli, Filippini e Mandorlini, per fare i primi nomi che mi vengono in mente. Ora, dopo un’estate ricca di emozioni e sensazioni forti, siamo finalmente pronti per cominciare. Credetemi, non vedevamo l’ora. Adesso dimostriamo chi siamo e cosa vogliamo fare». PRONOSTICI – Mateos ha l’esperienza per poter giudicare: «Vedo il Cittadella fare una stagione da lepre, inseguita a breve distanza da Alessandria, Reggiana e Pavia. Il Pordenone? L’importante è tenerci dietro 8 squadre. Poi si vedrà». Esordio domani alle 15 a Piacenza. Tedino non potrà avvalersi degli acciaccati Filippini e De Agostini e di Marchi, non ancora in condizione da reggere i 90’.

Ore 19.20 – (Messaggero Veneto) Pro Piacenza-Pordenone sarà la prima gara del girone A di Lega Pro 2015-2016: è l’unica alle 15 di domenica, le altre sono in programma alle 17.30 e alle 20.30. Sarà l’atto numero uno di un campionato che si annuncia livellato verso l’alto, in cui i “ramarri” possono puntare a una salvezza tranquilla. Le favorite alla promozione sono due, su tutte: Alessandria e Pavia. Organici e investimenti sono al top, pronte per l’attacco alla B. Forse i grigi hanno qualcosa in più, considerato il mister (Scienza, maturo per puntare a vincere) e i nuovi in attacco Fischnaller e Bocalon. Da play-off Reggiana (Arma-Nolè in attacco), Mantova, già testato dal Pordenone e che stava per battere il Milan in amichevole; Bassano e il retrocesso Cittadella, anche se su queste ultime due si dovrà vedere come smaltiranno la rivoluzione davanti (giallorossi) e il fine ciclo del tecnico Foscarini e la nuova categoria dopo anni di B. Brighenti, Magnaghi e Maiorino è un signor attacco per la Cremonese, che sembra debole però in mezzo: campionato da metà classifica, meglio (da play-off) la Feralpi che ha confermato l’ossatura del quinto posto e inserito l’ex Pordenone Maracchi e gli ex Venezia Guerra e Greco. Il Padova ha qualità (Neto, Cunico) ma una rosa “stagionata”, che può faticare a ritmi alti. Da neopromossa ci può stare un torneo di assestamento. Salvezza tranquilla, oltre che per il Pordenone, anche per Giana (bel colpo in avanti Bruno), Pro Piacenza e Alto Adige (rivoluzionato l’attacco), mentre sembrano destinate a soffrire il Renate (dove gioca il fratello dell’interista Kondogbia, Evans, attaccante), Lumezzane e Albinoleffe, quest’ultimo composto da tanti (troppi?) giovani, seppur ci siano esperti come Soncin e Perini. La ripescata Pro Patria, se si iscrive, dovrà partire con penalizzazione, mentre il neopromosso Cuneo è stato costruito con un budget addirittura inferiore rispetto alla scorsa stagione in D, col presidente Rosso intenzionato a vendere: premesse che appaiono non buone.

Ore 19.00 – (Messaggero Veneto) Partire bene è importante. Pordenone, e il suo tecnico Bruno Tedino, lo sanno fare. Sono incoraggianti i precedenti della prima di campionato della squadra cittadina e del suo allenatore. Negli ultimi 10 anni, i neroverdi all’esordio hanno ottenuto 4 vittorie, 3 pareggi e 3 ko; mentre il condottiero è addirittura reduce da 4 successi al debutto nel torneo di competenza (C1 con Pistoiese e D con Sandonà Jesolo). Insomma, i “ramarri”, forti di queste cifre, possono partire carichi in vista della gara di domani, che si gioca a Piacenza con la Pro. Passato neroverde. Primo blitz della statistica nel 2005-2006, un 2 a 0 a Romans con la Pro. Era l’anno dell’Eccellenza post-fallimento. Sempre nel massimo torneo regionale l’altro successo, sempre in trasferta, ovvero l’1-0 con la Juventina (07-08), mentre sono in serie D le altre due affermazioni: a Padova col San Paolo (1-2, nel 2012-2013), a Montebelluna (0-1, nel 2013-2014). Sono tutti blitz, successi lontano da casa. Un altro dato incoraggiante in vista della trasferta in Emilia. Quindi i 3 pareggi: 3-3 con la Vecomp (06-07), 0-0 col Tamai (08-09) e il 2-2 a Belluno (09-10), tutti ottenuti in D. E le sconfitte? L’ultima la scorsa stagione, a Lumezzane (2-0), quindi il 2-1 con l’Itala a Gradisca in D (11-12) e, sempre in Interregionale, l’1-2 al Bottecchia col Sandonà Jesolo (10-11). Un team allenato da… Bruno Tedino. Specialista. Senza successi la “prima” di campionato del tecnico nella sua prima esperienza in neroverde: si ricorda l’1-1 con l’Alto Adige nel 99-2000 in D e il ko con la Sanvitese per 3-2 la stagione successiva nella stessa categoria. Ma ormai da tempo è specializzato nelle partenze. Basta guardare i dati: in D, col team veneziano, dopo quel blitz a Pordenone nel 2010 vinse a Quinto (2-4, nel 2011-2012) e l’anno successivo in casa col Legnago. Epico successo, un rotondo 5-3. L’affermazione più lontana nel tempo risale al 2006, al torneo di C1 con la Pistoiese: 1-0 con la Pro Patria. Allora, oltre alla mezzala della nazionale Parolo, in mezzo al campo con i toscani c’era Alex Pederzoli. E lo sarà anche domani, con la speranza di ripetere quel successo. Consiglio Federale. Accolta la richiesta della Lega Pro: “sì” alla panchina lunga anche in terza serie. Da domani si possono inserire in lista un massimo di dodici giocatori di riserva, tra i quali verranno scelti i sostituti. Decisi anche i criteri di retrocessione. Scenderanno in D tre squadre: l’ultima classificata (direttamente) e altre due tramite i play-out, che si giocheranno tra la 14esima, 15esima, 16esima e 17esima classificata. In buona sostanza non cambia nulla. Verso Piacenza. I neroverdi, mentre sono venuti a conoscenza dell’entrata in vigore delle nuove regole, stanno preparando la trasferta di Piacenza. Out Filippini, Gulin e Marchi, Tedino partirà come a Padova col 4-3-3: c’è un ballottaggio, quello tra Finocchio e Valente per il ruolo di ala sinistra. Il secondo sembra favorito. Medesimo modulo per la Pro, che lamenta un’emergenza difensiva: fuori Bini, Sall e l’ex Cauz.

Ore 18.40 – (Gazzetta di Reggio) Il primo amore non si scorda mai, proprio per questo l’attaccante Elvis Abbruscato tende nuovamente la mano alla Reggiana per terminare la carriera in granata. Dopo tutto « se Cassano è tornato alla Samp – scherza il bomber ex Torino – e gli hanno perdonato tutte le ‘cassanate’ perché non potrei tornare io a Reggio Emilia che è casa mia?» Battuta a parte, perché vuole tornare? «Credo nelle storie a lieto fine e la mia, pur travagliata negli ultimi anni, potrebbe essere gratificata terminando dove sono nato, dove abito e dove sono cresciuto calcisticamente, dando il mio contributo d’esperienza. Sarebbe un onore, mi piacerebbe avere un incontro con la società e se ci fosse bisogno sarei pronto». Ma non aveva iniziato il ritiro con l’Akragas? «Non ho ricevuto una giusta corresponsione dovendo spostare là tutta la famiglia. Ora mi alleno in una piccola società di Milano, la Garibaldina, ma sono sempre a Reggio e, pur avendo richieste da squadre lontane, non mi spiego perché non potrei essere utile alla causa granata». Già a gennaio aveva tentato un avvicinamento, poi? «Nessun contatto». La linea societaria è: giocatori forti ma giovani e senza contratti troppo onerosi. «Sono disposto ad adattarmi, non sarebbe una questione di soldi. Anche in passato, non sono mai venuto qua a fare il mercenario conoscendo la situazione della Reggiana di allora mentre ora verrei a dare il mio contributo da uomo spogliatoio, una pedina fondamentale soprattutto se l’obiettivo è un ritorno in B». Arma, Nolè, Pesenti, Giannone, Loi ed i giovani Meleleo e Silenzi: il suo coetaneo Davide Sinigaglia ha appena lasciato la nave per paura di non trovare spazio… «A 34 anni uno non può pretendere di giocare a tutti i costi ma trovarmi con tanti attaccanti non significa andare a cercare la competizione, piuttosto dare quel tocco di esperienza che può aiutare anche fuori dal campo. Poi, al momento, vedo che davanti c’è solo Arma, che conosco dai tempi di Vicenza e reputo di grande sacrificio e devastante in area ma fuori necessita di un riferimento. Pesenti so che tornerà più avanti per l’intervento alla caviglia quindi, a conti fatti, dovranno cercarne almeno un altro se vogliono avere alternative di modulo ed io so di avere le caratteristiche giuste perché so anche dialogare tra centrocampo ed attacco». Ha giocato nel girone A la passata stagione come vede la Reggiana? «Dei tre è il più difficile anche se, tornato in Lega Pro dopo tanti anni, ho trovato un livello più basso: ora con buoni giocatori te la puoi giocare e l’esempio è stata una normalissima squadra come il Como che è riuscita a fare il salto».

