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Ore 21.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) È una Clodiense che lavora alacremente sul mercato e, dopo gli acquisti di Prelcec e Niero, sta continuando a comporre la rosa non solo confermando l’ ossatura della scorsa stagione ma dedicando una costante attenzione ai settori giovanili di valore. «Siamo in contatto con i referenti di Verona, Modena, Udinese e Bassano per valutare l’ arrivo di qualche elemento interessante – dichiara il dg Mauro Boscolo Gallo – in perfetta sintonia con il mister stiamo ponderando il tutto e sicuramente nell’arco di qualche giorno daremo già qualche conferma d’acquisto. In merito allo staff stiamo appurando le posizioni di due papabili al ruolo di preparatore atletico, la valutazione è duplice anche per quanto concerne il vice allenatore perchè, tramontata l’ipotesi locale che era rappresentata da Mattia Salvagno, l’ambito si è ristretto a due candidati. C’è grande entusiasmo e, anzi, inizieremo i test prima del previsto perchè già il 22 luglio cominceremo a sudare a Ca’ Lino e nei campi messi a disposizione da Isamar: ringraziamo per la continuazione della collaborazione e speriamo ci siano altri imprenditori che si vogliano avvicinare a noi visto che c’è sempre la nostra massima disponibilità». Anche il nuovo tecnico Maurizio Rossi plaude alla decisione di iniziare il 22. «I test atletici sono importantissimi per le valutazioni, da sempre inoltre apprezzo i giocatori che si impegnano molto negli allenamenti; il lavoro con la società è in perfetta sintonia perchè vogliamo far sì che, ad eventuali saluti di qualche giocatore della scorsa stagione, chi arriva sia addirittura migliore. Prelcec è un atleta forte che può essere utilizzato in molteplici zone del campo, Niero è un portiere cresciuto in settori giovanili importanti e che io conosco molto bene per averlo già avuto con me in precedenza: è entusiasta di venire da noi». In merito agli altri arrivi? «Stiamo valutando molto perchè faremo acquisti mirati, stiamo parlando con molti giocatori e tanti operatori di livello e sempre più c’è la consapevolezza che la Clodiense sia una società importante. Si è percepito che vogliamo fare sempre meglio e che il nostro progetto si consoliderà, è naturale in questo modo ricevere anche da loro proposte di valorizzazione dei giovani migliori non ancora totalmente pronti per il grande calcio. Per quello che ci riguarda aspettiamo la decisione di Casagrande e poi concluderemo per altri 4 o 5 innesti». Giovani di valore che arrivano da società importanti: sembra quasi di essere ritornati agli inizi degli anni ’70 e alle piacevoli sensazioni di quelle estati indimenticabili che hanno lanciato anche i Giorgio Boscolo e Franco Cerilli.
Ore 21.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Inizia a muoversi la Sacilese, partita per ultima nel mercato estivo, ma in rimonta sulle avversarie. E oggi c’è un nome nuovo da accostare ai liventini: è quello di Leonardo Mattioli, attaccante classe 1993 che piace da tempo al ds biancorosso, Denis Fiorin. Ha giocato l’ultima stagione al Giorgione, collezionando 29 presenze e 6 gol. Ha un passato alla Sambonifacese ed è cresciuto nel vivaio “pro” del Bassano. Potrebbe essere lui, dunque, il primo tassello nella costruzione di una Sacilese giovane, come quella che vorrebbe la famiglia Presotto. Si continua a seguire anche Tartalo, l’italo-argentino su cui la Sacilese ha messo gli occhi. Impossibile, invece, trattenere Spagnoli, che attende una chiamata dalla Legapro. Su di lui c’è il Sudtirol, ma attenzione a un possibile rientro in corsa del Pordenone. L’attaccante cresciuto nel Milan ha estimatori sul Noncello così come in Alto Adige, e gradirebbe la destinazione più vicina. Pordenone che cerca anche Vicario (portiere ex Fontanafredda) e sogna Pietribiasi. In serie D si muove anche il Mestre, che avrebbe scelto per l’attacco l’ex Sacilese Stefano Dall’Acqua, dopo aver sondato la possibilità di portarsi a casa l’ex Sanvitese Della Bianca. Tamai in attesa di notizie da Pordenone per Minisini e Paladin, e da casa Florean per una risposta dall’attaccante ex Fontanafredda. Rossoneri sempre alla ricerca di un portiere. Doppio colpo dell’Arzignano, che prende dall’Altovicentino Roveretto e Burato.
Ore 21.10 – (Messaggero Veneto) Manca soltanto l’ufficialità. Perché l’affare è ormai concluso. Sergio Pinzin è il nuovo direttore sportivo della Triestina. A una settimana dal divorzio (consensuale) col Pordenone, l’ex uomo-mercato neroverde trova già sistemazione, ripartendo da una società in difficoltà, ma con un grande blasone e con l’ambizione di migliorare l’ultima, travagliata stagione di serie D. L’ingaggio del dirigente veneziano è già un buon segnale: l’ultima volta che Pinzin ha frequentato la serie D – torneo 2013-2014 – ha vinto campionato e scudetto (coi “ramarri”). Reduci da quell’avventura, assieme a lui potrebbero arrivare tra gli alabardati gli ex neroverdi Emil Zubin (classe ’78), Daniele Mattielig (’80) e Matteo Nichele (’81): per questi si sta trattando. Deciso il nuovo tecnico, che sarà l’ex Como Giovanni Colella. Arrivando in provincia, ancora nessuna novità per quanto riguarda l’assetto societario della Sacilese. Tuttavia, secondo indiscrezioni, la famiglia Presotto è sempre più decisa a rimanere in sella e a non mollare: nelle prossime ore sono attese ulteriori novità. Una volta presa la decisione, il ds Fiorin allestirà la squadra, che potrebbe prevedere Josè Tartalo (’89) del Lumignacco in attacco. Difficilmente, nello stesso reparto, si vedrà Lauro Florean (’81) a Tamai: la punta dovrebbe firmare per il Liapiave, dicendo “no” anche al Passerella oltre che ai mobilieri. Le “furie rosse” rimangono così ancora con un solo uomo nel reparto offensivo – Sellan (’94) – e con un filo d’ansia, considerato che si è a fine giugno e ancora non si è registrato un acquisto. Affari per ora sfumati anche per il Fontanafredda: Beghin (’86) per la difesa è considerato inarrivabile, mentre per l’attacco Diaw (’92) è in ballo tra Campodarsego e Cjarlins/Muzane.
Ore 20.50 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno è pronto per la nuova stagione. In attesa che la società annunci i nuovi giovani, che a meno di sorprese saranno Marco Farinazzo (1996) Andrea Franchetto (1997) e Gabriele Brino (1997), oltre al ritorno del “vecchio” Nicola Calcagnotto (1993), è stato stilato un calendario di massima per le amichevoli estive. Il ritiro comincerà il 22 luglio e già il 25 ci sarà il primo impegno a Belluno contro il Vicenza. Il 31 sarà la volta dell’annuale big match contro gli olandesi dell’Amsterdamsche, che verrà disputato allo stadio di Polpet. Il 4 agosto tocca all’Este, a Tambre. L’8 agosto triangolare a Treviso contro la squadra locale e il San Giorgio, mentre l’11 sarà la volta del match contro l’Istrana, sempre lontano da piazzale della Resistenza. Il 14 agosto ci sarà la penultima sfida amichevole contro il Nervesa (a Nervesa). Il 22 ultima amichevole contro la Feltrese.
Ore 20.20 – (Alto Adige) E dopo De Luca, Fischnaller. Già, perchè i 170mila euro di color granata versati sul conto dell’Fc sono una sorta di tesoretto, quasi inatteso, come quello sbandierato da Renzi prima della sentenza della Corte Costituzionale sulle pensioni. La cessione di Fischnaller invece sarebbe una vera e propria manovra finanziaria, un atto degno del miglior Draghi. Come noto l’Alto Adige chiede 600mila euro, forte delle 18 reti segnate in campionato e della “buona stampa” di cui gode il biondo attaccante in Italia e non solo. Nessuno per ora ha alzato l’asticella fino a tanto ma rispetto a gennaio qualche squadra ha mandato segnali di fumo chiari verso via Cadorna dove per ora la fa da padrone il forte vento della val Sarentina che suggerisce di attendere per sperare in ulteriori rialzi. Al momento la squadra più vicina al biondo attaccante di Signato è il Sassuolo. A casa Mapei non mancano i soldi un po’ per la cassaforte della famiglia Squinzi e soprattutto per il cash arrivato dalla cessione di Zaza e Berardi alla Juve. Sembra che il Sassuolo voglia diversificare l’investimento tra 3-4 prospetti di serie B e Lega pro e per Fischnaller avrebbe offerto 400 mila euro. Il24enne attaccante potrebbe eventualmente essere girato in prestito per un anno in B (Livorno?) per un avvicinamento graduale al salotto buono del calcio. Anche il Perugia vuole Fischnaller ma gli umbri possono arrivare al massimo a 300mila euro e per quella cifra Pfeifer e Piazzi non si siedono nemmeno al tavolo. La prima squadra a farsi avanti è però stata l’Alessandria che punta ad allestire uno squadrone e che ha offerto 350mila euro ma che nelle ultime ore ha rilanciato, offrendo 500 mila euro per il “pacchetto” completo Fischnaller e Fink. Già, piace molto anche il centrocampista di Renon che chiaramente è lusingato dal corteggiamento di un club importante. Il Como e il Pescara invece hanno sondato per Simone Branca, piedi sin troppo gentili per la serie C. Con un po’ di soldi in cassa potrebbe quindi partire il mercato delle entrate con Marchi, Bassoli e Turchetta tra le priorità.
