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Ore 21.10 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Gianfranco Fonti è il nuovo allenatore del Montebelluna. Dopo aver sfogliato la margherita la società presieduta da Marzio Brombal ha finalmente trovato il sostituto di Daniele Pasa in panchina. L’ingaggio del 58enne tecnico mestrino è stato annunciato a sorpresa con un breve comunicato apparso sul sito internet del sodalizio biancoceleste, che ha spazzato via tutti i rumours che avevano caratterizzato le ultime settimane. Alla fine la scelta del duo Brombal-Toniutto è caduta su un uomo di comprovata esperienza, che già in passato aveva guidato il Monte. Si era nella stagione 2006-07 e sotto la presidenza Michielin Gianfranco Fonti subentrò alla quinta giornata a Luca Bressan, prendendo una squadra in fondo alla classifica e portandola ad ottenere il nono posto finale. Al termine del campionato, nonostante l’eccellente lavoro svolto Fonti non proseguì l’avventura biancoceleste ed al suo posto arrivò Daniele Pasa, al quale adesso è subentrato con una singolare inversione delle parti. «Sono davvero felice di aver avuto questa opportunità per tornare a Montebelluna – dice lo stesso Fonti, in questi giorni in vacanza all’Isola d’Elba – in questa società ho lasciato un pezzo di me stesso, all’epoca mi era dispiaciuto non proseguire. Però a volte le occasioni tornano, di questo ringrazio il presidente Brombal e il digì Toniutto. Ho passato alcuni mesi difficili dal punto di vista della salute, però adesso sto bene e non vedo l’ora di iniziare». Che cosa ha chiesto alla dirigenza? «Il Montebelluna è una delle società più importanti della categoria, ci sono giovani di qualità che hanno già una certa esperienza e quindi l’intelaiatura dell’ultimo campionato rimarrà la stessa. Poi mi hanno detto che ci sono dei ragazzi in giro che è possibile riportare qui, vedremo che cosa si può fare». Obiettivo salvezza? «Quello è il primo traguardo, però sono ottimista e vorrei portare il Monte più in alto possibile».
Ore 20.50 – (Tribuna di Treviso) E alla fine il Montebelluna si abbeverò a… Gianfranco Fonti. Tocca all’esperto allenatore mestrino raccogliere l’eredità di Pasa, accasatosi alla Luparense: l’accordo è maturato nella tarda serata di giovedì, dopo che erano tramontate le piste Bodo (Trento), Basso (resta a Bassano) e Tentoni (Palestina). Fonti torna in via Biagi dopo otto anni («Presi la squadra ultima alla quinta giornata e chiudemmo noni con un gran finale») e nella sua lunga carriera ha frequentato la serie D anche con Martellago, Santa Lucia, Portogruaro, Sanvitese, Albignasego, San Paolo e Giorgione; in C2 ha bissato a Portogruaro ed è stato a Mestre. L’ultima avventura, un anno fa, con i castellani: centrò la salvezza e poi lasciò a riconferma avvenuta. Con il Monte inizia una seconda vita da tecnico. «Ho avuto problemi di salute, il mio campionato è stato curarmi», racconta Fonti, «Ora riparto con grande entusiasmo: ho collezionato oltre 700 panchine, ma lo spirito è lo stesso del primo giorno in cui ho allenato. Montebelluna è fra le società più importanti della D». La società domanda permanenza nella categoria e valorizzazione del vivaio, Fonti prova ad alzare l’asticella: «Resterà la stessa intelaiatura e cercheremo di salvarci al più presto, ma chiederò alla squadra di dare qualcosa in più. Mi piacerebbe si ponesse un obiettivo superiore, puntando a una posizione migliore dell’ultima stagione». In chiave mercato, invece, si ragiona su pochi correttivi: «Penso a un paio di innesti, un attaccante e un difensore centrale».
Ore 20.20 – (Giornale di Vicenza) Uno in più, perché unire le forze serve eccome. E quindi, da oggi l´Arzignanochiampo potrà contare su quell´uomo in più che il presidente Lino Chilese ha voluto con sé in società: Riccardo Tolio. Personalità già conosciuta nella valle, ex giocatore dell´Arzignano prima e del Chiampo poi, ma soprattutto ex presidente dell´Atletico Arzignano calcio a 5 condotto fino alla serie A2. Assieme a Chilese e con l´arrivo di Tolio restano anche gli altri due membri storici della società: Lorenzi e Faedo. Intanto si ricomincia dalla riconferma dell´intero staff tecnico formato da Beggio, Nogara, Guderzo e Giordani. Ma anche da quelle che Chilese definisce le “basi”, ovvero giocatori come Marchetti, Simonato, Vanzo, Vignaga e, soprattutto, Trinchieri. «Ho parlato con Martin proponendogli anche un ulteriore impegno con la società e che lui ha accettato con soddisfazione: allenerà gli attaccanti del nostro settore giovanile durante la settimana». In attesa dei nuovi arrivi, sono già state stabilite le date per l´inizio della prossima stagione. Il ritrovo per tutti è il 25 luglio al Dal Molin: una settimana di preparazione e poi via per il ritiro di Bolca, che dura 10 giorni.
Ore 19.50 – (Il Piccolo) Questo il contenuto integrale della lettera aperta che è stata inviata da Giorgio Zanmarchi. «Scrivo perché ho preso visione di quanto riportato negli scorsi giorni in relazione alla trattativa tra il gruppo imprenditoriale da me rappresentato e l’Ufm del presidente Brugnolo. Mi è molto spiaciuto leggere ciò che sarebbe stato dichiarato su di me dal presidente Brugnolo, che ho conosciuto come persona appassionata ed entusiasta e che mi era sembrato, al pari dei suoi collaboratori, molto interessato al progetto che gli avevamo sottoposto per la creazione di una grande realtà calcistica che coinvolgesse l’area di Bassa Friulana, Monfalconese e Trieste, puntando ad una crescita di settore giovanile e di prime squadre attraverso un impegno quinquennale. Ci sono stati incontri nei quali ci siamo sempre dimostrati disponibili al dialogo ed aperti a ogni tipo di suggerimenti, consci che recuperare il grande calcio a Trieste tramite il Monfalcone doveva passare necessariamente attraverso l’unione di due grandi tradizioni calcistiche e non con l’eliminazione di una di esse. Per questo motivo, nell’ultimo incontro, era stato sottoscritto da me e da Brugnolo un accordo condizionato al verificarsi di alcune condizioni: da un lato, la disponibilità dell’amministrazione monfalconese a concedere l’uso e la gestione degli impianti; dall’altra, l’accordo con i tifosi giuliani per l’utilizzo anche del marchio della Triestina e con l’amministrazione triestina per l’uso dello stadio Rocco per le sole gare. Ognuna delle due parti si è impegnata a verificare un tanto per poi passare alla stesura definitiva dell’accordo e alla pianificazione vera e propria con predisposizione degli organigrammi e dei necessari budget per le stagioni. Rimango convinto della bontà di un progetto proiettato nel futuro e mi spiace molto che non sia stata colta appieno la sua novità e le sue opportunità: Monfalcone ha strutture di ottimo livello e facilità di trasporti che possono portare a creare una “cittadella dello sport” funzionale alla crescita di un settore giovanile importante; mentre Trieste è una naturale sede per il calcio di primo livello. Non ci sto a essere additato come quello che usa gli altri: la mia storia personale smentisce questa assurda accusa! Posso essere anche stato precipitoso nel rispondere alle domande di un giornalista, ma ciò che era stato riportato è sostanzialmente vero. Se avessimo voluto “usare” l’Ufm, non ci saremmo presentati all’incontro con tanto di commercialista e alla presenza di un legale per la fattibilità del piano. I segnali che sono giunti da Monfalcone sono molto negativi e devo ritenere che, ormai, quella disponibilità di Brugnolo non c’è più. Mi chiedo però, sul piano sostanziale, che cosa sia cambiato dalla settimana dell’accordo ad oggi (anzi da giovedì 4 a venerdì 5 giugno!). Rispetto comunque quella che sarà la decisione del presidente Brugnolo che ringrazio comunque per l’attenzione al nostro progetto e al quale auguro le migliori fortune per la prossima stagione, anche se, alla luce di quanto successo, devo cominciare a pensare che ad essere “usato” sono stato io! In conclusione, vorrei correggere un’inesattezza del presidente Pontrelli, il quale ha sostenuto di non aver ricevuto alcuna offerta da parte mia: ho dato la disponibilità a verificare la situazione economica della Triestina presso avvocato di sua fiducia in Trieste. Mi è stato risposto che la società non era in vendita, perché sarebbe entrato un nuovo forte socio. Preso atto di un tanto, non ho continuato nel contatto, pur rimanendo a disposizione, in tempi ragionevolmente brevi, per riaprire la trattativa».
