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Ore 22.40 – (La Provincia Pavese) Una prestazione fantastica, e anche stavolta c’è mancato poco che segnasse. Pochi dubbi sul fatto che Luca Ghiringhelli contro il Bologna abbia disputato una delle sue migliori partite di sempre. «Abbiamo giocato alla pari contro una squadra di A – dice al termine della gara – che sensazione avevamo in campo? Che se cali il ritmo loro, avendo una qualità superiore, possono subito farti male. Ma abbiamo retto, anche fisicamente, fino alla fine». Un’occasione nel primo tempo sul destro, il suo piede, su un cross di Martin, e poi nella ripresa un affondo concluso rientrando sul sinistro e calciando nell’angolino, con Mirante bravissimo ad arrivarci. «Ne parlavo con i compagni, è la terza volta che vado vicino al gol e non lo faccio – sorride l’esterno destro del Pavia – ma l’importante è riuscire ad arrivarci, per fortuna poi in queste partite non c’è stato bisogno che segnassi io. L’ho già detto, quest’anno ho una maggiore consapevolezza». Quella di squadra, poi, è cresciuta enormemente dopo l’impresa del Menti. «Noi all’inizio sapevamo che non avevamo niente da perdere, alla fine ce l’abbiamo fatta e ne siamo orgogliosi – dice Ghiringhelli – forse siamo partiti meglio perché il Bologna era alla prima partita ufficiale, noi ne avevamo già due nelle gambe, quello un po’ ci ha aiutato. Nel secondo tempo in undici contro dieci ci siamo forse un po’ schiacciati, abbiamo sofferto ma lo sapevamo, è normale visto che al di là del risultato la loro qualità è maggiore della nostra, però penso che sia un segno di maturità anche questo essere riusciti a soffrire da squadra, tenere da squadra, tutti insieme, e a non prendere gol. Affrontare una squadra di serie A è stimolante, ti alza la concentrazione, sai che al minimo errore loro ti puniscono». In una serata storica, c’è un solo rammarico: «Al di là delle prestazioni personali abbiamo fatto una grande impresa tutti insieme. Anche con i tifosi che ci hanno sempre sostenuto, si sono fatti sentire. E’ un’impresa non solo nostra, ma di tutta la città. Col senno di poi, però, l’impresa poteva essere fatta al Fortunati».
Ore 22.20 – (La Provincia Pavese) Cercare il pelo nell’uovo in una serata fantastica come quella del Menti è un esercizio riservato a chi è consapevole dell’enorme valore mostrato da questo Pavia. Mister Michele Marcolini, entusiasta della prova della sua squadra, prova a cimentarsi: «Dobbiamo imparare a concedere meno occasioni quando la palla ce l’abbiamo noi, ci vuole più attenzione in uscita. Bisogna limitare al massimo gli errori, ma non dimentichiamoci che avevamo contro attaccanti del calibro di Cacia, Acquafresca, Mancosu». E poi non c’è qualcosa da rivedere sui corner subiti, dai quali è arrivato tra l’altro l’unico gol finora incassato (col Latina) tra amichevoli e gare ufficiali? «Contro il Bologna un po’ di gap fisico s’è visto – nota Marcolini – i calci piazzati sia in fase offensiva che difensiva vanno provati, ma sono dell’avviso che si va anche un po’ a periodi». Chiuso l’esercizio, si torna sulle tante cose belle di una gara indimenticabile. «Sono soddisfattissimo, i ragazzi hanno fatto una prova fantastica – è l’esordio in sala stampa dell’allenatore degli azzurri – mi va di sottolineare che siamo stati più bravi addirittura in undici contro undici che in undici contro dieci, a dimostrazione della qualità della partita che abbiamo giocato. Abbiamo sbagliato poco e fatto sì che creassero pochissimo e quindi dobbiamo godercela perché con questa partita siamo entrati nella storia della nostra società e deve essere una grande soddisfazione per noi. Adesso stacchiamo per qualche giorno ed è bello farlo dopo questa vittoria». Era difficile immaginare un avvio di stagione così esaltante. «Sognavo un inizio così – dice il tecnico ex Real Vicenza – abbiamo vinto in trasferta contro una squadra di serie B, il Latina, con un risultato pesante. Siamo andati a giocare contro una squadra di serie A riuscendo nell’impresa di vincere senza prendere gol e soprattutto giocando la nostra gara, non chiudendoci e giocando a pallonate. Ci siamo chiusi, sì, ma più che altro coprivamo gli spazi, poi quando ripartivamo facevamo male e le occasioni più nitide ce le abbiamo avute noi: Mirante è stato bravissimo in almeno tre occasioni». Rispetto a Latina, Alessandro Marchi ha preso il posto di Marco Cristini. «Non avevo ancora avuto modo di vederlo in una gara ufficiale – spiega Marcolini – sapevo di aver bisogno di tanta gamba, quando incontri squadre di categoria superiore devi coprirti e ripartire. D’altronde ho la fortuna di avere una scelta quasi imbarazzante, ho tantissimi giocatori di qualità». L’altro cambio è stato quello di Del Sante per Mattia Marchi. «Del Sante ha le caratteristiche giuste per sposarsi con Cesarini, ha fatto una grande prestazione, ha lottato, difeso palla». La squadra ha mostrato anche con il Bologna di aver un’ottima tenuta fisica, a dispetto della lunga trasferta di Latina e dell’anticipo della gara a venerdì sera che avevano ridotto i tempi di recupero. «A me in generale piace lavorare tanto – spiega il mister – ma soprattutto costantemente».
Ore 22.00 – (La Provincia Pavese) Ci sta che dopo un’impresa come quella del Pavia contro il Bologna del genere si cerchi di frenare. In fondo è anche questo il compito di un mister: «Queste vittorie devono servire a dare consapevolezza ed entusiasmo, a noi e alla piazza, però anche in una giornata così bella mi sembra giusto gettare un po’ di acqua sul fuoco – ha avvertito Marcolini dopo l’1-0 sul Bologna – e dire che la qualità sarà diversa perché è vero che stavolta abbiamo giocato e vinto contro una squadra di A, ma in campionato, che è il nostro obiettivo principale, vincere sarà sempre difficile. E’ un altro tipo di gioco, un altro tipo di aggressività. Partiamo da squadra favorita in quasi tutte le partite e quindi la pressione sarà diversa». Vero, ma al momento (in attesa della composizione dei gironi) il Pavia sembra essere una spanna sopra le probabili concorrenti per la corsa alla promozione in B. Pure l’Alessandria dopo aver espugnato Vercelli (2-1) ha vinto di nuovo, ma contro una formazione di Lega Pro come la Juve Stabia, e solo di misura. Il Cittadella è andato a sbattere contro una squadra di A come l’Atalanta (3-0), la Feralpi ha ceduto 1-0 al Crotone (B). Al di là dei risultati eclatanti ottenuti dal Pavia, la squadra di Marcolini è sembrata una perfetta coniugazione di qualità (e ce n’è tanta nell’organico costruito dall’ex dg Londrosi) e solidità. Ben 33 gol fatti e appena uno subito, a Latina, su sette gare tra amichevoli e partite di Coppa Italia. Ma soprattutto, in due gare con formazioni di B e A, 5 reti fatte e una sola incassata. Oltre a questo, le occasioni concesse agli avversari sono state davvero poche. E venerdì sera al Menti era impossibile vedere in campo una differenza di due categorie, come c’è effettivamente tra Pavia e Bologna. C’è tutto per essere la big della Lega Pro.
Ore 21.40 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova riprenderà domani pomeriggio gli allenamenti al campo di Goito, mister Maspero ha infatti voluto concedere alla squadra tre giorni di riposo in vista del prossimo impegno di Coppa Italia. Il programma della settimana è stato definito nei dettagli dal team manager Paolo Musso, che ha approfittato della sosta degli allenamenti per un weekend in Spagna: domani al Comunale Massimo Chiaventi la squadra riprenderà la preparazione, mercoledì ci sarà la consueta seduta mattutina mentre al pomeriggio alle 16,30 il Mantova disputerà un’amichevole contro il Legnago, nel cui staff milita l’ex direttore generale Mario Preto. Giovedì mattina, venerdì mattina e sabato mattina i biancorossi si alleneranno a Goito, dopodichè partiranno per Pordenone, dove domenica alle 18 verrà disputato il match di Coppa. Il Mantova, che ha pareggiato al Martelli la gara inaugurale del girone C di Lega Pro, riposerà nel turno conclusivo che è in programma domenica 30 e che verrà giocato all’Euganeo di Padova fra i biancoscudati e i neroverdi friulani, che quest’anno sono affidati a Bruno Tedino e che giovedì scorso hanno disputato un’amichevole battendo per 6-0 l’Opitergina, che quest’anno milita in Promozione. Il Mantova per qualificarsi al turno successivo dovrà vincere o pareggiare con almeno due gol sperando che l’ultima gara finisca senza reti, così da avere un numero di gol superiore alle avversarie.
Ore 21.20 – (Gazzetta di Mantova) Arrivato all’ennesima giovinezza, leggasi 35 anni, Gaetano Caridi dispensa spettacolo e assist preziosi con la stessa facilità con cui era diventato il beniamino dei tifosi quattordici anni fa. Ha qualche traccia di capigliatura sale e pepe, ma è questa la sola concessione che lui elargisce alle leggi del tempo. Timido com’è, lui non ammetterà che questo inizio di stagione è fra i migliori fra gli undici che ha vissuto dalle parti di viale Te. I fatti però perlano da soli e certificano la forma splendida di una delle bandiere del calcio biancorosso, che anche venerdì sera è stato salutato da trionfatore. Che bilancio traccia dell’1-1 col Padova? «È stata una buona gara, nella quale c’è stato l’errore sul gol di Altinier però abbiamo mostrato la nostra capacità di giocare a calcio, con un modulo che privilegia il gioco d’attacco e che contro un bel Padova non era affatto facile realizzare. C’è bisogno di maggiore attenzione, però in questo periodo della stagione molte cose vanno migliorate e quindi è normale ci siano errori». Fin dal primo giorno di ritiro è apparso in gran forma. Ha scelto di sfidare il tempo? «Come il primo giorno in cui sono tornato a Mantova metto a disposizione della squadra la mia esperienza e quel che resta delle mie capacità, se finora si è vista qualche giocata in più del solito è anche e soprattutto per il modulo di gioco che stiamo utilizzando, con più spazio dedicato al possesso palla quelli come me sono facilitati nel loro gioco. Poi c’è un altro aspetto che va tenuto in grande considerazione». A cosa si riferisce? «Alla fiducia e all’entusiasmo che si respira nell’ambiente dopo la ricomposizione societaria, abbiamo vissuto dei mesi molto delicati nei quali è stato davvero difficile riuscire a ripartire. La società ce l’ha fatta e l’entusiasmo che si respira è giustificato ed importantissimo». La squadra risente del clima favorevole? «Direi di sì, anche perché costituiamo un bel gruppo, che si è sempre impegnato al massimo tanto in allenamento quanto nelle partite. C’è competizione, c’è voglia di emergere, c’è la consapevolezza di potere disputare un torneo ricco di soddisfazioni». Vi infastidisce la situazione della Lega Pro, ancora senza gironi a ferragosto? «Purtroppo è una cosa sempre più frequente, ci stiamo abituando a conoscere i nostri avversari solo pochissimi giorni prima delle partite. Ma non ci facciamo caso, dobbiamo farci trovare pronti ed in questo senso la Coppa diventa un momento importante». Domenica si va a Pordenone, ad un orario più umano delle 11 dell’ultima volta… «Andremo là per fare risultato, passare il turno darebbe ancor più morale e permetterebbe di presentarci al campionato nelle migliori condizioni. Giocare alle 18 sicuramente sarà meno disagevole dell’altra volta, ci proveremo». Come sempre, non sarete soli… «Gente come quella mantovana non la trovi dappertutto, il suo calore ha pochi eguali. I ragazzi della curva ci saranno di sicuro, sono speciali».
