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Ore 21.40 – (Il Piccolo) Dopo lo slittamento degli impegni di Coppa Italia a fine settembre, per non parlare della composizione dei gironi prevista appena per fine mese, l’Unione Triestina 2012 ha subito ridisegnato la road map di avvicinamento al campionato. Queste prime tre settimane di preparazione si chiuderanno domani alle 17 con l’amichevole contro il Vesna a Santa Croce. La squadra riprenderà poi gli allenamenti agli ordini di Masitto lunedì, per poi il giorno dopo (18 agosto) affrontare un altro test, stavolta a Parenzo. I week-end originariamente previsti per la Coppa Italia sono stati invece occupati da altre due amichevoli. Sabato 22 agosto, l’Unione 2012 sarà impegnata contro il Primorec a Prosecco, mentre il sabato successivo, il 29 agosto, la squadra di Masitto se la vedrà con il Tamai, sempre sul campo di Prosecco, alle 16. Probabile che si cerchi un altro test infrasettimanale, da giocarsi il 26, ma questo è ancora in dubbio. La speranza è che poi da domenica 6 settembre inizi finalmente il campionato e con esso gli impegni ufficiali. Anche se sono iniziate a circolare voci secondo le quali anche la partenza del torneo potrebbe subire un ritardo: a parte il fatto che per la composizione dei gironi bisognerà aspettare che sia completo anche l’organico di Lega Pro, c’è anche il caso Gelbison che terrà banco fino a settembre. Il ricorso della società lucana verrà infatti discusso solo il 3 settembre, pertanto la griglia della serie D non si chiude con le riammissioni già ufficiali di Forlì e San Marino. Tornando alla Triestina 2012, l’unico ancora ai box è Miani, mentre Ricci ha ripreso e anche Battaglini ha recuperato. Sul fronte mercato, ieri è emersa la voce di un interesse per l’attaccante Umberto Improta, ultima stagione al Vigor Lamezia, ma la pista sembra piuttosto fredda. Anche perché, piuttosto di un altro attaccante (che potrebbe comunque arrivare), le priorità sembrano altre, a partire da un centrocampista e un laterale mancino.
Ore 21.10 – (Corriere delle Alpi) La partitella in famiglia contro la Juniores di ieri lascia al mister Lauria buone sensazioni per i movimenti d’attacco che hanno portato ai gol (9-1 il risultato), oltre a una condizione in crescita costante. Nel tridente d’attacco si è messo il luce Savi, autore anche di una rete. Doppiette per Sommavilla, Madiotto e Gjoshi, e sono andati a segno anche Casella e Cibin, che ha aperto le marcature in un primo tempo più equilibrato rispetto alla ripresa, terminato 3-1. Per la Juniores bel gol di Minute prima dell’intervallo. Nel secondo tempo la prima squadra ha dilagato. Portieri invertiti con lo Junior Merlin a difendere la porta della prima squadra, schierata con la linea a quattro composta da Resenterra, De Min, Dall’Ara e Ianneo. Centrocampo a tre con Ventirin, Cibin e Peotta, che ha dimostrato buona padronanza del pallone e geometrie. Davanti il tridente con Savi, Trento e Sommavilla. Nel secondo tempo sono entrati Dotta, Loat, Guzzo, Salvadori, Casella, Malacarne, Madiotto e Gjoshi. Dall’altra parte, davanti a Salsano in porta, la Juniores guidata dalla panchina da Valerio Pradel è scesa in campo con Celentin, Manduca, Guarino, Bonan, Iagher, Menel, Sinameta, Zanini, Solagna e Minute. Sono subentrati Toller, Tonin, De Col, Polli, Saviane, Sartor, Canova, Faoro a Zampieri. Il mister Lauria mette l’accento sulla predisposizione al lavoro. «Ogni allenamento è un passo avanti», commenta l’allenatore della prima squadra. «Volevano arrivare in rete con determinati movimenti e alcuni dei gol sono venuti attraverso le situazioni che avevamo preparato, per cui sono contento. C’è stato un possesso della palla più forzato rispetto a una partita normale proprio per la ricerca di alcune situazioni di gioco», spiega Renato Lauria, che fa un plauso ai ragazzi della Juniores: «Hanno iniziato la preparazione questa settimana e non si sono scoraggiati nemmeno dopo il terzo e quarto gol. Hanno fatto sì che potessimo allenarci al massimo. Merito a loro», sottolinea. «Siamo riusciti a darci degli obiettivi e a raggiungerli dal punto di vista del gioco e dell’impegno, perché partite come questa sono difficili da portare fino alla fine con la massima intensità. Invece i ragazzi hanno corso fino all’ultimo minuto ed è importante», aggiunge il mister, che ha consesso ai sui tre giorni di riposo dopo l’amichevole di oggi con la Feltrese. «Pensiamo a fare bene, seguendo i nostri principi di gioco. Ci divertiamo a giocare in questa maniera e continueremo a farlo. Cercheremo le stesse giocate e soluzioni contro una squadra attrezzata. È un altro test, ci stiamo allenando e dobbiamo continuare a farlo».
Ore 20.40 – (Corriere delle Alpi) Slitta l’avvio della serie D? L’ipotesi sta trovando sempre più piede, visto che la composizione dei gironi arriverà solo a fine agosto. Tutta colpa delle varie inchieste sul calcio scommesse, in particolare quella sul Teramo neo promosso in B. Ci potrebbero essere delle retrocessioni, quindi bisogna aspettare la giustizia sportiva. A quel punto arriveranno i raggruppamenti della Lega Pro e il giorno dopo quelli della D. A poche ore di distanza potrebbero anche arrivare i calendari, ma ci sono davvero pochi giorni e le società ospitanti e ospitate della prima giornata devono pur potersi organizzare. In tal caso, il primo calcio d’inizio si avrebbe il 13 e i gironi da venti vivrebbero il successivo mercoledì il proprio turno infrasettimanale.
Ore 20.10 – (La Provincia Pavese) «La nostra è una squadra che punta a vincere: è normale che ci sia competizione in tutti i ruoli. Io aspetto il mio momento». In attacco al Pavia la concorrenza è agguerrita (cinque per due maglie) e Andrea Soncin non si è visto in campo nelle prime due gare ufficiali di Tim Cup. La terza si gioca domani sera a Vicenza contro il Bologna, ed è una sfida storica per gli azzurri: «Non conosco le motivazioni che hanno impedito che la partita si giocasse qui, al Fortunati, ma è assurdo che si privi di una grande festa la città e i tifosi, che tra l’altro hanno avuto un comportamento impeccabile anche in occasione delle partite più calde». La partita col Bologna rievoca le stagioni del capitano azzurro in A e B: «Al Bologna ho anche segnato, in B con l’Ascoli – dice il Cobra, unico azzurro con Sabato a vantare un buon numero di presenze (e gol) nella massima serie – una società di grande blasone, il Bologna, nonostante gli ultimi anni meno brillanti. Con un allenatore di alto livello e una squadra che sarà competitiva per la A. Sarà una sfida affascinante e in una gara secca può succedere di tutto». Soprattutto dopo il roboante 4-1 con il quale il Pavia ha fatto fuori a domicilio una squadra di serie B come il Latina. «E’ stata una grande dimostrazione di personalità, equilibrio – dice Soncin – e dopo una vittoria del genere si può lavorare meglio. Però bisogna restare con i piedi per terra, il calcio d’agosto è indicativo fino a un certo punto. Se ci sarà applicazione di tutti come è successo a Latina il Pavia se la può giocare anche con squadre di categoria superiore». L’assetto in campo è decisamente cambiato rispetto allo scorso anno: «Più equilibrato. Tutti si dedicano alla fase difensiva, ma allo stesso tempo in fase di possesso la squadra è propositiva. C’è grande compattezza». E un organico rinforzato rispetto alla stagione passata: «Sicuramente. Siamo tra le 4-5 squadre che partono per provare a vincere, a cominciare dall’Alessandria e dal Cittadella che è una squadra importante per la categoria. E poi il Bassano, che ha mantenuto la struttura dello scorso anno e la FeralpiSalò. Sono convinto che faremo un grande campionato». In Lega Pro dovrebbe essere catapultato anche il Catania, se verrà accolta la richiesta della procura federale della Figc di retrocessione con -5, dopo la vicenda delle gare che sarebbero state comprate dal presidente Pulvirenti. Gli etnei in ogni caso dovrebbero andare nel girone C, quello del Sud, anche se c’è il precedente del Trapani: chiese e ottenne di essere inserito nel girone del nord (per i collegamenti aerei migliori con il settentrione che col resto del Mezzogiorno) e vinse il campionato: «Il Catania è una società importante, speriamo che non venga inserito nel girone A». Il Pavia ha avuto poco tempo per recuperare, dopo la lunga trasferta di Latina. Tornata lunedì pomeriggio, la squadra ripartirà domani per Vicenza: «Ma abbiamo lavorato bene e credo che le voglia di confrontarci con una squadra di serie A farà superare anche la fatica». E anche qualche piccolo fastidio, come il tendine d’Achille dolorante nel caso del capitano. «Cose normali», minimizza. E anche se le prime uscite ufficiali del Pavia non lo hanno visto tra i protagonisti, il capitano azzurro è tranquillo: «Penso di poter dare una mano a questa squadra anche quando non gioco o se gioco poco». Se poi contro il Bologna dovesse arrivare un affondo del Cobra, sarebbe il massimo.
