Clicca qui per aggiornare la diretta
Ore 22.15 – Fra i vari incontri avuti oggi a Milano c’è stato quello con il procuratore di Nicola Bizzotto, Vincenzo Rispoli. Il Padova ha presentato la propria offerta e aspetta la risposta del centrale del Bassano, in scadenza di contratto con il club giallorosso. Prima di rispondere Rispoli incontrerà il dg del Bassano Werner Seeber per una questione di rispetto e di correttezza, ma Bizzotto sembra avviato sulla strada di Padova. Al momento non siamo ancora in dirittura d’arrivo, ma De Poli è fiducioso di avere buone carte in mano. L’obiettivo del diesse è quello di comporre la coppia di centrali Bizzotto-Fabiano: il centrale brasiliano è molto vicino al Padova e nei prossimi giorni può arrivare la fumata bianca.
Ore 22.00 – (Tribuna di Treviso) Il mercato impazza e l’asse Giorgione-Montebelluna regala sorprese. Il club biancoceleste cerca a Castelfranco il puntello per la difesa richiesto dal nuovo tecnico Gianfranco Fonti: il centrale Gianmarco Vio, mestrino come l’allenatore, è il nome più forte, ma i montelliani devono vedersela con Ripa e Campodarsego; nel caso di Andrea Giacomazzi, all’occorrenza centrocampista, si tratterebbe di un ritorno, essendo cresciuto in via Biagi: la concorrenza è però la stessa che prova ad accaparrarsi Vio. Fra i desiderata di Fonti, per lo stesso ruolo, figura inoltre Filippo Gambasin, classe ’96, ultima stagione alla Primavera del Vicenza. La Luparense, tuttavia, parrebbe in vantaggio. L’innesto nel pacchetto arretrato è legato al quasi certo addio di Severgnini, che dovrebbe accasarsi (come l’ex Monte De March) alla nuova Luparense di Daniele Pasa, che vorrebbe fare la D. Cambiando reparto, il Monte sta pensando per l’attacco a due cavalli di ritorno: Fonti apprezza molto Luca Gerini, di proprietà del Venezia, da gennaio 7 gol con la Mestrina in Eccellenza e desideroso di riscatto in D dopo l’amara prima parte di campionato ai piedi del Montello; Luca Munarini, cartellino del Bassano, fece il salto in Lega Pro dopo l’apprendistato con i biancocelesti e vuol mettersi alle spalle l’opaca parentesi con il Savona. Ma i giovani più interessanti li ha messi in evidenza il Giorgione: il difensore Fabrizio Nenzi è appetito da Mestre e Ripa, l’avanti Leonardo Mattioli è inseguito invece da Arzichiampo, Este e Sacilese. A Montebelluna rientrano dall’Inter il portiere Alex Rizzotto e il centrocampista Pietro Maronilli.
Ore 21.30 – (Corriere delle Alpi) Preferenza al Ripa Fenadora, nonostante il tentativo del Belluno, che ha provato a inserirsi su Enrico Savi. Il giovane attaccante esterno è in bilico tra Montebelluna – che ha il suo cartellino – e Union, dove era in prestito nell’ultima stagione e dove vorrebbe rimanere a giocare anche per il prossimo campionato. «Ho chiesto di restare all’Union», dice Savi, punta esterna classe 1997, annata che entra nel novero dei quattro fuoriquota. Nella prossima stagione bisognerà schierare un ragazzo nato dal 1995 in poi, due dal 1996 in poi e uno dal 1997 in poi. «Ho chiesto di rimare al Ripa Fenadora, perché mi sono trovato bene e anche per finire la scuola», spiega Enrico Savi, sul quale si era fatto avanti anche il Belluno. «Preferirei restare all’Union. Ho parlato sia con il nuovo mister Lauria che con il presidente Giusti, mentre del Montebelluna ho sentito il direttore sportivo: ho espresso la mia preferenza, adesso ne discuteranno le società». Per la prossima stagione, Savi punta a «giocare il più possibile e segnare almeno cinque gol». Questo l’obiettivo che si prefigge l’attaccante esterno che conosce il mister Renato Lauria non solo per averci giocato quest’anno per lui con la Juniores, ma anche dall’esperienza col Cavarzano. «È un buon allenatore, con cui mi sono trovato bene». Più incerta la situazione dell’altro classe 1997 di proprietà del Montebelluna, il centrocampista Federico De Min: «Sia quest’anno al Ripa Fenadora che prima al Montebelluna mi sono trovato benissimo», dice. «All’Union ho esordito e forse sono rimasto più legato, per cui mi piacerebbe restare qui. Se dipendesse solo da me sceglierei l’Union, però devo aspettare il Montebelluna, che deve trovare prima l’allenatore e poi bisogna vedere cosa vuole fare il mister, se vuole tenermi o no». Comunque Federico De Min punta a giocarsi le sue carte per ritagliarsi spazio, magari da titolare nel nuovo centrocampo neroverde. Con Parteli allenatore, i fuoriquota erano sempre stati quattro giocatori di movimento, ma quest’anno con la partenza del portiere De Carli, sembra scontato che un giovane verrà impiegato tra i pali. E forse anche per questo si è aperto nei giorni scorsi uno spiraglio per il ritorno al Boscherai del portiere Matteo Salsano (1997). In rosa nell’ultima stagione nel ruolo c’erano poi due 1996, Francesco Da Rif e Alessandro Gabas. Magari saranno proprio loro tre a contendersi un posto. Sono del 1996 anche il centrocampista Andrea Cibin e il difensore esterno Ilir Frangu: il primo è in predicato di restare, mentre per il secondo è molto probabile un cambio di casacca. Probabile che rientri al Bassano e poi venga girato in Lega pro oppure in una squadra di serie D con ambizioni di salto di categoria (potrebbe anche essere l’Altovicentino).
Ore 21.00 – (Il Piccolo) Adesso è praticamente fatta. In pratica manca solamente l’ufficialità, che sarà data nei prossimi giorni, ma ormai è quasi certo che Sergio Pinzin sarà il nuovo direttore sportivo dell’Unione Triestina 2012. 49 anni, reduce da tre stagioni al Pordenone, in precedenza figura storica del Portogruaro e con un’esperienza nel Concordia, Pinzin rappresenta un primo tassello importante per la società di Pontrelli, considerato il curriculum del diesse, che da parte sua ammette che il matrimonio andrà in porto: «Sì, diciamo che ormai siamo molto vicini. Per il momento però meglio parlare di ufficiosità». Il fatto che però ormai Pinzin si sbottoni anche su quello che potrebbe essere il progetto, la dice lunga sul fatto che in pratica l’ex diesse del Pordenone si sta già mettendo in moto per costruire la nuova Triestina 2012. Alcuni giorni fa, il diretto interessato diceva che bisognava attendere ancora, perché Pontrelli doveva sistemare alcune cose. Adesso, fugando anche le voci che volevano Gibellini e Botturi in corsa, il rapporto ha subito un’accelerazione: «Sì – conferma Pinzin – il presidente mi ha convinto. Al di là di tutto quello che è successo lo scorso anno, credo che qualcosa di positivo l’abbia fatto. So che ha trovato una situazione molto difficile, ma su questo io non voglio entrarci. A me interessa il futuro e pensare al lavoro dal primo luglio in poi. Pontrelli ha voglia di fare le cose per bene. A tutti chiedo ovviamente pazienza e di non avere fretta, ma di certo lavoriamo per fare molto meglio dell’ultima stagione». Proprio alla luce della disastrosa stagione passata, con la salvezza acciuffata all’ultimo secondo, Pinzin comincia a tracciare quelle che potranno essere le ambizioni della Triestina 2012: «Vogliamo fare un campionato dignitoso, che poi speriamo diventi ottimo. Certo non si può dire che partiamo per vincere, perché continuano a esserci squadre importanti come l’Altovicentino che spendono molto, ma potremo prenderci qualche soddisfazione. E poi c’è un altro obiettivo: riportare il pubblico a Trieste e far sì che i tifosi ricredano di nuovo in questa società, questa è la cosa che ci preme più di tutte». Nomi ancora non se ne fanno, ma l’idea di squadra da costruire Pinzin ce l’ha già in mente: «Un calibrato mix di esperti e giovani, con la premessa che quando uno è bravo deve giocare, al di là della sua età. Partiremo da quello che c’era di buono della squadra dello scorso anno, penso ad esempio ad under come Crosato e Di Piero che si sono già fatti una grande esperienza. Di certo chi rimane deve essere giustamente motivato, altrimenti inutile tenerlo». E probabilmente c’è un’altra casella del nuovo organigramma tecnico che potrebbe sistemarsi al più presto, quella dell’allenatore. Le indiscrezioni dei giorni scorsi trovano conferma nel nome di Giovanni Colella, ex mister del Como. Anzi, già stasera dovrebbe esserci un incontro fra lo stesso Pinzin e Colella per definire meglio la situazione. Ma del resto il tecnico salernitano, ma veneto d’adozione, ha già manifestato il suo entusiasmo per una possibile soluzione triestina.
Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) La margherita in mano a Lauro Florean, da sfogliare nelle prossime 24-48 ore. I colloqui sono finiti e spetterà all’attaccante, ex Pordenone, fare la sua scelta. L’ultima chiacchierata è stata con il tecnico Stefano De Agostini, del Tamai. La scelta delle furie si basa su questo: rimanere in D, anche a discapito del portafoglio. Diverse invece le proposte che arrivano dall’Eccellenza veneta. Il bomber di Oderzo ha su di sè le attenzioni di Liapiave e Passarella Sandonà, che possono mettere sul piatto offerte più sostanziose di quella biancorossa. A oggi, parlando di percentuali, si possono dare le furie in leggero vantaggio, con le due venete appaiate al 30%. Ma attenzione a una clamorosa possibilità: se il Pordenone non dovesse centrare il ripescaggio, Florean (che piace da sempre a Tedino) potrebbe tornare nel radar neroverde. Lo stesso discorso, questa volta in caso di ripescaggio, riguarda il portiere Matteo Tomei, allenato da Tedino ai tempi del SandonàJesolo. Si continua a lavorare a Fontanafredda, dove lascerà Zorzetto e arriverà certamente un difensore centrale. Al momento è lotta a due tra Beghin e Manucci, mentre l’altro posto sarà occupato da Malerba. Davanti si prospetta un derby con il Tamai per Davide Diaw. La Sacilese segue sempre Tartalo.
Ore 20.05 – Leonardo Perez nei prossimi giorni diventerà un giocatore dell’Ascoli. La notizia è stata confermata a Padovagoal da fonti del club marchigiano dopo il faccia a faccia avvenuto oggi fra le due dirigenze a Milano. Perez era in prestito all’Ascoli con diritto di riscatto e controriscatto a favore del Cittadella, ma il club marchigiano ha chiesto di ridiscutere l’accordo al ribasso, pur manifestando interesse per il centravanti brindisino. L’accordo è stato raggiunto e verrà ufficializzato nei prossimi giorni.
Ore 19.45 – Serie di incontri a Milano oggi pomeriggio per il ds Fabrizio De Poli. Fra gli altri, il diesse biancoscudato ha visto Vincenzo Pisacane, l’agente di Armando Anastasio, giovanissimo laterale sinistro della Primavera del Napoli. Classe 1996, Anastasio è un profilo che piace a diversi club e che entra in corsa con Tentardini (Verona Primavera) e Cauz (Spezia) per il ruolo di esterno basso da inserire nel 4-2-3-1 di Carmine Parlato.
Ore 19.20 – Neto Pereira ha ancora un anno di contratto con il Varese. Ma secondo quanto filtra a Padovagoal.it, il brasiliano non ha intenzione di rimanere in forza al club lombardo e chiederà la cessione nell’incontro con i vertici dirigenziali del Varese che peraltro continua a slittare. A questo punto bisognerà capire come si comporterà il Varese. Che ha il coltello dalla parte del manico e può chiedergli il rispetto del vincolo in essere. Se la rottura dovesse essere ufficializzata, il Padova sarebbe in pole position rispetto alla FeralpiSalò per assicurarsene il cartellino. Neto Pereira è una precisa richiesta di Carmine Parlato. Non resta che attendere per capire come finirà la vicenda.
Ore 19.10 – (Corriere delle Alpi) Marco Farinazzo è il nuovo fuoriquota 1996 del Belluno. L’attaccante che nelle ultime due stagioni ha giocato al Legnago ha scelto i gialloblù e il 22 luglio, giorno di inizio del ritiro in Piazzale della Resistenza, sarà alla corte di mister Vecchiato. L’accordo con il Belluno è già stato trovato, il cartellino è di proprietà del ragazzo. «Il Legnago mi ha chiesto di restare, ma ho deciso di andare via – racconta Farinazzo – il Belluno è una società importante, che ha obiettivi più alti e ho deciso di intraprendere questa nuova sfida. Ho giocato con la maglia del Legnago negli ultimi due anni in serie D facendo venti presenze e un gol il primo anno e venticinque presenze e cinque gol il secondo. Ho partecipato anche al Torneo di Viareggio andando a segno una volta. Nel girone di andata ho giocato sempre, in quello di ritorno è cambiato il mister e ho visto il campo molto meno. La riconferma dell’allenatore per la prossima stagione mi ha aiutato nella decisione di cambiare». Con quale modulo ti trovi meglio? «Sicuramente il 4-3-3, dove faccio l’esterno alto. Sono mancino ma mi piace giocare a destra per rientrare. Posso però giocare anche in altri ruoli, dipende da cosa avrà bisogno mister Vecchiato, in ogni caso posso fare anche la seconda punta. Chi mi ha convinto a venire qua? Ho parlato con il direttore sportivo Augusto Fardin e con l’allenatore Roberto Vecchiato, dopo ho deciso». Che obiettivi ti poni all’arrivo in questa nuova società? «Il primo è fare il meglio per la squadra per cercare di farla arrivare il più in alto possibile – conclude Farinazzo – ovviamente spero di giocare». Conosci già qualcuno nella rosa del Belluno? «Di persona conosco Damiano Schincariol e Francesco Posocco, ma so che entrambi sono andati via – conclude l’esterno prossimo ad essere gialloblù – di nome ho sentito tanto parlare bene di Simone Corbanese». Sul fronte fuoriquota Farinazzo è il sostituto naturale di Francesco Posocco, se il biondino di Vittorio Veneto però non sarà confermato alla Spal, tra i professionisti, tornerà al Belluno e i due in questo caso si contenderebbero il posto. In difesa dovrebbe arrivare Andrea Franchetto, classe 1997, dalla Primavera dell’Udinese. Rimane in standby la posizione di Stefano Longo, che potrebbe rimanere al Belluno oppure tornare in prestito al San Giorgio Sedico seguendo i già “ufficiali” Lorenzo Moretti e Danny Paganin. A centrocampo il Belluno sta ancora cercando qualcuno, dopo il contatto non concretizzato con Alberto Tibolla. In difesa potrebbe servire ancora un esterno giovane.
Ore 18.55 – Il cartellino di Filippo Scaglia è interamente di proprietà del Cittadella. Questa la novità emersa pochi minuti fa in arrivo dall’Hilton di Milano e confermata a Padovagoal dalla dirigenza del Torino. Scaglia era in comproprietà fra le due società e non sono stati resi noti i dettagli dell’operazione, ma il ds Gianluca Petrachi ha mollato la presa. Adesso bisognerà valutare se Stefano Marchetti deciderà di tenerlo in rosa oppure se lo cederà altrove. Seguiranno aggiornamenti.
Ore 18.40 – (Giornale di Vicenza) Da ieri pomeriggio Marco Roveretto è un giocatore dell´Arzignanochiampo. Si chiude così, dopo 3 anni, l´esperienza della forte ala friulana all´Altovicentino. Chiuso in avanti dai confermatissimi Peluso e Gambino, dai ritorni di Roberto Rondon, Dario Sottovia e Mattia Carlotto e pure dall´arrivo dell´esterno basso Luca Lavagnoli, ha preferito tentare nuove strade. In partenza anche il capitano Stefano Pozza, una vita da mediano. È probabile che alla fine il centrocampista altopianese, lasci la vallata dell´Agno. Magari per il Campodarsego di Andreucci. Del Marano che iniziò sogno e cavalcata nella stagione 2012-2013 restano in pochissimi. Anzi, si ricomincia da 3, vale a dire gli attaccanti Carlotto, Rondon e Sottovia. Tutto il resto ha davvero poco di noioso. Prendete la questione del campionato. Allo stato attuale sembra ancora serie D ma la breve estate delle società calcistiche sta finendo ed entro martedì prossimo bisognerà iscrivere la prima squadra. Lo sa bene Lino Diquigiovanni che vorrebbe capitalizzare il titolo sportivo del Real. L´unico acquirente sembra proprio l´Altovicentino con patron Dalle Rive che la Lega Pro la desidera come una bella donna. Potrebbe presentarsi nel fine settimana con un assegno in mano. Di quanto? Forse un milione di euro, forse meno.