Ore 18.20 – (Gazzetta di Reggio) Tutto come previsto: Paolo Bartolomei è un nuovo giocatore della Reggiana e dopo aver fatto valere la clausola rescissoria del contratto che lo legava al Teramo prima che il club abruzzese venisse ricacciato in Lega Pro dalla giustizia sportiva, ieri ha firmato quello che lo vincola alla società granata per i prossimi due anni. Il forte centrocampista lucchese che i granata hanno avuto modo di conoscere la scorsa stagione nei due match col Pontedera, verrà presentato ufficialmente questa mattina alle ore 11 in via Agosti, prima dela seduta di rifinitura della Reggiana, sebbene ieri pomeriggio abbia già disputato il primo allenamento coi nuovo compagni. L’arrivo di Paolo Bartolomei, un giocatore di notevole caratura tecnica, va a colmare nel migliore dei modi quella lacuna a centrocampo emersa inattesa nelle ultime ore di mercato, quando Antonio Junior Vacca aveva ha espresso la volontà di cambiare squadra e vestire la magia rossoazzurra del Catania. La Reggiana era rimasta spiazzata da questo improvviso voltafaccia di uno dei perni del centrocampo ma il direttore generale Raffaele ferrara è stato abilissimo e lesto ad individuare una soluzione che, più che alternativa, appare addiruttura migliorativa, Con buona pace di Vacca ma che è ancora a Reggio ed assistealle sedute dei compagni in attesa della partenza. Non è detto che questa sia l’ultima operazione di mercato in entrata perché Ferrara è sempre alla ricerca di un centrale difensivo e di un attaccante per rimpiazzare De Giosa e Sinigaglia In uscita, oltre a Vacca, ci sono da piazzare giocatori come Panizzi o Messetti che hanno bisogno di trovare maggior minutaggio ed alla Reggiana rischiano di essere addirittura fuori dalle rotazioni. LA SQUADRA. Nel frattempo siamo giunti alla vigilia della prima di campionato infatti domani, alle ore 17.30 al Città del Tricolore, Reggiana-Padova inaugurerà il campionato 2015/16; più breve per numero di squadre (18 anziché 20) ma potenzialmente più duro per cambio di girone. Il trainer Alberto Colombo ieri ha lavorato sui movimenti coi due undici schierati, successivamente li ha fatti sfidare tra di loro, poi ha provato calci piazzati e corner e sul finire della seduta ha personalmente indottrinato la difesa. A centrocampo è stato subito provato anche il neo acquisto Bartolomei ma sembra prematuro un suo debutto dal primo minuto. Niente da fare per Francesco Rampi e Luca Giannone che continuano a lavorare a parte ma per il trainer ci sarà soltanto o l’imbarazzo della scelta potendo inserire in elenco, con le nuove disposizioni, ben 23 atleti.

Ore 17.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) A luglio il ds Perinetti aveva sminuito al classico «semplice saluto tra amici» il significato di un suo incontro con Barreto. Qualche tempo dopo, da neo giocatore arancioneroverde, è lo stesso attaccante brasiliano a legare il suo approdo a Venezia proprio alla presenza del suo «padre sportivo». «È la serietà del direttore ad avermi trascinato in questa avventura – conferma il 30enne di Rio de Janeiro – Credo che qualche calciatore sia salito dalla serie D alla serie A (famoso il caso di Moreno Torricelli, pescato nel ’93 dalla Juventus nella Caratese, ndr) ma il percorso contrario è ancora più strano. Al Torino negli ultimi due anni ho giocato poco e non è stato facile, ora sono felice di fare parte di un progetto che punta a vincere». Barreto tuttora vive a Udine, dati i suoi trascorsi bianconeri in serie A, e al Venezia fece male un decennio fa in serie B. «A Perinetti è legato un periodo fantastico con la maglia del Bari, sono qui per iniziare a risalire assieme a un Venezia che con piacere vedo può contare su tanti giocatori di livello superiore. Non sarà una passeggiata ma assicuro che non vedo l’ora di fare la mia parte. Fisicamente sto bene, mi manca solo il pallone».

Ore 17.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il Venezia presenta logo e campagna abbonamenti, ma la vera sorpresa si chiama Paulo Vitor Barreto. E’ stato un vero e proprio «coupe de théatre» quello riservato dalla dirigenza arancioneroverde non solo ai tifosi, ma allo stesso mister Paolo Favaretto che, nel corso della presentazione all’Hotel Hilton, si è visto recapitare dal diesse Giorgio Perinetti il nuovo acquisto. «Il direttore mi ha detto di venire qui, perché doveva farmi un regalo. Beh, direi che è proprio una bella sorpresa…», ha commentato a caldo il tecnico. L’attaccante brasiliano, esploso con il Treviso in serie B giovanissimo, arriva direttamente dalla serie A dall’esperienza non fortunatissima con il Torino, preceduta da Udinese e Bari. «Mi ha convinto Perinetti – dice il neo arrivato – lo conosco personalmente da anni e mi ha fatto vedere il progetto, che è molto serio». Con il ds, Barreto ha condiviso la promozione del Bari in serie A e, adesso, spera nel rilancio proprio qui in laguna. «Non è mai bello non giocare, ora spero di avere continuità e che le cose vadano bene. Conosco alcuni giocatori come Soligo, Maccan e Serafini ed è certamente una bella squadra». Mentre gli uomini di mister Favaretto si preparano ad esordire domani in serie D nell’Alto Garda contro il Dro, la società ha convocato i tifosi per presentare finalmente il nuovo logo e la campagna abbonamenti. «E’ la prima uscita ufficiale della società, purtroppo il rappresentante della dirigenza Usa non è potuto venire, perché impegnato in un importante meeting collegato proprio allo sviluppo del Venezia», ha esordito l’avvocato Alessandro Vasta, componente del consiglio di amministrazione. In laguna sarebbe dovuto arrivare Joe Fraga, già direttore esecutivo dei New York Cosmos, con all’attivo collaborazioni con Real Madrid e Paris Saint Germain. Fraga è uno dei manager che stanno lavorando per il Venezia Fc per conto del presidente James A. Daniels e non è escluso che possa entrare nel board di comando. E’ stato quindi forgiato negli Usa il nuovo logo societario: un leone dall’espressione aggressiva, con artigli affilati e denti ben in mostra. Sullo sfondo nero, l’arancione e il verde in perfetto equilibrio. «Questi sono i nostri colori sportivi, l’abbiamo detto fin dall’inizio. Questa è la prosecuzione di un percorso, iniziato con la nascita di due società e passato poi per la fusione del 1987», ha sottolineato Vasta. Concetto ribadito dai tifosi che hanno esposto un lungo striscione, ricordando appunto quella data cruciale. Il senso dell’unione delle due città, che la piazza avrebbe gradito anche nella denominazione societaria, torna nello slogan della campagna abbonamenti: «Arancioneroverdi, uniti ripartiamo», è la frase scelta dalla dirigenza. «Da una parte per rievocare la storia di questo club, ma dall’altra anche per dire che occorre trovare compattezza tra tutte le componenti per raggiungere gli obiettivi», ha spiegato il dg Dante Scibilia. Novità nei contenuti e nei prezzi, leggermente inferiori allo scorso anno. La tribuna Vip (la vecchia tribuna centrale) costerà 250 euro (190 ridotto), mentre le tribune laterali 150 euro (120 ridotto), infine la curva 65 euro (50 ridotto). Lo scorso anno la curva costava 70 euro, mentre le tribune laterali 180. Sparisce però il settore distinti, lo spazio fronte panchine, scelta motivata dalla società con la volontà di concentrare il pubblico, perché non si disperda. Confermato l’accordo con Vela per la vendita di abbonamenti e biglietti nelle sue sedi: lunedì si comincia solo presso la sede del Venezia, in viale Ancona 43 (ex Carbonifera), da martedì anche nel circuito Vela. E la parola passa al campo: «Vincere non è mai facile ma spero che insieme qui possa nascere qualcosa di importante. E mi auguro – conclude Perinetti – che ogni anno si potrà festeggiare qualcosa».