Ore 19.50 – (La Provincia Pavese) «La mia interpellanza sarà depositata probabilmente domani. Non potendo chiedere più di far svolgere la partita a Pavia, ho deciso di chiedere al ministro Alfano se non ritiene che le richieste del questore di Pavia abbiano superato il limite». In che senso, senatore Centinaio? «Il questore ha rotto le scatole. E’ un anno che dice che lo stadio non va bene. Adesso i lavori sono stati fatti. Cosa serve ancora?» Dicono che lo stadio va bene per la Lega Pro, non per il Bologna, che è in serie A. « Non prendiamoci in giro. Si sarebbe giocata una partita di Coppa Italia». Il sindaco Depaoli dice che la città ci fa una figura di cacca… « Sono d’accordo con il sindaco. Perfettamente». Lei accusa le autorità di pubblica sicurezza. «Io punto il dito sul questore. Parlando con il Prefetto ho avuto l’impressione che non fosse così rigida». Si poteva trattare? «C’erano tante opzioni diverse. Si poteva fare entrare al Fortunati solo i residenti in provincia di Pavia, limitare l’afflusso dei bolognesi. Si potevano inventare tremila opzioni diverse». Invece? «Invece, ogni volta che c’è una partita interessante, lo stadio diventa inagibile. Al di là di partite dei pulcini, o scapoli e ammogliati non si può vedere». Anche i cinesi, direbbero Gino e Michele, nel loro piccolo s’incazzano, adesso? «Adesso inviteremo chi ha investito in città a investire dove non c’è questo questore».
Ore 19.30 – (La Provincia Pavese) Diciamo che non l’hanno presa bene. Il no della questura non ha lasciato indifferente la proprietà del Pavia calcio. La società è stata costretta a rinunciare a un palcoscenico importante, a un incasso rilevante e all’opportunità di creare un traino significativo per la campagna abbonamenti. Per motivi di ordine pubblico non meglio specificati. I modi sono molto garbati, ma il contenuto della lettera ai tifosi firmata dal vicepresidente (David) Qiangming Wang suonano come un ultimatum: «La società chiederà alle istituzioni competenti di organizzare nel più breve tempo possibile un tavolo tecnico per risolvere in modo definitivo le problematiche infrastrutturali dell’impianto. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, anche da protagonisti, se necessario, ma tutte le componenti in gioco devono fare la loro». La soluzione di giocare Pavia-Bologna a Vicenza venerdì sera (ore 21, diretta su Raisport1) non piace a nessuno. «La decisione del questore di Pavia ci ha messo in grave difficoltà – spiegano a Bologna – non è facile trovare un campo nel raggio di 200-250 chilometri. E siamo finiti a Vicenza, una soluzione che non piace a nessuno». La questura di Pavia aveva fatto notare come il Bologna abbia una tifoseria calda. Prova ne sarebbero gli scontri durante il ritiro a Castelrotto in occasione dell’amichevole contro il La Spezia. Uno scontro che aveva riguardato non più di trenta persone. Ieri il questore, sollecitato a precisare le motivazioni del divieto dell’utilizzo dello stadio, ha preferito non fornire altre precisazioni. Il sindaco Depaoli, dopo aver ringraziato per l’impegno i parlamentari Luis Alberto Orellana, Chiara Scuvera e Gian Marco Centinaio, ha invece sottolineato che è tutta la città a fare una brutta figura. «Depaoli ha ragione, ma in questa vicenda è stato sbagliato l’approccio – commenta Andrea Astolfi, avvocato e professore universitario affezionatissimo della tribuna – incontrare il Bologna per il Pavia era ed è una festa. Non riesco a pensare a tensioni di alcun tipo e, per la verità, nemmeno all’invasione bolognese di Pavia a Ferragosto». «Da dieci anni al Fortunati non si vede uno scontro – incalza Corrado Del Bo, docente universitario – e nemmeno ci sono stati momenti di tensione. Ma per non commentare il comportamento del questore, che per me dimostra una mancanza di rispetto nei confronti della città, mi permetto di fare una battuta. Perché davanti alla questura non mettono un cartello: chiuso per ferie? Basta leggere la Provincia per verificare che furti e violenze non mancano mai». Anania Casale, giornalista e da 30 anni sempre presente al Fortunati, contesta l’atteggiamento eccessivo delle forze dell’ordine. «Per vedere la partita contro il Poggibonsi, che aveva 5 tifosi al seguito, abbiamo dovuto passere tre check point. Non sarà eccessivo? Forse a Pavia siamo fin troppo civili. Qui non vogliono che si giochi un campionato con un calcio decente. Chi va in giro per l’Italia sa benissimo che si gioca tranquillamente in stadi che sono nei centri cittadini e certamente non meglio attrezzati. Qualche esempio? Carpi, Vercelli, Ravenna. Può bastare?». «Senz’altro la città fa una figuraccia – è l’opinione di Ferdinando Crovace, membro del cda della Fondazione banca del Monte ed ex presidente degli Amici del Pavia – trattano lo stadio di Pavia come un covo di delinquenti, privandoci della gioia di vedere una squadra come il Bologna. Mi sembra piuttosto strano che il questore non venga richiamato dai superiori. E’ semplicemente assurdo e pazzesco quello che è successo. Altre parole non ce ne sono».
Ore 19.00 – (Gazzetta di Mantova) Per abitudine Bruno Bompieri diserta quasi mai una partita del Mantova e anche quest’anno non fa eccezione. Il presidente onorario, ufficiale o meno questa nomina gliela toglie nessuno, è fiducioso sulla stagione che va ad iniziare domani sera con la Coppa Italia: «Per quanto ho visto io – sottolinea – questa è una buona squadra, assemblata da un allenatore che ritengo esperto e abile nel fare il suo lavoro. Non faccio distinzioni su quale sia il giocatore che fino a questo momento mi è piaciuto di più, mi limito a dire che in tutti ho visto la voglia di far bene. E queso è quel che serve». Domani sera Bompieri non sarà presente ma è un evento che si verifica ben poche volte, del resto “qualche volta bisogna pure andare in ferie” dice scherzosamente. «Sarà comunque un test importante quello con il Padova, senz’altro maggiormente impegnativo di quanto abbiamo visto fino a questo punto della stagione. E comunque voglio mettere in risalto il mio apprezzamento per il lavoro che la Sdl sta svolgendo per il Mantova, a questo punto non rimane che fruire del sostegno da parte delle autorità comunali per gli interventi più volte annunciati alla situazione del riscaldamento e alla revisione dell’impianto idraulico del Martelli, grazie ai quali riusciremo finalmente a risparmiare parte d’un capitolo importante». Così come Tirelli, anche Bompieri batte sul tasto del maggiore coinvolgimento degli imprenditori mantovani: «Senza un loro impegno diventa più arduo fare calcio, io da tempo sostengo che a Mantova sia molto difficile fare calcio e ho la certezza che io, Giovanardi e Tirelli abbiamo completato qualcosa di miracoloso sotto l’aspetto finanziario. Ora i mantovani devono aiutarci, per il bene del Mantova».