Ore 19.30 – (Il Piccolo) «Credevo in un progetto che voleva creare una grande realtà calcistica che coinvolgesse l’area della Bassa friulana, Monfalconese e Trieste. I segnali giunti da Monfalcone sono molto negativi e devo ritenere che ormai la disponibilità di Brugnolo non c’è più. Non è vero che Pontrelli non ha mai ricevuto offerte da parte mia: ho dato la disponibilità a verificare la situazione economica della Triestina presso un legale di sua fiducia. Mi ha detto che non vende e non ho continuato nel contatto pur restando a disposizione in tempi ragionevolmente brevi per riaprire la trattativa». Stavolta non c’è proprio rischio che qualcuno paventi equivoci. Quella di Giorgio Zanmarchi, il rappresentante del gruppo di imprenditori interessato prima a rilevare la Triestina e poi ad allacciare la trattativa con l’Ufm Monfalcone per dare corpo a una nuova realtà per disputare la D al Rocco, è infatti una lettera aperta. Zanmarchi esce allo scoperto per dire la sua versione sulla fine della trattativa con il presidente dell’Ufm Brugnolo – che due settimane fa lo accusò di aver cercato di strumentalizzare la disponibilità del club bisiaco dando per ormai definito l’accordo – e anche sul suo contatto con il presidente dell’Unione Triestina 2012 Pontrelli. Lo fa con un certo ritardo rispetto allo sfogo del numero uno dell’Ufm. Probabile che nel frattempo abbia cercato, stavolta nel massimo riserbo, di verificare le possibilità di riaprire quel contatto. Ma la chiusura sull’ipotesi di un’Utm (Unione Triestina Monfalcone) ormai è definitiva. Più sibillino l’accenno ai contatti con Pontrelli, interrotti dopo il “no” del presidente. Quel «rimanendo a disposizione per riaprire la trattativa» pare riaprire un possibile nuovo capitolo.
Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) C’è una nuova concorrente, e ora il Tamai deve stringere i tempi per assicurarsi Lauro Florean, l’ex attaccante di Fontanafredda e Pordenone che tanto piace al tecnico De Agostini. Nella trattativa tra le furie e la punta, infatti, si è inserito il Liapiave, club di Eccellenza veneta. Ora, dunque, le pretendenti sono tre: c’è il club veneto appena citato, c’è il Tamai, e sullo sfondo il Passarella Sandonà. La sensazione è che alla fine Florean sceglierà Tamai, ma spetterà alla società bruciare i tempi. Le furie cercano anche Beggiato, terzino destro classe 1996 del Portomansuè e continuano a seguire Minisini e Bianchini, i due giovani della Berretti del Pordenone. Kevin Pavan compirà invece il percorso inverso, rientrando alla corte del ramarro. Difficilissimo, per il Tamai, arrivare a Daniele Mattielig. Movimenti in uscita per il Fontanafredda, che libererà Grotto (conteso tra Porcia e Fiume Bannia) e Cordazzo (su di lui Opitergina, Porcia e Fiume Bannia). Si allontana, invece, l’ipotesi Visintin. Il difensore del Cjarlins Muzane non convince al 100% e non arriverà. Si punta a tenere De Martin, punta classe 1996 ex Padova. In standby il mercato della Sacilese. Gianfranco Fonti vicino alla panchina del Montebelluna.
Ore 18.30 – (Corriere delle Alpi) Gabriele Brino ritorna al Belluno. Non ci sono ancora le firme ma tra il Belluno e il Bassano c’è un accordo di massimo e il portiere, classe 1997, il 22 luglio sarà agli ordini di mister Vecchiato per giocarsi un posto con il compagno di reparto Davide Solagna. L’estremo difensore ha cominciato la sua storia calcistica a Castion, passando per Conegliano, Belluno, Ztll, ancora Belluno e dopo Bassano. Adesso è il momento di dimostrare il proprio valore in Prima squadra. «Due anni fa giocavo con la maglia gialloblù – commenta Gabriele Brino – ero al primo anno allievi e siamo arrivati secondi in campionato. Avevo fatto un buon campionato tanto da meritarmi un posto da co-titolare in juniores nell’ultima parte della stagione. Durante l’anno ho fatto il torneo della Marca e poi a fine stagione ho avuto varie proposte per andare in squadre blasonate come il Bassano, dove ho giocato negli ultimi due anni. Ho fatto l’ultimo anno allievi, dove ci siamo qualificati per i playoff scudetto e nella stagione appena conclusa ho fatto la preparazione e il terzo portiere in Prima squadra giocando anche nella Berretti. Sono stati due anni molto positivi, mi sono affacciato nel mondo del professionismo ad alti livelli confrontandomi con giocatori importanti». Avevi più di un a proposta in ballo, ma hai scelto di tornare a Belluno. Perché? «Avevo dei contatti con qualche squadra di primissima fascia di serie D, ma sono bellunese e il mio cuore fin da piccolo batte per i colori gialloblù. Il Belluno ha un organico importante e solido, visto che giocano da tanti anni insieme. Ringrazio il direttore sportivo Augusto Fardin e il mister Roberto Vecchiato per aver manifestato un chiaro interesse nei miei confronti già da parecchio tempo». Conosci già il tuo compagno di reparto Davide Solagna? «Ho giocato con lui a Conegliano e poi a Belluno due anni fa. Lo conosco molto bene e sono sicuro che la sua esperienza, nonostante la giovane età, mi sarà di grande aiuto». Obiettivi personali. Belluno come rampa di lancio? «Ragiono giorno per giorno, il campionato sarà molto duro e impegnativo dato che la serie D è ormai quasi professionismo. Il mio obiettivo è quello di onorare al meglio i colori che indosserò e dare il cento per cento. Il sogno è quello di diventare professionista vero e proprio, facendo la cosa che mi piace fare di più».
Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Fabio Rossitto lascia Pordenone e va verso Sacile. L’ingaggio del Crociato sarebbe il biglietto da visita che Maurizio Mazzarella presenterebbe al popolo biancorosso qualora dovesse concretizzarsi la trattativa in corso con Giampaolo Presotto e Lidia Nadal, presidente e first lady della Sacilese. LE TRE GIORNATE – Tutto si deciderà nelle prossime 72 ore. Oggi Mazzarella sarà a Trieste per incontrarsi con i tre esponenti italiani e il facoltoso croato che vuole entrare (anche con il marchio della sua azienda) in Friuli Venezia Giulia. L’obiettivo principale era la Triestina, ma i tifosi giuliani in questo momento sono piuttosto diffidenti verso i “foresti”, viste le delusioni degli ultimi anni. L’avvocato starebbe convincendo il “croato” a investire su Sacile per dimostrare la sua serietà e le sue intenzioni. In un secondo tempo potrebbe puntare la Triestina per farla tornare almeno in serie B. In tal caso Sacile diventerebbe società satellite dove far maturare i giovani talenti. Se oggi avrà il via libera definitivo, Mazzarella incontrerà lunedì Presotto e Nadal. FABIO UNO DI NOI – «Rossitto – racconta l’avvocato – è sempre stato il mio primo obiettivo, ma non volevo “disturbare” il Pordenone. Ora però Fabio è libero e possiamo uscire allo scoperto». In realtà il Crociato avrebbe porte aperte a Sacile anche se non dovessero entrare Mazzarella e il suo gruppo. Già dopo l’ultimo divorzio da Lovisa Rossitto era stato a un passo dalla panchina biancorossa. La rifiutò per mantenere un patto d’onore con l’amico Turci, che Presotto non intendeva ingaggiare perchè la Sacilese aveva già un preparatore dei portieri. Con la società liventina però ha mantenuto ottimi rapporti. Suo figlio Gabriel è nella formazione esordienti (2003) biancorossa. CHE DERBY! – Per il popolo liventino la presenza di Fabio Rossitto sulla panca della Sacilese assumerebbe ulteriore fascino se il Pordenone non fosse ripescato in Lega Pro o se non presentasse domanda di riammissione. L’ultimo derby fra le due compagini fu giocato al XXV Aprile il 26 gennaio dello scorso anno. Allora sulla panca della Sacilese sedeva Mauro Zironelli, su quella del Pordenone Carmine Parlato, ex biancorosso. Finì con un 2-2 che rischiò di far perdere la promozione ai neroverdi. Il Pordenone passò due volte in vantaggio con Zubin, ma in entrambe le occasioni (Fracaro e Beccia) fu ripreso dai padroni di casa.