Ore 18.10 – (Alto Adige) Non è il caso di rispolverare il “Grande Torino”, quella è storia, testi sacri. Però un suggestivo riferimento al 9 granata che fu di “Ciccio” Graziani si può fare. Era il Toro di Radice, quello dell’ultimo scudetto, di Graziani, ma anche di Pulici, Zaccarelli, Pecci, Claudio e Patrizio Sala, Castellini in porta. O in tempi più recenti ad altri centravanti col cuore Toro come Polster, Rizzitelli, Ferrante. Già, perchè da ieri Manuel De Luca, classe 1998 è a tutti gli effetti un giocatore del Torino. L’attaccante bolzanino alto un metro e novanta, è stato infatti riscattato dal Torino dopo una grande stagione negli allievi nazionali in prestito dall’Alto Adige. E l’investimento è stato importante: per il riscatto la società di Cairo ha messo sul piatto 150 mila euro cash eun paio di giocatori della Primavera per una valutazione di 170mila euro. Dopo Cia e Fischnaller si tratta del giocatore di proprietà dell’Alto Adige più pagato della storia del club di via Cadorna. Per il 17enne attaccante bolzanino un contratto triennale da professionista. Giocherà nella Primavera ma si allenerà con la prima squadra perchè lo stesso Ventura ha speso parole importanti per De Luca e se il Toro ha deciso di investire una cifra importante sul talento altoatesino è perchè ci crede. Manuel De Luca è una punta moderna, molto forte fisicamente ma abile anche con i piedi e che sa adattarsi anche al ruolo di attaccante esterno. Non a caso è sempre stato nel giro delle nazionali giovanili, dall’Under 15 all’Under 17. Ovviamente per l’Alto Adige si tratta di un bel tesoretto che verrà impiegato in parte per coprire un leggero disavanzo di bilancio ed in parte sul mercato. Ma nelle voci uscite c’è sempre Manuel Fischnaller. Dell’offerta dell’Alessandria abbiamo già scritto, ma per l’attaccante di Signato si è fatto avanti timidamente il Perugia e più concretamente il Sassuolo. Tra il club emiliano e quello biancorosso i rapporti sono ottimi e la squadra di Squinzi che dispone di grande liquidità dopo la cessione alla Juve di Zaza e Berardi potrebbe mettere sotto contratto qualche prospetto interessante di lega pro e girarlo in prestito ad un club di B. Ma non c’è solo Fischnaller in vendita. L’Alessandria si è infatti fatta avanti per Hannes Fink, centrocampista che probabilmente per fare il salto di qualità ha bisogno di lasciare casa e sperimentarsi lontano dalla sua Collalbo. E poi c’è il corteggiamento per Branca da parte di Cremonese, Brescia e del Como che è stata anche la società dove Branca è cresciuto.
Ore 17.40 – (Gazzetta di Mantova) Il giorno del giudizio è arrivato? Probabilmente no. La dirigenza del Castiglione sembra intenzionata a rinviare di altre 48 ore ogni decisione sul futuro assetto societario. Ad inizio settimana era stata indicata la giornata odierna come decisiva, ma il termine ultimo dovrebbe diventare sabato, vista l’impossibilità di molti soci, alle prese con impegni di lavoro, di essere presenti oggi e domani. La giornata di ieri è stata definita come “interlocutoria” dalla dirigenza. Una definizione da non interpretare in senso negativo, tutt’altro. Le proposte sul tavolo sono chiare, la società attende solo di riunirsi e prendere una decisione collegiale. Forse parlare di imbarazzo della scelta è esagerato, certo che le tre possibilità sul piatto sembrano essere tutte appetibili. La novità degli ultimi giorni è che i continui appelli rivolti al territorio sembrano aver portato risposte concrete. Seguendo l’esempio e l’opera di convincimento di Sterilgarda, un paio di grandi aziende locali si sono avvicinate alla società rossoblu. Sponsor importanti che potrebbero dare una grande mano per rimpolpare il budget e permettere di allestire una rosa di primo piano in vista della terza avventura del Castiglione in Lega Pro. L’opzione in pole sarebbe proprio questa, anche se dalla società non arrivano conferme. Sempre percorribili le altre due piste trapelate nei giorni scorsi. La cessione del pacchetto di maggioranza ad un imprenditore di fuori provincia o la collaborazione con un club di serie A. Pista calda in questo senso sarebbe quella legata all’Hellas Verona. Scenari che, però, con il passare delle ore, sembrano perdere quota. Il Verona potrebbe inserirsi nel contesto aloisiano per sostenere il vivaio. Risolta la questione societaria e le difficoltà legate al budget, il Castiglione potrà finalmente pensare solo all’aspetto sportivo. Con il tecnico Alessio Delpiano e il direttore sportivo Erminio Gizzarelli la stretta di mano c’è già stata e l’ossatura vincente della passata stagione non verrà stravolta. La vecchia guardia (De Angeli, Lombardi, Cristofoli, Chiarini e Bignotti) ha mostrato grande attaccamento alla maglia e dedizione alla causa nei primi colloqui esplorativi dei giorni scorsi. Le nubi sembrano finalmente sul punto di diradarsi del tutto. Poche ore ancora e poi a Castiglione si tornerà a parlare solo di calcio giocato.
Ore 17.20 – (Gazzetta di Mantova) Una giornata (l’ennesima) vissuta ai mille allora sul fronte societario. Un capitolo tutto da scrivere sul versante tecnico. Dopo l’addio di mister Ivan Juric il Mantova non ha ancora definito la sua struttura operativa per la prossima stagione. Saranno settimane caldissime quelle che attendono la società. Oltre alle scadenze di tipo burocratico c’è infatti da impostare i piani sul campo. Nei prossimi giorni verrà ufficializzato il nuovo allenatore. Ormai ci sono pochi dubbi: con l’ingresso di Sdl (che dovrebbe essere ratificato a breve) sarà Riccardo Maspero a guidare i biancorossi nella prossima stagione. Lodigiano, classe 1970, Maspero ha iniziato la carriera da allenatore due stagioni fa, guidato il Ciliverghe alla conquista della Serie D. Poi il passaggio al Pavia dove è riuscito a tenere nei piani alti la squadra fino al clamoroso esonero a pochi giorni dall’inizio dei playoff. Non è ancora stato definito con quale staff sbarcherà in riva ai tre laghi, ma tutto lascia intendere che al suo fianco ci sarà il vice allenatore Luca Bozzini (di Volta Mantovana) e molto probabilmente anche il preparatore Corrado Merighi (in passato al Mantova). Da valutare il preparatore dei portieri con Mirko Bellodi che potrebbe essere confermato dopo l’ottimo lavoro svolto in questi anni. L’area tecnica sarà gestita a 6 mani da Dario Marcolin (che vestirà i panni del dt anche se i vertici di Sdl negano il suo ingresso nel quadro biancorosso), Alfio Pelliccioni ed Eugenio Bianchini. Toccherà a loro coordinare il mercato e plasmare la nuova rosa da mettere nelle mani di mister Maspero. I primi nomi nuovi per il mercato sono proprio giocatori che il mister conosce molto bene. Da Samuele Sereni (ex Mantova e Pavia, terzino di buona caratura tecnica) fino a Lorenzo Corotti (centrocampista), passando per l’attaccante Andrea Ferretti, bomber di razza. Nomi e idee che solo con l’ingresso di forze fresche nel club potrebbero concretizzarsi.
Ore 17.00 – Mercato: colpo in attacco per il FeralpiSalò, che si aggiudica le prestazioni dell’ex Padova e Venezia Giuseppe Greco.
Ore 16.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Blogger divisi, con tendenza leggermente favorevole all’ingaggio di Tedino, da ieri ufficiale. Il sito www.tuttopordenone.com ha lanciato il sondaggio: “Tedino nuovo allenatore neroverde. Sei d’accordo?” Sino a ieri pomeriggio aveva detto sì il 53% degli aderenti. Ipotizziamo una divisione fra i tifosi giovani e quelli più datati, che ricordano il tecnico in neroverde dal 1999 al 2001. Tanti non hanno mai digerito il fatto che sotto la sua guida il Pordenone abbia buttato via sia il primo torneo (chiuso al quinto posto) che il secondo (ramarri scavalcati dal Thiene in dirittura d’arrivo), nonostante i cospicui investimenti di Ettore Setten. STORIE DIVERSE – Cosa pensano coloro che hanno diviso con lui il biennio? «Premetto – esordisce Pier Antonio Rigo, allora presidente – che non mi occupo più di calcio. Anzi, dico sempre: se qualcuno ha un nemico gli regali una società di calcio. Tedino? Persona seria, degna di rispetto. Bravo tatticamente. Studiava sino all’ossessione gli avversari. Non era però un cuor di leone, al contrario di Fedele che – sorride Rigo – non si preoccupava nemmeno se aveva contro Zico e Maradona e ci portò in C2». LE BRIOCHES DI BRUNO – Nella scala gerarchica Rigo stava “sopra” Tedino e il figlio Enrico (17 stagioni in neroverde) era alle sue dipendenze. Anche il capitano fa una premessa. «Penso – dice Enrico – che Fabio Rossitto avrebbe meritato una chance dall’inizio in LegaPro. A Pordenone non è facile fare calcio. Tedino era meticoloso, ma anche apprensivo. Allora però era agli inizi. L’esperienza l’avrà migliorato». L’ex capitano regala aneddotica d’altri tempi: «In ritiro ci costringeva a fare colazione con le fette biscottate. Lui si “dedicava” alle brioches di nascosto, ma poi – ridacchia – si faceva “beccare” sempre». BUON MAESTRO – Maurizio Mazzarella era consulente di Setten già con Tedino. Divenne ufficialmente ds neroverde l’anno dopo (un po’ come ora Zamuner) e mise in panca prima Paolo Marin e poi Adriano Fedele. «Bruno – dichiara – è un bravo maestro di calcio. Andava bene per le giovanili azzurre. Rossitto poco coraggioso in trasferta? Bruno perse il secondo campionato non con il Thiene (1-3 in casa, ndr), ma – ricorda l’avvocato – infilando una serie di nera di 8 partite con soli 4 punti lontano dal Bottecchia. Auspicabilmente, ora sarà cambiato». ULTIMA ORA – È ufficiale: il Monza ripartirà dai dilettanti. Deserta anche la quinta asta. Lunedì verrà messo in vendita solo il marchio, senza i diritti sportivi di LegaPro.
