Fonte: Gazzettino, Simone Prai
Mancava l’ufficialità, è arrivata ieri: Manuel Pascali è un nuovo giocatore del Cittadella. Il primo rinforzo granata è un centrocampista “convertito” in difensore centrale, un giocatore esperto – 33 anni – dal grande temperamento, “forgiato” nel campionato scozzese dove ha giocato dal 2008, ed è diventato capitano. Pascali arriva infatti dal Kilmarnock, squadra della Scottish Premier League, dove ha collezionato 226 presenze e conquistando la coppa di Lega nella stagione 2011/2012. «Negli ultimi due mesi, per questioni personali, ho maturato l’idea di tornare in Italia, ho fatto quindi girare il mio nome negli ambienti del calcio, e Marchetti si è fatto subito avanti, manifestando interesse nei miei confronti». All’avvicinamento a Cittadella ha contribuito anche un’altra persona… «Ho ricevuto un paio di telefonate da parte di Coralli, che cercava di convincermi, ma non ce n’è stato bisogno: conosco bene Cittadella, tra l’altro è stato l’ultimo campo di calcio italiano che ho calcato, con il Foligno, prima di andare a giocare all’estero. Sono contentissimo e ho una voglia matta di tornare, per ripartire. E vi confido che mi fa un certo effetto, dal momento che al termine di una stagione non vedo l’ora di staccare con il mondo del pallone perché durante l’anno io do sempre tutto, fisicamente e mentalmente, e ho bisogno di riposare un pò». Perché ha scelto Cittadella? «Ho ancora tanto da dare, da dimostrare a me stesso. Ero un pò spaventato, perché tornare in Italia dopo tanto tempo, a 33 anni, non ero certo di trovare una squadra. Invece si sono subito presentate delle opportunità, e quando il direttore mi ha chiamato, ho scelto Cittadella, al volo. Questa è una società seria, che attira l’attenzione degli addetti ai lavori, e fa le cose per bene. Poi Marchetti mi ha svelato i programmi, c’è grande voglia di puntare al ritorno immediato in B, dove non ho mai avuto la fortuna di giocare». Il suo ruolo? «Sono nato centrocampista, da qualche anno gioco centrale in difesa. Credo nel lavoro di tutti i giorni, mi piace la fatica e raccoglierne i frutti. E ho voglia di vincere, le sfide non mi spaventano, tutt’altro».