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Ore 22.30 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Ancora qualche ora di attesa e si saprà il nome del nuovo allenatore del Montebelluna. La telenovela biancoceleste, che dopo l’addio a Pasa aveva visto molti candidati alla successione, sembra sul punto di chiudersi. Sfumato Feltrin, l’altro giorno è arrivato anche il diniego di Andrea Basso, che ha preferito rimanere a Bassano. Effettuato un sondaggio con Tentoni, ex mister del Treviso, la strada sembrava spianata per l’arrivo di Massimiliano Parteli, lo scorso anno all’Union Ripa, con il quale la società presieduta da Marzio Brombal aveva avuto più di un colloquio. Senonché nelle ultime ore è spuntato un pò a sorpresa il nome di Carlo Marchetto, tecnico della Sacilese nell’ultima parte di stagione dopo essere stato promosso dalla Juniores al posto di Zironelli. In precedenza lo stesso allenatore mottense aveva guidato la LiventinaGorghense ed era stato vice di Tedino al SandonàJesolo.
Ore 22.00 – (La Nuova Venezia) Presentato ufficialmente ieri sera, sulla terrazza dello stabilimento “Indiga”, il nuovo allenatore della Clodiense Maurizio Rossi. Assieme al tecnico è stato ufficializzato anche il nuovo preparatore dei portieri Cesare Chiarelli, tre anni al Delta Porto Tolle ed un passato nelle giovanili della Spal, che sostituisce Ivano Rossetti, figura storica del sodalizio chioggiotto. A fare gli onori di casa il presidente Ivano Boscolo Bielo. «Con Maurizio Rossi ci siamo sentiti un paio di volte ed abbiamo trovato l’accordo molto velocemente» ha detto Ivano Bielo, «perchè è la persona giusta per portare avanti nostro progetto. Rossi è un personaggio dal passato calcistico importante, ed è un allenatore pratico che crede molto nell’essenzialità del lavoro e da stasera ripartiamo tutti carichi di entusiasmo con l’obiettivo di fare bene. Speriamo di ripetere quanto di buono abbiamo fatto l’anno scorso, magari con l’aggiunta di quella ciliegina che ci è sfuggita nel finale di stagione». Maurizio Rossi arriva a Chioggia dopo l’esperienza con la Berretti del Venezia. «Ringrazio la Clodiense» sono le sue prime parole in granata «per l’opportunità che mi ha concesso ed il Venezia per aver dato carta bianca al mio trasferimento. Arrivo dopo un grande lavoro fatto da Andrea Pagan e non sarà facile ripetersi sugli stessi livelli. Ovviamente esiste già una lista della spesa e vedo che il direttore (Mauro Gallo, ndr) si sta muovendo molto bene. In Serie D si è ad un passo dal professionismo e sicuramente troveremo squadre molto più attrezzate anche dal punto di vista economico ma ce la giocheremo. Ai miei giocatori chiederò soprattutto il rispetto delle regole. Quando giocavo non ero molto forte ma seguivo alla lettera i dettami dell’allenatore ed è per questo che forse sono riuscito a disputare cento partite in Serie A in quattro anni. Come giocheremo? È presto per dirlo, dipenderà molto dal materiale che avrò a disposizione». In accordo con Rossi nei prossimi giorni verranno ufficializzati anche l’allenatore in seconda ed il preparatore atletico, mentre il raduno verrà fissato probabilmente il 27 luglio. Nel mercato, dopo la conferma di Isotti e Mastroianni, la priorità è la ricerca di una punta, visto che Santi sembra possa accasarsi al Delta Porto Tolle.
Ore 21.30 – (Il Piccolo) Se qualcuno degli obiettivi di mercato per la prossima stagione citati qualche giorno fa da Pontrelli si sono già accasati (l’attaccante Ferretti ha firmato per l’Imolese, mentre Amirante ha rinnovato con il Padova), continua invece l’ambizioso progetto di portare all’Unione Triestina 2012 il direttore sportivo della promozione dello scorso anno del Pordenone, ovvero Sergio Pinzin. Nulla di fatto, ancora, ma la conferma che una trattativa è in corso arriva dallo stesso diretto interessato. «Non lo posso negare – afferma Pinzin – contatti con il presidente Pontrelli ce ne sono stati. Ci siamo parlati già un paio di volte e poi ci siamo risentiti al telefono. Se potrà nascere qualcosa? Diciamo che si è parlato di tante cose, anzi si è parlato di tutto, ma cosa succederà da qui a una settimana o tra dieci giorni, ancora non lo so». Insomma l’ipotesi di vedere Sergio Pinzin riempire la casella di direttore sportivo della Triestina 2012 non è del tutto campata in aria, anzi. Anche se ovviamente il diesse per ora resta molto prudente: «Il presidente Pontrelli è molto ambizioso, ma prima deve sistemare alcune cose e mettere a posto alcune situazioni, poi si vedrà. Dopo due salvezze stentate, una società che vuole fare le cose per bene, poi le fa. La piazza è importante, c’è tanta voglia di calcio, io stesso in questa stessa stagione, quando gli impegni con il Pordenone me lo permettevano, sono già venuto a vedere alcune volte la Triestina». Quello che al momento è certo, anzi da ieri è ufficiale con tanto di comunicato della società, è che Pinzin lascia dopo tre anni il Pordenone, perché il contratto in scadenza al 30 giugno non sarà rinnovato. Con i neroverdi il diesse è stato artefice di un secondo posto in serie D, della vittoria della stessa D l’anno seguente (con conquista dello scudetto) e poi dell’esperienza di quest’anno in Lega Pro. Un divorzio consensuale e molto sereno: «Me ne vado dopo tre anni con nostalgia e ribadendo il mio amore per Pordenone – dice Pinzin – c’è stato un bel cammino di crescita, culminato con la promozione, poi forse in questa stagione si è sbagliato qualcosa all’inizio. Ma il concetto per me è chiaro: il mio ciclo a Pordenone è finito. È una separazione serena, perché penso di aver dato tanto alla società neroverde e di aver ricevuto moltissimo. Anzi mi auguro che sia ripescata perché è una società molto seria, ma a un certo punto bisogna fare delle scelte». Pinzin, 48 anni, prima dell’avventura pordenonese è stato una figura storica del Portogruaro, nel cui settore giovanile ha lavorato per tantissimi anni rivestendo tutti i ruoli, ma è stato anche diesse del Concordia. Certamente, rispetto a Maragliulo, sarebbe una persona di grande esperienza della categoria e soprattutto con una approfondita conoscenza del territorio. L’ideale quindi per costruire una squadra ambiziosa, come sembra nelle intenzioni di Pontrelli, ma naturalmente gli devono essere messi a disposizione determinati mezzi. E soprattutto, prima, c’è da vedere se il matrimonio si farà davvero.
Ore 21.00 – (Corriere delle Alpi) C’è il Piacenza su Alberto Tibolla, anche lui in uscita dal Ripa Fenadora. Il centrocampista che nell’ultima stagione ha giocato in neroverde è di proprietà del Chievo, con cui è arrivato alla fine del contratto quadriennale. Prima di tutto bisognerà vedere se la società veronese deciderà di rinnovarglielo o se lo svincolerà. Nel frattempo ci sono già stati dei contatti con alcune squadre e la pista più calda è quella del Piacenza, società prestigiosa che adesso gioca in serie D. Tibolla aspetta di vedere cosa vuole fare il Chievo e deve ancora parlare con l’Union, ma difficilmente resterà in neroverde. «All’80 per cento credo di no», commenta il centrocampista bellunese, che vuole valutare con calma la scelta migliore. «Ho diverse porte aperte e mi sto prendendo il tempo di valutare la scelta migliore. Prima di tutto devo sentire il Chievo e con l’Union non ho ancora parlato, la porta non è ancora chiusa ma non penso di restare». Intanto però, Alberto Tibolla ha sentito sia qualche squadra di Lega Pro che di serie D, tra cui un ambizioso Piacenza. «Mi hanno detto che puntano a vincere», racconta il centrocampista, intrigato da una piazza prestigiosa che punta a tornare in alto dopo il fallimento del 2012. Sul fronte uscite, sembra vicino il passaggio dei due centrocampisti Nicola Tomasi e Marco Dassiè (giovane fuoriquota) in Piemonte, direzione Borgosesia, squadra della provincia di Vercelli che gioca in serie D.
Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Fontanafredda, operazione fortino. Lo diciamo da settimane: il club rossonero è di gran lunga il più attivo sul mercato e si prepara ad una stagione in cui punterà a una selvezza tranquilla, cercando magari di togliersi qualche soddisfazione in più. Per farlo serve puntellare il reparto arretrato; in questo senso ecco due notizie. La prima riguarda Massimo Malerba, che nonostante la corte del Sandonà (la squadra veneta si era fatta sotto negli ultimi giorni) ha trovato l’accordo per giocare un altro anno agli ordini di De Pieri. Il difensore centrale però cerca un compagno di reparto, e il nome giusto potrebbe essere quello di Daniele Visintin del Cjarlins Muzane. Esperto, conoscitore della categoria, e protagonista dell’Eccellenza vinta due anni fa: è perfetto per completare la rosa. Il Cjarlins non dovrebbe confermarlo e il Fontanafredda sarebbe pronto a piombargli addosso. Poi si penserà ai giovani, partendo dalla porta (ancora non c’è il nome del nuovo estremo difensore), proseguendo sulle fasce: piace molto il giovane terzino sinistro della Berretti del Pordenone, Diego Di Bon. È il classe 1997 che servirebbe al Fontanafredda. Ha detto no invece, il centrale Vettoretto, che resterà a Chions. TAMAI – Obiettivo attaccante. È sfumato Marco Beccaro, per il quale il Tamai aveva effettuato un sondaggio. L’ormai ex Sacilese andrà al Delta Porto Tolle e cercherà di vincere il campionato. Ancora in ballo l’affare Florean, che si può fare nei prossimi giorni. In alternativa ci sarebbe Diaw della Virtus Corno. Piacciono due giovani del Pordenone anche al Tamai: Marco Minisini e Athos Bianchini, entrambi classe 1997. Il sogno, però, si chiama Daniele Mattielig, il mediano che Lovisa vorrebbe a tutti i costi trattenere. SACILESE – In assenza di chiarezza sul futuro, il tecnico Carlo Marchetto è tentato dallla corte del Montebelluna. Stefano Favret, che sembrava diretto all’Altovicentino, può accordarsi con la Luparense. Suonano le sirene del Sudtirol per Alberto Spagnoli, attaccante destinato più di tutti a giocare il Legapro.
Ore 20.10 – (Messaggero Veneto) La risposta di Lauro Florean (classe ’81) è attesa a giorni. Prima del “sì” o del “no” della punta, il Tamai pensa al reparto fuoriquota. E bussa alle porte del Pordenone. I mobilieri, infatti, sono sulle tracce di Dario Minisini e Athos Bianchini, entrambi centrocampisti della Berretti neroverde. Sarebbero questi, tra gli altri, i pezzi individuati per completare con un giovane un reparto che già conta su Petris (’86), Ursella (’90) e Davide Furlan (’86): su quest’ultimo, a proposito, c’è la volontà di portarlo in preparazione e valutare al termine il suo stato di salute. Da anni, infatti, l’ex professionista ha problemi col ginocchio. Domande e valutazioni sui giovani se le pone anche il Fontanafredda. Indiscrezioni dicono che, in questi giorni, i rossoneri abbiano fatto un sondaggio per Diego Di Bon (’97), terzino, anche lui in forza all’under del Pordenone. Ma, oltre ai movimenti in entrata, il club ha un’importante conferma: quella di capitan Malerba (’82). Accordo di massima trovato col difensore, a breve l’ufficialità. “Maci” è così diretto verso la terza stagione al Tognon.
Ore 19.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Andrà a finire che a Sacile tutto resterà come prima. Da diversi giorni si parla di due cordate pronte ad affiancare Presotto e Nadal nella gestione della Sacilese. Per praticità sono state definite la cordata di Fiorin e la cordata di Mazzarella. Abbiamo chiesto direttamente al direttore sportivo e all’avvocato come stanno effettivamente le cose. CORDATA FIORIN – «Non esiste una cordata Fiorin – garantisce l’attuale ds della Sacilese – Io – sorride – vivo con i soldi del calcio, non investo soldi nel calcio. Metto a disposizione la mia esperienza. Nelle ultime stagioni l’ho messa a disposizione di Presotto e Nadal e mi sembra che le cose non siano andate poi tanto male né a livello di prima squadra (due terzi posti consecutivi, ndr) né a livello di settore giovanile». Da dove nasce quindi la storia della Cordata Fiorin?. «Dal fatto – risponde il dirigente – che una persona che nemmeno conosco mi aveva chiesto un numero di telefono per poter contattare il presidente. Ottenuta l’autorizzazione del presidente, ho passato il numero. Questo è stato tutto il mio coinvolgimento. Da quello che so – conclude Fiorin – non c’è stato nessun contatto». AUTARCHIA BIANCOROSSA – Fiorin ha la sua soluzione. «La priorità di Presotto e Nadal – premette – è il settore giovanile. Non lo molleranno mai. Bisogna valorizzare quello. Promuovere in prima squadra gli juniores – indica la via il ds – e ingaggiare solo quei due o tre “vecchi” che potrebbero contribuire a far crescere il gruppo». L’AVVOCATO E LO STRANIERO – «Io invece la cordata ce l’ho – esordisce Mazzarella, rispondendo anche a Lidia Nadal che aveva affermato: l’avvocato ha tante belle idee, speriamo che abbia alle spalle anche chi ci aiuti a realizzarle – È un gruppo italiano appoggiato da un imprenditore facoltoso dell’est. Puntava – racconta – a un capoluogo di provincia con una struttura che potesse sopportare una crescita programmata nel tempo. L’ideale sarebbero stati Trieste o Pordenone, ma la prima non ha settore giovanile né, in questo momento, è facile trovare l’interlocutore giusto. Pordenone ha un buon vivaio, una buona struttura societaria garantita dalla famiglia Lovisa e il presidente non intende mollare. Allora sono riuscito a “dirottarli” su Sacile, che ha interlocutori seri e appassionati e un buon settore giovanile, con possibilità di collaborazione con altre società della zona. Presotto e Nadal – continua Mazzarella – hanno particolarmente a cuore il settore giovanile. Saremmo ben felici che rimanessero loro a gestirlo. Noi ci occuperemmo principalmente della prima squadra, ma saremmo ancora più soddisfatti se Presotto volesse rimanere come presidente». I giorni però passano e non succede niente.
Ore 19.20 – (Messaggero Veneto) Dopo molti giocatori – che costituivano l’ossatura della squadra – la squadra potrebbe perdere un altro pezzo: mister Carlo Marchetto, tentato dal Montebelluna. Ma la Sacilese, tra i vari addii, potrebbe registrare una permanenza. La più importante. Quella della famiglia Presotto: più passano i giorni e più sembra possibile che gli attuali proprietari rimangano alla plancia di comando. Ed è la schiarita che molti appassionati liventini attendevano. Secondo indiscrezioni, infatti, Lidia Nadal e Gianpaolo Presotto non sarebbero convinti delle cordate che avevano manifestato l’interesse a rilevare la società. Quella collegata all’avvocato Maurizio Mazzarella, da quanto si sa, tornerà a colloquio la prossima settimana: deve evidentemente portare argomenti più “concreti” per convincere i plenipotenziari del club. Neppure l’altro gruppo sembra dare grandi certezze. Di conseguenza, attualmente si va verso una conferma del vertice societario. Perché la famiglia Presotto ribadisce il concetto: o si vende ad acquirenti con tutte le credenziali richieste, altrimenti si rimane così. Certo è che, se il quadro non dovesse cambiare, si andrebbe verso un netto ridimensionamento. E’ notizia di ieri che, dopo Favret, Baggio, Boscolo Papo, Sottovia, Beccaro e Beccia, anche Marchetto potrebbe lasciare il biancorosso. Il Montebelluna vuole continuare il progetto iniziato con Pasa, legato ai giovani: il tecnico veneto è stato individuato come il professionista giusto. Oltre a lui – qui si entra nel campo delle certezze – lascia anche il preparatore atletico Enrico Ioppi. Il “prof”, punto stabile nell’organico biancorosso, sta per raggiungere il suo ex mister Mauro Zironelli all’Altovicentino. Questi addii a ripetizione preoccupano molti. Tranne uno, il direttore sportivo Denis Fiorin. L’uomo-mercato manifesta calma ed è convinto comunque di allestire una squadra competitiva, nonostante il budget ridotto. A gennaio, con il ridimensionamento già in atto, lo stesso Fiorin è andato sul mercato e ha preso a prezzo di saldo Assane Mboup, difensore reduce da problemi fisici. Lo stesso giocatore, al momento, è ambito da diversi club.
Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Il Belluno di Belluno. Gianpiero Perissinotto è il nuovo presidente dell’Ital-Lenti Belluno. Era destino e da ieri è realtà. Dopo Sergio Barzon, Sergio Carbonari e Livio Gallio ieri sera è scoccata l’ora dell’eterno vice, nonché uomo dei conti gialloblù. «Io stavo bene anche da vice – assicura il nuovo numero uno sorridendo – ma non nascondo di essere felice, fa molto piacere e so di poter contare su validissime spalle». I vice infatti saranno ancora due, ovvero gli ex presidenti. Giusto? «Giusto, Carbonari e Gallio saranno al mio fianco e Paolo Polzotto, a conferma di quanto il main sponsor creda in questo progetto, sarà amministratore delegato. D’altronde l’avevo messa come condizione senza la quale non avrei mai accettato: avere intorno lo stesso gruppo di amici, consolidato. E così sarà». Come sarà il Belluno di Perissinotto? «Mi piacerebbe fosse divertente. Di sicuro raccolgo un’eredità difficile, altisonante. Spero davvero di essere all’altezza di chi mi ha preceduto. La mia mission? Portare la squadra più al centro della città. Vorrei che più persone si avvicinassero, che più gente si riconoscesse nel Belluno, sostenendolo. Insomma, più pubblico. E l’ingresso di Simone Soccal in società marcia indubbiamente in questa direzione». Il suo primo acquisto? «Potrebbe essere Calcagnotto, con cui siamo alla stretta finale, ma non escludo un paio di sorprese nei prossimi giorni. Di questo però bisogna parlare il ds Fardin, con cui mi sentirò domani (oggi, ndr). Certo che bisogna allungare un po’ la rosa». Livio Gallio ha fatto per due volte 59 punti. E Perissinotto? «Si gioca sempre per migliorarsi, giusto? E allora facciamo 60…». IL PUNTO – Presi Acampora e Brino (l’ok è arrivato martedì) e detto di Calcagnotto, ora il Belluno cercherà di piazzare un paio di colpi giovani in attesa di capire se aspettare o meno Posocco, presto in partenza in direzione Spal. Per quanto riguarda la società invece il Cda si è dato appuntamento a fine mese per discutere di budget e premio Giovani D valore. L’era Perissinotto è iniziata. In bocca al lupo, presidente.
