Live 24! Padova, un anno fa la mancata iscrizione in Lega Pro: quante cose sono cambiate…

Condividi

Clicca qui per aggiornare la diretta

Ore 21.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Francesco Peotta e Giovanni Madiotto sono due nuovi giocatori dell’Union Ripa La Fenadora. La società neroverde ne ha dato notizia ieri, in tarda mattinata, attraverso il proprio sito internet (www.unionripalafenadora.it). Si arricchisce così l’elenco degli arrivi in neroverde iniziati la scorsa settimana. Peotta è classe 1992, arriva all’Union dopo due stagioni nel Montecchio Maggiore, l’ultima stagione nei bassifondi del girone A di Eccellenza, e andrà a rinforzare la rosa dei centrocampisti a disposizione di mister Lauria. Il secondo tesseramento annunciato ieri riguarda Madiotto, punta, classe 1991, proveniente dall’Istrana di Eccellenza. In carriera Giovanni ha vestito maglie di club illustri quali Venezia, Treviso e Bassano: le aspettative quindi sono importanti. Madiotto e Peotta si aggiungono ai colpi di mercato dei giorni giorni. Sono arrivati alla società di via Marconi nomi come Davide Bartolini, punta proveniente dalla Maceratese, o quello del regista Daniele Casella, ex Pordenone, a cui si aggiunge il ritorno di Michael Salvadori dopo l’esperienza con il Padova. La rosa neroverde potrebbe così avere già preso una forma ben delineata, come spiega il ds Marcello Bizzotto: «Direi che siamo al completo. Potrebbe comunque arrivare ancora qualcuno anche se già così la squadra è a posto. In ogni caso lunedì ufficializzeremo tutti i nomi a disposizione di mister Lauria». Il radar del nuovo direttore sportivo ha visto veramente lontano portando a casa Union un giocatore come Bartolini proveniente dalla Maceratese: «Nulla di così straordinario – minimizza Bizzotto – perché Bartolini aveva fatto una buona seconda parte di stagione con la Perginese due campionati orsono. L’ho conosciuto in quell’occasione».

Ore 21.10 – (Corriere delle Alpi) Nasce la nuova Union di Lauria e Bizzotto, il direttore sportivo che ha messo nelle mani dell’allenatore altri due colpi: il centrocampista Francesco Peotta, classe 1992, e l’attaccante Giovanni Madiotto del ’91. La società del presidente Nicola Giusti li ha annunciati ieri. «Il Ripa Fenadora comunica di aver rilevato a titolo definitivo dal Montecchio il centrocampista Francesco Peotta (classe 92)», recita la nota della società, che precisa come «il giocatore sarà a disposizione di mister Lauria già da lunedì». Quindi dal giorno del raduno. Inoltre, «è stato tesserato Giovanni Madiotto (classe 91) attaccante proveniente dall’Istrana». Nuovi tesserati. L’Union è scatenata sul mercato, dovendo ricostruire la squadra dopo le tante partenze. Un lavoro che dovrà tramutarsi in risultati al via del campionato. Sarà una squadra giovane, con l’età media che si sta abbassando davvero, e non di poco. Dopo un inizio estate interlocutorio, dalla settimana scorsa quasi non passa giorno senza che arrivi l’annuncio di un nuovo innesto in casa neroverde. Anzi, un paio alla volta. Così i tasselli vanno a posto componendo l’idea di squadra che verrà. Dopo la punta centrale Davide Bartolini del 1986 proveniente dalla Maceratese e il regista di centrocampo Daniele Casella classe 1990 ex di San Donà e Pordenone, ecco dunque arrivare alla corte del mister Lauria il trequartista trevigiano del 1991 Giovanni Madiotto, nell’ultima stagione all’Istrana. C’è poi il centrocampista Francesco Peotta, ex Montecchio. Mercato in fermento. Altri colpi sono in canna. Sono imminenti gli arrivi in attacco dell’ala destra Manuel Caridi (classe 1993 prodotto del vivaio del Verona, lo scorso anno in forza al Mezzocorona con cui ha realizzato 7 gol in 28 partite tra cui una doppietta nella vittoria contro il Belluno) e in difesa del centrale ex Montebelluna Marco Guzzo (classe 1994 con un trascorso nelle giovanili del Milan) e del promettente esterno del 1996 Daniel Resenterra dalla Feltrese. Sempre nel reparto arretrato sono vicinissimi il laterale Andrea Dall’Ara (un 1994 che negli ultimi campionati ha giocato nel Delta Porto Tolle e nell’Abano) e il barese Michele Ianneo del 1989. Sul fronte dei portieri, è calda la pista che porta al bassanese Christian Scaranto (del 1997), destinato ad affiancare il riconfermato Matteo Salsano con cui giocarsi il posto da titolare lasciato libero dal capitano De Carli. Operazione ringiovanimento. Continua la linea verde intrapresa dalla società del presidente Giusti con i ritorni di Simone Loat (1996) e di Michael Salvadori (1994), e i rinnovi di Ervis Sinameta (1997), Enrico Savi (1997), Halil Gjoshi (1995), Diego Venturin (1996), Andrea Cibin (1996) e Simone Malacarne (1989).

Ore 20.50 – (Il Piccolo) Sarà Cristiano Masitto l’allenatore dell’Unione Triestina 2012. Dopo un impasse durata un paio di settimane, durante le quali erano spuntati vari nomi per la panchina, il diesse Sergio Pinzin ha annunciato che il tecnico della squadra sarà dunque Masitto, 43 anni, milanese, una lunga carriera da calciatore (era un attaccante) che l’ha visto militare fra serie B, C e D con Cesena, Florentia Viola, Ravenna, Como, Carpi, Rovigo, Bassano e Città di Jesolo. Dopo la parentesi da allenatore-giocatore al Sandonà, Masitto come tecnico ha portato alla salvezza Montebelluna e Monselice e ha guidato la Thermal Abano Teolo fino alla serie D, mentre nel 2013/14 è entrato in corsa a metà novembre sulla panchina del San Paolo Padova che versava in una critica situazione di classifica (aveva appena 13 punti in 11 partite), portandolo alla fine addirittura al quinto posto finale con 50 punti. Già la scorsa estate Masitto era in lizza per sedere sulla panchina della Triestina 2012: era metà giugno, con ancora Mehmeti e Mbock al timone della società, durante il breve interregno di Vignoni come direttore sportivo. Il tecnico milanese in quei giorni era in ballottaggio con l’amico Parlato, ma poi, come noto, a Trieste cambiò tutto. A quel punto sembrava che Masitto si dovesse accasare con il Sestri Levante, ma poi arrivò una chiamata dalla serie A, per la precisione dalla Fiorentina, per allenare gli Allievi Lega Pro. Una stagione positiva quella con i giovani viola, portati alla fine al secondo posto in campionato, a un solo punto dal Cesena. Adesso, con l’avventura triestina, per Masitto un pronto ritorno in serie D. Ma l’annuncio del nuovo tecnico non è l’unica novità in casa dell’Unione 2012. È ufficiale infatti anche un altro arrivo sul fronte giocatori, un buon puntello per il reparto difensivo: si tratta di Luca Beghin, padovano classe 1986, difensore centrale di grande esperienza della categoria che la scorsa stagione si è diviso tra Arzignanochiampo ed Este. In precedenza ha giocato con Giorgione, Sacilese, Legnago e Sambonifacese (anche in C2). Ma sempre a proposito di difesa, la società sta seguendo con grande interesse anche un altro centrale di esperienza, Dario Bova, uno che ha vinto gli ultimi due campionati di serie D, prima con la Lupa Roma e poi con la Fidelis Andria. In precedenza ha giocato con Aversa Normanna e Melfi in C2, con Carpi e Lucchese in C1, ma vanta anche 16 presenze in B con il Cesena. Qui però la concorrenza è notevole e non sarà semplice portarlo a Trieste. Maggiori speranze sembrano esserci per l’attaccante Marco Beccaro, 26 anni, ultima stagione nelle file della Sacilese con 8 gol. In precedenza ha militato con Marano, Real Vicenza e in C2 con il Mezzocorona. Con lui si potrebbe chiudere entro la settimana. Un po’ più a rilento le operazioni sul fronte dei giovani, ma anche qui si conta di chiudere con alcuni nomi entro alcuni giorni.

Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Colpo in attacco del Tamai. Le Furie rosse hanno concluso l’accordo con Davide Diaw, che torna nel borgo dopo le stagioni vissute con la maglia della Virtus Corno. Battuta la concorrenza del Fontanafredda, che per primo aveva messo gli occhi su di lui. Il Tamai cerca però ancora un altro attaccante (una prima punta) e continua a lavorare su Paladin, anche se l’affare sembra leggermente rallentato. Niente da fare per Minisini: il ’97 del Pordenone andrà alla Triestina. Il laterale sestese Marco Calderoni passa dal Bari al Latina. SOGNO – C’è anche il Fontanafredda su Denis Maccan. Un colloquio è già stato effettuato, più che altro per sondare la volontà del capitano neroverde. Nei prossimi giorni non è esclusa qualche sorpresa. Manca sempre il difensore centrale: Manucci continua a rappresentare l’obiettivo numero uno del club rossonero guidato da De Pieri.

Ore 20.10 – (Gazzettino, edizione di Belluno) È arrivata anche la firma, ieri mattina. Gabriele Brino è ufficialmente un giocatore del Belluno. E per la rosa gialloblù, l’arrivo del portierone ex Bassano potrebbe assumere un ruolo fondamentale specialmente nella dinamica della gestione dei fuoriquota. Ricordiamo che in serie D ogni squadra deve schierare sempre 4 Under 20 (un ’95, due ’96 e un ’97) e al momento Brino sembra il 1997 maggiormente candidato a una maglia di titolare. Solagna rischia di pagare il fatto di essere di un anno meno giovane.

Ore 19.40 – (Alto Adige) Piergiuseppe Maritato e Michael Girasole in biancorosso. Sono queste le due ultime novità della rosa messa a disposizione di mister Stroppa, che stamani si ritroverà a Maso Ronco per il previsto raduno. La prima novità porta il nome del cosentino Pierluigi Maritato, punta centrale di spessore che andrebbe così a colmare il vuoto lasciato da Fischnaller. Il corazziere calabrese è una vecchia conoscenza dell’ambiente biancorosso per aver fatto parte dell’organico di mister Vecchi nella stagione 2012-2013 (29 presenze e 6 gol). L’attaccante, che arriva in prestito dal Vicenza, è reduce da una stagione poco brillante iniziata in cadetteria con la maglia vicentina, per poi proseguire con la casacca del Como. La seconda novità riguarda il centrocampo, settore dove il ds Piazzi andrà ad inserire il 26enne Michael Girasole, nato a Vimercate e proveniente dall’Albinoleffe, squadra con la quale lo scorso anno ha inanellato 12 presenze, realizzando otto reti. Con gli arrivi di Maritato e Girasole sono dunque sette le new entry: il portiere Coser, il difensore Bassoli, i centrocampisti Lima e Girasole e gli attaccanti Tulli, Spagnoli e Maritato. Ovviamente il lavoro per il ds Piazzi non finisce qui. Il direttore spera, nelle prossime ore, di poter assicurare alle cure di Stroppa anche un terzino sinistro che vada a sostituire la partenza di Martin e una punta esterna di livello. Il tempo di registrare le due novità e via con il raduno. Alle ore 10 di stamani suonerà l’adunata sul sintetico di Maso Ronco, per la prima delle due sedute di allenamento quotidiane. L’Alto Adige lavorerà ad Appiano sino a venerdì, per poi il giorno dopo prendere la strada di Vipiteno dove, sino al primo agosto, si terrà ritiro ufficiale. Nuovi arrivi ed anche nuove amichevoli. Oltre a quelle già annunciate con Verona (domenica 19 a Stanghe di Racines), Bologna (domenica 26 a Castelrotto) e Spezia (giovedì 30 a Santa Cristina ore 17.30), mercoledì 22 l’Alto Adige incrocerà i tacchetti contro i neroverdi del Sassuolo diretti da Eusebio Di Francesco, match che si svolgerà al “Combi” di Merano. Venerdì la Lega diramerà l’elenco delle squadre iscritte ai vari campionati professionistici, compreso quello della Lega Pro che, nel frattempo, continua a perdere pezzi. Ci riferiamo al solo girone di pertinenza dell’Alto Adige, dove dopo Real Vicenza, anche Varese e Unione Venezia rischiano di essere cancellate dalla geografia del calcio professionistico. Il Varese ha ufficialmente comunicato di non aver prodotto la documentazione necessaria da presentare alla Co.Vi.So.C. L’Unione Venezia, dal canto suo, non é riuscita a trovare i quattrocentomila euro necessari per la fidejussione. Si profila così il terzo fallimento in dieci anni.

