Crac Padova, “Mattino”: Cestaro e Penocchio salvi se pagheranno 7.9 milioni di euro

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Il piano finalmente c’è, è già stato depositato in Tribunale (martedì 11 agosto) e pubblicato sul registro delle imprese della Camera di Commercio, ed evita, salvo sorprese (a questo punto impensabili), il fallimento. Ma è un accordo oneroso per i due ex soci del vecchio Calcio Padova – ora Football Padova Spa in liquidazione – i quali, per far fronte a tutte le pendenze in piedi anche dopo la cessazione dell’attività agonistica della società, oggi ancora iscritta alla Figc, dovranno sborsare complessivamente 7 milioni e 900 mila euro, per l’esattezza 7.898.396. Dunque, Diego Penocchio (presidente dei biancoscudati dall’8 luglio 2013 al luglio 2014) e Marcello Cestaro (dal 2002 nella Spa di viale Rocco, prima come socio di minoranza, poi di maggioranza e, infine, come come numero uno) hanno raggiunto l’intesa fra di loro per evitare il crack del club, dopo aver trovato un accordo con il 68% dei creditori – oltre un centinaio in tutto – che aspettano di essere saldati delle loro spettanze. L’asseveratore Peracin. Gianfranco Peracin, commercialista (studio Cortellazzo&Soatto), è l’asseveratore, vale a dire il professionista che, oltre alla veridicità dei dati aziendali, deve attestare la fattibilità del piano (per il risanamento), ovvero l’attuabilità dell’accordo con particolare riferimento alla sua idoneità ad assicurare l’integrale pagamento dei creditori estranei al medesimo. Questo significa che, oltre a quel 68% che ha detto sì, resta un 32% di creditori che non ha aderito al piano e che dovrà essere pagato entro 120 giorni dalla data di omologazione del Tribunale (un passaggio formale, a questo punto), omologazione attesa tra un paio di mesi a partire dall’11 settembre, quando scadrà il termine per eventuali opposizioni da parte dei creditori con cui non dovesse esserci intesa. La relazione di Peracin ai giudici – 119 pagine – è molto esaustiva e in alcuni passaggi chiarisce molto bene com’è stato gestito il Padova nelle ultime stagioni e quale sia stata l’… esagerazione di soldi spesi da Cestaro prima e dall’imprenditore bresciano poi, incapace alla fine di trovare i fondi necessari per iscrivere un anno fa la squadra alla Lega Pro.

Finanziamento Unicomm. Le cifre relative ai bilanci delle stagioni di Serie B sono da brividi: il commercialista scrive che “gli esercizi 2011, 2012 e 2013 presentano perdite civilistiche di euro 9.901.545, 10.451.920 e 9.891.138”, che venivano risanate sempre dalla Unicomm srl. Dall’ultimo bilancio, approvato il 31 dicembre 2014, “il risultato economico in perdita è di 16.724.590,99 euro”. La media dei ricavi nel triennio 2011-13 era stata di circa 13.950.000 euro, ed è “inferiore alla media dei soli costi per personale dello stesso periodo (circa 14.566.000 euro)”. Per non parlare dei costi dei calciatori e dei tecnici: 14,5 milioni nel 2012 e 9,9 milioni nel 2013. Al 31 maggio 2015 i debiti accertati erano di 14.402.363 euro. Allora, quali sono i presupposti su cui si basa (e sta in piedi) il piano di rientro, che si estende su un arco temporale di 4 anni, sino al 2018, quando i pagamenti ai creditori saranno completati? Essenzialmente tre: 1) versamento in denaro da parte della Unicomm srl (dunque, Marcello Cestaro); 2) estinzione del mutuo contratto nei confronti del Credito Sportivo (2.114.000 euro) nell’aprile 2014 da parte di Diego Penocchio, che ha concordato con l’Ente la restituzione di 1.566.643 euro; 3) sgravio dei contributi previdenziali nei confronti degli enti interessati. Ma come si ripartiranno il debito i due industriali? Innanzitutto con il contributo economico di 5,576 milioni da parte di Unicomm srl. Qualora fosse necessario, il gruppo di Dueville si è impegnato a versare altri 200 mila euro. A garanzia dell’intero importo Unicomm Spa, che controlla Unicomm srl, ha presentato una fidejussione di 1 milione di euro prima che il Tribunale si pronunci. Il denaro rimanente, per giungere ai 7,9 milioni indicati dal piano, arriverà da Penocchio, con le modalità già ricordate, e dal recupero di crediti che il Padova vanta nei confronti della Lega Calcio, che tra campionato e trasferimenti dei propri calciatori raggiungono i 696.295 euro.