Ore 16.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) L’accordo tra la società neroverde e il tecnico Bruno Tedino, legato a un progetto biennale, è stato formalizzato ieri. “Il tecnico – recita la nota ufficiale – è reduce da un brillante biennio nel Club Italia. Nella stagione 2013-14 ha condotto la Nazionale Under 16 e in quella seguente l’Under 17, con cui ha conquistato l’accesso alla fase finale dell’Europeo”. Nel curriculum del mister, già al Bottecchia dal 1999 al 2001, figurano esperienze in LegaPro con Sandonà, Novara, Südtirol, Pistoiese e Sangiovannese, e in D con Montebelluna, Pordenone, Jesolo e SandonàJesolo. Lo staff: vice Carlo Marchetto (già secondo di Tedino al SandonàJesolo e reduce dall’esperienza a Sacile), preparatore Adalberto Zamuner (era nello staff degli Allievi, quinti alle finali nazionali, con esperienze in LegaPro a Treviso e Venezia), preparatore dei portieri Paolo Lenisa (anche lui già al SandonàJesolo); collaboratore tecnico Andrea Toffolo (reduce da due stagioni a Tricesimo). «Ringrazio proprietà e dirigenza per avermi scelto – sono le prime parole di Tedino, udinese di nascita e pordenonese di adozione -. Per realizzare al meglio il nostro progetto dobbiamo metterci entusiasmo, lavoro, compattezza e unione d’intenti. Punteremo molto sui giovani e su un calcio propositivo. Essendo del territorio, conto di dare un valore aggiunto. Grazie ad Arrigo Sacchi, Maurizio Viscidi e Antonio Conte per la possibilità che ho avuto di lavorare nel prestigioso Club Italia. In azzurro ho imparato molto, non solo sotto l’aspetto tecnico e tattico, ma anche morale. Lascio uno staff all’Under 17 straordinario, augurandogli grandi successi». Il presidente Mauro Lovisa spiega la scelta: «Il nostro obiettivo è d’inserire, al di là della categoria, ragazzi del Settore giovanile in prima squadra. Mister Tedino, bravissimo nella valorizzazione dei giovani come l’ottimo lavoro in Nazionale dimostra, ha sposato il nostro progetto. Ne siamo orgogliosi. Ai tifosi dico di continuare a sostenerci come sempre e confermo che faremo di tutto per ottenere il ripescaggio in LegaPro».
Ore 16.00 – (Messaggero Veneto) E’ ufficialmente cominciata l’era Tedino. Il Pordenone ha comunicato di aver trovato l’accordo con l’ormai ex tecnico della nazionale under 16 e di avergli affidato il timone della prima squadra, nell’attesa di conoscerne la categoria. E proprio a tal proposito domani il consiglio federale deciderà i criteri per ottenere il ripescaggio. Biennale. Bruno Tedino si è legato al Pordenone con un contratto biennale, dopo il brillante miniciclo azzurro: nella stagione 2013-14 ha condotto la nazionale Under 16 e in quella seguente l’Under 17, con cui ha conquistato l’accesso alla fase finale dell’Europeo di categoria. Nel curriculum del nuovo allenatore neroverde, già a Pordenone dal 1999 al 2001, figurano anche esperienze in Lega Pro, con Sandonà, Novara, Altoadige, Pistoiese e Sangiovannese, e in D, con Montebelluna, Jesolo e Sandonà. Entusiasmo. «Ringrazio la proprietà e la dirigenza del Pordenone per avermi scelto – ha detto Tedino dopo la firma –. Per realizzare al meglio il nostro progetto dobbiamo metterci entusiasmo, lavoro, compattezza e unione d’intenti. Punteremo molto sui giovani e su un calcio per quanto più possibile propositivo. Essendo del territorio (udinese di nascita, pordenonese d’adozione, ndr) conto di dare un valore aggiunto». Infine, Tedino ha ringraziato Arrigo Sacchi, Maurizio Viscidi e Antonio Conte per avergli permesso di allenare le giovanili azzurre. Progetto giovane. Il presidente Mauro Lovisa ha a sua volta spiegato la scelta di Tedino: «Il nostro obiettivo è inserire, al di là della categoria, ragazzi del nostro settore giovanile in prima squadra e mister Tedino è bravissimo nella valorizzazione dei talenti e ha sposato il nostro progetto. Ora ai tifosi dico di continuare a sostenerci e che faremo di tutto per ottenere il ripescaggio in Lega Pro». Lo staff. Non solo Tedino. Il Pordenone ha pure ufficializzato lo staff del nuovo allenatore: vice allenatore sarà Carlo Marchetto, già secondo di Tedino al Sandonà/Jesolo e reduce dall’ottima esperienza alla Sacilese. Nelle vesti di preparatore atletico è stato promosso dagli allievi Adalberto Zamuner, mentre ad allenare i portieri ci penserà Paolo Lenisa, anch’egli già nello staff di Tedino al Sandonà/Jesolo. Altra new entry il collaboratore tecnico Andrea Toffolo, nelle ultime due stagioni alla guida del Tricesimo in Eccellenza. Modulo. In attesa delle prime mosse sul mercato, il nuovo Pordenone ripartirà da un’impostazione tattica offensiva e duttile. Nel passato di Tedino, un dogma, ovvero il sacchiano 4-4-2, che però all’occorrenza ha saputo trasformare in 4-2-3-1, 4-3-3 e 4-3-1-2. Diversi moduli, un’unica costante: le sue squadre segnano e parecchio. L’ideale per far divertire il popolo del Bottecchia e il presidente Lovisa.
Ore 15.30 – Dopo un lungo braccio di ferro il Mantova cambia proprietà, riuscendo così ad iscriversi al campionato di Lega Pro: il nuovo presidente è Sandro Musso.
Ore 15.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il presidente Yury Korablin ha tempo fino alla mezzanotte odierna per pagare gli stipendi ed evitare che il cammino del Venezia verso l’iscrizione in Lega Pro inizi con un inadempimento e quindi con una penalizzazione. Le speranze in realtà sono ridotte al lumicino, visto che nemmeno ieri nella casse del club di via Torino è entrata quella «prima tranche» che il patron russo aveva annunciato il 9 giugno scorso. Una promessa disattesa, quella fatta da Yury Korablin (il quale stando alle voci starebbe trattando da solo la cessione della società a una delle due cordate che avrebbe incontrato nei giorni scorsi) nell’unico contatto avuto con il dg Dante Scibilia dal mese di febbraio. Il mancato pagamento degli stipendi di marzo e aprile ai giocatori, peraltro già posticipato rispetto al termine originario del 16 giugno, non impedirebbe al Venezia di iscriversi alla prossima Lega Pro ma comporterebbe un nuovo deferimento (oltre a quello pendente relativo alla stagione 2013/14 la cui udienza sarà a luglio) con conseguenti punti di penalizzazione da scontare al via del prossimo torneo. La prossima tappa della «via crucis» è ovviamente cerchiata di rosso sul calendario: entro martedì 30 giugno, infatti, bisognerà pagare contributi e ritenute sugli stipendi odierni e su quelli arretrati da settembre a dicembre, l’Iva, 46 mila euro di tasse d’iscrizione per accompagnare la fideiussione da 400 mila euro, il prospetto Pa (che attesta la situazione debitoria contenuta entro determinati parametri), documentazione economico-fiscale della stagione appena conclusa, il budget finanziario trimestrale per la stagione 2015-2016 e la domanda d’iscrizione. Presentando quest’ultima la posizione del Venezia rimarrà aperta, con iniziale esclusione dalla Covisoc ma con possibilità di riammissione con i ricorsi del 14 e 17 luglio pur con le penalizzazioni che a quel punto si sommeranno. Sul fronte (ex) giocatori la FeralpiSalò su indicazione del neo tecnico Michele Serena è sulle tracce dell’attaccante Guerra, il Pavia ha il sì del fantasista Bellazzini, il Siena è vicino al terzino Capogrosso, mentre Varano di rientro all’Atalanta piace al Cesena neo retrocesso in serie B. Intanto l’ex Riccardo Bocalon ha firmato un triennale con l’Alessandria.