Ore 19.20 – (La Provincia Pavese) Prende tempo ma annuncia battaglia: dopo aver ricevuto il benservito dalla società, Massimo Londrosi si è eclissato ma, al telefono, si dimostra quanto mai informato su quello che la società ha detto pochi minuti prima. Davvero il licenziamento e solo il frutto di una differenza di vedute sulla gestione manageriale della società? «Datemi tempi – risponde l’ex dg azzurro –. Datemi ancora qualche ora soltanto per raccogliere un po’ di materiale e poi anch’io dirò la mia». L’avvocato Rampulla, a nome della società, ha detto che il Pavia non è solo calcio,: che si tratta di una realtà più complessa con interessi variegati. «Intanto il Pavia si è risollevato con la mia gestione, per il resto, ripeto, datemi ancora qualche ora». Di più, per il momento, Londrosi non dice. Ma l’impressione è che l’ex direttore generale azzurro non stia preparando le valigie per andare in vacanza dopo due anni di lavoro in via Alzaia, i play off raggiunti alla fine della scorsa stagione e una squadra costruita in quella che sta per iniziare con l’obiettivo dichiaratato di raggiungere la serie B. Ora che Londrosi lascia le redini, resta da capire anche quali potranno essere le ultime mosse del mercato. «Solo in uscita – aveva spiegato in mattinata Alessandro Rampulla – La squadra è stata costruita per una stagione di vertice e non ci saranno nuovi acquisti al netto di clamorose occasioni. In uscita, vedremo di gestore gli esuberi». E non è detto che le uscite siano davvero quelle che aveva programmato Londrosi. Ci sono nomi importanti, infatti, nella lista dei partenti: su tutti quello di Alex Pederzoli che dopo essere stato la mente del centrocampo azzurro è stato sostituito nello scacchiere tattico dall’arrivo di Giovanni La Camera. E non è detto che la partenza di Londrosi non coincida con un recupero di Pederzoli. Ma altri elementi vanno sistemati durante questo periodo di mercato estivo: da Rocco Sabato a Alessandro Corvesi per il quale si stava parlando con l’Arezzo.

Ore 19.00 – (La Provincia Pavese) Si chiama Pavia Calcio, ma il calcio non è tutto: c’è l’intrattenimento con il film e il reality italo-cinesi, c’è il progetto per trasformare lo stadio in un centro sportivo-commerciale sul modello inglese, ci sono i business sul territorio dalla sanità all’agroalimentare. E poi c’è un’immagine che negli ultimi mesi non stata brillantissima, a partire dal tira e molla col Comune sui lavori al Fortunati. «Sulla gestione di un sistema di business così complesso le scelte dell’ex direttore generale Massimo Londrosi e le strategie della proprietà rappresentata da mister Zhu e dal dottor Wang non erano più allineate. Per questo la società ha deciso di non rinnovare il contratto del dottor Londrosi in scadenza il 30 giugno 2015»: così l’avvocato Alessandro Rampulla motiva il licenziamento in tronco del dg che ha costruito la squadra che l’anno prossimo andrà a caccia della serie B. «Obiettivo che resta naturalmente confermato – si affretta a precisare Rampulla – fare un campionato di vertice e portare a termine i progetti sulla città, dallo stadio agli altri investimenti, restano obiettivi da raggiungere». Ma chi guiderà la macchina Pavia? Al fianco di Rampulla, al Fortunati, siedono Davide San e Luna Zen: è il segnale che nelle prossime settimane le redini della società passeranno ancora più saldamente nelle mani di vertici cinesi. E per il futuro? «La proprietà valuterà tutte le opportunità – risponde Rampulla – si dovrà decidere se proseguire su una strada interna, oppure affidarsi al mercato per cercare una figura dirigenziale che riesca a dare le risposte globali che la proprietà si aspetta». Va bene: ma volendo semplificare a costo di sembrare brutali, cosa è mancato nella gestione Londrosi? Quale è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso tanto da convincere la proprietà cinese a silurare il numero uno della squadra nel giro di due ore? «Sul piano organizzativo sono mancate alcune risposte che la proprietà si aspettava – risponde Rampulla – e sul piano dell’immagine c’è stata una “visibilità”, per così dire, che secondo gli standard orientali ai quali la proprietà fa riferimento sono sembrati eccessivi». è un riferimento alle frizioni con il Comune su chi debba pagare i lavori allo stadio? «Non si tratta di frizioni, ma di alcune incomprensioni che si chiariranno certamente – conclude Rampulla –. Quello che è certo, è che una società come il Pavia Calcio non può permettere di andare in rotta di collisione con il Comune della sua città».

Ore 18.40 – (Gazzetta di Mantova) Quella che poteva essere una grande giornata di mercato per il Mantova è stata “macchiata” dall’inatteso addio di capitan Matteo Paro, che si accaserà al Crotone di Ivan Juric con un contratto biennale. «È venuto a Brescia per firmare con noi – racconta il ds Alfio Pelliccioni -, ma nel tragitto ha ricevuto la telefonata del Crotone. Tornare in B a 32 anni è una grande occasione e ha deciso di coglierla». E così il Mantova ora dovrà trovare alla svelta un regista sul mercato. Pare che un pensierino sia stato fatto per gli esperti Daniele Corti e Manuele Blasi del Varese, ma non c’è ancora una pista ben definita. Ieri, intanto, il Mantova ha concluso l’ingaggio di tre giocatori in prestito dal Genoa. Torna in biancorosso il 20enne difensore Francesco Todisco e arrivano altri due giovani. Innanzitutto il 20enne portiere Marco Albertoni, che nella scorsa stagione ha debuttato in Lega Pro con la Spal (una sola presenza) e che sostituisce così Pierpaolo Boccanera, per il quale non è stato trovato l’accordo. L’altro volto nuovo è quello del 19enne trequartista Michael Ventre, lo scorso anno protagonista nella Primavera dell’Inter e ora di proprietà del Genoa. Altri due 20enni che approdano al Mantova sono l’esterno destro dell’Inter Leonardo Longo, che nella scorsa stagione ha collezionato da gennaio 3 presenze nel Grosseto e che stamani effettuerà le visite mediche e il centrocampista Mattia Lombardo (figlio del notissimo Attilio), che nell’ultimo campionato ha totalizzato 16 presenze in Lega Pro con Cremonese e Pontedera. Il Mantova attende inoltre di capire come si risolverà il “giallo” Pavia. La proprietà cinese ha infatti esonerato il dg Londrosi e adesso non è chiaro se rispetterà l’accordo preso per lo scambio Siniscalchi-Sereni. Un incontro fra le parti dovrebbe risolvere la situazione e nessun epilogo può essere escluso, anche la permanenza di Siniscalchi in biancorosso. Fra l’altro, questa situazione costringe l’Acm a temporeggiare sull’ingaggio del 29enne difensore Elia Legati (ex Venezia), con il quale nei giorni scorsi era stata raggiunta un’intesa di massima.

Ore 18.20 – (Gazzetta di Mantova) Per l’attacco il Mantova piazza il colpo a sorpresa e ingaggia con un contratto biennale il 32enne Francesco Ruopolo, centravanti con alle spalle una lunga carriera in B e che nell’ultima stagione ha segnato 13 gol in 35 partite con la maglia della Reggiana. In contemporanea, Cristian Altinier – a lungo inseguito dall’Acm in questo mercato – si accasa al Padova con un contratto triennale. Il primo giorno di Ruopolo in biancorosso è frenetico: prima la firma del contratto nella sede Sdl di Mazzano, quindi le visite mediche e una visita al Martelli, dove al Mantova segnò alcuni gol in B con l’Albinoleffe. «Me ne ricordo uno sotto la curva Te – dice Ruopolo, con indosso già la maglia biancorossa – e ricordo soprattutto il gran tifo che spingeva il Mantova. Quando venivamo a giocare qui era sempre molto bello, la mia speranza è di rivedere quella curva piena e di poter festeggiare i gol con i miei nuovi tifosi». Ai quali, però, l’attaccante non promette valanghe di reti: «Non mi piace farlo, l’unica cosa che posso promettere è il massimo dell’impegno e un grande lavoro per la squadra. Uscirò sempre dal campo con la maglia bagnata di sudore, questo è certo: poi il campo darà i suoi verdetti e i suoi numeri». L’arrivo al Mantova è stato una sorpresa anche per Ruopolo: «Ho saputo soltanto domenica della possibilità di venire qui, ma pensavo fosse la solita trattativa che va per le lunghe. Invece mi hanno subito detto l’offerta che erano disposti a farmi e non ci ho pensato su un secondo ad accettare. Ho visto che qui c’è una società seria che vuol costruire un progetto importante in una grande piazza: ha puntato forte su di me con un contratto biennale, sono a due passi dalla mia casa di Modena… Insomma, sono felicissimo di essere al Mantova e non vedo l’ora di mettermi al lavoro con i compagni». Fra l’altro Ruopolo ha già fatto coppia in attacco con Valerio Anastasi nella Reggiana: «Sì, due stagioni fa eravamo lì insieme. Di solito giocavamo o io o lui, ma qualche volta siamo riusciti a convincere il mister a cambiare modulo e a farci giocare insieme. Ci trovavamo bene, perché entrambi giochiamo per la squadra e per il compagno di reparto. Possiamo coesistere molto bene e poi Valerio è un ottimo attaccante». Degli altri nuovi compagni, Ruopolo conosce soltanto Gaetano Caridi: «Lo ricordo quando giocavamo contro come un grandissimo giocatore: adesso i suoi assist saranno per me e questo è già un bel vantaggio per un attaccante». La carriera di Ruopolo ha avuto uno stop di oltre un anno a causa delle vicende del calcioscommesse e l’attaccante è ancora indagato dalla Procura di Cremona. Lui non ha problemi a parlarne: «Ho fatto un grosso sbaglio e ho pagato perdendo due anni di carriera e tanto altro. Ho confessato tutto, sono pentito e ho preso questa cosa come una lezione di vita. Ora sono un uomo più forte e guardo avanti. Cosa mi aspetto da questa stagione? L’imperativo è mantenere la categoria, ma personalmente non mi pongo mai limiti. Vedremo».

Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Dalla prima voce al fatto compiuto sono passate poche ore, nelle quali il Pordenone ha dovuto ingoiare il primo rospo di mercato, bloccato in entrata dall’attesa sul ripescaggio, ma vivissimo in uscita. Federico Maracchi ha trovato l’accordo (un biennale sostanzioso) con la Feralpisalò e non farà parte della rosa a disposizione di Bruno Tedino. Il centrocampista, nuovo idolo del Bottecchia, ha accettato in pochissimo tempo l’offerta del club bresciano, declinando invece quella cremonese. Il progetto e la tranquillità di Salò hanno battuto, nel cuore di Maracchi, il richiamo della grande piazza calcistica. Ma soprattutto hanno cancellato quelle parole («il Pordenone sarà la mia prima scelta in caso di LegaPro») pronunciate appena 7 giorni fa. Ora per forza di cose bisogna trattenere Andrea Migliorini, il regista dal quale Tedino vuole ripartire. Il sostituto di Maracchi? Oggi sarebbe Matteo Buratto, centrocampista, classe ’94, che il Pordenone sta lavorando per tenere. Nel frattempo un altro ex neroverde, il difensore Tommaso Ghinassi, è tornato al Prato.