Ore 21.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Partirà veramente il primo fine settimana di settembre il campionato di Lega Pro? La domanda nasce spontanea visto che, oltre a Catania e Teramo in B (la cui condanna riaprirebbe ai ripescaggi nella serie cadetta), sono undici le società di Lega Pro deferite dal procuratore federale per l’inchiesta Dirty Soccer. Rischia la retrocessione il Torres (con 10 punti addizionali di penalizzazione) e l’esclusione la Vigor Lamezia. Per le altre sono state chieste penalizzazioni anche pesanti. In teoria le sentenze sono attese già oggi, ma è più verosimile che la decisione venga rimandata. Comunque non oltre il 20 agosto. Poi, ovviamente, ci saranno i ricorsi e gli appelli. Si assicura che la compilazione dei calendari (prevista per il 25 agosto per la serie B e per il 27 agosto per la Lega Pro) non subiranno rinvii. Se i processi d’appello dovessero essere ancora in corso (come è più che probabile) per la compilazione verranno tenute in considerazione le decisioni di primo grado. Il pericolo nasce dal fatto che l’appello stravolga tutto, costringendo il palazzo a modificare in corsa i calendari. Tutto questo caos lascia in ansia anche la Lega D che, sempre in teoria, dovrebbe fornire le sostitute (con o senza supertassa da mezzo milione di euro?) per le società che subiranno la retrocessione o l’esclusione dalla Lega Pro. La bollente estate del calcio italiano potrebbe allungarsi sino alle porte d’autunno.
Ore 20.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Sarà dunque il Mantova a tenere a battesimo il nuovo Pordenone di Bruno Tedino e Giorgio Zamuner. Prima gara ufficiale dei neroverdi in coppa Italia domenica, al Bottecchia, con inizio alle 18. VENDETTE – La prima sfida del triangolare di qualificazione, giocata venerdì scorso al Martelli fra Mantova e Padova si è conclusa in parità 1-1. In gol sono andati proprio i due giocatori più attesi. Cristian Altinier, passato fresco dai virgiliani ai patavini, ha portato in vantaggio i biancoscudati al termine di una ripartenza tipica delle squadre di Carmine Prlato. Il pareggio dei padroni di casa è arrivato nelle battute finali, opera di Francesco Ruopolo, l’attaccante ex pure lui, squalificato per un anno per le vicende di calcio scommesse. Ruopolo con la sua confessione aveva coinvolto tutto il Padova nel giro. In quell’occasione gli ultras patavini gli “consigliarono” di non farsi più vedere dalle loro parti. Bene quindi che la partita si sia svolta al Martelli di Mantova. Nonostante ciò, quelli al seguito non gli hanno fatto mancare le loro attenzioni. «Mi hanno insultato da inizio partita» ha dichiarato il giocatore al termine. Da lì la gioia esagerata, quanto comprensibile, dopo il gol del pareggio. «Normale – l’ha definita Ruopolo – Io ho sempre esultato dopo aver segnato con alle mie ex squadre». CALENDARIO – Dopo aver ricevuto la visita dei virgiliani il Pordenone andrà a concludere il triangolare a Padova, il 30 agosto, dove ritroverà fra gli altri vecchie amicizie come Carmine Parlato, Daniel Niccolini e Matteo Dionisi, protagonisti della promozione in Lega Pro dei ramarri e dello scudetto del 2014 e l’ex sacilese Alessandro Favaro. Passerà al turno successivo di coppa solo la prima classificata. La domenica successiva, salvo sorprese dal palazzo, inizierà il campionato.
Ore 20.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Date fiducia a questo Pordenone». L’invito è di Marcelo Mateos, uno dei sopravvissuti dell’epoca di Carmine Parlato. Allora (13-14) dirigeva in campo, oggi è direttore di campo. Titolo inventato quasi da Mauro Lovisa per tenerselo al suo fianco. Ufficialmente non ha un mansionario, ma chi conosce le segrete cose del ramarro sa che è una figura fondamentale nel tenere parallele le navigazioni di dirigenza, settore tecnico e spogliatoio. Ascolta, assorbe, traduce, rielabora e riporta. Dall’alto verso il basso. Dal basso verso l’alto. Dall’interno verso l’esterno, dall’esterno verso l’interno. OTTIMISMO – «L’anno scorso – riprende Marcelo – eravamo matricole in Lega Pro. Quest’anno stiamo costruendo sull’esperienza fatta e magari anche sugli errori commessi. Sono arrivati buoni giocatori, pure di categoria superiore, che hanno voglia di mettersi in gioco. Lo staff tecnico vuole conquistare la fiducia della piazza con i fatti. La dirigenza ha già dimostrato, sempre con i fatti, di volere fortissimamente il professionismo. Non vediamo l’ora, tutti, di cominciare». OGGI RIPRESA – I ramarri si sono allenati anche a Ferragosto. All’arrivo al De Marchi hanno trovato qualche albero abbattuto dalla forza del vento e una recinzione danneggiata. La struttura e i campi sembrano però aver retto bene. Oggi pomeriggio, dopo la domenica di riposo, riprenderanno le sedute. Servirebbe un altro test in vista dell’esordio in coppa di domenica al Bottecchia contro il Mantova (inizio alle 18), ma non è facile trovare uno sparring partner accondiscendente. THE WALL – Dopo le gare con Montebelluna e Sacilese avevamo evidenziato la necessità di rinforzare l’organico con un buon centrocampista e un buon centrale difensivo. Per la zona centrale è arrivato Matteo Mandorlini (classe ’88, figlio di Andrea, tecnico del Verona), 28 presenze nel Pisa nell’ultima stagione, in precedenza anche in serie A con il Parma e in B con Piacenza e il Brescia). «È l’uomo giusto – giudica Mateos – per giocare davanti alla difesa da incontrista e regista al tempo stesso nel 4-2-3-1 di Tedino». Per la difesa potrebbe arrivare già oggi al De Marchi, dal Como, Paolo Marchi, classe ’91, stopper mancino cresciuto nell’Inter a fianco di Walter Samuel. Conti ha giocato nel Chievo, Varese, Carpi e Casale. Possiede buone qualità tecniche e fa dell’anticipo la sua dote migliore. Lo rimpiangono i tifosi del Como che lo hanno soprannominato «the wall», autentico muro al centro della difesa. Preoccupa il fatto che abbia già subito quattro operazioni al ginocchio. D’altra parte conforta il fatto che non si sia arreso alla sfortuna e che abbia continuato a lottare per garantirsi ancora un posto nel calcio che conta. La scorsa stagione a Como ha collezionato 20 presenze. OBIETTIVI E TAGLI – I siti specializzati in calcio mercato danno il Pordenone ancora interessato agli ingaggi di Alex Pederzoli (centrocampista), Elia Cortesi (centrocampista) e ai ritorni di Riccardo Ravasi (attaccante) e Daniele Rosania (difensore). L’attuale organico neroverde conta già 25 giocatori. Il massimo consentito dalle nuove norme è 24 con 8 giovani. Dovesse arrivare qualcuno di quelli segnalati, Zamuner e Tedino dovrebbero cominciare a pensare a chi tagliare per sfoltire il gruppo.
Ore 20.00 – (Messaggero Veneto) L’espressione è emblematica: Gianni Careri è contento. Ieri, per la prima volta dopo tre mesi dall’infortunio, ha indossato i guantoni da portiere e provato i primi tuffi. Prosegue positivamente il suo recupero, la riabilitazione del legamento crociato posteriore rotto nella partita con l’Albinoleffe: in quella sfida, valida per l’accesso ai play-out, l’estremo è rimasto in campo nonostante l’infortunio perché i cambi erano già ultimati. Careri si sta allenando ad Aulla, facendosi seguire dai fisioterapisti e medici della Fk. Al mattino il portiere s’allena sul campo, al pomeriggio invece sostiene lavori con la bicicletta o a nuoto. Già il prossimo mese potrebbe raggiungere il resto del gruppo neroverde: il tecnico Bruno Tedino, e i tifosi, di cui è un autentico idolo, non vedono l’ora di riabbracciarlo.
Ore 19.40 – (Messaggero Veneto) Le amichevoli hanno detto bene: quattro vittorie in altrettante uscite. No, non sembra un fuoco di paglia, anche se è adesso che bisogna fare sul serio. Il Pordenone ha di fronte a se la sua prima, vera, partita dell’anno, quella valida per l’esordio in coppa Italia di Lega Pro. L’appuntamento è fissato per domenica prossima in casa al Bottecchia col Mantova (il via alle 18). La squadra si rimette in moto oggi per preparare la gara: si alzerà l’intensità, soprattutto si capirà anche come sta e chi è realmente questa squadra, per se stessi e per gli altri: i neroverdi devono essere visti in maniera snob, come un team ripescato, oppure come qualcosa in più? Risposte che servono anche in vista del campionato che – salvo sorprese – partirà il weekend del 5-6 settembre. Lati positivi. La parentesi pre-impegni ufficiali, come annunciato, si è chiusa senza macchie per il Pordenone. Neppure un ko o un pareggio: sono arrivati i successi con i carnici del Cedarchis (4-0), con i team di serie D Montebelluna (5-2) e Sacilese (3-0), infine con l’Opitergina di Promozione veneta (6-0). In totale, la squadra ha realizzato 18 reti, subendone 2 in una sola partita. Indipendentemente dai risultati, la buona cosa è aver disputato amichevoli con squadre abbordabili, aspetto praticamente non riuscito la scorsa stagione: nei test-match “facili” si possono provare le giocate, si oliano gli schemi e i meccanismi del modulo (il 4-2-3-1). E questo gruppo ne ha bisogno, essendo totalmente nuovo. Passando ad aspetti più specifici, il Pordenone è piaciuto perché ha sempre cercato di proporre gioco, offendendo e dimostrando di avere giocatori di grande qualità. Si cambia. Da questa settimana, però, si svolta: c’è un altro libro da scrivere. L’orizzonte finale è una gara con un avversario di Lega Pro, di categoria, e quindi tutto cambierà. Il ritmo sarà diverso, ben più alto, ci sarà una posta in palio (seppur si giochi per la coppa Italia), arriveranno le prime pressioni: si può anche rimediare una sconfitta, ma è il modo che fa la differenza. Che Pordenone sarà, e a cosa può puntare, lo si capirà anche dalla partita di domenica prossima. L’esordio della scorsa stagione, il 2-0 incassato al “Martelli” col Mantova, fece capire che quel tipo di squadra avrebbe potuto poi incorrere in diversi problemi durante l’annata (e così è stato, perlomeno fino a gennaio). Il tecnico, Bruno Tedino, e il suo staff, sono ben consapevoli della settimana che stanno per cominciare: per questo si affilano le armi, si lavorerà sull’aspetto offensivo perché è con i quattro giocatori davanti che il Pordenone può fare male e fin di subito. Cominciare la stagione con una vittoria, o almeno con una grande prestazione, darebbe quel morale che serve a una squadra ripescata. Fuochi di mercato. Intanto ha lasciato il Pordenone Alberto Barison, difensore classe 94 ex Padova. Il giocatore è tornato all’Ascoli, società che detiene ancora il cartellino. I due club (il Pordenone) non hanno trovato l’accordo.
Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Riprenderà domani pomeriggio al Taliercio la preparazione del Venezia. Dopo l’amichevole di venerdì con la Piovese (1-1) gli arancioneroverdi nella mattinata di Ferragosto hanno svolto una seduta defaticante usufruendo poi di un riposo certamente meritato, considerata l’intensità del lavoro fatto in ritiro a Piancavallo al ritmo di due sedute quotidiane. Nei prossimi giorni Soligo e compagni disputeranno due amichevoli, la prima giovedì 20 agosto allo stadio «Walter Martire» di Dolo (ore 18.30) contro i granata locali militanti in Promozione: la partita servirà per raccogliere fondi destinati alla sistemazione post-tornado del campo sportivo «Gaetano Scirea» di Cazzago di Pianiga, casa di alcune squadre giovanili del Dolo e dell’Usd Cazzago, società da poco ripartita con l’attività di puro settore giovanile. La seconda partita è in fase di definizione per domenica prossima, 23 agosto, nello stesso giorno in cui il Venezia avrebbe dovuto debuttare nel turno preliminare (rinviato invece a mercoledì 30 settembre) della Coppa Italia di serie D. Sul piano fisico tutti gli arancioneroverdi si sono allenati senza accusare particolari fastidi, tanto che solo l’attaccante Serafini e il terzino sinistro Cantini avevano marcato visita con la Piovese per affaticamenti che lo stesso tecnico Favaretto ha definito di poco conto.
Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Per ora non ha conferme la voce secondo cui slitterebbe anche il campionato, con il via della serie D posticipato di una settimana al 13 settembre. Ad oggi, dunque, il debutto del Venezia Fc rimane fissato per domenica 6 settembre, in trasferta per la consueta concomitanza con la Regata Storica. Già noto, invece, lo spostamento della Coppa Italia, con il turno preliminare slittato da domenica 23 agosto a mercoledì 30 settembre, mentre non è stato riprogrammato il primo turno di domenica 30 agosto. È evidente che le gare di coppa verranno «incastrate» in autunno a metà settimana con conseguenti tour de force ravvicinati per le squadre che via via si qualificheranno. In serie D tabellone di coppa e gironi di campionato dovrebbero uscire il 25 o 26 agosto, una volta scaduti i termini per chiedere il ripescaggio in una Lega Pro (i 500 mila euro a fondo perduto sono stati eliminati) a dir poco nel caos anche per l’incertezza derivante dal calcioscommesse, con sentenze attese verso il 20 agosto. La procura federale, ad esempio, ha chiesto la retrocessione in D per Teramo, Savona e Torres che farebbero salire il totale delle squadre a 170 (ma il Monopoli è in odor di Lega Pro) dopo la recente riammissione di Forlì e San Marino. Numeri alla mano in D ci saranno almeno un paio di gironi da 20 squadre, «rischio» verosimile anche per il Venezia e le altre lagunari a nord-est.
Ore 18.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) La strada per riportare pubblico e passione al Penzo sarà lunga, tortuosa e in salita, tuttavia un segnale quantomeno benaugurante l’hanno dato i 300 tifosi in tribuna per la prima amichevole casalinga del Venezia Fc. E naturalmente i primi ad augurarsi un’inversione di tendenza, rispetto all’inesorabile spopolamento dell’era-Korablin, sono gli stessi aficionados che hanno trascorso la vigilia di Ferragosto nel “forno” del Taliercio. «Noi non temiamo nessuna concorrenza cittadina, gli altri faranno il loro percorso e noi siamo concentrati solo sull’arancioneroverde – assicura Claudio della Curva Sud che sugli spalti ha esposto lo striscione “Unico grande amore” – Portare gente allo stadio sarà una vera sfida ma il nuovo corso post-Russia dà fiducia». «È chiaro che a dare il necessario impulso saranno i fatti concreti realizzati dalla società, non le parole – lo incalza Denis, ultras di lungo corso – La sensazione è di una squadra unita, Fabiano ha subito mostrato dei colpi che in serie D potrebbero fare la differenza. Aspettiamo di conoscere questi americani, di sicuro un dirigente del calibro di Perinetti non è venuto qui per niente». «Tutti speriamo, dopo i disastri degli ultimi 10 anni, che finalmente anche il Venezia possa trovare pace e continuità senza dover temere di sparire da un giorno all’altro – sospira Benito Girardi – Al momento tutto è ancora un “groviglio” ingiudicabile, di questo progetto si sa poco quindi incrociamo le dita in attesa di sentire cos’ha in mente il presidente Daniels». «Speriamo che i giocatori scesi dalle categorie superiori riescano a far valere le loro qualità in un campionato tosto serie D – le considerazioni di Maria Meneghin – Io e vari amici non manchiamo mai, siamo stati anche in ritiro a Piancavallo e abbiamo un grande entusiasmo che cerchiamo di trasmettere a chi ha perso interesse. Tutti possiamo mettere un mattoncino per cercare di riportare gente al Penzo». Per Giovanna Montesco, altra fedelissima, «il primo aspetto positivo è che abbiamo ancora una squadra arancioneroverde da seguire. A me pare ci sia un buon clima, l’entusiasmo è sicuramente destinato a crescere con il supporto dei buoni risultati che tutti speriamo. Se squadra e società lavoreranno bene sarà difficile continuare a restare indifferenti».
Ore 18.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) È sempre il calciomercato a tenere banco per un Venezia in attesa di istruzioni dagli States. Si stanno decidendo oltre Oceano, infatti, molte delle questioni operative necessarie per mandare a regime l’attività ordinaria del club arancioneroverde. Giusto un mese fa il sindaco Luigi Brugnaro annunciava la nascita del Venezia Football Club con «un capitale sociale interamente sottoscritto di due milioni di euro»: da quel giorno molto è stato fatto (costituzione della società, richiesta di ammissione e iscrizione in sovrannumero alla serie D, allestimento della squadra) ma il presidente James Daniels ancora non si è «materializzato» seppure, assicurano i suoi collaboratori, si sta occupando quotidianamente del Venezia. Negli Stati Uniti proprio in questi giorni lo staff di mister Daniels è al lavoro sul fronte marketing per definire la campagna abbonamenti, il nuovo logo societario ed eventuale sponsor di maglia, mentre la presentazione in laguna è tuttora indefinita verso fine mese. Intanto a Mestre il dirigente Dante Scibilia sta seguendo altre questioni, dalla nuova sede di viale Ancona (area ex Carbonifera, al posto di quella “russa” di via Torino) che sarà operativa in un mesetto, alla sponsorizzazione tecnica risolta “al volo” acquistando il materiale Nike della vecchia Fbc Unione Venezia. Intanto, dopo aver costruito il team in una decina di giorni, il ds Giorgio Perinetti non molla la presa sul fronte acquisti. «Con mister Favaretto, ferma restando la scelta di puntare su un under, abbiamo deciso di prendere anche un portiere senior per essere pronti ad ogni evenienza – spiega il dirigente romano – Conto di completare entro breve la rosa con un difensore centrale e un interno di centrocampo di levatura importante. Legati? L’avrei preferito a Venezia ma ha scelto la Pro Vercelli, comunque sto lavorando a profili simili. Per il centrocampista invece siamo più avanti, c’è l’intesa di massima e conto che ci raggiunga in settimana». La difesa ha salutato due elementi, il centrale Checchi e l’esterno Barbiero. «Quest’ultimo non l’abbiamo ritenuto idoneo, Checchi invece pensava erroneamente di fare il titolare indiscusso. Le firme? Abbiamo sollecitato la federazione ad inviarci la modulistica per iniziare il tesseramento vero e proprio di giocatori che finora si sono fidati di noi sulla parola».
Ore 18.00 – (La Nuova Venezia) Inizia domani la terza settimana di preparazione per il Venezia. Dopo l’allenamento defaticante di sabato, seguito all’amichevole contro la Piovese di venerdì pomeriggio, Paolo Favaretto ha lasciato due giorni di libertà ai propri giocatori. La squadra infatti riprenderà gli allenamenti domani pomeriggio al centro sportivo Taliercio, riducendo i carichi di lavoro e iniziando un lavoro più incentrato su tattica e tecnica per trovare i giusti meccanismi nel gioco che vuole il nuovo tecnico. C’è ancora molto lavoro da fare, e questo per la difficoltà che lo staff tecnico, pur sapendolo, deve affrontare nell’amalgamare un gruppo interamente nuovo, con tanti giocatori che non si conoscono, se non per essersi affrontati nei vari campionati, a eccezione di Calzi e Serafini, che hanno giocato assieme alla Pro Patria, o di quest’ultimo che a Brescia e Arezzo vestì la stessa maglia con Maccan. Dopo la sconfitta di Sacile (1-2) e il pareggio con la Piovese al Taliercio (1-1), questa settimana il Venezia sarà chiamato a un doppio test amichevole. Il primo è già definito per giovedì alle 18.30 a Dolo contro la formazione padrona di casa che milita nel torneo di Promozione. L’incasso verrà devoluto all’Usd Cazzago, che ha perso tutta la propria attrezzatura durante la tromba d’aria del mese scorso. Quindi il Venezia giocherà domenica prossima, ma in sede e con avversario ancora da stabilire.
Ore 17.40 – (La Nuova Venezia) Il nuovo Venezia è ancora alla ricerca degli ultimi tre tasselli per completare la rosa a disposizione di Paolo Favaretto. Una corsa contro il tempo nella quale lo staff, guidato dal direttore sportivo Giorgio Perinetti, ha fatto gli straordinari per chiudere le trattative. È sfumato come obiettivo primario della difesa Elia Legati (accasatosi alla Pro Vercelli in serie B, ndr), ma tutti gli altri sono stati centrati finora, partendo dai giovani, specie a difesa della porta e sulle fasce. Siamo soddisfatti del lavoro fin qui svolto nel comporre la rosa», conferma lo stesso Perinetti, «anche per la disponibilità trovata nei giocatori, che hanno voluto scegliere il nostro progetto pur sapendo di scendere di categoria. Si sono fidati di noi anche se la società non aveva ancora a disposizione la modulistica per poter far firmare i contratti. Un grande attestato di stima nei nostri confronti e delle idee che stiamo portando avanti con grande serietà. Poi parlerà ovviamente il campo, e del resto quello sarà l’aspetto principale, ma è chiaro anche dal mercato che abbiamo condotto quali sono le nostre intenzioni». E proprio sui tasselli ancora mancanti al gruppo, Perinetti aggiunge: «Si tratta di un difensore centrale di spessore, di un centrocampista esperto e di un terzo portiere over. Dispiace per Legati, ma ha scelto la Pro Vercelli e la serie B. Mi ha scritto un messaggio per avvisarmi, ma andiamo avanti. Abbiamo altre alternative comunque di valore per quel ruolo». La società è in attesa anche della formalizzazione dell’iscrizione alla serie D, che appare comunque scontata visto che la consegna della documentazione è avvenuta ben prima della scadenza dei termini, e perché il Consiglio federale della Figc ha ammesso il club in sovrannumero alla categoria. La settimana che si apre potrebbe anche portare novità sul fronte della campagna abbonamenti, ma intanto Paolo Favaretto si dice soddisfatto del lavoro sul campo. «Va tutto bene, soprattutto perché non abbiamo avuto infortuni. Cercheremo di fare tante amichevole anche in virtù dello slittamento della Coppa Italia e per verificare lo stato di avanzamento del nostro lavoro».
