Fonte: Giornale di Vicenza
«Un giorno in meno», questa la sentenza glaciale di Lino Diquigiovanni, presidente del Real Vicenza, a tre giorni dal traguardo. Sentenza perentoria, che sembra non lasciare via di scampo. Martedì 14 luglio i giochi verranno chiusi definitivamente e oramai a sperare che si possa continuare l´attività del club biancorosso sono veramente in pochi. «Salvo che a Treviso non si sveglino tutto ad un tratto, si va verso la chiusura», imbecca Diquigiovanni. Siamo sull´orlo del precipizio. Da un lato, dunque, il canalone che punta dritto verso valle. Verso la fine. Un destino che sembra segnato, un destino immeritato per chi in cinque anni è stato capace di portare così in alto, e non senza difficoltà, una squadra partita dalle retrovie, dal calcio dilettantistico.Per un motivo assai strano al giorno d´oggi, quando la parola d´ordine è fallimento oppure crisi economica. Niente di tutto ciò: quel che manca al Real sono gli spettatori. «Sono stanco di fare calcio per me stesso e qualche altro», aveva detto l´imprenditore vicentino. Dall´altro lato, comunque, rimane l´irta scalata alla cui vetta si intravvede la città della Marca. Eppure è una via complicata, anche per il più esperto degli scalatori. Arrivarci è davvero dura, un sogno. Ma mai dire mai. È scattato quindi il countdown. E le lancette segnano severe meno tre. Negli scorsi giorni l´ufficialità che il segretario Pasquale Paladino ha fatto il salto di qualità: un salto a piedi pari visto che dalla Lega Pro passa alla serie A. Destinazione Chievo Verona. E ieri è arrivata anche la notizia che Nicola Calcagnotto, svincolato a fine giugno dalla società biancorossa, torna in serie D all´Ital-Lenti Belluno. Mentre sugli altri giocatori del Real sono puntati gli occhi di tante società di categoria.