Ore 16.50 – (La Nuova Venezia) »Mi ha chiamato il direttore Perinetti in spogliatoio dicendomi che aveva una sorpresa. Mi sono chiesto che sorpresa potesse essere, e mi sono ritrovato davanti Barreto». Scenetta al Taliercio con Paolo Faveretto interlocutore di Giorgio Perinetti. È mancato il contatto telefonico con gli Stati Uniti, ma non le sorprese ieri al Garden Hilton Inn, location scelta dal Venezia Fc per lanciare la campagna abbonamenti e presentare il nuovo logo. La “bomba” si è concretizzata mentre stava parlando l’avvocato Alessandro Vasta, che fa parte del consiglio di amministrazione del club arancioneroverde, con l’ingresso nella sala di Paulo Vitor Barreto, giocatore da settimane accostato al Venezia, ma un obiettivo ritenuto quasi impossibile da raggiungere considerata la carriera e lo spessore tecnico dell’attaccante. Trent’anni, compiuti il 12 luglio, brasiliano di Rio de Janeiro con passaporto italiano, Barreto scende dalla serie A alla serie D: un colpo magistrale da parte di Perinetti. Cresciuto nelle giovanili del Treviso, ha conquistato nel 2005 la promozione in serie A con il club della Marca (“In quella stagione segnai al Venezia al Tenni, finì 3-0 per noi”, ha ricordato Barreto, una sconfitta che costò la panchina a Glerean), due anni all’Udinese, il ritorno al Treviso, poi tre anni al Bari, prima di essere riscattato dall’Udinese, infine il passaggio al Torino. Barreto si presenta al Venezia con 254 presenze e 84 reti tra serie A e serie B, ma anche 14 gettoni (con 4 gol) in competizioni europee. «In un mese e mezzo sono stati compiuti tanti passi» ha spiegato l’avvocato Vasta, «oggi avremmo voluto far sentire anche la voce di una persona molto vicina alla proprietà, come Joe Fraga, che però è rimasto negli Stati Uniti per presenziare a una riunione di lavoro per accrescere la base dei soci del club, ma faremo in modo che siano presenti per la prima partita al Penzo del Venezia. In ogni modo, credo che la presenza di Barreto sia una bella sorpresa per tutti e un altro segnale che questa società non sta lasciando nulla di intentato per riportare il Venezia su palcoscenici più consoni alla sua storia e alla sua tradizione». Fraga è stato consulente anche per Inter e Pgs, oltre ad essere stato Executive Director del New York Cosmos. Rare volte capita che un calciatore salga dalla serie D alla serie A, quasi mai qualcuno compie il percorso inverso come ha fatto Vitor Barreto. «Mi ha convinto il direttore Perinetti», ha spiegato il brasiliano, «lo conosco da tanti anni e di lui mi fido ciecamente. Mi ha illustrato il progetto-Venezia, la squadra è forte e faremo di tutto in campo per centrare l’obiettivo. Inoltre il passaggio al Venezia mi ha permesso di riavvicinarmi a casa, visto che abito a Udine, così è stata contenta anche mia moglie. La condizione? Buona, anche se mi sono allenato da solo e senza toccare il pallone».

Ore 16.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Sarà un Vicenza incerottato quello che scenderà in campo domenica al Braglia di Modena, considerate le tante indisponibilità a cui dovrà far fronte Pasquale Marino. Il tecnico dei biancorossi non potrà contare sui difensori Matteo Gentili e Thomas Manfredini, ed è incerta anche la presenza di Salvatore D’Elia, che giovedì si è fermato per un fastidio al polpaccio. Sono out anche l’esterno Lorenzo Laverone, il tornante Alessio Vita e il mediano Giovanni Sbrissa, tutti alle prese con infortuni. Marino quindi non avrà grandi possibilità di scelta, tranne forse in attacco dove il trio titolare potrebbe essere composto dall’ex barese Galano e da Giacomelli che agiranno sugli esterni e da Gatto che giocherà in posizione di centravanti. In panchina il tecnico dei berici porterà Pettinari, Pozzi e Raicevic, pronti a subentrare. Il Vicenza si appresta all’esordio in serie B tra la curiosità e l’attesa della tifoseria, ansiosa di capire se la squadra risentirà del burrascoso inizio di settimana in cui Marino aveva minacciato le dimissioni dopo la cessione di Cocco. «E’ stata una giornata lunga – ha sottolineato capitan Cinelli – ma tutto si è sistemato. La squadra è con il mister e quello che è accaduto non ci ha disturbato, né condizionerà la nostra prestazione a Modena». Un Vicenza che giocherà quindi anche per dimostrare sul campo la vicinanza a Marino, cercando di trovare un risultato positivo contro un Modena che parte con l’obiettivo di ottenere la permanenza in serie B senza gli stessi affanni patiti del campionato scorso. «Siamo consapevoli di aver fatto una buona squadra – ha precisato il direttore sportivo Massimo Taibi – Il nostro obiettivo è raggiungere una salvezza tranquilla». Il Modena riparte con Hernan Crespo in panchina, l’ex bomber di Parma, Lazio e Inter che dopo l’esperienza con le giovanili del Parma esordisce sulla panchina di una prima squadra. Crespo ha chiesto la conferma di giocatori di valore come il difensore Thiago Cionek e il bomber Pablo Granoche che, a sorpresa, dovrà saltare la sfida contro il Vicenza. Ieri infatti la Figc, a seguito delle indagini relative ad atti datati 30 giugno 2008, ha squalificato per una gara l’attaccante, all’epoca dei fatti tesserato per la Triestina. Granoche è stato ritenuto colpevole per aver percepito un premio extra in aggiunta al contratto depositato in Lega e non denunciato, e oltre al turno di squalifica dovrà versare anche sette mila euro di multa. Una decisione che sorprende non tanto per i fatti contestati, ma perché la squalifica arriva ben sette anni dopo. Crespo quindi dovrà esordire sulla panchina del Modena senza Granoche al centro dell’attacco, ma potrà contare su Simone Bentivoglio e Ali Sowe, arrivati al Modena nell’ultimo giorno della campagna trasferimenti. Il mercato in entrata ha visto le conferme di Calapai e Aldrovandi, il ritorno dei centrocampisti Mazzarani e Osuji, e dell’attaccante Luppi. Sono approdati in gialloblù anche il portiere Provedel dal Perugia, i centrocampisti Giorico e Marchionni dal Catania, Doninelli dal Benevento e lo svincolato Belingheri. Una squadra che con il Vicenza cerca il riscatto dopo una stagione difficile, ma che parte tra lo scetticismo dei tifosi gialloblù.