Ore 17.20 – (La Nuova Venezia) Anche se ora siede sulla panchina della Feralpi Salò, il cuore di Michele Serena rimane sempre a tinte arancioneroverdi. L’ultima stagione con l’Unione Venezia è stata complessa e difficile, ma Serena sta seguendo lo stesso con passione e attenzione l’evolversi della situazione con il nuovo club affidato alla guida tecnica del grande amico Paolo Favaretto. «Prima di tutto l’augurio che faccio al Venezia è che la nuova proprietà faccia quello che non è riuscita alle ultime, cioè riportare in alto il calcio in questa città», sottolinea Serena, «Perinetti l’ho conosciuto negli ultimi giorni, recandomi in sede per il cartellino di mio figlio, ed è una persona seria, distinta e di grande spessore nel nostro ambiente. Un biglietto da visita non da poco per il nuovo Venezia, che già così mostra serietà nel nuovo progetto. Il direttore sportivo ha calcato grandi palcoscenici e ha esperienza da vendere, quindi, un passo alla volta penso e mi auguro che questo club possa ritrovare le categorie che merita». Quando gli si chiede di Favaretto, Serena spalanca un grande sorriso. «Sono veramente contento che Paolo abbia avuto questa opportunità, perché so quanto è legato a quei colori. Se lo merita per l’affetto che ha sempre mostrato per la piazza. Ci siamo sentiti la scorsa settimana e ne abbiamo parlato. La situazione odierna è diversa da quella che lui stesso trovò la prima volta nel 2009. C’era più gente allo stadio, ma adesso ha di sicuro una squadra forte con giocatori di categoria superiore, e il mercato non è ancora concluso. Spero che riescano assieme a centrare tutti gli obiettivi della prossima stagione. Paolo (Favaretto, ndr) l’ho sentito molto carico, e lui è uno che dà veramente tutto, lo ha già dimostrato». Serena sottolinea come «dal mercato il Venezia stia mostrando il desiderio di fare sul serio. Tolti i giovani è già una squadra con le capacità di disputare un torneo di Lega Pro, ma attenzione a non sottovalutare gli avversari e a pensare di avere già vinto il campionato. Ma sono certo che staranno attenti, e in una serie D come questa, con l’obbligo degli Under, a fare la differenza sarà proprio la qualità di quelli a disposizione, e mi sembra che il Venezia si sia dato da fare molto bene anche su questo fronte». Intanto Michele Serena guarda alla “sua” prossima stagione in Lega Pro. «A Salò ho trovato un ambiente carico, ma senza pressione, con una dirigenza che ha costruito una rosa in grado di ambire ai playoff. Da subito ho avuto a disposizione tutta la squadra, lavorando in ritiro a Marilleva. Abbiamo passato il primo turno di Coppa Italia, poi siamo usciti a Crotone (0-1) con un gol arrivato per un episodio sfavorevole. Ma abbiamo dimostrato il nostro valore». Infine, l’ex tecnico arancioneroverde fa una promessa: «Se verrò al Penzo a vedere il nuovo Venezia? Perché no, su quella panchina ho vissuto momenti indimenticabili. Chi era dentro al gruppo, e in sede, colpe non ne ha mai avute in quel che è accaduto. Chi ha lavorato ha fatto più del necessario e gli va dato grande merito. Le colpe sono stati altri, semmai. E poi farò di tutto per venire a vedere il derby, non fosse altro per il fatto che nel Mestre gioca adesso uno dei miei figli».
Ore 16.50 – (Gazzettino) Non c’è solo l’Este sulle tracce di Florian, dato che anche la Luparense San Paolo sta corteggiando la punta ex Renate. «È un giocatore che può fare la differenza in serie D – esordisce Daniele Pasa – Abbiamo parlato con lui e abbiamo deciso di prenderci qualche giorno di tempo per vedere se alle nostre condizioni si può chiudere il discorso». Il mercato rossoblù è aperto anche con riguardo alla ricerca di under. «Con il diesse Briaschi stiamo valutando giovani di qualità per integrare la rosa, fermo restando che già così siamo un’ottima squadra per iniziare il campionato». Passando al campo, la scorsa settimane sono arrivate le sconfitte nelle amichevoli con il Bassano (6-1) e con la squadra Berretti del Cittadella (3-1). «Con il Bassano tanti giocatori sono rimasti in campo per novanta minuti e anche se la differenza di categoria e di condizione si è sentita, cinque gol sono stati presi per errori grossolani individuali. Abbiamo comunque provato le cose che avevamo preparato, e su questo aspetto sono contento. Con la Berretti del Cittadella ho schierato i giovani per avere alcune indicazioni ai fini di una decisione sul loro conto che prenderemo a breve». La squadra tornerà al lavoro oggi pomeriggio nel quartiere generale di Tombolo, dove mercoledì affronterà in amichevole il Thermal Teolo.
Ore 16.30 – (Gazzettino) Mancano due giovani e un’attaccante di esperienza all’Este per completare la rosa che sarà composta da ventidue giocatori, tra i quali gli unici reduci della passata stagione sono Lorello, Favaro, Coraini e Scotton. Tra le punte piace Damien Florian, in uscita dal Renate con il quale ha disputato le ultime due stagioni in Lega Pro e che si sta allenando con il Delta Porto Tolle Rovigo. «È uno dei profili che stiamo valutando – sottolinea Andrea Pagan – ma non possiamo fare spese folli. A ogni modo nel reparto avanzato abbiamo già giocatori importanti come Coraini e Mastroianni, e giovani di prospettiva come Marcandella e Niselli. Anche con riguardo ai due giovani, devono essere acquisti mirati per i quali non bisogna avere fretta in attesa che le società professionistiche nelle quali giocano facciano le loro valutazioni». La scorsa settimana la squadra ha battuto 3-0 in amichevole il Porto Viro (Prima categoria). «È stato un buon test che ci ha consentito di alzare il minutaggio dei ragazzi e nel quale la squadra ha fatto vedere qualcosa di buono, anche se abbiamo davanti ancora tempo per lavorare sul piano tecnico e tattico per arrivare più collaudati all’inizio del campionato». Mercoledì i giallorossi saranno impegnati a Boara Pisani in un triangolare con la formazione locale e con il Delta Porto Tolle Rovigo, mentre giovedì è in programma un test con il Campodarsego.
Ore 16.10 – (Gazzettino) È sempre il mercato a tenere banco in casa Campodarsego, tanto da avere ufficializzato l’ingaggio del centrocampista classe 1996 Andrea Rubin che l’anno scorso giocava nel settore giovanile del Cittadella. Il giocatore arriva nel club biancorosso a titolo definitivo. «L’ho visto all’opera in più occasioni – afferma il direttore generale Attilio Gementi – Ha buona fisicità e duttilità, è il giocatore che ci mancava tra i fuoriquota».
Fermento anche sul fronte delle uscite: lascia la squadra il difensore centrale Andrea Carollo, classe 1992, che era stato ingaggiato poche settimane fa. «Da noi è un po’ chiuso, e il ragazzo preferisce andare a giocare altrove». Tra le possibili destinazioni figura anche l’Istrana, con il quale il Campodarsego ha vinto 2-0 l’amichevole giocata venerdì (a segno Michelotto nel primo tempo, e Piaggio nella ripresa). L’uscita di Carollo sarà rimpiazzata dall’arrivo di un nuovo difensore centrale che andrà ad affiancare i colleghi di ruolo Poletti, Ruopolo e Antonello. Non finiscono qui le operazioni: Gementi si è infatti messo a caccia anche di un altro attaccante dato che nelle prossime ore sarà quasi certamente liberato l’esterno offensivo classe 1993 Umberto Ambrosi, che era stato acquistato a titolo definitivo dal Cerea a inizio luglio. Una decisione dettata anche dal fatto che i biancorossi hanno cambiato modulo: il 4-3-3 utilizzato nelle prime amichevoli è stato rimpiazzato dal 4-3-1-2, sistema che nella passata stagione ha consentito ai biancorossi di vincere campionato e Coppa Veneto di Eccellenza. «In questo momento il tecnico ha optato per il 4-3-1-2 – sottolinea Gementi – fermo restando che questo gruppo di giocatori si presta per caratteristiche a interpretare più sistemi di gioco». Passando alla squadra, la ripresa della preparazione è fissata per domani dopo aver goduto di tre giorni di riposo. In settimana sono previsti due test, dato che l’inizio della Coppa Italia originariamente fissato per domenica, è stato fatto slittare al 30 settembre: giovedì Bedin e compagni affronteranno l’Este (campo ancora da definire), mentre sabato è prevista una partitella in famiglia con la squadra juniores nazionale che ha iniziato la preparazione in vista della prossima stagione.
Ore 15.50 – (Gazzettino) L’Abano ha messo sotto contratto l’esterno offensivo sinistro Francesco Rampin, classe 1995, reduce dall’esperienza con l’Este (13 partite e un gol l’anno scorso) e con un passato nel settore giovanile del Padova. «Si allenava con noi da una decina di giorni – spiega Massimiliano De Mozzi – È un giocatore che mi piace molto e ci torna utile dandomi più soluzioni dato che con il suo impiego posso utilizzare un giocatore over in più in mezzo al campo o in difesa». Tra i cinque giocatori classe 1998 già di proprietà dei neroverdi, solo Cuccato sarà aggregato alla rosa. «Dobbiamo prendere qualche altro giovane, ne abbiamo bisogno. Con noi si sta allenando il terzino sinistro classe 1997 Cartura, ma attendiamo che rientri il presidente Gildo Rizzato». Intanto, sabato la squadra si è aggiudicata 1-0 l’amichevole con il Pozzonovo. «Un test condizionato dal grande caldo in campo, nel quale abbiamo tenuto possesso palla con un avversario che si chiudeva bene. Dobbiamo cambiare passo, siamo un pò indietro rispetto alla concorrenza, ma dato che l’impegno di Coppa Italia è slittato lavoreremo ancora qualche giorno nello stesso modo per poi dedicarci a un lavoro incentrato su velocità ed esplosività». Mercoledì la squadra sarà impegnata in amichevole con il Cartigliano, sabato con la Piovese.