In più, la fidejussione versata per l’iscrizione al campionato cadetto 2013/14, dell’importo di 800 mila euro, verrà restituita al solo scopo di coprire il “buco” creatosi. Ci sono poi bandiere, sciarpe, maglie, polo, felpe, tute, borsoni e altro materiale marchiato Calcio Padova, tutte rimanenze di magazzino, che il perito ha stimato in 10.330 euro e che potranno essere acquistate da chi lo vorrà. Così come saranno venduti 4 automezzi, per un importo stimato di 13 mila euro: due auto Opel, anno 2008, e due autocarri sempre Opel per il trasporto delle cose, uno del 2000 e l’altro del 2008. Debiti verso l’Erario. Ammontano a 1.380.523 euro (più 106.166 di interessi). La società ha deciso di rateizzarli in 20 rate trimestrali, da aprile scorso e sino al 31 gennaio 2020. Straordinariamente vantaggioso è l’accordo sulle ritenute fiscali: da 1.387.038 si è scesi a 68.367. L’Iva da versare ammonta a 145.077, mentre ad Equitalia per una cartella non pagata verranno dirottati 354.315 euro. I fornitori. A questa voce, il dato è pesante: 3.147.339 euro. Alla controparte sono stati proposti accordi per il rientro parziale del debito in due o tre tranche. E la riduzione è stata significativa, ben 1.733.230 euro. Per chi ha aderito alla proposta sono a disposizione 1.117.164 euro, per i fornitori non aderenti 296.945, importo da liquidare entro 120 giorni dall’omologazione. Il Comune. L’amministrazione municipale avanza 321.031 euro per canoni d’affitto degli impianti e per le utenze, oltreché per le imposte di pubblicità non versate. L’accordo prevede: 150.000 euro in contanti da versare nelle casse comunali in tre rate; la cessione del marchio “Calcio Padova” per un valore forfettario di 100 mila euro; la cessione pure delle “memorabilia” della società (coppe, trofei, cimeli, foto ecc.) per 35 mila euro; e infine la cessione di arredi e attrezzature della sede, quantificati in 10 mila euro.

Sottovia. Ricordate l’ex a.d. e direttore generale, messo prima in disparte e poi licenziato dallo stesso Penocchio? Le sue azioni legali e presso la Lega di B sono servite: riassunzione ordinata dal giudice e accordo per il pagamento di arretrati e Tfr. Morale: Gianluca Sottovia, che ora lavora a Treviso, dove con il fratello ha aperto una gelateria, riceverà 570.000 euro in tre rate, con scadenza 2018. Giocatori e tecnici. I debiti nei loro confronti ammontavano a 2.227.510 euro. Grazie all’intesa con 69 dei 74 soggetti in questione, la cifra complessiva è scesa a 1.900.008 (Vantaggiato, tanto per citare uno degli elementi più discussi, prenderà 100 mila euro, non essendo stato più pagato da marzo a giugno 2014). Ormis e G-Sport. Dalla relazione emergono due “chicche” degne della massima attenzione: 1) un debito del Calcio Padova verso la Ormis Spa (il gruppo meccanico-metallurgico di Penocchio) di 813.699 euro. La proposta, accolta, è di estinguerlo con il versamento di 1.000 euro (sì, proprio 1000!) a saldo di tutto; 2) un secondo debito nei confronti della G-Sport di Montichiari, la società di marketing e sponsorizzazione dei Giacomini (padre e figlio), per un importo di 1.666.667 euro, soldi versati nel marzo 2013 in anticipo da Unicomm per apporre il marchio Famila sulle maglie della prima squadra sino alla stagione 2015/16. A questi ne vanno aggiunti altri 441.846 per altre pendenze. Anche in questo caso gli oltre 2 milioni sono stati ridotti a 1.000 (!) euro di saldo. La conferma che G-Sport, come aveva accertato la Guardia di Finanza nella sua indagine sugli incroci e sulle commistioni tra Padova e Parma, era un socio a tutti gli effetti della Spa biancoscudata. Socio “occulto”, però, perché non si doveva sapere.

(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel)




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