Ore 15.50 – (Gazzettino) «Sono molto contento, non vedevo l’ora. L’Este è una società per bene, come una famiglia». Sono le prime parole giallorosse del nuovo attaccante classe 1993 Vincenzo Ferrara, aggregato alla squadra già da un paio di settimane. L’anno scorso ha giocato in serie D con la Virtus Castelfranco segnando dieci gol, in precedenza aveva indossato la maglia di Aprilia, Reggiana e Sassuolo. «Ho trovato un buon gruppo e il tecnico è preparato. Posso giocare prima o seconda punta, non c’è alcun problema». Ferrara affiancherà nel reparto offensivo Coraini, Mastroianni e i giovani Marcandella e Niselli. Soddisfatto il tecnico Andrea Pagan. «L’ho osservato in questi giorni, anche se avevo già intuito che faceva al caso nostro. Ferrara ha caratteristiche tecniche importanti, e ha una voglia matta di migliorarsi dopo ciò che di buono ha fatto l’anno scorso, dimostrando di lavorare duramente in allenamento, come piace a me. È una soluzione in più che abbiamo in attacco, siamo contenti». Intanto, è aperta la campagna abbonamenti in vista del campionato 2015-2016 che scatterà domani con l’impegno casalingo con il neopromosso Calvi Noale. L’abbonamento può essere sottoscritto anche oggi dalle 10 alle 12 negli uffici giallorossi allo stadio, e anche domani a partire dalle 12 al corner “Este Point” allestito nell’occasione. Costo abbonamento: 130 euro, ridotto 90 (over 60).

Ore 15.30 – (Gazzettino) Presentazione ufficiale giovedì all’hotel Ermitage di Monteortone per l’Abano, che si presenta per il secondo anno di fila ai nastri di partenza del campionato di serie D. Assente il presidente Gildo Rizzato, sono intervenuti il figlio Andrea, Pietro e Matteo Canella per Alì, il sindaco Luca Claudio e l’assessore Angelo Montrone, il delegato provinciale Giampiero Piccoli della Figc, oltre naturalmente a giocatori, dirigenti e staff tecnico al completo. «Come società ci poniamo sempre all’insegna della continuità – esordisce il direttore generale Nicola Bertoli – tenendo unite la sfera tecnico-sportiva, educativa e logistico-organizzativa. La prima squadra è l’apice di un lavoro ampio e continuativo a favore dei giovani, dalla scuola calcio al settore giovanile». I giovani De Cesare, Zattarin, Maistrello, Bison e Cuccato, cresciuti nella scuola calcio e nel settore giovanile neroverde, sono l’esempio del progetto aponense, ai quali si sono aggiunti altri giovani come Tescaro, Rinaldi, Petito, Ruzzarin, Sinigaglia. «A loro affianchiamo atleti senior – afferma il diesse Andrea Maniero – che abbiano qualità umane e tecniche. Segato, Thomassen, Munarini, Creati sono accomunati dalla voglia di riscatto e sono fortemente motivati a tornare a vincere. A oggi questa doppia valorizzazione di giocatori giovani e maturi funziona». Così il tecnico De Mozzi sul campionato che comincia domani con la trasferta sul campo del Giorgione: «Abbiamo le carte in regola per poter disputare una buona stagione, ma dobbiamo metterci alla prova. La parola chiave sarà migliorarci».

Ore 15.10 – (Mattino di Padova) Presentata come una Formula 1. È mancato solo il velo sulla livrea, come da tradizione nel circus dei motori, ma la nuova rosa dell’Abano è stata comunque “svelata” con un evento in grande stile all’hotel Hermitage Bel Air di Monteortone. Tutti presenti: giocatori, sponsor, dirigenza (tranne il patron Gildo Rizzato, sostituito dal figlio Andrea), il delegato della Figc di Padova Giampietro Piccoli e l’assessore allo Sport di Abano Angelo Montrone. A margine della presentazione c’è stato un chiarimento proprio tra Montrone e il direttore sportivo aponense Andrea Maniero per la questione stadio, chiuso fino a ottobre per il rifacimento del manto erboso. Storia,peraltro, che si ripete per il secondo anno consecutivo. L’Abano, con ogni probabilità, giocherà le due gare interne di settembre – il big match del 13 contro la Triestina e la sfida contro la Sacilese del 20 – nella tana dell’Este, il Nuovo Stadio di via Monte Cero. L’Abano è in attesa di una risposta dalla dirigenza giallorossa, che dovrebbe dare l’ok già in giornata. Proprio l’Este, nel frattempo, ha ufficializzato il nuovo attaccante: è di Vincenzo Ferrara, 22 anni, ex Sassuolo, Reggiana e Virtus Castelfranco.

Ore 14.40 – (Gazzettino) Domani alle 17.30 il Cittadella inizierà il nuovo campionato di Lega Pro affrontando allo stadio Tombolato il Cuneo. Sarà anche la partita che inaugurerà la tribuna est coperta, la cui agibilità è stata ufficializzata mercoledì con il sopralluogo e il collaudo da parte della Commissione pubblico spettacolo. A che punto è la condizione della squadra? La parola al preparatore atletico Andrea Redigolo: «Il lavoro fin dal raduno a Lavarone ha seguito la programmazione che ci eravamo dati. La partenza ritardata del campionato, rispetto agli anni scorsi, è stata sfruttata con qualche amichevole in più. Sono ben dodici le partite, comprese quelle di Coppa Italia, che ci hanno consentito di verificare la preparazione svolta con maggiore tranquillità e curare maggiormente i particolari». Poi aggiunge: «La condizione fisica è buona, mentre gli aspetti mentali ed emotivi necessitano delle prime partite di campionato per una risposta attendibile in quanto sono difficilmente riproducibili in gare non ufficiali. Sappiamo che giocare in campionato è diverso, ma da parte nostra sono stati messi a punto tutti i presupposti per affrontarlo al meglio, per cui siamo fiduciosi in un esito positivo». Ieri pomeriggio la squadra si è allenata regolarmente, oggi alle 10.30 ci sarà la seduta rifinitura, mentre domani alle 13 i giocatori sono convocati per il pranzo. Quindi, verso le 16, ci sarà il trasferimento al Tombolato per la gara con il Cuneo. Saranno convocati tutti i 21 giocatori disponibili della rosa, tranne gli infortunati Sgrigna, Xamin e Alfonso. Sul possibile utilizzo del nuovo centravanti Gianluca Litteri, il tecnico granata Roberto Venturato non si sbilancia: «Devo valutare tenendo conto che nel Latina ha svolto la preparazione senza però disputare alcuna partita». BIGLIETTI. Oggi la sede del Cittadella è aperta dalle 9 alle 12, mentre domani i botteghini apriranno alle 16. Per gli ospiti i tagliandi sono disponibili fino alle 12 di oggi tramite il circuito TiketOne. La campagna per gli abbonamenti resterà aperta fino al 25 settembre: finora sono state sottoscritte 800 tessere.