Ore 17.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Salutato Rossitto, è corsa a tre per la panchina del Pordenone. E la soluzione uscirà nelle prossime ore, al massimo nei prossimi giorni, perché Mauro Lovisa non vuole perdere tempo. Vuole un tecnico disposto ad allenare sia in Legapro che in serie D. Pronto, insomma, a firmare già da subito. E il nome buono, in questo senso, è quello di Adolfo Sormani. C’è lui, al momento, in pole position per la panca neroverde. Gli altri due concorrenti sono Bruno Tedino (nonostante le smentite) ed Ezio Glerean, un vecchio amore mai sopito. L’ADDIO – Prima, però, la decisione definitiva. Fabio Rossitto non sarà il tecnico del Pordenone nella prossima stagione sportiva. Notizia già matura da tempo, ma confermata definitivamente ieri. Per Rossitto si tratta del secondo addio alla panchina neroverde, dopo il divorzio al termine della stagione 2012-2013. La sensazione? Non sarebbe stato riconfermato nemmeno in caso di salvezza. Il suo destino era già segnato. IL FAVORITO – La società conferma la rosa dei tre pretendenti al trono. E Lovisa indica anche il favorito. Risponde al nome di Adolfo Sormani, il tecnico che nell’ultima stagione ha guidato in Legapro il Sudtirol. Nel suo passato, però, anche una militanza, da giocatore, proprio nel Pordenone. Era la lontana stagione 1998-99. Sormani è il più vicino alla panchina. INSEGUITORE – Tedino ha smentito ogni contatto con il Pordenone, ma la società lo cerca eccome. Questione di rapporti (ottimi quelli con il nuovo ds in pectore, Zamuner, storici quelli con il presidente Lovisa) e di cuore (Tedino abita in provincia e ha già guidato il Pordenone). È un passo dietro a Sormani, perché gradirebbe un sicuro impegno in Legapro, che ad oggi il Pordenone non può garantire. VECCHIO PALLINO – C’è anche Ezio Glerean, nei sogni di Lovisa. Un avvicinamento già avvenuto la scorsa estate, quando poi non se ne fece nulla. È un nome che torna sempre, quello dell’istrionico tecnico di San Michele al Tagliamento. Non allena dal 2010, e il suo calcio è di quelli in grado di far innamorare i tifosi. Audace, spericolato, forse fuori dai tempi moderni e spesso anche dalle convenzioni del bon-ton. È il terzo in ordine di probabilità, e il suo arrivo al Pordenone rappresenterebbe la sorpresa più grande. La decisione è attesa nei prossimi giorni, con Adolfo Sormani che si staglia già all’orizzonte del centro sportivo “De Marchi” di Villanova.
Ore 17.20 – (Messaggero Veneto) Fabio Rossitto era a conoscenza del suo destino da tempo. Tuttavia, la fine ufficiale del suo rapporto col Pordenone l’ha scoperta solo ieri, peraltro sul sito ufficiale del club: sino a quel momento nessuno della società gli aveva comunicato la notizia. Soltanto dopo il tecnico ha incontrato con Giorgio Zamuner, il nuovo ds neroverde. Rossitto rilascerà dichiarazioni solo la prossima settimana. Un silenzio che racchiude una palese, profonda delusione. Il suo futuro: in questi giorni Fabio si è visto a Sacile, al XXV aprile, dove gioca il figlio (come quello di Tedino). Magari si è trattato solo di una visita di cortesia, magari ha solo accompagnato il ragazzo. Ma non è escluso che la famiglia Presotto possa pensare a lui per la panchina della prima squadra. Del resto l’aveva già fatto nel 2013.
Ore 17.00 – (Messaggero Veneto) Ieri, dopo sette mesi e mezzo, si è chiuso ufficialmente il rapporto tra il Pordenone e Fabio Rossitto. Un divorzio annunciato. Meno proclamato, invece, il nome del suo successore. Cominciano a esserci ora delle idee più chiare. E quindi entra nel vivo la corsa per la panchina neroverde, con un sogno sullo sfondo: l’obiettivo massimo è Bruno Tedino, attuale ct della nazionale under 17, sotto contratto fino al 30 giugno e ufficiosamente confermato dai vertici azzurri. Difficile convincerlo a rinunciare a Coverciano. Se non ci si dovesse riuscire, i papabili sarebbero Ezio Glerean, “guru” ai tempi di Bassano e Cittadella, e Adolfo Sormani, ex Alto Adige ed ex giocatore neroverde. Nomi di un certo livello, che danno la sensazione di un ripescaggio nel quale la società crede sempre di più. Lo scenario. Già, perché alcuni tecnici in caso di serie D non vengono neppure presi in considerazione. E neppure loro valutano l’ipotesi Pordenone. Attualmente, dunque, ci sono contatti con Sormani e Glerean. Quest’ultimo ha già parlato con la dirigenza neroverde: è legato al ds Giorgio Zamuner, suo giocatore ai tempi del Sandonà. Piaceva, ed era andato a colloquio, anche la scorsa stagione. Lui salirebbe in sella molto volentieri in Lega Pro. Il problema: è fermo da un lustro. Un’eternità, dal punto di vista calcistico. Sormani invece è inattivo da poco, seppur reduce da un esonero all’Alto Adige. Al Bottecchia perse 2-0, lo scorso aprile. Ko che, di fatto, sancì la sua fine a Bolzano. Tuttavia quella squadra giocava bene. Un 4-3-3 spumeggiante, con i difensori centrali che azionavano la manovra. Piace molto a Marcelo Mateos, uomo del presidente Mauro Lovisa. Il quale ha una notevole influenza sull’imprenditore di Rauscedo. Il colpo. Parallelamente a questi due, c’è il sogno, Bruno Tedino, mai così concreto come in questo momento. A breve il colloquio con Lovisa e Zamuner, che conosce da tanti anni: potrebbe essere quello decisivo. Per un progetto legato ai giovani sarebbe perfetto. Conosce il pianeta “under” italiano a menadito, ha contatti in tutta Italia. E’ un gran lavoratore e ha una straordinaria preparazione. Inoltre abita a due passi dal De Marchi. Lovisa lo vuole a tutti i costi, si è mosso celermente su di lui e sembra avere gli argomenti giusti per strapparlo all’azzurro. In primis, la categoria. Di certo Tedino in D non vorrebbe tornare: ha dovuto lavorare 4 anni tra San Donà e Jesolo – dopo la prima esperienza in neroverde e altre in C – per riportarsi ad alti livelli. Comprensibilmente ora chiede una notevole serie di garanzie e il Pordenone sembra pronto a dargliele. Difficile a questo punto che escano altri nomi. Da stabilire le tempistiche, considerato che, per quanto riguarda il ripescaggio, si saprà qualcosa di certo solo a metà del mese prossimo.
Ore 16.30 – (Gazzetta di Mantova) I tifosi non ne possono più del clima d’incertezza che regna in viale Te e lunedì mattina, in contemporanea con l’incontro che il sindaco Mattia Palazzi avrà con i dirigenti mantovani e i nuovi soci di Sdl, organizzeranno una marcia di protesta per chiedere al primo cittadino di verificare l’impegno della società per rispettare il mandato di portare avanti la causa del calcio biancorosso. Nell’incontro di ieri sera alla bocciofila, al quale hanno partecipato una trentina di sostenitori biancorossi, sono state prese in esame anche altre eventualità: da una richiesta formale alla Tea volta a far contenere i costi per le utenze della società, ad un appello nei confronti dei dirigenti mantovani per evitare che ad ogni estate si ripetano i problemi gestionali che hanno contraddistinto sin qui il cammino delle gestioni Bompieri, Lodi, Di Matteo, Giovanardi e Tirelli. Infine i tifosi si chiedono le ragioni dell’ostracismo verso Piervittorio Belfanti. Atteso a lungo, ma a tarda ora non ancora giunto, Palazzi aveva già ricordato la sua volontà di chiedere alla società una maggiore stabilità gestionale.
