Mercato Padova, Mazzocco: “Se a luglio il Parma non si iscrive rimarrò coi Biancoscudati, altrimenti…”

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Fonte: Mattino di Padova, Stefano Volpe

Da Pittarello a Pirandello, dal trionfo di Legnago alla battaglia di Legnago, dal Giorgione a Il Giorgione. Mentre tutti (o quasi) i suoi compagni stanno già sguazzando sulle rive di qualche mare, prendendo il sole in relax e continuando la festa di un’annata magica, per Davide Mazzocco il difficile viene adesso. Sì, perché cosa volete che sia stato per il centrocampista di Quero debuttare in Serie D con una tranquillità estrema, diventare presto un pilastro della mediana del Padova, vincere il campionato da protagonista a 19 anni. Provate adesso a rinchiuderlo tra i banchi sino a fine mese, farlo scrivere, studiare, esporre e poi vediamo se il risultato sarà lo stesso di quello visto dalle parti dell’Euganeo. Tra le migliaia di studenti che questa settimana si accingeranno ad iniziare l’esame di maturità (prima prova mercoledì) c’è anche un ragazzo che la maturità nel calcio l’ha già conquistata. Ma adesso è atteso all’ultimo scoglio della carriera scolastica. Mazzocco volerà a Palermo, dove sosterrà le prove di esame da privatista, al termine di un’annata che l’ha visto studiare direttamente dalla foresteria della Guizza.

Un istituto privato che gli permetteva di seguire le lezioni ed essere interrogato via Skype, meno di un’oretta alla settimana per concludere l’ultimo anno della scuola per geometri. «È stata una stagione stancante, anche se ne ho passate di peggiori», sorride Davide, che negli anni delle scuole superiori è sempre stato con la valigia in mano per il calcio, da Treviso a Parma, passando per Montebelluna. «Era più duro dover studiare la sera dopo aver fatto chilometri per andare agli allenamenti. Ho anche perso un anno, poi a Parma ho cambiato, da Itis a istituto per geometri, e adesso non vedo l’ora di prendere questo benedetto diploma. Con lo studio non sono mai andato molto d’accordo, ma voglio raggiungere questo traguardo perché mi potrà servire nella vita». Preparata la tesina? Su cosa si è concentrato? «Fascismo e decadentismo nella letteratura. Ho analizzato Svevo, Pirandello e altri autori italiani. Il motivo principale che mi ha portato a scegliere questi argomenti è che li ho studiati da poco. Sono più freschi, spero di ricordarli meglio».

È più agitato adesso o la notte prima di Legnago? «Sicuramente prima di quella partita. Ci giocavamo il campionato e volevamo subito chiudere i conti. Era la gara più importante che affrontavo. Adesso sono tranquillo, anche se non so quale sarà il mio stato d’animo prima dell’orale. Negli scritti non ho problemi, a parlare invece a volte mi inceppo. Per cui sarò un po’ più agitato». L’immagine di questa straordinaria stagione che le rimarrà sempre dentro? «Il bene che ci siamo voluti tra noi. È stato un gruppo meraviglioso, nessuno aveva il muso, nessuno “rompeva”. Andavamo tutti d’accordo, eravamo uniti con lo staff, la dirigenza e i tifosi. Questo ha fatto la differenza». Quale partita ha segnato maggiormente il suo percorso? «Credo la prima trasferta a Montebelluna. Per me è stato un insieme di tante cose. Tornavo da “ex”, per la prima volta vedevo la marea di tifosi biancoscudati in trasferta e poi ho segnato anche il mio primo gol. Alla fine, con 31 presenze, è stata un’annata molto buona». Resterà a Padova? «Dipende tutto dal Parma. Se a luglio sarò libero perché i ducali non si iscriveranno, rimarrò a Padova, dove mi sono trovato molto bene. Altrimenti sarà tutto da ridiscutere».

 




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