Ore 18.30 – (Corriere delle Alpi) Tutto come come da pronostico: Gianpiero Perissinotto è il nuovo presidente del Belluno. Ieri sera si è riunito il consiglio, di amministrazione gialloblù che ha eletto il nuovo numero uno, che siederà sulla poltrona più alta di Piazzale della Resistenza per i prossimi due anni, come successo ai suoi due predecessori Sergio Carbonari e l’uscente “pres” Livio Gallio. Un Perissinotto molto soddisfatto, che lascia al predecessore, le ultime parole da numero uno. «Sono stati due anni ricchi di soddisfazioni – commenta Gallio – è stata un’esperienza bellissima, ma come tutte le cose prima o poi deve finire. Questo non vuol dire, però, che il mio impegno con la società finisce qui perchè rimarrò nel consiglio di amministrazione del Belluno come vicepresidente insieme a Sergio Carbonari. Ringrazio lo sponsor Paolo Polzotto e i soci che mi hanno dato l’incarico per queste due stagioni trascorse, siamo riusciti a raggiungere i play off per due anni consecutivi, abbiamo centrato un premio importante con la classifica “Giovani D valore”, e abbiamo costruito una squadra di bellunesi che ha espresso un ottimo calcio e questo merito va all’allenatore Roberto Vecchiato». Alla fine Merli Sala ha lasciato i colori gialloblù. «Sapevo che non c’erano molte speranze di trattenerlo da noi – continua Gallio – prendiamo atto della sua scelta di vita. Non è mai opportuno giudicare le scelte di una persona, il rapporto però con il giocatore è rimasto ottimo e ci siamo lasciati bene». Anche l’addio con Andrea Radrezza non ha creato problemi? «Anche con lui le cose sono andate bene, in questo caso sia il giocatore che la società non sono mai venuti meno ai propri impegni ed è rimasto il rispetto reciproco. Andrea aveva bisogno di giocare con continuità per testare bene il suo fisico ed è andato via». Conosci il nuovo arrivo Antonio Acampora? «Mi aveva impressionato qualche anno fa quando lo avevo visto giocare a Monfalcone, quando Augusto Fardin e Roberto Vecchiato mi hanno detto che c’era la possibilità di portarlo a Belluno ero entusiasta. Le opinioni su di lui sono molto positive, dicono sia un bravo ragazzo e un giocatore molto forte. Speriamo di aver messo a segno il colpo giusto».
Ore 18.00 – (Giornale di Vicenza) Traslocano a 20 km di distanza. Ma più che la distanza fa rumore la destinazione: Andrea Pregnolato e Mattia Carlotto salutano l´Arzignanochiampo e si trasferiscono all´Altovicentino. Una novità, per il primo. Un ritorno di fiamma, per il secondo. Tutto come anticipato, quindi. Pregnolato, difensore del ´95, è cresciuto nelle giovanili del Vicenza fino alla Primavera. Poi, la scorsa stagione complici anche i buoni rapporti tra la dirigenza biancorossa e quella dell´Arzichiampo il centrale aveva trovato posto nella squadra di Beggio. Per lui, una stagione da incorniciare: 28 presenze e una crescita esponenziale che ne ha fatto un giocatore fondamentale nella griglia difensiva dell´Arzichiampo. L´Altovicentino si è sistemato anche sul fronte offensivo riconquistando Carlotto, esterno d´attacco che a sua volta ha vissuto la sua stagione dei record: 13 gol, più uno nel primo (e ultimo) turno dei playoff col Belluno.
Ore 17.30 – (Alto Adige) Il 18 luglio scatta il ritiro. Ad un mese dall’inizio della nuova stagione, il volto del “nuovo” Alto Adige è ancora tutto da disegnare. L’Alto Adige di mister Stroppa è praticamente in sala trucco, in attesa di iniziare il maquillage che dovrà essere in grado di scatenare il giusto appeal. Manca però solo un mese all’ingresso nell’Hotel Alpenhof di Racines ed il rischio è quello di presentarsi alla porta girevole in ciabatte e con i capelli avvolti nei bigodini. Questo per dire che il mercato biancorosso è completamente fermo…in attesa di quale segnale? “Il nostro mercato è fermo – dice il ds Luca Piazzi – perché come al solito i movimenti della serie C dipendono a cascata da quelli della B e dalla A. Il timing è sbagliato almeno quello che riguarda la posizione di certi giocatori, mi riferisco a quelli di un certo peso. La situazione si bloccherà tra una diecina di giorni quando inizieranno a fare il mercato della serie B e capire su quali giocatori si potrà puntare. Da qui in avanti anche il nostro mercato comincerà a dire qualcosa di più”. E in attesa che ciò avvenga (speriamo presto) vediamo di interpretare quale potrebbe essere il volto dell’Alto Adige edizione 2015-2016… “Partiamo da due dati precisi: il primo riguarda il budget che è rimasto uguale a quello della passata stagione. Il secondo riguarda l’organico, visto che siamo orientati ad allestire una rosa più ristretta rispetto a quella degli anni scorsi”. A proposito di budget. Se è rimasto uguale a quello degli altri anni vuol dire che l’intenzione è quella di allestire una rosa diciamo “tranquilla” e senza nomi importanti? “A dirla tutta abbiamo da sciogliere il nodo di Fischnaller nel senso che il nostro potenziale da investire riguarda anche un’eventuale cessione dell’attaccante. Attualmente non abbiamo avuto delle offerte concrete. Se dovessero arrivare le valuteremo e se ci fosse quella giusta questo ci permetterebbe di avere la liquidità necessaria per costruire una squadra migliore”. Tutto ruota attorno alla possibile cessione del bomber, quindi questo vuol dire che fino a quando questa posizione non verrà definita l’Alto Adige rimarrà alla finestra? “No, questo no, perché già sappiamo cosa cercheremo sul mercato. Il volto della squadra cambierà perché puntiamo ad avere un portiere d’esperienza, due difensori centrali, una punta centrale e dobbiamo anche pensare alla sostituzione di Martin. In questa direzione le idee sono abbastanza chiare. Per il resto sarà un Alto Adige che potrà contare su Miori, Furlan, Bertoni, Branca, Fischnaller, Cia, Tait. Considero anche dei nostri Marras con il quale abbiamo un accordo, mentre per quanto riguarda la posizione di Novothny questa dipenderà molto dal Napoli con la quale ha un contratto molto alto”. Nelle prossime ore, Piazzi esaminerà con mister Stroppa anche le posizioni di Brugger, Kiem, Mladen e Mazzitelli, Zullo, Chinellto e Pacifico. Direttore ed i giovani? Nelle passate stagioni sono stati esibiti trionfalmente gli arrivi di giovani carneadi provenienti dalle Primavere di società importanti. Qualcuno ha fatto sentire il suo peso specifico, altri (tanti) assolutamente no. Per la prossima stagione cambierà qualcosa? “Ho già detto che allestiremo una rosa più ristretta che potrà contare su diciotto effettivi e per il resto giovani. Non ci saranno tanti primavera . Piuttosto rientreranno alla base i “nostri” come Melchiorri, Cremonini e Proch.”