Ore 15.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il primo passo verso il baratro si compie oggi. Nella giornata odierna, infatti, il Venezia deve presentare alla Covisoc l’attestazione di avvenuto pagamento degli stipendi, ritenute e contributi fino allo scorso mese di aprile. Un documento che la società arancioneroverde non può presentare, visto che sono quattro mesi ormai che non vengono più pagati gli stipendi, con relativi contributi e ritenute, né ai tesserati né ai dipendenti. L’ultimo pagamento risale a marzo, quando furono saldati i mesi di gennaio e febbraio (tranne le ritenute di un mese). Poi, più nulla. E adesso, dopo settimane di allarmi lanciati dalla dirigenza arancioneroverde, si è giunti all’ora X. Ieri non è arrivato nessun bonifico e molto difficilmente qualcosa cambierà nella giornata di oggi. La conseguenza? Se mai il Venezia riuscisse a salvare la categoria in Lega Pro, partirebbe già con diversi punti di penalizzazione. La scadenza riguarda in particolare la documentazione «attestante il pagamento degli emolumenti dei tesserati e dipendenti e dei compensi dei tesserati» fino ad aprile, ma in cassa non c’è un euro. La telefonata di rassicurazioni arrivata lo scorso 8 giugno dal presidente Korablin è rimasta lettera morta: da allora solo silenzio da parte sua, mentre il suo collaboratore più stretto dava risposte sempre più evasive al dg Dante Scibilia, facendo intendere che il «cash» era tutt’altro che disponibile. E adesso non c’è più tempo. La prima scadenza è andata, dietro l’angolo incombe quella del 30 giugno: per quel termine andrà presentata la domanda di iscrizione, con le relative tasse e la fideiussione di 400 mila euro, più il budget finanziario e l’attestazione di avvenuto pagamento degli stipendi. Se tutto questo non accadrà, il Venezia perderà il diritto sportivo a partecipare alla Lega Pro. Ci sarebbe, a dire il vero, un ulteriore margine, fino al 15 luglio, per rientrare ugualmente nei termini, pagando una forte penalizzazione. Ma sembra una soluzione assai remota. Dietro le quinte qualcosa si sta muovendo e quel che pare ormai assodato è che il Venezia, molto presto, non sarà più di proprietà russa. Lo stesso Korablin ha dato mandato in questi giorni a un professionista di vendere la squadra e ci sarebbero tre cordate interessate. Una sarebbe straniera, un’altra veneta (forse vicentina) e un’altra, invece, quasi intersamente veneziana. Potrebbe farvi parte Vincenzo Marinese, già presidente del Venezia nella prima società con i Poletti e con Brugnaro. Non a caso nei giorni scorsi Marinese ha caldeggiato un intervento «di coscienza» da parte degli imprenditori locali. Ma se una di queste cordate si facesse realmente avanti, dovrebbe accollarsi il debito del Venezia che ammonta all’incirca 1,5 – 1,7 milioni di euro (tra stipendi arretrati e pendenze con i fornitori), cui aggiungere la cifra necessaria ad affrontare la Lega Pro. Più facile lasciar morire l’attuale società e ripartire dalla serie D, che richiede un investimento assai più modesto.
Ore 14.40 – (La Nuova Venezia) Tante voci, fatti concreti pochi. Il primo è la scadenza di oggi: il Venezia deve saldare entro la mezzanotte gli stipendi ai tesserati, ai dipendenti e ai collaboratori addetti al settore sportivo con contratti ratificati dalla Lega Pro per il bimestre marzo e aprile. Ogni club deve soprattutto depositare alla Co.Vi.Soc., entro la mezzanotte, la dichiarazione, sottoscritta dal legale rappresentante del club, che attesti l’avvenuto pagamento. I bonifici si possono effettuare anche on line, ma se questa mattina non arriverà la cifra necessaria, il futuro del Venezia diventerà ancora più nero di come è adesso. Se i soldi non arrivassero scatterebbe, in caso di pagamento entro il 30 giugno, il deferimento a stagione 2015-2016 in corso con relativa penalizzazione: un punto che probabilmente si aggiungerà alla recidiva per le altre mancare inadempienze. Lo spettro di avere almeno 5 punti di penalizzazione è reale. Ed entro il 30 giorno dovranno essere saldati Irperf e Inps, anche quelli non versati nell’ultimo quadrimestre del 2014. Presidente che non si è fatto né vedere né sentire nemmeno ieri dal “suo” amministratore delegato. «“Se il presidente è venuto o se sta cercando di vendere in extremis il club», ha sottolineato il direttore generale Dante Scibilia, «io non ne so niente, non sono stato coinvolto. Per quanto mi riguarda, non l’ho visto con i miei occhi, quindi non so se fosse effettivamente in città o se sono soltanto voci». Una vendita in 48 ore? Sarebbe un azzardo, un salto nel vuoto, dopo aver avuto almeno sei mesi di tempo per trovare un eventuale acquirente. Se ci fosse un’altra proprietà rispetto a quella russa, la cessione in extremis sarebbe da escludere, ma con Korablin è diverso. Ha sempre abituato ad arrivare all’ultimo giorno e oggi è uno dei quegli ultimi giorni che non ammettono un ritorno. È un atteggiamento incomprensibile nei confronti di chi, e ci sono da aggiungere tutti i dipendenti, ha lavorato a vista per un anno intero, non prende stipendio da quattro mesi e continua a lavorare per avere, eventualmente, la documentazione in regola per iscriversi alla prossima Lega Pro. Altro elemento paradossale: Korablin, o chi per lui, visto che è inibito fino a metà agosto, potrebbe anche presentare il 30 giugno solo la domanda di iscrizione, senza la fidejussione, con conseguente esclusione temporanea e tempo fino al 14 luglio per sistemare la pratica.
Ore 14.10 – (Giornale di Vicenza) Meno cinque. Manca sempre meno al giorno X. E ancora una volta non si registrano movimenti in casa Real Vicenza. L´esterno sinistro Diego Vannucci è in scadenza di contratto, ma sarebbe rimasto volentieri a Vicenza.C´è tanta attesa attorno al destino del Real, ma pare si vada verso la chiusura. Qual è la sua situazione?«Sono in scadenza. Mi sto già muovendo perché da quello che ho letto e sentito non ci dovrebbe essere futuro per il Real. Mi dispiace tantissimo, è stato un anno fantastico e mi sono trovato bene con tutti. Questo però è il mio lavoro e, non essendoci un progetto, devo trovare un´altra sistemazione».È riuscito già a trovarla o sta cercando?«No, per il momento solo chiacchiere».Un periodo difficile, specie per i più giovani, che si sono trovati un po´ spaesati… «Anche per noi che siamo un po più vecchi è sempre una situazione spiacevole che spereresti di non trovare sulla tua strada. Figuriamoci per i giovani che sono alle prime esperienze e la prima volta che si trovano a far fronte a problematiche come queste in cui una società lascia il calcio. Purtroppo giocando a calcio, soprattutto in questo periodo, ci dovranno fare l´abitudine. Il dispiacere è tanto perché c´erano la squadra e il gruppo per fare bene, e non portare avanti questo progetto è un peccato. Però dobbiamo rispettare le scelte».Che pensa dell´ipotesi cessione del titolo a Dalle Rive?«Voglio credere che sia possibile. Però sono realista e credo sia difficile. Anche perché manca poco al termine. Se dovesse succedere, mi farebbe piacere; mi hanno detto che Dalle Rive è ambizioso…».
Ore 13.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Tutti gli occhi, in attesa dell’ufficializzazione del nuovo allenatore del Bassano che (salvo sorprese) sarà Stefano Sottili, sono puntati sul Consiglio federale in programma domani a Roma. Da dove dovrebbero arrivare indicazioni precise circa i nuovi criteri di ripescaggio per la prossima serie B. Stanti così le cose, per il Bassano le possibilità di un’entrata dalla porta di servizio della cadetteria sono praticamente nulle. Tuttavia se, come pare, ci fossero all’orizzonte variazioni importanti con l’introduzione del criterio della solidità finanziaria societaria, ecco che il club di Renzo Rosso scalerebbe diverse posizioni. Ben tre società (il Parma sicuramente, il Catania e il Teramo molto probabilmente) sono destinate a lasciare la cadetteria. Con gli attuali criteri davanti al Bassano ci sarebbero almeno cinque club, Brescia in primis, ma se avvenissero modifiche nello stabilire i criteri, tutto potrebbe cambiare. E allora sì che le sorprese sarebbero dietro l’angolo. Nel frattempo Antonino Asta è entrato a far parte della rosa di candidati per la panchina del Cittadella assieme a Ezio Gelain e Roberto Venturato. Fino a qualche giorno fa era favorito Gelain, adesso c’è stata una pausa di riflessione. Il dg granata ha chiesto informazioni anche su Asta, «beffato» dal dietrofront del Novara, con cui il tecnico di Alcamo aveva raggiunto un accordo su tutta la linea senza però firmare per rispetto del club di Renzo Rosso. Asta piace al Cittadella, ma sta aspettando di capire le scelte di Caliendo e di Taibi a Modena e di Cristallini a Vicenza. Per ora nessun incontro, solo contatti: e fonti ben informate spiegano che Edoardo Gorini potrebbe essere il suo vice. La domanda successiva ancora non ha una risposta: in Lega Pro o in serie B?