Ore 18.40 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova sta proseguendo la preparazione per il debutto di domani sera in Coppa Italia e Riccardo Maspero sembra intenzionato a non svelare le carte, come ha dimostrato anche ieri mattina nel corso dell’allenamento svolto al «Massimo Chiaventi» di Goito ha proposto schieramenti “misti”, dai quali però si è potuto intuire qualcosa riguardo allo schieramento, ferma restando l’intenzione di far giocare tutti gli effettivi in questo e nell’incontro con il Pordenone che verrà giocato domenica 23 o domenica 30 agosto. Il solo a restare fuori, per una squalifica della passata stagione, è Scalise, che avrà la possibilità di prepararsi al meglio per il campionato. In porta. Pochi dubbi dovrebbero esserci per Maspero: fra i pali il favorito è Pasquale Pane, inseritosi a tempo di record nel gruppo e già considerato elemento con la giusta esperienza. La difesa. Assodato l’assetto a tre è da vedere quale potrà essere l’opzione preferita dal tecnico: la prima, che appare anche la più probabile, vedrebbe Trainotti posizionato sulla destra, Gavazzi al centro e Scrosta sulla sinistra. Un assetto, finora, provato soltanto in allenamento ma che dovrebbe prevalere su quello composto da Scrosta, posizionato a destra rispetto al suo ruolo abituale, Gavazzi al centro e Carini sulla sinistra. I due spostamenti di posizione potrebbero far pendere la bilancia a favore dell’assetto indicato per prima, anche se siamo sempre nell’ambito delle ipotesi. Il centrocampo. Qui le cose si complicano, e a voler essere sinceri si complicheranno spesso e parecchio stante la qualità dei giocatori biancorossi. L’ipotesi prevalente appare quella indicata nella tabella qui sopra, con Gonzi (apparso in forma eccellente nei test di sabato) e Sereni, in continuo progresso di condizione, appostati sulle due fasce con Dalla Bona a fare da metronomo e con Raggio Garibaldi, oppure Puccio, nel ruolo di centrali. Sarà pure la possibilità più gettonata ma è un fatto che da questo schieramento restano esclusi Puccio o Raggio Garibaldi, Zammarini e Di Santantonio. Non bruscolini,,, L’attacco. In questo caso bisogna partire da un dato di fatto, legato alla precaria condizione di forma di Valerio Anastasi che potrebbe partire dall’inizio a Pordenone. Il suo forfeit spariglia le carte e, se per Ruopolo non vi sono perplessità, è da vedere se verrà utilizzato alle spalle del trequartista Caridi un altro giocatore con caratteristiche simili ma in grado di muoversi come seconda punta quale Ungaro («qui ci sto benissimo, ho tanto da imparare e spero di farlo presto» sottolinea) oppure se, grazie al summit odierno fra il ds Pelliccioni e l’agente dell’attaccante, Montipo’, De Respinis firmerà la sua conferma e potrà quindi essere fra i convocati. Buone anche le quotazioni di Beretta. La prevendita. Ieri sono stati venduti ben 20 biglietti, 23 ospiti, e il team manager Paolo Musso si è detto soddisfatto. La prevendita prosegue oggi ai punti Ticket One e al Mantova Point dalle 16,30 alle 19; domani alle Aquile biglietti in vendita dalle 19. I prezzi: curva Te e Cisa (ospiti) 5 euro; tribuna laterale 10; tribuna centrale 15.
Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Tre colpi in un giorno solo. Il calcio mercato pre-ferragostano ha portato al Centro De Marchi tre nuovi giovani ramarri, al termine di 15 giorni di trattative. Sono i centrocampisti Axel Gulin (classe 1995) e Marco Berardi (’96), entrambi in prestito dalla Fiorentina, e il terzino destro Alberto Boniotti (’95), giunto invece dal Brescia. Gulin, che può giocare sia da esterno offensivo che da trequartista o da seconda punta, è stato tra i protagonisti del reality televisivo di Mtv dedicato al mondo del pallone. Per il pacchetto arretrato torna d’attualità il nome di Paolo Marchi (’91), che nel 2014-15 ha vinto i playoff di serie C con il Como, dando un contributo importante sia nella fase difensiva che in quella di spinta. Non solo: nella lista delle pretendenti per Elia Cortesi, eclettico esterno destro in forza alla Virtus Bassano che può coprire l’intera fascia laterale, si è inserito anche il Pordenone di Bruno Tedino. Comunque non sarà facile arrivare a lui. Sulle tracce del giocatore bergamasco restano infatti Cuneo, Albinoleffe e Mantova. Sempre più vicina appare infine l’intesa con l’esperto regista Pederzoli, ma la firma ancora non c’è.
Ore 17.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Essere un pordenonese in neroverde mi riempie d’orgoglio. Il “matrimonio sportivo” è maturato dopo molti anni, anche se nella scorsa stagione c’era stato qualcosa più di un sondaggio. Ho sempre avuto i ramarri nel cuore, da quando seguivo mio padre dalla tribuna. Del resto abito a 100 metri dallo stadio, quindi gioco in casa». È un Matteo Tomei a ruota libera, quello che si presenta da neopapà all’allenamento. Nato il 28 giugno del 1984, è alto 188 centimetri e pesa 72 chili. Papà Ermanno oggi è il tecnico della Sanvitese, ma ha guidato anche i neroverdi. Dopo le giovanili a Sacile, “Mat” ha vestito nell’ordine le maglie pro di Sambo, Itala, Triestina, Ross County, Liri, Union Quinto, SandonàJesolo e Real Vicenza. Da luglio è un ramarro. – La nascita di Alessandro? «L’emozione più bella di tutta la vita, condivisa con mia moglie Giulia e la mia famiglia». – E lo striscione dei tifosi del Club Nogaredo, comparso martedì all’allenamento? «Li voglio assolutamente ringraziare: mi hanno fatto una bellissima sorpresa, molto gradita». – Resterà al Bottecchia a lungo? «Lo spero, come spero si sia aperto un ciclo, con questo tecnico e questa squadra. Ringrazio la società per la fiducia, Pordenone è una piazza importante e bella. Girovagare, intanto, mi ha fatto crescere». – Che rapporto con Tomei senior? «Lo chiamo mister da quando mi ha allenato all’Union Quinto. È molto felice della mia scelta e grazie allo “spezzatino” televisivo avrà l’occasione di venirci a vedere». – Tedino? «Ha esperienza e grandissima competenza: conosce il calcio come pochi. Il Pordenone ha fatto benissimo ad affidarsi a lui. Quando ero con il Quinto mi disse “Continua così e verrai con me”. È stato di parola, prima nel biennio a San Donà e adesso qui». – Ma dove può arrivare questo gruppo? «È molto competitivo. L’obiettivo iniziale è la salvezza, ma l’appetito vien mangiando. Centro sportivo, organizzazione, strutture: c’è tutto per fare calcio. Senza dimenticare i tifosi». – Rivalità con Careri? «Tre portieri forti (il terzo è D’Arsiè, ndr) sono tanto di guadagnato. Tra noi ci sono stima e rispetto reciproci. Quando tornerà in squadra ce la giocheremo e deciderà lo staff». – Chi vincerà il campionato? «Alessandria, Pavia, Cremonese e Cittadella sono le top. Aggiungo il Padova, per organico e pubblico».