Ore 16.10 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova da lunedì avrà una nuova proprietà. Lo “promettono” ormai tutti i protagonisti. Sandro Musso ritiene «ormai fatto l’accordo. Ci siamo dati la mano con Bompieri e lunedì formalizzeremo il tutto». Da parte mantovana conferma Carlo Giovanardi: «A meno di un cataclisma stavolta è fatta. Stamani ci vedremo noi mantovani per mettere a fuoco alcuni dettagli e lunedì sigleremo l’intesa con la Sdl». Nell’incontro di giovedì a Mazzano, con Bompieri nelle vesti di negoziatore, è insomma riesploso il feeling fra le parti. Al punto che si è parlato anche di aumentare il budget per la prossima stagione e si è cominciato a discutere finalmente di calcio. Innanzitutto di allenatore, che sarà Riccardo Maspero, ancora legato da un contratto al Pavia ma pronto a venire di corsa in biancorosso. Il mister – anche se nessuno lo conferma ufficialmente – si è già visto più volte con Sandro Musso, discutendo anche della rosa da allestire. Il tecnico, che a Pavia giocava con un modulo 3-4-1-2 molto offensivo, vorrebbe innanzitutto blindare Angelo Siniscalchi, che ha invece già chiesto la rescissione all’Acm. «Proveremo a trattenerlo perché è davvero forte – spiega Musso -, speriamo di riuscirci». L’intenzione è anche di confermare Blaze, Gonzi, la bandiera Caridi («lo vogliamo a tutti i costi con noi»), il baby Zammarini, Trainotti e Sartore, anche se gli ultimi due come Siniscalchi hanno già chiesto di andare via. In odore di conferma c’è anche Scalise, mentre qualche perplessità in più c’è sul portiere Festa, più che altro per il suo ingaggio ritenuto troppo alto. Se ne parlerà, così come si parlerà dei giocatori che tornano dai prestiti: Olivi, De Respinis e Uliano, quest’ultimo penalizzato da un contratto molto alto ma che non dispiace per niente a Maspero. E, a proposito del mister, c’è da dire che vorrebbe portarsi dietro dal Pavia alcuni giocatori. Fra questi il 30enne centrocampista Lorenzo Carotti e l’ex biancorosso Samuele Sereni, che però è ancora legato da un contratto al club biancazzurro. Il sogno di Maspero sarebbe poi quello di arrivare in riva al Mincio con il bomber Andrea Ferretti (16 gol nell’ultimo torneo), ma questo sarà arduo sia per l’elevato ingaggio della punta e sia perché Ferretti è richiesto in B da Modena e Perugia. Per quanto riguarda i giovani, Musso conta di avere una corsia preferenziale con la Juventus: «Con Marotta abbiamo instaurato un ottimo rapporto. Contiamo di avere dal club bianconero validi giovani da valorizzare in Lega Pro». Per quanto riguarda le voci su giocatori che arriverebbero dal Rezzato, club di Eccellenza di proprietà della Sdl, Sandro Musso le smentisce: «L’unico ragazzo che vorrei almeno portare in ritiro è Mattei, un esterno davvero forte che si è perso nei campionati dilettantistici dopo essere stato nel vivaio dell’Inter. Varrebbe la pena scommettere su di lui». Per quanto riguarda il direttore sportivo, potrebbe arrivare come consulente il ds del Ciliverghe Bianchini, ma Musso potrebbe anche trattenere Pelliccioni, del quale tutti in casa biancorossa gli hanno detto un gran bene. Curiosità finale: il gruppo bresciano vorrebbe offrire la presidenza onoraria del club a Fabrizio Lori.
Ore 15.40 – (La Provincia Pavese) Manca poco, pochissimo per considerare Tommaso Bellazzini un nuovo giocatore del Pavia: solo la firma. E per l’attacco è molto probabile il ritorno in azzurro di Stefano Del Sante. Prende sempre più forma, dunque, il Pavia 2015-2016. L’obiettivo della stagione è puntare nuovamente alla B e con uno slancio ancora più forte, e il direttore generale Massimo Londrosi non ha perso tempo, mostrandosi molto attivo sul mercato già dopo la conclusione del campionato scorso. Concluse positivamente le trattative che hanno portato in azzurro l’ex Giovanni La Camera e Marco Cristini, il prossimo annuncio dovrebbe riguardare – a breve – Bellazzini, con il quale l’accordo è stato raggiunto. Ma non è tutto perché il Pavia continua a lavorare anche sull’attacco. Mentre prosegue la trattativa che potrebbe portare Andrea Ferretti nella serie A cinese, c’è un altro probabile ritorno che si profila all’orizzonte. E’ quello di Del Sante, che ha già vestito la maglia azzurra nel 2010-2011. Del Sante già a gennaio è stato a un passo dalla maglia azzurra: parallelamente al lungo tira e molla con il Lecce per avere Della Rocca, il Pavia aveva intavolato una trattativa con il Vigor Lamezia per Del Sante. Ma anche in quel caso, come per Della Rocca, tutto sfumò perché la società calabrese non volle privarsi del suo attaccante. Così il Pavia virò su un altro ex, Mattia Marchi, che peraltro pare aver pienamente soddisfatto le aspettative tanto che è stato subito confermato per la nuova stagione, nella quale potrebbe avere un ruolo ancora più importante. Ora però per Del Sante – che con il Vigor Lamezia ha messo a segno quest’anno 10 reti – la situazione pare essersi sbloccata e l’accordo dovrebbe arrivare. In questo momento si prospetta dunque un reparto offensivo di altissimo livello, che già l’anno scorso era tra i migliori della Lega Pro, con Ferretti, Cesarini, Soncin, Marchio e Cogliati, ai quali si aggiungerebbero Del Sante e lo stesso Bellazzini, elemento molto duttile che può giocare in più ruoli tanto in mezzo al campo che davanti. E’ chiaro però che considerando anche il modulo che vuole adottare il nuovo mister Michele Marcolini (3-5-2), il reparto si presenta persino affollato. Intanto, i rumors che danno il neopromosso Como interessato a Davide Facchin non trovano conferma. Il club lariano non ha avuto alcun contatto con il Pavia, la cui priorità è tenere il suo portiere, considerato uno degli elementi chiave della rosa. Si tratterà di vedere se il Como formalizzerà effettivamente una richiesta per Facchin, che avrebbe modo di riprovare l’esperienza in B dopo quella poco fortunata con la Reggina. Smentito infine l’interessamento per Gianluca Di Chiara, anche lui un ex azzurro, tornato a Catanzaro dopo aver giocato nella seconda metà della stagione a Lecce. Intanto stamattina alla Motonautica mister Marcolini verrà ufficialmente presentato.
Ore 15.10 – (Giornale di Vicenza) «Zero, non c´è alcun contatto tra me e Rino Dalle Rive». Più chiaro di così non poteva essere il presidente del Real Vicenza Lino Diquigiovanni che mette a tacere ancora una volta le tante voci che parlano di una trattativa segreta in corso tra i due imprenditori. Nessun incontro quindi ieri. La smentita da Vicenza arriva forte e chiara. Intanto però nella sede legale del Real Vicenza, non si smette di lavorare e la società biancorossa mandata avanti l´iter burocratico per iscrivere la squadra al campionato 2015-2016 di Lega Pro. A confermarlo anche la figlia, Barbara Diquigiovanni: «Noi stiamo portando avanti tutte le pratiche necessarie all´iscrizione, fideiussione compresa». Se nei dieci giorni che ci separano dall´inderogabile scadenza del 30 giugno dovesse farsi avanti qualcuno per comprare la società di Diquigiovanni, quindi, troverebbe tutto pronto e in regola per un´eventuale cessione del titolo. Una situazione che si conferma essere fuori dagli schemi del panorama attuale della Lega Pro: sono tante le società che sembrano essere in difficoltà economica e che quindi potrebbero non riuscire a portare a termine l´iscrizione. Mentre al club vicentino queste problematiche non sussistono: tutto pronto, ma per vendere. Se Diquigiovanni non facesse un improvviso, quanto improbabile passo indietro, le pratiche servono ad un futuro compratore. Ma attualmente tutto tace: «Al momento non c´è alcun acquirente», spiega il patron biancorosso. Giochi chiusi? Quasi, ma la porta del Real Vicenza rimane ancora aperta nel caso si facesse avanti un compratore che volesse portare avanti l´avventura della società. «Chiarezza sarà fatta il 30 giugno, tra dieci giorni non ci saranno più voci, né nient´altro», dichiara il presidente biancorosso.