Ore 13.20 – (Giornale di Vicenza) Si scuote il mercato virtussino. Il Bassano ha puntato dritto David Speziale, 21 anni, attaccante esterno di 181 cm, la scorsa stagione alla Pro Piacenza in Lega Pro dove ha bollato 5 reti in 28 gettoni contribuendo alla salvezza della matricola emiliana. Speziale, nativo di Monza, è un prodotto del vivaio milanista ma è di proprietà del Verona che l´ha svezzato nella sua Primavera girandolo poi al Pavia in C1 dove ha segnato la sua prima rete tra i professionisti. Quindi il passaggio a Piacenza e adesso l´attenzione dei giallorossi che lo stanno osservando da vicino. Sempre in prima linea il digì Werner Seeber sta chiudendo per il rinnovo di Luca Cattaneo, una delle piacevoli rivelazioni della stagione: per il popolare Veleno è pronto sul piatto un biennale a scadenza 2017 che il giocatore e il suo agente potrebbero sottoscrivere già oggi a Milano dove è in programma l´incontro risolutivo. Si fa invece tutta in salita la strada che porta a Luca Tedeschi, richiestissimo centrale difensivo del Cosenza. Avevamo scritto che era una corsa a quattro con Cosenza, l´attivissimo Pavia, la Reggiana e il Bassano sul giocatore: il Soccer Team ha proposto un biennale significativo che non ha lasciato indifferente il ragazzo e il suo procuratore; lo stesso Cosenza ha fatto un´offerta importante per trattenerlo ma per una questione di tempistica il Pavia è in netto vantaggio e nelle prossime ore potrebbe concludere l´operazione. Tuttavia la Virtus non molla la presa e siccome nel mercato si canta solo quando si ha la firma in tasca, Seeber resta in pressing poichè in volata la situazione potrebbe anche capovolgersi e in questo senso anche il parere e il gradimento dello stesso Tedeschi potrebbero indirizzare l´affare. Intanto, come era logico, il trambusto legato al Catania ha acceso e stuzzicato le fantasie dei supporter. Ad ogni modo stasera è in scaletta una tappa chiave dell´ipotesi-repechage. Ovvero la Lega renderà noti i criteri adottati per recuperare i club e se come sembra saranno mantenuti i parametri del passato, qui dovranno mettersela via a malincuore. Se invece per una volta in ossequio alla logica e al buon senso verranno premiati i conti a posto e i risultati dell´ultimo campionato, allora l´habitat Diesel avrebbe tutto il diritto di ringalluzzirsi e crederci perchè sarebbe in prima fila.
Ore 12.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Altra giornata febbrile, trascorsa a trattare e a valutare per arrivare alla scelta del nuovo allenatore del Vicenza fino a tarda sera. Dal 2 giugno, giorno dell’eliminazione dai playoff della squadra biancorossa ad opera del Pescara, è accaduto di tutto. A distanza di venti giorni, il favorito a sedersi sulla panchina del Vicenza è proprio Pasquale Marino, il tecnico che aveva già salutato i tifosi biancorossi con un messaggio scritto sul suo profilo Fb. Marino, dopo la bufera giudiziaria scatenatasi sul Catania, è rimasto senza una panchina e, particolare non da poco, è sempre sotto contratto con il Vicenza fino al giugno del 2016. Saltato l’accordo con il Catania che prevedeva anche la permanenza di Moretti a Vicenza e il passaggio di Brighenti in Sicilia, adesso il problema da risolvere per la società berica è se e come rescindere con Marino. Perché è chiaro che il Vicenza non può correre il rischio di pagare due allenatori e se non rescinde il contratto in essere con Marino un altro tecnico non arriverà di sicuro. Ecco perché Marino resta il primo della lista: con il tecnico di Marsala c’è la necessità di trovare un accordo, sia nel caso di continuazione del rapporto di lavoro, sia se si decide di interromperlo arrivando a firmare la rescissione del contratto che lega ancora il tecnico alla società di via Schio. Ieri prima c’è stato un avvicinamento tra la società e il tecnico, poi la valutazione dell’allenatore di Marsala di potersi prendere un periodo di stop. E di questo si è discusso ieri sera in una riunione che ha visto intorno al tavolo i vertici biancorossi. Tante le questione da definire, in primis decidere se l’eventuale permanenza di Marino sulla panchina del Vicenza potrà essere perfezionata sfruttando il contratto in essere, oppure se si lavorerà per arrivare all’accordo di un’intesa più lunga sulla falsariga di quella che il tecnico di Marsala aveva rifiutato decidendo di accettare le proposte del Catania. In tarda serata ancora nulla di definitivo era trapelato dalla sede di via Schio, con le alternative di Devis Mangia e di Luigi Del Neri che restano concrete. Con l’ex tecnico di Spezia e Bari, il Vicenza ha trovato un’intesa di massima per un biennale, mentre a Del Neri la società biancorossa ha proposto un contratto annuale con robusto premio in casi di promozione in serie A. L’ex allenatore della Juventus e del Genoa sembra essere la prima alternativa a Marino, in quanto Del Neri pare abbia convinto la dirigenza berica nell’incontro tenutosi martedì pomeriggio a Vicenza. Resta in piedi, seppur molto defilata, la candidatura di Mimmo Di Carlo il cui profilo è stato valutato positivamente, senza però che ci sia stato un confronto tra le parti per discutere, soprattutto, della questione tecnica relativa alla composizione dell’organico che dovrà affrontare il prossimo campionato cadetto. La soluzione Di Carlo potrebbe rappresentare il colpo a sorpresa, ma fino a ieri sera non sussistevano i presupposti perché si concretizzasse.
Ore 12.30 – (Giornale di Vicenza) Sarà ancora Pasquale Marino l´allenatore del Vicenza del prossimo anno. La fumata bianca in piena notte, dopo un lunghissimo incontro con il tecnico, che ha preso un aereo e in giornata è rientrato in città per mettersi attorno a un tavolo con i dirigenti biancorossi.Nel corso della giornata s´erano rincorse le voci più diverse: Marino vicino alla conferma, poi invece propenso a stare fermo un anno: voci, nient´altro che voci, senza riscontro. Certo c´è stato da discutere, e non poco, ma in fondo i dirigenti del Vicenza e l´allenatore hanno cominciato l´incontro con un desiderio comune: continuare insieme l´avventura dell´ultimo campionato. Facile immaginare che ci sia stato da mediare, da discutere, mentre all´esterno inutilmente si cercavano notizie. Poi, a notte molto inoltrata, un segnale preciso: avanti con Pasquale Marino. Una decisione giunta al termine di due settimane nel frullatore.Dopo aver condotto il Vicenza al terzo posto, a un solo passo dalla finale playoff per la serie A, il tecnico aveva infatti ricevuto la proposta di prolungamento del contratto dalla società di via Schio ma anche l´offerta del Catania, la formazione che dieci anni fa aveva riportato in serie A. E alla fine di fronte alla possibilità di tornare a casa il tecnico di Marsala aveva scelto di accettare il progetto del club siciliano.Ma quando era giunto ormai il momento delle firme, quella da apporre sull´accordo di rescissione del contratto con il Vicenza, valido fino al giugno 2016, e quella sulla nuova intesa con il Catania, gli arresti del presidente Pulvirenti, dell´amministratore delegato Cosentino e dell´ex diesse Delli Carri hanno spazzato via in poche ore l´ipotesi-Catania come un tifone e riportato anche il Vicenza al punto di partenza nella scelta dell´allenatore.La svolta imprevedibile era giunta dopo che i dirigenti di via Schio avevano ovviamente già avviato contatti e svolto colloqui con i candidati alla successione di Marino, di cui si attendeva solo la firma sulla rescissione, data ormai per scontata. Ci sono stati incontri con Devis Mangia, Angelo Gregucci, Franco Colomba e da ultimo Luigi Del Neri, il candidato sicuramente più forte. Ma quando il Vicenza si accingeva a scegliere e a decidere ecco la bufera giudiziaria che ha riportato in primo piano la concreta possibilità di continuare con Marino, ancora legato da contratto.Ma c´erano da valutare tante cose. La disponibilità e la volontà del tecnico di Marsala, la convinzione del Vicenza, gli aspetti economici e non solo di un Marino-2 in biancorosso. E per questo è stato necessario rivedersi, parlarne faccia a faccia. È successo ieri e naturalmente è stato un incontro molto lungo, cominciato in tarda serata e finito a notte fonda. Inevitabile, visto che bisognava affrontare e chiarire tanti aspetti.Si è andati avanti a oltranza, perché il Vicenza, è chiaro, a questo punto aveva l´esigenza di uscire dal guado e dare una direzione precisa alla programmazione tecnica e alle operazioni di mercato per la prossima stagione. Ed era anche necessario comprendere bene la posizione e lo stato d´animo di Marino, che della vicenda-Catania s´era detto sconcertato e mai poteva immaginare di ritrovarsi a sua volta in una situazione così complessa.Senza contare che il Vicenza doveva anche una risposta a quei tecnici cui aveva chiesto una disponibilità e quindi, implicitamente, anche di attendere prima di assumere eventualmente altri impegni.In ogni caso però c´era da prendere una decisione con Marino, obbligatoriamente: o proseguire insieme, o rescindere in caso di mancato accordo, perché altrimenti un altro tecnico il Vicenza non avrebbe potuto prenderlo, non potendosi permettere di averne due a libro paga per la prossima stagione.E in piena notte Vicenza e Marino si sono stretti di nuovo la mano in vista della prossima stagione che i tifosi si augurano ancora felice.