Ore 14.20 – (Gazzettino) Domani comincia il campionato, il Cittadella riparte dalla Lega Pro dopo sette anni consecutivi in serie B. E in panchina siederà un nuovo allenatore, Roberto Venturato, dopo il decennio targato Claudio Foscarini. Una sensazione nuova, per tutti, in primis per l’ex allenatore granata: «Sarà strano, per il Cittadella immagino e anche per me. Ci ho pensato in questi giorni, da allenatore non avevo mai il tempo di ponderare per bene le cose perché c’era già un campionato nuovo che ripartiva. Nel week end cominciano tutti, io invece resterò fermo a guardare gli altri che giocano: non sentire, non provare la tensione della gara mi sembrerà davvero strano. Quando sei sotto pressione a volte vorresti fermarti, quando sei fermo invece vorresti ripartire. È il mondo del calcio, il lavoro dell’allenatore». Cosa le manca più di tutto? Il rapporto quotidiano con i giocatori. Il confronto con le persone è sempre qualcosa di gratificante, lavorare sull’aspetto tattico, tecnico e anche mentale è una cosa bellissima, che ti restituisce grandi soddisfazioni. La partita può restituirti soddisfazioni oppure delusioni, è un’altra cosa». Come ha trascorso l’estate, solitamente tempo di preparazione e di attività per un tecnico? «Ho rivisto tante partite dello scorso anno. L’ho fatto in maniera distaccata e diversa, focalizzandomi magari su altri aspetti, sui particolari. Sono andato più in profondità, c’è sempre da imparare qualcosa. Adesso ripartono i campionati, avrò più motivazioni e e anche interesse nell’andare a vedere gli incontri di calcio dal vivo. Almeno inizialmente seguirò entrambi i campionati, di serie B e Lega Pro. Spero di non doverlo fare per tutta la stagione…». Comincerà dalla serie cadetta, non dal “suo” Cittadella. «Andrò a vedere a Modena-Vicenza (la formazione emiliana era una delle squadre accostate a Foscarini prima di scegliere Crespo, ndr), una gara di cartello, almeno sulla carta». Il Cittadella l’ha visto a Bergamo, in Coppa Italia, con l’Atalanta: come lo valuta? «Non lo posso giudicare in una partita. Ho notato cose buone, altre invece dove ha faticato, ma di fronte c’era un’avversaria di serie A. Ho cercato di percepire il valore della squadra, e posso dire che c’è, la qualità non manca di certo. E posso dire che qualche giocatore di questo Cittadella mi sarebbe stato utile anche la stagione scorsa, in serie B». Gente di personalità, come Iori e Pascali, ad esempio. «Li avete nominati voi. In certi frangenti ci sarebbero serviti per il carattere, il temperamento». Conosce Venturato? «Sì, negli anni passati ci è venuto a trovare durante gli allenamenti. È un bravo ragazzo a livello umano e un allenatore sicuramente preparato. Sono contento della scelta. Sotto certi aspetti la società ha seguito la “strada” di Foscarini». Parliamo del campionato, quali le favorite? «Indico Alessandria, Pavia e Reggiana quali antagoniste del Cittadella, che può fare un grande campionato. Il Pavia l’ho visto in Coppa Italia, e mi ha destato un’ottima impressione. Occhio pure alla Cremonese e al Padova, che potrebbe sorprendere, per me disputerà una stagione interessante. Il Bassano non so se possa ripetere quanto fatto l’anno scorso: per queste ultime tre squadre saranno indicative le prime giornate di campionato per poterle valutare». Ha tirato in ballo il Padova. «Intanto si rivedrà il derby. A Padova ci sono sempre grandi attese, fare una squadra per salvarsi mi sembra riduttivo per una piazza importante come quella biancoscudata. Sono davvero curioso di vedere all’opera in Lega Pro la formazione di Parlato».

Ore 14.00 – (Mattino di Padova) Per certi aspetti sta vivendo la sua favola. Nella scorsa stagione era il terzo portiere e fino all’ultimo non ha saputo se sarebbe stato confermato in rosa. Ora si ritrova titolare in campionato. Matteo Vaccarecci è uno dei pochi giocatori in casa Cittadella sicuro del posto per l’esordio di domani con il Cuneo. «Sono arrivato qui in punta di piedi lo scorso anno, dopo essere rimasto senza squadra, e mi sono dovuto sudare la riconferma, mettendomi in mostra in allenamento davanti agli occhi del direttore Marchetti», ammette il 25enne estremo difensore di Sansepolcro. «Adesso posso giocarmi le mie carte, ed è bellissimo». Sarà titolare, anche perché il suo collega Enrico Alfonso sta prolungando più del previsto la permanenza ai box, per la lesione al polpaccio rimediata in Coppa Italia: sicuramente salterà questo turno e, forse, pure il prossimo. Venturato vi ha mai parlato di gerarchie tra voi? «No. Ma Alfonso veniva da un campionato da titolare a Piacenza, mentre io nei dodici mesi precedenti non avevo mai giocato, ci si poteva aspettare che mi partisse davanti. In ogni caso, il mister non ci ha anticipato le scelte relative all’undici che schiererà domani: vuole tenerci tutti in tensione». E con Pierobon come va? «L’anno scorso in lui ho visto una sorta di babbo, non un semplice compagno di squadra. E adesso che è diventato preparatore dei portieri, continua a darmi consigli. In particolare, rispetto al lavoro degli anni scorsi, lavoriamo sull’uso dei piedi, perché Venturato vuole che non venga mai buttata via la palla e che ci sia dialogo continuo con i compagni». A proposito di piedi: come ha reagito alla “papera” in Coppa Italia con l’Atalanta? «Ho commesso un errore e ci sono rimasto male. Avrei dovuto stoppare il pallone e cederlo ad un compagno, ma Moralez è stato rapido ad approfittare del mio controllo impreciso, anche se probabilmente, in quell’occasione, Paolucci avrebbe potuto passarmi il pallone rasoterra per non mettermi in difficoltà. In spogliatoio la cosa si è risolta con qualche pacca sulle spalle e l’invito a guardare avanti». E allora guardiamo il Cuneo: che partita si aspetta? «Abbiamo iniziato a studiarlo: come tutte le neopromosse è una mina vagante e fa un uso molto aggressivo del pressing. Guai a sottovalutarlo». Curiosa squalifica. Stop per un turno e ammenda di 3.500 euro per Alessandro Sgrigna, per una faccenda di gratificazioni economiche percepite senza che fossero previste dal contratto depositato in Lega e in contrasto con le norme regolamentari. Quello che è strano è che la sanzione arriva ora, ma riguarda addirittura i tempi della Triestina (stagione 2007/08): è stata comminata per aver «pattuito la corresponsione di un premio pari a 15 mila euro in aggiunta al contratto economico». Poco male per lo stop, visto che il fantasista è infortunato.

Ore 13.40 – (Calcio Padova) Il Calcio Padova informa che, per quanto a conoscenza della Società biancoscudata, a causa di un malfunzionamento del server del CEN di Napoli, il sistema che sovrintende all’emissibilità delle tessere del tifoso, oggi non è possibile emettere tessere del tifoso, né abbonamenti a loro collegati. La Società, pur non responsabile, si dice dispiaciuta per le difficoltà incontrate dai tifosi padovani e rimarrà in contatto con le autorità preposte, monitorando la soluzione del problema. Ai tifosi che oggi si sono recati inutilmente allo stadio, se lo richiederanno, verrà regalato un ulteriore gadget del merchandising biancoscudato (fino ad esaurimento degli stessi).

Ore 13.30 – (Gazzettino) A proposito di organico, si può dire che è completo? «Abbiamo doppioni in ciascun ruolo ed è importante che il tecnico possa scegliere. Poi nella testa di ciascuno di noi c’è sempre una squadra titolare e una di riserve, ma in rosa abbiamo tutti elementi interessanti». Intanto, domani la parola passa al campo con la prima giornata di campionato. Subito una trasferta tosta con la Reggiana. «Affrontiamo una buonissima formazione che ho visto all’opera anche l’anno scorso, e faceva già un buon calcio. Mi aspetto una partita nella quale il Padova metta in mostra la sua personalità e una crescita globale di squadra». Quale potrebbe essere la maggiore insidia? «Il primo impatto alla Lega Pro, anche se non credo che sia il caso nostro avendo giocatori esperti che hanno fatto anche la categoria superiore». Dei tre gironi, quello del Padova sembra essere il più impegnativo. «Concordo, ed è molto più difficile rispetto all’anno scorso. Ci sono otto-nove formazioni che possono ambire di sicuro a un piazzamento importante». Chi mette in pole position? «Il Cittadella, in questo momento è sulla carta la squadra più forte. Ha tenuto giocatori che la stagione scorsa hanno fatto la serie B e si è rinforzato con elementi di valore». Dice così per un sentimento di riconoscenza che lo lega ancora al suo passato granata? «No, lo dico perché credo veramente che sia la squadra più attrezzata del campionato».

