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Ore 21.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Union Ripa La Fenadora e Feltrese insieme per un grande futuro. Le due società lavoreranno fianco a fianco in un progetto che mira ad unire le forze con l’intento di formare «un unico settore giovanile rappresentativo di tutto il territorio feltrino con l’obiettivo di garantire una formazione di qualità che trasmetta ai giovani competenze e valori attraverso il miglior percorso di crescita sportiva ed umana possibile». In pratica è la prima tappa di una fusione sempre più vicina. Le due società si affidano ad un comunicato congiunto, pubblicato nei rispettivi siti internet, per annunciare il risultato delle riunioni che si sono tenute in questi giorni. «Ci proponiamo – si legge nella nota – di creare un senso di appartenenza, di stimolare i ragazzi ad evidenziare i propri valori, quelli della società e del territorio di appartenenza». L’idea è nata nei mesi scorsi, mancava solo la quadra che è stata trovata proprio in questi giorni: «Union e Feltrese metteranno a disposizione dirigenti e tecnici qualificati che credono fortemente nel lavoro di gruppo e nella condivisione, in modo che ogni squadra sia parte di un progetto unico. Saremo l’unica società dilettantistica del Veneto a mettere a disposizione dei propri tesserati sei impianti sportivi (due in sintetico): Zugni Tauro, Foro Boario, Celarda, Boscherai, Seren Del Grappa e Lamon». Viene confermata la collaborazione con l’Atalanta che contribuirà con corsi di aggiornamento. Ai ragazzi più meritevoli sarà data anche l’opportunità di avvicinarsi al calcio professionistico tramite tornei con le squadre del settore giovanile dell’Atalanta. La bontà della collaborazione è dimostrata dall’arrivo in nerazzurro bergamasco di Nadir Zortea (1999) e dal tesseramento di Meraglia Bikash (2002) proveniente dal vivaio granata. CASA UNION – Continua intanto la diaspora dall’Union Ripa La Fenadora di serie D. Al gruppo di nomi illustri in fuga si aggiunge quello del capitano e portiere Paolo De Carli che nella prossima stagione vestirà la maglia rosso nera della Mastoricense di Eccellenza.
Ore 21.00 – (Il Piccolo) La lettera aperta scritta da Giorgio Zanmarchi “chiamava” una risposta da parte dell’attuale proprietario dell’Unione Triestina 2012 Marco Pontrelli. E la replica è puntualmente arrivata. «Premesso che, per quanto mi riguarda, sto andando avanti con il mio progetto voglio sottolineare – dice Pontrelli – come due mesi fa avessi chiesto a Zanmarchi, prima di incontrare a un tavolo le persone che lui rappresentava, di sapere chi fossero e le loro referenze. Se Zanmarchi mi dà pubblicamente l’ok sono in grado di fornire pubblicamente tutto il carteggio via e-mail di quei giorni del mese di maggio». Insomma Pontrelli non ha digerito un passaggio della missiva di Zanmarchi inviata e pubblicata dal Piccolo. «Vorrei correggere un’inesattezza del presidente Pontrelli, il quale ha sostenuto di non aver ricevuto alcuna offerta da parte mia: ho dato la disponibilità a verificare la situazione economica della Triestina presso un avvocato di sua fiducia – ha scritto Giorgio Zanmarchi – ma mi è stato risposto che la società non era in vendita». Su questo punto Pontrelli puntualizza: «Non ho ricevuto offerte nè proposto cifre per vendere la società. Per sedermi a un tavolo volevo sapere chi fossero gli interlocutori. Venerdì peraltro mi ha contattatto un legale del gruppo rappresentato da Zanmarchi. Se fornirà le referenze dei suoi rappresentati ci potremo anche sedere a un tavolo. Anche se io e i miei partner portiamo avanti il nostro progetto calcistico». Insomma al di là delle reciproche e legittime posizioni, allo stato dei fatti, sembra ragionevole pensare che da una parte Zanmarchi abbia fatto un tentativo per far acquisire l’Unione (e poi l’Ufm) dal gruppo che rappresentava ma che la posizione di Pontrelli abbia ingarbugliato la situazione fino a un punto di non ritorno. A meno di clamorosi colpi di scena ormai Pontrelli ha pochi giorni di tempo per esporre il suo programma, il bilancio economico della sua gestione (con la percentuale di debito pregresso coperta), le coperture finanziarie per il futuro e il progetto tecnico per una squadra che deve affrontare una stagione di serie D senza il suo marchio storico e senza la tifoseria organizzata. Il periodo dei botta e risposta e delle chiacchiere non può andare avanti in eterno. La parola deve passare ai fatti.
Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Ufficializzati altri due acquisti per la Clodiense di mister Maurizio Rossi, il dg Mauro Boscolo Gallo ha comunicato il perfezionamento dell’ accordo con Nikola Prelcec, croato classe ’89 centrocampista ex Dolo al secondo anno in Italia, e il portiere Francesco Niero, classe ’91 ex di Mestrina, Campodarsego e Miranese. Sta prendendo quindi sempre più forma la fisionomia della rosa, alla luce anche degli innesti provenienti dal settore giovanile dei ’97 Scafidi, Calzavara, il portiere D’ Ambrosio e la conferma del promettente Marcato. Con l’arrivo di Niero, e con D’ Ambrosio che fungerà da terzo portiere, sembra invece inevitabile la non conferma di Luca Tiozzo. Da definire rimane inoltre la posizione di bomber Santi viste le insistenti avances che il Delta Porto Tolle sta continuando a proporre. Proprio inerente al reparto offensivo dovrebbe arrivare in settimana la notizia dell’accordo con un esperto attaccante che ha disputato quest’ anno un’ ottima stagione in serie D. Trattativa aperta anche con un giovane classe ’96. Le novità per la difesa dovrebbero giungere da Udine con l’ arrivo in laguna di uno dei maggiori protagonisti della Primavera bianconera destinato alla Clodiense prima dell’ eventuale salto nel mondo dei professionisti, valutata per la difesa anche la posizione di un ’97. Per la zona nevralgica del campo la società è invece orientata all’ acquisto di un veterano, sembra servire infatti un esperto palleggiatore da affiancare ad un classe ’95 e un ’97 oramai ad un passo dalle firme. Cesare Chiarelli, di Adria, è il nuovo preparatore dei portieri; proveniente dal settore giovanile della Spal è stato per 3 stagioni al Delta Porto Tolle. Chiarelli è un tecnico iscritto all’ albo federale. «Per me è un onore arrivare alla Clodiense – dichiara – sono a completa disposizione del mister e di chi sarà scelto come nuovo preparatore atletico».
Ore 20.10 – (La Nuova Venezia) Primi arrivi dal mercato per la nuova Clodiense di Maurizio Rossi, che anche nella prossima stagione parteciperà al campionato di Serie D. Il direttore generale Mauro Gallo ha infatti ufficializzato gli acquisti del portiere Francesco Niero e del centrocampista croato Nikola Prelec. Niero, scuola calcistica padovana, è nato il 14 dicembre 1991 ed ha militato nel Cesenatico, nel Belluno, nel Campodarsego, nella Miranese e nella Mestrina. Ha al suo attivo una convocazione con la nazionale Under 16 nel 2006 e va a sostituire Luca Tiozzo. «Con il confermato Okroglic, Niero e la promozione in prima squadra del prodotto del vivaio locale D’Ambrosio (classe ’97)» spiega Mauro Gallo «direi che con i portieri siamo a posto». Nikola Prelec, invece, arriva dalla Croazia, ed è nato il 12 novembre del 1989. Centrocampista che può adattarsi anche a sinistra, Prelec nel suo Paese ha giocato nel Medulin, nell’Istra 1961, nel Pomorac e nel Grobnican, collezionando 44 presenze ed una rete nella Serie A croata, prima di approdare, nell’ottobre scorso, al Dolo in Eccellenza. «Abbiamo portato in prima squadra» precisa e conclude il dg granata «anche i nostri giovani classe ’97 Marcato, Scafidi e Calzavara e, oltre ai giovani, stiamo trattando un difensore ed una punta di livello».