Ore 20.00 – (Alto Adige) Come anticipato dal nostro giornale l’FC Alto Adige ha ingaggiato Achille Coser, 32enne portiere bergamasco, che nella sua carriera ha all’attivo 2 presenze in serie A e 86 in B, con tanto di promozione nel massimo campionato nazionale conquistata da assoluto protagonista col Cesena, appena due stagioni or sono. Coser ha sottoscritto col club biancorosso un contratto biennale, con scadenza 30 giugno 2017. Nato a Gazzaniga, in provincia di Bergamo, il 14 luglio 1982, Achille Coser (185 cm per 78 kg di peso forma) ha alle spalle già 15 anni di professionismo per complessive 161 presenze fra serie A, B, C1 e C2. Nella scorsa stagione ha militato nel campionato cadetto, ed è stato dapprima il secondo portiere del Livorno e poi della Virtus Entella. Appena due stagioni or sono è stato uno dei grandi protagonisti (25 presenze) della promozione del Cesena di mister Bisoli in serie A. Nel massimo campionato nazionale ha giocato due partite, entrambe col Novara, debuttando in serie A il 2 maggio 2012 nella partita della 36esima giornata contro la Fiorentina, terminata in parità (2-2). In serie B, dove ha debuttato il 13 marzo 2005 nella sfida contro il Bari persa per 1-0, ha invece collezionato 86 presenze, difendendo la porta di Albinoleffe (per 5 stagioni non consecutive), Ascoli, Vicenza, Cesena, Livorno e Virtus Entella. Insomma, il portiere d’esperienza che aspettavamo
Ore 19.40 – (La Provincia Pavese) Di ritorni ce ne sono stati tanti, al Pavia. Solo l’anno scorso Ferretti, Marchi, Biasi e Sabato. In attacco si profila, in questi giorni, quello di Stefano Del Sante. E se non fosse finita qui? Perché se è vero che la trattativa con il club cinese di Shanghai che ha richiesto il bomber Andrea Ferretti sembra fare passi avanti, arriverà sicuramente qualcuno a rimpiazzarlo se dovesse davvero andare via. E la società ha chiarito che vuole (oltre a Del Sante) un altro attaccante di pari livello. Le voci davano, già a gennaio, un interessamento forte del Pavia per Andrea Brighenti della Cremonese, arrivato ventunenne al Pavia parecchie stagioni fa: aveva fatto benissimo in D con la Virtus Vecomp e l’inizio fu promettente, ma nel prosieguo del campionato le cose non andarono altrettanto bene. Ora Brighenti a 27 anni è un giocatore maturo, un attaccante completo da 28 gol in due stagioni alla Cremonese (dopo i 21 nel campionato di Seconda divisione con il Renate). E’ talmente cresciuto che, sebbene sia legato alla Cremonese, mister Giampaolo vorrebbe portarlo con sé in A all’Empoli. Dunque l’ipotesi azzurra è suggestiva ma appare impraticabile. C’è un altro attaccante che ha lasciato ottimi ricordi a Pavia, pur avendo disputato solo metà stagione: Umberto Eusepi. I suoi sette gol contribuirono in maniera determinante alla salvezza degli azzurri. Si disse già all’epoca che le sue doti erano tali da consentirgli subito il salto in B. Un tentativo, dopo l’anno a Carpi, che Eusepi fece prima con il Varese (che ne deteneva il cartellino) e poi con la Pro Vercelli, ma con risultati non all’altezza delle aspettative. Così Eusepi è tornato in Lega Pro marcando 13 reti l’anno scorso a Perugia e ben 18 nel campionato appena concluso a Benevento. Un bottino che ha fatto di nuovo attirare l’attenzione di alcuni club di serie B sul bomber ventiseienne romano. Il quale a più riprese ha dichiarato di essere rimasto legato al Pavia dopo quell’esperienza breve ma molto positiva. Un gradimento che potrebbe far pensare davvero alla possibilità che Eusepi, in una prospettiva come quella attuale di un Pavia impegnato a tentare la scalata alla B, possa davvero tornare in azzurro. Ma naturalmente ci sono le società della cadetteria ad allettare, almeno teoricamente, un attaccante come lui. Lo stesso sta accadendo per molti dei bomber migliori della Lega Pro. Tra questi Di Carmine della Juve Stabia, che piace molto al dg Londrosi ma che è anche lui in attesa di una possibile chiamata dalla B. Eventualità che stanno frenando i possibili approcci delle più ambiziose società di Lega Pro come il Pavia. Un discorso che vale anche per i vari Caturano (Melfi), Iemmello (Foggia), Fischnaller (Alto Adige). Un’eccezione finora è Bocalon (16 gol con il Prato), che l’Alessandria ha acquistato a titolo definitivo dall’Inter. Tornando al Pavia, oltre all’attaccante l’attenzione è concentrata su un altro esterno sinistro da affiancare a Martin in arrivo dall’Alto Adige, e poi su un centrale difensivo e un centrocampista, a completare i rispettivi reparti.
Ore 19.20 – (Gazzetta di Mantova) Le giornate di sereno sono alle spalle, è arrivato un temporale enorme su Castiglione. Il rischio di non iscrivere la squadra al prossimo campionato di Lega Pro è concreto. La situazione è precipitata nel primo pomeriggio di ieri, quando i vertici di via Lonato hanno incontrato una serie di potenziali sponsor che, nei piani, avrebbero potuto dare forza al progetto aloisiano. Sponsor che però hanno tentennato e non hanno offerto garanzie solide di sostegno. Senza un aiuto concreto non si può andare molto lontano e quindi ora è tutto in alto mare. Resta pochissimo tempo alla società per reperire i fondi necessari a garantire solidità per la nuova avventura tra i professionisti. L’ipotesi di un “super pool” di imprenditori locali sta naufragando. Le speranze rossoblù erano riposte proprio in questa via, via che al momento è chiusa al traffico in entrata. In questi giorni la Gazzetta ha raccontato anche di altre due ipotesi per la sopravvivenza del Castiglione. È uscita fuori la pista della vendita delle quote di maggioranza a un gruppo di imprenditori provenienti da fuori provincia. Imprenditori che hanno presentato garanzie serie ma che al momento sono rimasti in stan by in attesa di capire l’evoluzione degli eventi. Il problema in questo senso è il tempo che stringe: completare il passaggio di proprietà entro la scadenza del 30 giugno (martedì) è impossibile. Si potrebbe pensare ad un’iscrizione garantita dai soli soci attuali della compagine rossoblù per poi passare la mano in un secondo momento. Prendersi questa responsabilità al momento equivale a un vero e proprio salto nel buio, cosa che a Castiglione non si è mai vista data la grande serietà dimostrata negli anni dal gruppo dirigente. L’ultima carta è quella di una partnership con una squadra di serie A. Il nome caldo è quello dell’Hellas Verona. Diventare club satellite degli scaligeri non sarebbe una cattiva idea, ma anche qui c’è un problema di tempistiche. Il Verona al momento deve impostare i piani per il prossimo campionato di serie A prima di aprirsi a nuove collaborazioni. Il Castiglione non può attendere. E quindi che si fa? Difficile dirlo al momento. Il presidente Valerio e i soci sono chiusi nel silenzio e stanno provando il tutto per tutto. Questa mattina ci saranno nuovi incontri con alcuni imprenditori locali per provare un ultimo, disperato tentativo di collaborazione. Domani poi i soci si raduneranno e decideranno cosa fare. Se non arriverà la fumata bianca nessun volo pindarico: la squadra non verrà iscritta e il club si occuperà solo del settore giovanile. Un incubo che i tifosi sperano di spazzare via ma che al momento tormenta l’animo dei rossoblù.
Ore 19.00 – (Gazzetta di Mantova) Archiviata l’estenuante trattativa per l’acquisizione della maggioranza del club di Viale Te, da oggi la nuova proprietà si metterà al lavoro per definire l’area tecnica e allestire la rosa per il prossimo campionato. «Domani (oggi per chi legge, ndr) incontreremo Riccardo Maspero – spiega il presidente Musso -, che spero diventi il nostro allenatore. Lo considero una persona seria, preparata e lo vedo molto motivato a venire perché affascinato dalla piazza di Mantova». A dirigere l’area tecnica, salvo sorprese, dovrebbe essere l’attuale allenatore del Catania Dario Marcolin, con al suo fianco il direttore sportivo Alfio Pelliccioni, l’attuale ds del Ciliverghe Eugenio Bianchini e ovviamente l’ex allenatore Giovanni Trainini, che da ieri è anche socio e componente del cda del Mantova. Bisognerà subito accelerare sul fronte giocatori, anche perché il caos delle ultime settimane ha innescato un fuggi fuggi generale. Ieri, ad esempio, Filippo Boniperti ha firmato per l’Alessandria e così il Mantova ha perso uno dei migliori giocatori della scorsa stagione. Ma non è tutto, perché Angelo Siniscalchi ha già chiesto la rescissione del contratto e lo stesso hanno fatto anche Andrea Trainotti e Francisco Sartore. Insomma, c’è necessità di blindare i giocatori che si ritengono indispensabili alla causa e poi muoversi sul mercato per completare la rosa. Mister Maspero potrebbe portarsi da Pavia l’ex biancorosso Samuele Sereni e il centrocampista Lorenzo Carotti, mentre sarà dura arrivare al bomber Andrea Ferretti.
Ore 18.40 – (Gazzetta di Mantova) Volti distesi e subito sintonia con il sindaco Palazzi per i nuovi soci di maggioranza all’arrivo nella sede comunale di via Roma, con Sandro Musso che si presenta accompagnato dall’amico e socio Piero Raccagni e dai rispettivi figli ai quali a metà incontro si unisce Bruno Bompieri in rappresentanza dei soci mantovani. L’incontro con Mattia Palazzi inizia alle 15.40 e il primo a parlare è il neopresidente Musso, che inizia a spiegare la sua idea di gestione del Mantova che verrà: «Innanzitutto bisogna avere un progetto – parola molto presente nei discorsi di Musso – che deve essere solido e deve definire subito gli aspetti economici per non arrivare all’ultimo momento a dover cercare fondi. La società deve ragionare da azienda, valutando spese e introiti e vogliamo poi condividere questo progetto con altre realtà del territorio». Palazzi ascolta interessato e appena ne ha l’occasione interviene spiegando in modo molto concreto la posizione del Comune, tendendo la mano ai nuovi soci di maggioranza: «La cosa più importante – spiega – è la stabilità del progetto nel corso degli anni che porti la squadra a disputare un buon campionato senza rischiare ogni mese di non poter garantire le spese. Per questo deve percepire il lavoro di crescita della società che non può prescindere dal settore giovanile, molto importante anche a livello sociale». Senza perdersi in giri di parole, il sindaco offre diversi spunti per aprire un dialogo con la società: «Se i nuovi soci garantiranno la stabilità del progetto farò il possibile per aiutarli. Fermo restando che i soldi pubblici non possono e non devono essere toccati, è possibile per esempio ridurre i costi di gestione per quanto riguarda lo stadio e le relative utenze (che fanno capo alla partecipata Tea) e aiutare il Mantova a dialogare con le realtà imprenditoriali del territorio». L’altra iniziativa proposta da Palazzi è «l’istituzione di un’assemblea pubblica nella quale venga presentato alla città il progetto tecnico della società, così da rendere partecipi i tifosi del lavoro dei dirigenti». In tutta risposta il neopresidente Musso conclude l’incontro dicendosi «contento di questi primi contatti con il Comune, al quale tengo a dire che non chiederò aiuti perché capisco quali siano le difficoltà e le problematiche con cui un sindaco deve fare i conti oggi. Da parte mia ci tengo a dimostrare di non essere passivo e a seguire un progetto che vada al di là della sola questione tecnica». Bruno Bompieri, al quale Musso dice pubblicamente «ho bisogno di te e del tuo sostegno, non solo economico», risponde presente: «Io ci sono e noi soci mantovani abbiamo fatto sforzi enormi per salvare la squadra. Spero che adesso sia il Comune e sia gli imprenditori del territorio aiutino la Sdl, perché andare avanti da soli è difficile e c’è il rischio di stancarsi».
