Live 24! Padova, De Poli a Bassano per la finale playoff di Lega Pro: da domani si torna a pensare ai rinnovi

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Ore 21.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Sono giorni di lavoro frenetico per la dirigenza della Clodiense dopo che è stato definito che il cammino tecnico non vedrà più alla guida mister Andrea Pagan passato all’Este. Il presidente Ivano Boscolo Bielo però precisa: «Con Pagan avevamo pianificato i giocatori da tenere e da acquistare, solo una telefonata del direttore generale mi ha informato dell’ accaduto. Non ho parlato con Pagan, mi dispiace per come sono andate le cose e per l’ atteggiamento che francamente non mi aspettavo». Adesso che succede? «Abbiamo già dei contatti per scegliere il sostituto e stiamo continuando a confermare i tesserati come da programma, spero non ci siano interferenze riguardo i giocatori che interessano alla Clodiense. Noi comunque gli facciamo un grande in bocca al lupo». Ancora non trapelano indicazioni sul nome del nuovo allenatore, di certo la decisione non tarderà ad arrivare visto che la nuova stagione è oramai alle porte e i nuovi acquisti dovranno essere concordati anche con il nuovo trainer. Le riconferme sono però particolarmente importanti perchè giocheranno ancora in laguna Mazzetto, Mastroianni e Moretto che erano stati tra i migliori della stagione conclusa. Molto probabilmente ci sarà la maglia granata ancora da indossare anche per tutti i giocatori di proprietà.

Ore 21.20 – (Il Piccolo) Alla festa “Grido Libero” della Curva Furlan di Domio è ormai una presenza fissa: e anche se stavolta non ha potuto restare tutta la serata, ieri pomeriggio Massimo Pavanel è passato a salutare i tifosi alabardati, visto che era invitato ufficialmente a 20 anni da quella Triestina del 1994/94 che ripartì dai dilettanti: «Per me è sempre un grande piacere stare in mezzo ai tifosi – afferma l’ex giocatore ed allenatore alabardato -. e se tanti giocatori vengono da lontano pur di essere qui, significa che la Triestina resta dentro per sempre. Anzi, una delle peculiarità di questa piazza, è che ti fa sentire giocatore importante anche se non lo sei, un giocatore vero anche in categorie come l’Interregionale. E questo ti resta dentro». Le vicende triestine di quest’anno le ha seguite da Verona, dove per il terzo anno consecutivo ha allenato la Primavera gialloblu, ma è sempre rimasto informato: «Ho seguito di tanto in tanto cosa succedeva a Trieste, con la girandola di allenatori e tutto il resto. Ho sperato tanto nella salvezza e all’ultimo è stata acciuffata, meno male perché sarebbe stata davvero un’onta che i tifosi non meritavano. Certo adesso serve una svolta. Ho sentito che poteva esserci questa sinergia con l’Ufm, poi però tramontata. Ho seguito poi la vicenda del marchio: direi che al di là delle decisioni, è molto bello che sia diventato un bene della città tutelato direttamente dai tifosi. Anzi, ricordo che anche ad Ancona si misero su questa strada andando anche oltre, con un ingresso dei tifosi in società». Anche Pavanel ha vissuto in alabardato estati tribolate, tra dubbi, incertezze e perfino fallimenti: «Purtroppo sono difficoltà che si ripetono spesso, credo sia un discorso legato alla situazione economica della città in un contesto già molto problematico a livello generale. E in queste situazioni è ovvio che poi negli ultimi anni siano comparsi faccendieri come ad esempio Mehmeti e Mbock, che avevano contattato pure me: fu un’esperienza incredibile, sembravano cose fatte alla grande, alla De Laurentis, invece era tutto fumo, robe da film di Gassman. La realtà è che dopo i primi due anni di Fantinel, per la Triestina è stato un tracollo». Intanto Pavanel ha continuato la sua esperienza positiva con la Primavera del Verona: «Un’annata molto positiva, siano andati in finale a Viareggio e abbiamo migliorato il campionato dell’anno scorso lottando per entrare nei playoff. Anzi, all’andata eravamo dentro, ma poi abbiamo pagato caro lo sforzo del Viareggio per la limitatezza della rosa. Cosa succederà ora? Beh, è cambiato il ds, via Sogliano è arrivato Bigon e deve ancora parlare con me la prossima settimana. Quando si cambia, mutano anche certe dinamiche, vedremo cosa succede. Ho avuto anche un paio di contatti con società di Lega Pro, la mia aspirazione è di fare passi graduali. Vedremo se ci sarà la necessità di approfondirli o se resterò a Verona».

Ore 21.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Continua lo «scippo» dei talenti della Sacilese. E andrà avanti così, fino a quando la società dei Presotto non farà chiarezza sul futuro. Ma in realtà di «scippatori» non ce n’è. Ci sono solo società, una in particolare, che da tempo avevano messo gli occhi sui gioielli fatti crescere ed esplodere da Zironelli prima e Marchetto poi. Tutto regolare, ma tutto abbastanza triste, se visto dalle sponde del Livenza. Così, dopo Baggio, Beccia, Boscolo Papo e il capitano Favret, saluta anche Sottovia, assoluto dominatore dell’ultima stagione di serie D. Il bomber sta per tornare all’Altovicentino, raggiungendo così gli altri quattro esuli nella squadra da dove la Sacilese lo aveva prelevato. Non era convinto di riprenderselo, il presidente Rino Dalle Rive, ma le pressioni del nuovo tecnico dell’Altovicentino Zironelli (sì, proprio lui, in un cerchio che si chiude) hanno vinto sui tentennamenti presidenziali. Così da Sacile se ne scappa un altro, e ora si attende solo la destinazione di Alberto Spagnoli, altro pezzo pregiato biancorosso che potrebbe non dispiacere anche al Pordenone. La destinazione di Marco Beccaro, invece, è diventata più chiara nelle ultime ore. Con ogni probabilità finirà al Delta Porto Tolle, raggiungendo così l’ex Tamai e Sanvitese, Matteo Giglio. Se ne andrà dal Friuli anche Daniele Casella, che dal Cordenons tornerà in serie D. Lo vuole insistentemente l’Union Ripa. Weekend di riposo in casa Tamai, dove si attende l’ok all’affare Florean. L’ex attaccante del Pordenone, l’anno scorso al Fontanafredda, dovrebbe dire sì alle «furie» all’inizio della settimana entrante, per completare così l’attacco a disposizione di De Agostini. Poi sarà la volta dei fuoriquota. C’è poi da registrare il passaggio di Tellan (Fontanafredda) al Cjarlins Muzane.