Ore 14.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Da Mosca i suoi collaboratori ci dicono che Korablin sta cercando di fare di tutto per venire a capo della situazione. Brugnaro? Ci siamo sentiti telefonicamente, l’attenzione e la vicinanza del nuovo sindaco per il «piano B» che potrebbe garantire un futuro al Venezia è senza dubbio positiva». Poche parole continuano ad essere sufficienti al dg arancioneroverde, Dante Scibilia, per fare il punto a soli dieci giorni dalla scadenza dell’iscrizione in Lega Pro. Il Venezia è sempre a secco, sia in termini economici sia di certezze, visto che il patron Yury Korablin ancora non accenna a versare in cassa il milione di euro che sarebbe necessario. Una rincorsa a dir poco in salita, tanto che Scibilia e Brugnaro si terranno in contatto per cercare dal 1. luglio di sondare la volontà e le risorse di eventuali imprenditori intenzionati a fondare un nuovo Venezia che possa ripartire dalla serie D. «Nessuno ha la bacchetta magica per fare i miracoli, è lampante che al di là delle intenzioni ci vorranno soldi veri per portare avanti l’opzione serie D» ha tagliato corto Scibilia, che oggi al Penzo si confronterà sulla situazione con i tifosi. Dalle ore 9 e per tutto il pomeriggio, infatti, sul prato dello stadio di Sant’Elena è in programma il 1. «Torneo dei Bambini» organizzato dagli ultras della Curva Sud. Una giornata per ribadire e fare conoscere ai più piccoli l’amore per i colori arancioneroverdi (invitato pure il sindaco Brugnaro la cui presenza è stata confermata per le ore 10) proprio nell’ennesimo momento di sofferenza della loro storia. In campo giocheranno i bambini, nati tra il 2004 e il 2007, delle società Laguna Venezia (3 squadre), Lido di Venezia, Unione Venezia e Saccafisola (2), Jesolo, Nuovo San Pietro e Pellestrina, mentre 10 team amatoriali misti saranno formati da ragazzi delle annate 1998-2003, senza scordare due squadre allestite dall’Anffas Venezia Onlus con ragazzi delle zone di Sant’Alvise, Sant’Elena e Palanca. L’ingresso sarà gratuito a maggior ragione per il momento clou del pomeriggio, ovvero la partita tra Curva Sud e le «Vecchie Glorie» arancioneroverdi: hanno assicurato la loro presenza Aprea, Bocalon, Civeriati, Collauto, D’Appolonia, Favaretto, Gennari, Marangon, Piovesan, Rosa, Maurizio Rossi, Scantamburlo, Taibi e Filippo Vianello.
Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Un’altra settimana è passata inutilmente e fanno due, in totale, da quando il presidente Yuri Korablin aveva rotto il silenzio annunciando l’imminente pagamento. I soldi, però, non sono arrivati e adesso il tempo è davvero ridotto al lumicino per riuscire a iscrivere il Venezia alla prossima stagione. Intanto il sindaco Luigi Brugnaro, dopo aver incontrato giovedì mattina i tifosi a Ca’ Farsetti, ha telefonato al dg arancioneroverde Dante Scibilia per avere un quadro esaustivo delle problematiche societarie. «Gli ho illustrato la situazione nei dettagli, si è detto disponibile a incontrarmi e a fare quanto possibile nelle sue prerogative istituzionali», riferisce il dirigente. In questo momento c’è ben poco da fare, almeno fino a quando la società rimarrà di proprietà del presidente Korablin. Ma se dovesse perdurare questa immobilità, la società perderebbe al 30 giugno il titolo sportivo e dal giorno dopo si potrebbe lavorare alla nascita di un nuovo soggetto sportivo: servono investitori pronti a fare la loro parte, mentre il primo cittadino dovrebbe firmare la richiesta alla Fgic per l’ammissione della nuova società a un campionato dilettanti, come potrebbe essere ad esempio la serie D. Nel frattempo le sorti del Venezia attuale seguirebbero la strada giudiziaria, avviata dal collegio dei sindaci che ha depositato la settimana scorsa in Tribunale gli atti a tutela dei creditori. Ma sarebbe un capitolo diverso e distinto, anche se rimarrebbe aperto il nodo dei dipendenti della società (che stanno lavorando da mesi senza ricevere lo stipendio) e quello del settore giovanile da «travasare» eventualmente al nuovo soggetto. Tutto questo nel caso in cui Korablin non dovesse tenere fede ai suoi impegni, che prevedono di versare nelle casse del Venezia circa un milione e mezzo di euro per chiudere le pendenze e iscrivere la squadra alla Lega Pro. Ma già il 25 giugno vanno pagati stipendi e contributi, per non rischiare penalizzazioni. Il 30 è la data di iscrizione con documentazione in ordine e fideiussione di 400mila euro. Oggi intanto al Penzo scende in campo una selezione di «vecchie glorie», per la sfida contro una rappresentativa dei tifosi della Curva Sud, che hanno promosso l’evento.
Ore 14.00 – (La Nuova Venezia) Il futuro del Venezia è stato discusso ieri pomeriggio dal direttore generale del club, Dante Scibilia, e dal sindaco Luigi Brugnaro. Il primo contatto tra i due, avvenuto al telefono, è stato cordiale, e il nuovo primo cittadino ha manifestato grande attenzione per la situazione che sta attraversando la società arancioneroverde. Il tutto in una giornata in cui Scibilia ha parlato con Mosca, peccato che dall’altra parte del telefono non ci fosse il presidente Yuri Korabli, ma un suo collaboratore. «Dalla Russia mi hanno detto che stanno lavorando su più fronti per cercare di risolvere la faccenda e rispettare le scadenze», afferma Scibilia, «ma a questo punto sono molto scettico sull’esito della trattativa, visto che sono quattro mesi che ci sentiamo dare sempre le medesime risposte». Quindi il direttore generale del Venezia commenta la telefonata con Luigi Brugnaro: «Mi ha chiamato e chiesto informazioni sulla nostra situazione, poi ha espresso il suo punto di vista. È stato molto cordiale e ha manifestato attenzione verso di noi». Scibilia sottolinea anche un altro aspetto della situazione del Venezia. «A questo punto ritengo che sia necessario iniziare a studiare un piano B, che non significa pensare alla serie B, ma alla serie D qualora non si sbloccasse la situazione con la Russia. Dobbiamo cercare di salvare la società e almeno tentare di ripartire dalla categoria inferiore. Serve, però, l’aiuto di tutti e che ognuno faccia la sua parte. Tutti dobbiamo fare il massimo per poter tentare di far continuare a vivere il calcio a Venezia». Le scadenze sono chiare: 25 giugno per pagare gli arretrati e 30 giugno per l’iscrizione al campionato. Il tempo stringe, e chi di sicuro in questo momento ha le mani legate è il direttore sportivo Ivone De Franceschi, bloccato sul fronte del mercato e quindi nella possibilità di costruire una squadra per la prossima stagione, non sapendo neppure in quale categoria potrà eventualmente giocare. I tifosi rimangono con il fiato sospeso, e i prossimi dieci giorni saranno decisivi per il futuro del club. Di sicuro l’interesse mostrato dal sindaco, sia nell’incontro con i supporters arancioneroverdi che nel colloquio con il dg del Venezia, sono stati un elemento molto apprezzato. Non resta che attendere, e vedere se dalla lontana Russia giungeranno notizie positive entro giovedì prossimo.
Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) Tutti pazzi per Ioco si diceva ieri. Beh, lo si ripete anche oggi, perché il Modena si è proprio invaghito del ricciolone virtussino. Antonio Caliendo, volpone del mercato e number one dei canarini anche ieri è tornato alla carica. Ma le condizioni le detta il Bassano, proprietario del cartellino e con il quale il giocatore è legato sino al 2016. Il prezzo lo fa Seeber e se Caliendo è un osso duro, l´uomo di Bressanone sa esserlo anche di più (l´operazione per il passaggio di Pellizzer a Cittadella è stata una maratona logorante). E infatti la prima offerta di Caliendo, lontanissima dalle richieste virtussine è stata respinta al mittente. La prossima settimana il Modena tornerà sotto perché da almeno 15 giorni all´ombra della Ghirlandina si sono messi in testa che Iocolano deve prendere la via dei gialloblù. I quali, se non altro, hanno mollato un minimo la presa su Cenetti, un altro per cui dovrebbero andare in tasca, visto che è contrattualizzato col Soccer Team. Non solo: Iocolano è in cima ai desideri del Padova, ambiziosa matricola di Lega Pro, ed è monitorato pure dal Novara. Fermo restando che l´ultima parola spetta al club di via Piave, il giocatore si muoverebbe solo dinanzi all´opportunità tanto di aiutare la società a monetizzare, che di potersi misurare in categoria superiore. Ecco perché per il momento il Padova non rientrerebbe tra i suoi obiettivi immediati. In terza serie Ioco a quel punto preferirebbe giocare a Bassano. A proposito del Padova: i biancoscudati stanno andando in forcing su Bizzotto, il centralone difensivo della Virtus. Bizzo è in scadenza, qui sono orientati a trattenerlo, anche perché si parla di un giocatore di 25 anni con un futuro radioso davanti. Ma non è semplice, il corteggiamento di Fabrizio De Poli è serrato. Molto dipenderà anche dalla volontà del ragazzo, che in cuor suo mai vorrebbe lasciare il Bassano, ma dinanzi a una proposta articolata nel tempo, perdippiù in una piazza come Padova faticherebbe a dire di no. Sempre il Padova non smette di tenere d´occhio altri due pezzi pregiati dell´argenteria Diesel come Giusto Priola e Federico Furlan, reduci entrambi da un´annata brillante ed entrambi in scadenza il 30 giugno. Anche per loro la prima scelta sarebbe la maglia giallorossa, ma qualora non si sbloccasse nulla, è evidente che sono destinati a salutare, tantopiù che Furlan gode di estimatori pure in B (il Livorno). Intanto sono giorni grami per Asta: sfumato l´accordo col Novara, dopo che l´intesa verbale era già stata rintracciata a causa del mancato patentino per allenare in B (il sodalizio piemontese ha prima virato su Ringhio Gattuso poi ha scelto Marco Baroni che ieri sera era a un passo dalla firma), ora anche la Salernitana che l´aveva approcciato per un attimo dopo aver divorziato da Leonardo Menichini, gli ha voltato le spalle. Dunque, al momento don Tonino è senza panchina (anche se rimane l´interessamento del Vicenza). Infine, Stefano Sottili aspetta la chiamata da Seeber, non vede l´ora di mettersi al lavoro per Bassano.
Ore 13.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Un comunicato. Duro e preciso, che di fatto complica non poco la fumata bianca sull’asse Catania-Vicenza per Pasquale Marino. Lo ha diffuso nella giornata di ieri l’ad del club siciliano Pablo Cosentino, respingendo di fatto al mittente la richiesta di un «indennizzo» che il Vicenza ha in mente da quanto lo stesso Marino ha dichiarato la sua volontà di non proseguire il rapporto con la società biancorossa: «In merito a notizie diffuse da organi di stampa circa l’assunzione di Pasquale Marino come tecnico per la stagione sportiva 2015-2016 — si legge nella nota del club siciliano — l’ad del Catania Pablo Cosentino precisa che eventualmente intavolerà trattativa con lo stesso solo e se avrà risolto autonomamente il contratto che lo lega al Vicenza». Il comunicato di Cosentino segue di qualche ora le dichiarazioni del ds del Vicenza Paolo Cristallini che, di fatto, aveva «ufficializzato» la richiesta di indennizzo per liberare Marino. «Al momento — ha detto Cristallini a Itasportpress — possiamo dire che Marino è un nostro allenatore. Il rischio che resti con noi c’è se non si troveranno le condizioni che renderanno possibile la rescissione consensuale del contratto che lega il tecnico di Marsala al Vicenza. Non è un nostro problema perché noi un allenatore sotto contratto ce l’abbiamo. Indennizzo? Certamente, io non libero un allenatore gratis con un contratto con scadenza giugno 2016. Con l’ad del Catania abbiamo raggiunto un’ intesa di massima con alcuni giocatori inseriti nell’operazione (Moretti e Brighenti, ndr .) ma tutto è in stand-by. Con Marino c’è un buon rapporto ma ci siamo rimasti male quando ha deciso durante i playoff di andare via. Il presidente lo ha chiamato diverse volte per prolungare il contratto e adeguarlo ma il tecnico ha pensato di tornare in Sicilia. Scelta legittima, lo accontenteremo ma non lasciandolo andare gratis». La giornata di oggi potrebbe offrire l’occasione giusta per sbloccare l’impasse. Cosentino è atteso a Milano e magari le due società torneranno a parlarsi. Ieri è sostanzialmente uscito di scena uno dei candidati, quel Vincenzo Torrente segnalato sulla strada di Salerno e, in ogni caso, non in cima alle preferenze di Cristallini. Tutti i papabili (Mangia, Di Carlo, Gautieri) smentiscono contatti e la situazione sembra abbastanza indecifrabile, almeno per ora. E se Marino alla fine fosse costretto a rimanere a Vicenza? La logica e l’esperienza dicono che alla fine difficilmente andrà in questo modo, ma nulla si può escludere al 100%. Non resta che attendere per capire.
Ore 12.40 – (Giornale di Vicenza) Il Vicenza non ha ancora scelto l´allenatore per la prossima stagione. E par di capire che, visto il complicarsi della questione Marino, sarà difficile arrivare a una decisione a breve. I nomi attualmente più caldi sono comunque quelli di Asta e Mangia; qualcuno, poi, parla anche di Novellino.Resta poi lo spazio per una curiosità: Blazej Augustyn, difensore polacco con trascorsi a Vicenza, ha firmato per gli Hearts of Midlothian, squadra di Edimburgo neopromossa nella massima serie scozzese. Augustyn ha militato in biancorosso nella stagione 2011-2012, nel corso della quale ha collezionato 26 presenze e ha segnato un gol.