Ore 17.00 – (La Provincia Pavese) Il Pavia pensa a rafforzare il centrocampo. E dopo ad aver chiuso con Giovanni La Camera e Marco Cristini sta sondando Tommaso Bellazzini, 28 anni a dicembre, uno dei migliori giocatori sceso in campo nell’ultima stagione con la maglia dell’Unione Venezia, Centrocampista nato a Pisa, Bellazzini ha giocato anche come seconda punta e trequartista. In teoria è un’ala destra con il piede buono. Quest’anno ha segnato nove reti, ma- va detto – sei sono i centri che ha messo a segno su rigore e altri due sono reti su calcio piazzato (e questo non guasta). Il Pavia vuole chiudere al più presto la rosa dei centrocampisti, il reparto che nello scorso campionato ha dimostrato di avere meno pedine intercambiabili. Con le partenze molto probabili di Corvesi, Pederzoli e Carotti, resteranno Andrea Rosso (un chiodo fisso del dg Londrosi) e Federico Carraro. La Camera e Marco Cristini partono in teoria titolari (con Rosso) in una linea a cinque con Luca Ghiringhelli e Marco Martin esterni. Ma Bellazzini non sarà sicuramente un ricambio, ma un elemento in più di una rosa adeguata a un campionato ambizioso, da vincere secondo il presidente cinese. Bellazzini ha un contratto in scadenza con il Lecce che due anni fa lo aveva rilevato dal Cittadella – dove ha giocato cinque stagioni in serie B – per poi girarlo al Venezia. Se il desiderio del Pavia diventerà una certezza, il dg Londrosi avrà tutto il tempo per concentrarsi sulle trattative in uscita. E’ ormai chiaro che al Fortunati danno per certa la partenza di un pezzo importante. E tra Cesarini e Ferretti, il secondo è quello a cui in via Alzaia sembrano disposti a rinunciare. Il giocatore è ambizioso e dopo un campionato da capocannoniere in Lega Pro – con diverse partite saltate per infortunio – vuole giocarsi un’occasione in serie B. Nel caso di una sua partenza, dovrà arrivare un bomber vero, che si affiancherà a Mattia Marchi e Andrea Soncin. Sono stati fatti tanti nomi. L’ultimo, ieri, quello dell’attaccante della Vigor Lamezia Stefano Del Sante, sembra più che altro messo in giro ad arte da un procuratore interessato. Chi sembra destinato a restare per far sognare i tifosi azzurri è Alessandro Cesarini, il cervello del Pavia dello scorso anno, quello che da solo ha ispirato la felice chiusura di parecchie partite. Molto difficilmente, nonostante sia ricercatissimo in Toscana, il Pavia si libererà del suo Mago, o, se si preferisce, di Cesacadarba. Sabato mattina alla Motonautica è attesa la prima conferenza stampa – quella di presentazione – di mister Marcolini, che chiarirà se vuole restare fedele al modulo 3-5-2, considerando che Cesarini – e Bellazzini – sono trequartisti. L’altro tema di mercato che resta ancora parzialmente aperto è quello relativo a un laterale di sinistra. Marco Martin non basta ed entro breve potrebbero esserci sorprese.
Ore 16.30 – (Gazzetta di Mantova) Le scadenze in vista della nuova stagione si avvicinano e in casa Mantova cominciano le prime grane. Entro sabato le società di Lega Pro devono assolvere a tutti gli obblighi legati agli aspetti strutturali e organizzativi degli impianti sportivi e l’Acm è in regola con quasi tutto, ma non ha un impianto di videosorveglianza a norma. «La speranza – spiega il dg Maurizio Ruberti – è che i soci trovino subito un accordo, in modo da poter affidare l’appalto a una ditta e inviare in Lega almeno la documentazione relativa a questa iniziativa, chiedendo l’iscrizione sub iudice». Il che significherebbe «disputare le prime gare della stagione a porte chiuse se non saranno finiti i lavori in tempo. Ma ce la si dovrebbe fare anche per la Coppa Italia». Mercoledì prossimo, 25 giugno, si dovranno invece pagare gli stipendi ai tesserati per le mensilità di marzo e aprile: nel caso del Mantova circa 200mila euro. L’altra scadenza, la più importante, è quella del 30 giugno, giorno entro il quale le società di Lega Pro dovranno pagare i contributi delle mensilità di marzo e aprile nonché l’Iva. Inoltre, andrà presentata la fideiussione per iscriversi al prossimo campionato e pagare la relativa tassa d’iscrizione. Per non parlare di aria fritta, è meglio allora quantificare di che cifre si tratta: i contributi ammontano a poco meno di 200mila euro, l’Iva costerà al Mantova altri 200mila euro, la fideiussione dovrà essere di 400mila euro e la tassa d’iscrizione di 60mila.
Ore 16.00 – (Gazzetta di Mantova) Dopo mesi di estenuanti trattative, il rapporto fra i soci mantovani e la Sdl sembra arrivato al capolinea. L’intesa, che più volte nelle ultime settimane era parsa a un passo, è saltata e adesso fra le parti è calato un gelo assoluto. Al punto che Sandro Musso, a nome del gruppo bresciano, si esprime in questi termini: «Penso che ormai sia finita, non ci vediamo chiaro e su queste basi non possiamo andare avanti. Sono avvilito perché non è mio costume non portare a termine le cose che inizio e sono anche ben conscio del fatto che la Sdl uscirebbe male da questa storia dopo essersi fortemente esposta. Però non posso neanche portare la mia azienda a fare un salto nel buio». Ma cos’è che ha fatto cambiare idea a chi, fino a una settimana fa, era talmente convinto di entrare nell’Acm da parlare pubblicamente di progetti per puntare alla serie B e addirittura alla serie A? «Nell’ultima riunione i numeri sono cambiati ancora – afferma Musso -, ho capito che i nostri 350mila non basterebbero a chiudere il bilancio della stagione e rischieremmo di trovarci poi alla porta altri creditori. Anche il debito di Lodi, che pensavo ammontare a 350mila euro, si è rivelato invece di 610mila. Per non parlare poi della sensazione che ho che i soci mantovani, ormai esausti, non vedano l’ora di uscire e di lasciare la “patata bollente” in mani altrui. Tant’è che martedì, mentre io ero allo stadio a trattare con il solo Tirelli, Bompieri era a Polpenazze a seguire un torneo di calcio… Oggi (ieri per chi legge, ndr) da Mantova non mi ha chiamato nessuno, per cui credo che ormai anche i soci mantovani stiano valutando seriamente di portare i libri in tribunale». Musso non esclude un ripensamento dell’ultima ora, ma «al momento credo che sia finita, anche perché tutti i miei consulenti mi stanno sconsigliando di andare avanti in questa avventura. Ripeto, mi dispiace tantissimo perché al progetto Mantova credevo ciecamente, al punto che sabato e domenica ho trascorso tutto il mio tempo con allenatori, consulenti e ds per mettere a punto le mosse in vista del calciomercato. Ma così non si può fare». E i soci mantovani che dicono? I telefoni di Bompieri e Tirelli suonano a vuoto, mentre a parlare per tutti è Carlo Giovanardi: «L’impressione è che stavolta sia davvero finita – spiega -, perché senza la Sdl noi non potremo fare nulla e non c’è neanche il tempo di cercare altre soluzioni. Non sono però d’accordo con Musso: i numeri sono numeri e sono sempre stati quelli. Poi li si può leggere in un modo o in un altro, ma di certo per questo non cambiano. L’altra sera eravamo vicinissimi alla firma, c’era solo da limare l’intesa su quanto ciascun gruppo avrebbe garantito del debito di Lodi qualora non fosse stato pagato. Ma quello non era certo un problema insormontabile. Poi la situazione è precipitata. In noi c’è un senso di smarrimento e di impotenza, proviamo grande dispiacere a immaginare di dover scrivere la parola fine sulla vita del Mantova. Altre volte ci siamo salvati al 90’ – conclude Giovanardi -, ma stavolta è ancora più dura».
Ore 15.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Fumata nera, il Pordenone e Sergio Pinzin si dicono addio. Se ne va, quindi, il direttore sportivo che ha costruito la squadra del “doblete” 2013-2014, ma a cui tanti – spesso poco informati – attribuiscono le principali colpe relative al fallimento in Legapro. Gli ultimi incontri che si sono svolti al De Marchi non sono serviti. La società aveva offerto a Pinzin la possibilità di rimanere, ma evidentemente con una mansione depotenziata rispetto al passato. Niente da fare, evidentemente la storia era finita lì. «Ci tengo a ringraziare il presidente Mauro Lovisa, i soci e il direttore generale per queste tre indimenticabili stagioni – dichiara l’ex direttore sportivo Pinzin – Resterò sempre legato alla società e alla città. Strutture, persone competenti e giovani di valore: c’è tutto per tornare al più presto in Lega Pro. Categoria che la piazza ha dimostrato di meritare». Categoria che però non lo vedrà più in prima linea. A sostituirlo, anche se manca ancora l’ufficialità, sarà Giorgio Zamuner, a cui la società aveva già ufficiosamente affidato le chiavi del mercato. E Pinzin? Da tempo gli fanno la corte il presidente dell’Altovicentino, Rino Dalle Rive, e quello della Triestina Pontrelli. Sul tavolo dell’ex ds pordenonese c’è un bivio: la grande piazza da risollevare o la corazzata per vincere ancora?