Ore 20.40 – (Messaggero Veneto) Un altro ormai ex Sacilese sta per approdare all’Altovicentino: è il bomber Dario Sottovia (classe ’89). Il capocannoniere biancorosso (19 reti) starebbe per lasciare il XXV aprile per tornare nel club da dov’era stato ingaggiato. Una sorta di ritorno alla base, per lui, anche se a dargli maggiori garanzie tecniche c’è l’arrivo in panchina di Zironelli. La Sacilese, intanto, dopo Baggio (’87), Boscolo (’90) e Beccia (’85) perde un altro gioiello. Anche Beccaro (’89) è vicino a trovare sistemazione: sta trattando col Porto Tolle, club dove c’è già il pordenonese Giglio (’91). Intanto la famiglia Presotto, dopo le prime trattative con la cordata capeggiata dall’avvocato Maurizio Mazzerella, si dovrebbe incontrare domani con un altro potenziale acquirente. L’ex granata (e Pordenone) Daniele Casella (’90) pare vicino all’Union Ripa, Mattia Tellan (’95) esce dal Fontanafredda e si dirige verso il Cjarlins/Muzane, ambizioso team della massima categoria regionale. I rossoneri, dopo Zambon (’88) e Paciulli (’87) sono alla finestra: gli obiettivi sono una punta e un difensore di spessore. Sfumato Spetic (’82), che rimane al Kras. Il Tamai aspetta il “sì” di Florean (’81), ex “Fontana” e saluta Bolzon (’94) da ieri ufficialmente alla Gemonese.

Ore 20.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Proprio così. Ivan Merli Sala saluta il Belluno e va alla rincorsa della Lega Pro. Il difensore centrale ormai ex gialloblu da ieri pomeriggio è un giocatore del Seregno. Sempre serie D, ma con un obiettivo: il professionismo. Il milanese d’altronde era stato chiaro qualche settimana fa, proprio su queste pagine: «Famiglia e ambizioni mi spingono a salutare il Belluno». Ivan soffriva parecchio il «più di così non si può», aveva ammesso di avere fame di promozione e alla fin fine è andato laddove da settembre si cercherà esattamente quella. Puntuali ecco le prime dichiarazioni da neo-nerazzurro: «Avevo altre offerte sul piatto, ma quando mi ha chiamato il Seregno ho deciso in meno di 24 ore – assicura il forte centrale che Vecchiato avrebbe voluto confermare – so che le intenzioni sono quelle di provare a vincere, e per questo sento di aver fatto la scelta migliore per me. Sono un soldato nelle mani dell’allenatore, sono un giocatore duro che non si risparmia mai, a partire dagli allenamenti. Porto in dote esperienza, carisma, e tanta voglia di fare bene con questa nuova maglia. Dopo due anni positivi a Belluno, la mia priorità era trovare una società che puntasse al salto di categoria». Detto, fatto. Inoltre Ivan, con moglie e gemelli, si riavvicina a casa, andando a vivere nella sua Brianza. IL SOSTITUTO – A questo punto, ufficializzato l’addio, il Belluno proverà a maggior ragione a stringere per il ritorno in gialloblù di Nicola Calcagnotto, alle prese con il disfacimento del Real Vicenza. ALTRI EX – Restando in tema di ex, Daniele Pasa, che pochi giorni fa ha salutato il Montebelluna, sarebbe a un passo dalla panca del San Paolo Padova. La società, dopo la recente tribolata storia, è stata da poco acquisita da Stefano Zarattini, già patron della plurititolata Luparense di calcio a 5, che vuole rilanciarla ripartendo dall’Eccellenza in cui è appena retrocessa. E Pasa, accettato l’invito, pare potrebbe portare in dote Gianmarco Brotto e Alberto De March, in uscita dall’Union Ripa di Renato Lauria.