Ore 18.20 – (Gazzetta di Mantova) La crisi biancorossa è stata risolta al casello autostradale di Mantova Nord nel corso di una nottata tragicomica, che vale la pena raccontare. Partendo da ciò che è successo dopo che mercoledì sera la Gazzetta è andata in stampa, con la situazione ancora in bilico e i soci riuniti nell’ufficio del notaio Bertolucci. Ore 22.30. Il problema è svelato: la Sdl chiede garanzie tangibili (tradotto, gli assegni) ai mantovani per il budget della prossima stagione. Tirelli non ha con sè il libretto degli assegni, è impossibile fornire il cash sul momento. Ore 23.50. Fine dei giochi: Tirelli è il primo ad uscire, imbufalito («Non abbiamo risolto niente» la sua unica frase). La pattuglia dei bresciani segue a ruota. Poi è la volta di Bosi e Di Matteo che spiegano: «L’accordo era lì, pronto per essere firmato, ma poi è saltato tutto. Hanno visioni diverse sulla gestione, al momento non hanno trovato la quadra. Ora tutto è più complicato, rischiamo di fallire». Panico totale. Ore 00.15. Nel parcheggio antistante lo studio notarile sono rimasti solo i bresciani. Musso è visibilmente scosso, parla di «una situazione che ha dell’incredibile. Abbiamo chiesto garanzie per impostare il futuro, eravamo disposti ad aspettare anche fino alle 6 del mattino, ma niente». Ore 00.40. Musso e soci partono alla volta del casello di Mantova Nord, dove il attende il commercialista Quaglia, che deve restituire loro un documento firmato in precedenza, quando sembrava che l’affare andasse in porto. Ore 1.00. Dal casello di Mantova Nord esce Carlo Giovanardi, di ritorno dalla Francia: vede gli altri e si ferma, la trattativa riparte con l’avvocato Pegoraro, Bompieri e Tirelli in collegamento telefonico. Ore 1.45. Telefona anche il sindaco Palazzi, che fa appello a tutti affinché non facciano fallire il Mantova. Ore 2.00. Lodi si dice disposto a presentare lui le garanzie per i mantovani, ma anche Bompieri e Giovanardi si attivano. Ore 2.10. Si avverte anche Di Matteo, che è all’hotel La Favorita, e si cerca il notaio Bertolucci per firmare in nottata. Ma non c’è verso. Ore 3.15. Il gruppo si scioglie, dandosi appuntamento alle 9 dal notaio Bertolucci.
Ore 18.00 – (Gazzetta di Mantova) Alle 13.10, dopo altre 4 ore di estenuante attesa, seguite a una nottata a dir poco folle, il notaio Bertolucci si affaccia alla finestra del suo studio, al terzo piano dello stabile di viale Fiume, sventolando l’atto firmato e urla ai cronisti un liberatorio «è fatta!». Basta questa immagine a spiegare cosa sia stata la trattativa per la cessione della maggioranza del Mantova, durata più di 4 mesi e risolta in zona Cesarini. Ma tutto è bene quel che finisce bene: l’operazione è riuscita, gli stipendi di marzo e aprile dei tesserati sono stati pagati in tempo, l’iscrizione della squadra al campionato sarà fatta ed è stato perfino risolto il problema dell’impianto di videosorveglianza al Martelli, inviando alla Lega la comunicazione (col visto della Questura) che i lavori sono iniziati e che verranno ultimati entro il 10 luglio. Insomma, si apre una nuova era e si potrà cominciare a parlare di calcio. Per ora, il neopresidente Mussso sul tema è cauto: «La priorità è dare dignità e stabilità alla società dopo anni di difficoltà terribili, che capisco inducano i tifosi a essere preoccupati. Sul piano sportivo, l’obiettivo immediato è ben figurare, poi ovviamente si coltiveranno anche legittime ambizioni». Che il socio mantovano Carlo Giovanardi traduce così: «Il piano del gruppo bresciano è importante, l’obiettivo è l’approdo in serie B». Per ora, comunque, è bene fare un po’ di chiarezza sul nuovo assetto societario. Il 55% del club è stato acquisto da Musso e da altre 6 persone legate alla Sdl, che hanno rilevato le quote di Nicola Di Matteo. Il restante 45% è rimasto nelle mani di chi l’aveva in precedenza (vedi tabella). Perché, però, il gruppo bresciano non è entrato direttamente nel Mantova? «La Sdl sarà sponsor principale dell’Acm e questa è stata una mia scelta – spiega Sandro Musso -. Non mi piace la figura del proprietario o del presidente padre-padrone. Per cui, le quote le ho divise con persone a noi vicine, che condividono l’impostazione del progetto ma sono capaci di essere critiche. Il confronto è alla base del mio modo di lavorare». Le persone in questione sono suo figlio Paolo e altri soggetti ai quali Musso è legato da tanti anni. «Ma un paio di soci potrebbero cambiare – avverte il neopresidente -, perché ci sono un paio di soggetti che vorrei coinvolgere ma che al momento sono all’estero». Fra questi forse il manager di grosso calibro Gianfranco Bernasconi, inserito nel nuovo cda insieme all’ex allenatore Trainini e al commercialista Quaglia, che per Musso «deve rappresentare i soci storici». A tal proposito, spicca l’assenza di mantovani nel cda. È un chiaro segnale di possibile, futuro disimpegno, tant’è che Giovanardi spiega: «Abbiamo dato garanzie di restare per un anno, il futuro dipenderà da tanti fattori ma non è escluso che la collaborazione possa essere anche più lunga». Musso per ora ringrazia «sentitamente i soci mantovani per gli enormi sforzi fatti, anche per presentare le garanzie per la prossima stagione». Già, perché il Mantova fin d’ora ha in cassa i soldi stanziati da Sdl e soci mantovani per la prossima stagione. Niente male. Musso ringrazia anche «Lodi che mi ha stupito, non solo rispettando tutti i suoi gravosi impegni, ma anche andando oltre nella notte, dicendosi pronto a presentare garanzie personali al posto dei mantovani pur di risolvere le cose». Federico Bosi al riguardo si dice «dispiaciuto che sia passato il messaggio che il problema fossimo ancora noi. Lodi ha davvero fatto l’impossibile. Resteremo in società fino all’approvazione del bilancio, il 31 ottobre, poi cederemo gratis le nostre quote». Chiusura con Nicola Di Matteo: «A Mantova lascio un pezzo di cuore, auguro le migliori fortune alla Sdl e chissà… Magari più avanti potrei anche rientrare per dare una mano ai bresciani».
Ore 17.45 – Ha destato molta curiosità la rivelazione fatta dal direttore sportivo Fabrizio De Poli sulla trattativa messi in piedi a sorpresa nella giornata di ieri per un centrocampista classe 1994 che lo stesso diesse ha definito molto interessante. Padovagoal ha condotto approfondite ricerche dalla mattinata in poi e dovremmo essere arrivati a un risultato tangibile. Risultano, infatti, contatti in essere con il Vicenza (confermati) per il centrocampista Francesco Urso, 17 presenze e 2 gol lo scorso anno con la maglia del Prato. De Poli lo ha inserito nel mirino ed è entrato in concorrenza con due squadre di B che vogliono Urso per la prossima stagione. Affare possibile? Al momento è difficile da dire, ma di sicuro il Padova è entrato prepotentemente in lizza e ha fatto irruzione su un talento destinato a crescere ulteriormente nella prossima stagione.
Ore 17.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Oggi il consiglio della Figc varerà le regole per i ripescaggi nei campionati professionistici. Questo non significa che sapremo se il Pordenone disputerà il campionato di Lega D o di Lega Pro, ma avremo probabilmente un’idea meno aleatoria delle reali possibilità che la prevista (e preannunciata più volte da Lovisa e soci) domanda di ripescaggio dei ramarri sia accolta dagli organi competenti. PROBLEMA COSTI – Si parlerà anche di idoneità delle strutture (stadi in particolare) e di rapporti fra tifosi e tesserati. Il primo tema caldo di discussione riguarderà però il costo dei riescaggi. Secondo le voci che sono circolate sino a oggi i club che hanno acquisito sul campo il diritto di disputare la Lega Pro dovranno farsi carico di una fideiussione di 400 mila euro a parziale garanzia dei costi di gestione. Ben superiore l’onere che dovranno affrontare, sempre secondo le vosi circolanti, i club come il Pordenone che chiederanno il ripescaggio essendo stati retrocessi al termine della passata stagione. Per questi la fideiussione sarebbe di 600 mila euro. Inoltre per questi sarebbe previsto un versamento a fondo perduto di 600 mila euro (contro i 200 mila delle passate stagione). La Figc utilizzerebbe le entrate per coprire parzialmente il buco nel bilancio di Lega Pro. Se tutto ciò corrisponderà al vero, facendo quattro conti, per partecipare al prossimo torneo Lovisa e soci dovranno mettere in budget spesa qualcosa come 3 milioni e mezzo di euro. Al milione e duecentomila per la fideiussione e il fondo ripescaggio andrebbero aggiunti due milioni e 300 mila euro che sono la media di quanto avrebbero speso le società per stagione passata. Ovviamente in entrata andrebbero previsti i contributi della Lega, gli incassi e le sponsorizzazioni. SCONTO – In questi ultimi giorni però una parte dei presidenti di Lega Pro avrebbero fatto pressioni perchè la Figc riveda al ribasso il contributo a fondo perduto. Questi per evitare che i costi troppo elevati consiglino a chi potrebbe chiedere il ripescaggio di rinunciarvi. Non pare sia il caso del Pordenone. Mauro Lovisa ha più volte dichiarato di essere pronto al sacrificio pur di respirare ancora l’aria del calcio professionistico.
