Padova, Parlato: “Si può avere l’esperienza che si vuole, ma Padova è Padova, e i miei giocatori lo capiranno…”

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Con l’arrivo di Daniele Corti, il direttore sportivo del Padova Fabrizio De Poli ha chiuso, a parole, il mercato del Padova. In realtà, in questa ultima settimana, c’è ancora il tempo per qualche operazione a sorpresa (in attacco?), anche se la squadra che si appresta ad affrontare il ritorno tra i professionisti è praticamente fatta. «Una formazione da medio-alta classifica», l’ha definita lo stesso ds. Ma come la giudica chi la dovrà allenare, a due settimane dall’inizio del campionato? Carmine Parlato ci introduce la sua rosa con un’importantissima postilla: «La società ha fatto in modo di accontentarmi, seguendo le varie idee che abbiamo profuso e per questo non posso che ringraziarla», rileva il tecnico. «Adesso sta a noi calarci in quest’avventura con entusiasmo e responsabilità. Non dimentichiamoci da dove veniamo, da una mancata iscrizione e da una cavalcata stupenda».

«Spero che tutto l’ambiente resti compatto e conservi lo spirito positivo, anche quando verranno i momenti di difficoltà. Proveremo a far filare tutto liscio, ma i periodi duri ci saranno ed è lì che tutta Padova dovrà mostrare la propria unità». Portieri. La prima svolta rispetto al passato è stata quella di aver voluto puntare su due portieri molto giovani. Lazaar Petkovic e Alessandro Favaro non hanno nessuna guida esperta al loro fianco e si giocheranno il posto. «Scelta ponderata, entrambi hanno grandi qualità e possono “stuzzicarsi” a vicenda. Giocherà chi offrirà maggiore sicurezza alla difesa. Petkovic lo conosciamo di più, ha dimostrato grandi cose, ma adesso ha al suo fianco un collega molto bravo. Nessuno dei due deve mollare l’osso». Difesa. La retroguardia è forse il reparto che offre maggiori garanzie di affiatamento. Niccolini e Dionisi conoscono il tecnico da un decennio. Diniz e Fabiano, i nuovi centrali, hanno già giocato insieme.

Si dormono sonni tranquilli? «Abbiamo esperienza e dinamicità, il mio obiettivo è portare il pacchetto a ragionare con una testa sola. Se ci riusciremo, potremo sopperire ad alcune lacune. Per questo dobbiamo ancora migliorare qualche automatismo». Aneddoto degli ultimi giorni. Giovedì Parlato ha sostituito Dionisi dopo 10’ dal suo ingresso in campo con la Triestina, perché troppo nervoso, e il giocatore non l’ha presa bene uscendo particolarmente alterato. La punizione? Aumentarne le responsabilità. Dionisi contro l’Este ha giocato 90’ con la fascia al braccio: «L’ho fatto apposta, deve migliorare sotto l’aspetto nervoso e la fascia, secondo me, ha potuto aiutarlo». Centrocampo. Il cuore della squadra, anche per questioni tattiche. 4-3-1-2 o 4-2-3-1? In rosa Parlato ha mediani che possono adattarsi ad entrambi gli schieramenti: «Adesso starà ai ragazzi farmi capire su quale soluzione puntare».

«Devo trovare un undici, sapendo che posso contare su una rosa molto ricca. La mia idea è quella di portare avanti i due sistemi di gioco e scegliere di volta in volta in base a chi starà meglio. La Lega Pro è un campionato molto fisico e intenso. L’aspetto atletico è quello principale: gioca chi è più in forma». Attacco. Quello offensivo è il reparto che potrebbe essere ancora ritoccato. In questa settimana arriveranno consulti medici per Amirante e Aperi, che stabiliranno i tempi di recupero dei due. Probabile che De Poli provi a prendere un centravanti giovane. «In attacco, come lo scorso anno, ho tre pedine importanti che vorrei far girare con coerenza. È un reparto esperto, ma mi aspetto da tutti i nuovi che capiscano immediatamente cosa significhi giocare qui. Si può avere l’esperienza che si vuole, ma Padova è Padova, e i miei giocatori lo capiranno una volta imboccato il tunnel dell’Euganeo».

(Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia)




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