Stefano Marchetti è al lavoro per la costruzione della nuova squadra. E al Il Mattino spiega: «Le richieste avute prima dal Cagliari e poi dal Carpi mi hanno fatto enorme piacere, sono gratificazioni importanti per il mio lavoro. Mi sono preso del tempo per riflettere, perché c’era da smaltire la delusione per quello che è successo, e ho ponderato tanti elementi. Alla fine ha prevalso il legame che ho con il Cittadella e con la famiglia Gabrielli. E poi non mi andava di lasciare dopo una retrocessione. Così, due giorni fa ho comunicato la mia decisione a Gabrielli». Nei giorni scorsi ha avuto diversi colloqui con lui: aveva bisogno di capire quale budget avrebbe avuto a disposizione per costruire una squadra in grado di lottare per la promozione? «C’erano tanti punti da chiarire, in un ambiente che deve ritrovare gli stimoli per ripartire. Le questioni economiche sono importanti ma quasi secondarie, qui: ci sarà sempre qualche società che può spendere più di noi». Adesso, lavorerà per i rinnovi dei contratti dei giocatori? «Ho sempre continuato a lavorare per il Citta, anche in questi giorni. E i contratti sono già tutti pronti per essere firmati». Con la sua permanenza è più facile rimanga chi ha più mercato, come Sgrigna, che ha dichiarato di voler restare… «Mi è piaciuto leggere sul Mattino quello che ha detto Sgrigna. E vorrei sentire da tutti la stessa voglia di riscattarsi». E l’allenatore? Sarà Giacomin? «Quella del tecnico è una scelta importante, che voglio fare con calma. Non c’è alcuna fretta». Intanto ci sono le comproprietà. «Sì, quella di Scaglia, con il Torino, e di Perez, richiesto dall’Ascoli. Avrei potuto esercitare un’opzione anche su Stanco, che però non farò valere, perché rischia di essere un contratto troppo oneroso per la Lega Pro. Poi vanno fatte le valutazioni dei prestiti, perché a certi giovani, come Barreca, puoi arrivare solo attraverso quel tipo di accordi. Ma che sia chiaro: il Cittadella non è mai stato lasciato solo».