Ore 15.20 – (Mattino di Padova) Inizia oggi la seconda tranche di preparazione per le quattro squadre padovane di Serie D. Le ultime novità arrivate dalla Lega Nazionale Dilettanti, tra l’altro, hanno scombussolato i piani dei tecnici di Este, Abano, Campodarsego e Luparense, rimasti senza impegni ufficiali, utili per tastare il polso alla squadra, fino al fischio d’inizio del campionato, previsto per il 6 settembre. Non ci saranno infatti i turni preliminari di Coppa Italia del 23 e del 30 agosto, rinviati al 30 settembre. In più, non si saprà nulla sulla composizione dei gironi sino a quando non sarà completato l’organico della Lega Pro: manca all’appello una squadra, dopo la rinuncia del Castiglione, che verrà ripescata proprio dalla quarta serie. Este. Che fare, dunque? La risposta è una sola: amichevoli su amichevoli. L’allenatore dell’Este, Andrea Pagan, ne ha segnate due in agenda per questa settimana. Mercoledì i giallorossi saranno impegnati allo stadio di Boara Pisani nel “5º Memorial Giovanni Celeghin”, triangolare con Delta Rovigo (Serie D) e Boara (Prima Categoria), mentre giovedì, alle 17 (campo da definire), sfideranno il Campodarsego. Per quanto riguarda il mercato, l’entourage atestino sta cercando un attaccante da affiancare a Coraini e Mastroianni, ma non è escluso l’innesto di altri due centrocampisti “under”, che arriveranno, con ogni probabilità, dai settori giovanili di Padova e Cittadella. Campodarsego. È caldo pure il telefono del direttore sportivo del Campodarsego, Attilio Gementi, che sta lavorando sottotraccia per un centravanti da regalare al tecnico Antonio Andreucci. In uscita, invece, ci sono il difensore centrale Andrea Carollo, che ha chiesto la cessione dopo l’arrivo dell’esperto Luca Ruopolo e, per assurdo, l’esterno di centrocampo Umberto Ambrosi (preso ad inizio luglio dal Cerea), in rotta con la società dopo neanche un mese di preparazione. Anche per la squadra biancorossa sarà una settimana di amichevoli: la prima mercoledì contro l’Este e la seconda, sabato, in famiglia con la Juniores. Abano. Mercoledì e sabato sono i giorni scelti pure dall’Abano per le sfide contro Cartigliano (allenata dall’ex Padova Alessandro Ferronato) e Piovese. A Cartigliano, piccolo centro situato a sei chilometri da Bassano del Grappa, i neroverdi scenderanno in campo alle 17, mentre l’orario e lo stadio della sfida con la Piovese devono essere ancora ufficializzati. Il ds Andrea Maniero, nel frattempo, sta cercando di piazzare gli ultimi colpi: l’attaccante esterno ex Este Francesco Rampin, 20 anni, preso pochi giorni fa, ha già esordito nel test contro il Pozzonovo di venerdì scorso (vinto 1-0), ma entro l’inizio del campionato potrebbe arrivare un altro centrocampista. Luparense. Come Este e Campodarsego, la Luparense sta cercando un attaccante. Il nome più caldo è quello di Lauro Florean, 33 anni, ex Venezia, Pordenone e Sandonà Jesolo, nell’ultima stagione al Fontanafredda. Un profilo di esperienza, che potrebbe far comodo a mister Daniele Pasa. Intanto, i “lupi” mercoledì affronteranno la Thermal Teolo. Da definire, oltre a luogo e orario della sgambata di metà settimana, pure l’avversaria di sabato prossimo.
Ore 14.50 – (Gazzettino) Il bis dell’exploit di Teramo, nonostante gli stessi uomini in campo, non è arrivato. Altra squadra, l’Atalanta, altro tipo di preparazione, sicuramente più avanti quella della Dea, altri uomini in campo, altro tasso tecnico. Di contro il Cittadella di Venturato oppone quello che ha, che non è poco, ma l’evidente disparità tecnica gioca a favore dei nerazzurri che, alla fine, legittimano il 3-0 meritando il passaggio del turno. Esce di scena (e difficilmente sarebbe potuto essere altrimenti…) la formazione granata che combatte, morde il freno, resiste per un’ora, cerca di emergere poi viene freddata da un uno-due da brivido (e non solo per la pioggia). Va detto, a onor del vero, che il raddoppio è stato tutto “merito” di Vaccarecci che ha consegnato su un piatto d’argento il pallone del 2-0 a Moralez ma è inutile sparare a zero sull’estremo difensore granata visti i diversi pericoli scampati e la quantità di palle gol evitate da entrambi i portieri del Cittadella. La difesa non ha tenuto agli attacchi bergamaschi, a centrocampo il solo Iori si è battuto come un leone, il voto di Lora è dipeso dai due provvidenziali salvataggi sulla linea che avrebbero regalato, in mancanza, altri due gol alla Dea. Minesso è partito con buona lena salvo calare alla distanza, non sono piaciuti nè Coralli nè Bizzotto, ben chiusi dalla difesa bergamasca. Un guizzo per la sufficienza di Gerardi che avrebbe meritato il gol; Jallow, infine, non ha apportato cambiamenti ma sul 3-0 era oggettivamente difficile cambiare le carte in tavola. Insomma il Cittadella esce di scena non per errori dei singoli ma perchè si è trovata di fronte semplicemente un avversario più forte che non ha sbagliato la partita. Atalanta subito all’assalto in avvio. D’Alessandro porta scompiglio, i veneti si salvano in angolo e non riescono ad uscire dalla propria metacampo. Al 10′ Lora salva sulla linea un tiro di Raimondi deviato da Alfonso. Risponde il Cittadella con una rovesciata di Minesso che obbliga Sportiello a una parata non complicata. La Dea non molla l’osso, soffrono gli ospiti che si salvano quando Alfonso mette le sue mani su Denis (22′) e al 30′ quando un super Lora respinge, ben appostato, un tiro di Masiello a botta sicura. Poi esce Alfonso ed entra Vaccarecci, Minesso continua a provare la via della rete (41′), Moralez scalda il motore (42′) quindi, nell’ultimo dei quattri di recupero, cross di Salvi per Pellizzer, colpo di testa e palla fuori di millimetri. Nella ripresa Masiello continua a impegnare Vaccarecci (12′), Carmona tiene sveglio il portiere granata (13′) e, infine, l’Atalanta raccoglie i frutti della propria superiorità con un tiro violento scagliato da De Roon che Vaccarecci recupera nel sacco. Un gol annullato a Denis prima del raddoppio bergamasco (23′) quando la volpe Moralez ruba palla a Vaccarecci e mette dentro. Entra Pinilla che viene servito al bacio ancora dal Frasquito Moralez e sigla il tris (33′). I minuti finali sono di pura accademia, con Migliaccio che mette fuori di pochissimo e Brivio che esplode un mancino su cui Vaccarecci si supera (45′). A tempo praticamente scaduto Sportiello guadagna la pagnotta respingendo l’assalto di Gerardi. Poi poco altro fino al triplice fischio che ratifica il 3-0 finale e l’addio, comunque a testa alta, alla Tim Cup di un Cittadella che ha lottato finchè ha potuto.
Ore 14.30 – (Gazzettino) Nel dopo-gara Roberto Venturato fa una disamina breve ma esaustiva e completa al tempo stesso sul perchè il Cittadella abbia perso così nettamente. «Comincio subito con l’affermare – esordisce il tecnico granata – che abbiamo subito gol derivanti da nostri errori e questo non va assolutamente bene. Mi riferisco, in particolare, al grave errore su una ripartenza (nel primo gol, ndr), poi idem per gli altri due. Non possiamo essere soddisfatti perchè fare errori del genere a certi livelli, significa subire gol quasi matematicamente. Bisogna evitare svarioni del genere che portano l’avversario in indiscutibile posizione di vantaggio». Insomma più attenzione e concentrazione per evitare regali che non servono a squadre già più forti tecnicamente. Poi Venturato analizza la prestazione dei suoi: «Nel primo tempo abbiamo sofferto la carica dell’Atalanta, la dinamicità e la loro voglia di sbloccare il risultato. Nonostante ciò, però, abbiamo chiuso bene tutti i varchi riprendendoci dopo un inizio un po’ difficile». Primo tempo chiuso con l’occasione per il vantaggio. «Sì, effettivamente è così. Poi, nella ripresa, abbiamo preso gol nel momento sbagliato, cioè quando sembrava che avessimo preso il controllo delle operazioni. Il gol, va detto, come gli altri due, è stato dettato da errori personali ma i ragazzi si sono battuti con determinazione».
Note negative e positive, Venturato si sofferma: «Da un certo punto di vista, quello tecnico-tattico, possiamo fare di più e meglio e questo mi sembra normale. Poi devo dire che, dal punto di vista tattico, abbiamo interpretato al meglio la partita contro un avversario di qualità. Ora dobbiamo rimanere concentrati nelle prossime due settimane per trovare la condizione giusta per affrontare l’inizio del campionato». Qualcosa è mancato, altrimenti non si spiega il 3-0. «Al di là degli errori commessi, dobbiamo essere più incisivi davanti». L’attacco da spronare, certo, e poi? «In molte situazioni di possesso palla siamo riusciti a uscire dall’area con azioni manovrate. Ecco, sotto questo aspetto, cioè della manovra e della ricerca del gioco ho visto un passo in avanti. Vanno fatti i complimenti all’Atalanta – conclude Venturato – perchè si è dimostrato avversario ben messo in campo e con tanta qualità e quantità al suo interno». Quanto all’infortunio rimediato in partita dal portiere Alfonso, i primi accertamenti hanno evidenziato un versamento dietro il ginocchio destro, nella zona tra l’inserzione dell’arto e il tendine: oggi nuovi esami.
Ore 14.10 – (Gazzettino) L’infortunio capitato ad Alessandro Sgrigna durante il ritiro di Lavarone costringerà il Cittadella a trovare un altro attaccante sul mercato. Il diggì granata Stefano Marchetti l’ha più volte affermato, anche l’allenatore Roberto Venturato attende l’arrivo del rinforzo (o dei rinforzi) per il reparto offensivo. Del resto attualmente in rosa ci sono soltanto Coralli, Bizzotto e Gerardi, con quest’ultimo che sembra più un “separato” in casa che un giocatore sul quale fare affidamento per il futuro. Proprio attorno al nome di Gerardi il Cittadella ha imbastito una trattativa con il Lecce per lo scambio con il trentunenne Luigi Della Rocca, ma tutto si è arenato al momento di convincere quest’ultimo ad accettare i parametri contrattuali della società granata. Tra i due club l’accordo c’è, ma l’ostacolo-ingaggio di Della Rocca appare difficilmente sormontabile. L’aveva detto Marchetti qualche giorno fa, l’ha confermato ieri Giovanni Tateo, l’agente del giocatore: «Confermo l’interesse del Cittadella, penso però sia molto difficile intavolare una trattativa». Ci possono essere margini per un ripensamento? «Della Rocca ha un ingaggio importante, credo non si farà nulla», conclude Tateo. Ipotesi tramontata dunque? A metà agosto diremmo di sì, ma negli ultimi giorni di mercato, quelli “caldi” per antonomasia, tutto può succedere. Stefano Marchetti, per sua stessa ammissione, sta lavorando parallelamente su altre piste, oltre a quella che conduce a Della Rocca. Una strada porta a Matteo Momentè, svincolato dal Varese, l’ultima stagione con l’Albinoleffe dove ha realizzato 15 gol. Niente costo per il cartellino, ma anche in questo caso lo scoglio è rappresentato dalle richieste del calciatore, troppo alte per il Cittadella, con l’Arezzo fortemente intenzionato a metterlo sotto contratto.