Ore 19.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Soffiato, ha vinto il Fontanafredda. Ha agito sotto traccia, il club rossonero, lasciando che a corteggiare un giovane promettente delle giovanili del Pordenone fosse il Tamai. Poi ha piazzato la zampata, assicurandosi le prestazioni di Athos Bianchini, centrocampista classe 1997 che tanto bene ha fatto con la formazione Berretti allenata da Pierantonio Baruzzo. E così la formazione di De Pieri ha messo a segno il primo colpo al capitolo fuoriquota. Il primo derby di mercato l’ha vinto il Fontanafredda; il prossimo potrebbe scatenarsi su Marco Minisini, altro classe 1997 della Berretti del Pordenone. In questo caso, dovrebbe spuntarla il Tamai. FLOREAN – Quella che inizierà domani sarà la settimana che deciderà il futuro dell’ex attaccante del Fontanafredda e del Pordenone. Su di lui è piombato il Liapiave (Eccellenza veneta), ma la punta avrebbe speso una mezza parola con il Tamai. Dovrebbe valere quella, soprattutto visti i rapporti privilegiati con il tecnico De Agostini. Florean andrebbe a sostituire Zambon, finito al Fontanafredda, e Federico Furlan che sta per accasarsi nel vicino Veneto. SACILESE – Torna tutto in ballo a Sacile. In società non c’è ancora chiarezza sul futuro, e tutti i giocatori che sembravano essersi sistemati all’Altovicentino (Baggio, Beccia, Boscolo Papo) sono in attesa delle decisioni che arriveranno da Valdagno. Il presidente Dalle Rive starebbe ambendo ad un impegno in Legapro al posto del Real Vicenza. PORDENONE – Da domani a Pordenone inizieranno i colloqui con i giocatori. Si proverà a trattenere almeno sette pedine dalle quali ripartire. Tutto ok per il portiere Gianni Careri, così come per la permanenza di Denis Maccan. Da valutare il futuro di Daniele Mattielig (lo cerca il Tamai), Federico Maracchi, Luca Maniero (richiesto dal Perugia in B) e Andrea Migliorini.
Ore 19.10 – (Giornale di Vicenza) È una libidine, è una rivoluzione…Ha un che di Jovanotti l´ennesimo colpo di spugna in casa Altovicentino. Di Jovanotti, ma anche di Venditti e Branduardi. L´estate del presidente Rino Dalle Rive è una compilation di nomi. Nuovo il tecnico, Mauro Zironelli, mentre solo 5 sono i giocatori riconfermati (Kicaj, Perosin, Dal Dosso, Gambino e Peluso), con i giovani Borghesi e Andreetto promossi in prima squadra. In forse capitan Pozza (Campodarsego?) e Roveretto. Se non è una rivoluzione ditelo voi cos´è. In serie D o in Lega Pro non è ancora dato sapere: «Ogni tre anni vinco un campionato, dunque dovremmo esserci. Ho incontrato Diquigiovanni un mese e mezzo fa a casa sua. Era un giovedì, dovevamo risentirci al lunedì ma io andai all´estero per lavoro e la cosa finì lì». All´ex serie C tiene eccome, ma niente ripescaggi, un po´ per motivi etici («mi piace vincere sul campo») molto per ragioni regolamentari, dal momento che lo stadio dei Fiori non è a norma per la categoria e non si possono ottenere deroghe. SAPORE DI MARE. E di sale, visto i numerosi addii. «Innanzitutto, però, desidero ringraziare il tecnico Diego Zanin e il suo staff per il lavoro svolto. Zironelli era un mio pallino già lo scorso anno, ma il presidente della Sacilese, che è un amico, mi chiese di aspettare. Sono convinto che proporrà il bel gioco che mi aveva affascinato e farà divertire i nostri tifosi». Dalle Rive ha pescato a piene mani soprattutto in Veneto, supportato dal nuovo ds Davide Consolaro. Tra i pali arriva Guglielmo Vicario, cartellino dell´Udinese, ultima stagione a Fontanafredda. In arrivo anche Aladin Ayoub dall´Entella e Tommaso Emanuele Nobile dalla Sarnese. Tutti e tre classe ´96. In difesa, dalla Sacilese, il totem Riccardo Baggio (´87), Andrea Pregnolato (´95) dall´ArziChiampo, Simone Politi (´91) dal Riccione, Nicola Stefanelli (´97) centrale Primavera Entella, Andrea Bonetto (´97) dal Bassano, Diego Bertoldi (´96), Giovanni Padovani (´95) dal Mori. Centrocampo ricostruito alla fiera del nordest con il blocco di Sacile – Andrea Boscolo Papo (´90), Alessandro Beccia (´85) e forse Stefano Favret (´81) – Alberto Rubbo (´89) dall´Este e Luca Lavagnoli (´86) dal Real Vicenza. Attacco vendittiano con l´arrivo di Mattia Carlotto (´87), il rientro di Dario Sottovia e Roberto Rondon.
Ore 18.40 – (Gazzetta di Mantova) Mentre in Viale Te si attende ancora una fumata bianca che metta fine alla trattativa più estenuante degli ultimi anni, i tempio stringono sul fronte tecnico. La Sdl, con l’avallo dei soci mantovani, ha già designato Riccardo Maspero come allenatore. Ma l’ex mister del Pavia, pur confermando di essere affascinato dall’ipotesi di guidare i biancorossi, invita tutti a non dare per scontato il suo arrivo a Mantova: «Ho parlato con la possibile nuova proprietà – dice Maspero – e da quel poco che ho potuto vedere si tratta di persone serie, che non vendono fumo. Credo che il Mantova possa finire dunque in buone mani, a prescindere che sia io o meno il tecnico della prossima stagione». Affinché questo avvenga, spiega ancora l’allenatore, servono ancora tempo e fatti concreti: «Prima ovviamente andranno risolti i problemi societari, poi dovremo sederci a un tavolo e discutere di tante cose. Bisogna infatti capire di preciso dove si vuole arrivare, perché personalmente sono abituato a espormi per quello che si può dare. Dunque bisogna parlarsi, quantificare tutto e stabilire bene i nostri obiettivi: sono da 30 anni nel calcio e non ho mai preso in giro nessuno. Figuriamoci una piazza come Mantova, che ha una storia importantissima e che merita altre categorie o almeno la possibilità di fare campionati di spessore in Lega Pro». Premesso tutto ciò, Maspero accetta di parlare anche del Mantova, che ha affrontato da avversario nella passata stagione e che dunque conosce bene: «L’anno scorso Ivan (Juric, ndr), che è un amico, è stato davvero eccezionale, ha fatto un lavoro fantastico. Posso parlare della squadra della passata stagione e dico che nel Mantova c’erano giocatori importanti, che a me piacciono. Ma di questo non abbiamo ancora parlato con la proprietà: ripeto, bisognerà sedersi a discutere nel dettaglio programmi e obiettivi, per poi agire di conseguenza e cercare di fare qualcosa di buono».
Ore 18.20 – (Gazzetta di Mantova) Due passi avanti e uno indietro. La prassi in casa Mantova non cambia e, dopo l’annuncio trionfale dato a Sandro Musso e Carlo Giovanardi 24 ore prima («Ormai è fatta»), ecco che rispunta qualche immancabile «nodo da sciogliere». La riunione tenutasi ieri mattina fra Bruno Bompieri, Giambattista Tirelli e Carlo Giovanardi non ha infatti portato buone nuove. Bompieri ha relazionato i soci sull’intesa trovata giovedì nella sede della Sdl, ma non li ha convinti del tutto su due aspetti. «Il budget è lievitato rispetto a quanto avevamo concordato in precedenza – spiega Giovanardi – e poi c’è un problema sulla composizione sociale. Queste cose dobbiamo discuterle con la Sdl, per cui servirà un incontro risolutivo domani (oggi per chi legge, ndr) o lunedì mattina, prima di andare dal sindaco in municipio». Ed ecco qui la versione bresciana dei fatti: «Non ho sentito i soci mantovani e dunque mi cogliete un po’ impreparato – dice Sandro Musso -. Ma che il budget sia stato un po’ aumentato è vero: ci siamo resi conto che con meno di 2,2-2,3 milioni di euro si rischia di andare incontro a figuracce, per cui con Bompieri avvevamo concordato di alzare un po’ il tiro rispetto ai 2 milioni previsti in precedenza. L’obiettivo è comunque quello di farvi fronte in parte con una buona azione di marketing». Per quanto riguarda la composizione sociale, invece, Musso spiega un aspetto finora mai emerso della trattativa: «La Sdl potrebbe non rilevare le quote della società ma entrare come sponsor principale del Mantova. A chi spetterebbe allora la proprietà? Potrei entrare direttamente io a livello personale – spiega il dirigente bresciano -, oppure le quote potrebbero andare a una persona di nostra fiducia o di fiducia dei soci mantovani. Ma questo credo che sia l’ultimo dei problemi». In realtà la titolarità della maggioranza dell’Acm non appare un aspetto secondario, ma è certo che su questo punto con un minimo di buonsenso un accordo dovrebbe essere trovato. Così come sul budget, che prevede un impegno complessivo di 2-300mila euro in più: tanti soldi, per carità, ma un’inezia a fronte dello sforzo che i soci mantovani e la Sdl compiranno per chiudere la stagione e affrontare la prossima. Ad ogni modo, oggi o più probabilmente domani mattina ci sarà un nuovo incontro fra i rappresentanti della Sdl e i soci mantovani. E a quel punto dovrà essere presa una decisione definitiva, anche perché le scadenze per iscriversi al campionato sono dietro l’angolo.