Ore 20.00 – (Corriere delle Alpi) Arrivederci Merli Sala. Le ultime speranze di un ripensamento da parte del forte difensore centrale del Belluno sono svanite ieri pomeriggio, quando è apparso un comunicato ufficiale sul sito del Seregno, che ha annunciato l’ingaggio del giocatore per la prossima stagione. Merli Sala lascia quindi il Belluno per una nuova avventura, sempre in serie D, ma va a giocare in Lombardia, in provincia di Monza, per giocarsi la vittoria del campionato, nel girone B. La sua scelta è andata di pari passo con il desiderio della sua famiglia e della moglie, Sofie, di cambiare aria. La ragazza infatti lavora nel campo della moda e avvicinarsi a Milano per lei è sicuramente un vantaggio e potrebbe diventare un trampolino di lancio. «Sofie ed io non vedevamo il nostro futuro a Belluno e così ho preso questa decisione – spiega Merli Sala – oltre a questo volevo cercare un progetto importante e credo di averlo trovato. Con questo non voglio dire che a Belluno manchi l’ambizione di voler vincere, ma si sa che andare in Lega Pro in questo momento ha costi troppo elevati per una società come quella gialloblù. Quando sono stato contattato dal Seregno mi hanno spiegato le loro intenzioni, vogliono fare un campionato di vertice, e ho deciso di accettare la sfida. Conosco il capitano, Attagliano, che ho incontrato ai tempi della Lega Pro, e mi ha parlato bene di questa nuova società, ha un presidente ambizioso». Due anni pieni di soddisfazioni. Ivan Merli lascia il Belluno dopo sessantaquattro presenze, cinque gol, e due quarti posti. «Di queste due stagioni mi porto via sicuramente il gruppo di giocatori che si è creato in questi anni – continua Merli Sala – l’ambiente gialloblù mi mancherà sicuramente. Mi hanno sempre fatto sentire a casa. Ci tengo a ringraziare tutti quanti, se ho ricevuto molte offerte a fine campionato il merito non è solo mio, ma anche dei miei compagni e della società, che mi hanno permesso di dimostrare il mio valore. In particolare ci tengo a ringraziare Livio Gallio, che in questi due anni è stato un presidente amico dei calciatori. Con lui ho avuto un bel rapporto di amicizia, è stato il primo due estati fa che mi ha voluto qui e ha cominciato a farmi allenare con il Belluno. Andare via da qui non è assolutamente facile, qua ho trovato tanti amici che mi hanno sempre fatto sentire in famiglia. La scelta però è mia legata alla mia famiglia». Questo è un addio o un arrivederci? «Questo aspetto rimane un punto di domanda – conclude Ivan – la società del Belluno mi ha detto che per me qui le porte saranno sempre aperte e di questo sono orgoglioso, perché dimostra il bel rapporto che si è instaurato in questi anni».

Ore 19.30 – (Gazzetta di Mantova) Sono ore d’attesa a Castiglione, dove gli ultimi accadimenti hanno messo in forte dubbio l’iscrizione della squadra al prossimo campionato di C unica. L’allarme è reale e stavolta non si tratta di una semplice dichiarazione per svegliare le coscienze: il dietrofront di uno dei partner più importanti del sodalizio rossoblù ha colto di sorpresa tutti infliggendo un brutto colpo al budget che in via Lonato avevano stilato, facendo già i salti mortali, per costruire una squadra capace di giocarsi la permanenza nella nuova categoria. Nella giornata di ieri la società si è comprensibilmente trincerata dietro un impenetrabile silenzio, anche perché sembra che nelle prossime ore verrà emesso un comunicato congiunto con l’amministrazione comunale. Ma in città ieri mattina le voci correvano e pare proprio che a tirarsi indietro sia stata Amica Chips, l’azienda castiglionese di snack che ha da poco compiuto i 25 anni di attività e che da diverse stagioni sosteneva il progetto Castiglione, dando anche un importante apporto per quanto riguarda il settore giovanile. Un duro colpo che non sembra però avere fiaccato l’operato della società, determinata a non mollare nei pochi giorni che restano prima della scadenza del 20 giugno. Innanzitutto, in virtù dei buoni rapporti che sono intercorsi in tutti questi anni con l’azienda guidata da Alfredo Moratti, si tenterà un’ultima (seppur a questo punto molto difficile) opera di convincimento. Nel caso questa non andasse in porto ci sarebbe un piano B, che porterebbe a bussare alla porta di nuovi partner, anche extra-territoriali, nella speranza di coprire l’importante “buco” che si aprirebbe in seguito ad una defezione così importante. Proprio in questo senso il comunicato odierno sarà da leggere come un ultimo appello scritto che verrà rivolto alle numerose ed importanti realtà imprenditoriali, castiglionesi e non, che non hanno ancora dato una risposta alle richieste di sostegno della società. In tutto questo contesto il discorso tecnico resta in stand-by anche se il Castiglione, nel caso la situazione venisse risolta, non si farà assolutamente cogliere impreparato. Sono solo da ratificare infatti gli accordi già raggiunti con il direttore sportivo Erminio Gizzarelli ed il tecnico Alessio Delpiano. E pare che questi ultimi non stiano attendendo lo svolgersi degli eventi con le mani in mano: sarebbero già iniziati i contatti con alcuni giocatori della rosa che il Castiglione desidererebbe riconfermare. Con alcuni di loro, come Cristofoli e De Angeli, ci sarebbe già un mezzo accordo per il proseguo della loro avventura in rossoblù. Non resta che attendere la riunione dei soci che con tutta probabilità si terrà mercoledì. Se avrà esito positivo allora inizierà un lavoro febbrile sul fronte tecnico per recuperare il terreno perduto. Nel frattempo saranno giorni di ansia e di attesa per supporter e simpatizzanti, che stanno esprimendo tutta la loro preoccupazione sui social network.