Ore 13.50 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Il rodaggio è necessario, niente fretta”) La parola “rodaggio” calza a pennello pure per i granata di Venturato, bravi a tener testa un’ora all’Atalanta – Serie A, mica bruscolini – e poi crollati a metà ripresa, complici errori che si potevano evitare. Il discorso relativo al Citta è un po’ diverso rispetto a quello del Padova, perché è una compagine scesa dalla B, che ha uno “zoccolo duro” di spessore, ma che avverte il bisogno di ritrovarsi nella testa, prima ancora che nelle gambe, per recitare da protagonista. I “mal di pancia” di alcuni (Paolucci e Gerardi, tanto per non far nomi) sembrano rientrati solo in parte, e se è vero che davanti il ragazzino Bizzotto è pronto a cucirsi addosso una maglia da titolare, è altrettanto vero che c’è bisogno di un bomber vero, che garantisca gol con una certa continuità. Se dietro Pellizzer e Scaglia rimangono, vicenda del portiere a parte, la retroguardia è tra le più forti della categoria. E quanto a Iori, la sua intelligenza tattica non si discute. Ma anche qui si tratta di aspettare e di dare al tecnico il tempo che gli serve. La fretta è cattiva consigliera, per cui lasciamoli lavorare. Tutti.
Ore 13.30 – (Mattino di Padova) La condanna della Dea. La piovosa notte di Ferragosto, nel rinnovato Stadio Atleti Azzurri d’Italia di Bergamo, si chiude con il 3-0 rifilato dall’Atalanta al Cittadella: risultato che estromette dalla Coppa Italia dei grandi, dopo tre turni, la formazione granata. Eppure, per quanto possa sembrare strano, dopo una sconfitta così pesante sarebbe sbagliato buttar via tutto della prova degli uomini di Venturato, capaci, dopo 10 minuti di sbandamento iniziale – 7 a 0 il computo dei calci d’angolo in quel lasso di tempo – di tener testa per quasi un’ora alla più quotata formazione di casa, nonostante le due categorie di differenza. Ed è quasi paradossale che l’1-0 sia arrivato proprio nel momento migliore di Iori e soci, che sembravano poter accarezzare il sogno di terminare senza danni l’incontro. E, perché no?, di piazzare pure il colpaccio, visto che qualche occasione pericolosa era stata creata dai granata: un paio di capocciate di Minesso e Pellizzer avrebbero potuto trovare più fortuna, mentre l’appena entrato Gerardi, nel finale, ha rubato il tempo all’ex Cherubin in contropiede, scaldando le mani al portiere Sportiello. Iori leader. In seguito al gol di De Roon, concreto regista nerazzurro che ha trafitto Vaccarecci con un siluro di controbalzo dopo un contrasto fra Denis e la coppia centrale difensiva, il Cittadella ha però perso fiducia e l’Atalanta ne ha approfittato. Sulla partita è di fatto calato il sipario pochi minuti più tardi, per via del pasticcio combinato da Vaccarecci, il quale ha macchiato una buona prestazione, non controllando il pallone che gli aveva passato Paolucci e facendoselo soffiare dal vivacissimo Moralez, poi autore anche dell’assist per il 3-0 firmato da Pinilla, sugli sviluppi di una palla persa dallo stesso Paolucci. Cosa resta da salvare, allora, di questa sfida agostana, giocata sotto gli occhi, tra gli altri, di Claudio Foscarini? Questo: la capacità di interpretare lucidamente il copione del match, con il Citta capace di rilanciare il gioco con azioni manovrate e Iori che è già diventato il fulcro della manovra, l’uomo che detta i tempi e a cui i compagni si affidano ciecamente. «Errori e scarsa incisività». E Venturato cosa dice? «Che abbiamo saputo tener testa ad una squadra che ha qualità importanti, interpretando bene la gara dal punto di vista tattico per un buon pezzo. Ma anche che abbiamo commesso alcuni gravi errori che, a certi livelli, si pagano: in tutti e tre i gol ci sono state nostre ingenuità. E poi occorre essere più incisivi in fase offensiva: abbiamo fatto girare bene la palla,ma avremmo dovuto concretizzare di più». A proposito di attacco, sia Bizzotto che Coralli si sono dati un gran daffare – con quest’ultimo, in particolare, molto più mobile rispetto agli ultimi due mesi dello scorso campionato – anche se non si sono mai resi pericolosi. Da sottolineare pure la generosità di Lora, che un paio di volte ha respinto il pallone sulla linea, e il nuovo stop del portiere Alfonso, che ha abbandonato il campo poco dopo la mezz’ora toccandosi dietro al ginocchio destro. «Non è una ricaduta dell’infortunio di Lavarone, sembra un problema tendineo», precisa Venturato. Oggi sono fissati gli esami per valutarlo. È prevista per domani, invece, la ripresa degli allenamenti, dopo due giorni di riposo.
Ore 13.10 – (Mattino di Padova) Un esperimento da rivedere. Dove l’uso del verbo “rivedere” sta ad indicare sia che non tutto è filato per il verso giusto, sia, però, che merita di essere riprovato. La più grossa novità tattica rispetto al Cittadella della scorsa stagione è data dall’impiego di Minesso come trequartista, schierato alle spalle della coppia d’attacco. È successo anche a Bergamo, con Mattia molto presente nel gioco nella prima parte della gara – sua la prima conclusione granata della partita, una spettacolare rovesciata dal limite dell’area bloccata agevolmente da Sportiello – ma poi spentosi alla distanza. «È vero, per me come per il resto della squadra», ammette il diretto interessato, che in terra orobica ha indossato la maglia numero 10. «Nella prima ora di gioco siamo stati tutti più brillanti, poi è uscita l’Atalanta, che ha mostrato di essere di un’altra categoria, anche se credo che avremmo comunque potuto fare meglio. Abbiamo tenuto bene il campo anche se in certe fasi abbiamo sofferto il fraseggio veloce degli uomini di Reja, che giocavano spesso in due tocchi eludendo il nostro pressing. La mia prova? Mi spiace ancora per quel colpo di testa nel primo tempo, mandato di poco sopra la traversa da buona posizione: avrei potuto sfruttarlo in un altro modo. Questo ruolo non è in assoluto una novità per me, perché l’ho già interpretato quando ero nelle giovanili del Vicenza e in qualche altra occasione», racconta Minesso. «Non mi ci trovo male, ma era da un po’ che non lo provavo. Ho bisogno di giocarci ancora».
Ore 12.50 – (Mattino di Padova) Più Della Rocca che Momenté. Quello che è certo è che una punta serve. Lo ha ribadito lo stesso Roberto Venturato, alle prese, in questo avvio di stagione, con l’infortunio di Sgrigna, che resterà a riposo assoluto sino a fine agosto e che difficilmente sarà disponibile prima di fine ottobre. Nelle scorse ore sembrava potesse andare in porto l’ingaggio di Matteo Momenté, attaccante di Jesolo che si è svincolato dal Varese dopo il fallimento della società lombarda. Non si è trovato, però, l’accordo sul contratto e la trattativa pare definitivamente interrotta, con il giocatore che potrebbe così accasarsi ad Arezzo o tornare all’Albinoleffe. Diversa la faccenda Luigi Della Rocca. E anche qui il principale ostacolo alla buona riuscita pare essere l’ingaggio richiesto dal 31enne puntero brindisino in forza al Lecce. In ballo c’è il possibile scambio con Federico Gerardi, criticato pubblicamente dal d.g. Marchetti proprio dalle colonne del “mattino” per l’atteggiamento avuto in queste settimane. Lo stesso Gerardi, che nelle prime uscite ufficiali del Citta è sempre partito dalla panchina, si è detto possibilista con una dichiarazione rilasciata al sito Leccecalcioweb: «L’interessamento di un club del calibro del Lecce mi fa grande piacere, sarei ben contento di giocare con la maglia giallorossa. Attendo solo notizie dal mio procuratore, ma per far sì che la trattativa vada in porto occorre il benestare della mia attuale società». Non è detto, però, che da qui alla fine del mercato i movimenti riguardino solo il reparto offensivo. Marchetti aveva cercato il giovane Rosso del Torino, esterno sinistro di centrocampo poi approdato al Brescia. Con in rosa tre ali di ruolo (Minesso, Schenetti e Jallow), un quarto uomo potrebbe rivelarsi utile.
Ore 12.20 – (Gazzettino) Con quale dei due moduli vi trovate meglio? «È importante imparare diverse soluzioni, quindi bisogna essere duttili». Il feeling con i suoi colleghi di reparto sembra comunque già a un buon livello. «Cunico lo conoscevo già, Neto è un giocatore molto intelligente e forte, ci si abitua presto a giocare con uno come lui. Mentre gli esterni sono bravi a innescare gli attaccanti». Mantova è stato il primo vero banco di prova stagionale, e questo pareggio fa comunque ben sperare in vista del prosieguo. «È molto presto per sbilanciarsi. Senz’altro abbiamo tanta voglia di migliorare e di fare bene, e in ogni partita cercheremo di farlo per arrivare a ottenere il massimo in ciascuna sfida di campionato». Come vede Parlato? «Ha idee molto chiare e spiega al meglio i concetti. Punta molto anche sull’aspetto motivazionale e sull’entusiasmo che c’è per raggiungere certi traguardi. È un allenatore che ha fame e voglia di arrivare, e lo trasmette anche alla squadra».
Ore 12.10 – (Gazzettino) Il pareggio di Ruopolo al fotofinish sa di beffa per voi? «Ai punti forse è giusto il pareggio, anche il Mantova ha giocato creando le sue occasioni. Poi è naturale che quando prendi gol al novantesimo c’è sempre rammarico dato che ormai era quasi finita. Ma il Padova ha disputato una buona gara, anche se dobbiamo migliorare ancora molto. Ed è giusto che sia così dato che siamo a metà agosto, sarebbe preoccupante se fossimo già al top adesso». Quali sono gli aspetti nei quali dovete crescere? «Stiamo provando due moduli che prevedono meccanismi diversi. Siamo partiti a inizio preparazione con il 4-2-3-1, mentre con il Mantova abbiamo fatto il 4-3-2-1 che presuppone disposizioni tattiche diverse. Ci dobbiamo adeguare nelle uscite con tempi e distanze giuste, mentre in fase di possesso bisogna essere più veloci, smarcarci meglio e fare più movimento senza palla, tutte cose che verranno quando la condizione migliorerà».