Ore 17.30 – (Messaggero Veneto) Mentre si aspetta Alex Pederzoli, il regista, che sta trattando la rescissione col Pavia, il Pordenone trova il difensore centrale. Che non è Elia Legati, approdato ieri alla Pro Vercelli in B, ma un professionista già “testato” poco tempo fa: Paolo Marchi. Chiusa positivamente la trattativa tra l’ex Como, classe ’91, e il club neroverde. Ieri il giocatore era in sede e ha trovato l’intesa con la società. Marchi, dopo essere salito in B con i lariani, non aveva voglia di ripartire da una squadra appena ripescata in Lega Pro; poi, visto che il mercato stenta a decollare, ha capito che quella neroverde era un’offerta da considerare. Lovisa è raggiante: «Ci divertiremo», ha detto ieri. Nel frattempo arrivano notizie ufficiali. Sono stati ingaggiati altri tre giovani, ovvero Axel Gulin (classe ’95) e Marco Berardi (’96), rispettivamente ala e centrocampista della Fiorentina, e Alberto Boniotti (’95) terzino destro del Brescia. Si sono già messi a disposizione di Tedino al De Marchi, nell’allenamento pomeridiano di rifinitura prima dell’amichevole di oggi. Il terzetto arriva nel club cittadino grazie a una formula conveniente, ovvero quella della “valorizzazione”: vengono pagati cioè dalle società di provenienza. Al Pordenone, e alle sapienti mani di Bruno Tedino, l’obiettivo di farli crescere e amalgamarli nel collettivo. Chiusi questi affari, il tecnico, con la società, mentre conta di avere presto Pederzoli, oggi andrà ad abbracciare Matteo Mandorlini. L’ex Pisa, classe ’88, farà visita per la prima volta al centro De Marchi: in agenda le visite mediche. Domattina, salvo sorprese, si allenerà per la prima volta con la sua nuova squadra. Il rivoluzionato Pordenone è ormai completo: manca solo la “ciliegina sulla torta” annunciata da Lovisa, che arriverà però soltanto a fine mercato.
Ore 17.10 – (Messaggero Veneto) Prima si erano dati solo uno sguardo, la scorsa stagione. Quindi il matrimonio (sportivo, s’intende). «E adesso spero si sia aperto un ciclo». Matteo Tomei è finalmente un giocatore del Pordenone e sente di aver chiuso un cerchio. Dopo un lungo girovagare, veste per la prima volta la maglia neroverde, la divisa della sua città. La casacca che fu di suo papà Ermanno, attaccante prima e allenatore poi. Lui, portiere di 31 anni, neo-papà di Alessandro, sente di aver realizzato un piccolo sogno. «Io, l’unico pordenonese tra i “ramarri”: è una grande emozione». Tomei, ha preso il posto di Maccan. E i tifosi, dopo qualche titubanza, l’hanno accolta alla grande. «Uno striscione per la nascita del mio primogenito: non me l’aspettavo, li ringrazio tutti di cuore. Alcuni pensavano avessi rifiutato il Pordenone in passato: non è così, a parte il timido approccio della scorsa stagione, non c’era mai stato niente». Pordenone per la prima volta in carriera: cosa significa? «Colori che ho sempre avuto nel cuore. Sono cresciuto a 100 metri dallo stadio, andavo a vedere papà giocare. Ora sono qui ed è stupendo, anche perché lavoro a casa, nella mia città. Con la società siamo riusciti a incontrarci e ora spero di far parte di questa famiglia anche in futuro. Spero si sia aperto un ciclo. Con la squadra, con lo staff, col mister. A proposito, ringrazio lui, oltre che il club, per avermi portato qui. Tedino è una grande persona: mi vide giocare col Quinto, quando lui era a San Donà, e mi disse che mi voleva con lui. Fu di parola, uno dei pochi in questo mondo. Ed è un tecnico molto competente: il Pordenone deve affidarsi a lui, non sbaglierà». Dove potrà arrivare questa squadra? «Il nostro primo obiettivo è la salvezza: l’anno scorso siamo retrocessi, non bisogna dimenticarlo. Prima manteniamo la categoria. Poi vedremo. Di certo c’è tutto per fare bene, qui ci sono strutture e organizzazione da categorie superiori». Tomei, è stato ingaggiato anche perché manca Careri, infortunato. E quando torna lui che succede? «Ora ci sono due portieri, io e D’Arsiè. Al rientro di Gianni ce ne saranno tre, tutti validi: nessun problema, tra me e lui c’è un rapporto d’amicizia e stima. Sarà chi di dovere a fare le scelte». Suo padre ha allenato il Pordenone con questa proprietà: le ha dato qualche consiglio? «E’ soltanto molto contento per me. Consigli no, non entriamo nello specifico quando parliamo: poi sono grande abbastanza…». Già, è papà anche lei da qualche giorno. E con Alessandro appena nato, come fa? «Faccio la notte in ospedale, poi torno a casa alle 8: dormo qualche ora e al pomeriggio sono in campo. Diventare papà è qualcosa di unico. Sicuramente l’emozione più forte della mia vita».
Ore 16.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il Venezia pensa in grande pescando in serie B i piedi buoni e la fantasia di Fabiano. Dopo le anticipazioni dei giorni scorsi, da ieri Gianni Fabiano è ufficialmente un giocatore arancioneroverde. Un colpaccio quello messo a segno da Giorgio Perinetti, poiché il 31enne milanese nell’ultimo quadriennio con la Pro Vercelli ha conquistato due promozioni tra i cadetti, collezionando lo scorso anno 26 presenze (20 da titolare) con un gol all’attivo contro l’Entella Chiavari. «Come l’ho convinto a scendere dalla B alla serie D? Il merito è della credibilità del progetto abbinato all’interesse normalmente suscitato da Venezia – spiega Perinetti – Fabiano, che può giocare trequartista in un 4-3-1-2 o esterno a destra in un 4-3-3, per scendere di due categorie ha rescisso il contratto che lo legava alla Pro. Stiamo lavorando per fare qualcosa di importante». A proposito del club piemontese, pare che il “sogno” Elia Legati giocherà con i bianchi in serie B. «Pare proprio di sì – conferma il ds lagunare – noi abbiamo altri profili e da categoria superiore prenderemo sia un difensore centrale (ieri è stato reso noto l’addio dell’ex Poggibonsi Lorenzo Checchi, non al top fisicamente, ndr.), sia un centrocampista, che penso di aver individuato così da annunciarlo dopo ferragosto». Intanto una prima scrematura, dopo gli arrivi dei difensori Galli e Luciani, è stata fatta sul fronte giovani, con i veneziani Panfilo, Bonaldo, Manetti e Rossetti che ieri hanno lasciato il ritiro di Piancavallo per aggregarsi probabilmente alla Juniores. «Alla prima squadra saranno aggregati Callegaro, Marton e Chin, ma le scelte sono in evoluzione. Finora a livello di mercato abbiamo fatto tanto, prendendo giocatori importanti da Lega Pro e serie B i quali, evidentemente, hanno capito che il progetto è serio. Manca solo la presentazione del presidente James Daniels e della proprietà, a breve ci saranno novità». Confermata per domani, alle 18.30, al Taliercio, l’amichevole con la Piovese (Eccellenza) con presentazione della squadra ai tifosi.