Ore 17.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Otto società non hanno presentato la fideiussione per potersi iscrivere alla nuova Terza serie 2015-16. Sono, oltre al Monza (fallito), Grosseto, Castiglione, Barletta, Varese, Venezia, Real Vicenza e Reggina. L’ufficialità arriverà comunque soltanto dalla riunione del Consiglio federale di venerdì 17. Non si escludono altre irregolarità amministrative, che potrebbero coinvolgere ulteriori club. Già queste otto esclusioni, in ogni caso, consentirebbero al Pordenone di rientrare in C, essendo i Ramarri ufficiosamente al quarto posto nella graduatoria dei ripescaggi, che prevedono l’alternanza tra retrocesse e Lega D. Sicuramente inoltreranno la domanda Altovicentino (D) e Albinoleffe. Il posto c’è. SI PARTE – Adesso Mauro Lovisa può veramente iniziare le praticheo. Se le cose non cambieranno, l’operazione costerà 900 mila euro solo per rimettere piede in LegaPro. Nel dettaglio: mezzo milione di supertassa a fondo perduto a carico di chi chiede la risalita e 400 mila euro per la fideiussione a garanzia delle spese gestionali. Soldi che re Mauro metterà di tasca sua? Una parte sicuramente sì. Così come dovranno mettere mano al portafoglio gli altri tre soci di minoranza (Zuzzi, Maccan e Orenti), tutti al 10%. Nei giorni scorsi però Lovisa avrebbe “rassicurato” gli amici che temevano il bagno di sangue di avere un paio di grossi sponsor pronti a dargli una mano. FRENO A MANO – Potrà essere sbloccato anche il freno della campagna acquisti. Non ci sarà certezza del ritorno in Terza serie sino alla comunicazione ufficiale, ma i conti a posto del 2014-15 e la disponibilità a pagare i 900 mila euro richiesti dovrebbero essere garanzie sufficienie anche per i più cauti. Potranno finalmente essere presentati i nuovi tecnici (Tedino e Marchetto), l’uomo-mercato (Zamuner) e Lovisa potrà dichiarare anche i programmi della società, che dovrebbero prevedere per questa prima era post rinascita una tranquilla salvezza e la valorizzazione dei giovani. Gli stessi della vigilia della scorsa stagione. Auspicabilmente non saranno commessi gli stessi sbagli che poi hanno portato a tre avvicendamenti in panca e a una “rivoluzione” della rosa a cavallo fra dicembre e gennaio. Va comunque riconosciuto al presidente e ai suoi soci il fatto di aver pagato di tasca propria sia le cose buone che quelle cattive e di essere ancora presenti per rimediare. Altri, in tante sedi, si sono lasciati alle spalle soltanto i cocci di un giocattolo che non hanno mai pagato.

Ore 17.20 – (Messaggero Veneto) La decina della speranza. Che ora assume i contorni della quasi certezza. Il gong delle 19 di ieri ha regalato un’ondata di ottimismo al popolo neroverde. Sono nove le squadre che non ce l’hanno fatta a iscriversi in Lega Pro. In attesa del verdetto ufficiale della Figc, atteso per venerdì, ieri scadeva il termine per proporre ricorso alla Covisoc e completare la documentazione mancante. Ebbene, delle 12 società in bilico, 4 si sono ufficialmente arrese: Real Vicenza, Venezia, Varese e Reggina. Pare essersi salvato in extremis l’Ischia, che in un primo momento si pensava dovesse essere estromesso per la difficoltà a reperire la fideiussione da 400 mila euro richiesta dal regolamento. Tradotto in numeri: oltre ai 5 posti già liberi per le esclusioni di Monza, Castiglione, Grosseto e Barletta (e al posto che lascerà libero chi sostituirà il Parma in B), se ne aggiungono altri 4. Un novero da considerarsi sufficiente a far sì che il Pordenone venga ripescato, anche nell’ipotesi dovesse concorrere con club più blasonati. Ad avvalorare questa ipotesi ci sono al momento anche le dichiarazioni d’intenti. Hanno, infatti, manifestato la volontà di chiedere il ripescaggio, con tutti gli ingenti oneri annessi (al momento i 500 mila euro di fondo perduto sono previsti, anche se permane la remota possibilità di un dietrofront), oltre al Pordenone, soltanto Albinoleffe, Taranto, Altovicentino e Fondi (Latina): le ultime tre provenienti dalla serie D. E non senza qualche problema: l’Altovicentino, ad esempio, dovrebbe risolvere la questione stadio, vista l’inderogabilità dei criteri infrastrutturali e l’attuale disponibilità dell’inadeguato, seppur storico, impianto di Valdagno. A queste società potrebbe aggiungersi il Forlì (retrocesso dalla Lega Pro), ancora in dubbio. Mentre altre possibili e temibili concorrenti (in primis il Gubbio) puntano più a una riammissione per la rivoluzione in classifica che potrebbe derivare dalle sentenze della giustizia sportiva (impegnata sul filone “Dirty soccer”), che al ripescaggio vero e proprio. Anche in questo caso, tramutando le considerazioni in numeri: se nove saranno i posti liberi, il Pordenone al momento farebbe sicuramente parte delle ripescate (da 4 a 6). Insomma, champagne ancora in frigo, ma col tappo che pulsa.

Ore 16.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Prima la rabbia e le accuse «urbi et orbi» su Facebook, poche ore dopo la resa innanzi allo stop alla trattativa imposto lunedì alle ore 17 dall’avvocato Fausto Baratella. Ieri mattina Dinamica Consult ha alzato bandiera bianca comunicando la decisione di «deporre le armi» a Roberto Querci Della Rovere, presidente del collegio sindacale del Venezia e delegato del presidente Yury Korablin per la Venice Football Academy (la società di diritto italiana proprietaria del club arancioneroverde). «Siamo rimasti amareggiati e delusi dal comportamento tenuto dall’avvocato Baratella, dal modo in cui siamo stati trattati in particolare nella giornata di lunedì 13 luglio – la denuncia di Dinamica Consult tramite Nicola Dall’Armellina – Il fatto di chiuderci le porte in faccia a trattativa tecnicamente chiusa ha determinato in maniera negativa la fine delle nostre possibilità di acquisire, con persone di assoluto spessore e qualità, l’Unione Venezia. Potevamo salvare la società, nonostante ci siano state fornite documentazioni incomplete, bilanci e situazioni economiche poco chiare». Un tasto quest’ultimo su cui Dinamica Consult insiste: «Come mai si è arrivati a far fallire la società con un debito così alto? Dove sono finite le risorse economiche? Chi gestiva il patrimonio? Ci si poteva fermare prima? Per quel che ci è possibile faremo chiarezza fino in fondo con la documentazione in nostro possesso, nelle dovute sedi. Purtroppo noi ci siamo fatti sviare da Renzo Corvezzo, ora speriamo che il sindaco Brugnaro ponderi bene e faccia piazza pulita bene dando la serie D a persone in grado di dare continuità». Da parte sua l’avvocato Fausto Baratella replica con fermezza. «Di certo non mi ritengo responsabile del naufragio di questa offerta che, peraltro, concretamente non mi è mai stata presentata nero su bianco – ribadisce il legale mestrino -. Sono mancati i presupposti di una trattativa seria, io per primo avevo interesse a vendere la società evitando un epilogo dovuto solo al venir meno del supporto economico della proprietà russa. Alle 17 di lunedì ho detto stop perché non c’erano più i tempi «bancari» per provvedere a tutti i pagamenti: quella era inevitabilmente la tempistica cui fare riferimento, no di certo le ore 19 di martedì entro cui presentare ricorso».

Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) In coda dal sindaco per far ripartire un nuovo Venezia dalla serie D. Esauritosi nel peggiore dei modi dopo 4 anni e mezzo il «made in Russia», ora il tempo stringe (a dir poco) tanto che già ieri il primo cittadino Luigi Brugnaro – mentre alle 19 l’Fbc Unione Venezia non presentava alcun ricorso contro l’esclusione dalla Lega Pro – ha iniziato le «consultazioni» con papabili finanziatori intenzionati a non far affondare del tutto il pallone arancioneroverde. «Mi sono giunte due manifestazioni d’interesse – si è limitato a far sapere Brugnaro -, un gruppo l’ho già incontrato a Cà Farsetti, con il secondo stiamo definendo l’appuntamento». Massimo riserbo sull’identità degli «aspiranti», ma pare che a varcare l’ufficio del sindaco siano stati gli avvocati italiani di una facoltosa cordata americana. Probabilmente si tratta degli stessi imprenditori che a dicembre erano stato respinti da uno Yury Korablin in quel momento ancora lontano dall’abbandonare il Venezia alla deriva. Il pool sarebbe forse legato a Joe Tacopina, ex vicepresidente della Roma e attuale numero uno del Bologna, mentre si vocifera che della ricostruzione della nuova società sul piano tecnico potrebbe occuparsi più o meno direttamente Giorgio Perinetti, stimato dirigente sportivo con una lunga carriera in serie A. Disposti ad un coinvolgimento in team sarebbero anche due veneziani, l’ex presidente del Laguna Venezia Luca Castagna (amministratore di Edicom Group e finanziatore nell’ultima stagione del settore giovanile lagunare) e Alessandro Mazzetto del ristorante Graspo de Ua. In auge però torna anche il nome dell’ex amministratore delegato arancioneroverde Vincenzo Marinese con la sua Sirai srl (Società per la riqualificazione ambientale e infrastrutturale) e non con la Pio Guaraldo spa di suo padre Lorenzo, artefice del primo illusorio rilancio nel 2005 con i fratelli Poletti e lo stesso Brugnaro. «Sto cercando di coinvolgere altre 2-3 cordate che rigorosamente non abbiano precedenti nel calcio. In caso di loro risposta positiva il mio interesse a dare una mano è totale – conferma Marinese – ma non andrò da Brugnaro con gente poco seria, proprio perché io per primo ho sofferto per questi colori. L’epilogo-Korablin? Me lo aspettavo fin dal primo giorno perché tutto era partito «alla rovescia»: non ha senso parlare di investimenti e nuovo stadio tenendo in poca considerazione la squadra. Il progetto sportivo dev’essere la priorità come il coinvolgimento delle forze del territorio e riportare i tifosi al Penzo». Tutto ciò senza escludere del tutto un colpo di coda del gruppo Dinamica Consult, che pur dovendosi leccare le ferite per il mancato acquisto di 48 ore fa potrebbe anche rilanciare per la D con i vari Guido Minerva, Gerardo Meridio e l’avvocato Vincenzo De Tata. Intanto il presidente della «sorellina» Venezia Soccer Academy, Alessandro Piovesan, si rivolge alle famiglie dei ragazzi del settore giovanile: «Non c’è motivo di fuggire verso altre società, con il cambio di proprietà il vivaio arancioneroverde ripartirà più forte e con più prospettive di prima fin da Pulcini e Primi calci. Il lavoro iniziato quest’anno con Mattia Collauto e Nicola Marangon proseguirà meglio di prima».