Ore 13.20 – (Gazzettino) Nel perseguire le strategie di mercato c’è stata sempre unità di vedute tra lei, l’allenatore e la società? «I giocatori che sono arrivati li ho presi io, dato che la responsabilità tecnica deve essere del direttore sportivo. Poi è naturale che un diesse agisce dopo essersi confrontato con l’allenatore e allo stesso tempo tutte le operazioni sono state condivise dalla società. Abbiamo sposato tutti sempre la stessa linea». Rammarico per qualche operazione sfumata? «Non ho mai rammarichi nel calcio. Può starci che qualche giocatore non venga, come ci sono situazioni date per morte che poi tornano in auge. Fa parte del mercato». Tra quest’ultime c’è un caso che può citare? «Quello di Diniz. L’avevo trattato all’inizio, ma era stata proposta una certa situazione non raggiungibile per noi, e abbiamo dirottato su Bizzotto. Quando è saltato quest’ultimo, si è prospettata di nuovo la possibilità di prendere Diniz e abbiamo chiuso». Durante il mercato ha dichiarato che la società le ha messo a disposizione un buon budget per operare. Tesoretto che è stato ritoccato con le ultime operazioni. «Per Corti e Favalli la società ha messo a disposizione ulteriori risorse economiche, a dimostrazione che ci tiene a fare bene per avere maggiori possibilità in organico».

Ore 13.10 – (Gazzettino) Fabrizio De Poli, è calato da qualche giorno il sipario sul mercato. Contento della campagna acquisti? «Sono soddisfatto. E una delle soddisfazioni maggiori – sottolinea il diesse biancoscudato – è che abbiamo una rosa di bravi ragazzi. Siamo riusciti a prendere giocatori che oltre a essere validi sul piano tecnico, hanno valori umani importanti, e me ne sono potuto rendere conto in questo giorni. Sono bravi a creare gruppo e stanno lavorando per farlo nel modo migliore». Fermo restando che sono arrivati elementi di spessore per la categoria, si poteva magari fare anche qualcosa di più? «Sta nella logica del mercato che qualche giocatore potesse arrivare e non è arrivato, e che qualcun altro ha preferito andare da altre parti. Però abbiamo allestito una buona squadra». La società ha fissato l’obiettivo nei play off. «Questa formazione è stata costruita per una classifica medio-alta. In questo momento c’è molto da lavorare, siamo ancora in una fase di conoscenza. Ma vedo che tutti s’impegnano al massimo, ci danno dentro, e si sta migliorando di giorno in giorno. Speriamo che man mano si va avanti, e più il gruppo prende una sua forza e una sua identità. Non siamo di sicuro la squadra vista all’opera con il Pordenone».

Ore 13.00 – (Gazzettino) Si vedrà un Padova diverso da quello che ha perso in Coppa Italia? «Sì, indubbiamente. Proveremo a mettere in pratica tutto ciò che sappiamo fare dando il massimo, ma anche con il Pordenone la squadra non ha mollato mai. Ha fatto un buon primo tempo sotto l’aspetto difensivo, c’è stata solo una piccola sbavatura in occasione del gol, e davanti abbiamo creato più di loro. Nella ripresa la voglia di riprendere subito il risultato ci ha portato ad allungarci agevolando il compito del Pordenone. Dagli errori però s’impara, e cercheremo di non ripeterli». Un flash su Parlato. «Una brava persona e un allenatore preparato che ci darà tutta la sua esperienza. Siamo tutti ansiosi d’iniziare questa nuova avventura».

Ore 12.50 – (Gazzettino) Inutile nascondere che l’ambiente si attende molto da lei. «La campagna acquisti è fatta per mettere a disposizione dell’allenatore una rosa competitiva e si parte tutti per cercare di dare il meglio. Non spetta a me dire se devo giocare, anche se – ripeto – sono venuto a Padova proprio per questo. Ma nessuno in squadra ha il posto fisso». Bucolo, Giandonato, Mazzocco e Ramadani sono i suoi colleghi di reparto. «Siamo un ottimo centrocampo, un bel mix di qualità e quantità. Siamo tutti nuovi e ci vuole un po’ di tempo per trovare l’amalgama giusta e dimostrare quello che possiamo fare insieme». Reggiana, come detto, prima tappa in campionato. «Abbiamo l’obbligo di giocare tutte le partite per vincere. Sappiamo di affrontare una squadra ottima, cercheremo di metterli in difficoltà per portare a casa più punti possibile».

Ore 12.40 – (Gazzettino) Con il Pordenone è rimasto ai box per squalifica, domani nella trasferta con la Reggiana che segna l’avvio del campionato si appresta a debuttare con il Padova. Ecco Daniele Corti, pronto a prendere per mano il centrocampo dall’alto della sua esperienza (cinque campionati in B): «Il mio inserimento procede bene anche grazie ai ragazzi. Ho trovato un gruppo ottimo, è stato tutto più semplice. Mi sono sempre allenato con i compagni in questo periodo e mi sento abbastanza bene, anche se ho fatto solo due partitelle e non saprei dire che minutaggio posso avere. Sono a disposizione, deciderà l’allenatore se e quanto dovrò giocare». Immaginiamo che in cuor suo si aspetti di fare parte subito della formazione titolare. «Sono venuto a Padova per giocare, ma le scelte spettano al tecnico. Mi alleno per metterlo in difficoltà, poi è naturale che ciascuno spera di essere nell’undici di partenza».

Ore 12.30 – (Gazzettino) Perché questa mozione? «È la stessa società biancoscudata che ci ha detto di contarci per valutare le dimensioni della cosa e collaborare a una serie d’iniziative, per poi arrivare all’azionariato popolare vero e proprio, con una quota che potrà variare tra il 2 e il 5 per cento». Come procede? «Ci sono già stati incontri con i professionisti del Padova e poi ci era stato chiesto di aspettare il nuovo assetto perché stavano per entrare, come successo, nuovi soci. Ci sono aspetti tecnici non semplici da affrontare prima di mettere le condizioni nero su bianco e fare la raccolta vera e propria per cui il discorso riguarderà la stagione 2016-17. Ma c’è tanta altra carne al fuoco». Tipo? «Organizzeremo a breve incontri nelle scuole con la squadra per favorire l’affluenza all’Euganeo e un’altra priorità è la nomina del delegato della società ai rapporti con i tifosi, previsto dal regolamento federale. Collaboreremo a iniziative di marketing, c’è il discorso legato al museo, ma soprattutto c’interessa il tema dell’accoglienza allo stadio, con una sua maggiore apertura all famiglie, creando ad esempio aree attrezzate e protette per i bambini mentre i genitori seguono la partita».

Ore 12.20 – (Gazzettino) In poco più di una settimana sono stati oltre cinquecento i tifosi biancoscudati che hanno firmato la mozione dell’Associazione Magico Padova per favorire l’azionariato popolare e una serie di misure a sostegno della società e dei supporter stessi. Un risultato che, in controtendenza con una campagna abbonamenti piuttosto sottotono, ha sorpreso gli stessi promotori. «Un numero che va oltre le nostre più rosee aspettative» dichiara Eugenio Michelotto, uno dei membri del direttivo dell’organismo presente insieme a Massimo Benedetti e Massimo Coppola ad Appiani in Festa per la raccolta delle firme. Si può sottoscrivere la petizione anche online, attraverso il profilo Facebook dell’associazione. «Ci sono pure tante adesioni verbali – prosegue Michelotto – per cui a breve il numero è destinato ad aumentare ulteriormente e faremo in proposito anche incontri mirati per i club, il primo con la Fossa dei Leoni l’11 settembre, per illustrare le nostre iniziative».

Ore 11.50 – Padova, tra i convocati presente Altinier ma assenti Ilari e Mazzocco.

Ore 11.35 – Sugli infortunati: “Stiamo valutando le condizioni di Ilari e quelle di Mazzocco, che si è allenato oggi ma che non è al meglio. Altinier? Stamattina è andato a fare un controllo specialistico, appena avremo l’esito capiremo se potrà essere dei nostri”.