Ore 17.20 – (Messaggero Veneto) La fatidica soglia di più di un allenatore a stagione è stata superata con Luciano Foschi. La nuova statistica, invece, dice che Bruno Tedino è l’undicesimo allenatore in nove stagioni della presidenza di Mauro Lovisa. Il primo condottiero, che poi è stato quello con cui ha avuto il rapporto più lungo, è stato Massimo Pavanel: il triestino fu trainer nel 2007-2008, annata in cui vinse l’Eccellenza, e nel 2008-2009, stagione del ritorno in D. Rimase sino a settembre 2009, quando venne esonerato per ingaggiare Giovanni Bosi. Il romagnolo chiuse la stagione (2009-’10), in cui fece bene, rimase quella successiva (’10-’11) e non fu confermato per l’annata 2011-2012. In quell’annata arrivarono tre tecnici: Rodolfo Vanoli (cacciato a settembre), Ermanno Tomei, esonerato 30 giorni dopo il suo ingaggio, e Giovanni Soncin, che chiuse il torneo di serie D. Lovisa lo confermò per la stagione successiva. Tuttavia, lo sollevò dall’incarico nel gennaio 2013, quando promosse dal vivaio Fabio Rossitto. Il pordenonese però non andò oltre il termine della stagione: per l’annata successiva, dentro Carmine Parlato, che nel 2013-2014 vinse tutto, dal campionato allo scudetto di D. Materiale pregiato, ma che non bastò per rimanere alla guida del team anche in Lega Pro. Lovisa allora chiamò Lamberto Zauli, trequartista ex serie A, che durò 7 partite (di cui due di coppa). Al suo posto arrivò Luciano Foschi: 8 gare di campionato, una vittoria e sette sconfitte per lui. Esonero scritto. Ecco al suo posto Fabio Rossitto, rimasto da novembre sino a pochi giorni fa.
Ore 17.00 – (Messaggero Veneto) E’ cominciata l’era di Bruno Tedino al Pordenone. Ieri, infatti, il nuovo tecnico neroverde ha trascorso il suo primo vero giorno al De Marchi. Ha fatto conoscenza con dirigenti e addetti del centro, prima di concentrarsi assieme a proprietà e ds Giorgio Zamuner sulle manovre di mercato. A proposito, escono i primi obiettivi: la coppia Spagnoli-Vicario, rispettivamente attaccante (classe ’94) e portiere (’96) del Fontanafredda e, soprattutto, il sogno, Stefano Pietribiasi (’85), centravanti del Bassano. Idee da Lega Pro. A riguardo, oggi si riunirà il Consiglio federale, che stabilirà i criteri relativi al ripescaggio in terza serie. Giornata. Tedino è una macchina da lavoro: non ha problemi a studiare e pensare calcio per tutta la giornata. Così, dopo l’accordo trovato martedì scorso, si è subito messo a lavorare per il suo nuovo club. E, dopo l’ufficialità dell’intesa, ha cominciato a scoprire la casa dei “ramarri”. Il centro lo conosceva già, avendolo frequentato lo scorso febbraio con la nazionale, ma ieri si è potuto rendere meglio conto delle strutture che avrà a disposizione. In queste settimane sarà da solo (relativamente al suo staff), visto che il suo vice, Carlo Marchetto, si trova a Coverciano per conseguire il patentino “Uefa A”. I due sono comunque in contatto e alcune idee escono. Il tecnico ama lavorare con i giovani, e proprio i due baby di Sacilese e Fontanafredda sono nel mirino. Spagnoli, attaccante, piace molto perché versatile. Vicario invece può essere un ottimo ricambio per il ruolo di portiere, per il quale c’è già Careri (’82), almeno per la società, e potrebbe esserci anche Tomei (’84), atteso a giorni a colloquio. Naturalmente, con i giovani, devono esserci anche giocatori di categoria, in particolare davanti dopo l’ultima, faticosa annata in zona gol. A proposito, si fa il nome di Pietribiasi, vero centravanti di categoria: 30 reti in due stagioni tra Seconda divisione e Lega Pro in maglia giallorossa. Un perfetto terminale per la manovra di Tedino. Futuro. Il Pordenone sta poi alla finestra sul fronte ripescaggio. I criteri per la domanda sono attesi per oggi, come detto. Da questi seguirà la classifica dei club aventi diritti alla riammissione: i “ramarri” hanno buone possibilità di figurare in alto, anche perché il Messina si è chiamato fuori visto che è implicato nell’inchiesta “Treni del gol”. Sempre oggi, continueranno le audizioni relative all’altra indagine, “Dirty Soccer”, in cui è coinvolta in particolare la Torres (ascoltati il presidente Capitani e l’ex tecnico Costantino). Molte società tremano, senza contare che, per motivi economici, già non ci sono più tra i “pro” Parma e Monza. Universo nel quale il Pordenone ha sempre più possibilità di (ri)entrare.
Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Prima stecca verso l’iscrizione, il Venezia non paga gli stipendi di marzo-aprile e «si assicura» una partenza ad handicap nella prossima Lega Pro. Nessun colpo di coda ieri da parte del presidente Yury Korablin, il quale non ha effettuato alcun versamento di denaro nelle casse societarie di un Venezia che subirà una penalizzazione da scontare al via del nuovo campionato. «In cassa non è entrato nulla, prendiamo atto che il presidente non ha versato il necessario ma è chiaro che non c’era e non c’è grande fiducia – il laconico commento del dg Dante Scibilia nella serata di ieri -. La prossima scadenza chiave è quella di martedì prossimo, noi presenteremo comunque la domanda d’iscrizione pagando le relative tasse». Con gli ultimi euro rimasti, infatti, il Venezia potrà accompagnare la richiesta di ammissione alla Lega Pro con i 35 mila euro di tasse richiesti (gli altri 25, fino ad arrivare a 60 mila, saranno spalmati durante la stagione). «Così terremo aperto uno spiraglio, ovviamente fatto di deferimenti, esclusioni, ricorsi e via dicendo – la prospettiva tracciata da Scibilia -. Ma quantomeno difenderemo in qualche modo il valore della società, che altrimenti di fatto scenderebbe a zero qualora non presentassimo nemmeno la domanda d’iscrizione svalutando del tutto il titolo sportivo dell’Fbc Unione Venezia». Dal patron Korablin al solito ancora nessun segnale, mentre non stanno avendo seguito nemmeno le voci secondo cui lunedì avrebbe incontrato due cordate interessate a rilevare in tempi brevi la società, con disponibilità a saldare i debiti (circa un milione e 700 mila euro) pur di restare aggrappati alla Lega Pro. Dal 1. luglio, invece, si parlerà solo della costituzione di un nuovo Venezia che possa essere ammesso in sovrannumero in serie D: in prima linea ci sarà il sindaco Luigi Brugnaro per cercare di formare una cordata di finanziatori, dei quali si dice potrebbe far parte anche Vincenzo Marinese, già amministratore delegato dal 2005 al 2009 nella Ssc Venezia fondata da suo padre Lorenzo con i fratelli Poletti e lo stesso Brugnaro. Ieri la FeralpiSalò di Michele Serena ha ufficializzato di aver firmato per una stagione l’ex attaccante arancioneroverde Giuseppe Greco.
Ore 16.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Niente sorpresa dell’ultimo momento, niente pagamento in extremis. Il Venezia ieri avrebbe dovuto pagare gli stipendi di giocatori e dipendenti relativi al periodo marzo-aprile, ma nelle casse non si è materializzato alcun bonifico. E la strada verso la fine del «calcio russo» in laguna appare sempre più segnata. La data del 25 giugno era da tempo cerchiata in rosso: entro la mezzanotte le società che intendono iscriversi alla LegaPro erano chiamate infatti a inviare la documentazione relativa agli avvenuti pagamenti degli stipendi, con contributi e ritenute, del bimestre marzo-aprile. Il mancato pagamento comporta subito una penalizzazione, che può arrivare fino a 5 punti. Ma per il Venezia, a questo punto, le penalità sarebbero il male minore. Qui c’è in ballo l’iscrizione al campionato e la stessa sopravvivenza della società. Il silenzio del presidente Yuri Korablin persiste e, dopo quella telefonata ultrarapida di lunedì 8 giugno, non ci sono stati più contatti. Anzi, dopo le rassicurazioni date in prima persona dal patron russo, i successivi scambi telefonici con un suo stretto collaboratore sono stati all’insegna dell’incertezza e dell’evasività. Fino agli ultimi giorni, quando i rapporti si sono del tutto azzerati, perché il collaboratore di Korablin — ulteriore beffa — è in ferie e ha spento i telefoni. Nella sede di via Torino le speranze sono ormai ridotte al lumicino, anche se ieri si confidava in un «colpo di teatro», di quelli a cui il patron arancioneroverde ha abituato un po’ tutti, pagando le spettanze all’ultimo momento. Ma stavolta no. Alla chiusura degli sportelli bancari non era stato registrato alcun bonifico partito da Mosca e, dunque, il Venezia si ritrova inadempiente. Adesso il prossimo step è quello del 30 giugno, data entro la quale andrebbero sanati tutti i debiti pregressi e presentate le carte per l’iscrizione, con tasse di iscrizione e fideiussione. Nonostante tutti i segnali facciano immaginare il peggio, la dirigenza arancioneroverde intende lasciare comunque aperto uno spiraglio. «Prepareremo tutte le carte e verseremo la quota d’iscrizione», assicura il dg Dante Scibilia. Una iscrizione parziale, senza la fideiussione e senza che i conti del Venezia risultino a posto, ma con la possibilità di «mettersi in regola» entro il 14 luglio con ulteriori penalità. Una chance in più per provare a conservare il titolo sportivo, quel diritto a disputare la LegaPro conquistato sul campo con le due promozioni del 2012 e 2013 e che rappresenterebbe l’unico patrimonio da «spendere» in una eventuale trattativa di vendita. Ma i tempi, per questa ipotesi, sono strettissimi. Le tre cordate (due locali, una straniera) che sarebbero interessate ad acquistare il Venezia rimangono in attesa, anche se il mandato a vendere da parte del presidente c’è e dunque le trattative potrebbero essere in corso, ma dietro le quinte. Si tratterebbe, per chi volesse subentrare, di mettere sul piatto circa un milione e mezzo di euro per ripianare i debiti e poi stabilire il budget, intorno a un paio di milioni, per la nuova stagione. L’altra ipotesi è quella di lasciare che la società Fbc Unione Venezia giunga al capolinea e se la veda in tribunale con i creditori, per dare vita nel frattempo a una nuova compagine, libera dalla zavorra dei debiti. Ripartirebbe dalla serie D, grazie al blasone e alla storia calcistica della città (previa domanda del sindaco alla Figc), ma la nuova proprietà dovrebbe comunque investire una discreta cifra per tentare il ritorno nel campionato professionistico. E intanto, dopo Simone Guerra, anche Giuseppe Greco raggiunge mister Michele Serena alla FeralpiSalò.