Ore 15.10 – (Messaggero Veneto) L’indiscrezione è dello scorso marzo. Ora c’è l’ufficialità, anche se nel frattempo si era paventata una sua permanenza. Sergio Pinzin non è più il direttore sportivo del Pordenone. Ieri è arrivata la conferma: le parti si sono lasciate «in maniera consensuale», secondo la nota diramata dalla società. Si è chiuso così un rapporto durato tre anni, fatto di un secondo posto in D (2012-2013), una vittoria di campionato e scudetto (2013-2014) e la retrocessione di quest’anno dalla Lega Pro. «Tengo a ringraziare il presidente Mauro Lovisa, i soci e il direttore generale per queste tre indimenticabili annate – dichiara Pinzin –. Resterò sempre legato alla società e alla città. Strutture, persone competenti e giovani di valore: c’è tutto per tornare al più presto in Lega Pro. Categoria che la piazza ha dimostrato di meritare». In molti, in quest’annata sportiva, avevano additato il direttore sportivo quale responsabilità della disfatta. In quanto uomo-mercato ha qualche responsabilità, ed è normale: tuttavia le colpe sono diffuse, perché diversi giocatori non sono stati scelti da lui. E ora? Il suo posto dovrebbe essere preso da Giorgio Zamuner, in predicato di ricoprire quel ruolo da mesi. Per Pinzin, invece, possono aprirsi le porte della Triestina o dell’Altovicentino. Con gli alabardati ha già parlato – nel caso specifico col presidente Pontrelli –, con i bianconeri no, anche se lui conosce bene Dalle Rive. Si vedrà. Ora Pinzin chiuderà il suo operato (il suo contratto scade il 30 giugno) e poi penserà al futuro. Al De Marchi, e al Bottecchia, tornerà eventualmente da avversario
Ore 14.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Trovo ridicolo che mi vengano date responsabilità sul Calcio Venezia essendo stato proclamato sindaco solo martedì dopo le 17. Io mi faccio carico di difendere lo sport e ripartiremo da chi ha passione, anche se non so quali siano le possibilità». Queste le prime parole del neo sindaco Luigi Brugnaro sulla crisi che mette nuovamente a rischio la sopravvivenza del Venezia. Il primo cittadino ha puntato subito l’indice contro il «grande assente» Yury Korablin, mentre stamani a Ca’ Farsetti incontrerà gli ultras della Curva Sud e, in tempi brevi, anche il dg lagunare Dante Scibilia. «La situazione è quasi disperata, oggi parlerò ai tifosi – spiega Brugnaro – esprimendo la massima vicinanza della città intera alle sorti del calcio, dello stadio Penzo e dello stadio Baracca a Mestre. Ma dirò chiaramente come stanno le cose: le gravi colpe vanno solo agli amministratori che stanno gestendo il Venezia, che non devono pensare di scaricare le responsabilità ad altri ma essere pronti a risponderne di fronte alla legge. Chi chiama in causa il Comune dovrebbe pensare prima di parlare». Com’è noto entro il 30 giugno il Venezia dovrebbe iscriversi alla Lega Pro, il che dipende solo dalla copertura economica di almeno un milione di euro che Korablin continua a non garantire. Per questo Scibilia conta di illustrare quanto prima al sindaco Brugnaro anche il «piano B» che lo coinvolgerebbe in prima persona. «Sul comportamento di Korablin non ci possiamo fare niente, ma qualora non iscrivesse l’Fbc Unione Venezia facendone cadere il titolo sportivo alla Lega Pro – conferma Scibilia – dal 1. luglio lavoreremo per provare a ripartire almeno dalla serie D. Personalmente conosco le procedure perché nel 2009 avevo assistito il presidente Pizzigati: servirebbe una nuova società, una dichiarazione del sindaco, un programma tecnico-economico e 300 mila euro a fondo perduto per la Lega Nazionale Dilettanti». Oltre, va da sè, alle risorse per costruire e mantenere in vita il nuovo Venezia. «Io spero che facendo squadra si possa sondare il terreno per coinvolgere eventuali imprenditori interessati e trovo positivo il segnale di attenzione di Brugnaro verso i tifosi. In ballo c’è un patrimonio di tradizione da difendere strenuamente e portare avanti».
Ore 14.10 – (Giornale di Vicenza) Ancora nessuna novità. E suona il gong. Per il trasferimento a Treviso, ora le speranze sono definitivamente accantonate. Domani scade il termine per indicare il campo in cui le squadre di Lega Pro disputeranno le partite casalinghe della prossima stagione. Il Real Vicenza non potrà però indicare lo stadio Tenni di Treviso, dove il presidente Lino Diquigiovanni avrebbe voluto giocare. E allora sull´ipotesi città della Marca si può dire sia calato il sipario. Con il tramonto dell´ipotesi trasferimento, rispuntano le voci di una trattativa tra i due imprenditori vicentini: Lino Diquigiovanni e Rino Dalle Rive. Ma ancora una volta, la società biancorossa smentisce drasticamente: «Non c´è nulla di vero – dice Barbara Diquigiovanni – non c´è nessuna novità, ora possiamo solo aspettare il 30 giugno». Ora il conto alla rovescia è veramente partito e conduce inesorabilmente verso la chiusura. Sembra che l´happy ending per la favola di Diquigiovanni non ci sarà. Sono passati solo cinque anni da quando il patron biancorosso ha messo la firma per la fondazione del Real Vicenza. Un progetto ambizioso il suo, e la sua breve storia dato ragione a Diquigiovanni. Dal 2010, quando ha unito tre società per formare il suo Real Vicenza, sono arrivati tanti successi. La scalata dall´Eccellenza alla Lega Pro in tempi record. E anche il campionato di quest´anno ha visto la sua squadra protagonista, per il girone d´andata sembrava potesse essere in lizza addirittura nella serie cadetta. Poi il periodo buio in cui i risultati non sono più arrivati come nella prima parte. Forse, la decisione di Diquigiovanni di lasciare tutto e chiudere, è nata proprio lì. Che gli sia passato per la testa di chiudere già durante l´anno l´ha ammesso anche alla cena societaria di fine stagione. «Un´annata positiva – l´ha definita – ma allo stesso tempo molto pesante per me». Una stagione che ha segnato il numero uno biancorosso. Tutto questo sino ad oggi: siamo arrivati all´epilogo del libro, e difficilmente potremo leggerne il seguito.
Ore 13.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) L’addio del tecnico Antonino Asta, i rinnovi dei dirigenti Werner Seeber e Renato Schena, l’arrivo ormai imminente (salvo sorprese clamorose) di Stefano Sottili in panchina e i tanti addii possibili (Iocolano, Furlan, Bizzotto, Priola, Cenetti). Tira aria di rivoluzione a Bassano, dopo la dolorosa sconfitta nella finale playoff contro il Como e tutto comincerà dall’addio di Asta, che in tempi non sospetti aveva comunicato alla società la sua volontà di cambiare squadra. «Ci siamo parlati in tempi non sospetti — ha detto ieri il dg Seeber a Tuttomercatoweb — e la sua volontà era di trovare una piazza diversa, ma siamo andati avanti fino alla fine. Noi abbiamo delle idee, il nostro campionato è finito tardi, ma ci siamo messi a lavorare subito e credo che nel giro di pochi giorni potremo ufficializzare il nuovo allenatore». Il primo punto, quindi, è già stato definito e da qui partirà un effetto domino destinato ad avere conseguenze importanti sulla squadra. Ad esempio è lecito chiedersi dove andrà Asta. Da Novara era arrivata una telefonata, poi pare aver fatto irruzione sulla scena Rino Gattuso perché sarebbe considerato un ostacolo per il tecnico di Alcamo il non avere ancora il patentino per allenare in serie B. Discorso analogo che sarebbe stato fatto a Vicenza, dove è ancora tutto da decidere il futuro della panchina biancorossa. Asta sarebbe un potenziale candidato, ma non ha ricevuto telefonate dalla dirigenza e difficilmente, a questo punto, sarà lui il prescelto. Se Asta andasse a Novara è probabile che possa proporre l’acquisto di alcuni dei suoi «fedelissimi»: per esempio Bizzotto, a cui è arrivata ieri una proposta ufficiale del Padova, Iocolano e Furlan, tanto per fare i nomi più gettonati e che in questo momento hanno più mercato. Insomma, tutto resta da valutare e capire, fermo restando che il campionato straordinario condotto dal Bassano ha attirato le attenzioni di tanti club. Il Padova è uno di questi, che ha fatto visionare Cenetti, Priola, Bizzotto e Iocolano diverse volte, incassando il «no» di Furlan che vuole salire di categoria; ci sono poi il Novara e lo stesso Como, che hanno sondato Bizzotto, Iocolano lo stesso Furlan. E infine il Livorno e il Modena, che stanno parlando in maniera molto convinta di Cenetti. Insomma, è chiaro che tutti i gioielli giallorossi sono finiti in vetrina dopo una stagione a dir poco eccellente, ma è altrettanto chiaro che non tutti potranno partire. Da dirigente esperto qual è, Seeber — se necessario — punterà i piedi sui giocatori richiesti dal suo nuovo allenatore.