Ore 19.10 – (Gazzetta di Mantova) Metà giugno è arrivata ma la barchetta biancorossa non ha ancora preso il largo, quasi che una mano pietosa la tenga abbarbicata a riva per non crollare subito come un origami di carta. La clessidra del tempo è sempre più stretta e la preoccupazione fra gli sportivi aumenta, anche se i soci mantovani e il gruppo bresciano si rinnovano vicendevolmente promesse di accordo a breve, brevissimo termine. Ma quanto tempo rimane per fare quel che c’è da fare? Non più di una settimana a voler essere ottimisti, non oltre quattro giorni se si vuole guardare le cose con un minimo di realismo. L’accordo deve essere siglato entro il 30 giugno ma già cinque giorni prima, giovedì 25, devono essere pagati gli stipendi di marzo e aprile se non si vuole perdere la fidejussione di 600.000 euro versata dai soci mantovani lo scorso anno: quasi mezzo milione di euro ai quali vanno sommati i 200.000 da consegnare all’Agenzia delle Entrate. Oltre a ciò va depositata la fidejussione di 400.000 euro per la prossima stagione e vanno presentate le documentazioni conclusive 2014-2015 e preventive in ambito fiscale. In caso contrario scatterebbero le penalità ben note ai dirigenti e, purtroppo, anche agli sportivi mantovani. Per adempiere a queste prescrizioni federali una settimana non basta ed è per questo che al più tardi entro giovedì 18 è bene che tutto sia fatto, che il Mantova abbia una società attiva dall’1 luglio senza dover rischiare di perdere l’iscrizione alla Lega Pro. In viale Te intanto cosa accade? Presto detto, si fa davvero alla svelta: ieri i soci mantovani hanno dato incarico all’eminenza grigia Carlo Pegoraro di fornire a Sdl gli elementi per la presentazione della proposta integrativa, con la quale arrivare finalmente alla firma dell’atto con il quale l’attuale massimo dirigente Nicola Di Matteo, cede le sue quote a titolo gratuito al gruppo bresciano, che in seguito assieme ai soci mantovani suddividerà il pacchetto azionario restante in quote tutte da stabilire (almeno ufficialmente). Ieri sera Sandro Musso era presente a Milano Marittima, dov’è stato invitato ad una premiazione sportiva alla quale ha partecipato anche l’ex ct azzurro Arrigo Sacchi insieme a mister Dario Marcolin, amico di vecchia data del responsabile Sdl e fra i principali candidati (assieme a Riccardo Maspero) per la panchina biancorossa: «Rimane confermata la disponibilità ad incontrarci in tempi strettissimi per siglare le intese necessarie all’acquisizione delle quote, ma alle condizioni ben note. Che sia cioè molto ben chiara la suddivisione dei compiti e vengano chiuse tutte le pendenze pregresse. Siamo certi che questa sia la settimana nella quale si debba siglare l’accordo per il Mantova, e se servirà tornare in serata dalle rispettive sedi per trovarsi entro poco tempo al tavolo e firmare l’accordo possiamo anche pensarci. La nostra volontà è ormai conclamata».

Ore 18.50 – (La Provincia Pavese) La serie B l’ha giocata da titolare e l’aveva riconquistata con il Frosinone nei play off di Lega Pro. Ora è pronto a riprovarci con il Pavia. Dario Biasi, difensore d’esperienza del Pavia è sicuramente tra i baluardi di una retroguardia sulla quale la società non sembra giustamente avere molti dubbi. In uno schieramento prevedibilmente a tre con nomi come Andrea Cristini, Matteo Abbate, Antonio Marino, Alessandro Malomo e Dario Biasi ci si può contare. «Non per essere presuntuosi, ma lo dicevo al direttore Londrosi che il Pavia a mio avviso aveva in questa stagione per nomi, qualità e alternative la difesa più forte del girone – sottolinea Dario Biasi –. Siamo stati criticati ingiustamente per il numero di gol subiti in una certa parte di stagione, ma non era una questione puramente difensiva, ma di equilibrio di squadra. Questo a volte ci ha portato a prendere qualche gol di troppo. Futuro a tre? E’ uno schieramento già attuato più volte nell’ultima stagione e che se fatto bene dà ampie garanzia. Ma, ribadisco, con la giusta interpretazione di squadra». Mister Marcolini nuovo allenatore del Pavia l’ha conosciuto da avversario in campo… «Sì e non solo perché l’ho incontrato insieme al suo vice Mandelli a Verona nella mia città e credo dove anche loro, dopo aver giocato con il Chievo, si siano stabiliti. Ne ho sentito parlare benissimo da chi lo conosce come compagno di squadra e da chi l’ha avuto anche come allenatore. Sono quindi contento che possa essere il nostro prossimo mister». Lo scorso anno un Pavia da rifondare, ora da ritoccare? «La società non si nasconde. Se partiti da outsider volevamo far bene e ci siamo abbondantemente riusciti sfiorando l’impresa, ora la conquista della serie B è l’obiettivo dichiarato dalla dirigenza e dietro il quale nessuno si vuole nascondere. Il Pavia vuole raggiungerlo ed è una sfida che porterà a innesti mirati ma importanti. Ci vorranno i tasselli giusti, quelli necessari per vincere i campionati. Come mi piace dire, al di là delle qualità, è importante in una squadra non solo il giocatore, ma l’uomo che quando le cose non vanno bene sa tirar fuori il meglio di se. Sono questi gli elementi che fanno la differenza». Guardando ad oggi il possibile elenco delle avversarie si va sulla falsa riga di un campionato come lo scorso anno. Dove oltre al favorito Novara c’erano tante squadre pronte a lottare per la B, dalla quale arrivano quattro grandi: Brescia, Varese, Entella e Cittadella, ci sono altri club pronti a riprovare la scalata come Alessandria e Cremonese. Sarà una stagione ancora più dura? «E’ vero l’innesto di formazioni retrocesse dalla serie B renderà ancora più competitivo il nostro girone, E poi se lo scorso anno eravamo partiti per far bene, ma senza il compito come il Novara di dover vincere per forza, ora quest’obiettivo lo abbiamo noi e dovremo dimostrare di saper interpretare bene il passaggio dal ruolo di sorpresa a formazione partita per ottenere la promozione. E’ un ulteriore pressione da superare dimostrandolo sul campo».

Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Prima c’era un allenatore neroverde, Fabio Rossitto. Adesso ancora non si sa chi sarà il primo allenatore del Pordenone la prossima stagione. Intanto, però, sembra definito chi sarà il secondo: Andrea Toffolo. Che poi magari, la storia è ignota ed è un’incognita, non si fermerà solo a fare il secondo. Come accadde un’estate fa pure con Luca Lugnan (già mister in seconda del Portogruaro e poi titolare alla Manzanese) è il nome del tecnico che nelle ultime stagioni calcistiche ha allenato il Tricesimo a essere accostato al club cittadino. Il nome Lugnan circolava quando valeva ancora pro tempore la riconferma di Carmine Parlato. Fu la successiva scelta di Lamberto Zauli, che si portò in riva al Noncello il proprio staff, a far naufragare la sua ipotesi. Lugnan fu accostato anche a quella che doveva divenire la squadra B, il Prata di Ezio Maccan, ma anche lì rimasero solo parole. CONTATTI – Sono due anni che Mauro Lovisa cerca Andrea Toffolo. Solo che la «caccia» sarebbe avvenuta con tempistiche non tali da rendere possibile la separazione di Toffolo dalla compagine collinare, in cui arrivò a giugno 2012. Un anno fa già circolava voce che Toffolo avesse chiesto al suo presidente Sorrentino un momento di meditazione, per verificare l’interessamento pordenonese. Che poi lo stesso tecnico sia stato, in questo campionato, uno di quelli più presenti nel seguire gli allenamenti della prima squadra neroverde al De Marchi, è un altro dato riscontrato oggettivamente. Altrettanto sicuro, comunque, è che Toffolo non sarà più l’allenatore del Tricesimo. PRECEDENTI PER DUE – Mauro Lovisa e Andrea Toffolo hanno già operato sinergicamente: uno come sponsor del sodalizio allora presieduto da Primo Cinausero e l’altro da tecnico titolare. Avvenne a Valvasone per un biennio, nei primi anni duemila. In precedenza il tecnico cominciò con la Gemonese, nel 2006 poi approdò al Lumignacco, quindi le già citate Torviscosa, Maranese e Tricesimo. Un altro punto in comune fra i due è stata la rispettiva militanza nella Sacilese. Dove prima ci arrivò Lovisa come attaccante proveniente dal Casarsa, poi ci giocò Toffolo quale centrocampista. TOFFOLO CHI? – Andrea Toffolo è nato il giorno del patrono di Pordenone, San Marco, il 25 aprile 1970. Allena da tredici anni, di cui dieci in Promozione e un tris in Eccellenza. Vanta due salti di categoria, verso il massimo livello regionale, con Maranese e Tricesimo. Questo ultimo ottenuto nell’estate 2013, dopo il ripescaggio della Triestina in serie D. Nel febbraio 2015 Toffolo era già in procinto di lasciare il Tricesimo, in un momento di crisi della squadra che raccolse due sconfitte. Restò in sella, arrivando la domenica successiva ad affrontare il Chions (vincendo 2-1). La chiamò pausa di riflessione. ROSSITTO – Nessun ulteriore contatto ufficiale fra l’ultimo allenatore inserito a libro paga per il recente campionato di Lega Pro e la società neroverde. L’ultimo incontro tra Fabio Rossitto e la dirigenza è praticamente avvenuto allo stadio Brianteo di Monza, il 30 maggio scorso. Con Lovisa due giorni prima.

Ore 18.10 – (Messaggero Veneto) Mentre in casa neroverde si parla di allenatori, ce n’è uno che, dopo la breve avventura in riva al Noncello, è rimasto “a piedi”: Lamberto Zauli. «A Pordenone – afferma – manca l’equilibrio, ecco perché sono stato esonerato: sono stato talmente poco alla guida della squadra da poter dire di non avere alcuna responsabilità nella retrocessione». Il primo tecnico della disgraziata stagione neroverde rompe il silenzio a campionato finito. Non vuole fare polemica, nonostante sia stato cacciato dopo sole 5 giornate. Tiene però a precisare il suo punto di vista. Zaulli, lei denuncia un ambiente troppo “altalenante”. Può approfondire il concetto? «Il presidente (Lovisa, ndr) aveva programmato con me una salvezza all’insegna di una squadra giovane, anche da ottenere all’ultima giornata. Nel mio periodo cambiava spesso idea: sono stato esonerato, eppure la squadra è arrivata a giocarsi l’accesso ai play-out a maggio…». Ci racconti l’inizio dell’avventura. «La società voleva rispettare l’età media di 25 anni: io avevo sposato il progetto. Dopo la partenza da 2 punti in 5 gare sono stato esonerato. Tre partite le abbiamo giocate in una settimana e, la prima di quel ciclo, col Venezia, abbiamo subìto un pari al 94’. Un’altra l’abbiamo persa col Bassano, che oggi si gioca la serie B. Avevo sostenuto un ritiro con pochi giocatori: tra gli attaccanti avevo Sakajeva e Donà, due giovani. Io dico che, se credi in un qualcosa, devi andare avanti fino alla fine». Cosa ne pensa del girone di ritorno fatto dalla squadra? «Sono cambiati i programmi. Sono stati ingaggiati giocatori esperti. Se si fosse investito un po’ di più a giugno, non si sarebbe arrivati a fare un mercato del genere a gennaio. Si sono viste due formazioni differenti: che fine hanno fatto, da gennaio in poi, giocatori come Pramparo e Paladin? Io, in accordo col club, dovevo farli giocare. Il progetto iniziale è svanito subito». Brutta esperienza insomma, per lei. «Della quale, però, ritengo di non avere responsabilità. Ho guidato la squadra soltanto per 5 gare. Troppo poche. E il club ha cambiato strategia. Dico questo non per fare polemica, parlo in totale serenità. Pordenone, poi, è una piazza tranquilla, con i media che cercano di aiutarti». C’è qualche club che la vuole, ora? «Adesso no. E’ difficile tornare in sella, soprattutto dopo quell’esonero. So che fa parte del gioco: adesso spero di trovare qualcuno che creda in me e mi stimi».

Ore 17.55 – Finale playoff Lega Pro, fischio finale: Bassano-Como 0-0, lombardi in serie B.

Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Serie D come possibile àncora di salvezza, ma servirà un nuovo Venezia nel caso in cui Korablin fallisse l’appuntamento del 30 giugno con l’iscrizione in Lega Pro. Scenari cupi e già visti per il pallone arancioneroverde che, a causa della latitanza economica del suo unico proprietario Yury Korablin, rischia nuovamente di affondare. Entro fine mese il patron russo deve versare in cassa almeno un milione di euro (cifra che non comprende gli oltre 500 mila euro di debiti verso i fornitori) per rispettare le scadenze federali, oltre a presentare una fideiussione da 400 mila euro. Una corsa contro il tempo che non è nemmeno sicuro Korablin stia tentando, come confermato dalla richiesta presentata in tribunale dal collegio sindacale per accertare lacune patrimoniali tali da portare allo scioglimento e alla messa in liquidazione del club. Prospettive che aprono altri scenari, analoghi a quelli dell’estate 2009 quando la mancata iscrizione in Lega Pro dell’allora Ssc Venezia fu parata dalla nascita e dal subentro all’inizio di luglio dell’Fbc Unione Venezia. «Essendo passati più di 5 anni si potrebbe assistere al «bis» – spiega Bepi Ruzza, presidente del Comitato Regionale Veneto della Lega Nazionale Dilettanti -. Se l’Unione Venezia non si iscrivesse in Lega Pro il titolo sportivo rimarrebbe vacante e, con una deroga, potrebbe essere utilizzato solo dalle giovanili. Un nuovo Venezia, come il Biancoscudati Padova un anno fa, potrebbe invece chiedere l’ammissione in sovrannumero a campionati minori». Tale richiesta formulata dal presidente dell’ipotetico nuovo club arancioneroverde dovrebbe essere presentata alla Figc e alla Lnd accompagnata da una lettera del sindaco di Venezia e dal programma tecnico-economico della società. Il tutto con un versamento a fondo perduto di 300 mila euro per la serie D nazionale o 100 mila euro per l’Eccellenza veneta, mentre per ripartire dalla Promozione (come Portogruaro e Treviso nelle ultime stagioni) la richiesta è gratuita. «La presenza di altre veneziane (Mestre, Calvi Noale e forse Clodiense, ndr) nello stesso girone di serie D non sarebbe un ostacolo – precisa Ruzza -. Certo i tempi sono strettissimi e se qualcuno avesse in mente una simile operazione dovrà avere tutto pronto nei primi giorni di luglio».

Ore 17.10 – (La Nuova Venezia) Succede nell’albo d’oro a Fabio Lauria, Denis Godeas e Riccardo Bocalon, ha già trovato l’accordo con l’Arezzo per la prossima stagione, ma Stefano Fortunato, confermando la grande statura morale evidenziata nel biennio al Venezia in aggiunta alle sue qualità tecniche, non è voluto mancare alla premiazione di “Man of The Match”. L’iniziativa dell’associazione VeneziaUnited che da qualche stagione premia, a fine stagione, il giocatore che ha raccolto il maggior numero di vittorie di tappa nel corso dell’intero campionato e Stefano Fortunato è risultato spesso il migliore in campo. Appuntamento al Volta-Pagina di via Beccaria, a Marghera, alla presenza di Franco Vianello Moro, presidente di VeneziaUnited, di Angelo Torresin, presidente del CentroCoordinamento VeneziaMestre Club e di Giorgio Granzo, il punto di riferimento dei tifosi all’interno della società. «Siamo doppiamente contenti che il risultato dell’annata abbia alla fine premiato Stefano Fortunato» ha detto Franco Vianello Moro, «l’ho conosciuto anche di persona, al di là del giocatore visto in campo, ed è veramente un uomo eccezionale, fuori dagli stereotipi del calcio, un professionista esemplare». Assente giustificato Michele Serena, al quale VeneziaUnited ha dedicato un riconoscimento speciale, presenti come sempre quelli del gruppo Ultrasessantenni.

Ore 16.50 – Fine primo tempo: Bassano-Como 0-0.

Ore 16.20 – (Giornale di Vicenza) «Più passa il tempo più diminuiscono le possibilità che ci sia una risposta positiva». Scende l´ottimismo in casa Real Vicenza, e Barbara Diquigiovanni non si nasconde. A tre giorni dall´incontro tra la presidenza biancorossa e l´amministrazione comunale trevigiana, non arriva ancora nessuna notizia dalla città della Marca. E il silenzio non fa presagire nulla di buono. Ma la fiammella rimane comunque accesa, la sentenza definitiva non è ancora arrivata. Lunedì scade l´ultimatum che la società biancorossa si è prefissata per far fronte a tutte le scadenze burocratiche che pendono sul club. Ma prima bisogna sistemare tante piccole cose e il tempo stringe. Si va verso la chiusura? Se le cose non dovessero andare per il verso giusto questo è lo scenario. Ma rimane l´opzione cessione. E il primo candidato rimane comunque Rino Dalle Rive. Le voci che girano attorno alla trattativa tra i due imprenditori vicentini sono tante, ma prima bisogna fare chiarezza sul futuro del Real Vicenza.Intanto, dopo l´addio di Michele Marcolini, che porta con con sé il suo vice Mandelli e il prof Roberto Ziggiotti, non si registrano altri movimenti sul mercato per i giocatori vicentini. Almeno non ufficiali. Il bomber Sasà Bruno, capocannoniere del girone A di Lega Pro, potrebbe trovare porto sicuro a Piacenza. Mentre Tomei e compagni attendono gli sviluppi societari. Fino al 30 giugno sono tutti vincolati con il club vicentino, dopo questo termine, se non andasse in porto l´affare con la città della Marca, i tesserati con il Real Vicenza sarebbero svincolati e liberi di trovare accordi con altre squadre. L´ultima parola al sindaco Manildo.

Ore 16.00 – Inizia Bassano-Como, finale di ritorno dei playoff di Lega Pro.

Ore 15.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Sono ormai trascorsi tre giorni dalla comunicazione di addio al Vicenza da parte di Pasquale Marino, ma da giovedì mattina non è accaduto nulla: il tecnico di Marsala è legato al Vicenza fino al giugno del 2016, e senza la rescissione del contratto non può accordarsi con nessun’altra squadra. Difficile comprendere la strategia del Catania, perché è scontato che il Vicenza, così come per esempio ha fatto l’Avellino per Rastelli con il Cagliari, chieda un indennizzo per liberare Marino che non è stato esonerato ma ha deciso unilateralmente di non voler più rispettare il contratto che lo lega tutt’ora con il Vicenza fino al giugno del 2016, rifiutando anche la proposta di allungamento dell’accordo fino al giugno del 2018. Per chiudere la vicenda si dovrà andare quindi alla settimana prossima con la dirigenza berica che sta valutando varie candidature per sostituire Marino sulla panchina biancorossa; oltre ai nomi di Mangia, Gautieri ed Asta, nelle ultime ore si parla di Mimmo Di Carlo, scelta che farebbe la felicità dei tifosi del Vicenza.