Ore 15.50 – (La Nuova Venezia) «Sorpreso? No, me l’aspettavo. Se il presidente non si è fatto vivo in tutti questi giorni, era abbastanza scontato che non si sarebbe fatto vivo all’ultima ora». Dante Scibilia è sulla tolda di comando di una nave alla deriva, che viaggia a vista in mezzo a una nebbia fittissima con il rischio di incagliarsi definitivamente di ora in ora. «Finché c’è tempo, teniamo duro e non molliamo» aggiunge il direttore generale dell’Unione Venezia, «ci sono altri cinque giorni di tempo, vediamo se succede qualcosa che non è accaduto in questi mesi». In sede si sta lavorando per presentare almeno la domanda di ammissione entro il 30 giugno contenente la richiesta di concessione della Licenza Nazionale. «Se non viene inoltrata nemmeno quella, la società decade automaticamente, non ci saranno tempi supplementari. Presentando la domanda, allungheremo di altre due settimane i tempi nei quali provare a salvare la situazione». Tener duro, ugualmente, è la parola d’ordine, anche se è comprensibile lo stato di scoramento, delusione e preoccupazione in cui versano tutti i dipendenti che rischiano di trovarsi in mezzo alla strada, nonostante tutti gli sforzi fatti e non percependo lo stipendio da quattro mesi. Sulle voci che il presidente Korablin stia provando a cedere in extremis la società, Scibilia allarga le braccia. «Sono voci che rimbalzano da due-tre giorni, posso solo ripetere che se il presidente sta camminando su questa strada, lo fa senza avere interpellato né il sottoscritto né Ivone De Franceschi. Se sono solo voci rimarranno tali, se dietro alle voci ci sono fatti concreti questi verranno alla luce del sole in poco tempo». Tempo che ormai manca al Venezia, che sente sempre più stretto il nodo del cappio attorno al collo. Situazioni già vissute, purtroppo, dai tifosi sia nel 2005 sia nel 2009.
Ore 15.30 – (La Nuova Venezia) L’ombra dell’abisso davanti all’Unione Venezia. Nessun bonifico bancario dalla Russia. Scadenza quindi non rispettata. Ora l’intenzione è di presentare ugualmente il 30 giugno la domanda d’ iscrizione alla prossima Lega Pro. Andiamo con ordine: ieri casse della società sono rimaste desolatamente vuote, Korablin non si è visto, nessuna spiegazione e nessun commento sul mancato rispetto della scadenza del 25 giugno. Ieri, infatti, il Venezia, come tutte le altre società, doveva effettuare i bonifici e depositare alla Co.Vi.Soc. la dichiarazione che attestava l’avvenuto pagamento degli emolumenti dovuti fino al 30 aprile ai tesserati, ai dipendenti e ai collaboratori addetti al settore sportivo con contratti ratificati dalla Lega Pro. Non avendo assolto a questa scadenza, il Venezia si è macchiato di illecito disciplinare che comporterà già la penalizzazione di un punto in classifica da scontare nella stagione 2015-2016. Da una scadenza all’altra, quella del 30 giugno, tappa fondamentale per aprire la prossima stagione: le premesse per presentare la documentazione in regola sono al lumicino, soprattutto per la fidejussione da 400 mila euro. Se il Venezia dovesse presentare almeno la domanda di ammissione alla Lega Pro correlata da un assegno di 35 mila euro, si garantirebbe quanto meno altre due settimane di sopravvivenza. La Co.Vi.Soc. e la Commissione Criteri Infrastrutturali e Sportivo-Organizzativi hanno infatti tempo fino al 10 luglio per vagliare la documentazione presentata dai 60 club di Lega Pro aventi diritto, inviando alle società l’esito dell’istruttoria con una copia spedita anche a Federcalcio e Lega. Il Venezia sarebbe escluso temporaneamente dalla Lega Pro presentando solo la domanda di iscrizione e non la fidejussione, ma avrebbe tempo fino alle ore 19 del 14 luglio per mettersi in regola e presentare ricorso. Una soluzione tampone che però garantirebbe due settimane di tempo anche per ipotizzare un’eventuale cessione della società. Due settimane che potrebbero essere vitali, se il presidente Korablin desse mandato a terze persone, se non al suo direttore generale Dante Scibilia, di cercare un acquirente per l’Unione Venezia. Ma la domanda è scontata: perché decidere di vendere solo adesso e non a gennaio quando la società poteva essere salvata?
Ore 15.00 – (Giornale di Vicenza) «Non ci sono novità e oramai credo che prima di martedì non ce ne siano, e siamo tutti sereni. Dopo le prime settimane che sono state dure, oggi anche io non tornerei mai indietro, vista la situazione della Lega Pro». Lasciano pochi dubbi le parole di Barbara Diquigiovanni, figlia del patron biancorosso e sua collaboratrice. Aggrapparsi al ramo della speranza di una cessione dell´ultimo minuto? Ormai non sembra più reggere neanche quello. Eppure i mormorii continuano… il nome è sempre il solito: Rino Dalle Rive. Intanto però uno dopo l´altro i giocatori del Real abbandonano la nave di Diquigiovanni. Ufficialmente hanno già salutato la città berica Michele Marcolini, il comandante dello scorso anno, che salpa alla volta della sicura sponda di Pavia. Insieme a lui si sono imbarcati il suo vice Mandelli e il centrocampista Cristini. Poi è stata la volta di Sasà Bruno, uno che aveva cercato, con i suoi sedici gol, di portare il Real sulla giusta rotta. E oggi, che l´imbarcazione sembra essere sull´orlo del naufragio, in tanti stanno cercando un posto sicuro. A trovarlo non dovrebbe avere problemi Matteo Piccinni, il faro per la difesa del Real Vicenza, è corteggiato da tante squadre della Lega Pro, ma pare che su di lui abbia puntato gli occhi anche il Teramo, neopromosso nella serie cadetta. «Prima però c´è da risolvere la questione Real – dice il difensore – vedremo come andrà a finire il 30 giugno». Riccardo Carlini, invece, è nel mirino dell´Arezzo, ma per il momento nulla di sicuro. Insomma, i membri dell´equipaggio biancorosso stanno aguzzando un po´ tutti la vista, ma si aspetta l´ordine del primo ufficiale prima di abbandonare definitivamente la nave.
Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Allenatore, speranze di ripescaggio e una missione milanese che ha portato qualche novità interessante. Il dg Werner Seeber sta giocando su più tavoli, in attesa del Consiglio federale in programma oggi che chiarirà (si spera una volta per tutte) i nuovi criteri di ripescaggio per il prossimo campionato. Il presidente della Lega di serie B Andrea Abodi ha lasciato intendere che il parametro della solidità societaria, che Cittadella e Bassano chiedono a gran voce di inserire all’interno del nuovo regolamento, non sarà utilizzato in maniera assoluta. «Per il futuro cercheremo un punto di equilibrio — ha detto Abodi — magari inserendo una preclusione per quei club che hanno subito illeciti amministrativi. Attenti, però, a non penalizzare il ricambio imprenditoriale: se i nuovi soci risanano il club, quale pegno devono pagare per quanto successo in passato?». Ieri è stata definita a favore del Cesena la comproprietà di Andrea Ingegneri , autore di un campionato fra luci e ombre nell’ultima stagione in maglia giallorossa. L’offensiva del Padova per Nicola Bizzotto , in scadenza di contratto con il Bassano, sembra alla stretta finale. Ieri il ds Fabrizio De Poli ha incontrato l’agente Vincenzo Rispoli, mentre Seeber farà una controproposta. Difficile che la possa spuntare il Bassano, ma la situazione andrà monitorata con attenzione. Per quanto riguarda la panchina, la scelta numero uno rimane Stefano Sottili , che fra mille smentite di tutte le parti in causa ha già incontrato la società e parlato di mercato. e sarà lui il prescelto, una delle prime richieste riguarderà un suo «pupillo», l’attaccante Davide D’Appollonia , di proprietà del Vicenza. Ma molti nomi finiranno sul taccuino di Seeber, mentre per la panchina Leonardo Menichini non è più stato contattato. E non risultano operazioni per rescindere con la Salernitana, dopo l’esonero che ha preceduto l’avvicendamento con Vincenzo Torrente.
Ore 14.10 – (Giornale di Vicenza) Asta in bianco. Capita che un tecnico dopo la felice parentesi nel vivaio granata nei suoi tre campionati da allenatore capo abbia centrato una promozione sul campo (col Monza), una seconda promozione sempre coi brianzoli (vanificata dalla penalizzazione affibbiata alla società) eppoi la stellare annata virtussina. Eppure questo allenatore è senza squadra, a dimostrazione che spesso la meritocrazia nello strampalato pianeta del pallone è accessorio. Don Tonino mesi fa aveva deciso di lasciare il Bassano, a prescindere da come si fosse concluso il torneo. A fine maggio si è fatto vivo il Novara, con cui l´ex trainer virtussino ha trovato un accordo verbale, rinunciando alla firma richiesta dai piemontesi perchè ancora sotto contratto. Poi all´improvviso il Novara gli ha voltato le spalle e per lui si era parlato a lungo di un´ipotesi Vicenza e anche Salernitana. Al Lane, Asta sarebbe volato, fino all´ultimo ha sperato in un approdo in biancorosso che non si è materializzato. E adesso il suo nome è stato accostato al Cittadella.
Ore 13.50 – (Giornale di Vicenza) Ufficiosamente è una poltrona per tre, in realtà quello scranno è occupato virtualmente da Stefano Sottili, il prescelto per il dopo Asta. E gli altri due? Gli altri due sono solo sagome molto qualificate ma altrettanto defilate, ovvero Leonardo Menichini e Claudio Foscarini, come vi avevamo raccontato una decina di giorni fa. Il primo, 62 anni, pisano, storico vice di Carletto Mazzone,ha appena pilotato la Salernitana in B subentrando di rincorsa e raddrizzando la stagione. Il secondo, 57 anni, trevigiano, è reduce da una vita al Cittadella: 13 anni tra vivaio e prima squadra e ora ha deciso di cambiare aria. Tuttavia tutto porta a Sottili, 46 anni, fiorentino che è in trepida attesa e che per il Bassano ha già rifiutato un paio di allettanti opportunità di Lega Pro. L´investitura è attesa per i primi giorni della prossima settimana. Quanto al capitolo ripescaggi, l´invito da via Piave è rivolto all´ambiente della tifoseria di non seminare illusioni a vuoto perchè con certi criteri è una corsa persa in partenza per il Soccer Team, possibile solo dinanzi a un´ecatombe di società che ancora non si è verificata, anche se i controlli Covisoc, ancora più selettivi e rigorosi rispetto a un recente passato non promettono niente di buono per almeno un paio di club di B. A proposito, al Como ha passato la mano il presidente Pietro Porro per le difficoltà non solo economiche che richiede il torneo cadetto, ma in riva al lago sull´onda dell´entusiasmo della B ritrovata stanno già lavorando con profitto perchè l´uscita non crei contraccolpi di sorta. Quanto all´assetto del nuovo Bassano di domani c´è sicuramente da limare più di qualcosa per rintracciare l´intesa biennale con Luca Cattaneo, ma il discorso più in generale è un altro. Ovvero: in Lega Pro sarà necessaria una formazione con tante pedine nuove di zecca, perchè non tutti i protagonisti della formidabile cavalcata di quest´anno avranno la medesima mentalità e occorrerà gente affamata e desiderosa di riscatto. Un conto è schizzare in B e decollare sulla scia dell´euforia, un altro riproporsi in Lega Pro col rischio di farsi malissimo.