Ore 16.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Una giornata iniziata con la decisione di scavalcare il legale incaricato dal presidente Korablin di procedere alla vendita del Venezia per riuscire a salvare ad ogni costo la Lega Pro. Alla fine, dalla Dinamica Consult è arrivato solo un ultimo comunicato, con il quale si alza bandiera bianca. Non senza rinunciare ad imputare all’avvocato Fausto Baratella la chiusura anticipata dei termini «a trattativa tecnicamente chiusa», si legge in una nota riferendosi al fatto di avere tutte le carte in regola, oltre ad accusare la società di aver fornito «documentazione incompleta, bilanci e situazioni economiche poco chiare». Accuse che l’avvocato e il presidente del collegio sindacale, chiamato in causa dalla Dinamica Consult, respingono al mittente, riservandosi la facoltà di tutelarsi nelle opportune sedi. «Non intendo alimentare polemiche, ma – precisa l’avvocato Baratella – dopo il primo incontro ho dato la mia disponibilità a fornire la documentazione contabile e ho dichiarato di attendere la proposta scritta di acquisto per proseguire. La proposta non è arrivata, non c’è stata la possibilità di avviare la trattativa». L’appuntamento con la cordata era slittato fino ad arrivare alla richiesta di incontro per le 17 di lunedì, quando però le banche sarebberto state chiuse senza possibilità di eseguire i pagamenti necessari. Quanto alla fideiussione, «era un mio dovere accertarmi della sua esistenza, oltre che della disponibilità dei mezzi finanziari degli acquirenti». In questa vicenda si sono alternate più persone, con un iniziale coinvolgimento di Renzo Corvezzo ma anche del vicentino Gianni Borriero, di Guido Minerva, mentre l’ex assessore di Dueville Gerardo Meridio era stato indicato come presidente di garanzia. Borriero, affiancato da un legale di fiducia, ha tenuto contatti anche con il presidente del collegio sindacale, Roberto Querci Della Rovere. «Ma non sono io il mandatario del presidente Korablin», precisa chiarendo che sarebbe stato impossibile scavalcare l’avvocato Baratella, vista la procura a vendere firmata davanti a un notaio. «Mi hanno chiesto i bilanci, che abbiamo fornito. Dicono che sono poco chiari? I documenti si riferiscono agli ultimi tre mesi ed è evidente che riportano cifre diverse, fotografando momenti diversi. Non possono permettersi di fare certe accuse». Proprio nello studio di Querci Della Rovere, il 22 giugno, Korablin aveva avviato la trattativa di compravendita. E aveva già incontrato alcune persone interessate, forse collegate a questa cordata. Poi si è preferito procedere per procura, considerati i problemi di salute del presidente, che non avrebbe potuto fare avanti e indietro dalla Russia.

Ore 15.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Nel giorno in cui è calato ufficialmente il sipario sulla LegaPro, si lavora alla ripartenza di un nuovo Venezia dalla serie D e sono già scese in campo due cordate. Ieri un primo gruppo di imprenditori ha incontrato il sindaco Luigi Brugnaro, che sta seguendo con grande attenzione le vicende legate al calcio veneziano e che, nel suo ruolo istituzionale, dovrà accompagnare con una lettera alla Figc la richiesta di iscrizione al campionato dilettanti. Ma una seconda cordata ha contattato ieri Ca’ Farsetti chiedendo un appuntamento, che potrebbe essere fissato già per venerdì. Rispetto ai tre gruppi che sembrano interessati a far ripartire il calcio arancioneroverde, si sarebbero dunque fatti vivi quello strettamente veneziano (legato all’ex patron arancioneroverde Vincenzo Marinese) e un altro gruppo «misto», che farebbe riferimento a un italiano residente a Londra ma legato «affettivamente» alle sorti di Venezia e che sarebbe riuscito a far convogliare attorno alla sua figura alcuni imprenditori locali, disposti ad investire ciascuno una parte del capitale necessario. Rimarrebbe per ora alla finestra la cordata statunitense, intenzionata ad investire sullo sport veneziano ad alto livello, anche se — forse — inizialmente pensava di puntare sulla LegaPro. Se davvero intenzionata, a sua volta dovrà farsi avanti al più presto. I tempi tecnici, infatti, sono stretti. La dead line è quella del 25 luglio, giorno ultimo per presentare la richiesta di iscrizione alla serie D in sovrannumero. Per ottenerla occorre versare la fideiussione di 300mila euro, più le tasse di iscrizione che ammontano a circa 50mila euro e presentando un piano finanziario quadriennale. Il tutto accompagnando la richiesta di iscrizione con una lettera formale del sindaco. Entro il giorno precedente andrà presentata la richiesta di affiliazione al Comitato regionale, documentando la disponibilità del campo di gioco. In questi dieci giorni, dunque, dovrà essere costituita la nuova società che si incaricherà di compiere i passi formali relativi all’iscrizione. Per questo già questa settimana le cordate dovranno uscire alla scoperto. Subito dopo, il sindaco dovrà pronunciarsi su di esse valutando l’affidabilità finanziaria del progetto sportivo. Se questo avverrà entro venerdì, tra lunedì e martedì andrà costituita la nuova società con una denominazione diversa da quella dell’Fbc Unione Venezia, anche se in ogni caso dovrà richiamare i valori della fusione tra Venezia e Mestre, con relativi colori sociali. Subito dopo si arriverà a richiedere l’affiliazione, per poi procedere con l’iscrizione vera e propria sulla base dell’articolo 52 delle Norme organizzative interne federali. Ieri intanto ha ufficialmente chiuso i battenti la società di Yuri Korablin (che seguirà la strada del tribunale, viste le pendenze debitorie), licenziando i dirigenti e gli ultimi dipendenti rimasti, che hanno espresso la loro amarezza mediante un comunicato. «Fino all’ultimo – si legge – abbiamo lavorato incessantemente, producendo tutti gli incartamenti necessari per evitare questo triste epilogo, pur consapevoli che i tempi tecnici per la cessione della società fossero strettissimi». Ieri scadeva il termine ultimo per presentare ricorso in merito all’esclusione dalla Lega Pro ma la società, chiaramente, non può più fare nulla, «non essendo stati disposti i pagamenti necessari a sanare le carenze patrimoniali del club». Si chiude con un ringraziamento a calciatori e staff tecnico, ma soprattutto ai tifosi che hanno «gioito e sofferto» insieme al club.

Ore 15.30 – (Nuova Venezia) Ore 19: l’FBC Unione Venezia non presenta il ricorso a Roma, cala il sipario sul club fondato nel 2009 da Enrico Rigoni, la “morte” ufficiale sarà sancita venerdì dal Consiglio Federale. Dopo la ratifica della mancata iscrizione, il sindaco, Luigi Brugnaro, potrà avvalersi dell’articolo 52 delle Noif, le Norme Organizzative Interne Federali, per chiedere l’iscrizione di una nuova società in sovrannumero al campionato di serie D. Forse non servirà aspettare nemmeno molto: ieri mattina Brugnaro ha incontrato a Ca’ Farsetti i rappresentati di un gruppo interessato a ricostituire da zero il Venezia in serie D e nelle prossime ore avrà un colloquio anche con i delegati di un secondo gruppo. La sensazione è che entro la fine della settimana, soprattutto dopo il Consiglio Federale, si avrà una schiarita in proiezione serie D. Un gruppo interessato gira attorno alla figura di Vincenzo Marinese, ex amministratore delegato dell’SSC Venezia. «Mi piacerebbe rientrare con un progetto serio e ambizioso», ha ammesso Vincenzo Marinese, «non sarei ovviamente da solo, ma insieme ad altre persone, sia di Venezia che da fuori. Deve esserci comunque un capo-cordata che assumi la maggioranza. Credo che entro 24-48 ore potrò dare una risposta definitiva al sindaco Brugnaro dopo aver effettuato le opportune verifiche». Si parla anche di una cordata con estrazione americana particolarmente interessata alle vicende lagunari in lavori di ristrutturazione. Il segnale positivo è che ci siano già lampi di interesse per costituire un nuovo club e ripartire dalla serie D. L’ultimo atto ufficiale dalla sede di via Torino è arrivato invece attorno alle 16. «L’amarezza di dirigenti e dipendenti è tanta», viene scritto nel testo di commiato, «fino all’ultimo abbiamo lavorato incessantemente producendo tutti gli incartamenti necessari per evitare questo triste epilogo pur consapevoli che i tempi tecnici per la cessione della società fossero strettissimi. La società non presenterà ricorso poiché, a oggi, non sono stati posti in essere i pagamenti necessari a sanare le carenze patrimoniali del club». Poco dopo è stato diramato anche il comunicato da Dinamica Consult Italia, spedito da Nicola Dall’Armellina. «Rimaniamo dell’idea», si legge nella parte centrale, «che la società si potesse salvare, a prescindere da chi si è fatto avanti all’ultimo mese o all’ultimo giorno con cordate serie, meno serie o con una semplice telefonata informativa per sapere realmente la situazione finanziaria, la quale non è mai stata chiara fino in fondo. Non c’è stata mai, e ripetiamo mai, la sensazione che a qualcuno di loro facesse piacere che delle persone si facessero in quattro per evitare il fallimento dell’FBC Unione Venezia».

Ore 15.10 – (Giornale di Vicenza) Il 3-0 rifilato al Novara che disputerà quest´anno il campionato di B, resterà nella storia. Fu quella, nel girone di andata, la partita perfetta del Real Vicenza, che ieri ha ufficialmente rinunciato alla Lega Pro. La decisione era attesa da giorni. Nessun acquirente ha bussato alla porta di Lino Diquigiovanni, il presidente che con amarezza si è dovuto arrendere e, nel pomeriggio di ieri, comunicare la scelta. Questa la nota diffusa dalla società: «Il Real Vicenza comunica ufficialmente di non presentare alla Covisoc la documentazione necessaria per fare fronte al ricorso per la mancata ammissione al campionato 2015-2016 di Lega Pro. Comunica inoltre che la matricola Real Vicenza proseguirà l´attività con il settore giovanile a partire dalla scuola calcio e tutte le categorie superiori. Il presidente Lino Diquigiovanni ringrazia tutti i suoi collaboratori che in questi anni l´hanno sostenuto e accompagnato in questa esperienza sportiva, ricca di emozioni, che gli ha permesso di raggiungere traguardi importanti».Il no di Treviso. È pesato non poco sul destino del Real Vicenza il no giunto dalla Marca. A Treviso Diquigiovanni avrebbe voluto trasferire la squadra per permetterle di godere di un maggiore seguito. Al Menti, infatti, la media spettatori è sempre stata molto infelice (300 a stare larghi). «Treviso ha rappresentato una grossa delusione per noi spiega Barbara Diquigiovanni, la figlia del massimo dirigente, che in questi anni ha lavorato e creduto al progetto sportivo del padre . Là ci sono una storia, un tifo e molti altri ingredienti che ci facevano ben sperare. Purtroppo non è andata come volevamo. Altre soluzioni si erano profilate, ma erano soltanto ripieghi. Abbiamo avuto altri interlocutori, ma c´era poca sostanza dietro. Abbiamo così deciso di chiudere con un bel ricordo, quello di cinque anni importanti che hanno arricchito me e la mia famiglia».Lega Pro. Dall´Eccellenza alla terza serie in pochissimo tempo. Il Real Vicenza ha scalato le categorie in soli tre anni. Nel 2013-2014, infatti, ha disputato la prima stagione tra i professionisti facendosi onore in mezzo a squadre blasonate e di categoria superiore. «Il fatto che gli obiettivi sportivi siano stati raggiunti in poco tempo ci riempie d´orgoglio afferma la Diquigiovanni . Si chiude una bellissima parentesi ricca di emozioni e rapporti umani. Devo ringraziare tutti i ragazzi della rosa, che hanno compreso la nostra situazione e si sono dimostrati molto attaccati. Sarebbero rimasti volentieri. Ora sono tutti svincolati».Big. Il Real Vicenza ha lanciato e rilanciato volti nuovi e già conosciuti del mondo del pallone. Ha per esempio dato fiducia ad allenatori alle prime armi come gli ex biancorossi Lamberto Zauli e Michele Marcolini, ha permesso a Salvatore Bruno, già attaccante di lusso in A e B, di mettere altri 16 gol in cascina e laurearsi capocannoniere del torneo. Ha riscoperto una stagione fa l´estroso attaccante romano Danilo Alessandro. Ha messo in vetrina parecchi giovani, da Matteo Malagò a Carlo Caporali, fino a Nicola Pavan. Qualcuno, come il portiere Matteo Tomei, aveva giurato fedeltà a vita, dicendo mesi fa che avrebbe chiuso volentieri la carriera tra i pali del Real Vicenza. Quello biancorosso si è caratterizzato come un ambiente a dir poco… frizzante. Lo testimoniano i numerosi passaggi di testimone in panchina voluti da Diquigiovanni (nell´ultima stagione ha fatto rumore l´esonero di Marcolini, sostituito da Paolo Favaretto, e poi richiamato su pressione dei giocatori) e le rose quasi completamente rivoluzionate negli ultimi tre anni.Fattore Menti. E torniamo al sostanziale motivo della chiusura: lo stadio. «Purtroppo in città non abbiamo trovato molto spazio e questa non è una critica a nessuno, ma una semplice constatazione aggiunge la Diquigiovanni . Il calcio è spettacolo e va fatto per gli altri. La mancanza di pubblico è stata sentita come un grosso problema; la gente avrebbe dato una spinta importante ai giocatori nel corso del campionato. Nel calcio bisogna usare il cuore e la testa e quest´ultima, alle volte, deve superare il cuore».