Ore 17.50 – (La Provincia Pavese) C’era anche la Cctv, televisione di Stato cinese, alla presentazione del nuovo tecnico del Pavia Michele Marcolini. «E’ una grande soddisfazione, ma anche una grossa responsabilità, essere nell’unica società professionistica con proprietà cinese – ha detto Marcolini rispondendo a una domanda del giornalista di Cctv – speriamo che possa contribuire a portare in Cina il calcio italiano. Io non posso che ringraziare la società, dal presidente Zhu al vicepresidente Wang al direttore generale Londrosi per l’occasione che mi viene data allenando il Pavia». L’interesse per la squadra azzurra cresce soprattutto a Shanghai, tanto che uno dei tre club della città che militano in Super League (l’equivalente della nostra serie A) ha avanzato una proposta per avere il bomber azzurro Andrea Ferretti: le trattative vanno avanti. E crescono i cinesi che seguono le sorti della squadra azzurra, con Marcolini accostato a Lippi e Cannavaro, i quali hanno guidato il Guangzhou Evergrande proprio in Super League. «Non posso certo paragonarmi a Lippi o Cannavaro – si schermisce Marcolini – mi auguro comunque che grazie alle vittorie del Pavia il mio nome possa essere conosciuto anche in Cina». Il Pavia dovrebbe andare in Cina questa estate al termine della preparazione precampionato a Varzi che inizierà il 10 luglio e si concluderà il 25 luglio alle 17 con un’amichevole di prestigio contro l’Atalanta a Rovetta (Bergamo). Prima di questa partita il Pavia disputerà altri cinque test amichevoli, ancora da definire, in vista dell’avvio della stagione, prima con la Coppa Italia e poi con il campionato. Il 30, intanto, scade il termine per l’iscrizione in Lega Pro.
Ore 17.30 – (La Provincia Pavese) Non è spavalderia, quella di Michele Marcolini, ma la consapevolezza di aver accettato una sfida da affrontare decisi, senza nascondersi: «L’obiettivo? Arrivare primi, altrimenti c’è la possibilità di centrare la promozione attraverso i play off». Per la prima volta il nuovo allenatore del Pavia viene presentato non in sede, ma alla Motonautica, «segno di attenzione del Pavia, una società nuova, verso le altre realtà sportive della città», dice Massimo Londrosi. Proprio il dg azzurro spiega, nell’introduzione, la scelta di Marcolini: «Un allenatore di giovane età ma con due esperienze significative in Lega pro, apprezzato per il gioco moderno ma equilibrato. Siamo rimasti colpiti dalla sua conoscenza del Pavia. Non è un mago ma una persona seria, preparata che può condurci all’obiettivo». Complimenti ricambiati da Marcolini a tutta la società: «Ambiziosa, seria, organizzata». L’ex mister del Real Vicenza ci arriva con «entusiasmo, consapevole delle responsabilità. Prendermele mi è sempre piaciuto, sono uno stimolo. Da quando ho smesso di giocare ho avuto la fortuna di allenare sempre e mi piace sempre di più. La collaborazione con la società e con i calciatori è molto importante: uno dei segreti è avere un gruppo coeso che rema nella stessa direzione». I primi colpi di mercato (La Camera e Cristini) sono già stati messi a segno, altri (Martin, Bellazzini e forse Del Sante) sono in dirittura d’arrivo. «Sono contento dei giocatori arrivati, è stata una scelta condivisa con la società – spiega il tecnico – è fondamentale avere degli uomini adatti al mio modo di vedere il calcio». Che si traduce nell’adozione del modulo 3-5-2, che sarà quello del Pavia «salvo qualche variazione sul tema. E’ un sistema di gioco con il quale da calciatore per la verità ho giocato poche volte, ma che permette di essere coperti, equilibrati e allo stesso tempo attaccare con tanti uomini». Una delle idee è avere delle «bocche di fuoco anche da centrocampo» e dunque un elemento duttile come Bellazzini è l’ideale: «Lo vedo come mezzala, anche se può fare pure come seconda punta o dietro gli attaccanti». C’è il rischio di perdere Cesarini, sul quale hanno puntato l’attenzione diversi club (ultimo l’Entella)? «E’ motivo d’orgoglio per la società che sia così richiesto. Ma mi piace tantissimo ed è un giocatore chiave, per me è una seconda punta», chiarisce Marcolini. Il bomber Ferretti può andare in Cina: «Se dovesse accadere arriverà qualcuno altrettanto bravo». In generale, l’idea condivisa con Londrosi è di non cambiare tanto: «Gli sforzi della società hanno già portato a costruire un’ottima base – dice il dg – la squadra è stata a lungo prima e in lotta per la promozione, è mancato il salto di qualità e stiamo lavorando per colmare questo gap». Marcolini conferma, sul resto del mercato: «Ripartiamo dal gruppo molto valido dello scorso anno cercando di migliorare ancora. Ma non ci sono ancora tanti spazi nell’organico». Il Pavia 2015-2016 è già a buon punto.
Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Tedino sarà il nuovo tecnico del Pordenone e Marchetto il suo secondo. Potete scriverlo». Poche parole che arrivano direttamente da Mauro Lovisa. In realtà nè Tedino nè Marchetto avrebbero ancora firmato. L’incontro definitivo è previsto per domani, ma la sicurezza con la quale il presidente neroverde invita i giornalisti a ufficializzare il “matrimonio” è una garanzia. Bruno Tedino d’altra parte ha messo prudenzialmente le mani avanti e condizionato il suo sì a un progetto importante della società neroverde. Nel calcio non c’è nulla di più provvisorio della certezza. Solo qualche giorno fa aveva assicurato di essere stato riconfermato alla guida della nazionale italiana under 17, nonostante il flop agli Europei e l’eliminazione dal mondiale di categoria. Tedino ricomporrebbe al De Marchi la coppia con Carlo Marchetto, già suo secondo per 4 campionati a Jesolo. Nella seconda metà del campionato, dopo le dimissioni di Mauro Zironelli, Marchetto fu “promosso” tecnico della prima squadra a Sacile conquistando un prestigioso 3. posto. Successivamente la dirigenza biancorossa, non avendo ancora varato il programma 15-16, lo lasciò libero. Marchetto fu contattato dal Montebelluna, ma rifiutò la panca della prima squadra biancoceleste. Ora sono più comprensibili le ragioni del suo rifiuto.
Ore 16.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il web neroverde non ha apprezzato il “taglio” di Fabio Rossitto. Subito dopo dopo la pubblicazione del comunicato con quale il Pordenone ufficializzava la fine del rapporto con il tecnico, il popolo della rete si è scatenato su www.pordenonecalcio.com, sito ufficiale della società e su www.tuttopordenone.com, che segue in tempo reale le vicende dei ramarri. SONDAGGIO – A tastare il polso dei supporters neroverdi è stato il sito libero (www.tuttopordenone.com) di Giuseppe Palomba che ha lanciato il sondaggio: Rossitto esonerato, cosa ne pensi? Schiacciante la risposta: l’86% dei partecipanti definisce “assurda” la decisione. Solo il 7% è d’accordo. Un altro 7% si definisce dispiaciuto, ma considera la decisione inevitabile dopo la retrocessione. PERSO IL CONDOTTIERO – Sferzanti i commenti. Mariapia Ricci afferma: «Tristezza! Non hanno ancora capito di aver perso un vero condottiero». Deluso Adriano Carminati: «Rammarico, solo rammarico». Alessandro Bertolo: «Io l’avrei confermato. Se fosse arrivato a inizio stagione non saremmo retrocessi». Marco Giani: «Deluso e incavolato». Sarcastico Francesco Forgarini si rivolge a Mauro Lovisa: «Grazie presidente, così si premia chi ha ritrovato il gruppo e ci stava per salvare». In disaccordo anche Alessandro Scarabattola: «Presidente apprezzo il 99% delle cose che fai, ma qui hai “cappellato”». Daniele Della Marta: «Peccato, aveva dato identità e carattere alla squadra». Punta sulla mancata riconoscenza Alberto Pipp: «Questo è il ringraziamento dopo tutto ciò che aveva fatto per salvare la squadra?». Secco Federico Fantin: «Altro grave errore della società». Voce fuori coro Alessandro Trentin: «Dispiace per l’attaccamento alla maglia e per il fatto che sia pordenonese; purtroppo ha fallito gli appuntamenti decisivi». Sui presunti sostituti attacca Roberto Truccolo: «Tedino no, no e no. Che grandi cose ha fatto a Pordenone?». Omettiamo insulti e commenti troppo colorati. Tanti i grazie e gli «in bocca al lupo» al Crociato in uscita. Infine il post di Sergio Zaia, ex consigliere: «Peccato Fabio, ma sai che non c’è due senza tre. Tieniti pronto, scommetto che ti richiameranno». FUTURO – Già un paio di società di Lega Pro si sono interessate a Fabio. Insiste il Venezia dopo la riapparizione del russo Korablin. Un invito anche dalla Roma per le giovanili dove lavora già l’amico Muzzi. Sempre vivo il progetto Sacilese (ieri Mazzarella ha incontrato a Trieste i “croati” e domani riferirà a Presotto e Nadal).
