Padova, senti Dal Canto: “Il secondo anno? A marzo mi consideravano un fenomeno, poi in due mesi la frittata si rivoltò…”

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Fonte: Tribuna di Treviso

Passò dall’altra parte della barricata nel febbraio 2009, entrando nello staff tecnico del Treviso con Luca Gotti, che aveva interrotto l’esperienza con la medesima selezione azzurra per guidare i biancocelesti in B. Curioso che a distanza di 7 anni tocchi ad Alessandro Dal Canto, 40enne castellano trapiantato a Vicenza, prendere il timone dell’Italia U.17, la stessa del “padre putativo”. La nazionale baby passa al terzo trevigiano in pochi anni: Bruno Tedino aveva lasciato il mese scorso per la panchina del Pordenone. Dal Canto, se l’ aspettava? «Abbiamo fatto tutto dalla sera alla mattina. Mi hanno chiamato domenica e il giorno dopo ci siamo accordati: una svolta improvvisa e velocissima. Sono in vacanza in Sardegna, ormai mi ero messo l’animo in pace e aspettavo la prima panchina libera: avevo chiacchierato con un paio di squadre, senza concretizzare. Non pensavo certo mi chiamasse la Federazione». Come ha accolto la novità? «C’è entusiasmo, entro in un club importante. La vedo come un’occasione di crescita. Potrebbe sembrare un passo indietro, allenerò giovani, ma il contesto mi attira». Chi l’ha contattata? «Maurizio Viscidi, che è vice coordinatore delle nazionali. Cercavano un allenatore con esperienza in prima squadra e settore giovanile. Ci sono pure ragazzi che hanno il messo il naso fra i grandi. Io ho allenato per due anni la Primavera del Padova, ma anche gli stessi biancoscudati e il Vicenza in serie B, nonché il Venezia in Lega Pro. Analizzando profili simili, sono arrivati a me». Guiderà l’Under 17 come Gotti: ci ha pensato? «Cominciai la mia seconda vita sportiva con lui, facendo il collaboratore negli ultimi sei mesi a Treviso. La differenza è che lui aveva esordito in B, provenendo dall’Italia baby. Resta un’analogia simpatica». Debuttò in serie A con la Juventus nel ’93: c’erano Roby Baggio, Gianluca Vialli e Antonio Conte. Deve l’incarico al coordinatore delle nazionali? «Conosco sia Viscidi che Conte. Per me sarà come entrare in una famiglia. Con Antonio ho un bel rapporto fin dai tempi della Juve, anche se all’epoca ero molto giovane. Potrò lavorare con gente di spessore come Zoratto, Di Biagio o Vanoli. Ne guadagneremo tutti». Esordirà il 26 agosto nel Torneo di Inghilterra, che precede le qualificazioni all’Europeo. Cosa cambierà rispetto a prima? « Sarò più selezionatore che altro. Potrò contare su pochi giorni per allenare, ma con gli altri tecnici cercheremo di sviluppare lo stesso concetto. Porteremo avanti l’idea del lavoro di gruppo». L’avventura al Venezia era terminata con l’esonero a ottobre: come giudica i precedenti con prime squadre? «Il primo anno a Padova persi la finale playoff, l’anno successivo a marzo ero quarto in classifica e mi consideravano un fenomeno. Poi mancammo la post-season e in due mesi la frittata si rivoltò. A Vicenza non riuscii a centrare la salvezza, infine a Venezia feci 6-8 mesi alla grande, ma il mercato di gennaio ruppe gli equilibri»




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