Ore 14.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Tutto come previsto. Il Real Vicenza è ufficialmente sparito e non si iscriverà alla prossima Lega Pro. La notizia era nell’aria ed è arrivata la conferma ieri pomeriggio, quando il presidente Lino Diquigiovanni ha gettato definitivamente la spugna. «Sono molto combattuto — sospira l’imprenditore vicentino — perché da un lato sono convinto che per me e per la mia salute sia la cosa migliore, dall’altro è dura abbandonare il mondo del calcio in questa maniera… Ma ormai non aveva più senso andare avanti così. Gestire un club solo per me stesso alla lunga non avrebbe portato più a nulla. Domani (oggi per chi legge, ndr ) ci incontreremo per decidere sul settore giovanile. Ci iscriveremo nei dilettanti per un anno in modo tale da permettere la continuazione dell’attività delle famiglie che hanno creduto in noi». Diquigiovanni ripercorre cinque anni vissuti sempre sulla cresta dell’onda, con un finale che avrebbe voluto essere diverso. «La vera occasione mancata è non essere riuscito a far capire a Treviso la portata della mia iniziativa — sottolinea — credo per molti anni la Marca non vedrà calcio di alto livello e questo è un peccato, perché si tratta di una realtà molto importante. In queste settimane ci sono stati alcuni contatti, alcuni pour parler, ma niente di veramente serio o niente che mi abbia convinto fino in fondo. Il Real Vicenza è stata una realtà molto bella, voglio che la sua immagine rimanga pulita quando verrà ricordata nei prossimi anni». Finisce, dunque, la storia di una società capace in cinque anni di arrivare alle porte della serie B con una scalata irresistibile. Il punto più alto rimarrà indubbiamente il primo posto in classifica nella Lega Pro nella scorsa stagione, dopo il 3-0 inflitto al Novara che poi è andato a vincere il campionato agguantando la serie B. Intanto ieri il Bassano ha ufficializzato l’arrivo dell’esterno Giuseppe Fella dal Melfi e ha chiuso anche per l’ex capitano del Vicenza Daniele Martinelli. Dopo Roberto Candido, si tratta di due rinforzi importanti per Stefano Sottili, che si appresta così a iniziare la sua stagione agonistica con una squadra davvero competitiva.

Ore 14.30 – (Giornale di Vicenza) Due figurine mancanti nel pack arretrato, Priola e Toninelli già col foglio di via nel taschino (il primo a Catanzaro, il secondo atteso a braccia aperte ad Ascoli), ma uno dei due spazi vuoti potrebbe essere occupato sin da oggi. E non con un adesivo purchessìa. Bensì con quello di Daniele Martinelli, torinese, 33 anni, per oltre 8 anni perno di retrovia del Lane, gli ultimi due tornei a Trapani in B e svincolato da due settimane. Martinelli, un metro e 82 per 74 kg, centrale di retroguardia scafatissimo si sta allenando con la Virtus e se i riscontri saranno positivi potrebbe essere contrattualizzato già nelle prossime ore. Nel frattempo rimpasto in corso all´interno del settore giovanile della Virtus: il responsabile Michele Nicolin, fresco di rinnovo contrattuale nonostante le lusinghe insistite del Bologna, ha chiamato alla guida della Berretti giallorossa Massimiliano Parteli, l´artefice della scalata del Ripa La Fenadora dalla Promozione alla serie D. Max Parteli è uno specialista nel lavorare coi giovani ed è già carico a molla. «Il mio compito è quello di lavorare duro sul campo portando più ragazzi possibili nell´orbita della prima squadra – detta il suo primo pensiero il nuovo trainer dei diciottenni di casa – per un allenatore come il sottoscritto, Bassano è l´ambiente ideale per crescere. Orgoglioso di operare per un club così». Parteli prende il posto di Michele Baldi, che dopo l´eccellente annata al timone della Berretti, condotta alle finali scudetto, piloterà gli Allievi Nazionali.

Ore 14.10 – (Giornale di Vicenza) La storia del calcio è lastricata di Beppe gol, da Savoldi a Signori. Bassano invece avrà il suo Peppe gol, con la P, che poi lui precipuamente è un uomo assist, più che un finalizzatore. Si tratta di Giuseppe “Peppe” Fella, 22 anni da compiere, salernitano, aletta frizzante e ficcante che il Soccer Team ha prelevato ieri dal Melfi, in Lega Pro dove ha chiuso l´annata con 5 reti in 37 presenze. Sì, perchè Fella è di fatto un esterno offensivo, l´alternativa d´attacco scelta per surrogare il partente Cattaneo. Fella, secondo ingresso giallorosso dopo Candido, in precedenza ha giocato a Campobasso, Avellino e Brindisi, ma ha consumato la trafila del vivaio a Cittadella ed è lì che Seeber l´aveva conosciuto e scovato tenendolo sempre d´occhio e seguendo la sua maturazione agonistica. Fella è un tipetto che crea scompiglio dalla trequarti in su e manda in porta i compagni, è soprattutto uno vivace e di prospettiva. Con Fella, l´altra freccia offensiva virtussina è Roberto Candido che ieri si è presentato e almeno quest´anno la smetterà di segnare al Bassano (lo scorso torneo 3 reti all´undici di Asta dei 9 bollati con la Pro Patria). «Sono davvero felicissimo di essere qui, la società mi stava seguendo da gennaio – confida Candido, un ragazzo spontaneo e solare in ossequio al cognome che porta – avevo altre opportunità sul tavolo ma il Bassano è quello che mi ha cercato con più insistenza volendomi fortemente. Io nasco trequartista – si descrive – ma col tempo sono stato impiegato con profitto come laterale d´attacco, mi piace mettermi al servizio dei compagni ma anche contribuire in prima persona se posso. L´obiettivo è di migliorare il bottino dell´ultimo torneo, quanto alla squadra non ci poniamo limiti. Ragioniamo una gara alla volta, l´unica vera necessità è provare a partire lanciati. Quando in primavera ho giocato al Mercante con la Pro Patria (timbrando una doppietta, ndr) mi ha colpito l´entusiasmo e la carica che si respirava sugli spalti. Ecco, spero di rivedere e riassaporare la medesima atmosfera. L´impatto coi compagni è stato ampiamente positivo – riconosce – si vede che è uno spogliatoio compatto che lavora assieme da anni. La città? Mi sto orientando solo adesso, la prima impressione è molto carina…». Svezzato nel vivaio dell´Inter dove è rimasto per un decennio, c´era anche lui nella Primavera nerazzurra di Stramaccioni che vinse la Coppa Campioni di categoria. «Quello era un gruppo formidabile – ricorda il ventiduenne milanese di Lissone – c´erano Crisetig, Duncan, Mbaye e Longo, tutta gente che poi è approdata in serie A. Per quanto mi riguarda devo crescere parecchio nella lettura tattica delle partite, capire cioè quando è il momento giusto per colpire e quando invece è opportuno aspettare. Perchè io sarei istintivo e mi butterei a capofitto». Fuori dal campo segue i motori e specificatamente la MotoGP, normale per chi fa della velocità e delle ripetute sgommate sull´out il suo pane quotidiano. Nel frattempo la sua benzina sono le motivazioni. «Quando si è reduci come il Bassano da un torneo del genere, replicare è complicatissimo – chiosa – tuttavia vengo con una carica pazzesca, qui ci sono i presupposti per lasciare il segno, Sottili non lo conoscevo ma mi ha fatto subito una grande impressione». Dopo lo sganassone col Como, il suo entusiasmo è ossigeno puro.

Ore 13.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Ancora una giornata intensa per la campagna trasferimenti del Vicenza, che ieri ma messo a segno un colpo in entrata, perfezionando anche una cessione di rilevo. Come anticipato in biancorosso arriva l’esperto centrocampista Michele Pazienza , 33 anni, voluto espressamente dal tecnico Pasquale Marino. L’ex mediano di Juventus, Fiorentina, Udinese e Bologna ha formato un contratto annuale ma la società biancorossa si è riservata il diritto di esercitare un’opzione. Pazienza già ieri sera aveva raggiunto in ritiro i suoi nuovi compagni, smanioso di mettersi al lavoro. Lascia invece Vicenza l’attaccante Piergiuseppe Maritato , girato in prestito al Sud Tirol con la formula del prestito, come ufficializzato in serata dal comunicato della società. Una cessione, dopo quella del gennaio scorso al Como, che ha fatto scattare una dura reazione dell’attaccante calabrese che nella sua pagina Facebook ha così commentato il nuovo trasferimento: «Si riparte da Bolzano. Si ricomincia dal Sudtirol e da chi mi ha dimostrato la sua fiducia in un momento nel quale altri, sempre gli stessi, non mi hanno dato la possibilità di tornare a casa. Ritorno in un posto bellissimo con la consapevolezza e la speranza di poter ritrovare me stesso. E, consentitemelo, con la grande gioia di poter giocare nuovamente con i miei colori addosso. Quel bianco e rosso che ormai fanno parte della mia anima». Per chi se ne va con qualche polemica, c’è invece chi vorrebbe tornare in biancorosso, anche se la cosa diventa ogni giorno meno probabile. Federico Moretti , tornato al Catania per fine prestito, ha voglia di ripartire. Su di lui ci sono Carpi ed Empoli in serie A e soprattutto l’Avellino in serie B, categoria che lui non disdegnerebbe dopo la grande stagione disputata con il Vicenza. Moretti ha instaurato un rapporto speciale con l’intero ambiente vicentino e la possibilità di tornare in biancorosso lo troverebbe più che favorevole, anche perché ritroverebbe Pasquale Marino, il tecnico che l’ha rilanciato. «Purtroppo il ritorno di Moretti è sempre più complicato», fanno sapere da via Schio, ed è per questo che anche ieri la società ha incontrato i vertici dell’Atalanta per cercare di chiudere il prestito del mediano Roberto Gagliardini . L’incontro non ha portato all’accordo tra le parti, ma qualche piccolo passo avanti è stato compiuto: questo lascia pensare che entro la fine della settimana Gagliardini potrebbe diventare un giocatore del Vicenza. Definito l’arrivo del mediano di Bergamo la dirigenza berica, su richiesta di Marino, cercherà di integrare la rosa con un esterno d’attacco mancino, un giocatore che l’allenatore del Vicenza ha intenzione di schierare a destra. Scartato Alessandro Rosina (l’ingaggio è ritenuto fuori portata) e giudicato ancora acerbo Niccolò Belloni della Pro Vercelli, si stanno valutando altre candidature. L’arrivo dopo Gatto di un altro esterno non escluderebbe l’arrivo di Mame Thiam , ma probabilmente porterebbe alla cessione di Stefano Giacomelli.

Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) Colpo del Vicenza sul mercato: nel tardo pomeriggio di ieri è stata chiusa la trattativa chiusa con Michele Pazienza, classe 82, che già ieri sera è salito a San Vito di Cadore dove si è aggregato al gruppo biancorosso in ritiro. Il centrocampista svincolato dal Bologna, alto 1.75 per 75 chili, ha firmato un contratto che lo lega al Vicenza fino al giugno 2016 con opzione per la stagione successiva. Il direttore sportivo Paolo Cristallini si sta dedicando in modo particolare al reparto centrale, zona nevralgica della manovra, e in quest´ottica oggi avrà un ulteriore incontro con l´Atalanta proprietaria del cartellino di Roberto Gagliardini. La speranza è che stavolta si possa arrivare ad una svolta per riuscire a portare in biancorosso il giovane azzurrino, classe 94, alto 1.88 per 77 chili, che lo scorso anno ha giocato nelle file dello Spezia e che è seguito da vari club, su tutti l´Avellino. Ufficializzato intanto ieri il prestito di Piergiuseppe Maritato all´Alto Adige, l´attaccante è andato in prestito secco fino al giugno 2016. Così come è stato perfezionato il prestito del giovanissimo portiere biancorosso Brian Costa, classe 98, al Sassuolo.Da registrare infine che ieri sera ha raggiunto i compagni in ritiro Nicolò Brighenti e stasera dovrebbe arrivare pure Alessandro Camisa, entrambi i difensori erano in licenza matrimoniale. Per quanto riguarda invece Thomas Manfredini bisognerà attendere ancora qualche giorno, il difensore centrale infatti sta ultimando infatti le terapie per il problema al tendine d´Achille.

Ore 13.10 – (Giornale di Vicenza) Il vero volto nuovo, domenica, al raduno del Vicenza era quello di Alfredo Pastorelli presidente di Vi.Fin., la finanziaria che già oggi è proprietaria dell´1 per cento delle azioni del club di via Schio e che nei prossimi mesi dovrebbe acquisire da Finalfa il 92 per cento delle azioni del Vicenza calcio. Ma già oggi Vi.Fin. ha un peso importante all´interno della società biancorossa avendo contribuito in modo consistente a far fronte alle tante scadenze economico-finaziarie. Normale dunque fare i punto con il presidente Alfredo Pastorelli e parlare pure del futuro.Presidente, come sta andando la Vi.Fin.?Bene perché siamo un gruppo affiatato e io godo della stima e della fiducia di tutti i soci, questo mi consente di valutare ogni aspetto relativo al Vicenza in modo equilibrato e sereno.Notizie sulla possibile rateizzazione dell´Iva?Stiamo depositando proprio in questi giorni il piano all´ufficio delle entrate.Quando pensa ci sarà una risposta? È ottimista?Per fine settembre e sì, sono ottimista.Al nostro giornale ha dichiarato che, se va in porto, lei diventerà presidente del Vicenza.Confermo. Anche se potrebbe esserci un´operazione intermedia, che sto portando avanti personalmente e che potrebbe far anticipare la mia nomina.Dunque ci sarà pure il passaggio delle azioni alla Vi.Fin.?Se si verifica questa operazione, che mi sento di definire straordinaria, sì. Vi.Fin. potrebbe far valere l´opzione per l´acquisizione delle azioni detenute da Finalfa che si aggirano intorno al 92 per cento.A quel punto Sergio Cassingena, presidente di Finalfa, uscirà del tutto dal Vicenza?Sì.È notizia quasi storica.Di certo importante, storica mi sembra eccessivo.Lo sa che i tifosi si aspettano molto dal nuovo corso?Lo so, ma bisogna procedere per gradi anche se posso assicurare che si farà di tutto per ripetere i buoni risultati ottenuti lo scorso campionato.Quattro su cinque consiglieri del c.d.a. del Vicenza sono pure soci di Vi.Fin., come dire che avete la maggioranza.È così, ma non abbiamo la proprietà delle azioni che è la cosa che più conta, di sicuro però anche questo è un passo importante.A proposito di nuovo corso, più di qualche tifoso ha sottolineato che il presidente Gian Luigi Polato è stato al fianco di Sergio Cassingena per 11 anni e che i quattro soci di Vi.Fin. oggi nel c.d.a. del Vicenza c´erano anche negli anni precedenti.Mi limito a dire che se mai diventerò presidente del Vicenza una cosa è certa: ascolterò tutti ma alla fine deciderò io, mi rendo conto di assumermi una grande responsabilità, ma questo non mi spaventa perchè so che comunque lavorerò sempre per il bene dei colori biancorossi.Passiamo al calcio giocato: come si sposa la poca disponibilità economica con l´obiettivo di ripetere i risultati della scorsa stagione?Intanto non bisogna sbagliare la scelta dei giocatori e su questo stiamo tranquilli perchè il d.s. Paolo Cristallini è bravissimo. Poi bisognerà, e lo dico ai tifosi, avere un po´ di pazienza perchè soprattutto le società di serie A, che in rosa hanno parecchi giocatori in esubero, saranno disponibili a cederli nell´ultimo periodo di mercato e noi ci faremo trovare pronti.Il fatto che sia rimasto Marino alla guida della squadra?Solo un aggettivo: ottimo.Nota dolente: gli abbonamenti aumenteranno di prezzo.Sì e in tutti i settori, d´altra parte lo scorso anno sono stati mantenuti quelli della Lega Pro nonostante la riammissione alla serie B, e poi chiediamo questo piccolo contributo ai tifosi che così dimostreranno di esserci vicini in questo nostro nuovo percorso. Allo stesso modo, anzi di più, chiedo agli attuali sponsor di rimanere al nostro fianco e di essere sempre di più anche perché è nostra intenzione abbellire e sistemare l´area dedicata all´ospitalità e pure alcuni settori, oggi disagiati, dello stadio.Domenica è stato il suo primo raduno, che sensazioni ha avuto?Molto belle, mi ha fatto piacere vedere la gioia dei tifosi, la voglia dei giocatori di fare bene, mister Marino bello carico, insomma è stato tutto entusiasmante e però non bisogna farsi prendere la mano. Posso dirlo? Questo con me non avverrà!

Ore 12.50 – (Gazzettino) Gianluca Meneghello lascia l’Este e quasi certamente si accaserà all’Abano. Il difensore centrale classe 1992 ha chiuso dopo cinque stagioni di serie D il rapporto con il club giallorosso rilevando il suo cartellino che era di proprietà degli estensi. «Lo ringraziamo per gli anni che ha trascorso con noi – afferma il vice presidente Stefano Marchetti – e gli facciamo un grande in bocca al lupo per il suo futuro». Che molto probabilmente, come detto, sarà con gli aponensi che sono a caccia di un altro giocatore in quel ruolo per completare il reparto composto al momento dai confermati Paolo Antonioli e Nicola Maniero, e dal neo arrivato Dan Thomassen. Proprio con quest’ultimo, tra l’altro, Meneghello ha già giocato per due stagioni nell’Este. «Meneghello è un difensore che ci piace – spiega il direttore sportivo neroverde Andrea Maniero – e potrebbe essere un bel tassello per completare la difesa». Parole che fanno pensare a un lieto fine, che potrebbe arrivare entro il fine settimana dal momento che Meneghello rientrerà a breve dalle vacanze a Formentera. Tornando all’Este, è molto vicino l’ingaggio di Davide Marcandella, trequartista classe 1997 che nella passata stagione era in forza alla squadra juniores del Padova che ha sfiorato la conquista dello scudetto di categoria. La società giallorossa ha già trovato un’intesa con i biancoscudati, e ieri sera ha avuto un incontro con il procuratore del giocatore. Anche in questo caso la fumata bianca potrebbe essere dietro l’angolo, salvo clamorosi dietro front. Intanto nella prossima stagione i giallorossi non si alleneranno più a Pontevigodarzere, ma potrebbero andare a Galzignano.

Ore 12.30 – (Gazzettino) Alessandro Salvi in serie B c’è già stato, nei primi due anni con l’Albinoleffe, e intende riprendersi la categoria con il Cittadella. Il giocatore ha le idee chiare: ha detto “sì” a Stefano Marchetti sia perché reputa quella granata una società seria e ben organizzata, sia perché è ambiziosa e punterà all’immediato ritorno tra i cadetti. «Ho scelto Cittadella perché la reputo una realtà solida, seria e nello stesso tempo vogliosa di tornare in serie B. Difficile, per il sottoscritto, trovare di meglio». Alla fine, il matrimonio s’è fatto: Stefano Marchetti da qualche anno aveva scritto il nome di Salvi sul suo taccuino, adesso ha centrato l’obiettivo. «So che il Cittadella mi seguiva già da un po’, è stato il mio agente, Filippo Breschi, a indicarmi la piazza granata. Lui è un ex calciatore del Cittadella, conosce bene l’ambiente, e mi ha consigliato vivamente questa destinazione». La sua impressione sul direttore generale? «Molto positiva. È preparato e molto vicino ai colori granata. Credo darebbe qualsiasi cosa per il Cittadella, ci tiene davvero tanto alla società». Della sua nuova “casa” invece non conosce granché. «È la prima volta che transito da queste parti. Sono arrivato lunedì, ho fatto un giretto per il centro. La prima impressione è senz’altro positiva, mi sembra un posto dove poter vivere bene, tranquillo». Sconosciuti anche l’allenatore e i suoi nuovi compagni. «Sarà tutto nuovo per me, avrò modo e tempo per familiarizzare». Se dovesse descriversi come calciatore? «Sono un esterno destro, posso giocare sia da terzino che da ala. Nella mia carriera, infatti, ho iniziato a centrocampo, negli ultimi anni invece ho arretrato il mio raggio d’azione». Dovesse decidere lei? «Beh, da ala c’è più divertimento: tra le mie qualità migliori c’è la velocità, mi piace puntare e saltare l’uomo». Un “salto” lo vuole fare anche con il Cittadella, dalla Lega Pro alla serie B. «So che si sta costruendo una buona squadra, l’obiettivo è quello, anche il mio personale. Che arrivi sul campo o in un altro modo, rivoglio il Cittadella tra i cadetti». Il suo messaggio ai tifosi? «Dico di starci vicini. Una realtà come questa ha bisogno del calore del pubblico. Insieme ci divertiremo». La attende un precampionato mica male, con Napoli e Chievo in amichevole. «Ben vengano partite del genere, fa sempre piacere confrontarsi con grandi realtà».