Ore 16.20 – (Messaggero Veneto) Fabio Rossitto guarda già avanti. Perché ha i motivi per farlo. Sull’ex tecnico del Pordenone, esonerato ufficialmente due giorni, si sono mosse due società: la Sacilese, come anticipato, ma non solo. Ci sarebbe anche la Roma sulle sue tracce. Proprio così. I giallorossi vorrebbero affidargli una delle squadre del vivaio (da stabilire quale). Una grande notizia per il tecnico pordenonese. D’altronde, il suo ottimo girone di ritorno in Lega Pro al comando dei neroverdi, il miracolo sfiorato, doveva regalargli un’opportunità. Rossitto potrebbe dunque tornare tra i baby e, in particolare, guidare una squadra dall’inizio. Chance che non gli capitano più dalla stagione 2011-2012, quando era cioè al comando della Primavera dell’Udinese: da allora, solo incarichi in corsa. Prima andò al comando del vivaio del Pordenone (2012), quindi prese la prima squadra neroverde (gennaio 2013). Alla Triestina arrivò a novembre 2013 così come con i “ramarri” in Lega Pro (novembre 2014).
Ore 16.00 – (Messaggero Veneto) Lovisa ne è certo: Bruno Tedino sarà il nuovo allenatore del Pordenone. L’ha annunciato ieri, non pubblicamente ma ad alcuni interlocutori, sorpresi per la celerità di una trattativa che, in realtà, pare essere ancora agli albori: il colloquio “decisivo” è infatti in programma domani sera e il tecnico della nazionale under 17 dovrà valutare con molta attenzione il progetto tecnico (giovani del posto da lanciare in Lega Pro: servono “garanzie” anche sul ripescaggio) prima di accettare di lasciare Coverciano e anche prima di rifiutare le altre concrete proposte dalla serie C che ha ricevuto, ovvero quelle di Maceratese e Juve Stabia. Addirittura si parla già del vice-allenatore. Sarebbe Carlo Marchetto, che avrebbe rifiutato la panchina del Montebelluna (e quella della Sacilese, che lascerà) perché pronto a una nuova avventura. A questo punto, Andrea Toffolo, precettato dal presidente Lovisa come secondo, diventerebbe il tecnico della Berretti prendendo il posto di Pierantonio Baruzzo. Il maestro dei giovani. Capire il punto di forza di Tedino è semplice, basta vedere il ruolo che attualmente ricopre. Selezionare, plasmare, far crescere e lanciare i giovani è sempre stato il suo marchio di fabbrica in carriera. Qualche nome? Cacia, bomber del Bologna, ma ancor più Parolo, mezzala della Lazio e della nazionale. Ha una capacità incredibile di parlare ai ragazzi, di appassionarli a questo sport. E sa far giocare bene le sue squadre. Il filosofo. Il ct è ancora sotto contratto: il suo vincolo con gli azzurri scade il 30 giugno. Non è dunque detto che accetti di cambiare radicalmente e le alternative sono pronte. Adolfo Sormani, anche lui ex Pordenone, esonerato pochi mesi fa dall’Alto Adige. Pure questo tecnico ci sa fare con i giovani, avendo allenato la Primavera del Napoli. Ha esperienza internazionale (Watford nel curriculum), è eclettico: non predilige un modulo preciso, spazia dal 4-2-3-1 al 3-5-2 al 4-3-3, usato quest’ultimo a Bolzano. Dove è ricordato per questo e per come giocava – bene – la sua squadra. Il piacere per l’estetica, dicono, è anche il suo limite. E’ un maestro di calcio ma, nei momenti delicati, al Druso pochi mesi fa non è riuscito a gestire l’emergenza, sino ad arrivare all’esonero, punto che difficilmente viene raggiunto da quelle parti. Un filosofo, l’hanno definito. L’integralista. Ezio Glerean, infine. Uno che non va tanto per il sottile: ha le sue idee, vuole una certa autonomia e la società lo deve appoggiare fino in fondo. Non facile. Se lo si fa, promette soddisfazioni. Da antologia alcune sue squadre: il suo Sandonà, a metà anni 90, in cui giocava il ds neroverde Zamuner, e successivamente il Cittadella, hanno fatto divertire e vinto con un innovativo 3-3-4, modulo studiato nei Paesi Bassi e mutuato dal calcio olandese. Lo schema, a grandi linee, è questo: lancio di 70 metri del portiere, torre della punta centrale a favorire gli esterni che attaccano così lo spazio. Glerean è una scelta coraggiosa, anche perché non allena da ben 5 anni. Oltre a Zamuner, ha allenato anche Marcelo Mateos, dirigente che incide nella scelta del tecnico.
Ore 15.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Mancano nove giorni alla scadenza del 30 giugno, data ultima per iscrivere la squadra alla Lega Pro senza incorrere in penalità di alcun tipo. Al quartier generale del Real Vicenza, però, il silenzio tombale che circonda le mosse del presidente Lino Diquigiovanni non fanno presagire alcunché di buono. La prima certezza è che da Treviso non sono più arrivati segnali di alcun tipo dall’amministrazione comunale. Per questo motivo, salvo colpi di scena, tutte le porte che conducono alla Marca al momento sembrano chiuse. «In settimana – dichiara Diquigiovanni – ho ricevuto una delegazione da Treviso, composta da alcune associazioni di tifosi e da Marcello Totera. Da parte loro mi hanno ribadito il dispiacere per questa situazione: mi avrebbero accolto molto bene in città. Tuttavia è il sindaco che decide e, se lui non fa più alcuna mossa, io a mia volta non farò nulla. Fra l’altro ormai è molto tardi, al 30 giugno manca poco e non credo ci siano più i tempi tecnici per l’operazione». Dietro le quinte si continua a parlare della possibilità che il patron dell’AltoVicentino Rino Dalle Rive decida di presentare un’offerta di acquisto last minute per il Real Vicenza proprio sul filo di lana con il trasferimento del titolo sportivo che chiuderebbe, di fatto il cerchio. Diquigiovanni, però, smentisce contatti: «Non riesco a capire — sottolinea — da cosa derivino queste voci… Io Dalle Rive non lo sento da tempo, non ho mai ricevuto una chiamata. Di cosa stiamo parlando? Leggo certe cose che mi lasciano esterrefatto». Colpi di scena in arrivo? Fino a quando non suonerà il gong è bene non dare nulla per scontato. E, giusto per essere chiari, risulta confermato che Diquigiovanni stia comunque proseguendo le pratiche d’iscrizione alla prossima Lega Pro del Real Vicenza. Per farsi trovare pronti nel caso in cui succeda qualcosa nei prossimi nove giorni. La parola fine a questa vicenda, dopotutto, non è ancora stata scritta.
Ore 15.10 – (Giornale di Vicenza) Cosa ne sarà del Real Vicenza? Dieci giorni e si saprà. Di certo è difficile prevedere quale sarà l´epilogo della vicenda. Il presidente Diquigiovanni e il suo staff continuano a lavorare sul fronte societario, ma intanto cominciano ad arrivare i primi addii dei giocatori nonostante fino al 30 giugno i calciatori sono vincolati al Real. Il mercato della Lega Pro è già rovente e le altre squadre si stanno formando piano piano.Il primo a salutare sono stati il tecnicoMichele Marcolini e il suo vice Mandelli, approdato all´ambiziosa corte del Pavia. Poi Marco Cristini, che ha seguito il suo allenatore in Lombardia. L´addio del centrocampista non è giunto inaspettato: già durante il mercato invernale era stato corteggiato dal Pavia e il giocatore aveva dimostrato il suo interesse.Ieri l´ufficializzazione di un´altra partenza importante: il bomber Sasà Bruno. Ossia un tassello del mosaico che Diquigiovanni aveva composto con cura nella stagione calcistica appena terminato.I sedici gol dell´attaccante biancorosso lo hanno inserito nel mirino di tanti club di Lega Pro e Bruno alla fine ha scelto la Giana Erminio. Per il momento nessun altro ha salutato Vicenza, e tanti a fine stagione aveva espresso la volontà di restare.Chi resterà? L´incertezza sul futuro assetto che aleggia sopra il Real ha sì attirato l´attenzione degli altri club. Ma soprattutto ha costretto, volenti o nolenti, i giocatori biancorossi a guardarsi intorno.