Ore 13.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Pasquale Marino resta sulla panchina del Vicenza. Il tecnico di Marsala ha prolungato il suo contratto fino a giugno 2017 e ieri, dopo la trattativa notturna con la dirigenza, ha spiegato quanto è accaduto negli ultimi venti giorni, con un lungo stand-by sull’asse tra Vicenza e Catania. «E’ giusto far capire cosa è successo — spiega Marino — non devo giustificare nulla ma solo dire come sono andate le cose. Al termine del campionato la società non era in grado di propormi un miglioramento qualitativo e quantitativo dell’organico. Questa è la motivazione per cui ho detto di no e non certo perché avevo altre richieste». Le cose sono cambiate, secondo il tecnico di Marsala, nell’ultima settimana. «Complice un rafforzamento della base societaria, è andata delineandosi la possibilità da parte del Vicenza di un’offerta importante — precisa Marino — sono stato combattuto nel prendere una decisione, a quel punto per me molto difficile. E’ stata fatta una scelta ma il direttore sportivo Cristallini non si è mai arreso, presentandomi un progetto certamente superiore a quello iniziale: per questo poi non ce l’ho fatta a dire di no a questa società e a questi dirigenti. Se sono rimasto è per fare bene con il Vicenza: dobbiamo cercare di migliorare quelle che sono le potenzialità dell’organico a fronte di un campionato che si prospetta abbastanza duro». Marino risponde poi a chi non ha condiviso la sua gestione della trattativa con la società. «Se qualcuno ha valutato la vicenda come un errore è semplicemente perché non era al corrente dei fatti — sottolinea il tecnico siciliano — ora credo che la vicenda sia stata chiarita, è facile dare giudizi ma prima bisognerebbe sapere come sono andate le cose. Come detto lavorerò per raggiungere obiettivi importanti con il Vicenza e questo credo vada a vantaggio di tutti. Se sono qui è perché questa società farà di tutto per allestire un organico in grado di puntare ad obiettivi importanti. Quanto al mio contratto, sono stato io a chiedere di prolungarlo solo di un anno e di portarlo fino al 30 giugno del 2017, a conferma che l’aspetto economico non è certo la prima cosa a cui guardo». Fin qui il pensiero di Pasquale Marino, ha preso poi la parola il presidente di Vi. Fin, Alfredo Pastorelli, che ha precisato il ruolo della società nei confronti del Vicenza calcio. «Abbiamo aiutato, in un momento di evidente difficoltà, l’attuale proprietà affinché potesse ottemperare alle scadenze: pagare gli stipendi, le rate dell’Iva, e i contributi. Cosa di stamattina (ieri per chi legge, ndr ), abbiamo messo a disposizione del club un milione e seicentomila euro e abbiamo già in mano la fideiussione per l’iscrizione. Auspichiamo di allestire una squadra che possa dare continuità alla stagione scorsa, ma siamo coscienti delle difficoltà. Noi di Vi. Fin. ce la metteremo tutta affinché società e mister abbiano il maggior sostegno possibile. Non pensiamo di fare tutto questo per buttare risorse, ma perché vogliamo perseguire una progettualità per il Vicenza e per uno stadio degno di questo nome, perché quello esistente necessita di migliorie. Sono ottimista di natura, e posso promettere che metteremo tutto il nostro impegno insieme all’attuale proprietà».
Ore 13.00 – (Giornale di Vicenza) Conta, eccome anche la solidità della società, e non è certo un caso che al tavolo della presentazione siano seduti, oltre a Vittoria Franchetto, presidentessa onoraria, anche Alfredo Pastorelli, presidente di Vi.Fin e Marco Franchetto. Il neopresidente Polato ha appena detto che il sostegno assicurato dalla Finanziaria degli imprenditori vicentini «si sta via via concretizzando verso un rinnovamento anche della società» e Pastorelli a precisa domanda sul ruolo attuale e futuro della Vi.Fin spiega: «Penso sia di dominio pubblico che abbiamo già aiutato il Vicenza Calcio ad andare avanti semza problemi, vuol dire pagare gli stipendi, i contributi, le rate dell´Iva e tutto il resto. E proprio oggi (ieri per chi legge, ndr) – ha aggiunto Pastorelli – abbiamo messo a disposizione della società un milione e 600 mila euro per garantire i pagamenti in scadenza ed è già pronta la fideiussione. Certo – ha detto ancora – è altrettanto noto a tutti che questa è una società che ha avuto e ha dei problemi, non è come un club senza debiti».Come dire che bisogna fare il passo secondo la gamba, ma poi Pastorelli aggiunge anche: «Ma in ogni caso tutti noi della Vi.Fin faremo il possibile per dare il miglior supporto a Marino». E nel siparietto finale Pastorelli rivolto al tecnico gli dice: «Beh Ibrahimovic non glielo possiamo prendere… però…». Però fa capire che si cercherà di assicurare a Marino una squadra il più competitiva possibile e non solo. «Gli imprenditori, quali siamo – conclude – non impegnano soldi per buttarli via ma per una progettualità, che può riguardare ad esempio anche lo stadio».
Ore 12.40 – (Giornale di Vicenza) Se Marino è il nuovo-vecchio allenatore del Vicenza, un po´ a sorpresa la conferenza stampa di ieri si apre con le parole dell´avvocato Gian Luigi Polato che dà subito una notizia. «A questo tavolo con Marino ci sono la signora Vittoria Franchetto, presidente onorario – dice – Alfredo Pastorelli e Marco Franchetto della Vi.Fin e il presidente del Vicenza Calcio». E spiega che il presidente, anche in questo caso nuovo-vecchio, è lui, finora il vice. Sorpresa.«Cè la necessità che ci sia un presidente dopo le dimissioni di Tiziano Cunico (presentate il 10 giugno, ndr) e diciamo che il vice, come in una sorta di riammissione, scivola in alto…».Insomma l´altra notizia di giornata è che Polato è di nuovo presidente. Di nuovo perché presidente del Vicenza Polato lo era già stato dal 4 dicembre 2007 al 25 luglio 2008, in un periodo in cui Sergio Cassingena aveva lasciato la carica per motivi legati allo stato di salute.Data la notizia, Polato cita Sciascia dal Giorno della civetta nel passaggio in cui parla di «uomini, ominicchi e quaquaracquà» per dire che Marino va classificato nella categoria degli uomini per quanto ha espresso in termini di lavoro, risultati e umanità, tanto che quando s´era profilato il suo possobile commiato eravamo rimasti tutti male di perdere Marino uomo e tecnico. In queste settimane – ha detto Polato – ogni giorno è stato in contatto con noi e abbiamo capito ancor più quanto importante sarebbe stato poter continuare con Marino un progetto. Non c´è stata alcuna confusione da parte nostra, Marino è sempre stato la nostra prima scelta e credo che con lui cominci un nuovo cammino. Nel segno dell´armonia e dello stesso rapporto di massimo rispetto, pur nel confronto che abbiamo avuto anche l´anno scorso per l´uomo e il tecnico».
Ore 12.20 – (Giornale di Vicenza) Guarda dritto negli occhi Marino quando, con tono fermo, spiega com´è andata la storia di queste settimane da Vicenza a Catania e poi ancora a Vicenza. «Non devo giustificare nulla di quanto successo ma voglio dire io come sono andate le cose, così come ci tengo a sottolineare che tutto è stato fatto alla luce del sole e confrontandomi sempre con la mia società, il Vicenza».E da qui Pasquale Marino inizia il suo racconto: «C´è stato un momento in cui la mia permanenza sarebbe stata certa nel caso fossimo andati in serie A, invece purtroppo restando in B c´è stato un momento difficile, nel senso che allora la società non mi poteva assicurare di avere un miglioramento per quanto riguarda l´organico, sia in quantità che in qualità ed ho apprezzato tanta sincerità, perchè magari altre promettono e poi, una volta firmato, non mantengono. Stando così le cose i miei avvocati hanno preso qualche contatto con chi mi aveva cercato, sempre d´accordo col Vicenza sia chiaro, ho pure rifiutato qualche società importante, poi verso la fine della stagione qui a Vicenza c´è stato qualche cambiamento ma io nel frattempo però mi ero preso un mezzo impegno».E qui Marino entra nel vivo della sua decisione.«Il cambiamento a cui accennavo poco fa riguardava l´assetto societario, assetto che consentiva di accontentarmi sul piano tecnico e questo perché erano arrivati degli imprenditori che avevano rafforzato la società. E devo dire che a malincuore, visti tutti gli attestati di stima che avevo ricevuto, ho detto no, sono stato davvero combattuto, è stata una decisione molto difficile, ma ho sempre tenuto al corrente il Vicenza di quanto facevo. Ripeto: tutto alla luce del sole. La scelta era fatta insomma, poi come ben sapete sono stato chiamato martedì mattina dal diesse Cristallini che non ha mai smesso di provarci a tenermi qui, lui non si è mai arreso».E Marino arriva alle ultime ore prime del sì.«A me piace mantenere la parola data e dunque la prima cosa che ho detto al diesse è stata: vengo a risolvere il mio contratto e quello dei miei collaboratori, così come promesso. Ed infatti quando sono arrivato a Vicenza a questo pensavo, anche perché chi capisce di calcio sa che se pure non avevo una squadra dopo quanto accaduto a Catania, entro qualche settimana dall´inizio del campionato di certo l´avrei trovata. Però davvero non me la sono sentita di dire un altro no a questi dirigenti che mi hanno aspettato, che mi hanno fatto sentire importante e che mi hanno prospettato un progetto che è superiore a quello illustrato quando invece avevo deciso di andare via».La conclusione non lascia spazio a dubbi. «Se sono qui è perché tutti vogliamo fare il bene del Vicenza, per cercare di fare bene un campionato che si prospetta abbastanza duro. Ecco la verità è questa, così come ci tengo a sottolineare che come ho dimostrato lo scorso anno quando sono venuto a Vicenza non bado all´aspetto economico perché all´epoca prendevo molto di più dove ero ed invece ho preferito rimettermi in gioco e guadagnare meno, così come adesso ho chiesto io al Vicenza di ridurre di un anno il contratto che mi era stato proposto: non più tre anni dunque ma due».