Ore 12.00 – (Gazzettino) L’affetto dei tifosi virgiliani nei suoi confronti è sempre intatto. «Di sicuro, anche se non si può piacere a tutti. Ma nella maggiore parte dei casi ho ricevuto messaggi d’affetto, di stima e d’amicizia. Ho tanti amici, e qualcuno dopo il mio gol dell’altra sera ci ha scherzato un pò sopra». Prima del suo approdo al Padova il presidente mantovano Musso l’ha corteggiata, con tanto di blitz in Puglia per convincerla. Ha avuto modo di incrociarlo venerdì sera? «Non l’ho visto. Comunque quando è venuto in Puglia avevo discorsi già avviati con il club biancoscudato e con lui non si è andati tanto per le lunghe, anche se in quella occasione ho conosciuto una bravissima persona». Tornando alla sfida di Coppa, quella traversa grida ancora vendetta. «Sono stato un po’ sfortunato. Neto ha fatto una bella azione e io ho colpito la traversa con la palla che è caduta poi sulla riga di porta ed è uscita. Sul 2-0 la partita poteva incanalarsi su un risultato più sicuro, anche se era ancora il primo tempo e il Mantova aveva tutto il tempo per provare a recuperare. Ma il 2-0 sarebbe stato un punteggio importante da poter gestire fino alla fine».
Ore 11.50 – (Gazzettino) Il sigillo del momentaneo vantaggio e il possibile raddoppio infranto contro la traversa che poteva ipotecare il successo al Martelli. La stagione del Padova si apre nel segno di Cristian Altinier, determinante nel pareggio di venerdì sera nella gara d’esordio nella Coppa Italia di Lega Pro con il Mantova, squadra della sua città. Dove il bomber biancoscudato sta trascorrendo a casa queste ore di relax in attesa di riprendere la preparazione domani con i compagni. «In occasione del gol è stato bravissimo Cunico – esordisce Altinier – ha fatto quasi tutto lui. E sulla palla che ha messo al centro sono arrivato di slancio in mezzo a quel gruppetto di giocatori riuscendo a tenerla bassa. Non ho esultato? Una cosa sentita, penso che sia abbastanza comprensibile. Tra l’altro è stata la prima volta in assoluto che giocavo da avversario contro il Mantova ed è stata una sensazione particolare. Tornare lì dopo sette anni con in tribuna mia moglie, parenti e amici è stata una bella emozione».
Ore 11.40 – (Gazzettino) Mancano venti giorni all’inizio del campionato, immaginiamo che anche all’interno della società ci sia grande attesa. «La nostra funzione è essere sempre presenti al fianco della squadra e mettere a disposizione il massimo per fare sì che tutti, ciascuno nel proprio ruolo, possano lavorare con tranquillità. L’attesa c’è, il girone sarà difficile con avversarie attrezzate e che hanno esperienza in categoria. Da parte nostra abbiamo grande entusiasmo e abbiamo allestito una squadra che può competere con quelle che sono favorite sulla carta». I gironi dovrebbero essere svelati tra sette giorni. «Mercoledì parteciperò a Firenze a una riunione convocata dal commissario straordinario della Lega, lunedì prossimo è fissata un’assemblea nella quale dovrebbero essere resi noti i gironi, e all’ordine del giorno è prevista anche la distribuzione dei contributi». Intanto, il Padova giocherà domenica 30 agosto l’ultimo match di Coppa Italia con il Pordenone all’Euganeo con il manto erboso rifatto. «Giovedì scorso è stato seminato il campo, per la gara con il Pordenone non sarà magari in condizioni ottimali, ma quasi».
Ore 11.30 – (Gazzettino) «È stato un test utile per valutare la nostra condizione e la risposta è stata positiva. Un pareggio che fa ben sperare? Direi proprio di sì, anche se dobbiamo continuare a lavorare». I biancoscudati hanno fatto vedere buone cose in attacco. «Sì, abbiamo buoni elementi. Altinier vede la porta, Neto Pereira è un giocatore che, oltre a fare gol, può creare le condizioni per mandare a rete i compagni. Anche capitan Cunico ha dato dimostrazione che ci può stare tranquillamente in Lega Pro». Venerdì sera i biancoscudati hanno attuato il 4-3-2-1, modulo che già si era visto in amichevole per la prima volta con l’Abano. «Quando si gioca bene, mi diverto con qualsiasi modulo. A prescindere dal sistema di gioco, è fondamentale che ciascun giocatore rispetti le indicazioni del tecnico». Al Martelli vi ha seguito un gruppetto di tifosi. «Conto molto su di loro. L’anno scorso eravamo abituati a essere sempre in numero maggiore anche in trasferta, quest’anno è diverso. Sappiamo che i nostri tifosi sono calorosi, e gli sfottò con gli avversari fanno parte del gioco. Basta che tutto finisca lì».
Ore 11.20 – (Gazzettino) «Mi sono complimentato con i ragazzi per l’impegno che hanno messo subito dopo il pareggio con il Mantova. Determinazione e capacità di soffrire sono caratteristiche che il Padova deve avere sempre per fare un buon campionato e soprattutto bella figura». Il presidente Giuseppe Bergamin promuove il Padova dopo il primo vero confronto con una pari categoria, che ritroverà quasi certamente come avversario anche in campionato. «È stata una buona partita. Volevamo un risultato positivo, l’abbiamo ottenuto ed è un aspetto importante, al di là delle cose più o meno positive che abbiamo visto, fermo restando che siamo in una fase nella quale l’allenatore sta valutando un po’ tutto. Ma, ripeto, la determinazione e la capacità di soffrire sono componenti importanti per affrontare un campionato impegnativo come la Lega Pro, che è una categoria diversa da quella dell’anno scorso». Lei aveva dichiarato nei giorni scorsi sul Gazzettino di essere curioso nel vedere l’opera la squadra nella trasferta con i virgiliani, primo vero banco di prova dopo i test con compagini di categoria inferiore. «Il Mantova ha dimostrato di essere una squadra importante, forse anche più avanti dal punto di vista fisico».
Ore 11.10 – (Gazzettino) «Abbiamo avuto un contatto, se ne sta parlando. Il Trapani ci farà sapere, dipende da cosa vogliono fare del ragazzo. Altre piste? C’è qualcosa d’altro, ma Sparacello è la prima scelta. L’abbiamo visto giocare l’anno scorso al Torneo di Viareggio con la rappresentativa di serie D». Sempre in tema mercato, restano da formalizzare le posizioni di Azzi, Ramadani e Gorzelewski. «Al momento non sono ancora tesserati, vediamo nei prossimi giorni». Valigie in mano invece per il centrocampista Kutra che era in prova. SQUADRA. Riprenderà domani la preparazione dopo tre giorni di riposo: appuntamento alle 16 alla Guizza, mentre sabato è in programma un’amichevole che è in via di definizione dato che domenica i biancoscudati osserveranno il turno di riposo in Coppa Italia (si giocherà Pordenone-Mantova). Neto Pereira si allenerà con cinque punti di sutura sotto il mento, ferita che si è procurato durante la gara con il Mantova: il brasiliano è stato curato sabato alle 1.30 di notte all’ospedale di Camposampiero. Suona invece l’allarme per Mazzocco, che al termine della sfida con il Mantova ha lamentato il solito fastidio al retto femorale. «Lo vedrà il nostro medico e valuteremo», spiega De Poli.
Ore 11.00 – (Gazzettino) «Prenderemo una decisione per il terzino sinistro domani», ossia oggi. Si prospetta una giornata di annunci in casa Padova con Fabrizio De Poli pronto a tirare le somme riguardo all’esterno basso, dove al momento figura Anastasio, anche se in quel ruolo con il Mantova è stato impiegato Dionisi. In lizza ci sono Simone Fautario, Alessandro Favalli (figlio dell’ex terzino di Lazio e Milan), Paolo Pellicanò e Shadi Ghosheh, con quest’ultimo già aggregato da qualche giorno in prova alla squadra. «Sceglieremo tra uno di loro, abbiamo già comunicato ai diretti interessati che daremo una risposta», precisa il diesse biancoscudato. Che poi aggiunge: «Una volta definito il terzino sinistro, penseremo alle altre situazioni». Tra queste, in particolare, anche la possibilità d’ingaggiare un altro attaccante, dato che per Amirante si teme uno stop prolungato per un problema al ginocchio destro, lo stesso già operato in passato e che lo ha costretto ai box per quasi tre anni. «Siamo in attesa di ulteriori consulti e in base a quello che ci diranno sarà presa una decisione». Fermo restando che il club aspetterà comunque Amirante anche se dovesse rimanere fermo a lungo, De Poli ha messo gli occhi sulla punta classe 1995 Claudio Sparacello, sotto contratto con il Trapani.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Dopo la sospensione per Ferragosto, riapre domani la campagna abbonamenti con l’ultima settimana dedicata agli abbonati della passata stagione che possono esercitare il diritto di prelazione. Già ampiamente superato il muro delle mille tessere rinnovate nei giorni scorsi, sarà possibile confermare il proprio posto allo stadio recandosi in sede: da domani a venerdì (15-19) e sabato (10-12.45). Domani e venerdì sarà possibile rinnovare il proprio abbonamento in prelazione recandosi anche al Macron Store in via Croce Rossa dalle 15.30 alle 19. Da lunedì prossimo invece la campagna abbonamenti sarà aperta per tutti i tifosi e sarà possibile sottoscrivere l’abbonamento (sono previsti anche gadget biancoscudati in omaggio in base al tipo di abbonamento) fino al mercoledì antecedente alla prima partita casalinga di campionato. Costo abbonamenti: poltrone oro 320 euro (190 euro ridotto per donne, nati dall’1 gennaio 1992 al 31 dicembre 2000, nati sino al 31 dicembre 1955); tribuna ovest 180 (115); tribuna est 115 (75); tribuna Fattori 80 (55). L’ingresso allo stadio è gratuito senza posto a sedere per i nati dall’1 gennaio 2001 in avanti.
