Fonte: VareseNews.it
Sul ponte (del Varese) sventola bandiera bianca. La temuta scadenza del 14 di luglio è arrivata ma la società di via Manin ha praticamente alzato le mani in segno di resa: troppo quel milione e 200mila euro da racimolare in una situazione disperata, in cui il proprietario del 97% del club (Alì Zeaiter) si è disimpegnato da tempo, scomparendo con la stessa (il)logica con cui era arrivato.
Ed è praticamente dal giorno – era il tardo pomeriggio del 1° luglio scorso – delle dimissioni del discusso libanese che la strada del Varese 1910 verso la partecipazione alla prossima Lega Pro è apparsa un pantano impraticabile. Come ottenere una fideiussione da 400mila euro con una società decapitata, decotta e ricca solo di debiti? Ci ha provato il vicepresidente Massimo Trainito, molto attivo in queste due settimane trascorse alla ricerca di fondi, ma l’impresa si è rivelata troppo ardua; e se anche fosse andata a buon fine, c’è da domandarsi con quali fondi la squadra e la società avrebbero potuto affrontare una stagione nella terza serie del calcio italiano.
Il rompete le righe di fatto è già partito a tutti i livelli: la squadra, teoricamente vicina al raduno, ha iniziato a perdere qualche pezzo, gli uomini del settore giovanile hanno disposto un incontro con tutti gli allenatori (mercoledì sera) per discutere sul da farsi visto che tutti i giocatori – vivaio compreso – saranno svincolati, i tifosi stanno discutendo sul futuro ben consci che sarà da ricostruire con una società differente.
Lo stesso Varese 1910 quindi è in disgregazione, e questa rischia di diventare una trappola anche per i tanti creditori, per l’erario e per i dipendenti che non hanno ricevuto una serie di stipendi. Si ripartirà quindi con una nuova società (sempre che qualcuno si faccia avanti, ma ciò è molto probabile che avvenga), da un campionato inferiore: la speranza a questo punto è che ci siano i soldi e i tempi tecnici per ricominciare dalla Serie D (così fosse si “rischia” un girone di derby con Pro Patria, Caronnese e Varesina), categoria che comunque ha costi importanti (attorno al milione e mezzo, dovendo pagare l’ammissione, costruire una squadra all’altezza e re-imbastire la struttura del club e del vivaio). Altrimenti a Masnago si rischia di rivedere quel torneo di Eccellenza da cui ripartì anche il Varese di Sogliano: un ricorso storico che potrebbe anche essere benaugurante, ma che per mille motivi sarebbe meglio evitare. Perché va bene ripartire dal basso, ma senza passare dall’autolesionismo.