Ore 11.30 – Arriva Parlato.Sulla Reggiana: “Aspettavamo questo inizio di campionato! Andiamo in scena, e facciamo in modo di dire la nostra. La loro è una squadra collaudata ed ulteriormente rinforzata da acquisti di livello, con grande dinamicità dalla metà campo in su. Voglio che i miei ragazzi escano dal campo stremati dopo aver dato tutto! E non possiamo permetterci di regalare nulla ai nostri avversari, neanche mezza scarpa. Domani dovremo essere undici leoni contro uno stadio intero! Dobbiamo giocare in maniera propositiva e nascondere i difetti. Mi aspetto un esordio all’altezza della situazione”.

Ore 11.10 – Qui Guizza: termina l’allenamento.

Ore 10.50 – Qui Guizza: partitella in corso.

Ore 10.30 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento. Assenti Altinier ed Ilari.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Poca capacità di trovare la rete? Eccessiva perforabilità difensiva? «Siamo una squadra che ha cambiato tanto, e come qualsiasi squadra in questa situazione serve un periodo di amalgama. Fisicamente non siamo ancora nelle condizioni ottimali, è evidente, e questo ci può stare e non è assolutamente preoccupante. La cosa principale, comunque, è che la squadra capisca che deve alzare l’intensità delle giocate e la velocità della manovra». Domani al Mapei Stadium è già tempo di big match: la Reggiana, tra le principali pretendenti al salto di categoria, è una corazzata attrezzata e rodata. Per questo, in teoria, la sfida potrebbe anche non essere indicativa del vostro reale valore. «Non sono d’accordo del tutto. La Reggiana è una squadra di primissima fascia: l’anno scorso ha fatto un grande campionato e ha mantenuto una base notevole, si conosce e ha automatismi importanti. Ma la partita, anche se arriva solo alla prima giornata, può comunque fornirci indicazioni importanti: se il Padova andrà a Reggio Emilia facendo una prestazione di livello, vorrà dire che sinora ha fatto le cose per bene. È un banco di prova che può permetterci di capire se e come possiamo stare in questo campionato». La griglia di partenza, però, non vi vede nelle primissime posizioni… «Reggiana e Cittadella sono un passo sopra le altre, poi c’è un gruppone formato da coloro che si giocheranno il terzo posto: Alessandria, Pavia, Cremonese e Feralpi Salò. Speriamo che un domani ci sia il Padova a lottare per quei posti: per ora tutti ci collocano, sulla carta, a metà classifica. Penso che il Padova possa e debba fare qualche gradino in più». Regolamenti. Il Consiglio Federale della Figc di lunedì scorso ha confermato la formula delle retrocessioni della passata stagione: retrocederà in Serie D direttamente l’ultima classificata, più le due perdenti dei playout, che si giocheranno tra la 14ª e la 17ª classificata.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Le premesse non sono propriamente incoraggianti: domani pomeriggio a Reggio Emilia il Padova comincia il suo campionato, quello del ritorno in Lega Pro (ore 17.30, Mapei Stadium), senza Marco Ilari e molto probabilmente anche senza Altinier. L’esterno romano ha alzato definitivamente bandiera bianca: ieri era a bordocampo in abiti civili, e ha ammesso di dover dare forfait. L’attaccante, invece, è rimasto precauzionalmente ancora a riposo: non un bel segnale, a 48 ore dal match. Per lui la rifinitura di stamattina (ore 10) sarà decisiva: dentro o fuori, il 4-2-3-1 che Parlato ha in mente passa molto dalla risposta del muscolo di Altinier. Chi sarà di sicuro in campo è invece il capitano, Marco Cunico, pronto insieme alla squadra biancoscudata a tornare tra i professionisti dopo due stagioni di assenza vissute nell’Interregionale. Il campionato, dopo il ricorso del Seregno terminato con un nulla di fatto, può finalmente iniziare anche per lui. «Era ora», sbotta il n. 10 alla vigilia del match, «ma era impensabile adesso un altro stravolgimento, ci sarebbero stati tempi ancora più lunghi. Finalmente si parte, ed è giusto che sia così: siamo contenti di iniziare, è giusto entrare nella bella tensione del campionato». Il Padova ci arriva dopo aver conquistato un pari e una sconfitta nel triangolare di Coppa Italia. Un ruolino da correggere quanto prima… «Comunque sia, queste due gare sono state due banchi di prova importanti. Abbiamo incontrato una squadra importante come il Mantova, facendo una figura discreta, quindi una formazione come il Pordenone, gara dove, però, la figura è stata davvero brutta. Ci sono ancora un po’ di alti e bassi, tipici del calcio d’agosto, ma ci sono serviti per capire i nostri limiti attuali».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Sottovia. Ricordate l’ex a.d. e direttore generale, messo prima in disparte e poi licenziato dallo stesso Penocchio? Le sue azioni legali e presso la Lega di B sono servite: riassunzione ordinata dal giudice e accordo per il pagamento di arretrati e Tfr. Morale: Gianluca Sottovia, che ora lavora a Treviso, dove con il fratello ha aperto una gelateria, riceverà 570.000 euro in tre rate, con scadenza 2018. Giocatori e tecnici. I debiti nei loro confronti ammontavano a 2.227.510 euro. Grazie all’intesa con 69 dei 74 soggetti in questione, la cifra complessiva è scesa a 1.900.008 (Vantaggiato, tanto per citare uno degli elementi più discussi, prenderà 100 mila euro, non essendo stato più pagato da marzo a giugno 2014). Ormis e G-Sport. Dalla relazione emergono due “chicche” degne della massima attenzione: 1) un debito del Calcio Padova verso la Ormis Spa (il gruppo meccanico-metallurgico di Penocchio) di 813.699 euro. La proposta, accolta, è di estinguerlo con il versamento di 1.000 euro (sì, proprio 1000!) a saldo di tutto; 2) un secondo debito nei confronti della G-Sport di Montichiari, la società di marketing e sponsorizzazione dei Giacomini (padre e figlio), per un importo di 1.666.667 euro, soldi versati nel marzo 2013 in anticipo da Unicomm per apporre il marchio Famila sulle maglie della prima squadra sino alla stagione 2015/16. A questi ne vanno aggiunti altri 441.846 per altre pendenze. Anche in questo caso gli oltre 2 milioni sono stati ridotti a 1.000 (!) euro di saldo. La conferma che G-Sport, come aveva accertato la Guardia di Finanza nella sua indagine sugli incroci e sulle commistioni tra Padova e Parma, era un socio a tutti gli effetti della Spa biancoscudata. Socio “occulto”, però, perché non si doveva sapere.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) In più, la fidejussione versata per l’iscrizione al campionato cadetto 2013/14, dell’importo di 800 mila euro, verrà restituita al solo scopo di coprire il “buco” creatosi. Ci sono poi bandiere, sciarpe, maglie, polo, felpe, tute, borsoni e altro materiale marchiato Calcio Padova, tutte rimanenze di magazzino, che il perito ha stimato in 10.330 euro e che potranno essere acquistate da chi lo vorrà. Così come saranno venduti 4 automezzi, per un importo stimato di 13 mila euro: due auto Opel, anno 2008, e due autocarri sempre Opel per il trasporto delle cose, uno del 2000 e l’altro del 2008. Debiti verso l’Erario. Ammontano a 1.380.523 euro (più 106.166 di interessi). La società ha deciso di rateizzarli in 20 rate trimestrali, da aprile scorso e sino al 31 gennaio 2020. Straordinariamente vantaggioso è l’accordo sulle ritenute fiscali: da 1.387.038 si è scesi a 68.367. L’Iva da versare ammonta a 145.077, mentre ad Equitalia per una cartella non pagata verranno dirottati 354.315 euro. I fornitori. A questa voce, il dato è pesante: 3.147.339 euro. Alla controparte sono stati proposti accordi per il rientro parziale del debito in due o tre tranche. E la riduzione è stata significativa, ben 1.733.230 euro. Per chi ha aderito alla proposta sono a disposizione 1.117.164 euro, per i fornitori non aderenti 296.945, importo da liquidare entro 120 giorni dall’omologazione. Il Comune. L’amministrazione municipale avanza 321.031 euro per canoni d’affitto degli impianti e per le utenze, oltreché per le imposte di pubblicità non versate. L’accordo prevede: 150.000 euro in contanti da versare nelle casse comunali in tre rate; la cessione del marchio “Calcio Padova” per un valore forfettario di 100 mila euro; la cessione pure delle “memorabilia” della società (coppe, trofei, cimeli, foto ecc.) per 35 mila euro; e infine la cessione di arredi e attrezzature della sede, quantificati in 10 mila euro.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Finanziamento Unicomm. Le cifre relative ai bilanci delle stagioni di Serie B sono da brividi: il commercialista scrive che “gli esercizi 2011, 2012 e 2013 presentano perdite civilistiche di euro 9.901.545, 10.451.920 e 9.891.138”, che venivano risanate sempre dalla Unicomm srl. Dall’ultimo bilancio, approvato il 31 dicembre 2014, “il risultato economico in perdita è di 16.724.590,99 euro”. La media dei ricavi nel triennio 2011-13 era stata di circa 13.950.000 euro, ed è “inferiore alla media dei soli costi per personale dello stesso periodo (circa 14.566.000 euro)”. Per non parlare dei costi dei calciatori e dei tecnici: 14,5 milioni nel 2012 e 9,9 milioni nel 2013. Al 31 maggio 2015 i debiti accertati erano di 14.402.363 euro. Allora, quali sono i presupposti su cui si basa (e sta in piedi) il piano di rientro, che si estende su un arco temporale di 4 anni, sino al 2018, quando i pagamenti ai creditori saranno completati? Essenzialmente tre: 1) versamento in denaro da parte della Unicomm srl (dunque, Marcello Cestaro); 2) estinzione del mutuo contratto nei confronti del Credito Sportivo (2.114.000 euro) nell’aprile 2014 da parte di Diego Penocchio, che ha concordato con l’Ente la restituzione di 1.566.643 euro; 3) sgravio dei contributi previdenziali nei confronti degli enti interessati. Ma come si ripartiranno il debito i due industriali? Innanzitutto con il contributo economico di 5,576 milioni da parte di Unicomm srl. Qualora fosse necessario, il gruppo di Dueville si è impegnato a versare altri 200 mila euro. A garanzia dell’intero importo Unicomm Spa, che controlla Unicomm srl, ha presentato una fidejussione di 1 milione di euro prima che il Tribunale si pronunci. Il denaro rimanente, per giungere ai 7,9 milioni indicati dal piano, arriverà da Penocchio, con le modalità già ricordate, e dal recupero di crediti che il Padova vanta nei confronti della Lega Calcio, che tra campionato e trasferimenti dei propri calciatori raggiungono i 696.295 euro.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Il piano finalmente c’è, è già stato depositato in Tribunale (martedì 11 agosto) e pubblicato sul registro delle imprese della Camera di Commercio, ed evita, salvo sorprese (a questo punto impensabili), il fallimento. Ma è un accordo oneroso per i due ex soci del vecchio Calcio Padova – ora Football Padova Spa in liquidazione – i quali, per far fronte a tutte le pendenze in piedi anche dopo la cessazione dell’attività agonistica della società, oggi ancora iscritta alla Figc, dovranno sborsare complessivamente 7 milioni e 900 mila euro, per l’esattezza 7.898.396. Dunque, Diego Penocchio (presidente dei biancoscudati dall’8 luglio 2013 al luglio 2014) e Marcello Cestaro (dal 2002 nella Spa di viale Rocco, prima come socio di minoranza, poi di maggioranza e, infine, come come numero uno) hanno raggiunto l’intesa fra di loro per evitare il crack del club, dopo aver trovato un accordo con il 68% dei creditori – oltre un centinaio in tutto – che aspettano di essere saldati delle loro spettanze. L’asseveratore Peracin. Gianfranco Peracin, commercialista (studio Cortellazzo&Soatto), è l’asseveratore, vale a dire il professionista che, oltre alla veridicità dei dati aziendali, deve attestare la fattibilità del piano (per il risanamento), ovvero l’attuabilità dell’accordo con particolare riferimento alla sua idoneità ad assicurare l’integrale pagamento dei creditori estranei al medesimo. Questo significa che, oltre a quel 68% che ha detto sì, resta un 32% di creditori che non ha aderito al piano e che dovrà essere pagato entro 120 giorni dalla data di omologazione del Tribunale (un passaggio formale, a questo punto), omologazione attesa tra un paio di mesi a partire dall’11 settembre, quando scadrà il termine per eventuali opposizioni da parte dei creditori con cui non dovesse esserci intesa. La relazione di Peracin ai giudici – 119 pagine – è molto esaustiva e in alcuni passaggi chiarisce molto bene com’è stato gestito il Padova nelle ultime stagioni e quale sia stata l’… esagerazione di soldi spesi da Cestaro prima e dall’imprenditore bresciano poi, incapace alla fine di trovare i fondi necessari per iscrivere un anno fa la squadra alla Lega Pro.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Quanto conta il blasone in Lega Pro? «Conta, ma dovremo essere bravi a farlo pesare il più possibile. Ci sono altri aspetti da tenere conto, primo fra tutti quello di squadre che giocano assieme da tanto tempo e che hanno cambiato poco, come Bassano e Cittadella». E il Padova ha cambiato tanto… «Vero. Faccio un esempio: Corti è arrivato da poco e sembra un ragazzino, si vede che non ha fatto la preparazione come gli altri. Non può essere al massimo, quando lo sarà darà una grossa mano». L’infermeria preoccupa. Come siamo messi? «Altinier è più no che sì, stessa cosa per Ilari. Faremo un ultimo tentativo ma ragiono come se non ci fossero. Dovremo essere bravi a fare a meno di loro, sarebbe molto importante partire bene, per più motivi. Siamo il Padova, ripartiamo con entusiasmo: quello che ci ha fatto rinascere».