Ore 10.30 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Il rodaggio è necessario, niente fretta”) Immaginiamo l’obiezione: e quando uno di loro s’infortunerà o verrà squalificato, che alternative ci saranno? Il mercato, per fortuna, si chiude a fine mese e la società, tramite De Poli, ha dimostrato di sapere il fatto suo, per cui una punta in più arriverà, considerato che Amirante è fuori gioco per alcuni mesi. La difesa, rinnovata per il 50%, ha pagato cara una distrazione nel concitato finale, ma nel suo complesso ci è piaciuta. La coppia Fabiano-Diniz è forte e solida, e Dionisi sull’esterno (anche se lo preferiamo a destra) è un bel mastino. Niccolini ha retto bene, sino a quando non si è perso Ruopolo, che lo ha beffato di testa. Se verrà preso, come annunciato, un valido terzino sinistro, dietro si dovrebbe stare tranquilli. I dubbi – e si sapeva – riguardano invece il settore-chiave del gioco, ma con note positive sul conto di Bucolo, valido sia nel contrasto che nella spinta. Qui il mister dovrà fare una scelta precisa: o optare per una soluzione a tre (affiancando a Giandonato due pedalatori, ma pedalatori veri, uno dei quali può essere proprio Bucolo), oppure ripiegare sull’ipotesi di 2 uomini davanti alla difesa, con i tre trequartisti davanti, certo di avere in Ilari e Petrilli due esterni che sappiano attaccare ma anche ripiegare con efficacia, altrimenti il pericolo di un eccessivo sbilanciamento in avanti è un lusso che potrebbe costar caro. Ma sono impressioni ancora labili quelle lasciateci dalla gara del “Martelli”, dove peraltro Altinier ha colpito una traversa subito dopo aver segnato e nella ripresa una caduta di Neto Pereira in area lombarda è parsa molto sospetta. Con due settimane davanti prima della nuova puntata di Coppa, con il Pordenone, tempo per lavorare per fortuna ce n’è.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Il rodaggio è necessario, niente fretta”) Padova in corsa per la qualificazione, Cittadella fuori dalla Coppa dei big e dirottato ora in quella di Lega Pro. Il calcio di Ferragosto, in salsa nostrana, ci propone luci ed ombre ma non è il caso di esaltarsi o, peggio, fasciarsi la testa, perché così vanno le cose in questo periodo dell’anno. E non potrebbe essere diversamente, a meno che qualcuno non abbia la bacchetta magica in mano per far quadrare ogni cosa ed allestire squadroni in grado di creare il vuoto sin dal via della stagione. Ma andiamo per gradi, cominciando dai Biancoscudati. A Mantova la vittoria è sfumata a 180 secondi dal ’90, e sinceramente fosse finita 1-0 sarebbe stato un po’ troppo per Cunico & C., che nella ripresa sono stati costretti più a difendere che a ribattere colpo su colpo ai biancorossi. Da brava “matricola”, tuttavia, la formazione di Parlato si è già calata nell’atmosfera della nuova realtà, con i crismi giusti per non sfigurare. La personalità c’è, la qualità pure, serve ancora, nell’opera di assemblaggio, una maggiore compattezza tra i reparti. Da rivedere la manovra sulle corsie esterne e soprattutto l’impostazione del reparto centrale, in cui Giandonato, pur mostrando qualcosa di buono, appare in ritard orispetto agli altri. Dove il Padova fa paura, comunque, è dalla metà campo in su, e qui bisognerà insistere nella ricerca del modulo migliore, che esalti la propensione al gioco offensivo dei vari Cunico, Neto Pereira e Altinier, i quali sanno far male, se messi in moto nel modo giusto.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Qual è la cosa che, invece, l’ha convinta di più? «Le buone conferme arrivate dai giocatori, soprattutto dai nuovi. La difesa ha fatto una buona gara, in mezzo al campo si deve migliorare nonostante Bucolo a mio modo di vedere abbia fatto bene, e davanti gli attaccanti hanno fatto il loro». Le è piaciuto Neto Pereira, l’acquisto probabilmente di maggior “grido” della campagna estiva? «C’è poco da dire sul suo conto, io continuo a pensare che, nonostante l’età, Neto sia un grande giocatore, di categoria superiore. Venerdì sera ha messo in mostra un po’ della sua classe, e ha lottato come un leone, rimediando anche 5 punti di sutura sotto il mento. Sono convinto che diventerà un po’ quello che era Zubin l’anno scorso: un giocatore che non c’entra niente con questa categoria».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Che impressione le ha fatto la squadra a Mantova? «Ho visto una formazione solida, esperta, anche se effettivamente dal punto di vista fisico i lombardi erano più avanti di noi. Nelle difficoltà, però, il Padova si è impegnato, lottando con carattere, e questo è già un segnale importante. Al di là del computo finale delle occasioni create, ho visto lo spirito giusto». Quale è stata, secondo lei, la causa del calo nella ripresa? «Sicuramente c’è stata una causa contingente legata al diverso momento di preparazione, nel senso che il Mantova andava più forte di noi. Ma tante volte, per esperienza, so che finchè non si trova un assetto costante è normale alternare alti e bassi, dal punto di vista fisico e tattico, che possono raggiungere i due estremi anche nell’arco di pochi giorni. C’è anche da dire, tuttavia, che siamo stati poco bravi soprattutto in mezzo al campo nel cercare di giocare la palla: abbiamo sofferto troppo la pressione dell’avversario».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) È rispuntato Pellicanò. Come mai, visto che a gennaio aveva rifiutato il trasferimento? «Il problema principale era stato che la società l’aveva voluto trattenere: a gennaio il Belluno era competitivo, lottava per le posizioni di vertice, e sicuramente questo ha condizionato la scelta. Ma la mia opinione non è mai cambiata, anche in amichevole contro il Padova, durante il ritiro, l’ho rivisto molto bene». Dopo il terzino, cosa mancherà ancora? «Un attaccante, probabilmente un giovane. Abbiamo chiesto informazioni al Trapani su Claudio Sparacello, classe 1995, e siamo in attesa di risposte: quando i siciliani decideranno cosa fare in attacco, ci faranno sapere. Non dimentichiamo, però, che ci sono ancora Azzi, Gorzelewski e Ramadani che tra qualche giorno verranno tesserati. Per questo credo che, salvo imprevisti, all’inizio dell’ultima settimana di mercato il Padova sarà già completo».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Alla vigilia delle ultime due settimane di mercato, il Padova decide come muoversi. Mancano ancora alcuni tasselli per completare l’organico, e già oggi potrebbe essere sciolta la riserva su uno dei ruoli-chiave, quello del terzino sinistro. La rosa dei “papabili” si è ristretta a quattro nomi, e il direttore sportivo Fabrizio De Poli, dopo un summit che si terrà in viale Rocco, è pronto all’affondo decisivo. Il primo è Shadi Ghosheh, italo-giordano di 27 anni, che da ormai più di una settimana si allena in prova alla Guizza per riprendere la forma fisica. Ma ci sono anche Simone Fautario, 28 anni, l’anno scorso al Como di Sabatini che ha ottenuto la promozione in B, e Alessandro Favalli, 22 anni, figlio d’arte. In più, nelle ultime ore, è tornato d’attualità anche il nome del ventenne del Belluno Paolo Pellicanò, già sondato lo scorso inverno. «Penso che oggi scioglieremo il nodo del terzino», rivela il diesse, «e sarà un “over”: ne parleremo in società e faremo le valutazioni con Parlato. La scelta è tra Ghosheh, Favalli, Fautario e Pellicanò: l’intesa con il giocatore, chiunque sia, non sarà un problema. Dobbiamo decidere noi, prima di tutto, su chi puntare di questi quattro».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Perché su internet è corsa, per tutto il week end, l’ira di chi si è sentito quasi preso in giro. «Uno che si è venduto le partite», l’opinione di Simone, «poi viene pure a fare la morale sul rispetto per la maglia. Neppure la dignità di stare zitto». Duro Umberto: «Terrificante che un individuo che ha ammesso di avere venduto delle partite possa ancora pronunciare la parola “calcio”. Il fatto che giochi in un campionato professionistico è ancora più terribile e vergognoso: doveva essere radiato a vita da qualsiasi sport». «Hai insultato il calcio», «Hai perso un’occasione per restare zitto», «Puoi segnare quanti gol vuoi ma passerai nella storia come un venduto», hanno scritto altri tifosi. E qualcuno è arrivato a lanciare una promessa dall’evidente sapore di sfida: «Ti aspettiamo all’Euganeo, sempre se avrai il coraggio di venire». Perché capiterà che una volta, nel corso della stagione, Ruopolo si presenti con il suo Mantova in viale Rocco. e non è difficile immaginare l’accoglienza che troverà.
Ore 09.20 – (Mattino di Padova) Dopo quanto accaduto venerdì sera al “Martelli”, i tifosi biancoscudati non l’hanno mandata giù. E il problema non è stato in sè il gol dell’1-1, ma ciò che è avvenuto dopo: Ruopolo che porta le mani alle orecchie verso la curva padovana, Ruopolo che a fine gara applaude ironicamente in risposta agli insulti, e che in sala-stampa non le manda a dire. «I padovani si sono legati al dito quella vicenda delle scommesse, mentre per me è acqua passata», le sue parole nel dopo-gara. «Affari loro, io faccio il mio mestiere». Poi l’affondo, più o meno cercato, ma che ha mandato in bestia definitivamente la tifoseria veneta: «Chi non esulta quando segna contro una sua ex squadra manca di rispetto prima di tutto alla maglia che indossa». Quasi a rispondere al biancoscudato Altinier, che dopo aver segnato alla squadra del cuore aveva deciso di non festeggiare per rispetto della sua città. Le risposte. Apriti cielo. Non appena hanno cominciato a circolare le dichiarazioni di Ruopolo, la tifoseria padovana si è scatenata, esplodendo in reazioni per la quasi totalità non riportabili: c’è chi l’ha definito “fallito”, chi “ladro”, ma questi sono stati solo gli epiteti più… leggeri.
Ore 09.10 – (Mattino di Padova) È stato un incontro rude, muso a muso, scandito dagli insulti e condito dalla vendetta e dalla provocazione. Mantova-Padova non poteva lasciar scorrere in cavalleria quello che, già lo si sapeva, presto sarebbe diventato il motivo trascinante della serata extracalcistica. Non l’esordio stagionale della squadra di Parlato, non il ritorno al professionismo, bensì l’incontro tra il Padova e Francesco Ruopolo. È stato proprio questo a scandire il count down nei giorni precedenti, e ad animarne le polemiche dei giorni successivi. Si era intuito che la “prima volta” dell’ex attaccante biancoscudato, fuggito da Padova nel 2012 perché caldamente invitato ad andarsene dalla tifoseria dopo le ammissioni del suo coinvolgimento negli scandali scommesse, non sarebbe stata all’acqua di rose. Ma che si sarebbe arrivati al muro contro muro e alla promessa “Lo aspettiamo all’Euganeo”, questo non era prevedibile.
Ore 09.00 – (Mattino di Padova) Ancora un giorno di riposo, poi si torna a lavorare. Archiviato il match di Mantova, il Padova riprenderà ad allenarsi domani, dopo i tre giorni liberi concessi da Parlato alla squadra dal momento che questa settimana non ci saranno impegni ufficiali: domenica alle 18 si giocherà la sfida tra Pordenone e Mantova, mentre i biancoscudati scenderanno in campo il 30, all’Euganeo. Domani si ritroveranno alla Guizza alle 16, e sosterranno alla stessa ora presumibilmente anche tutte le sedute di allenamento sino a venerdì. Per sabato, invece, si sta cercando di organizzare un’amichevole per tenere alto il ritmo ad una settimana di distanza dal secondo match di Coppa, e a due dall’inizio del campionato. Da martedì 25, quindi, si comincerà a preparare seriamente il secondo impegno contro i neroverdi friulani. E comunque vada a finire Pordenone-Mantova, il Padova sarà padrone del proprio destino nell’ultima gara, per agguantare il primo posto nel triangolare. Ci sarà da riscattare anche la delusione della poule scudetto di Serie D, cominciata proprio con un 1-1 fuori casa, a Castiglione, con i veneti raggiunti anche allora nel finale. Una buona notizia c’è: stavolta non conterà la Coppa Disciplina.
Ore 08.30 – Il Calcio Padova ricorda che la campagna abbonamenti sarà momentaneamente sospesa nei giorni di giovedì 13, venerdì 14, sabato 15 e lunedì 17 Agosto.
Ore 08.28 – Padova, Coppa Italia Lega Pro: la sfida col Pordenone all’Euganeo si giocherà il 30 agosto.
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E’ successo, 16 agosto: secondo giorno di riposo per i Biancoscudati dopo il pareggio di Novara.