Ore 12.10 – (Gazzettino) Oggi alle 15 inizia ufficialmente la nuova stagione del Cittadella: al Tombolato è in programma la prima conferenza stampa del nuovo allenatore Roberto Venturato. Un’ora più tardi la squadra scenderà in campo per l’allenamento. Quattro giorni di lavoro in pianura per i consueti test fisici sotto gli occhi attenti del preparatore Andrea Redigolo, intervallati dalle visite mediche. La preparazione vera e propria inizierà domenica, con il ritiro di Lavarone (Trento). Al raduno ci sarà anche Filippo Scaglia, diventato interamente granata dopo la risoluzione delle comproprietà. Per il difensore poche vacanze quest’anno: «Ho terminato la stagione infortunato all’adduttore sinistro, quindi ho lavorato per farmi trovare pronto per la ripresa. Sono riuscito a staccare la spina soltanto per una decina di giorni, sono stato a Creta». Tra il giocatore e Stefano Marchetti c’è un patto di ferro: pur facendo gola a diverse società della serie cadetta, Scaglia è pronto a giocare in Lega Pro senza problemi, né musi lunghi. «Ho parlato con il direttore, al quale ho dato la mia piena disponibilità a restare. E intendo nel modo giusto, senza pensare ad altro e concentrandomi solo ed esclusivamente per il Cittadella. Con la testa giusta, da professionista. Se da qui alla fine del mercato, invece, dovessero arrivare offerte vantaggiose sia per il sottoscritto che per la società, ci metteremo attorno a un tavolo, e ne parleremo. Serenamente». Anche Scaglia, al pari dei giocatori che resteranno, ha un obbligo da assolvere. «La retrocessione è una macchia che tutti ci portiamo dentro. Non doveva succedere: il Cittadella, la società, i suoi tifosi non meritano di ripartire dalla Lega Pro». Marchetti sta lavorando per costruire una squadra che possa ritornare subito in B. «È la categoria dove può stare benissimo una società sana e solida come la nostra. Evitiamo però di fare proclami, siamo rimasti scottati dalla scorsa stagione, dove tutti, giocatori compresi, eravamo convinti di poter disputare un buonissimo campionato. Lavoriamo per raggiungere l’obiettivo e alla fine tireremo le somme». E se la B dovesse arrivare d’ufficio? «E perché no? Per uno strano, vecchio regolamento il Cittadella si trova indietro nella graduatoria, la società invece avrebbe tutte le carte in regola per essere ripescata. Ha fatto sette anni di B, è sempre puntuale nei pagamenti, non ha debiti. È vero, non ci sono i 30.000 spettatori sugli spalti, ma da noi si continua a fare calcio, e bene».

Ore 11.50 – (Mattino di Padova) Si alza il sipario. Il Cittadella si prepara a tornare al lavoro agli ordini di Roberto Venturato. Stamattina sono previste le visite mediche di rito al Tombolato, alle 15 ci sarà la conferenza-stampa di presentazione del nuovo tecnico e, un’ora dopo, Pellizzer e compagni si sposteranno in campo per la prima sgambata. Tra i nuovi volti, quello del terzino destro Alessandro Salvi, difensore 27enne appena ingaggiato dall’Albinoleffe. «Una trattativa condotta abbastanza velocemente», spiega il diretto interessato, che pure aveva proposte da Cremonese, Arezzo e Alessandria. «Ho scelto il Cittadella perché so che è una società solida. Sapere poi che una buona parte della rosa della scorsa stagione è stata confermata è già una garanzia importante circa le ambizioni di promozione che ci sono. Io? Sono un terzino destro che ama spingere, ma posso giocare anche esterno di centrocampo sia con la difesa a tre che in un 4-4-2». A proposito di chi ci sarà e chi no: sembrerà strano arrivare allo stadio e non vedersi davanti Claudio Foscarini dopo dieci anni. Sono in diversi, però, ad aver fatto le valigie. Dallo scorso 22 maggio, data dell’ultima partita della passata stagione in Serie B, hanno lasciato Cittadella Valentini, Barreca, Camigliano, Pecorini, Benedetti, Rigoni, Bazzoffia, Kupisz e Stanco. “Nonno” Pierobon, dal canto suo, ha cambiato veste, indossando quelle del preparatore dei portieri, e proprio quella dell’estremo difensore è una delle caselle da riempire al più presto. In pole pare esserci sempre il padovano Enrico Alfonso, già allenato da Venturato ai tempi del Pizzighettone. «Ma non bisogna avere fretta», ribadisce il d.g. Stefano Marchetti. «Mi piacerebbe avere novità a riguardo entro sabato, in modo da presentarci in ritiro a Lavarone con il portiere, ma non è detto che si riesca. Per gli eventuali ruoli ancora scoperti potremo utilizzare i ragazzi della Primavera». Chi godrà di un riposo supplementare è Daniel Cappelletti, appena rientrato in Italia dopo l’oro vinto con la Nazionale azzurra alle Universiadi in Corea. «Devo ancora parlarci assieme», spiega Marchetti. «Farà probabilmente qualche giorno di vacanza prima di riprendere gli allenamenti». Intanto, la società granata ha ufficializzato il programma delle amichevoli da affrontare nel corso del ritiro in altura: già noto l’impegno con il Napoli di mercoledì 29 luglio allo stadio comunale di Dimaro, alle 17.30; prima ci saranno i test con il Chievo, a Rovereto, venerdì 24 alle 17.30, e con i palestinesi dell’Al Ahli Sport Club, a Lavarone, domenica 26 luglio alle ore 17.

Ore 11.30 – (Gazzettino) Sempre in tema di giovani, sarà biancoscudato (anche in ottica della squadra Berretti) il portiere classe 1997 Gaetano Pardo proveniente dalla Virtus Valla (Eccellenza campana). Passando all’attacco, l’arrivo di Altinier non preclude la possibilità di arrivare a qualche altro pezzo da novanta. «Neto Pereira è un discorso sempre in piedi. Torromino? Ci piace, ma ha offerte importanti e gli auguro di andare in serie B. Nel reparto offensivo arriveranno ancora uno o due giocatori». È fatta per Turea, classe ’97, che era in forza all’Este. A centrocampo al momento figura solo Mazzocco. «Stiamo cercando un giocatore esperto e ci stiamo muovendo per un altro giovane. De Risio sfumato? Strano che sia andato alla Juve Stabia, potevamo chiuderlo. È stata una sua scelta». Con il Padova effettuerà le visite mediche anche il centrocampista Claudio Poesio, classe 1987, dieci gol con l’Oltrepovoghera in serie D. Intanto, ieri ha firmato per due anni il portiere Petkovic. «Sono molto felice di rimanere in una piazza come Padova, dobbiamo dare tutto per questa maglia. L’alluce del piede? Sto bene, ma vedrò in ritiro che tipo di lavoro posso fare. A Favaro do il benvenuto, sono pronto ad aiutarlo».

Ore 11.20 – (Gazzettino) Oltre ad Altinier, il Padova ha sistemato anche il reparto centrale della difesa con i brasiliani Fabiano (contratto annuale) e Diniz (biennale). «C’è l’accordo, manca la firma», spiega Fabrizio De Poli. I due giocatori sono rientrati a Lecce dopo il faccia a faccia con lo stato maggiore biancoscudato lunedì a Piazzola, e ieri erano rappresentati dal loro agente Alessandro Cicchetti. Entrambi torneranno a Padova oggi in tarda serata e domani effettueranno le visite mediche. L’altro ieri De Poli aveva incontrato anche un altro difensore centrale, Zaffagnini. «Abbiamo preso tempo, dobbiamo fare delle valutazioni», afferma il diesse. Altro papabile per l’ultimo posto libero nel pacchetto dei difensori centrali è il giovane paraguayano Canete svincolato dall’Atletico Madrid. «Dovrebbe arrivare il suo agente spagnolo e parleremo». Altra operazione chiusa è quella per il giovane terzino sinistro Anastasio, che sul profilo Facebook ha annunciato il suo arrivo al Padova. «Sarà un nostro giocatore», conferma il diesse. La coppia di esterni bassi a sinistra sarà completata da un altro giovane, Di Nicola. C’è da sistemare il ruolo di terzino destro e già oggi potrebbero esserci novità. «Ho un appuntamento con un giocatore giovane, vediamo».

Ore 11.10 – (Gazzettino) A pochi metri è presente Marco Bergamin, che ha partecipato in prima persona alla trattativa “corteggiando” Altinier non solo con i messaggi. «Siamo andati anche al mare insieme a Jesolo. Ho avuto modo di conoscerlo attraverso Cunico e mi ha fatto subito una bella impressione. È un colpo al quale tenevamo molto, la trattativa è durata un mese e siamo contenti che sia arrivato a Padova. È un’attaccante d’area con il fiuto del gol che ricorda Inzaghi, speriamo che la sua vena realizzativa continui come ad Ascoli». Gli avete fatto un contratto di tre anni, un segnale forte. «Puntiamo molto su di lui per costruire il futuro della squadra. Vogliamo tornare in serie B il prima possibile, sarebbe bello riuscirci l’anno prossimo, anche se sappiamo che ci aspetta un campionato difficile nel quale figurano molte squadre importanti che si stanno rafforzando e quindi ogni partita sarà una lotta». Soddisfatto anche il diesse Fabrizio De Poli: «È un’attaccante che ha sempre segnato, e i numeri sono dalla sua parte. È vero che nella passata stagione giocava in una compagine costruita per vincere come l’Ascoli, ma mettere a segno diciassette gol in Lega Pro non è mai facile. E questo è un bel biglietto da visita per lui».

Ore 11.00 – (Gazzettino) All’ombra del Santo ritrova Cunico. «Sì, abbiamo giocato insieme per due anni e mezzo al Portogruaro. Se mi ha spinto a venire qui? Padova non ha bisogno di tante presentazioni, lo sento spesso perché è un amico, e l’ho seguito anche l’anno scorso nella sua stagione biancoscudata». Da avversario Altinier ha segnato una doppietta all’Euganeo quando giocava con il Cittadella (febbraio 2006). «Sì, ma è lontana e non la ricordo bene. Adesso devo ricominciare da zero». Un cronista gli fa presente che aveva segnato ai biancoscudati anche quando giocava con il Portogruaro, della serie meglio che ora sia al Padova. «È vero, ma ho affrontato anche altre volte i biancoscudati da avversario e non ho fatto gol». Lascia semmai stupiti che l’Ascoli abbia lasciato svincolare un bomber di razza come lei. «Sinceramente non so, sarebbe da chiedere a loro. Appena finito il campionato sarei rimasto a occhi chiusi ad Ascoli, invece dopo le promesse è arrivato il silenzio e mi sono ritenuto libero. Ho avuto un contatto la settimana scorsa, ma non mi hanno fatto sentire importante». La sua prima impressione da biancoscudato? «Vedo che qui c’è tanto entusiasmo e voglia di fare bene, si sente nell’aria ed è una cosa positiva. La società punta a tornare in serie B il prima possibile? Il mio obiettivo è uguale a quello del club».

Ore 10.50 – (Gazzettino) «Sono contento, Padova era la mia priorità». Sono le prime parole biancoscudate di Christian Altinier, 32 anni, fresco di contratto triennale ufficializzato ieri pomeriggio in sede all’Euganeo. Accompagnato dal suo procuratore Sergio Lancini, l’attaccante è arrivato allo stadio alle 15 e due ore più tardi ha rilasciato la prima intervista da nuovo bomber del Padova. «Era da un po’ di tempo che parlavamo con i biancoscudati, finalmente ci siamo trovati. Si era inserito il Mantova, che è tra l’altro la squadra della mia città, ma quando do la mia parola non mi piace rimangiarmela e ho fatto questa scelta». Tre anni di contratto, come detto. «Anche questo mi ha spinto a scegliere il Padova visto che mi ha fatto sentire parte di un progetto importante e duraturo. È una società solida con grande ambizioni, sono molto contento». Nell’ultima stagione Altinier è stato uno degli attaccanti più prolifici della Lega Pro con 17 sigilli realizzati nell’Ascoli. «Spero di fare bene. Come sempre prometto massimo impegno e professionalità che non devono mai mancare, poi i gol saranno una conseguenza».