Ore 13.20 – (Giornale di Vicenza) Dopo Seeber anche Schena. Bassano sistema il management interno al club e, come anticipato su queste colonne, ieri mattina ha prolungato il contratto oltrechè al direttore generale, anche al team manager e segretario: per entrambi un biennale a scadenza 2017. Werner e Renato sono la strana coppia giunta 3 anni fa in via Piave, l´architrave della società destinata a pianificare il domani anche per i prossimi due anni. Il rinnovo pluriennale, contrariamente a quelli che sono i principi ispiratori della proprietà (indicativamente mai più di un anno) chiama un programma ad ampio respiro e in profondità. Di cui non farà più parte Tonino Asta a cui ieri improvvisamente e a sorpresa il Novara ha dato buca: un lungo corteggiamento e un accordo verbale tra le parti raggiunto da tempo è andato in frantumi dinanzi, così recita almeno la versione ufficiale, alla mancanza del patentino per guidare in B da parte di don Tonino. In Piemonte hanno virato subito su Ringhio Gattuso, mentre Asta pur rimanendo col cerino in mano è stato subito interpellato dalla Salernitana di Lotito. Detto che a questo punto non è nemmeno più automatica l´uscita del preparatore atletico Ale Dal Monte, che sarebbe un peccato dover salutare, in questo gioco di incastri e voltagabbana, resta la casella libera della panchina virtussina, quella più importante: Stefano Sottili attende solo una telefonata. Su di lui si è inserito pesantemente il Rimini, ambiziosa matricola della Lega Pro ma il trainer toscano ha fatto sapere ai dirigenti romagnoli che la sua prima scelta è indiscutibilmente Bassano e che aspetta il sì del Soccer Team dopo i proficui incontri dei giorni scorsi. Dal canto suo Seeber tiene in caldo anche Leonardo Menichini, 62 anni, toscano pure lui, condottiero della Salernitana appena pilotata in B, storico vice di Mazzone il quale non ha ancora rinnovato coi granata, nonché Claudio Foscarini, 57 anni, trevigiano, il volto del Cittadella degli ultimi 12 anni, spesi tra vivaio e prima squadra. Nelle scorse settimane il digì aveva approcciato anche Beppe Scienza, 49 anni, eccellente nocchiero del Feralpi Salò. Ma bisognava attendere l´epilogo playoff e l´allenatore ha colto al volo la proposta dell´Alessandria. Ergo, Sottili è sempre in pole position. Intanto l´ennesimo deferimento al Novara ha mandato su tutte le furie la tifoseria che ora si aggrappa a un ripescaggio legittimo sul campo per quanto accaduto fuori ma al momento impraticabile nella realtà.
Ore 12.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Dopo giorni di silenzio tombale sull’asse Catania-Vicenza, ieri sono ripresi i contatti tra le due società e il ds Paolo Cristallini ha ricevuto alcune chiamate che hanno gettato le basi per la rescissione del contratto di Pasquale Marino. Il quale, nonostante alcune voci ipotizzassero una clamorosa marcia indietro del tecnico siciliano, ben difficilmente accetterà di fare dietrofront dopo il comunicato che, di fatto, ha ufficializzato il suo addio a Vicenza. Il problema è che tecnicamente Marino non ha presentato dimissioni ed è ancora legato contrattualmente al club biancorosso per un’altra stagione. Per questo motivo il primo passaggio, che potrebbe essere formalizzato già oggi, sarà la rescissione del vincolo che lega ancora le due parti. E poi toccherà al suo successore, anche se per il momento non esistono certezze. Le uniche sono che il prescelto non sarà né Francesco Guidolin (fuori portata), né Zdenek Zeman, con cui sono stati allacciati contatti nelle ultime due settimane. Fonti molto vicine al tecnico boemo assicurano che Zeman aveva già detto no al Vicenza in tempi non sospetti, non trovando le certezze desiderate nella situazione societaria biancorossa ed essendo in parola col Pescara. Che poi, come noto, lo ha scaricato. A quel punto ecco entrare sulla scena il Lugano, con una società forte e con la prospettiva di chiudere la carriera in Svizzera nei prossimi due anni. A Vicenza si virerà altrove: in corsa Gautieri, Torrente, Di Carlo e Mangia, mentre Asta non ha il patentino per allenare il B e questa situazione potrebbe penalizzare il tecnico di Alcamo. Di Carlo è un profilo che piace molto e tornerebbe volentieri, Gautieri e Torrente sembrano i nomi più plausibili, Mangia è staccato ma comunque in corsa, Novellino pare da escludere. Al momento tutti i candidati smentiscono ufficialmente contatti, ma la situazione dovrebbe sbloccarsi a strettissimo giro di posta. Forse già oggi. Non resta che attendere.
Ore 12.30 – (Giornale di Vicenza) L´idea di Alfredo Pastorelli, il presidente della Vi.Fin, di richiedere all´Agenzia delle Entrate di dilazionare in 20 anni rispetto agli attuali 5 l´Iva che il Vicenza Calcio deve pagare, passa alla fase attuativa.Com´è facile immaginare si tratta di materia complessa, che richiede l´intervento di professionisti del settore, commercialisti ad esempio. E proprio a questo scopo, cioè per individuare le persone a cui delegare il compito di formulare la richiesta al Fisco, pare che Pastorelli e alcuni dirigenti del club di via Schio si incontreranno oggi, così da dare il via all´operazione. Ovviamente inoltrare la richiesta di spalmare in un arco di tempo molto più lungo il pagamento dell´Iva sarà soltanto il primo passo di un percorso che, a quanto si è saputo, non arriverà alla fase finale che in settembre. Allora, prevedibilmente, ci sarà la risposta dell´Agenzia delle Entrate. E solo a quel punto si capirà meglio quanto siano destinate ad incrociarsi le strade della Vi.Fin e del Vicenza Calcio.Se la richiesta che verrà fatta sarà autorizzata dal Fisco, in base ai conti elaborati da Vi.Fin la società di via Schio dovrà pagare non più 1 milione e 800 mila euro ogni anno, ma 450 mila euro e così potranno essere liberate maggiori risorse a vantaggio della gestione del campionato e anche dell´allestimento della squadra.La necessità di attendere la pronuncia dell´Agenzia delle Entrate avrà intanto un effetto sull´assetto del Vicenza Calcio: dopo le dimissioni di Tiziano Cunico dalla carica di presidente il consiglio di amministrazione del club non dovrebbe procedere alla nomina di un successore. Se a settembre la società avrà ottenuto la spalmatura dell´Iva a quel punto il nuovo massimo dirigente con ogni probabilità sarebbe proprio Alfredo Pastorelli. In caso contrario si aprirebbero altri scenari, a cominciare dalla volontà o meno della Vi.Fin di entrare nella compagine societaria, tutti da verificare.Nel frattempo l´operatività del Vicenza Calcio sarà comunque garantita a tutti gli effetti, visto che Dario Cassingena, amministratore delegato del club (e anche della Vi.Fin) ha tutti i poteri di firma indispensabili.
Ore 12.10 – (Giornale di Vicenza) Pasquale Marino firmerà per allenare il Catania nella prossima stagione, non c´è altra soluzione possibile, visto come si sono messe le cose. Il problema a questo punto resta uno: quali saranno le condizioni che renderanno possibile la rescissione consensuale del contratto che ancora lega il tecnico di Marsala al Vicenza e quindi il suo passaggio al club siciliano.Fino a ieri sera però nessuna novità dalla Sicilia, in particolare da Pablo Cosentino, l´amministratore delegato della società presieduta da Antonino Pulvirenti e quindi l´uomo con le chiavi della cassa. E tuttavia anche in Sicilia si dà per scontato che entro la fine della settimana Marino diverrà il nuovo allenatore della formazione rossoazzurra. Quindi non resta che attendere che il lavoro di mediazione svolto da rappresentanti di fiducia delle parti dia i suoi frutti.Sembra peraltro che il Vicenza abbia fatto una proposta precisa alla società siciliana: via libera, appunto attraverso la rescissione, al trasloco nell´isola del tecnico e anche al trasferimento del difensore centrale Brighenti in cambio della permanenza di Moretti in biancorosso e di un conguaglio che potrebbe aggirarsi intorno ad una cifra che tra i 400 e i 500 mila euro a favore appunto della società di via Schio.Nella partita della panchina entrano infatti, com´è noto dall´inizio, anche il futuro di Moretti, in prestito proprio dal Catania con diritto di riscatto a favore del Vicenza e contro-riscatto e quello di Brighenti, richiesto dalla società etnea, che aveva fatto un sondaggio pure per Giacomelli.Il Vicenza dunque resta in attesa di un segnale da Catania, ma più che altro si aspetta che venga accettata la sua proposta, dalla quale in via Schio non sembrano disposti a discostarsi molto, anche se trattandosi di un accordo complesso è bene non escludere nulla a priori.Nel frattempo il Vicenza, valutando ormai prossima l´intesa con il Catania, sta naturalmente considerando varie ipotesi per il dopo-Marino. Tra queste sembra proprio che ci fosse anche un´idea su un clamoroso ritorno di Francesco Guidolin, il tecnico protagonista di un quadriennio d´oro nella seconda metà degli anni Novanta, culminato nella conquista della coppa Italia. Un´idea senza dubbio suggestiva, che si è però esaurita dopo un primo contatto perché il tecnico di Castelfranco, dopo un anno sabbatico, pare alla ricerca di un progetto diverso per rimettersi in gioco in panchina.Dunque la rosa dei possibili candidati alla successione di Marino sarebbe sempre quella delineata nei giorni immediatamente successivi alla decisione del tecnico di non restare per andare a Catania. E tornato a circolare anche il nome di Di Carlo. Ma in ogni caso la scelta non sarà fatta in via Schio prima della rescissione dell´ormai ex allenatore e verrà comunque adottata dopo attente considerazioni e potrebbe uscire anche un nome a sorpresa.Intanto è di ieri la notizia che Petagna, tornato per fine prestito al Milan, interessa al Livorno e che sono più di una le società che tengono d´occhio la situazione di Cinelli. Ma anche il mercato entrerà nel vivo solo dopo che sarà stato sciolto il nodo-allenatore.
