Fonte: Mattino di Padova, Diego Zilio/Gazzettino, Simone Prai
Stefano Marchetti è stato di parola. Anzi, ha addirittura anticipato i tempi: voleva portare a casa un nuovo portiere entro domani, giorno di presentazione ufficiale della squadra a Villa Rina e vigilia della partenza per il ritiro di Lavarone, e invece si è assicurato la firma di Enrico Alfonso già ieri, con un contratto annuale e opzione sul secondo. D’altra parte, trovare un successore ad Andrea Pierobon era assolutamente una priorità. E così ecco la conferma ufficiale alle “voci” che volevano in arrivo questo ragazzo di 27 anni, nato a Padova da una famiglia originaria di Este, di scuola Inter e con un bagaglio di esperienze importante fra Modena, Cremonese e Pro Piacenza, club di Lega Pro in cui ha giocato nell’ultima stagione. Sotto le mura, Alfonso ritroverà Roberto Venturato, che lo ha avuto con sé quando il nuovo tecnico granata allenava il Pizzighettone, annata sportiva 2006/07. «Penso e spero che il suo parere positivo su di me abbia influito, ma credo che l’interessamento del Cittadella sia frutto soprattutto dell’ottimo rendimento nello scorso campionato», racconta il diretto interessato, che non ha perso tempo dopo la firma allenandosi per la prima volta con Pellizzer e compagni già nel pomeriggio («Avrebbero dovuto legarmi per impedirmi di scendere in campo, ho dentro una grandissima voglia di ricominciare»). Anche dalle sue parole traspare lo stesso desiderio di riscatto che anima l’ambiente granata: «Ci ho messo poco a trovare un accordo, perché parlando con Marchetti ho capito che l’obiettivo è tornare subito in serie B e perché i miei ex compagni Pesoli e Castiglia mi hanno parlato molto bene di questa società. Sarò sincero: sono qui per fare bene soprattutto per me stesso. Il mio è forse l’unico ruolo nel calcio in cui puoi permetterti di essere egoista, per cui non nascondo di essere ambizioso, anche perché nella mia carriera credo di aver raccolto meno di quanto ho seminato». Alfonso sa che erediterà una maglia pesante, quella della bandiera Pierobon, che troverà come preparatore dei portieri. «L’ho incontrato da avversario e so bene cos’ha rappresentato per questa società. Chissà che non riesca a raccogliere il testimone che ha lasciato tra i pali». Single, vive a Montecchio Maggiore, «ma punto a trovarmi un appartamento a Cittadella, magari da condividere con un compagno. Anche se la distanza non è tantissima, non voglio distrazioni tra casa e campo». Fuori dal rettangolo verde la sua passione sono le due ruote, ma in una versione particolare. «Proprio così: ho una collezione di Vespe e moto d’epoca degli anni ’70 e ’80. Mi piace lo stile vintage».
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Il Cittadella ha scelto l’erede di Andrea Pierobon: in granata arriva Enrico Alfonso, padovano classe 1988, ha vestito le maglie di Pisa, Modena, Cremonese, Vicenza e Piacenza. L’operazione era nell’aria da giorni, da ieri è ufficiale: «Cittadella ha le mie stesse ambizioni, mira a disputare un grande campionato, puntando a riprendersi la categoria dove è rimasto per sette anni». Alfonso si descrive così: «Mi reputo un portiere moderno, nel senso che me la cavo con i piedi e tra i pali, e mi propongo nelle uscite. Proprio quello che mi ha chiesto Andrea Pierobon». Era una promessa da giovane, scuola Inter, ha fatto tutta la trafila delle Nazionali giovanili sino all’Under 21. Non è mai «sbocciato» come in tanti credevano: «Mi è mancata la continuità, ho patito qualche infortunio che mi ha sicuramente danneggiato. Di certo ci ho messo del mio, sono mancato a livello caratteriale. Cittadella credo possa essere la squadra giusta al momento giusto per il rilancio». Lo pensa anche Stefano Marchetti: «Mi ha dimostrato tanta voglia di venire da noi, è quello che ha fatto la differenza sugli altri candidati. Alfonso ha grandi potenzialità che non ha ancora espresso a dovere, gli è mancata la necessaria continuità per fare il grande salto nel calcio che conta. Arriva a Cittadella maturo, è un portiere spregiudicato, per certi versi, esuberante e dalle grandi qualità». L’allenatore Venturato l’ha già avuto con sè, ma non è stato preso per questo: «Assolutamente – conclude Marchetti -. L’ha allenato all’inizio della carriera, a 19 anni, adesso Alfonso ne ha 28. Mi aspetto grandi cose da lui».