Prima l’aveva annunciato. Poi l’aveva confermato. Ora lo ribadisce: dopo averlo pubblicamente svelato con un intervista sul “Corriere del Veneto” il 24 giugno, Massimo Bitonci parla nuovamente del progetto di spostare il Padova al Plebiscito e della costruzione di un nuovo stadio sulle “ceneri” dell’Euganeo, che verrebbe abbattuto. Questa l’intervista rilasciata dal sindaco di Padova a Stefano Edel e pubblicata sull’edizione odierna de “Il Mattino di Padova”:
“Uno stadio nuovo, da costruire su quello vecchio (che verrebbe abbattuto), con una cittadella dello sport intorno, composta da 5-6 campi di calcio, un paio dei quali in sintetico, da una foresteria, un percorso vita per jogging e un centro commerciale che farebbe da volano per spingere i privati ad investire in un progetto destinato a rivoluzionare l’intera area intorno all’Euganeo. In attesa di capire se e quando sarà possibile convincere gli imprenditori privati nella realizzazione di un impianto che costerebbe più di 50 milioni di euro, per una capienza di 25 mila posti (senza pista di atletica), il football di casa nostra troverebbe ospitalità in un Plebiscito trasformato di sana pianta da tempio del rugby a struttura in grado di accogliere il Padova e i suoi tifosi, anche in caso di promozione in Serie B. È l’idea che Massimo Bitonci coltiva da qualche mese, e che dopo il concerto di Vasco Rossi di lunedì sera, a cui ha assistito con l’intera famiglia, riprende con forza, a poche ore (domattina, alle 11.30) dalla presentazione in Comune della nuova compagine societaria biancoscudata e del nuovo logo. Sindaco, l’Euganeo rifatto da cima a fondo è solo un desiderio o poggia su basi solide? «Il Comune non può costruire uno stadio nuovo di zecca, costerebbe troppo, ma contribuire alla realizzazione di un vero e proprio polo sportivo nella zona, questo sì. Il progetto è più di un’ipotesi, ci stiamo pensando, soprattutto ho fatto presente ai dirigenti del Padova che i privati, se interessati, devono farsi avanti. E la dirigenza biancoscudata (Bergamin, Bonetto e soci, ndr) sta lavorandoci su». Stadio all’inglese, comunque, con gli spalti a ridosso del campo di gioco? «Certo. Chiaro, bisognerebbe buttare giù l’esistente e rimetterne in piedi uno diverso. Va rimossa la pista di atletica e gli spalti devono essere a contatto con il prato». Sembra di capire, però, che per ora nulla si muoverà… «Ecco il punto. Stiamo pensando di trasformare il Plebiscito, che oggi non è a norma neppure per il rugby, in una struttura deputata ad accogliere il calcio, anche se tutto ciò si concretizzerebbe fra poco più di un anno. Se avremo il via libera al progetto, ha senso, mi domando, tirare su una curva provvisoria, dietro la porta sud, per una sola annata?».
Dunque, ci sarebbe ancora una stagione per i tifosi biancoscudati nell’attuale stadio e poi il trasferimento in via del Plebiscito… «Ha capito bene. I lavori da effettuare al Plebiscito, tutti peraltro già finanziati, non sono strutturali. Si va per stralci: il primo riguarda la sistemazione di tutti i seggiolini nelle tribune, là dove oggi ci sono solo gradoni. Poi la recinzione unica intorno al campo, probabilmente in plexiglass, e corrimano sulle corsie di salite e discesa dagli spalti». D’accordo, e le curve? «Ci arrivo. Poi dovremo posizionare i tornelli agli ingressi, allestire una sala di sorveglianza per le forze dell’ordine che devono vigilare, e allestire una sala-stampa che ora manca. Quindi, gli accessi: con due perequazioni urbanistiche, una a nord e una a sud dell’impianto, potremmo favorire l’afflusso di tifosi ospiti da una parte e locali dall’altra. Quanto alle curve, stiamo valutando una struttura a sud, interamente coperta, in acciaio, oltre ad una per gli ospiti. In questo modo avremmo una capienza totale dello stadio di 10 mila spettatori, sufficiente non solo per la Serie B ma anche per giocare in deroga in caso di salto in A». Costo dell’intervento? «Dalla prossima variazione di bilancio avremo l’importo esatto, non inferiore comunque a 2-2,5 milioni di euro. Per una messa a norma definitiva, ribadisco». Il rugby? «I test-match ed eventuali amichevoli internazionali potrebbero essere tranquillamente ospitati lì. Per il Petrarca c’è la Guizza». Ci dia dei tempi… «Se l’ufficio di progettazione del Comune e i tecnici del Coni mi daranno l’ok, il bando di gara per i lavori scatterà a settembre. Per terminare il tutto nell’estate 2016». E la viabilità? «Stiamo studiando come intervenire, sia in via del Plebiscito che sulla rotatoria per Pontevigodarzere e dintorni». Dell’Euganeo, nel frattempo, che ne sarebbe? «Lo terremmo per gli eventi in grado di richiamare un pubblico superiore alle 10 mila unità e per i concerti di musica. Quanto all’atletica, il suo polo di riferimento sarà il Colbachini: con 1,5 milioni, già finanziati, porteremo da 6 a 8 le corsie della pista ed innalzeremo una nuova tribuna». Non resta che attendere”.