Ore 11.40 – (Gazzettino) Mentre tutto tace sul fronte granata – ma non è più una novità – oggi il Carpi dovrebbe sciogliere le riserve sul nome del nuovo direttore sportivo chiamato a sostituire il partente Giuntoli. E, finalmente, sapremo se la scelta cadrà o meno sul nome di Stefano Marchetti, in attesa degli eventi al pari della società di via Cà Dai Pase e del presidente Andrea Gabrielli. Abbiamo scritto “dovrebbe”, perché anche il Carpi e il suo amministratore delegato Stefano Bonacini hanno ripetutamente rinviato l’ufficializzazione del nome. In corsa per il ruolo, lo ricordiamo, oltre al diggì granata ci sono Sean Sogliano, Giancarlo Romairone e, candidato dell’ultima ora, anche Nereo Bonato, in uscita dal Sassuolo. Marchetti attende, come pure il Cittadella perché il presidente Andrea Gabrielli si è detto disposto ad aspettare ancora le decisioni del suo direttore generale, anche se, ovviamente, la società non è rimasta a guardare: se il diggì dovesse andare via sono pronte le alternative, tra le quali figura Moreno Zocchi, per ammissione dello stesso vicepresidente Giancarlo Pavin. Più staccato Ivone De Franceschi, diesse del Venezia. UNIVERSIADI. Con il raduno di Roma, inizierà lunedì l’avventura della Nazionale Universitaria, impegnata dal 3 al 14 luglio in Corea del Sud. Il tecnico Massimo Piscedda ha reso noto l’elenco dei giocatori per il raduno, tra i quali figura anche il granata Cappelletti, escluso invece Benedetti che faceva parte della preselezione. I 21 calciatori si alleneranno a Roma sino al 27 giugno, quindi Piscedda diramerà l’elenco dei 20 convocati.
Ore 11.10 – (Gazzettino) Un’ipotesi che non è tramontata, nonostante il giocatore di Camposampiero non sia visto di buon occhio da una buona parte della tifoseria, tanto più che il giocatore aveva esternato già sul Gazzettino di qualche settimana fa la propria disponibilità a fare ritorno in biancoscudato. Il giocatore, legato da un altro di contratto con il Varese, può liberarsi per una clausola prevista nel suo contratto e il suo entourage sta trattando proprio con il Padova la possibilità di un accordo. È invece ufficiale la nuova destinazione dell’ormai ex biancoscudato Rulo Ferretti: giocherà nella prossima stagione con l’Imolese in serie D. A darne l’annuncio è stato proprio il club emiliano sul proprio sito ufficiale. «Per l’Imolese – afferma il presidente Lorenzo Spagnoli – è un ottimo acquisto, un calciatore abituato a giocare per vincere. È una prima punta importante per la serie D, sicuramente un top per questa categoria. Siamo tutti molto contenti di poterlo avere con noi nella prossima stagione».
Ore 11.00 – (Gazzettino) Dalla difesa al reparto offensivo, anche qui è un continuo valzer di nomi. Tra le piste più concrete c’è sempre quella che porta all’esterno Arcidiacono, anche se la concorrenza è agguerrita. Tanto che il giocatore è stato dato in dirittura d’arrivo in altre piazze, come Matera e Pisa, ma al riguardo è eloquente il suo procuratore Gerry Palomba: «Ancora non ho accordi con nessuno, la situazione è in stand by dato che ci sono parecchie richieste per il ragazzo. C’è l’interesse del Matera e del Pisa, e c’è anche quello del Padova che in Lega Pro è sempre una piazza importante e se la può giocare alla pari con le altre, anzi ha anche qualcosa in più per il suo blasone. Poi però ci sono anche richieste dalla serie B ed è normale che in questo caso cambia lo scenario». Tra l’altro c’è anche la questione economiche a pesare. «Di sicuro ha Arcidiacono ha un ingaggio importante che va fuori dai parametri medi», sottolinea Palomba. Sempre in tema di esterni, va monitorata la trattativa con il padovano Gianpietro Zecchin che la società biancoscudata sta conducendo sotto traccia.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Dopo aver definito il rinnovo di Niccolini e in attesa degli sviluppi nella trattativa con Thomassen, il Padova punta dritto un altro difensore centrale, quest’anno già in Lega Pro. Si tratta di Nicola Bizzotto, classe 1991, che ha sfiorato la promozione in serie B con il Bassano, club dal quale si svincolerà a fine mese. Un nome già chiacchierato nei giorni scorsi: è un mancino dotato di buona prestanza atletica e tecnica che ha fatto coppia fissa al centro della difesa giallorossa con Giusto Priola, altro giocatore indicato tra i possibili obiettivi biancoscudati. Restando a Bizzotto, il Padova potrebbe mettere sul piatto un contratto biennale per allettare il giocatore, che è appetito da altre squadre. L’interesse dei biancoscudati è confermato dal suo procuratore Vincenzo Rispoli: «Il giocatore è libero, su di lui ci sono il Padova e diverse squadre di serie B, stiamo valutando la situazione. Con De Poli ho un’amicizia di vecchia data, ripeto stiamo valutando. Padova comunque è una piazza importante».
Ore 10.40 – (Gazzettino) Anche se il presente si chiama Torino, il Padova resta nel suo cuore. «L’ho seguito tutto l’anno, speravo che tornasse nei professionisti perché il Padova ha una storia enorme. Già era stretta la serie B, adesso auguro ai biancoscudati di ritornare nelle categorie più importanti in cui è stato un tempo e di rimanerci. Sono un grande tifoso del Padova, è la mia prima fede e non potrebbe essere diversamente da padovano. Naturalmente mi sto affezionando al Toro, ma il biancoscudo è sempre nel mio cuore». Le piacerebbe tornare un giorno? «In futuro si vedrà, ma sarebbe senz’altro una grande cosa. È il sogno di ciascun calciatore giocare nella squadra del cuore, e qui ho la mia famiglia e anche i miei amici». Tra la valanga di messaggi di congratulazioni che ha ricevuto, anche quello via twitter del collega maggiore granata Padelli. «L’ho ringraziato moltissimo, non me l’aspettavo. Nell’ultimo periodo ci siamo allenati insieme, ho fatto due panchine con la prima squadra: a San Siro con il Milan e in casa all’Olimpico con il Cesena. Lui mi ha fatto sentire subito parte integrante del gruppo e siamo diventati amici». Il punto di riferimento tra i pali resta però Hart del Manchester City. «Mi piace il suo stile inglese». I complimenti a Zaccagno arrivano anche dal responsabile del settore giovanile biancoscudato Giorgio Molon: «Quando è andato al Torino non era uno sconosciuto, aveva alle spalle già tre anni nella nazionale di categoria ed era stimatissimo da molti grandi club. È un ragazzo che ha qualità e personalità importanti, sono felice per lui ed è indirettamente motivo d’orgoglio anche per noi che abbiamo aiutato nella crescita molti ragazzi come Zaccagno, dei quali sentiremo parlare anche nei prossimi anni».
Ore 10.30 – (Gazzettino) Nel Torino fresco vincitore dello scudetto Primavera c’è un eroe granata padovano doc. È il portiere Andrea Zaccagno, classe 1997, che nella finale per il tricolore con la Lazio dell’altra sera a Chiavari è stato il protagonista indiscusso parando anche il rigore che è valsa la vittoria del Toro ai penalty (8-7). Non l’unica prodezza di una partita memorabile per il numero uno originario di Casalserugo, dove ha fatto rientro ieri sera: ad aspettarlo papà Moreno, mamma Ilenia e il fratellino Mattia (11 anni). «Quando ho sentito i miei genitori al telefono dopo la partita si sono messi quasi a piangere dalla felicità – racconta Zaccagno – e con loro anche i miei zii. È stata un’emozione unica vincere lo scudetto. All’inizio delle Final Eight non ce l’aspettavamo, ma abbiamo iniziato a crederci vedendo i risultati. Sono anche riuscito a parare il rigore nella finale, sono davvero contento, ma il merito è di tutta la squadra». Il fratellino minore Mattia gioca nel Maserà e vorrebbe seguire le orme di Andrea. «Vuole fare il portiere, mentre noi vorremmo indirizzarlo verso un altro ruolo dato che c’è già un portiere in famiglia». Zaccagno è uno dei tanti ragazzi cresciuti nel settore giovanile del Padova, che con la scomparsa del vecchio club nell’estate scorsa sono stati ingaggiati al volo da club professionistici di alto livello. Andrea appunto è stato preso dal Torino, dopo una trafila nel settore giovanile biancoscudato iniziata a nove anni (prima giocava con il Casalserugo) dove ha avuto come maestro l’attuale preparatore dei portieri della prima squadra Adriano Zancopè. «L’ho sentito dopo la vittoria dello scudetto, io gli ho fatto i complimenti per la promozione del Padova in Lega Pro. Zancopè ha fatto tanto per me, mi ha cresciuto come uomo e come calciatore, gli devo molto».