Ore 14.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Cari commercianti, industriali e ricchi vari, è il momento di «cacciare il vil denaro». Per i nostri ragazzi e perché la città ha il diritto di avere un Venezia, a prescindere dalla categoria, senza i buffoni che ci sono stati fino ad oggi». Parole chiare e pesanti da Luigi Brugnaro, tanto nel suo appello alle forze economiche cittadine, quanto negli strali rivolti a chi sta mettendo a rischio la sopravvivenza del Venezia. Ieri all’ora di pranzo dal prato dello stadio Penzo, in mezzo ai bambini del torneo organizzato dagli ultras della Curva Sud, il neo sindaco accanto al dg Dante Scibilia ha chiamato Yury Korablin solo «il russo». Il quale, peraltro, è stato messo per la prima volta spalle al muro dai suoi dirigenti e dipendenti che, nell’annunciare di aver presentato alla Lega Pro la dichiarazione di disponibilità e agibilità dello stadio per la prossima stagione, hanno denunciato: «Nonostante la mancanza di comunicazioni con la proprietà e pur non ricevendo lo stipendio da 4 mesi, con grande senso di appartenenza stiamo comunque lavorando per rispettare tutte le scadenze nella speranza che il presidente decida di iscrivere il club entro il 30 giugno». «In un modo o nell’altro dobbiamo risolvere, insieme e una volta per tutte, i problemi del Calcio Venezia – ha esordito Brugnaro -. Attendiamo le ultime novità da Mosca o da qualche altro posto sperso nel mondo, non siamo molto fiduciosi ma trattandosi di una società privata possiamo solo aspettare. Sia chiaro però che un minuto dopo la scadenza del termine del 30 giugno, se il russo o chi per lui non avranno messo i soldi (almeno un milione di euro, ndr) per la Lega Pro, inizieremo una partita tutta nuova». l «piano B» è la costituzione di una nuova società con le risorse economiche per essere ammessa in serie D. «Lancio un appello chiaro alle forze imprenditoriali, a chi come singoli o in un pool può aiutarci a far valere il diritto della città, dei nostri giovani e tifosi ad avere un Venezia sano e solido. Questa è la prima squadra della nostra città, il Comune preso com’è non ha un euro da mettere nel calcio, ma verificheremo i possibili finanziatori, generosi e di buona volontà, che possano impegnarsi finalmente con serietà e trasparenza».
Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) E’ finita 7-1 per le Vecchie Glorie la sfida al Penzo organizzata dalla Curva Sud: una festa del calcio, con una ventina di squadre giovanili che si sono sfidate al mattino e, dopo pranzo, la partita dei «big» arancioneroverdi. Hanno segnato Bocalon, Gennari, Rosa, D’Appolonia, Maistrello su rigore, Cavagnis e, per la Curva Sud, Matteo Da Lio. Presente la dirigenza del Venezia, mentre il sindaco Luigi Brugnaro è passato per un breve saluto. La società arancioneroverde ieri ha depositato entro i termini i documenti relativi allo stadio e all’agibilità necessari per l’iscrizione. E a Marghera ieri un altro gruppo di tifosi (Pattuglia Anv, Calimero, Ultrasessantenni, Nostalgici e Alta Marea) si è incontrato per discutere del futuro, dichiarandosi pronti a partecipare qualora si riparta da zero.
Ore 14.00 – (La Nuova Venezia) Ultimi giorni di attesa. Attesa del miracolo con i soldi dalla Russia. Intanto però i dirigenti e i collaboratori dell’Fbc Unione Venezia continuano a lavorare senza sosta per perfezionare la documentazione che eventualmente servirà per l’iscrizione al prossimo campionato di Lega Pro. Anche perché ci sono altre scadenze da rispettare per tutte le società professionistiche. Ieri, intanto, c’è stata anche la visita del neosindaco Luigi Brugnaro al Penzo, dove si stava disputando il Torneo dei Bambini, un’occasione per incontrare brevemente il direttore generale Dante Scibilia e il diesse Ivone De Franceschi. A Brugnaro è stata regalata una maglia personalizzata con il cognome nel retro e il numero 1. Ieri il segretario Davide Brendolin ha depositato gli adempimenti richiesti al 20 giugno dalla Commissione criteri infrastrutturali e sportivi-organizzativi. I documenti sono la convenzione con il comune di Venezia per l’utilizzo dello stadio Pierluigi Penzo, la licenza ai sensi dell’articolo 68 del Tulps, vale a dire il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza dell’impianto di Sant’Elena e la relativa agibilità. Per perfezionare questa documentazione i dirigenti del Venezia hanno trovato la collaborazione da parte dei tecnici di comune di Venezia, questura e prefettura. Un lavoro portato avanti nonostante l’assenza di comunicazioni certe da parte di Korablin e nonostante i dipendenti non ricevano lo stipendio da quattro mesi. Documentazione che era fondamentale presentare entro i termini previsti con la speranza che il patron russo riesca a iscrivere la squadra al campionato di Lega Pro. Superata questa data, adesso il Venezia deve fronteggiare le scadenze più onerose: il 25 giugno è il termine ultimo per saldare gli stipendi a tutti i tesserati, ai dipendenti e ai collaboratori del settore sportivo con contratti ratificati in Lega per il bimestre marzo e aprile, oltre ai relativi contributi. Se non saranno saldati il Venezia avrà altri cinque giorni di tempo, ma scatterà il deferimento della Procura con una penalizzazione da scontare nella prossima stagione. Ma entro il 30 giugno queste pendenze oltre a quelle con Irpef e Inps in arretrato per i mesi di settembre, ottobre, novembre e dicembre dovranno essere saldate. Intanto ieri, alla fine del Torneo dei Bambini, la sfida tra le Vecchie Glorie e i tifosi è terminata 7-1. Tifosi del Venezia che non mollano la presa: ieri mattina a Marghera si sono incontrati rappresentanti di Pattuglia Arancioneroverde, Calimero, Ultrasessantenni, I Nostalgici e Alta Marea per discutere sulle varie opzioni per salvare il club o ripartire.
Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) Sulla questione del patentino per allenare in B, Tonino Asta fa chiarezza una volta per tutte. «Ho già inoltrato tutta la documentazione necessaria per l´iscrizione e siccome ho un punteggio alto per l´ammissione, garantito dai risultati delle ultime stagioni, nella seconda metà di luglio mi verrà concessa la deroga per guidare eventualmente un club di B. Poi inizierò i corsi al Master di Coverciano che mi impegneranno alcuni giorni ogni mese. La mia situazione è omologabile a quella di Diego Lopez o D´Aversa che quest´anno hanno pilotato Bologna e Lanciano seguendo contemporaneamente le lezioni a Coverciano. La mia era una vicenda nota conclude Asta che però è stata strumentalizzata volutamente da qualcuno».
Ore 13.10 – (Giornale di Vicenza) Tonino Asta, ora lo può dire. La B sfumata all´ultimo tuffo col Bassano le ha lasciato qualche rimpianto?«Eccome. La nostra stagione è svoltata in negativo in due passaggi ravvicinati: a fine aprile con i 5 punti restituiti a sorpresa al Novara quando eravamo al comando e ci stavamo avviando a vincere il campionato e, tre giorni dopo, l´1 maggio, con lo 0-0 alla penultima giornata a Monza che ci è costato il riaggancio dei piemontesi. Quella partita è il mio cruccio. Lì, al netto del gioco delle penalizzazioni, è saltata la promozione. Serviva un altro atteggiamento, avremmo dovuto portarla a casa e saremmo saliti diretti in B. Mi riferisco alla cattiveria che sarebbe servita. Dopo è stata un´atroce e cocente illusione, dal Feralpi Salò con la B in tasca sino al 10´ del secondo tempo, alla cavalcata playoff evaporata sul più bello».Col Como in finale cosa è mancato?«Loro stavano meglio di noi, negli spareggi hanno meritato. Però al di là del fatto che mentalmente erano proprio più freschi e brillanti, ci sono segnali dai quali intuisci subito che piega prende una sfida. Loro sono entrati di rincorsa alla post season all´ultimissima giornata, Ganz a Benevento vuol crossare, calcia storto e segna. In gara uno con noi Le Noci stacca di testa per fare la sponda e imbuca l´angolino. Noi reagiamo e becchiamo il palo pieno, loro prendono lo stesso palo e a rimbalzo sbuca Ganz che insacca. E al ritorno? Rigore evidente negato a Iocolano, palo secco di Nolè e una pioggia torrenziale proprio nelle due ore di gara con noi più leggeri e veloci a rimontare nella palude. Poi ovviamente a match finito non piove più. Tutte coincidenze dispari. Se poi penso che per tutto il campionato Giosa e Cassetti, hanno vacillato e in finale invece non hanno commesso una sbavatura neanche per scherzo, torna tutto. Esemplari e insuperabili. Era proprio scritto».Cosa l´ha spinta a lasciare Bassano?«Era una decisione che avevo preso da tempo e di cui avevo informato la proprietà. La motivazione è una soltanto: qui assieme ai ragazzi e alla società abbiamo costruito una stagione straordinaria e forse irripetibile. Impossibile fare meglio. E allora non me la sono sentita di guastare l´affetto e la gratitudine della gente, rovinando magari il tantissimo di buono combinato a Bassano. Deludere questi tifosi sarebbe stato insopportabile. Meglio conservare ricordi speciali».Però a Novara non l´hanno più presa, cosa è successo?«Con loro c´era un accordo verbale, nulla di scritto. Poi per qualcuno questa intesa non è contata più. Per me invece la parola ha ancora un peso e anche in un calcio in cui certi valori evidentemente non valgono più sono sempre più orgoglioso di essere cresciuto con un´educazione e un´etica che non scambio con nessuno».E di lei a Vicenza cosa dice?«Di contatti reali non ce ne sono stati, ma se mi chiamano vado di corsa. Vicenza è una piazza di serie A con un pubblico fantastico e una curva trascinante: quest´anno al Menti sono andato diverse volte e sono rimasto affascinato. Più che i soldi nel calcio di oggi contano le idee e la programmazione. Con un progetto di sviluppo concreto a Vicenza verrei al volo. Eppoi rimarrei in zona, un territorio straordinario di cui mi sono innamorato. Io e anche mia moglie».A sostituirla a Bassano pare sia pronto Sottili…«È la scelta migliore, non solo perchè mi ha battuto nella finale per la C1 col Venezia quando ero a Monza. Ma è una gran persona e un tecnico vincente. Sì, Stefano è l´uomo giusto».