Ore 12.20 – (Giornale di Vicenza) Dove ´ndasio, che fora da qua si in mezo ´na strada? (A scanso di equivoci: dove andate, che fuori di qua siete in mezzo a una strada?). La domanda è posta. Già, perchè a prescindere dall´affaire Marino e dai possibili spostamenti di giocatori legati al trasferimento dell´allenatore, fanno riflettere le voci (fondate o meno) che si rincorrono negli ultimi giorni in merito alle numerose, possibili, partenze. Provochiamo: siamo sicuri che rimanere a Vicenza faccia così schifo? Altra provocazione: ammesso (e non concesso)che per ora esista un rischio esodo, cosa si può fare per arginarlo? Cambi & cambi. Che la squadra biancorossa fosse destinata a mutare pelle era logico ed evidente. Molti giocatori erano a Vicenza in prestito, altri hanno bisogno di cambiar aria per trovare più spazio. Ma in questi casi, ovviamente, si tratta di movimenti fisiologici. Il discorso cambia quando si comincia a parlare di giocatori di proprietà, con i quali si potrebbe pensare di costruire l´ossatura di una squadra in grado di ben figurare anche l´anno prossimo.Valori. Approfondiamo. Che Di Gennaro parta ci sta. Uno perchè è in prestito, due perchè il giocatore visto quest´anno non ha niente a che fare con la serie B. Se il Napoli ha fatto quel che ha fatto per portarsi a casa Valdifiori, sarebbe singolare che Di Gennaro non trovasse posto nella massima serie. Ma attenzione, perchè qui introduciamo un concetto che andrà approfondito più avanti: Vicenza è Vicenza, a prescindere da ogni forma di campanilismo e/o partigianeria. Non dimentichiamo Spezia-Vicenza, con l´ex Di Gennaro (visto che di lui si parla) fischiato e insultato dal primo minuto al momento della sostituzione e costretto quindi a giocare una complicatissima partita nella partita. Ecco, a Vicenza difficilmente succederebbero cose del genere. Ne tengano conto i partenti, ne tenga conto chi arriva. Citiamo, a memoria, un ex biancorosso rimpianto come calciatore e come uomo, Christian Raimondi. Uno che qui si è fatto onore e che ora la sua A se l´è meritatamente conquistata. «Mi è sempre piaciuta – diceva – l´idea di giocare a Vicenza, in questo stadio piccolo e spesso pieno, con la gente addosso che ti incita costantemente…». Ecco (in parte) cosa s´intende dicendo che fuori di qui si è in mezzo a una strada. Viaggiare? (1) Un altro passo in avanti. Durante la scorsa annata molti giocatori hanno trovato la loro piena affermazione in B. Sono cresciuti, si sono valorizzati. Vien da pensare, per fare qualche nome, a Vigorito, a D´Elia, a Cinelli. Ma la domanda che ci si pone è questa: farebbero così bene anche altrove? Forse sì, forse no. Sia chiaro: è sacrosanto che un calciatore professionista ambisca a crescere, a migliorare, a cercare nuove e migliori opportunità. Ma se non fossero migliori?Viaggiare? (2). Le cose poi, ovviamente, non vanno mai guardate da un solo punto di vista. E allora – meglio dirlo in giugno piuttosto che rinfacciarlo in dicembre – bisogna anche creare le condizioni perchè i giocatori siano stimolati a restare. E qui, naturalmente, torna in ballo il solito discorso della società. A prescindere dal fatto che ancora non è chiaro come saranno disposte le sedie nella stanza dei bottoni di via Schio, l´imprescindibile necessità di far cassa attraverso il mercato non deve passare attraverso un indebolimento della squadra. Sia chiaro, nessuno vuole insegnare niente a nessuno, non si ambisce a scoprire l´acqua calda e si è ben consapevoli che si fa come si può e con quel che si ha. Però ecco, qualche piccolo accorgimento… Peschiamo nel mucchio: se Sbrissa dovesse essere preso dal Sassuolo, perchè non provare a farlo crescere a Vicenza per un´altra stagione in prestito? Catania e non solo. Saggia, restando in tema, l´idea di cercare di trattenere Moretti nell´ambito della negoziazione per liberare Marino. Ma far partire Brighenti? Magari tocca, ma par di capire che il difensore, reduce da una stagione strepitosa, prossimo alle nozze e forte di altri tre anni di contratto, non si strapperebbe i capelli all´idea di rimanere a Vicenza. E visto che di big si parla, Cocco piace al Chievo (anche se la voce ieri è stata ufficialmente smentita). E qui puoi dire che la A è la A, che potrebbe essere la svolta di una carriera… Chi può sostenere il contrario? Ma guardiamo anche il rovescio della medaglia. Cocco ha vissuto una stagione straordinaria, ha segnato tantissimo, ha trovato una dimensione ideale. È uomo di valori: aveva accettato di venire a Vicenza in Lega Pro, sui parastinchi ha scritte che richiamano la sua famiglia e la sua Sardegna. Ecco, aiutarlo a sentire ancor più suo il Vicenza? Chiaro, poi, che non si può forzare la volontà di nessuno e che in certi casi le cose vanno come devono andare. Ma Vicenza, come si è visto in tantissime occasioni, può essere la piazza ideale per lanciarsi, rilanciarsi e crescere ancora. A volte si tratta soltanto… di farsi gatti. E allora sì che ci si trova nella città giusta…
Ore 11.50 – (Gazzettino) Le strade di Rej Volpato e del Campodarsego si separano. La notizia è stata comunicata ieri dal direttore generale Attilio Gementi, che ha anche reso noto che pure il collega di reparto Andrea Lucchini non rientra più nei piani. «Due scelte dolorose, ci dispiace enormemente – spiega il dirigente – Volpato è un ragazzo straordinario, Lucchini l’ho avuto per quattro anni. Purtroppo è andata così alla luce del fatto che l’anno prossimo prediligeremo come modulo il 4-3-3 e dobbiamo cercare attaccanti di un certo tipo. Abbiamo pensato che Volpato ha lo stesso ruolo di Aliù (confermato), mentre Lucchini è più un trequartista. Auguro a entrambi le migliori fortune, adesso speriamo di trovare due attaccanti importanti e adeguati al nostro progetto». Fa sensazione soprattutto il benservito dato a Volpato, trascinatore con una ventina di gol della squadra fino all’infortunio al ginocchio nella sfida di ritorno con l’acerrima rivale dell’Adriese, prossima destinazione molto probabile dell’attaccante padovano. Come dire, se il club biancorosso ha centrato una promozione storica in serie D è anche merito suo. «Come spiegazione mi è stato detto che hanno intenzione di cambiare modulo e progetto – afferma Volpato – Non me l’aspettavo per come sono andate le cose, però il calcio è anche questo e ne prendo atto. Il calcio non finisce a Campodarsego e per mia fortuna le richieste non mi mancano: ho diversi contatti e li sto valutando. Dal punto di vista logistico l’Adriese è la possibilità più vicina a casa, ma se sarò obbligato prenderò anche altre strade e se ce ne sarà bisogno sposterò con me anche la famiglia». Tornando alla separazione con il Campodarsego, l’attaccante aggiunge. «Sono rimasto un pò spiazzato per la decisione che hanno preso, e comunque non è legata al mio infortunio dato che sono passati quattro mesi e sto bene tanto che sono rientrato quasi del tutto nei parametri normali. Sono un pò amareggiato per come mi sono state dette le cose, anche se questa separazione può trasformarsi in una fortuna per me. Non rimpiango il fatto di non giocare più al Campodarsego, ma rimpiangerò di certo il rapporto straordinario che si era creato con i compagni all’interno dello spogliatoio».
Ore 11.20 – (Gazzettino) Anche se l’annuncio della sua conferma è arrivato solo un paio di giorni fa, Stefano Marchetti non ha mai smesso di lavorare per il Cittadella. Il diggì ha varcato giornalmente l’ingresso della sede, portando avanti le prime incombenze della nuova stagione: il nuovo allenatore, le scadenze di mercato, il ritiro precampionato. «Il successore di Foscarini? C’è una rosa di tre, quattro nomi che sto vagliando – sottolinea Marchetti – Non è una decisione che sarà presa in tempi strettissimi, voglio valutare per bene le persone, ponderare i pro e i contro di una determinata scelta». Non è facile tracciare l’identikit del prescelto. «Potrebbe essere uno giovane oppure esperto, voglio parlare di persona con i candidati alla panchina». Tra questi figura Giulio Giacomin, per diversi anni secondo di Foscarini in prima squadra, e dalla scorsa stagione allenatore della Primavera, dove ha svolto un lavoro egregio. A fine mese le prime scadenze tra comproprietà e diritti da risolvere. Per il Cittadella c’è il difensore Scaglia a metà con il Torino, poi Perez con l’Ascoli che ha il diritto di riscatto, mentre il Cittadella può esercitarlo sull’attaccante Stanco, del Modena. «Vedremo di trovare un accordo per i primi due, mentre il Cittadella non riscatterà Stanco: si tratta di un contratto troppo oneroso per la Lega Pro». Capitolo ritiro precampionato. Ci sarà un nuovo allenatore, si ripartirà dalla categoria inferiore, ma non cambia la “location” estiva: il Cittadella andrà ancora a Lavarone (Trento), già decise anche le date, dal 19 luglio al 2 agosto, in linea con gli anni scorsi.
Ore 11.00 – (Mattino di Padova) L’allenatore? No, il portiere. È questa la prima casella da riempire in casa Cittadella. Lo conferma il ds Stefano Marchetti. Quel che è sicuro è l’addio ad Alex Valentini. «Tornerà a la Spezia per fine prestito. Avevamo la possibilità di tenerlo ma ho preferito non riscattarlo» spiega il dg a riguardo, aggiungendo: «Poi valuterò la posizione di Vaccarecci, inserito come terzo portiere a campionato in corso nell’ultima annata. Potrebbe restare con noi». C’è ovviamente anche da capire cosa farà Andrea Pierobon, che al nostro giornale ha dichiarato di non avere ancora deciso se continuare a giocare. Tra i nomi accostati ai granata nelle scorse ore quello di Matteo Ricci, estremo di proprietà dell’Empoli, che però sembra vicino al Livorno.