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Grandini allenerà gli Allievi dell’Altovicentino, che dovrebbero disputare il campionato regionale, ma non sono esclusi colpi di scena che, viste le tante società in difficoltà, portino Dalle Rive ad acquisire un titolo in Lega Pro. «Ho accettato la proposta dell’Altovicentino perché rappresenta un progetto interessante, in una società che sta facendo crescere il proprio vivaio. Io, poi, mi sento un allenatore puramente di settore giovanile. Mi piace iniziare la stagione e valutare la crescita dei ragazzi senza dover fare i conti con il risultato o altri fattori. Già in quest’ultima annata, per forza di cose, come è giusto che sia, dovevo sottostare alle esigenze della prima squadra». Tra le sue grinfie sono passati tanti giocatori che ora militano nei campionati professionistici, da Diakite e Raddrezza, fino all’ultimo gioiellino Zaccagno, fresco del trionfo nel campionato Primavera con il Torino. «Da un lato fa piacere vedere affermarsi dei giocatori che ho cresciuto. Dall’altro rimane ancora il profondo senso di amarezza per quanto successo l’estate scorsa. La nuova società biancoscudata vuole impostare un grande settore giovanile, l’ultima annata ha dovuto costruire da zero, ma le promesse sono buone. In bocca al lupo al Padova».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Si può interpretare come un piccolo sgarbo, ma allo stesso modo come un attestato di stima. Del tipo: «Visto che non sono riuscito a batterti provo a copiare qualche segreto». Fatto sta che il primo movimento sull’asse Padova-Valdagno arriva dalle retrovie. Il tecnico della Juniores biancoscudata, Gualtiero Grandini, reduce dalla finale scudetto persa contro il San Cesareo, dal prossimo anno sarà in forza all’Altovicentino. Grandini, che da giocatore ha anche militato nel Valdagno (oltre che nel Foggia di Zeman), lascia quindi Padova dopo ben 9 anni. Quasi un decennio in cui si è fatto apprezzare quale uno dei migliori tecnici del settore giovanile e che di fatto lo avevano consacrato come colonna del vivaio biancoscudato. «E anche per questo non è stata una decisione facile, visto quanto sono legato a questa società», spiega Grandini, «Nutro grande affetto per questi colori e per le persone che lavorano nel Padova, ma dopo tutto questo tempo era giusto cambiare anche per trovare nuovi stimoli».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Il Padova lancia una nuova iniziativa ai tifosi: saranno proprio i supporter a colorare la tribuna principale dello stadio Appiani al momento in restyling. I lavori stanno procedendo: entro la settimana prossima verranno installati i seggiolini bianchi e rossi che daranno una nuova fisionomia alla parte centrale della tribuna ovest, sopra la quale, a lavori ultimati, verranno installati dei pannelli colorati che recheranno le immagini della storia calcistica della città. Per la precisione saranno 18 i pannelli celebrativi che saranno espressione dei ricordi di tutti coloro che amano la celeberrima “fossa dei leoni”. La società ha selezionato finora 39 foto che ripercorrono la storia del Padova dagli anni Dieci del secolo scorso fino agli anni Novanta: a partire da oggi, di settimana in settimana, verranno pubblicate sulla pagina Facebook ufficiale di Birra Antoniana alcune di queste foto suddivise per periodo, e saranno i tifosi, attraverso i loro “mi piace”, a scegliere le 18 più belle che verranno poi poste sulla tribuna. Un contributo diretto per partecipare alla restituzione alla città di un tempio dello sport che sta per iniziare la sua seconda vita.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Quando il Padova è scomparso dal professionismo, su di lui si sono gettate tutte le società più importanti d’Italia. Ha scelto il Torino, ma il cuore l’ha lasciato a casa: «È stato doloroso lasciare Padova dopo così tanti anni, emozioni, ricordi. Ma era un passo che andava fatto, perché la situazione ormai era irrecuperabile. Nella vita ci sono addii e arrivederci: il mio spero che sia stato solo un arrivederci». Il primo a notare le sue qualità fu il responsabile societario di allora, Ivo Segafredo: «Giocava nei Pulcini», ricorda, «Chiamai Vittorio Scantamburlo e gli dissi che avevo un ragazzino che poteva fare al caso suo. La prima cosa che mi chiese fu la statura dei genitori». Che sono sotto la media dei portieri, così come Andrea. Che però aveva qualcosa in più: «Scantamburlo decise di prenderlo. Ma Andrea era titubante: non voleva lasciare gli amici del paese, il papà non sapeva cosa fare. Lo convinsi che Padova sarebbe stata un’esperienza stupenda». Da lì, la grande crescita. Al fianco di Zancopè, Zaccagno ha macinato partite e parate, giocando spesso con i più grandi. Quindi la chiamata delle prime nazionali giovanili, e infine l’approdo al Torino quando del Padova non era rimasto nulla. «Ci sono tanti ragazzi che possono diventare grandi giocatori», ammonisce Zancopè, «Se riuscirà a mantenere l’umiltà, ha le potenzialità per farcela».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Se l’immagine che ti era rimasta in testa è quella del ragazzino timido che ogni giorno si allenava a Bresseo insieme ai compagni più vecchi, basta perderlo di vista un attimo e… zac! Ecco che te lo ritrovi campione d’Italia. Di strada ne ha fatta: Andrea Zaccagno, diciottenne da un mese, dopo quasi dieci anni nel vivaio del Padova, due sere fa ha coronato uno dei primi sogni di una vita. “Zac”, questo il suo soprannome da sempre, con il Torino ha conquistato la scudetto Primavera, da protagonista, respingendo il rigore decisivo con la Lazio in finale. E alle radici di Andrea, nella piccola Casalserugo che gli ha dato i natali e l’ha lanciato, ieri sera tutti l’hanno voluto stringere in un grande abbraccio. È arrivato col treno da Torino alle 18.10, papà Moreno è andato a prenderlo in stazione a Padova. Davanti al municipio erano tutti ad aspettarlo, dietro il grande striscione “Casalserugo saluta il suo campione”. Mamma Ilenia, col fratellino Mattia, in prima fila con la sua maglia del Padova. Abbracci, cori da stadio, il saluto ai nonni con gli occhi lucidi, poi i complimenti dell’amministrazione, col sindaco Elisa Venturini a fare gli onori in una sala consiliare gremita. E l’abbraccio di Adriano Zancopè, colui che l’ha “cresciuto”. «Senza dubbio la gioia più grande della mia carriera», confida “Zac”.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) La trattativa sembra essere entrata nel vivo e, nonostante l’opposizione di buona parte della tifoseria, le possibilità che si possa arrivare a un accordo sono aumentate. La distanza fra domanda e offerta si è ridotta e nei prossimi giorni potrebbe arrivare anche lo sblocco definitivo, con una proposta pluriennale recapitata all’entourage del giocatore, che adesso dovrà dare una risposta. Neto Pereira piace moltissimo a mister Parlato e ha il vantaggio di aver già giocato assieme a Zecchin. La new entry, dopo il «no» a Horacio Erpen (Arezzo), si chiama Giuseppe Torromino , nell’ultima stagione a Grosseto in prestito dal Crotone. Torromino è in scadenza, così come Pietro Arcidiacono , inseguito da almeno altre cinque squadre. Per la fascia sinistra, dopo Fabiano (in scadenza col Martina), sono usciti i nomi di Tentardini (Verona) e Cauz (Spezia) ed è stato proposto l’esterno della Spal Riccardo Rosina , uscito proprio dalla Primavera del Padova nel 2014. Tutte operazioni che verranno approfondite, così come l’interesse per Genevier (Lumezzane), che ha scavalcato De Risio (Benevento): con quest’ultimo c’era già un’intesa di massima, poi la Casertana ha rilanciato e il Padova si è ritirato.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Due fronti aperti animano il mercato del Padova. Rinnovi a parte, il lavoro del ds Fabrizio De Poli si sta concentrando su difesa e reparto offensivo. Nicola Bizzotto , in scadenza di contratto con il Bassano, è sempre più nel mirino del club di viale Rocco. Nelle ultime ore l’agente del centrale originario di Cittadella, classe 1991, ha ricevuto una proposta ufficiale dal club biancoscudato. Si parla di un biennale ma i dettagli non sono stati resi noti. A questo punto si aspetta solo la risposta di Bizzotto, cercato anche da due club di serie B (si parla di Novara e Como). E, alle giuste condizioni, potrebbe interessare pure l’altro centrale del Bassano Giusto Priola , così come piacciono Simone Iocolano (molto difficilmente arriverà) e Giacomo Cenetti , inseguito però anche da Livorno e Modena. È già arrivato un «no» da Federico Furlan , che vuole compiere il salto di categoria dopo la straordinaria stagione ai piedi del Grappa in giallorosso. Ma l’asse più caldo è quello che corre sulla direttiva Padova-Varese: nel mirino, infatti, ci sono Zecchin e Neto Pereira e si continua a trattare lontano dalle luci dei riflettori per l’esterno di Camposampiero.
Ore 08.38 – Poule scudetto, la finale: Siena-Akragas 5-3 dopo i calci di rigore. I bianconeri si laureano campioni d’Italia.
Ore 08.36 – Playout, serie D girone C: Dro-Triestina 1-3 dts, Giorgione-Kras Repen 2-1. Salvezza per Triestina e Giorgione, retrocedono Dro e Kras Repen.
Ore 08.34 – Playoff, serie D: AltoVicentino-Delta Porto Tolle 1-2, eliminata la squadra di Rino Dalle Rive.
Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Icone Vintage, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 17 giugno: giornata di trattative per il ds De Poli.