Ore 12.00 – (Giornale di Vicenza) Il Marino-bis è cominciato ufficialmente ieri pomeriggio con la conferenza stampa al Menti, poche ore dopo l´intesa raggiunta nella notte con il Vicenza: un altro anno di contratto oltre quello che già aveva, quindi fino al 2017, stesso staff e grande voglia di ricominciare dopo aver salutato Vicenza per tornare in Sicilia in coincidenza con la bufera giudiziaria che ha travolto il Catania.Marino lei aveva fatto una scelta di cuore: tornare nella sua terra.«No, non ho detto questo: i miei legali ormai avevano preso un mezzo impegno quando qui la situazione societaria è cambiata grazie all´ingresso di nuove persone, dunque se prima determinati discorsi era difficile farli dopo no; sia chiaro non stiamo parlando di migliorare il terzo posto, qui si sta parlando di migliorare l´organico per consentire alla gente di vedere il Vicenza giocare bene e non avere problemi se ci sono infortuni».Lei pensa che i tifosi biancorossi capiranno quanto è accaduto e questi suoi no ripetuti a restare? «Di sicuro so di essere stato chiaro, quando avevo detto no all´inizio non ho pensato solo al mio contratto, ma al fatto che non avevo garanzie da un punto di vista tecnico e questo, ovvio, significa pure fare l´interesse di chi viene a vedere le partite, perché io non vorrei fare passi indietro da un punto di vista del gioco. Insomma mettiamola così: quando sono arrivate le garanzie che si sarebbe potuto fare qualcosa era un po´ tardi. E comunque non credo si possa dimenticare quanto è stato fatto, infine da un punto di vista umano non credo di poter essere attaccato, perché sono persona leale».La vicenda-Catania ha senza dubbio pesato su quanto successo poi a Vicenza.«Ovvio, sono dispiaciuto per quanto accaduto, ma non sono qui a giudicare o giustificare, da un punto di vista umano mi spiace tanto, purtroppo è successo, io in questo momento preferisco però parlare più del Vicenza».Ma davvero lei non si rimprovera nulla nella gestione delle ultime settimane?«Forse i tifosi prima non sapevano come stavano le cose, è facile dare giudizi e sentenze prima di sapere quanto è realmente successo, così come si deve tenere presente che quando io parlo di garanzie è perché voglio che la squadra ovunque vada faccia divertire chi la segue. La mia soddisfazione più grande? Quando mi fermavano per strada e mi dicevano: negli ultimi anni andavamo in trasferta sperando di beccare solo un gol, quest´anno invece ci divertiamo. Tanto che se sono qui è perché oggi so che la società farà di tutto per allestire un organico di valore, capace di lottare sempre. Mi impegnerò per cercare di trovare le persone giuste per integrare un gruppo che ha lavorato bene, anzi prima di tutto non bisogna sbagliare l´uomo, solo dopo viene il calciatore».Il fatto che lei resti dà continuità al progetto, ma che obiettivi si dà?«Prima fare poi dire, lo sapete».Di sicuro il gruppo cambierà perché alcuni giocatori sono andati via per fine prestito, ma lei ha chiesto ad esempio di cercare di tenere qualcuno di questi?«Vediamo, non sono di proprietà del Vicenza, però si farà in modo di trovare sostituti adeguati».Ha fatto qualche richiesta specifica?«Non è il caso di fare nomi se no magari qualcuno ci ruba l´idea».Comunque nella passata stagione quando la squadra non ha potuto contare sulle prime scelte è stata meno competitiva. Lei ha già parlato con la società per vedere di allungare anche la panchina?«In determinati ruoli è difficile far coesistere i giocatori, faccio un esempio: se prendi un´alternativa a Cocco non puoi pensare ad uno che in campionato segna 15 gol e poi qui gli fai fare panchina, insomma qualche differenza c´è sempre, però è normale che rispetto allo scorso anno cercheremo di avere qualche elemento in più di qualità». Poi Marino ha proseguito: «Ricordiamoci che verso la fine della stagione abbiamo avuto la sfortuna di avere qualche infortunio che ci ha penalizzato, io sono convinto ad esempio che la gara d´andata nei playoff sarebbe andata diversamente se non avessimo dovuto rinunciare a certi giocatori, però ormai questo è il passato».Ha chiesto la conferma di Cocco e di qualche altro giocatore?«L´hanno chiesta loro (e si riferisce ai dirigenti, ndr) appena hanno saputo che resto, sto scherzando, eh».Giriamo pagina: tra breve partirà la nuova stagione, lei in questo momento cosa si sente di dire ai tifosi biancorossi?«L´obiettivo è costruire un organico che vada in campo con la voglia di migliorarsi e con la determinazione massima in ogni gara, deve essere una squadra con una fisionomia di gioco da esprimere sia in casa che in trasferta, l´unica cosa che possiamo promettere è che ci sarà ancora massimo impegno».Ma per lei cambia qualcosa visto che ora è alla sua seconda stagione col Vicenza?«Fa piacere lavorare con tanti ragazzi che ho già avuto, dispiace per qualche partenza, ma dobbiamo capire se magari qualcuno di questi può rientrare, l´obiettivo è di cambiare il meno possibile e di fare degli innesti mirati».
Ore 11.30 – (Gazzettino) Filippo Scaglia è tutto del Cittadella: questo l’esito delle compartecipazioni. L’ufficialità è arrivata nella serata di ieri, dopo che il Torino – che deteneva l’altra metà del cartellino – alla chiusura delle contrattazioni non ha depositato alcuna offerta per il difensore. È andata così in archivio una pagina storica del calcio mercato, quella delle comproprietà. L’istituto ha finito di esistere anche in Italia, l’unico Paese che ancora prevedeva la compartecipazione tra due squadre nella proprietà del cartellino. Entro le 19 di ieri sera o si arrivava a una definizione tra le parti in causa, oppure il destino del calciatore in questione veniva affidato alle buste. Per il Cittadella un paio di casi da risolvere, quello del difensore Filippo Scaglia, a metà con il Torino, e quello dell’attaccante Riccardo Martignago, in comproprietà con il Catanzaro. Per Scaglia già da qualche giorno – Stefano Marchetti l’aveva confermato anche ieri – si era deciso di ricorrere alle buste: il Torino non ha depositato la sua offerta, lo stesso ha fatto il Cittadella per Martignago che resta così al Catanzaro. Adesso bisognerà decidere se tenere Scaglia oppure cederlo altrove, con il dg granata, al rientro verso Cittadella, che non ha voluto svelato niente. Marchetti ha invece spiegato la situazione dell’attaccante Perez: «Ci siamo confrontati con l’Ascoli, che ha espresso il desiderio di tenerlo in rosa. Ci sono buone possibilità di trovare un accordo la prossima settimana». Per Perez l’Ascoli aveva il diritto di riscatto, non esercitato, con l’intento di trovare un’intesa a cifre evidentemente più contenute. Una volta definite le prime scadenze, sotto con la scelta dell’allenatore: la prossima settimana il Cittadella conoscerà il nome del condottiero per la nuova stagione. Anche in questo caso Marchetti non ha voluto svelare le sue scelte, ma sembra che il cerchio sia ristretto a tre tecnici: Ezio Gelain, Roberto Venturato e Giulio Giacomin. Ma Stefano Marchetti dice solo: «Ho sentito qualche allenatore e nei prossimi giorni avrò a colloquio altre persone. La scelta entro tempi brevi». Oggi la Figc dovrà scegliere i criteri per i ripescaggi: il Cittadella punta alla rivisitazione del regolamento, con l’introduzione della regolarità amministrativa, contabile, retributiva e fiscale delle società che intendono presentare la domanda di ripescaggio, come espressamente richiesto nella nota ufficiale trasmessa dal presidente Andrea Gabrielli. Se non ci saranno rinvii, oggi sapremo se il Cittadella può sperare o meno… Tra l’altro sembra che lo scandalo scoppiato a Catania sulle presunte partite truccate possa ampliarsi ancora, con il rischio di coinvolgere altre società. Quello che pare certo, ormai, è lo slittamento dell’inizio dei campionati di B e Lega Pro.
Ore 11.10 – (Mattino di Padova) Scaglia verso il Cittadella, Perez verso l’Ascoli. La serata dedicata al calciomercato, a Milano, si chiude con queste notizie per i colori granata. Il direttore generale Stefano Marchetti, ieri nella metropoli lombarda per definire le due questioni, ufficialmente non si sbilancia: «Con Scaglia siamo finiti alle buste, con l’Ascoli stiamo trattando», ha spiegato ieri sera. Ma quel che trapela è questo: il Torino, che deteneva metà del cartellino del 23enne, pare non aver presentato offerte per il difensore centrale, riscattato così dal Cittadella. Si tratta a tutti gli effetti di un “colpo” importante, viste le qualità del giocatore, cresciuto proprio nel vivaio piemontese, anche se non è del tutto esclusa l’ipotesi che alla fine venga ceduto per monetizzare. Di fatto, le offerte non mancano, a partire da quella della Virtus Lanciano, a cui sarebbe quasi sicuramente stato girato se il cartellino fosse rimasto in mano al Toro. Se ne saprà di più quando la busta sarà ufficialmente aperta, prima del 30 giugno. Per quanto riguarda l’attaccante Leonardo Perez, nella scorsa stagione in prestito con diritto di riscatto all’Ascoli, tutto sarà definito nei prossimi giorni, ma sembra mancare solo la firma per il suo passaggio a titolo definitivo alla società marchigiana. Il d.g. dei bianconeri, Gianni Lovato, sta lavorando per uno sconto sui 120 mila euro che, a quanto risulta, doveva mettere sul piatto per assicurarsi la punta, ma, stanti anche i buoni rapporti esistenti con Marchetti, il trasferimento è destinato ad andare in porto. In casa Cittadella si attendono adesso notizie da Roma. Oggi, alle ore 13, è infatti in programma il Consiglio Federale che definirà i nuovi criteri di ripescaggio per la prossima stagione. Come noto, con le norme attuali le possibilità di tornare d’ufficio in Serie B per i granata sono limitate. Se cambiassero i criteri e venisse introdotto quello legato alla solidità economica, come richiesto a gran voce dal presidente Andrea Gabrielli, le prospettive potrebbero decisamente cambiare. Tante le questioni sul tavolo, dal fallimento del Parma alle scommesse, agli illeciti. Coinvolti tutti i tornei, dalla Serie A ai Dilettanti, e possibile uno slittamento dell’inizio dei campionati.