Ore 16.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Tutto confermato. Il direttore generale Giorgio Perinetti ha messo a segno ieri un vero e proprio colpaccio per il centrocampo. Dopo un ballottaggio durato alcuni giorni (e pera la verità orientato subito nei confronti dell’ex Bassano), Gianni Fabiano ha vinto la concorrenza di Andrea Radrezza e ha firmato un contratto annuale con il Venezia dopo aver rescisso il suo vincolo con la Pro Vercelli. Una scelta coraggiosa, quella di Fabiano, che scende di due categorie convinto dal progetto del nuovo Venezia: «La società Venezia F.C. comunica che il direttore sportivo Giorgio Perinetti ha trovato l’accordo con l’attaccante classe ’84 Gianni Fabiano. Fabiano nelle ultime quattro stagioni ha militato nella F.C. Pro Vercelli 1892 con cui ha conquistato per due volte la promozione in Serie B. Nel 2014-2015, proprio in forza alla Pro Vercelli in serie B, ha collezionato 26 presenze realizzando 1 goal. Il calciatore sta raggiungendo il ritiro di Piancavallo e sarà a disposizione di mister Favaretto già da questo pomeriggio (ieri pomeriggio per chi legge ndr )». Appena arrivato a Piancavallo, il nuovo acquisto si è messo agli ordini di mister Favaretto cercando di farsi trovare alla pari con la squadra, forte di una condizione fisica già buona dopo aver lavorato duramente nelle ultime settimane con la Pro Vercelli e aver svolto l’intero ritiro per non essere impreparato nel momento in cui si sarebbe formalizzata la chiamata. Per un colpo che va a segno, ce n’è un altro che però (come previsto) fallisce. Abbastanza prevedibile e logico, considerato che c’era la concorrenza di diversi club, fra cui alcuni di B. Quello che in pochi si aspettavano, però, è che alla fine Elia Legati scegliesse la Pro Vercelli. Il difensore di Fidenza, dopo aver rifiutato la proposta del Venezia, si è accordato con il club piemontese e ieri si è subito allenato con i nuovi compagni, sottoponendosi a un programma di lavoro personalizzato e mirato al raggiungimento della miglior condizione. Per quanto riguarda Davide Carcuro al momento non viene ritenuto una priorità da Perinetti, ma nelle ultime ore le posizioni si sarebbero avvicinate. Potrebbe anche essere tesserato. Nel frattempo il via vai nel ritiro di Piancavallo prosegue senza sosta. La società Venezia ieri ha deciso di lasciare libero Lorenzo Checchi, con cui non è stato raggiunto un accordo. Chiecchi ha lasciato ieri il ritiro di Piancavallo assieme a Barnaba Panfilo (attaccante ‘96), Simone Bonaldo (attaccante ‘96), Denis Manetti (difensore ‘97) e Marcos Rossetti (difensore ‘97). Alcuni di loro, nei prossimi giorni verranno aggregati alla Juniores di mister Turato. Domani, infine, è in programma un’altra amichevole che servirà a Paolo Favaretto per verificare le condizioni del gruppo dopo il test di martedì a Sacile. Si gioca al Taliercio alle 18.30 contro la Piovese, orario scelto per evitare il grande caldo che sta asfissiando il Veneto negli ultimi giorni. Dopo Ferragosto invece la terza uscita ufficiale degli arancioneroverdi: a Dolo giovedì 20 agosto in orario ancora da definire contro la formazione locale, in attesa di conoscere il 26 gironi e calendari della prossima Serie D.
Ore 16.00 – (La Nuova Venezia) Arriva dalla Pro Vercelli l’ultimo colpo di mercato del Venezia. Si tratta di Gianni Fabiano, attaccante milanese di 31 anni che ha lasciato la formazione piemontese dopo quattro stagioni equamente suddivise tra serie B e Lega Pro. Con lui la squadra si arricchisce sotto il profilo della esperienza sul fronte avanzato del gioco, rendendo questo Venezia ancora più temibile in vista del prossimo campionato. «Credo che questo nuovo arrivo faccia capire ancora di più le intenzioni della società e la qualità del progetto che si sta portando avanti», commenta il direttore sportivo del club, Giorgio Perinetti. «Stiamo lottando contro le categorie superiori per cercare di attirare talenti importanti nella nostra squadra, e il fatto che un giocatore come Fabiano, ma anche come Serafini o Calzi in precedenza, abbia scelto di venire a Venezia dimostra che anche nell’ambiente il progetto che stiamo portando avanti attira consensi». Con il trequartista in arrivo dalla Pro Vercelli, capace anche di giocare da esterno destro in un ipotetico tridente, di fatto il mercato sul fronte d’attacco è concluso. «Ora ci concentreremo su un difensore centrale e un centrocampista, ma cerchiamo due giocatori di esperienza per completare la rosa», prosegue Perinetti. «Nel primo caso confermo che abbiamo presentato un’offerta importante all’agente di Elia Legati, che però vedo in questo momento più orientato verso la Pro Vercelli per salire di categoria. Ma abbiamo comunque delle alternative che ci convincono, nel caso sfumasse la prima scelta. A centrocampo l’annuncio è questione di ore. Il giocatore è già stato individuato, ma deve prima risolvere la sua posizione con la squadra di categoria superiore nella quale giocava, per poi accettare la nostra offerta. Siamo sostanzialmente già d’accordo con lui su tutto». Questi ultimi due tasselli escludono di conseguenza il possibile arrivo di altri giovani o under. «Esatto», sottolinea il dirigente del Venezia, «quelli che ci interessavano e servivano li abbiamo già presi, e poi punteremo su alcuni dei ragazzi del settore giovanile come ad esempio Callegaro, Chin, Marton e qualcun altro. L’idea è quella di avere due atleti per ogni ruolo. L’amichevole persa a Sacile? L’ho vista, ma è sempre difficile valutare un risultato come questo, soprattutto se pensiamo che la squadra non è ancora completa e che si sta allenando solo da dieci giorni». Sempre ieri dal ritiro di Piancavallo sono rientrati Barnaba Panfilo, Simone Bonaldo, Denis Manetti e Marcos Rossetti. Alcuni di loro verranno aggregati alla Juniores. Lascia il Venezia anche il difensore Lorenzo Checchi. Giocatore e società hanno deciso di non sottoscrivere il contratto.
Ore 15.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Pasquale Marino come da previsioni della vigilia dà spazio a parecchie seconde linee, tra cui anche il giovane regista di scuola rossonera Andrej Modic. Nei minuti iniziali è il Vicenza a prendere in mano le redini del match rendendosi pericoloso soprattutto sulla sua corsia di sinistra dove Pinato e Gatto riescono a mettere in difficoltà la retroguardia di Rolando Maran. Il Chievo resta guardingo e si distende in contropiede come al 21’ quando Pellissier scatta sul filo del fuorigioco e va a contatto in area con El Hasni che lo spinge: rigore che lo stesso Pellissier trasforma con un destro angolato a fin di palo. Il Vicenza ha una buona reazione, e prima con Raicevic impegna Bizzarri in una difficile parata, poi trova il gol con Urso che però è pescato in fuorigioco e il direttore di gara annulla. Il Vicenza continua ad attaccare mettendo in mostra una manovra anche piacevole a vedersi, ma è sfortunatissimo quando al 40’ Vita, uno dei migliori in campo, calcia dal limite dopo una caparbia azione personale e solo la base del palo gli nega il gol. La compagine berica ci prova fino al fischio finale dei primi quarantacinque minuti, con lo scarso pubblico presente che applaude la prestazione dei ragazzi di Marino nonostante lo svantaggio. Consensi meritati per un undici che, pur composto da tanti giovani, ha messo in difficoltà il Chievo riuscendo a creare molte più azioni dai gol degli scaligeri. La ripresa inizia con i due allenatori che cambiano gli » undici» con parecchie sostituzioni: il Vicenza sposta El Hasni a destra della linea difensiva, con Brighenti e Camisa centrali, Modic si sposta a fare l’interno destro con Pazienza davanti alla difesa, e Giacomelli che prende il posto dell’ottimo Vita sulla corsia esterna. Il Vicenza parte subito bene, con buon piglio, e al 5’ trova il pareggio; discesa di Raicevic a sinistra che apre bene per Gatto che calcia in diagonale trovando al corta respinta di Bizzarri sulla quale si avventa Giacomelli che da due passi insacca. La compagine berica sulle ali dell’entusiasmo mette alle corde il Chievo andando ancora vicina al gol con Raicevic su cross di Cinelli, e con il solito Gatto che dai venti metri calcia fuori di poco. Il match è vivo e ben giocato con il Vicenza che ci prova fino alla fine e all’89’ trova il gol della vittoria; Giacomelli, che un minuto prima si era divorato un gol che sembrava fatto, realizza con un colpo di testa su azione d’angolo.