Ore 12.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il faccia a faccia doveva andare in scena ieri a Milano ma le ultime bordate a mezzo stampa recapitate sull’asse Catania-Vicenza hanno, di fatto, interrotto temporaneamente le trattative tra i club per sciogliere la matassa riguardante Pasquale Marino.
L’ad del Catania Pablo Cosentino, come noto, ha diffuso un comunicato con il quale da un lato ufficializzava l’interesse per il tecnico siciliano, chiarendo però come «eventualmente intavolerà una trattativa con lo stesso solo e se avrà risolto autonomamente il contratto che lo lega al Vicenza». La risposta del ds Paolo Cristallini non si è fatta attendere e, con parole altrettanto chiare ha respinto al mittente l’affondo di Cosentino: «Al momento non abbiamo nulla da dire al Catania e, a questo punto, non credo che valga nemmeno la pena incontrarsi. Marino è un nostro tesserato: il Catania si occupi dei suoi tesserati e non dei nostri». Schermaglie? Stracci che volano? Volontà di non mollare neppure di un centimetro? Tutto è possibile, ma l’esperienza insegna che, di solito, vicende come queste non si concludono mai con la rottura. E, infatti, dietro le quinte si continua a trattare, magari per interposta persona oppure tramite intermediari vicini alle società. Risulta, ad esempio, che nella giornata di ieri sia stato fissato un nuovo appuntamento per la giornata di martedì, per tentare di sbloccare l’impasse. Fino a quel giorno difficilmente accadrà qualcosa, tanto più che pure il presidente Antonino Pulvirenti ha seguito la traccia del suo amministratore delegato: «Puntiamo alla serie A — ha spiegato il numero uno etneo — e la prima scelta per la panchina è Pasquale Marino. Ma prima bisogna che lui risolva il contratto con il Vicenza». Insomma, una partita a scacchi. E Marino, intanto, ufficialmente tace. Non è più intervenuto da quell’11 giugno in cui ufficializzò, di fatto, tramite il proprio profilo Fb, l’addio al Vicenza. Ma venerdì sera ha chiamato Cristallini facendo il primo passo per la risoluzione del suo contratto. Perché è evidente che lo stallo non potrà durare troppo a lungo. A metà luglio iniziano i ritiri estivi della nuova stagione e una soluzione, in un senso o nell’altro, dovrà essere trovata. Da Catania hanno fatto circolare voci su un presunto interessamento per Domenico Toscano, ma sembra soltanto fumo. A Vicenza, intanto, Torrente pare uscito di scena con direzione Salerno, Asta continua a sostenere di non aver ricevuto chiamate, Mangia tace e Mimmo Di Carlo ha dato la propria disponibilità. Fino al prossimo colpo di scena.
Ore 12.20 – (Giornale di Vicenza) Rescisso il contratto che ancora lega Pasquale Marino al Vicenza chi potrà essere il successore del tecnico di Marsala sulla panchina dei biancorossi?Nomi ne sono stati fatti tanti e d´altra parte la platea degli allenatori in cerca di contratto è piuttosto vasta. Ma da quando Marino ha espresso il desiderio di tornare vicino a casa e quindi di privilegiare la proposta del Catania rispetto all´offerta di prolungamento che gli aveva fatto il Vicenza, il club di via Schio ha cominciato a guardarsi intorno e col il passare dei giorni è emersa una rosa di candidati.Nel ristretto gruppo c´è Devis Mangia, 41 anni, già alla guida della Primavera del Varese e di quella del Palermo, della prima squadra del Palermo in serie A e in serie B al timone di Spezia e Bari. È stato anche il tecnico della nazionale under 21 che ha condotto fino alla finale per il titolo europeo nel 2013, persa contro la Spagna.Mangia avrebbe dovuto diventare l´allenatore del Vicenza già nell´estate del 2011, quando però, all´ultimo momento, preferì accettare l´offerta del Palermo per la Primavera e il club biancorosso scelse Silvio Baldini. Ora la candidatura di Mangia torna di attualità ed è uno dei nomi che è stato accostato da subito alla squadra biancorossa.Nella rosa però c´è pure Mimmo Di Carlo, 51 anni, un uomo che a Vicenza non ha certo bisogno di presentazioni dopo le 9 stagioni da giocatore con 268 presenze. Nel Vicenza è anche già stato allenatore, ma solo della formazione Primavera, poi la carriera lo ha condotto altrove, con la serie A sfiorata a Mantova e poi le panchine in serie A con Parma, Chievo, Sampdoria, Livorno e Cesena.In queste stagioni Di Carlo è quasi sempre subentrato in corsa, spesso a gennaio, in serie A, alla guida di squadre impegnate in missioni difficili se non impossibili nella rincorsa alla salvezza. L´ex biancorosso vorrebbe tornare ad avere una buona chance con un gruppo con cui lavorare fin dall´inizio del campionato e dopo essersi più volte sfiorati negli ultimi anni, Vicenza e Di Carlo stavolta potrebbero anche incontrarsi.Un ingresso a sorpresa in una rosa di nomi di cui si parla da tempo è quello di Franco Colomba, 60 anni, un altro ex, ma stavolta proprio della panchina, visto che ha guidato il Vicenza nella stagione 1998-99 in serie A, prima di lasciare il posto a Reja, che non riuscì però ad evitare la retrocessione. Curiosità: nella scorsa è andato ad allenare in India il Pune City.E per continuare con gli ex e con le novità rispetto al toto-panchina più gettonato, ecco l´indiscrezione di un contatto anche con Angelo Gregucci, 51 anni, alla guida del Vicenza per quasi tre campionati di fila (il primo anno arrivò in sostituzione di Camolese dopo cinque gare) tra il 2006 e il 2009. La sua ultima panchina in Lega Pro alla Casertana, dove è stato esonerato nel novembre 2014.Tra i non pochi nomi presi in considerazione questi quattro sembrano quelli rimasti nella rosa ristretta e da questi dovrebbe uscire il successore di Marino, anche se, com´è ovvio in queste situazioni, un´altra scelta non si può escludere del tutto.D´altra parte dipenderà anche dal progetto tecnico che il Vicenza potrà proporre, oltre che dalle condizioni economiche dell´accordo e da altre variabili. In ogni caso l´attesa ormai non dovrebbe protrarsi a lungo, tanto più che occorre cominciare a lavorare per la nuova rosa.
Ore 12.00 – (Giornale di Vicenza) Il primo nodo da sciogliere per cominciare a costruire la squadra del prossimo anno rimane sempre quello dell´allenatore e sull´asse Vicenza-Catania da giorni si attendono notizie in grado di sbloccare i programmi della società di via Schio. Gli ultimi sviluppi nelle dichiarazioni del diesse biancorosso.Direttore Cristallini allora ci sono novità nella vicenda Marino-Catania?«Proprio oggi(ieri per chi legge) ho avuto un contatto con l´a.d. Cosentino e siamo entrambi d´accordo nel cercare di evitare che possano nascere ulteriori incomprensioni, ora ci siamo riservati un paio di giorni, ma la volontà è di trovare una soluzione».Soluzione legata a Pasquale Marino che, sulla carta, è ancora il tecnico del Vicenza e al passaggio al Catania del difensore Brighenti?«No, non è legata in senso stretto, certo è vero che il tecnico ha espresso il desiderio di portare Nicolò in Sicilia, ma noi allo stesso modo abbiamo espresso la volontà di tenerci Moretti, su questi giocatori non si è ancora trovato un punto d´accordo».I tifosi si chiedono: non è che alla fine il tecnico Marino resterà a Vicenza?«Ho parlato con lui in questi giorni è mi ha detto che ora non se la sentirebbe di tornare, dunque mi sento di escludere questa possibilità».Quindi state lavorando per arrivare al nuovo allenatore biancorosso?«Sì, certo, credo che appena avremo risolto questa vicenda nel giro di pochi giorni diremo su chi è caduta la scelta».Per essere più precisi?«Penso intorno alla metà della prossima settimana».Ma volete un tecnico giovane o di esperienza?«Non conta l´età, piuttosto la capacità dell´allenatore di trasmettere le sue idee alla squadra, capacità che si possiede oppure no, difficile che si impari».Lei nomi non ne fa, ovvio, però alcuni tornano come quello di Mangia che avevate contatto anche qualche anno fa.«Sì piace, ma ci sono pure altri candidati e appunto nomi non ne faccio, anche perché alla fine sarà la proprietà a decidere su chi puntare per arrivare agli obiettivi individuati».E quali sono questi obiettivi?«Senza dubbio dare continuità al lavoro svolto nella passata stagione, dunque cercare di creare una squadra di personalità in grado di giocare in casa e fuori sempre con la stessa mentalità vincente».Ma partiranno molti giocatori?«Beh quelli in prestito sono già andati, per gli altri ora non posso rispondere, vediamo chi sarà l´allenatore e poi come sempre ci si confronterà con lui».
