Fonte: Mattino di Padova, Diego Zilio
Andrea Pierobon dice addio al calcio giocato. L’immagine che lo ritrae mentre esce dal campo in lacrime al termine di Cittadella-Perugia dello scorso 22 maggio resterà l’ultima, ufficiale, in tenuta da portiere. Un portiere da record, perché il primato di professionista italiano più longevo difficilmente gli sarà sfilato a breve. «Sinceramente non riesco a pensare ad altro che non sia la retrocessione. Giocare ancora? Non lo so. E poi prima dovrò parlare con la società» aveva dichiarato al nostro giornale pochi giorni dopo quella partita. Ieri la decisione è arrivata. Nel pomeriggio si è ritrovato a colloquio col dg Stefano Marchetti e assieme hanno iniziato a pensare a un futuro diverso, «probabilmente da preparatore dei portieri» come ha spiegato lo stesso Marchetti, anche se ci ritroveremo ancora per valutare la situazione. Pierobon, che il 19 luglio compirà 46 anni, si è detto dispiaciuto, ma ha capito che è arrivato il momento di cambiare vita. Difficile, se non impossibile, pensarlo lontano dal calcio dopo tutto quello che ha dato a questo sport. Difficile, se non impossibile, vederlo lontano dal Cittadella. Di fatto, per tornare pragmatici, la sua era una delle due posizioni da discutere in casa granata, l’altra è quella del terzino Nicola Donazzan, che si incontrerà a breve col dg per il suo rinnovo. Ieri sera, intanto, sono scaduti i termini per la domanda di iscrizione alla Lega Pro, regolarmente presentata dal Cittadella, che però assiste da spettatore più che interessato all’evolversi dell’inchiesta di Catania. Entro questa settimana la Figc ratificherà i criteri di ripescaggio ma si sa già che sono confermati quelli della passata stagione, che tengono conto dei risultati dell’ultimo campionato (50%), della tradizione (25%) e della media spettatori (25%). Secondo calcoli non ufficiali in testa un’ipotetica classifica delle ripescabili ci sarebbe il Brescia, seguito da Ascoli, Varese, Lecce e Reggiana. Ma sia il Brescia che il Varese sono, sebbene in misura diversa, coinvolti nell’inchiesta di Catania e, se dovessero essere penalizzati, perderebbero ogni diritto, al pari dell’Ascoli, fallito nel 2014. «Noi ci crediamo» precisa Marchetti. «I criteri attuali, che non tengono conto della solidità finanziaria dei club, non ci favoriscono, ma ho grandi speranze verso un ripescaggio». Infine, una battuta sul futuro allenatore: «Gelain, Venturato e Giacomin? Sono tre soluzioni ma ci sono anche altri nomi da considerare. Decideremo la prossima settimana». E prima potrebbe esserci l’annuncio di un nuovo arrivo fra i giocatori.