Ore 15.00 – (Gazzettino) Un punto di penalizzazione per la stagione sportiva che va ad iniziare. È quanto rischia la Luparense San Paolo, società deferita per reponsabilità oggettiva dalla Procura Federale nell’ambito del procedimento disciplinare relativo alla presunta combine della partita Savona-Teramo (0-2) dello scorso 2 maggio, partita che ha sancito la storica promozione degli abruzzesi in serie B, nell’ambito del nuovo filone sul calcio scommesse. Ieri a Roma si è svolta infatti la prima parte del dibattimento del processo sportivo, che ha visto la Procura Federale chiedere appunto un punto di penalizzazione e nessuna ammenda per la società padovana, difesa dall’avvocato Leonardo Rebecchi. Il coinvolgimento della Luparense San Paolo è legata al ruolo nella vicenda di Davide Matteini, all’epoca dei fatti tesserato per il club sanpaolino. Secondo gli inquirenti infatti Ercole Di Nicola (responsabile tecnico dell’Aquila) avrebbe cercato di corrompere, non riuscendoci, due giocatori del Savona tramite Matteini. Per lo stesso Matteini la procura ha chiesto 3 anni e 6 mesi di squalifica e 60 mila euro di ammenda. Per la Luparense San Paolo, ripescata in serie D per la prossima stagione, il rischio è limitato, ma la società vuole comunque continuare a difendersi: «Si tratta della pena più bassa chiesta dalla procura – sottolinea il legale della società Rebecchi – Con questa richiesta viene già in qualche modo riconosciuta l’estraneità della società all’intera vicenda. Proprio per questo riteniamo che qualsiasi pena comminata sarebbe comunque ingiusta e per questo chiederemo l’assoluzione». Matteini nella scorsa stagione aveva lasciato a gennaio la società padovana e quindi il San Paolo non poteva esercitare sul giocatore nessun tipo di controllo. Per sostenere questa tesi la difesa ha prodotto la copia di tutte le distinte dei primi mesi del 2015, in cui Matteini non è inserito. La sentenza della Procura federale è attesa per lunedì. In caso di condanna la Luparense presenterà ricorso: il 30 agosto è possibile che si arrivi al giudizio di secondo grado.
Ore 14.50 – Sono 19 i giocatori convocati dal tecnico Carmine Parlato per la gara di domani contro il Mantova (ore 2030, stadio Martelli). Portieri: Favaro, Pardo, Petkovic. Difensori: Anastasio, Dell’Andrea, Canton, Fabiano, Diniz, Dionisi, Niccolini. Centrocampisti: Bucolo, Giandonato, Mazzocco, Turea. Attaccanti: Altinier, Cunico, Ilari, Neto Pereira, Petrilli.
Ore 14.30 – (Mattino di Padova) Comincia questo pomeriggio un’intensa due-giorni di amichevoli per le quattro squadre padovane impegnate nel prossimo campionato di Serie D. La cancellazione delle gare di Coppa programmate per fine agosto (posticipate al 30 settembre, nonostante l’esordio, in origine, si sarebbe dovuto avere tra nove giorni) ha costretto le quattro società della provincia a correre ai ripari e ad organizzare in fretta e furia amichevoli per non perdere il ritmo acquisito durante la preparazione. Il test più affascinante è quello che vedrà questo pomeriggio, alle 17.30 allo stadio di Tombolo, la Luparense San Paolo impegnata contro il Bassano Virtus, ai nastri di partenza della prossima Lega Pro. Sfida impegnativa per gli uomini di Daniele Pasa, e carica di significati per Matteo Nichele, capitano dei Lupi, nato e residente a Bassano e per 5 stagioni in maglia giallorossa in passato. Sempre questo pomeriggio scende in campo anche l’Este di Andrea Pagan, che alle 19 allo stadio di Porto Viro affronta la locale formazione rodigina di Prima Categoria. Domani, invece, altre tre partite. In ordine cronologico, sarà di nuovo la Luparense a scendere sul terreno di Tombolo, alle 16.30: per la squadra di Pasa secondo test nell’arco di 24 ore, di fronte la Berretti del Cittadella. Alle 17.30 toccherà al Campodarsego: appuntamento in trasferta contro il Calcio Istrana, formazione trevigiana di Eccellenza. Ieri gli uomini di Andreucci sono stati impegnati a Castello di Godego, nella Marca, contro la Godigese (Eccellenza): successo per 3 a 0 di Bedin & C., grazie alle reti nella ripresa di Luna Rei, Michelotto e Rubin. Tornando agli appuntamenti di domani, alle 18 chiuderà il programma l’Abano di Massimiliano De Mozzi, atteso al derby contro il Pozzonovo in casa della formazione della Bassa Padovana. Ieri sera, infine, si è radunato il SaonaraVillatora, ai blocchi di partenza del campionato di Eccellenza per la prima volta nella sua storia: agli ordini di mister Tiziano Mazzucato un gruppo che punterà molto sui giovani e sull’entusiasmo di uno “zoccolo duro” capace di raggiungere un traguardo storico.
Ore 14.00 – (Gazzettino) Viaggiano sempre assieme. Lamine Yallow e Yusupha Bobb, i due giovanissimi africani approdati in maglia granata dal Chievo, hanno un destino comune. Fin da quando hanno lasciato il paese d’origine, il Gambia. In un italiano stentato, Yallow racconta il suo arrivo in Italia: «Sono qui da un anno, il Chievo mi ha notato durante un torneo in Umbria mentre giocavo con l’Under 19 del Gambia e mi ha tesserato. La stessa cosa è successa per Yusupha». Sul suo inizio in maglia granata, continua: «A Cittadella mi sto trovando molto bene. È la prima volta che partecipo alla Tim Cup e stiamo ottenendo buoni risultati». Il ventenne ex Chievo rientrava da un leggero infortunio, perciò con il Potenza era rimasto in panchina, a Teramo però si è rifatto mettendo a segno il gol del 2-0. Per la partita di dopodomani a Bergamo è ben motivato: «È una bella occasione per tutti noi. Giocare con l’Atalanta che partecipa al campionato di serie A è esaltante. Ce la metteremo tutta per disputare una partita di orgoglio e chissà che non ci sia la sorpresa nel risultato. Noi ce la giocheremo al massimo seguendo i consigli tattici che l’allenatore ci dirà». Sul suo futuro, conclude: «Mi impegno a lavorare bene durante gli allenamenti per migliorarmi e spero di trovare spazio nelle partite». Oltre alla squadra di Roberto Venturato, che sta preparando la partita di sabato sera a Bergamo con l’Atalanta per il terzo turno di Tim Cup, ieri pomeriggio era di scena al Tombolato la Berretti, in amichevole con il Mestre. «Una partita che era stata rinviata» precisa il responsabile del settore giovanile Lucio Fasolato fra un via vai di dirigenti e osservatori. Sbuca anche Massimiliano Busellato, che ha firmato il passaggio alla Ternana, e vuole salutare i compagni. «Mi dispiace lasciare l’ambiente nel quale sono cresciuto, ringrazio tutti coloro che mi hanno aiutato». Evidentemente l’offerta di giocare ancora in cadetteria lo lusinga e lo stimola. Si allena a parte facendo un po’ di corsa per l’ultima volta con la maglia granata. LA TRASFERTA. Il Club “Angelo Gabrielli Granata per sempre” ha organizzato il pullman per la partita di sabato sera con l’Atalanta. Ci sono ancora una decina di posti, adesioni entro stasera a Paolo Pan (338-9189699). Costo 15 euro, più 5 del biglietto, partenza alle 14 dal piazzale dello stadio. LINO PIEROBON. Stasera alle 20 in Duomo ci sarà il Rosario per lo storico dirigente granata deceduto all’età di 72 anni. Domani alle 10 il funerale, sempre in Duomo a Cittadella.
Ore 13.40 – (Mattino di Padova) Ieri pomeriggio l’ultimo abbraccio ai compagni di squadra, alle persone che ne hanno accompagnato passo passo la crescita, umana e professionale. Il rito dello svuotamento dell’armadietto, e poi la partenza, lunga e sospirata, verso una nuova vita calcistica. Questa mattina Massimiliano Busellato sarà in in viaggio, direzione Umbria: lo aspetteranno la Ternana, un nuovo allenatore e nuovi compagni, e di nuovo la Serie B. Ma il saluto a Cittadella di un ragazzo che per 12 anni, sin da quando era nelle giovanili, ha vestito sempre la maglia granata è gonfio di tristezza. Troppo forte il legame con la piazza e l’ambiente per sprigionare entusiasmo: «Lascio Cittadella, purtroppo è così. E non è una bella sensazione», confessa. Per “Buse”, bassanese e sempre rimasto a casa, è comunque un passo importante: «Calcisticamente parlando sono contento, torno tra i cadetti e per me è un’opportunità non da poco. Ma Cittadella è la mia casa, la mia famiglia, devo separarmene e non posso fare altrimenti, per la carriera bisogna avanzare. Da quando l’ho saputo, quattro giorni fa, però sto malissimo, sentimentalmente questo passo mi sta… ammazzando. Ma Terni è una soluzione che calcisticamente sta bene a tutti, a me e alla società, ed allora è giusto così». Il saluto ai compagni, ieri, non è stato meno traumatico: «Ho detto loro che devono rendersi conto della fortuna che hanno a giocare in una società come il Cittadella. Non so in cosa mi imbatterò da oggi, ma persone come quelle che sono qui se ne trovano raramente nella vita, figuriamoci nello sport. Faccio un grosso in bocca al lupo ai miei compagni, spero vincano il campionato perché sono uomini bravissimi e professionisti esemplari». E nel lungo tragitto verso l’Umbria ci sarà tutto il tempo per rivivere le immagini degli anni trascorsi sotto le Mura: «Non c’è un momento particolare, ogni giorno è stato bello. Andare al campo, trovare persone come Toni Sgarbossa e Giovanni Pivato, che potrei considerare quasi miei zii. Devo ringraziare il direttore (Marchetti, ndr), che mi ha dato l’opportunità di diventare professionista, il Presidente, che con me si è sempre comportato benissimo. E poi tutti, dal magazziniere, ai massaggiatori, alla gente del bar: per me erano una seconda famiglia». Busellato va via in prestito: non è detto che un giorno non possa tornare. «Spero che questo sia solo un arrivederci. Non so come andrà la mia carriera, ma se ci sarà la possibilità di tornare lo farò sempre volentieri, e quando finirò di giocare, vivrò qui». Per la squadra di Venturato, intanto, ultime ore di preparazione al match di Tim Cup di sabato sera con l’Atalanta: alle 17 allenamento al Tombolato, domattina alle 10 la rifinitura.