Ore 11.30 – (Gazzettino) La stagione scorsa ne ha beneficiato il Vicenza, questa volta potrebbe capitare al Cittadella? Andrea Gabrielli si è detto pronto a concorrere ai ripescaggi se dovesse arrivare la chiamata della Lega, ma di non nutrire particolare ottimismo in caso di domanda da parte dei granata. E in effetti i criteri che verrebbero adottati per comporre la graduatoria delle candidate al ripescaggio in serie B penalizzano il Cittadella. La classifica finale dell’ultimo campionato incide per il 50 per cento, la tradizione sportiva della città ne vale il 25, lo stesso dicasi per la media spettatori nelle ultime stagioni. Solo in caso di parità nella graduatoria si terrebbe conto di chi ha ottenuto la Licenza Nazionale e di eventuali penalizzazioni inflitte in campionato. In caso di ulteriore parità, sarebbe ripescata la squadra meglio posizionata in classifica. Il presidente Gabrielli si lamenta dell’attuale regolamento: «Ci sarà un modulo da sottoscrivere indicando una serie di elementi utili alla graduatoria, che non favoriscono una realtà come la nostra. È per questo che sono amareggiato, dal momento che il regolamento doveva essere rivisto da tempo, invece è rimasto sempre lo stesso. È vecchio, e non tiene conto della regolarità amministrativa delle società, del fair play play finanziario, della puntualità e della regolarità nei pagamenti. I criteri dei ripescaggi non parlano di questi aspetti, divenuti invece fondamentali per vedere un calcio sano, senza dovere fare i conti ogni anno con casi ed episodi difficili o senza rimedio». Poche speranze, dunque, per il Cittadella. «Il nostro è un paese piccolo, con poco pubblico, la società non ha una storia blasonata, e difficilmente potremmo godere del ripescaggio», conclude Gabrielli.
Ore 11.10 – (Gazzettino) «Siamo già con la mente proiettata al prossimo campionato, dove il Cittadella intende fare bene». Bastano queste parole per riportare l’entusiasmo in una piazza ancora delusa per la retrocessione in Lega Pro. Il numero uno granata Andrea Gabrielli affronta ogni discorso, dal direttore Marchetti al nuovo allenatore, rivivendo l’ultima, travagliata stagione sportiva. Presidente, pensa ancora alla retrocessione? «Ammetto che è stato un colpo difficile da digerire. Mi ha lasciato tanto amaro in bocca ma bisogna guardare avanti». Cosa le avrebbe detto papà Angelo dopo una simile, cocente delusione? «Guai a fermarti, perché se lo fai rischi di farti prendere dalla depressione, e rimetterti in moto diventa difficile. Me lo immagino così». Allora pensiamo alla Lega Pro: che Cittadella vedremo? «L’ossatura della squadra resterà la stessa, due terzi dell’attuale organico sarà confermato, quindi sul mercato andremo a cercare tre, quattro elementi che individueremo non appena sciolte le riserve sul nome dell’allenatore». Chi sarà il prescelto? «Stiamo valutando diversi aspetti, e preferiamo quindi aspettare qualche giorno in più per scegliere per il meglio. Allenatori sulla piazza ce ne sono tanti, diversi si sono proposti per il ruolo, magari cercando un rilancio. Dobbiamo prendere la figura giusta, che incarni la nostra mentalità». Deciderà Marchetti? «È uno dei suoi compiti, ma quando ci sarà da parlare con un candidato voglio esserci anch’io. Insieme avremo un’analisi critica più completa. Cerchiamo un allenatore che esprima un certo tipo di calcio, che piaccia a noi e alla gente». Si aspetta un campionato da vertice? «Vincere è sempre difficile, e devi arrivare primo perché passare per i play off diventa complicato. Il campionato lo vinci strada facendo, dipenderà molto dalle motivazioni del gruppo: se parti bene, tutto potrebbe essere più facile. Non faremo proclami, il Cittadella non dirà “siamo la squadra da battere”, anche perché ci saranno tante grosse realtà come il Brescia, e lo stesso Entella retrocesso. Sicuramente se ci sarà da investire qualcosa di più lo faremo quest’anno, subito, per tentare il ritorno in B. Non dovesse andare bene, potrebbero esserci dei cambiamenti nell’impostazione dei programmi futuri». Un Cittadella che tiene i suoi pezzi “pregiati” come Sgrigna, Coralli, Gerardi ha l’obbligo di puntare molto in alto. «Se tutti lavoreranno bene, la squadra è sicuramente buona, e in attacco siamo messi bene. Comunque vada, sarà una Lega Pro interessante, con tanti derby». Cosa fare per riportare l’entusiasmo tra i tifosi? «La gente che incontro per strada è consapevole di avere perso un palcoscenico importante, e ha voglia di ripartire, di ritornare su. Cittadella ha un suo bacino, limitato se vogliamo rispetto a tante altre piazze, ma in Lega Pro il pubblico può fare la differenza, e dobbiamo ritrovare il feeling giusto, che è mancato in certi momenti della passata stagione. Il tifoso deve andare allo stadio, faremo tutto il possibile per riportarlo». Ripensando proprio all’ultima stagione, c’è qualcosa che non rifarebbe, e viceversa? «Ci sono tante cose che farei, ma non ve le dico. Me le tengo dentro, a memoria, per fare esperienza». Il suo pensiero su Claudio Foscarini? «Gli auguro di trovare presto una nuova sistemazione, anche se come egli stesso ha affermato, dopo tanti anni senza mai staccare la spina un periodo di riposo gli potrebbe giovare. Me lo vedo tornare in gioco a campionato in corso, è l’elemento giusto su cui puntare». E come ha vissuto il rinnovo di Stefano Marchetti? «Dentro di me ho sempre creduto nella sua conferma. Capisci che l’aspetto professionale è importante, andare in serie A, a sfidare le grandi realtà nazionali è l’aspirazione di tutti, ma non avrebbe mai lasciato il Cittadella senza aver prima impostato ogni cosa. Il tergiversare del Carpi non ha aiutato la vicenda, ma già da qualche giorno ci eravamo accordati, anche se Stefano non l’aveva detto pubblicamente. Capita di dover aspettare quando hai bravi dirigenti che sono cercati da altri club. Stefano ha vissuto momenti difficili nelle scelte, poi ci siamo trovati assieme e ci siamo detti “chiudiamo”. Marchetti ha il Cittadella dentro, nel cuore».
Ore 10.40 – (Gazzettino) Oltre alla sua conferma, il Padova ripartirà dai rinnovi già ufficializzati di Petkovic, Cunico, Dionisi, Ilari, Niccolini, Amirante e Aperi, quest’ultimo ginocchio permettendo. «Sono contento di ritrovare buona parte dei miei compagni. Li avrei riabbracciati tutti molto volentieri, ma la vita è fatta di scelte». Quanto ai prossimi acquisti, Petrilli sottolinea: «Fare la Lega Pro al Padova significa lottare per vincere, magari rinunciando a un po’ di soldi in più che potrebbe darti in un’altra società». Cosa cambierà in campo? «I margini di errore sono bassissimi: se concedi due-tre palle gol in serie D, forse ne fanno una. In Lega Pro ti castigano subito. E anche noi dovremo essere più cinici in attacco. È un campionato diverso anche sul piano fisico e tecnico». Petrilli volerà giovedì in Messico per le vacanze, ma in vista dell’inizio della preparazione (18 luglio) a Pieve di Cadore sta seguendo un programma di lavoro. «Ce l’ha mandato via mail il “prof”. Faccio palestra, corsa, qualche partitella di calcetto o beach volley, il tutto per mantenermi in forma».
Ore 10.0 – (Gazzettino) Tornando al rinnovo, è tutto a posto anche se manca ancora il classico “nero su bianco” in attesa dei moduli. «Avevo fatto una chiacchierata parlando un po’ di tutto con il direttore prima di partire per Torino e problemi non dovrebbero essercene. Poi per il Padova un giocatore può fare dei sacrifici visto che sa di trovarsi in una piazza che ha programmi ambiziosi. Spero che si vada avanti insieme anche perché la Lega Pro sta un po’ strettina a una realtà come quella biancoscudata che merita ben altri palcoscenici per il pubblico e per l’organizzazione societaria». Oltre a giocare in Lega Pro, lei ha disputato una quarantina di partite in serie B tra Crotone e Nocerina, senza dimenticare la trafila nel settore giovanile della Juve fino ad arrivare in prima squadra al fianco di campioni come Ibrahimovic. «Lo dico chiaramente: il mio obiettivo è tornare a calcare quei palcoscenici che ho già visto e che mi mancano molto, avendoli dovuti lasciare per colpa della pubalgia. Ripeto, voglio rilanciarmi con questa maglia almeno in serie B».