Ore 10.30 – (Gazzettino) Tornando a De Poli, venerdì scorso è stato avvistato negli uffici del presidente Mario Visentini del Delta Porto Tolle, e considerato che il diesse aveva assistito alla sfida play off dei rodigini con l’Altovicentino insieme a tutto l’entourage biancoscudato, è rimbalzata la voce che ci fosse un interessamento per Laurenti (già cercato un anno fa) e Lauria. «Non sono giocatori che ci interessano, ero solo di passaggio, ma non sono riuscito a parlare con il presidente. Ho avuto solo un contatto telefonico, mi hanno chiesto informazioni su un nostro giocatore che abbiamo lasciato libero», probabilmente uno tra Sentinelli e Nichele, dato Ferretti è andato all’Imolese. Lo stesso giorno il procuratore di Segato ha proposto al Delta Porto Tolle il suo assistito, ma senza successo.
Ore 10.20 – (Gazzettino) Intanto, nei giorni scorsi il direttore sportivo ha preso informazioni anche sul centrocampista Eros Schiavon, padovano di Sant’Angelo di Piove, che è legato però ancora da due anni di contratto all’Avellino. Una pista molto difficile da praticare anche per via dello stipendio proibitivo del giocatore (supera i 100 mila euro all’anno), a meno che gli irpini non decidano di metterlo sul mercato contribuendo magari a parte dell’ingaggio. Altro nome posto all’attenzione del diesse è quello del centrocampista Daniele Corti, che si svincolerà dal Varese a fine mese, anche se pure in questo caso lo scoglio è rappresentato dall’ingaggio. Restano invece sempre in piedi le trattative già note per Arciadiacono, Bizzotto e Zecchin, alle quali si aggiunge anche quella per il difensore Fabiano che è in scadenza di contratto con il Martina.
Ore 10.10 – (Gazzettino) Sono giorni di riflessione e di contatti per Fabrizio De Poli che sta scandagliando il mercato in più direzioni per allestire una squadra competitiva in vista della Lega Pro. Ieri il diesse è stato ospite a Milano della trasmissione Sport Italia, e prima di andare negli studi televisivi ha fatto un passaggio all’Hilton (sede del calciomercato) che però era quasi vuoto. «Riprenderò le trattative da giovedì in avanti – spiega De Poli – e tornerò a Milano per la chiusura delle compartecipazioni. In questa fase sto rallentando molto l’approccio ai calciatori, dato che sono troppo forti come potere contrattuale e fanno richieste importanti».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Il mercato. Il diesse Fabrizio De Poli, dopo aver gettato qualche amo qua e là tra giocatori che interessano a mister Parlato e ai rispettivi procuratori, tornerà alla carica tra qualche giorno per cercare di chiudere le prime trattative, almeno sulla parola. Il telefono, in ogni caso, potrebbe squillare da un momento all’altro per gli attaccanti Pietro Arcidiacono (Martina) e Neto Pereira (Varese), per il centrocampista Carlo De Risio (Benevento) e il difensore Nicola Bizzotto (Bassano, ma prossimo allo svincolo a parametro zero) i prossimi potrebbero essere giorni di importanti novità.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Rivendicando alcuni accordi, la Media Sport Event ha quindi esercitato una sorta di opzione sul campo di San Vito, che ha immediatamente assegnato al Vicenza. E così, con l’albergo prenotato ma senza campo di allenamento, Lotito s’è visto costretto a cancellare tutto e a organizzare un nuovo ritiro, individuando in Cascia, nell’Umbria, la località più adatta. E suo malgrado, anche il Padova ora si troverà costretto a rivedere qualche piano. Al momento escluso, soprattutto per motivi di ordine pubblico, che possa profilarsi uno scontro precampionato tra Padova e Vicenza, con la Questura di Belluno che vigilerà già di per sé sul tranquillo svolgimento dei rispettivi ritiri.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) La prima amichevole di prestigio che il Padova avrebbe dovuto affrontare nel corso del ritiro precampionato è saltata ancor prima di essere ufficializzata. La sfida tra i biancoscudati e la Salernitana, che si stava cercando di organizzare vista la vicinanza che avrebbe dovuto separare le località scelte dalle due squadre per la preparazione in Cadore (San Vito per la squadra neopromossa in Serie B, Pieve per quella di Carmine Parlato), non si terrà: la squadra granata di Claudio Lotito nelle ultime ore ha dovuto ripiegare sull’Umbria. A San Vito di Cadore, a soli venti chilometri dal quartier generale biancoscudato, andrà il Vicenza. Tutta colpa dei rapporti che si sono guastati con la Media Sport Event, società specializzata nell’organizzazione dei ritiri precampionato. Azienda la quale, secondo i rumors, non avrebbe preso di buon grado la scelta della Salernitana di prenotare autonomamente le strutture dove aveva lavorato già la scorsa estate.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) È un centrale e basta, non si ritiene adatto per fare il laterale: «Nella mia carriera ho sempre fatto il centrale — spiega il brasiliano — e non credo di poter essere schierato da esterno, nemmeno con compiti esclusivamente difensivi. Chiaro, se ci fosse estrema necessità, sono a disposizione dell’allenatore. Ma sono tutti discorsi secondari, quello che mi preme è capire il mio futuro, visto che andrò in scadenza di contratto con il Martina». Quanto a Bizzotto, l’impressione è che il Padova abbia una corsia preferenziale. Il centrale di Cittadella, spera in una chiamata dalla serie B, ma Padova è una possibilità che gradisce parecchio. Nei prossimi giorni arriveranno sicuramente notizie in mercato, nonostante la frenata del ds De Poli in attesa di sferrare l’assalto decisivo. Dietro le quinte, intanto, si continua a trattare per Zecchin , obiettivo percorribile nonostante l’opposizione di buona parte della tifoseria a un suo ritorno. La trattativa è entrata nel vivo anche per Neto Pereira ma con ogni probabilità determinato a fare un’esperienza lontano da Varese, probabilmente anche perché la situazione societaria non è certo solida. De Poli aspetta, infine, novità dalla ventina di squadre che rischiano di non iscriversi al prossimo campionato. In caso di mancata iscrizione, infatti, tutti i giocatori della rosa si libererebbero a parametro zero. Un’occasione ghiotta per affari importanti.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) La pausa di riflessione annunciata da Fabrizio De Poli sul mercato del Padova non impedisce al ds biancoscudato di proseguire nella costruzione del nuovo organico. Nei piani di De Poli, poi, la difesa dovrebbe avere due nuovi centrali. Nicola Bizzotto e Fabiano Medina Da Silva sono i nomi più caldi. Entrambi sono in scadenza di contratto, sono stati informati della possibilità di vestire la maglia del Padova il prossimo anno, entrambi non disdegnerebbero affatto la prospettiva di diventare biancoscudati. «Sono stato informato dal mio procuratore dell’interessamento del Padova – spiega Fabiano, in uscita da Martina – non ho ancora avuto contatti con nessuno direttamente, ma di sicuro quella padovana è una piazza che mi piace tantissimo. Non so come andrà a finire la trattativa, ma se dovesse andare tutto per il meglio sarebbe una bella cosa. Fra l’altro so che al Padova piacciono anche due miei compagni nell’ultima stagione, De Risio e Arcidiacono. Magari fra qualche settimana ci ritroviamo tutti a Padova…».
Fabiano, che ha compiuto 33 anni, ha giocato anche in Cina, nello Shandong Luneng, dopo una lunga esperienza a Lecce.
Ore 08.38 – Poule scudetto, la finale: Siena-Akragas 5-3 dopo i calci di rigore. I bianconeri si laureano campioni d’Italia.
Ore 08.36 – Playout, serie D girone C: Dro-Triestina 1-3 dts, Giorgione-Kras Repen 2-1. Salvezza per Triestina e Giorgione, retrocedono Dro e Kras Repen.
Ore 08.34 – Playoff, serie D: AltoVicentino-Delta Porto Tolle 1-2, eliminata la squadra di Rino Dalle Rive.
Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Icone Vintage, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 19 giugno: mercato biancoscudato in stallo, Fabiano dichiara interesse per l’eventuale trasferimnto all’ombra del Santo.