Ore 12.00 – (Gazzetta dello Sport) Resta inibito e grida alla congiura, il presidente Mario Macalli. Addirittura, appreso della conferma della sua squalifica a 4 mesi per la vicenda Pergocrema, a questo punto passata in giudicato con la decisione del Collegio di garanzia del Coni, Macalli sventola per la prima volta l’ipotesi delle dimissioni: «Non le escludo. Sono molto amareggiato, fare il presidente in queste condizioni (è inibito fino al 31 agosto, ndr) non è il massimo della vita. Dovrò fare le mie valutazioni». L’affermazione è certamente figlia dell’amarezza, del resto Macalli era davvero convinto che il Coni avrebbe accolto il ricorso contro la decisione della Corte d’appello federale (che aveva ridotto da 6 a 4 i mesi della sua inibizione). Ma non è escluso che stia seriamente meditando il passo indietro. La decisione, auspicata da mesi dai suoi avversari, sarebbe clamorosa. Ma non così illogica. Magari Macalli ha notizie certe di come si pronunceranno sull’approvazione del bilancio le «sue» società nella prossima assemblea di Lega Pro, in programma martedì a Firenze: se i dissidenti conquisteranno la maggioranza, i margini di manovra per la nomenclatura Macalli a quel punto sarebbero davvero ridotti (anche se il commissariamento non sarebbe affatto scontato). Dunque, il clamoroso passo indietro cui starebbe meditando, sarebbe figlio di un calcolo politico. Sicuramente, Macalli ci rifletterà nelle prossime ore con i suoi più stretti collaboratori. Ieri, a margine del dibattimento del ricorso, ha ottenuto di spiegarsi e «sfogarsi» con il presidente del Collegio Frattini, a proposito della vicenda Pergocrema. «Con questa vicenda hanno tentato di distruggere la mia vita e qualcuno prova ancora a farlo», si è sfogato. «Vedersi accusato di nefandezza non fa bene a nessuno, tanto meno a me», ha concluso.
Ore 11.40 – (Gazzettino) Il Parma dichiarato fallito ripartirà dai dilettanti, Catania e Teramo sono sotto i riflettori della giustizia ordinaria e di quella sportiva per presunte «combine» nel corso del campionato appena conclusosi. Se venissero confermati i capi di accusa, entrambe le società rischiano di essere estromesse dalla B, con un’autentica rivoluzione nell’organico della serie cadetta. In questo scenario si sta muovendo il Cittadella, che cerca di far sentire la propria voce nel capitolo ripescaggi. L’attuale regolamento non darebbe speranze alla società granata, basandosi su criteri scritti tanto, troppo tempo fa e non più al passo con i tempi. Nello stilare la graduatoria la classifica finale dell’ultimo campionato incide per il 50%, la tradizione sportiva della città ne vale il 25%, lo stesso dicasi per la media spettatori nelle ultime stagioni. Solo in caso di parità nella graduatoria si terrebbe conto di chi ha ottenuto la licenza nazionale e di eventuali penalizzazioni inflitte in campionato. In caso di ulteriore parità, sarebbe ripescata la squadra meglio posizionata in classifica. Nessun riferimento alla solidità economica delle società, elemento indispensabile per evitare il ripetersi di situazioni come quella vissuta con il Parma. In quest’ambito si sta muovendo il Cittadella, che ieri ha inviato alla Figc, a tutte le Leghe e le associazioni calcistiche una propria nota ufficiale, a firma del presidente Andrea Gabrielli: «Il Cittadella, in vista dell’introduzione della nuova disciplina per i ripescaggi in Lega Pro, Serie B e Serie A così come annunciato nella riunione del Consiglio federale Figc del 26 maggio scorso, invita la Federazione a considerare come criterio imprescindibile quello della regolarità amministrativa, contabile, retributiva e fiscale delle società che intendono presentare domanda di ripescaggio e ciò per il quinquennio precedente la richiesta o per un diverso congruo termine da determinarsi in ambito consiliare. Tale criterio infatti si impone come assolutamente necessario per dare credibilità alle competizioni sportive e per evitare casi analoghi a quelli che hanno afflitto i maggiori campionati italiani negli ultimi anni», è il punto di vista del Cittadella, che si dice fiducioso: «Siamo certi pertanto che l’invito verrà accolto vista la volontà espressa in più occasioni pubbliche dal Presidente federale Carlo Tavecchio e dai Presidenti di Lega di voler inserire per il ripescaggio criteri oggettivi e trasparenti e, considerato che la fissazione per il giorno 26 giugno della data della riunione per assumere la decisione, consente un ulteriore approfondimento della questione nei termini proposti dalla nostra società». Stefano Marchetti, intanto, oggi sarà a Milano perché alle 19 scade il termine delle comproprietà: «Con il Torino per Scaglia si andrà alle buste – prevede il dg granata – mentre al mattino parlerò con l’Ascoli per Perez».
Ore 11.20 – (Mattino di Padova) Ore 19: si decide il futuro di Filippo Scaglia. E, per la verità, non solo il suo, visto che sono quasi 90 i calciatori professionisti che stasera scopriranno quale destino li attende dopo l’apertura delle buste. Cittadella e Torino, che detengono in comproprietà il cartellino del difensore centrale, non hanno trovato un accordo e così si è arrivati a questa soluzione, «che», come spiega Stefano Marchetti, a Milano per definire la questione, «finisce per accontentare entrambi: se riusciremo ad avere il giocatore, bene, altrimenti ne ricaveremo un tornaconto economico». Top secret la cifra che il d.g. granata scriverà. Peraltro sarà l’ultima volta che ricorrerà alle buste, perché il calcio italiano, adeguandosi al resto d’Europa, ha detto addio alle compartecipazioni. Intanto, con una lettera firmata dal presidente Andrea Gabrielli e inviata alla Federcalcio e alle Leghe, il Cittadella ha preso ufficialmente posizione sulla questione ripescaggi, invitando «a considerare come criterio imprescindibile quello della regolarità amministrativa, contabile, retributiva e fiscale delle società che intendono presentare domanda. Tale criterio», si legge nel testo della missiva, «si impone come assolutamente necessario per dare credibilità alle competizioni e per evitare casi analoghi a quelli che hanno afflitto i maggiori campionati italiani negli ultimi anni». In attesa di capire come si evolverà la questione e se slitteranno le date d’inizio dei campionati, è stato ufficializzato che sarà ancora una volta Lavarone ad ospitare la squadra granata per il ritiro estivo, in programma dal 19 luglio al 2 agosto, mentre successivamente saranno le formazioni giovanili a spostarsi in provincia di Trento per i rispettivi ritiri. La squadra si allenerà in località Bertoldi, grazie ai rapporti di amicizia con l’ex sindaco Mauro Lanzini e al lavoro del responsabile degli impianti Gianni Bianchini. A far da base sarà l’hotel Al Cimone.
Ore 11.00 – (Corriere del Veneto) Domani è in programma il Consiglio federale, che definirà i nuovi criteri di ripescaggio e sia Bassano che Cittadella lo seguiranno con interesse. Con gli attuali criteri, infatti, le possibilità sarebbero quasi nulle, ma le cose potrebbero cambiare se venissero modificati i criteri. «Il Cittadella – si legge in una nota a firma del presidente Gabrielli – invita la Federazione a considerare come criterio imprescindibile quello della regolarità amministrativa, contabile, retributiva e fiscale delle società che intendono presentare domanda di ripescaggio e ciò per il quinquennio precedente la richiesta o per un diverso congruo termine da determinarsi in ambito consiliare. Siamo certi pertanto che l’invito verrà accolto vista la volontà espressa in più occasioni pubbliche di voler inserire per il ripescaggio criteri oggettivi e trasparenti». Se cambiassero i criteri la posizione del club granata si farebbe più forte. Ecco, forse, spiegata l’attesa di Marchetti prima di scegliere l’allenatore.
Ore 10.40 – (Gazzettino) Lei e il Padova dove potete arrivare l’anno prossimo? «Non voglio indicare obiettivi, ma ci sono i presupposti per disputare un bel campionato. Quanto a me, spero di potermi ritagliare anche in Lega Pro un posto importante nella squadra e contribuire a raggiungere qualcosa di gratificante». Tra i nuovi ingaggi del Padova ci potrebbero essere due calciatori con i quali ha già giocato in passato, ossia il difensore centrale Nicola Bizzotto e l’attaccante esterno Pietro Arcidiacono. «Li conosco bene, sarei contento se arrivassero al Padova. Sono due giocatori fantastici, anche se naturalmente le decisioni spettano alla società. Con Bizzotto siamo molto amici, abbiamo giocato insieme due stagioni al Pisa ed eravamo sempre insieme. Anche adesso ci sentiamo spesso, mi è dispiaciuto che non sia stato promosso in serie B con il Bassano, adesso spero che possa arrivare al Padova. Se mi ha chiesto qualche informazione sui biancoscudati? Conosce benissimo la situazione essendo di queste parti. Io gli ho detto solo che sarei felice se venisse qui, dato che c’è un interessamento nei suoi confronti». E Arcidiacono? «È un giocatore che fa la Lega Pro a mani basse, ma uno come lui non ha bisogno di presentazioni: è forte, stop».
Ore 10.30 – (Gazzettino) «Sono molto contento, è un grande onore poter continuare a partecipare al progetto del Padova». Marco Ilari è uno dello “zoccolo duro” dei biancoscudati riconfermato in vista della Lega Pro, categoria nella quale ha già giocato quattro stagioni tra Martina, Poggibonsi e Pisa. «Anche se in questi anni è cambiata molto, e quindi non la conosco a fondo. Ma è una bella soddisfazione tornare nei professionisti, soprattutto quando si ottiene il salto di categoria sul campo. Quest’anno ho contribuito alla promozione con nove sigilli, spero di continuare a segnare anche nella prossima stagione». L’esterno romano ritroverà un bel gruppetto di compagni in rosa il 18 luglio, giorno nel quale inizierà il ritiro a Pieve di Cadore. «Mi fa piacere che sia stata mantenuta la struttura della squadra, è un gruppo che ha fatto qualcosa di fantastico quest’anno, e non solo sul campo. Abbiamo creato attorno a noi un entusiasmo che non è da tutti, e il merito è stato del gruppo». Entusiasmo che è destinato a crescere con i biancoscudati tornati in Lega Pro. «Speriamo che sia così. Questa piazza merita di gioire tutte le domeniche, e questo è anche il nostro obiettivo: ossia portarli in massa allo stadio e farli divertire».