Ore 10.20 – (Gazzettino) «Restare al Padova era quello che volevo. Il mio obiettivo è vincere il prossimo campionato per rilanciarmi con la maglia biancoscudata almeno in serie B». Nicola Petrilli è stato uno dei grandi protagonisti della cavalcata trionfale di quest’anno e fa parte del gruppetto di giocatori confermati in vista della Lega Pro. Mondo professionistico che l’esterno torinese conosce alla perfezione, e anche lì è pronto a fare la differenza sfruttando le sue qualità tecniche da 110 dieci con lode. «La stagione scorsa ho fatto un grande sacrificio a scendere in serie D dove non avevo mai giocato, e non l’avrei mai fatto per una piazza diversa dal Padova. Mi voleva l’Aversa Normanna in Lega Pro, ma ho preferito i biancoscudati perché sapevo che andavo in una società per vincere. La promozione, oltre al successo di squadra, è stata anche una rivincita sul piano personale che mi rilancia nella categoria dove ho giocato fino a un anno fa».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) De Poli lascia intendere un concetto molto chiaro: quando la fine di giugno si avvicinerà inesorabilmente, i papabili ancora indecisi probabilmente torneranno a bussare alla porta di viale Rocco. Dietro la quale, di risposte, se ne attendono ormai diverse: quella del difensore Nicola Bizzotto, quella del centrocampista Carlo De Risio, come pure quella dell’attaccante Pietro Arcidiacono. Tre trattative aperte che entro una decina di giorni potrebbero risolversi, in un modo o nell’altro. Certezza futura. Il Padova, intanto, in vista del prossimo campionato Berretti ha in canna un colpo che potrebbe rivelarsi un ottimo investimento in ottica futura: Roberto Lombardo, giovanissimo attaccante mancino dell’Atletico San Paolo, l’anno prossimo vestirà la maglia della seconda squadra biancoscudata. Ha solo 17 anni, ma nell’annata appena trascorsa si è fatto apprezzare in prima squadra dagli allenatori Longhi e Antonelli, tanto da collezionare sedici gettoni in Serie D segnando una rete all’Euganeo contro la Virtus Castelfranco.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Penso di richiamarlo mercoledì o giovedì», spiega il diesse, «per comunicargli una decisione che però dobbiamo ancora definire. Gli faremo una contro-proposta e vedremo cosa risponderà». Parole che lasciano intendere una cosa sola: la richiesta economica dell’ex centrale dell’Este è giudicata troppo alta, o ci si viene incontro sulle cifre oppure il suo rinnovo contrattuale rischia di saltare. E non è un atteggiamento che riguarda il solo Thomassen. «Forse non tutti l’hanno capito bene», prosegue De Poli, «ma Padova non è più la società di tre anni fa, noi non siamo più Cestaro e non possiamo accettare richieste di un certo tipo. Siamo una normale e umile società di Lega Pro, che dalla sua ha però una grande piazza. È tutto nell’ordine delle cose, quello che succede è la normalità, ma rischia di rivelarsi un boomerang: se non si troverà un punto d’incontro, vireremo su altri obiettivi». Le ipotesi. «Verso la fine della prossima settimana potrebbe muoversi qualcosa di nuovo».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) «Tirare troppo la corda al Padova può rivelarsi un boomerang: sono in molti oggi a fare richieste economiche fuori dalla nostra portata, ma in un domani potrebbero pure pentirsene». Per il direttore sportivo Fabrizio De Poli, dopo le prime settimane di mercato, è arrivato il momento di un weekend di vacanza a Caorle con la famiglia. Di riposo dopo le fatiche della prima metà di giugno, ma comunque con l’orecchio sempre teso a ciò che il mercato ha da offrire. Fino ad oggi in viale Rocco è sbarcato un solo nuovo acquisto, il portiere della Sacilese, Alessandro Favaro. Gli altri obiettivi sono invece in stand-by, perché De Poli non può permettersi di mettere sul piatto cifre enormi. A cominciare dai giocatori più ambiti, anche dalla concorrenza, per arrivare però anche a qualcuno di coloro che in biancoscudato avevano giocato già nell’ultima stagione. Punto interrogativo. È il caso di Dan Thomassen, il difensore centrale danese che dopo il colloquio di qualche giorno fa in sede attende ancora la telefonata del diesse che potrebbe decidere il suo futuro.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) L’amichevole con la Salernitana è saltata, ma il Padova non si dà per vinto. È in cantiere un test ancora più importante, contro una squadra di Serie A: l’Udinese. I contatti tra viale Nereo Rocco e la società friulana guidata da Giampaolo Pozzo e del bomber Totò di Natale si sono aperti ormai qualche settimana fa, e stanno proseguendo proprio in questi giorni a ritmo serrato. La possibilità che i biancoscudati di Carmine Parlato abbiano la possibilità di misurarsi con una delle big del Nordest è concreta: il match, stando a quanto filtra da ambienti vicini alla compagine bianconera, potrebbe giocarsi all’inizio del mese di agosto, quindi dopo la chiusura del ritiro precampionato di Pieve di Cadore, in una località balneare che è al vaglio delle due società. Caorle e Jesolo sono attualmente in pole position per ospitare l’amichevole.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Una toccata e fuga a Milano. Il ds Fabrizio De Poli, ospite negli studi televisivi di Sport Italia, ha approfittato di una giornata di lavoro per incontrare alcuni operatori di mercato nella city, prima di fare rientro a Padova. Sono giorni di calma apparente, quelli del ds biancoscudato, ma in realtà le trattative dietro le quinte proseguono ininterrottamente. Come quella per Giuseppe Torromino , che presenta però un ostacolo importante. De Poli e il procuratore dell’ex attaccante del Treviso, Donato Di Campli, hanno qualche vecchia ruggine da superare e i rapporti fra i due non sono certo idilliaci. Al contrario, con il ds del Crotone Giuseppe Ursino, De Poli ha buone possibilità di aprire una corsia preferenziale. Il giocatore (15 gol nell’ultima stagione a Grosseto) piace a Carmine Parlato, che ne apprezza la duttilità, ma al momento le possibilità di una fumata bianca sono ridotte proprio per la possibile opposizione di Di Campli. Per la difesa c’è stata un’accelerazione per Fabiano (in scadenza di contratto con il Martina) e ci sono buone chance pure per Bizzotto (in scadenza di contratto col Bassano).
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) «Possiamo dire ufficialmente che ci siamo, perché all’inizio della settimana è stata firmata la delibera definitiva, documento mancante per dare il via alla liquidazione del club e al pagamento dei creditori. E tra questi ci sono anche i calciatori, in attesa da mesi». Ma perché tutti questi ritardi? Abodi lo spiega telegraficamente: «Era tutto a posto, poi è stato chiesto di sostituire alcune garanzie ed è stato necessario riavviare tutti i procedimenti formali. Sappiamo che, in questo modo, si supera il 60% della quota dei creditori e, in tal modo, si può procedere a presentare richiesta formale di concordato in tribunale. Da quello che so verrà presentata all’inizio della settimana, per cui siamo arrivati alla fine di questa vicenda». In conseguenza di questo sblocco, il nome, il marchio e i vari trofei, come già trapelato nelle passate settimane, passeranno alla Biancoscudati Padova. Che dal primo luglio e con grande soddisfazione dei tifosi, tornerà a chiamarsi ufficialmente Calcio Padova.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Dopo mesi di trattative, colpi di scena, parziali e totali dietrofront, la lunghissima querelle relativa al vecchio Calcio Padova ormai defunto è arrivata finalmente al capolinea. Mercoledì è stata ufficialmente firmata la delibera del Credito Sportivo che, di fatto, chiude la questione del debito di 2,2 milioni di euro contratto dall’ex presidente biancoscudato Diego Penocchio nei confronti dell’Istituto. Nella vicenda ha avuto un ruolo preponderante Andrea Abodi, che si è speso in prima persona nel ruolo di «vigile» in virtù degli stretti rapporti istituzionali che la Lega di serie B intrattiene con il Credito Sportivo. «L’ho fatto perché ho sempre avuto ottimi rapporti con l’ex presidente Marcello Cestaro — sottolinea Abodi — che considero una persona per bene. Noi non avevamo alcun potere non essendo parte in causa, diciamo che visti i rapporti con il Credito Sportivo ci siamo adoperati perché la situazione arrivasse all’approdo sperato».
Ore 08.38 – Poule scudetto, la finale: Siena-Akragas 5-3 dopo i calci di rigore. I bianconeri si laureano campioni d’Italia.
Ore 08.36 – Playout, serie D girone C: Dro-Triestina 1-3 dts, Giorgione-Kras Repen 2-1. Salvezza per Triestina e Giorgione, retrocedono Dro e Kras Repen.
Ore 08.34 – Playoff, serie D: AltoVicentino-Delta Porto Tolle 1-2, eliminata la squadra di Rino Dalle Rive.
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Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Icone Vintage, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 20 giugno: giornata di calma apparente sul fronte-mercato.