Calcio d’estate. Si segna, si sogna, si compra, si vende, si prova, si gioca, si corre, si suda. In attesa delle partite, quelle vere, che metteranno punti veri in palio. Calcio d’estate: si costruisce, si aggiusta, si rifinisce, si studiano alternative, si va in ritiro sui monti, si torna in pianura. E c’è tanto mercato, in mezzo ai sogni sotto l’ombrellone, che si mescolano alla dura realtà. La dura realtà dice che il Padova è tornato in Lega Pro e ha fatto un salto non di una, ma di due categorie. Questo spiega il perché di tanti nuovi arrivi, passaggio doloroso quanto obbligato. Osservando la squadra al via fra un mese ai nastri di partenza della nuova stagione si scopre che: sei o sette undicesimi della formazione tipo, a seconda di chi giocherà, sono cambiati. Era una strettoia impossibile da evitare, non ci sono dubbi. Perché con la riconoscenza purtroppo non si vincono i campionati, perché dietro la scrivania ci vuole testa e ci vuole soprattutto scaltrezza.
Domanda a bruciapelo: quale Padova sta emergendo e, soprattutto, quali traguardi potrà inseguire? Al momento vedo una squadra non da primissimi posti, sicuramente competitiva (da metà classifica in su), che può arrivare a lambire la zona playoff (attenzione, non si tratta più delle prime sei della classe, ma delle prime quattro). Eccessivo pessimismo? Forse realismo, fermo restando che c’è chi ha cambiato poco e parte in vantaggio e che se alcuni incastri andranno al loro posto, magari ci potrebbe scappare anche qualcosa di più di quanto ipotizzo in queste righe. I punti di forza della campagna acquisti di Fabrizio De Poli: Diniz, Fabiano (quando arriverà al top della condizione), Altinier, Neto Pereira se non si infortunerà, Ilari e Petrilli (che questa categoria la conoscono già), Azzi se verrà come pare tesserato (può esplodere se adeguatamente sostenuto). L’incognita: Giandonato, soprattutto se si giocherà col 4-2-3-1, i portieri, gli esterni bassi. Giandonato è un regista classico, lo vedo poco adatto a una disposizione simile e molto più calzante in un centrocampo a tre. Con un modulo così offensivo in mezzo servono cuore e polmoni di professione, altrimenti si rischia di andare in difficoltà sbilanciando eccessivamente la squadra. Capitolo portieri: bravi e molto giovani (Petkovic e Favaro). Padova ne ha bruciati di estremi difensori molto quotati, per cui si rischia: andrà bene? Mi auguro proprio di sì. Capitolo esterni bassi: Anastasio è bravo ma molto offensivo, forse troppo. Se Salvadori, che avrebbe potuto fare tranquillamente la riserva, è stato mandato via per questo motivo, siamo certi che la scelta sia stata coerente con le necessità tattiche evidenziate un paio di mesi fa? E ancora: la composizione del centrocampo (peccato per Carcuro, un giocatore che ho sempre apprezzato, ma che deve recuperare smalto dopo l’infortunio) poggia sugli estri di Giandonato: era un predestinato, sinora non ha rispettato le attese, lasciando intravedere soltanto qualche lampo in mezzo a troppo buio. Tecnicamente non si discute, ma è diventato una scommessa. Il Padova ci ha investito per due anni e anche qui bisogna sperare che vada bene. Se andrà bene, tutto verrà rivisto al rialzo, altrimenti è un altro paio di maniche. Come per i portieri e come per gli esterni bassi. Se le puntate vanno a segno, pollice alto, altrimenti magari si soffrirà un po’. Obiezione: il mercato non è finito. Appunto per questo il giudizio non è definitivo. Ci ritorneremo.
Calcio d’estate. Il Cittadella ne fa 15 in Coppa Italia ai ragazzi della Juniores del Potenza e si scatena un putiferio. Eterno dilemma: rispettare l’avversario significa smettere di giocare e fare torello per 40 minuti, oppure proseguire come se nulla fosse segnando a raffica contro un avversario infarcito di giovani alle prime armi in disarmo? Parlo per quanto mi riguarda: quando gioco a calcio (a livelli amatoriali) in queste situazioni mi ha sempre dato fastidio l’avversario che ride, che irride, che prova le giocate da fenomeno. Questa, sì, a mio parere è una mancanza di rispetto. Se poi sei più forte e, pure in una situazione particolare, decidi di non fermarti e di giocartela fino in fondo senza avere atteggiamenti sopra le righe, non ci vedo nessuno scandalo. Magari quindici gol sono troppi, su questo posso essere d’accordo. Ma il problema vero è un altro: qualcuno si è chiesto che credibilità può avere un sistema che propone nella Coppa Italia dei grandi squadre di Serie D che il 2 agosto boccheggiano e faticano semplicemente a esistere escludendo tutte le vincitrici dei gironi della stessa categoria della passata stagione? Se qualcuno ha una spiegazione che abbia soltanto una parvenza di logica sa dove trovarci.