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Il dubbio degli addetti ai lavori: ma davvero Giandonato c’entra col progetto tecnico biancoscudato? «Certo che sì. Tutti i nostri centrocampisti, lui compreso, possono giocare sia a due che a tre. Certamente questo un paio di settimane fa non era possibile, non avevamo una condizione adeguata; adesso che siamo vicini al top, possiamo interpretare al meglio sia il 4-2-3-1 che il 4-3-1-2 a seconda delle esigenze, magari cambiando anche a partita in corso ove necessario». Ai suoi centrocampisti cosa vorrebbe dire? «Che devono correre, altrimenti in Lega Pro ne prenderemo spesso e volentieri. Qui nessuno regala nulla, non siamo più in serie D». Pochi abbonamenti ed entusiasmo un po’ soffocato. Perché secondo lei? «Questa non è una piazza qualunque. I risultati aiutano, ovviamente quello di domenica scorsa col Pordenone non rispecchia il nostro valore neppure minimamente. Ma io sono sicuro che questa sconfitta possa essere anche salutare. E fungere da stimolo per migliorarci rapidamente».

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Pronti, attenti, via. Si comincia, domani alle 17.30 ed è un inizio che più in salita non si può. È un inizio da fuochi d’artificio, quello che attende il Padova al Mapei Stadium contro la Reggiana. Test durissimo ma buono per avere un’idea precisa di quello che potrà essere il valore di squadra ancora indecifrabile. Per scacciare i primi mugugni, assestarsi dopo il brusco ritorno sulla terra, far impennare gli abbonamenti. Carmine Parlato ci crede e lancia il guanto di sfida alla concorrenza. Parlato, domani si comincia. Quali sono le sue favorite per la promozione? «Sulla carta Alessandria e Pavia hanno qualcosa in più, mi piace molto anche il FeralpiSalò senza dimenticare Cittadella, Bassano, Reggiana e Cremonese». Il Padova a che tipo di campionato può ambire? «Glielo dico dopo la prima giornata. Perché partiamo affrontando una delle squadre più forti. Per ora siamo nel gruppone ma dalla nostra parte c’è il blasone».

Ore 08.30 – Allenamento pomeridiano per i Biancoscudati presso gli impianti di via Gozzano alla Guizza.

Ore 08.28 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.26 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Macron Store, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 4 settembre: allenamento pomeridiano per i Biancoscudati, fermi ai box Altinier ed Ilari.




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