Ore 15.10 – (Giornale di Vicenza) Alfredo Pastorelli, presidente di Vi. Fin, la finanziaria che supporta il Vicenza, chiede di poter spalmare l´Iva su un periodo di 20 anni. Ragionamento di comodo? Neanche per idea. Percorso imprenditoriale sensato, piuttosto. Perchè il calcio professionistico, mai dimenticarlo, se non vuole soffocarsi con le sue stesse mani deve seguire le regole delle altre imprese. Si sta parlando di Spa, mica di gruppi di amici che nel tempo libero condividono una passione. Cominciamo – solo per fare un esempio – da un dato di Equitalia del luglio dell´anno scorso, quando si parlava di boom di rateizzazioni: 156 mila richieste in trenta giorni, con una media settimanale pari a circa il doppio di quella dei primi sei mesi dell´anno. All´epoca erano attive 2,4 milioni di rateizzazioni per un controvalore di 26,6 miliardi. Il 76,9% delle rateizzazioni riguardava persone fisiche, mentre il restante 23,1% società e partite Iva. Questa è vita normale, queste sono storie di tutti i giorni. Ma il calcio… Nossignori, il calcio non è un´altra cosa. L´esempio degli esempi? La Lazio di Claudio Lotito, che a suo tempo trovò un accordo senza precedenti per far fronte al suo debito fiscale: 140 milioni di euro da pagare in 23 anni inclusi gli interessi. Ecco, a fronte di tutto questo cosa volete che sia la proposta di Pastorelli, presentata ieri in anteprima sulle pagine del nostro giornale? Riassumiamo. L´Iva pagata dal Vicenza è di circa 1 milione e 800mila l´euro l´anno, divisa in rate di circa 450mila euro da pagarsi ogni tre mesi. Tutto questo dovrebbe durare per cinque anni e la proposta di Pastorelli è di estendere il periodo a vent´anni, in modo da ridurre il costo dell´Iva a circa 400mila euro l´anno. È così sbagliato pensare a liberare delle risorse che potrebbero essere particolarmente utili, per la gestione sportiva e non solo? No, davvero, comunque la si pensi su questa società e sul calcio in generale. Non va dimenticato, del resto, che quando la Fiorentina fu costretta a chiudere e a ripartire dalla C2 i crediti vantati dall´erario e dagli enti previdenziali ammontavano ad oltre 20 milioni. Certo, in quel crac le problematiche erano ben altre e le situazioni non sono neanche lontanamente paragonabili. Ma la memoria, si sa, aiuta ad essere elastici. E viceversa.?

Ore 14.50 – (Giornale di Vicenza) Premessa: qui non si vuole raccontare la storia dell´orso. Pasquale Marino probabilmente firmerà un contratto che lo legherà al Catania e l´anno prossimo affronterà il Vicenza da avversario. Questo tanto per essere chiari e per dire le cose come stanno. Al momento, però, Marino non ha ancora firmato niente. E quindi, tecnicamente, è ancora l´allenatore del Vicenza. Al club biancorosso, infatti, è legato da un´intesa biennale. E allora? Allora tutta questa faccenda potrebbe far rallentare una serie di operazioni, vere, presunte o comunque possibili, che potrebbero coinvolgere l´asse Vicenza-Catania. Andiamo con ordine. In Sicilia confermano che in testa alla lista delle richieste di Marino ci sarebbero un difensore e un esterno offensivo. Il primo profilo corrisponde a quello di Nicolò Brighenti, giocatore duttile che può stare sia in mezzo che sulle fasce e che è reduce da una grande stagione. Il secondo assomiglia non poco – ed è questa la novità di giornata – a quello di Stefano Giacomelli. A Catania, poi, potrebbe approdare anche Federico Moretti, il cui cartellino è di proprietà proprio del club etneo. E qui, allora, potrebbe sorgere qualche piccola complicazione. Qualche passaggio potrebbe non essere del tutto automatico. Spieghiamo: Moretti è in prestito, certo, ma il diritto di controriscatto ce l´ha il Vicenza. E partiamo dal fatto che il Catania non s´è ancora accordato con Marino. Continuiamo ricordando che per la risoluzione del contratto ci sarà bisogno di un sì da parte del Vicenza. Insomma… per brindare a Moretti qualcuno dovrà togliere un po´ di schiuma dai boccali. Altrimenti, chissà, la faccenda potrebbe complicarsi. Al punto che, sempre secondo indiscrezioni che giungono da Catania, il club etneo si sarebbe cautelato informandosi sui programmi futuri di Toscano e dell´ex biancorosso Mimmo Di Carlo. Come si diceva si tratta di precauzioni probabilmente inutili. Però…Sempre stando ai si dice, il Catania sarebbe interessato ad altri due ex biancorossi, il regista Davide Di Gennaro e l´attaccante Antonino Ragusa. In questo caso le trattative, se mai dovessero andare in porto, non riguarderebbero il Vicenza. Entrambi i giocatori erano infatti in prestito. C´è però un elemento di cui bisogna tener conto. Anche il Bari, infatti, sarebbe sulle tracce di Di Gennaro. Il centrocampista, però, avrebbe fatto sapere di puntare a una sistemazione in serie A. E allora come la metteremmo con Catania…? Lo si scoprirà. Così come si scoprirà chi allenerà il Vicenza l´anno prossimo. Al momento non si registrano novità di rilievo sulla questione: Tonino Asta, Carmine Gautieri e Devis Mangia restano i candidati alla successione di Marino. A meno che non si decida di continuare sulla strada di allenatori esperti.