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Altre trattative. Oltre ad Altinier, ieri è stata una giornata molto intensa per Fabrizio De Poli. Il ds ha concluso anche gli acquisti dei difensori brasiliani Fabiano e Diniz, incontrati lunedì a Piazzola. I due arriveranno a Padova nella tarda serata di oggi per firmare. Un anno di contratto per Fabiano (33 anni, ex Martina), due per Diniz (28, ex Lecce). Fatta anche per il prestito dal Napoli del giovane terzino Armando Anastasio. In ritiro si aggregheranno anche due giocatori destinati alla Berretti, l’esterno Turea (la scorsa stagione all’Este) e il portiere Pardo, proveniente dalla Virtus Volla, squadra di Eccellenza campana. In attacco sempre viva la pista Neto Pereira, mentre per il centrocampo è vicino l’arrivo di Claudio Poesio. Beneficenza. Domenica gli ultras biancoscudati hanno organizzato un’amichevole di beneficenza per aiutare le popolazioni della Riviera del Brenta vittime del tornado. I tifosi biancoscudati metteranno da parte la rivalità storica con i veneziani e affronteranno in amichevole una selezione di ultras del VeneziaMestre. Inizio alle 16.30 sul campo di Noventa Padovana.

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Una scelta strana, quella dei marchigiani: «Non mi hanno fatto sentire importante, ma sono felice di essere a Padova, società che ha un progetto ambizioso». Altinier, ex Cittadella, all’Euganeo ha già lasciato il segno: «Segnai una doppietta in un derby, ma ormai è storia vecchia, sono passati 9 anni. Ho seguito il Padova l’anno scorso, vista la presenza del mio amico Cunico, e non vedo l’ora di iniziare». Fondamentale, nella buona riuscita dell’affare, il lavoro di Marco Bergamin: «Sono anche stato al mare con lui a Jesolo per convincerlo ad accettare la nostra proposta», confessa il figlio del presidente. «L’ho conosciuto tramite Cunico e mi ha fatto subito un’ottima impressione dal punto di vista umano. Sul campo, poi, non si discute. È un centravanti di razza, che ha grande fiuto del gol, simile a Pippo Inzaghi».

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Il primo “botto” del mercato del Padova è arrivato. Ieri Cristian Altinier, 32enne centravanti, ha firmato il contratto che lo legherà ai biancoscudati per le prossime tre stagioni. Un acquisto di peso per il reparto offensivo, visto che Altinier è reduce dalla miglior stagione della carriera, con i 17 gol segnati in Lega Pro con l’Ascoli. Non è stata una trattativa facile, considerato l’inserimento del Mantova, che ha fatto vacillare le certezze del giocatore: «È vero, Mantova è la squadra della mia città e mi ha messo un po’ in difficoltà», ha confermato l’interessato. «Ma avevo già dato la parola al Padova e non me la sono rimangiata. La piazza biancoscudata è sempre stata la mia priorità dopo che l’Ascoli ha deciso di non rinnovarmi il contratto».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Costo dell’intervento? «Dalla prossima variazione di bilancio avremo l’importo esatto, non inferiore comunque a 2-2,5 milioni di euro. Per una messa a norma definitiva, ribadisco». Il rugby? «I test-match ed eventuali amichevoli internazionali potrebbero essere tranquillamente ospitati lì. Per il Petrarca c’è la Guizza». Ci dia dei tempi… «Se l’ufficio di progettazione del Comune e i tecnici del Coni mi daranno l’ok, il bando di gara per i lavori scatterà a settembre. Per terminare il tutto nell’estate 2016». E la viabilità? «Stiamo studiando come intervenire, sia in via del Plebiscito che sulla rotatoria per Pontevigodarzere e dintorni». Dell’Euganeo, nel frattempo, che ne sarebbe? «Lo terremmo per gli eventi in grado di richiamare un pubblico superiore alle 10 mila unità e per i concerti di musica. Quanto all’atletica, il suo polo di riferimento sarà il Colbachini: con 1,5 milioni, già finanziati, porteremo da 6 a 8 le corsie della pista ed innalzeremo una nuova tribuna». Non resta che attendere.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Dunque, ci sarebbe ancora una stagione per i tifosi biancoscudati nell’attuale stadio e poi il trasferimento in via del Plebiscito… «Ha capito bene. I lavori da effettuare al Plebiscito, tutti peraltro già finanziati, non sono strutturali. Si va per stralci: il primo riguarda la sistemazione di tutti i seggiolini nelle tribune, là dove oggi ci sono solo gradoni. Poi la recinzione unica intorno al campo, probabilmente in plexiglass, e corrimano sulle corsie di salite e discesa dagli spalti». D’accordo, e le curve? «Ci arrivo. Poi dovremo posizionare i tornelli agli ingressi, allestire una sala di sorveglianza per le forze dell’ordine che devono vigilare, e allestire una sala-stampa che ora manca. Quindi, gli accessi: con due perequazioni urbanistiche, una a nord e una a sud dell’impianto, potremmo favorire l’afflusso di tifosi ospiti da una parte e locali dall’altra. Quanto alle curve, stiamo valutando una struttura a sud, interamente coperta, in acciaio, oltre ad una per gli ospiti. In questo modo avremmo una capienza totale dello stadio di 10 mila spettatori, sufficiente non solo per la Serie B ma anche per giocare in deroga in caso di salto in A».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Sindaco, l’Euganeo rifatto da cima a fondo è solo un desiderio o poggia su basi solide? «Il Comune non può costruire uno stadio nuovo di zecca, costerebbe troppo, ma contribuire alla realizzazione di un vero e proprio polo sportivo nella zona, questo sì. Il progetto è più di un’ipotesi, ci stiamo pensando, soprattutto ho fatto presente ai dirigenti del Padova che i privati, se interessati, devono farsi avanti. E la dirigenza biancoscudata (Bergamin, Bonetto e soci, ndr) sta lavorandoci su». Stadio all’inglese, comunque, con gli spalti a ridosso del campo di gioco? «Certo. Chiaro, bisognerebbe buttare giù l’esistente e rimetterne in piedi uno diverso. Va rimossa la pista di atletica e gli spalti devono essere a contatto con il prato». Sembra di capire, però, che per ora nulla si muoverà… «Ecco il punto. Stiamo pensando di trasformare il Plebiscito, che oggi non è a norma neppure per il rugby, in una struttura deputata ad accogliere il calcio, anche se tutto ciò si concretizzerebbe fra poco più di un anno. Se avremo il via libera al progetto, ha senso, mi domando, tirare su una curva provvisoria, dietro la porta sud, per una sola annata?».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Uno stadio nuovo, da costruire su quello vecchio (che verrebbe abbattuto), con una cittadella dello sport intorno, composta da 5-6 campi di calcio, un paio dei quali in sintetico, da una foresteria, un percorso vita per jogging e un centro commerciale che farebbe da volano per spingere i privati ad investire in un progetto destinato a rivoluzionare l’intera area intorno all’Euganeo. In attesa di capire se e quando sarà possibile convincere gli imprenditori privati nella realizzazione di un impianto che costerebbe più di 50 milioni di euro, per una capienza di 25 mila posti (senza pista di atletica), il football di casa nostra troverebbe ospitalità in un Plebiscito trasformato di sana pianta da tempio del rugby a struttura in grado di accogliere il Padova e i suoi tifosi, anche in caso di promozione in Serie B. È l’idea che Massimo Bitonci coltiva da qualche mese, e che dopo il concerto di Vasco Rossi di lunedì sera, a cui ha assistito con l’intera famiglia, riprende con forza, a poche ore (domattina, alle 11.30) dalla presentazione in Comune della nuova compagine societaria biancoscudata e del nuovo logo.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Quanto a Marcus Diniz (i due sono arrivati insieme da Lecce nella giornata di lunedì), l’ex difensore del Lecce si è preso 24 ore di tempo prima di dare una risposta definitiva a De Poli. Si attendono novità entro stamattina. Sempre ieri, intanto, ha rinnovato anche il portiere Lazar Petkovic . «Ho firmato un contratto biennale — spiega — è un onore per me rimanere in questa piazza e giocare con questa maglia e sono felicissimo di poter proseguire questa avventura. L’alluce? Sto meglio, anzi il dottore ha detto che non si aspettava un recupero così veloce, per cui posso ritenermi soddisffatto. Parto con la squadra sabato, e poi vediamo. L’arrivo di Favaro non mi spaventa, anzi rappresenta uno stimolo in più. Non l’ho ancora incontrato, l’ho visto solo da avversario nella scorsa stagion Gli do il mio benvenuto e sono pronto ad aiutarlo sin dai primi giorni». Nel frattempo oggi alle 15 verrà presentato a Cittadella il nuovo allenatore Roberto Venturato. Il successore di Claudio Foscarini è al via della nuova avventura dopo la retrocessione dei granata della passata stagione ed è pronto a mettersi in gioco raccogliendo un’eredità molto pesante.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Un curioso retroscena sulla trattativa lo spiega Marco Bergamin: «E’ un colpo a cui tenevo molto — dice — lo seguivamo da un mese e siamo contenti di averlo messo a segno. L’ho convinto anche andando al mare a Jesolo, dove si trovava. Cristian assomiglia a Inzaghi, con un gran senso del gol». E sui prossimi passi del mercato biancoscudato è intervenuto anche il diesse Fabrizio De Poli: «Fabiano e Diniz? C’è l’accordo, manca solo la firma ma arriveranno, il primo con un contratto annuale, il secondo con un biennale. Zaffagnini? Per ora abbiamo preso tempo. Su Canete aspettiamo il suo agente spagnolo, ma può essere che puntiamo a un altro centrale difensivo. In avanti potrebbero arrivare due giocatori. Neto Pereira è nel mirino, mentre Torromino sta ricevendo offerte importanti, noi abbiamo bisogno di giocatori nell’immediato. Abbiamo chiuso anche per Turea , esterno destro dell’Este classe ‘97: arriverà anche Anastasio , mentre per Di Nicola aspettiamo ancora qualche giorno». La mattinata padovana era cominciata con la fumata bianca per il difensore brasiliano Fabiano. E nonostante il pressing della Juve Stabia Fabiano ha firmato con i biancoscudati.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Un tris di acquisti (Altinier, Fabiano e Zaffagnini ) e un altro (Diniz ) che potrebbe concretizzarsi nella giornata di oggi ma l’accordo è già stato raggiunto senza problemi. Decolla il mercato del Padova, che assicura tre rinforzi a mister Carmine Parlato prima della partenza per il ritiro di Pieve di Cadore, in programma nel fine settimana. Il più importante di questi è senza dubbio Cristian Altinier , che ha firmato un contratto triennale dopo aver comunicato in mattinata la propria decisione al Mantova, principale società interessata al suo cartellino. Altinier è reduce da una straordinaria stagione ad Ascoli, dove ha messo a segno 17 gol in 32 partita e ritroverà Marco Cunico, con cui ha condiviso i migliori momenti dell’avventura a Portogruaro qualche annno fa. «Era da un po’ che ne parlavo con la società, finalmente abbiamo trovato l’accordo — dice il giocatore — nella trattativa col Padova si è inserito anche il Mantova ma io sono abituato a mantenere la parola data e ho scelto i biancoscudati. Ho un contratto triennale, segno di un progetto serio e duraturo. Parlato? Ci ho discusso, ma non approfonditamente. Ho già giocato con Cunico, lo sento sempre, è un amico. Ma non servono consigli per venire in piazze come Padova, il nome parla da solo».

Ore 08.30 – Padova, amichevoli estive: la prima si terrà domenica 26 luglio a Pieve di Cadore contro una selezione locale. In programma anche una sfida con l’Udinese a Lignano Sabbiadoro il 5 agosto.

Ore 08.28 – Padova, il ritiro precampionato si svolgerà a Pieve di Cadore dal 18 luglio al 2 agosto.

Ore 08.26 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.24 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Icone Vintage, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 14 luglio: sei colpi per il Padova, che acquista Altinier, Diniz, Fabiano, Anastasio, Pardo e Turea.




Commenti

commenti

About Gabriele Fusar Poli


WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com