Fonte: Gazzettino
Nel giugno 1965 Angelo Gabrielli entrava nel mondo del calcio con l’Olympia Cittadella coronando un percorso luminoso che dalla Promozione, attraverso la fusione del giugno 1973, ha portato il Cittadella alla serie B. L’impegno lungimirante del Presidentissimo ha sempre coinvolto nuove persone e l’intero ambiente granata, in particolare i figli Piergiorgio e Andrea, ma anche le figlie Margherita e Mariangela, per cui è l’intera famiglia Gabrielli a celebrare oggi le nozze d’oro con il calcio. Molto è cambiato in mezzo secolo, ma in fondo i valori veri sono rimasti, come spiega Andrea Gabrielli: «Allora vedevo il calcio basato sulla dedizione del volontariato di un gruppo di persone che si ritrovavano dopo cena, perchè durante il giorno erano impegnate nel lavoro. Credo che per mio padre Angelo questa passione fosse necessaria come valvola di sfogo per rigenerarsi dallo stress dovuto all’attività lavorativa, ma per lui anche il calcio era una cosa seria. Il valore sociale per i giovani era prioritario in un ambiente come il patronato, per cui cercava sempre il meglio anche in questa attività». Risulta che Angelo Gabrielli praticasse lo sci e non conoscesse il mondo del pallone, ma dal 1965 il suo interessamento e la sua tenacia ne hanno fatto un grande intenditore. Un pò come sta accadendo al figlio Andrea, che riprende: «Alla base dell’impegno di mio padre ci sono sempre stati i valori veri, quelli che al giorno d’oggi sono sempre più difficili da riscontrare».
«Al di là dei traguardi sportivi raggiunti, sono i contenuti morali che nel Cittadella hanno onorato e continuano a onorare il calcio, anche se diventa sempre più difficile esserne testimoni. Noi crediamo ancora in un calcio sano, nonostante le tante negatività che portano alla deriva altre realtà, per cui si finisce in fallimenti, ripescaggi con criteri che non risolvono i problemi, ma piuttosto li rinviano o li aggravano. Per questo ritengo che in questi cinquanta anni il Cittadella abbia mantenuto i valori delle origini, anche se si è trasformato con una gestione manageriale adeguandosi alle esigenze dei tempi. Siamo sempre una grande famiglia sportiva nell’unità di intenti mantenendo i piedi per terra». La moglie di Angelo, Imelda, ha avuto un ruolo fondamentale. «Controbilanciava con la sua razionalità – riprende Andrea Gabrielli – la passione di mio padre. Spesso lo ammoniva e lo contrastava nei suoi progetti, ma alla fine accettava di buon grado quanto veniva fatto. Mia madre non ha mai assistito ad una partita di calcio perchè la sua emotività era più forte, ma chiedeva sempre come era andata la partita». «Stiamo portando avanti la linea tracciata da papà – conclude il presidente – anche come investimenti sulle infrastrutture. Dopo il campo sintetico, la messa a norma del Tombolato per la serie B e i nuovi campi e spogliatoi per le giovanili, stiamo coprendo la tribuna est perchè vogliamo migliorare sempre più questo centro sportivo e sociale». Al Presidentissimo sono state dedicate due strade: una a Cittadella e una a Linz.