Ore 13.20 – (Corriere del Veneto) Ieri a Cittadella si attendeva l’annuncio ufficiale della cessione di Massimiliano Busellato alla Ternana e invece bisognerà pazientare ancora un po’. L’inghippo sta nella formula contrattuale scelta. Busellato ha un altro anno di contratto fino al 30 giugno 2016 e non è possibile per i regolamenti federali mandare in prestito in un altro club un giocatore in scadenza. Per rendere possibile il prestito con diritto di riscatto il centrocampista granata deve rinnovare per un altro anno e a ieri sera si stavano ancora discutendo i dettagli. Una volta partito Busellato, a quanto trapela non dovrebbe arrivare un sostituto, anche perché in rosa ci sono Iori, Bobb, Paolucci e Lora e all’occorrenza pure Pascali. Per l’attacco, fra le varie opzioni disponibili, si è parlato anche di Matteo Momentè, su cui però si è fiondato con decisione l’Arezzo. Per quanto riguarda Luigi Della Rocca, è stato abbozzato uno scambio con il Lecce uno scambio con Federico Gerardi, ma non c’è accordo sull’ingaggio del centravanti giallorosso che viaggia su parametri decisamente superiori al salary cap granata.
Ore 12.50 – (Gazzettino) «Oggi non è tra i pali che si può fare la differenza. Certo, è importante stare in porta, si possono fare errori e belle parate, ma quello che fa la differenza davvero è la gestione dell’area, le uscite, il possesso palla, la partecipazione al gioco». Mentre si avvicina il fischio d’inizio della nuova stagione, anche lo staff tecnico agli ordini di Carmine Parlato entra sempre più nel vivo dell’atmosfera agonistica, anche con un pizzico di curiosità: «C’è grande attesa e voglia di scoprire come sarà questa Lega Pro – conferma Zancopè – l’anno scorso ci siamo concentrati sul nostro campionato, adesso nella categoria superiore abbiamo voglia di capire cosa potrà succedere, anche alla luce di quanto sta succedendo nel nostro mondo, con tante trasformazioni e contraddizioni che si riflettono proprio in questa categoria. Noi ci ricordiamo da dove veniamo e anche se non si possono fare promesse sappiamo che metteremo sempre passione, sacrificio e voglia, come l’anno scorso».
Ore 12.40 – (Gazzettino) I tre portieri biancoscudati rappresentano tutti una prospettiva futura nel progetto di Bergamin e De Poli: «Si tratta di atleti con margini di miglioramento – sottolinea ancora Zancopè – stanno lavorando per diventare davvero giocatori di alto livello. Si tratta di investimenti importanti per il futuro, sono ragazzi di grandi prospettive che potranno ritagliarsi spazi importanti». Per un estremo difensore le doti fisiche e tecniche sono fondamentali, ma l’essenza di un ruolo unico per Zancopè è un’altra: «Le motivazioni, il carattere, la predisposizione sono essenziali anche nel processo di formazione. I portieri del Padova, con caratteristiche e stili differenti, hanno già manifestato la personalità per essere portieri di alto livello». Il portiere è uno dei ruoli che con l’evoluzione del calcio si è modificato in maniera più rapida e questo mutamento è uno degli aspetti che rende sempre più decisivo il ruolo del tecnico specializzato: «Il nostro obiettivo – chiarisce Zancopè – è quello di preparare dei portieri moderni. Oggi un portiere deve essere un autentico regista difensivo, deve avere il controllo di quello che succede in area, e non solo, anche nei cinque metri appena fuori».
Ore 12.30 – (Gazzettino) Giornate di lavoro fisico e tecnico, ma anche di conoscenza reciproca. Il lavoro di Adriano Zancopè, tecnico dei portieri biancoscudati, in questi giorni che precedono il debutto in Coppa Italia con il Mantova è improntato a capire nella maniera migliore i tre giocatori con cui lavorerà in questa stagione: Lazar Petkovic, Gaetano Pardo e Alessandro Favaro. «Hanno profili ed esperienze diverse – spiega Zancopè – ma sono tutti e tre giovani, per questo bisogna muoversi con cautela, soprattutto nella fase di preparazione, per evitare di farsi male. Lazar poi è stato fuori nel ritiro, mentre Pardo l’avevo visto solo l’anno scorso quando era venuto a provare ad Asiago. Con l’avvicinarsi delle partite ufficiali comunque stiamo intensificando il lavoro, per arrivare a pieno ritmo con l’inizio del campionato».
Ore 12.20 – (Gazzettino) Prosegue la corsa del Padova verso l’inizio ufficiale della stagione 2015-2016, in programma domani sera alle 20.30 a Mantova. Per la partita sono già in vendita da alcuni giorni i tagliandi, al costo di 5 euro. È possibile acquistare i biglietti al Gran Teatro Geox, al Coin Ticketstore, alla Tabaccheria Cartoleria 212 di via Montà e alla Totoricevitoria Casa della Fortuna del centro commerciale La Corte a Mortise. Per la trasferta a Mantova è necessaria la Tessera del Tifoso o la Supporter Card, rilasciata dall’ufficio abbonamenti. Il Mantova peraltro aderisce all’iniziativa «Porta due amici allo Stadio» anche se sprovvisti della tessera del tifoso. Per quanto riguarda gli abbonamenti, l’ufficio della società biancoscudata allo stadio Euganeo dove prenotare le tessere riaprirà alle 15 di lunedì prossimo.
Ore 11.55 – Sul Mantova: “Ha buone qualità in avanti, una difesa arcigna ed un particolare 3-4-1-2”.
Ore 11.50 – Sul modulo: “Parto col 4-2-3-1? Vedremo, ma a prescindere da qualsiasi schema tutti devono calarsi nella parte ed interpretare il ruolo nel migliore dei modi. Metterò in campo una squadra che dia del filo da torcere al Mantova”.
Ore 11.45 – Sulle scelte: “Ci sono anche delle defezioni dovute ai tesseramenti, magari non ci saranno dei ricambi di valore ma siamo un gruppo! Siamo in 16 più qualche ragazzo della Berretti. Per problemi di tesseramento non ci saranno Ramadani, Gorzelewski e Azzi.”.
Ore 11.40 – Sulla squadra: “Ha lavorato bene sotto l’aspetto fisico, la gamba non è leggera ma sarà così anche per loro quindi non dev’essere un alibi! Dobbiamo giocare in 11 in entrambe le fasi, come sempre”.
Ore 11.35 – Sul Mantova: “È un ottimo test, ci saranno delle difficoltà dovute al caldo ma loro affronteranno un Padova determinato, che vuole iniziare un percorso importante. Emozioni? C’è adrenalina, non si dorme alla notte per pensare alle scelte ma ci chiamiamo Padova, ed abbiamo dei principi e dei valori da rispettare e quindi daremo il massimo come sempre”.
