Fonte: Il Piccolo
Dopo un lungo corteggiamento la fumata bianca è arrivata. Nei prossimi giorni ci sarà la firma che suggellerà il trasferimento di Emil Zubin da Padova a Trieste. La carta d’identità (a settembre taglierà il traguardo dei 38 anni) non parla a suo favore ma i gol segnati a grappoli in tutti i campionati e soprattutto nelle ultime stagioni sono una garanzia. A Pordenone in serie D, con il diesse Sergio Pinzin, solo due anni fa ha messo a segno 27 centri. Certo il rendimento di un attaccante dipende dalla squadra che ha attorno. E quella squadra era una corazzata che dominò il campionato davanti al Marano vicentino. Ma Emil, da quando è arrivato in Italia, ha sempre timbrato il cartellino e finendo quasi sempre in doppia cifra a fine campionato. Dall’esordio con i grandi (dopo l’arrivo a Palmanova appena quattordicenne) a Gorizia, all’avventura (16 gol) con l’Italia San Marco in C2 alle 34 reti in due anni a Venezia in serie D. «Manca ancora l’ufficialità ma ho detto sì alla proposta. Da una vita sognavo di poter giocare a Trieste – dice il bomber -. Con il presidente Pontrelli ho parlato solo in una circostanza ma so bene come lavora Pinzin. Il direttore è una persona seria e competente. Sono convinto che ci saranno le premesse per fare bene anche se so che dopo un anno difficile la piazza è fredda. Io fisicamente mi sento bene e poi mi avvicino a casa nel finale di questa mia onesta carriera (vive a Verteneglio in Istria ndr)». L’anno scorso però, almeno a vedere lo score, non sono arrivati tanti gol. «Ho cominciato a Pordenone in LegaPro segnando due reti – continua – e poi c’è stato il trasferimento ai biancoscudati con due mesi di stop prima per motivi burocratici (il passaggio dai professionisti ai dilettanti) e per un problemino al ginocchio. Comunque in 13 partite ho realizzato otto reti. Insomma ho mantenuto la mia media…». Zubin è un attaccante capace di tener palla ma soprattutto è un uomo d’area che sa anche calciare bene dalla distanza specie sui calci piazzati. Chi ha condiviso con lui lo spogliatoio sa come sappia incidere anche nel rapporto con i compagni. Caratteristica questa che qualunque allenatore sa quanto sia preziosa. Come stazza e pedigree raccoglie, limitatamente agli ultimi anni di carriera dell’Ariete, l’eredità di Godeas. «Il paragone è improponibile – continua Zubin – perché lui ha fatto molto meglio di me, oltre a essere un figlio del vivaio alabardato. Denis è un grande professionista ed è per questo che ancora adesso fa la differenza. Se valuto quello che nel mio piccolo ho fatto negli ultimi anni mi sorprendo. Sono un po’ come il vino che invecchiando migliora». Insomma Zubin è il primo tassello dell’Unione 2012 di Pontrelli. Anzi Emil è un pallino di Pinzin che vuole costruirgli attorno uan squadra. Nei “desiderata” dello staff avrebbe dovuto giocare in tandem con Daniele Rocco. E sarebbe stata una coppia d’elite. Ma il monfalconese (quindici reti nella scorsa stagione) ha scelto la strada emiliana dell’Imolese e la società ha incassato un no dall’eroe di Dro sul quale contava. Con l’arrivo del centravanti Pinzin ha messo in cassaforte un primo tassello che sembra indicare la volontà (e la possibilità) di costruire una squadra competitiva destinata a lottare anche contro lo scetticismo dei tifosi e contro la contestazione di una parte dei supportere. Sul piano tecnico e societario l’ingaggio di Zubin è la base per costruire l’attacco. Ora serve tutto il resto.