Ore 10.20 – (Gazzettino) Altro appuntamento per De Poli è quello con Gerry Palomba, agente di Aperi, e soprattutto del centrocampista De Risio e dell’attaccante esterno Arcidiacono. De Risio incarna al meglio l’identikit del centrocampista che cerca il diesse biancoscudato per una mediana a due, ma l’ostacolo principale è rappresentato dalle intenzioni del Benevento (risoluzione o conferma) che è proprietario del cartellino per un altro anno. Senza dimenticare che la lista dei pretendenti al giocatore è lunga, ma De Poli è stato uno dei primi a muoversi. Quanto ad Arcidiacono, la pista è sempre calda e i biancoscudati sembrano avere buone carte in mano.
Ore 10.10 – (Gazzettino) Spedizione in giornata a Milano per Fabrizio De Poli che avrà modo di incontrare diversi addetti ai lavori e intavolare trattative di mercato. Il direttore sportivo sarà affiancato dal team manager Giancarlo Pontin: raggiungeranno in treno il capoluogo lombardo. In agenda ci sono una serie d’incontri sia con società che con procuratori. Con riguardo a quest’ultimi De Poli avrà modo di parlare con Vincenzo Rispoli, agente di Nicola Bizzotto. Non è un mistero che il difensore piaccia molto ai biancoscudati, e ci sono buone possibilità che l’affare possa andare in porto: anche se probabilmente non oggi, tanto più che prima il giocatore avrà un faccia a faccia con il Bassano, dal quale al momento si svincolerà a fine mese.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Solo allora si potrà capire se la sua permanenza in Lombardia sarà davvero conclusa, visto che radiomercato sostiene che abbia ormai deciso di cambiare aria. I giovani. Il Padova, però, guarderà anche ai giovani e ad investimenti in prospettiva. E, a questo proposito, le piste portano all’estero: De Poli sta sondando approfonditamente due o tre giocatori, in prevalenza sudamericani, nati dal 1996 in giù, che possano fare al caso del Padova. Non è escluso che per questi già nelle prossime ore, con i mediatori internazionali presenti a Milano, le acque si muovano. In crisi. Ieri, intanto, è giunto il primo forfait dalla prossima Lega Pro. Le speranze di sopravvivenza del Monza sono arrivate al capolinea dopo la quarta asta fallimentare andata deserta. Lunedì se ne terrà una quinta, che assegnerà però solo il marchio e il patrimonio immobiliare con cui eventuali compratori potranno ripartire dai dilettanti.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) I nomi cerchiati in rosso sulla lista della spesa di viale Rocco sono quelli di giocatori di categoria, elementi di peso per la Lega Pro che possano garantire qualità ed affidabilità. Tutte e quattro sono trattative complesse, ma l’appeal del Padova in pochi possono vantarlo a questi livelli. Due giocatori devono semplicemente decidere che fare del loro futuro: Nicola Bizzotto, difensore centrale prossimo allo svincolo dal Bassano, e Pietro Arcidiacono, esterno alto, lo scorso anno al Martina Franca. La sensazione è che entrambi, alla fine, potrebbero davvero diventare biancoscudati, anche se per avere maggiori certezze bisognerà attendere i primi giorni del prossimo mese. Per gli altri due, il centrocampista Carlo De Risio e l’attaccante Neto Pereira, il Padova dovrà fare i conti con l’oste: il primo è di proprietà del Benevento, che prima di svincolarlo farà sudare a De Poli e ai procuratori le proverbiali sette camicie, mentre l’attaccante del Varese è tuttora in vacanza in Brasile e tornerà in Italia solo tra una decina di giorni.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Fabrizio De Poli è in missione a Milano, e quella di oggi, seppure interlocutoria in attesa dell’apertura ufficiale del calciomercato prevista per il 1º luglio, potrebbe essere una giornata comunque fruttuosa. Nelle sale dell’hotel Hilton va in scena la chiusura delle compartecipazioni: le squadre che detengono giocatori a metà entro le 19 dovranno mettersi d’accordo e risolvere la loro situazione, perché dopo le risoluzioni (o le famose, eventuali “buste”) l’istituto della comproprietà andrà definitivamente in soffitta. Il Padova non è assolutamente toccato dalla questione, ma sarà comunque presente per le operazioni di contorno, che preludono al “mercato” vero e proprio. I quattro obiettivi. Nella metropoli lombarda, infatti, ci sono tutti i principali operatori italiani, procuratori e direttori sportivi, e il diesse biancoscudato, accompagnato dal team manager Giancarlo Pontin, proverà ad avvicinare gli entourage dei quattro principali obiettivi che ha in testa: difensore, centrocampista, esterno offensivo e attaccante.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) A tale proposito interviene il capogruppo della Lista Bitonci, Alain Luciani, che spiega: «Ci sono alcuni terreni davanti all’impianto di proprietà di un privato, che ha chiesto un’edificabilità con il metodo della perequazione. A tal proposto il Comune acquisirà il 75% dell’area su cui potrebbero essere costruiti nuovi parcheggi proprio nell’ottica di uno spostamento del Calcio Padova negli impianti del Plebiscito. Ne stiamo discutendo proprio in questi giorni». Sulla tempistica dello spostamento ancora nessuna certezza, mentre il patron del Plebiscito, Lino Barbiero, aggiunge: «Da parte nostra c’è la massima apertura e disponibilità a un’operazione di questo tipo. Aspetto che il sindaco mi illustri i dettagli del suo progetto, io tra l’altro sono uno storico tifoso del Calcio Padova. Fino a vent’anni fa lo seguivo sempre, poi negli ultimi anni mi sono dedicato anima e corpo al Plebiscito».
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) La tifoseria per la stragrande maggioranza è a favore di questo progetto, a patto che sia soltanto un modo per avvicinarsi al vero «botto», ossia la costruzione del nuovo stadio. «Sarebbe un sogno per tutti i tifosi del Padova — scrive Alberto riprendendo il concetto di Bergamin — al Plebiscito ci arrivi anche con i mezzi pubblici e in bicicletta. È meno pericoloso che passare per Corso Australia». E «Biancoscudato per sempre» aggiunge: «Ben venga non giocare piu’ all’Euganeo. Speriamo che alle parole seguano i fatti; certo che vedere uno stadio di Lega Pro riempito in ogni ordine di posti sarebbe una cosa fantastica». Aggiunge Matteo: «Immaginatevi tutta la Fattori occupare una delle due tribune, a tre metri dal terreno di gioco:con il nostro tifo minimo 10 punti in piu’ sono assicurati». Certo, non mancano le voci critiche, a cominciare da chi dubita sulla reale ricettività dei parcheggi della zona.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Padova «trasferito» al Plebiscito in attesa del nuovo stadio da 25mila posti da costruire «sopra» l’Euganeo. La strada indicata dal sindaco Massimo Bitonci nell’intervista rilasciata ieri al Corriere del Veneto riscuote grandi consensi tra i tifosi. Per la stragrande maggioranza molto favorevoli al progetto di trasferire — temporaneamente — la squadra in un impianto da 8000 posti e in una zona servita dai mezzi pubblici meglio di quella che circonda lo stadio Euganeo. «Mi pare un progetto interessante — evidenzia il presidente Giuseppe Bergamin — oltre che un’idea intelligente. Se Bitonci ha fatto certe dichiarazioni evidentemente ha in mano elementi importanti e sono stati fatti calcoli economici in merito. Bisogna cambiare il modo di andare allo stadio, non sempre in macchina ma usando i mezzi pubblici, come accade in tutta Europa. E mi sembra che quella zona dai mezzi pubblici sarebbe più facilmente raggiungibile, c’è anche il tram che passa molto vicino. Noi abbiamo i nostri progetti, il sindaco ha le sue idee: e assieme cercheremo di lavorare per il bene del Calcio Padova».
Ore 08.38 – Poule scudetto, la finale: Siena-Akragas 5-3 dopo i calci di rigore. I bianconeri si laureano campioni d’Italia.
Ore 08.36 – Playout, serie D girone C: Dro-Triestina 1-3 dts, Giorgione-Kras Repen 2-1. Salvezza per Triestina e Giorgione, retrocedono Dro e Kras Repen.
Ore 08.34 – Playoff, serie D: AltoVicentino-Delta Porto Tolle 1-2, eliminata la squadra di Rino Dalle Rive.
Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Icone Vintage, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 24 giugno: a tenere banco sono le dichiarazioni di Massimo Bitonci, che al “Corriere del Veneto” parla di un progetto per far giocare i Biancoscudati al Plebiscito in un impianto da 8.000 posti.