Ore 11.30 – Arriva Parlato.
Ore 11.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 10.40 – Qui Guizza: partitella in corso, provate varie soluzioni tattiche anti-Mantova.
Ore 10.20 – Qui Guizza: rifinitura in corso da circa mezz’ora dopo un lungo colloquio negli spogliatoi tra mister Parlato ed i Biancoscudati.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Che sensazione le fa ritrovare il Padova, domani sera? «Non ho motivo di avere sensazioni strane. Non ci saranno molte persone con cui avevo a che fare allora, è cambiato un po’ tutto. Però io nelle squadre in cui ho giocato ho sempre lasciato il cuore, di solito è questa la sensazione che provo quando incontro una mia ex formazione». Padova compreso? «Ho giocato, ho dato il mio contributo, a volte bene a volte meno, mi ha fatto crescere e conoscere tante persone. Ogni maglia si ricorda per sempre». Più difficile sarà forse tornare all’Euganeo in campionato: teme un’accoglienza difficile? «Probabilmente sì, ma gli anni sono passati. Non dico che la cosa scivoli via, ma farà meno male rispetto a qualche stagione fa. Tornando a Bergamo, contro l’Albinoleffe, ho subìto la stessa cosa, ma fa parte del gioco. Può succedere pure in altri frangenti di avere brutte accoglienze, bisogna accettarlo e io andrò in campo senza pensare a ciò che diranno da fuori. Se pensassi ai tifosi, smetterei di giocare». Dal Canto, negli anni successivi, ha detto più volte che fu proprio lo scandalo scommesse a impedire a quella squadra di arrivare ai playoff. Concorda? «Sinceramente non lo so. Vista la rosa che c’era, è un pensiero legittimo. Ma non ne avremo mai la riprova».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Non ebbe mai timori per la sua incolumità? «Più avanti venni a sapere che alcuni ultrà erano addirittura venuti al campo di allenamento a cercarmi, ma allora ero già andato via. Sinceramente non mi aspettavo una reazione del genere. Capisco che un tifoso possa rimanerci male, il mio era stato un errore grave che non dovevo commettere, ma era avvenuto in un’altra epoca e in un altro ambiente. Ogni persona è libera di pensare e giudicare come crede, da tifosi si sono sentiti di scrivere certe cose e ne avevano tutto il diritto, a me spettava solo subire le conseguenze di certi errori». Arrivò la squalifica di 16 mesi. Come ne è uscito? «Professionalmente, com’è ovvio che sia, rovinato: ero al clou della carriera, avevo altri due anni di contratto con il Padova per fare qualcosa di buono. La mia vita è cambiata, a livello economico ma anche personale, e prima di potermi rimettere in gioco c’è voluto un po’ di tempo. Ti cambiano tante cose: ti fai molte domande, ti rendi conto veramente di chi ti sta vicino perché ti vuole bene e di coloro di cui, invece, avresti dovuto diffidare. Ma se uno si comporta cercando di far capire che persona è, gli errori possono essere anche messi da parte».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Era il 10 maggio del 2012 quando la Tribuna Fattori, nel pieno di un finale di stagione di Serie B amaro come poche altre volte nel corso dell’ultimo ventennio, diramava un comunicato che sarebbe di lì a poco esploso come una bomba nell’ambiente padovano: “Entro sabato vogliamo che Francesco Ruopolo sia fuori rosa, faccia le valige e lasci la città. Diversamente lo farà comunque: è solo questione di scegliere il modo”. La mattina dopo, a Bresseo, non c’era già più, e di lui a Padova non si sono più avute notizie. A distanza di oltre tre anni, domani sera Ruopolo e il Padova si ritrovano: lui a guidare l’attacco del Mantova, i biancoscudati di fronte come avversari nel primo turno di Coppa. E lui per la prima volta torna a parlare. Di quei mesi e di una fuga con la vergogna, il tormento, e forse la paura. «Ricordo bene quel giorno», racconta Ruopolo, oggi 32enne. «Mi ero fatto male contro il Torino nella partita precedente, ed ero andato a fare risonanze ed esami. Poi, quando ho visto quello che era successo, e considerato l’infortunio, d’intesa con la società ho deciso che, per evitare problemi, anche alla squadra, era meglio tornare a casa e lasciar tranquillo l’ambiente».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Per il Padova è arrivata la prima vigilia importante. Domani, alle 20.30, al “Martelli” di Mantova (arbitro Cipriani di Empoli, assistito da Bianchini di Cesena e Pappalardo di Parma) scatterà la stagione ufficiale con l’impegno d’esordio nel triangolare di Coppa Italia Lega Pro (oltre a biancoscudati e virgiliani, nel girone è inserito il Pordenone). Questa mattina alle 9.30 la rifinitura alla Guizza, dopodichè la squadra si ritroverà domani pomeriggio per la partenza alla volta della città lombarda. Parlato attende una risposta importante dall’ultimo test di oggi, quella di Rosario Bucolo, che dopo alcuni giorni ai box per un affaticamento ieri ha ripreso ad allenarsi con i compagni: se riuscirà a recuperare a pieno regime, domani sera potrebbe partire titolare al fianco di Giandonato, viceversa è pronto Mazzocco nell’eventualità in cui il tecnico opti per il modulo a due centrocampisti. Alla fine della settimana, dopo l’impegno di Coppa, la palla passerà al diesse De Poli, pronto a chiudere la partita per il nuovo terzino sinistro biancoscudato: dopo le valutazioni su Ghosheh, in prova da sabato scorso ma che non ha convinto in pieno, il Padova dovrebbe aver individuato il suo obiettivo e nel week end potrebbe affondare il colpo. Si tratta di Alessandro Favalli, 23 anni, l’anno scorso alla Cremonese. È un figlio d’arte: il padre, Giuseppe, è stato calciatore di Lazio e Milan.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Fautario, infatti, è più adatto a fare l’esterno in un centrocampo a cinque più che con la difesa a quattro, mentre Favalli predilige quest’ultima disposizione. Dal punto di vista economico la trattativa è stata avviata con entrambi gli agenti. Per quanto riguarda l’attacco, al momento non ci sono piste privilegiate, anche perché la società sta temporeggiando ed è in attesa di capire quali saranno i tempi di recupero di Salvatore Amirante, che al 99% dovrà sottoporsi a intervento chirurgico per la stabilizzazione del ginocchio operato. Il decorso post-operatorio è impossibile da prevedere con esattezza, visto che certezze ce ne saranno soltanto una volta aperto l’arto, tuttavia le impressioni che vanno per la maggiore sono quelle di uno stop piuttosto lungo per il centravanti ligure.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Ballottaggio ancora aperto, almeno alla tarda serata di ieri. Alessandro Favalli e Simone Fautario sono i due nomi su cui si sono concentrate le attenzioni del direttore sportivo del Padova Fabrizio De Poli. Che sfoglia la margherita. Al momento sembra leggermente favorito Favalli, figlio d’arte del celebre Giuseppe Favalli (terzino pluridecorato con Milan e Lazio), ma la situazione è aperta a ogni soluzione: «Il mio procuratore – spiega Favalli – è andato a parlare con De Poli e sto aspettando notizie con trepidazione. Per adesso non mi sento di dire altro, vediamo cosa succederà. Di sicuro Padova sarebbe una grande opportunità». Favalli sembra farsi preferire per ragioni tattiche a Fautario, che pure ha un curriculum di tutto rispetto e che ha disputato da titolare le finali playoff con il Como appena due mesi fa.
Ore 08.30 – Il Calcio Padova ricorda che la campagna abbonamenti sarà momentaneamente sospesa nei giorni di giovedì 13, venerdì 14, sabato 15 e lunedì 17 Agosto.
Ore 08.28 – Padova, Coppa Italia Lega Pro: si comincia venerdì 14 agosto alle ore 20.30 col Mantova al “Martelli”. La sfida col Pordenone all’Euganeo si giocherà il 23 agosto in caso di sconfitta col Mantova o il 30 agosto in caso di vittoria o pareggio col Mantova.
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E’ successo, 12 agosto: allenamento mattutino per i Biancoscudati, regolarmente in gruppo Bucolo