Ore 10.50 – (Corriere del Veneto) Giornata frenetica, quella di ieri a Milano vissuta dal dg del Cittadella, Stefano Marchetti. Diversi appuntamenti tra cui un faccia a faccia con la dirigenza dell’Ascoli per discutere della posizione di Leonardo Perez . L’attaccante bianconero avrebbe potuto essere riscattato dal club marchigiano (c’era pure il controriscatto per il Citta), ma le due società hanno ridiscusso l’accordo con uno sconto concesso da Marchetti per arrivare all’intesa. Nei prossimi giorni verranno firmati i nuovi contratti, ma il Cittadella ha già dato il via libera alla cessione e il cartellino di Perez verrà acquistato interamente dall’Ascoli. Per Filippo Scaglia non è stato trovato alcun accordo con il Torino, che ha presentato un’offerta nulla in busta chiusa, lasciando così il centrale al club di Andrea Gabrielli. Adesso bisognerà capire se il giocatore verrà tenuto in rosa oppure se verrà ceduto a un altro club di serie B: nei giorni scorsi Lanciano e Como avevano lanciato segnali di interesse, ma per ora non esiste niente di concreto in merito. I prossimi saranno giorni importanti per la panchina. Confermate le indiscrezioni trapelate nei giorni scorsi. Fra i profili che piacciono maggiormente a Marchetti, in pole position ci sono Ezio Gelain , nell’ultima stagione a Livorno e originario di Fontaniva e Roberto Venturato , con un passato nella Cremonese, nel Pizzighettone e nella Pergolettese e ottimi risultati nel curriculum. Sembra più sfumata la posizione di Antonino Asta , con cui comunque ci sono stati contatti. Difficile che venga scelto Giulio Giacomin , tecnico della Primavera. Marchetti cerca un profilo con un minimo di esperienza della categoria e Giacomin, pur considerato un ottimo allenatore, sarebbe alla prima volta alla guida di un club professionistico che vuole tentare l’immediato ritorno in Lega Pro. Sorprese? Al momento la scelta sembra essere ristretta a questi nomi e la sensazione è che presto verranno sciolte le riserve.
Ore 10.30 – (Gazzettino) Passando ai giocatori che erano già quest’anno in rosa, devono essere ancora sciolti i nodi di un eventuale rinnovo per tre di loro. Le percentuali più alte in termini di riconferma sembrano essere per Thomassen. «Lo incontrerò la prossima settimana», afferma il diesse. Ottimista il difensore danese. «Sistemeremo la cosa, la differenza è veramente minima». Per Segato e Zubin invece De Poli sarebbe dell’idea di prendere ancora tempo. «Per loro purtroppo devo attendere. Capisco benissimo che non possono aspettare all’infinito il Padova, ma ho l’obbligo di vedere se riusciamo a fare calciatori che hanno priorità e in base a questo dovrò decidere. Se si può aspettare un’altra settimana è meglio, ma se loro hanno esigenze particolari vedrò di dare una risposta martedì».
Ore 10.20 – (Gazzettino) Discorso analogo vale per il difensore centrale Bizzotto, rappresentato dall’agente Vincenzo Rispoli: il diesse ha ribadito l’interesse per il giocatore che vedrebbe di buon grado la soluzione biancoscudata, ma prima deve parlare con il Bassano, club dal quale al momento va in scadenza di contratto a fine mese. De Poli ha avuto anche un incontro con Vincenzo Pisacane, agente dell’esterno sinistro classe 1996 Anastasio del Napoli. «Me l’hanno offerto, ma non è un giocatore che ci interessa», spiega il diesse. Naturalmente nel mirino ci sono anche altri profili, e a tale proposito non va dimenticata la trattativa avviata da qualche settimana con il padovano Zecchin (un altro anno di contratto con il Varese, ma si può liberare con una clausola) e l’interesse per Neto Pereira che sembra essere deciso a lasciare il Varese, anche se lo scoglio principale è rappresentato dal contratto che lo lega ai lombardi per un’altra stagione.
Ore 10.10 – (Gazzettino) «La trattativa più importante è stata per un centrocampista classe 1994 che conosco bene e che ha giocato quest’anno in Lega Pro. È un ragazzo con un profilo interessante». Fabrizio De Poli non svela l’identità del giocatore in questione, operazione che è stata imbastita ieri in occasione della spedizione a Milano insieme al team manager Giancarlo Pontin. Una full immersion nella sede del calciomercato che si è consumata in giornata, fatta di contatti con società e procuratori. Con riguardo a quest’ultimi il direttore sportivo ha avuto modo di parlare al «volo» con Gerry Palomba, agente del centrocampista De Risio e dell’esterno offensivo Arcidiacono: due giocatori sui quali il Padova ha messo gli occhi da tempo, e la settimana prossima le parti si risentiranno per portare avanti la trattativa.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) In compenso, un colloquio proficuo è avvenuto con Francesco Bega, dello staff dirigenziale del Genoa: «In futuro potremmo parlare di qualche giovane, ma non solo». Ma solo un nome – tenuto ancora nel massimo riserbo – ha stuzzicato l’attenzione del padovano: «Ci stanno offrendo un giocatore dietro l’altro, ma alcuni agenti hanno un centrocampista che conosco bene: è un ragazzo del 1994 che quest’anno ha giocato in Lega Pro, un giocatore che potrebbe interessarci». Nessuna novità, invece, sul conto del brasiliano Neto Pereira (ancora in vacanza nel suo Paese d’origine), mentre per alcuni giovani argentini tenuti sott’occhio lunedì è annunciato un incontro che potrebbe essere risolutore. A metà luglio, prima della partenza per il ritiro, nelle sale dell’albergo milanese ci sarà una “tre-giorni” di mercato che potrebbe cambiare ulteriormente le cose. Ma l’obiettivo del Padova è diverso: «Spero che per il 15 luglio avremo già centrato buona parte dei nostri obiettivi».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) «Sono riuscito a parlare con lui solo cinque minuti», ha spiegato De Poli in serata. «Ci siamo lasciati con la promessa di risentirci la settimana prossima: su Bizzotto siamo ancora fermi all’interessamento nei suoi confronti, l’agente parlerà con il giocatore e sentiremo quello che ne uscirà. Di sicuro avrà altre offerte, ma se vorrà sedersi ad un tavolo con noi, potremo anche cominciare a parlare di cifre». La settimana prossima ci sarà modo di discutere anche con Gerry Palomba, procuratore di Aperi, Arcidiacono e De Risio: ieri è rimasto impegnato tutto il giorno a risolvere la posizione di Antonino Ragusa tra Genoa e Pescara, e De Poli l’ha incrociato solo per un paio di minuti. Nuove proposte. Nel corso della giornata, tanti nomi sono giunti sul tavolo del diesse. Il primo è stato quello del terzino sinistro della Primavera del Napoli, Armando Anastasio, classe 1996, quindi anche un paio di centrali difensivi della Juve Stabia: De Poli non sembra interessato.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Quasi 7 ore tra sale e corridoi dell’Hotel Ata Executive di Milano, ma alla fine il Padova è tornato a casa con semplici rinvii. Tante offerte, tanti giocatori propostisi alla società biancoscudata, ma per ciò che riguarda le trattative di primaria importanza la settimana decisiva sarà la prossima. Fabrizio De Poli ha chiuso così la sua giornata milanese di ieri nelle sale del “mercato”: con molti contatti, tante offerte e poche certezze. Nel caos. Alle 19 di giovedì 25 giugno si sono, dunque, chiuse ufficialmente le trattative per le comproprietà. A bussare alla porta del Padova sono arrivati in tantissimi: quasi una trentina sono stati i giocatori che, in prima persona o tramite i rispettivi procuratori, si sono offerti al ds, il che dimostra che la nostra è una piazza che in Lega Pro fa davvero gola a molti. Ma pochissimi, uno o due al massimo, hanno trovato un interesse da parte di De Poli. Il quale, per contro, nella concitazione dei corridoi milanesi ha dovuto rinunciare a discutere approfonditamente, per esempio, con Vincenzo Rispoli, procuratore del difensore del Bassano Nicola Bizzotto, primo obiettivo per la difesa di Parlato.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) La situazione del club lombardo è difficile e il pressing del Padova pare aver fatto breccia nel centravanti brasiliano. Non è una trattativa semplice, ma le difficoltà economiche persistenti del Varese potrebbero agevolarne l’esito. Ieri De Poli ha aperto una nuova pista per un centrocampista classe 1994, il cui nome viene tenuto top secret e che potrebbe diventare una priorità nei prossimi giorni. Per quanto riguarda Zecchin , la trattativa è ancora in piedi. L’esterno di Camposampiero può svincolarsi dal Varese e tornerebbe volentieri al Padova, ma l’ala più calda della tifoseria per adesso si oppone, nonostante alcuni tentativi per ricomporre la frattura. De Poli riproporre la coppia Zecchin-Neto Pereira che tanto bene ha fatto a Varese. Nei prossimi giorni si capiranno le chance di riuscita dell’operazione, anche se le sorprese sono sempre dietro l’angolo. Molto difficile arrivare a Iemmello (Spezia).
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) L’idea di De Poli è quella di comporre la coppia composta da Bizzotto e da Fabiano , centrale in scadenza con il Martina per il quale è già stato raggiunto un accordo di massima con gli agenti. Anche in questo caso trapela ottimismo, così come per riuscire a chiudere per Carlo De Risio (Benevento) e per Pietro Arcidiacono (in scadenza di contratto col Martina). Fra gli altri, il diesse biancoscudato ha visto anche Vincenzo Pisacane, l’agente di Armando Anastasio , giovanissimo laterale sinistro della Primavera del Napoli. Classe 1996, Anastasio è un profilo che piace a diversi club e che entra in corsa con Tentardini (Verona) e Cauz (Spezia) per il ruolo di esterno basso da inserire nel 4-2-3-1 di Carmine Parlato. Per quanto riguarda Neto Pereira , un altro degli obiettivi principali per l’attacco biancoscudato, il brasiliano aspetta di incontrare il Varese, a cui chiederà la cessione.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Missione milanese, ieri, per il diesse del Padova Fabrizio De Poli tra mille appuntamenti di mercato con procuratori e addetti ai lavori. Non sono segnalati affari imminenti ma sono state imbastite diverse trattative. Fra gli altri De Poli ha incontrato Vincenzo Rispoli, agente di Nicola Bizzotto , centrale del Bassano messo in cima alla lista dei desideri. Si è discusso dell’approdo del difensore di Cittadella in maglia biancoscudata. Incontro giudicato ancora interlocutorio ma sono stati compiuti passi in avanti e trapela un certo ottimismo sul buon esito della trattativa. Rispoli parlerà anche col Bassano, dove il dg Werner Seeber ha comunque presentato una proposta di rinnovo. La sensazione è che sia troppo tardi e che il Padova sia molto avanti.
Ore 08.38 – Poule scudetto, la finale: Siena-Akragas 5-3 dopo i calci di rigore. I bianconeri si laureano campioni d’Italia.
Ore 08.36 – Playout, serie D girone C: Dro-Triestina 1-3 dts, Giorgione-Kras Repen 2-1. Salvezza per Triestina e Giorgione, retrocedono Dro e Kras Repen.
Ore 08.34 – Playoff, serie D: AltoVicentino-Delta Porto Tolle 1-2, eliminata la squadra di Rino Dalle Rive.
Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Icone Vintage, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 25 giugno: blitz milanese per Fabrizio De Poli, tra semplici colloqui e trattative ben avviate