Ore 14.20 – (Gazzettino) Tutto come ieri, l’altro ieri e il giorno prima ancora. Niente di fatto in casa granata per il nome del direttore generale, la telenovela continua all’insegna dell’incertezza. Da Carpi non sciolgono la riserva sul successore di Cristiano Giuntoli, destinato al Napoli, e di conseguenza nemmeno a Cittadella si registrano passi in avanti. Il presidente emiliano Claudio Caliumi alla stampa locale ha detto che ci vorrà ancora qualche giorno prima di ufficializzare il nome del direttore sportivo, perché la società vuole valutare per bene i profili dei potenziali candidati ed evitare errori nelle scelte. Chi segue in prima persona la vicenda è l’ad Stefano Bonacini, che mantiene lo stretto riserbo: sarà lui a decidere all’inizio della prossima settimana. Accanto ai tre nomi – Stefano Marchetti del Cittadella, Sean Sogliano in uscita dal Verona e Giancarlo Romairone, ex dirigente dello Spezia – sembra ci sia un quarto incomodo, un nome nuovo, mai tirato in ballo nei giorni scorsi: Paolo Cristallini, diesse del Vicenza. Senza novità da Carpi, con il nome di Stefano Marchetti ancora in ballo, da Cittadella nessuno parla, salvo trasmettere una nota ufficiale della società tramite l’ufficio stampa, in cui si dice soltanto che non ci saranno novità nel week end. Non resta che aspettare domani, sperando sia la volta buona e non l’inizio di un’altra settimana di passione e di incertezze per i tifosi granata. MERCATO. Il Torino ha concluso il trasferimento di Danilo Avelar dal Cagliari. Nell’affare rientra il passaggio in prestito di Antonio Barreca alla società isolana. Il difensore classe 1995 ha disputato l’ultima stagione con la maglia del Cittadella, risultando uno dei giovani più interessanti della cadetteria. Tra coloro che hanno pronte le valigie in casa granata c’è Filippo Scaglia, al quale non mancano le richieste dalla serie B. Per il difensore classe 1992, in comproprietà tra Cittadella e Torino, si registra l’interesse del Lanciano.

Ore 14.00 – (Mattino di Padova) Filippo Scaglia, 23 anni e mezzo, ha molte probabilità di continuare a giocare in serie B. Il difensore centrale è stato uno dei pochi a non sfigurare in questa stagione nel Cittadella, prima di infortunarsi seriamente e non poter dare così nel finale di stagione il contributo che era necessario per tentare di evitare la retrocessione in Lega Pro. Il giocatore, nativo di Torino, è in comproprietà tra Cittadella e lo stesso Torino, ma nelle ultime ore si sarebbe fatto concreto l’interessamento del Lanciano. La società abruzzese è infatti alla ricerca di un centrale difensivo giovane e allo stesso tempo con già una discreta esperienza alle spalle tra i cadetti, e Scaglia sarebbe stato individuato come il rinforzo ideale per la retroguardia. Per quanto riguarda altri rumors di mercato, c’è ben poco in pentola. La macchia della discesa in Lega Pro pesa sull’immagine di quei giocatori che pure hanno suscitato attenzioni da parte di altri club. Ad esempio, il capitano Michele Pellizzer, legato alla società granata da altri due anni di contratto: una “voce” – non confermata – riferisce di un contatto con il suo procuratore da parte del Vicenza.

Ore 13.40 – (Mattino di Padova) La telenovela continua. Un genere, quello della soap opera, che a quanto pare funziona in tivù ma pure nel mondo del calcio. L’ultima puntata, ieri, si è chiusa con l’ennesimo rinvio alla soluzione dell’enigma. Stavolta con una nota del Cittadella, attraverso la quale il presidente Andrea Gabrielli comunica che non ci saranno novità sino a domani sulla “questione” Marchetti. Un rinvio che si associa a quello che proviene da Carpi, dove il presidente Stefano Bonacini si è preso altro tempo per individuare il successore di Cristiano Giuntoli. Il valzer dei direttori sportivi è iniziato da lì, con il Napoli che si è fatto avanti per Giuntoli e con il patron della Gaudì che si è visto costretto ad avviare repentinamente una serie di consultazioni per trovare il suo sostituto. Pareva fosse questione di ore, invece passerà con ogni probabilità tutto il week end prima di avere la risposta. Marchetti resta uno dei tre papabili, assieme a Romairone, in uscita dallo Spezia e dato in ascesa, e al più costoso (ha chiesto circa 200 mila euro di più) Sogliano. Di fatto, il d.g. di Fontaniva, dopo aver assistito alle prime partite delle finali del campionato Primavera in Liguria e aver incontrato Bonacini, è rientrato a Cittadella e nei giorni scorsi ha mandato avanti le operazioni di ordinaria amministrazione in casa granata. È chiaro, però, che ci sono decisioni che può prendere solo un direttore pienamente in sella, a partire da quella relativa al nuovo allenatore. A tal proposito, fra i nomi circolati subito dopo l’uscita di scena di Foscarini c’è stato quello di Edoardo Gorini, vice del tecnico di Riese Pio X nell’ultima stagione, magari in tandem con Giulio Giacomin, promosso dalla Primavera. «Ma è prematuro parlarne ora», spiega l’ex difensore centrale veneziano, appena rientrato da un viaggio per motivi personali a Madrid. «Sicuramente sarebbe interessante guidare la squadra, ma non ho ancora l’esperienza per farlo e devo conseguire il patentino, per cui dovrei essere affiancato da qualcuno con la licenza da allenatore. E comunque non se n’è mai parlato, anche perché bisogna vedere cosa vorrà fare il d.g.». Quella del tecnico è una delle caselle da riempire quanto prima… «Sì, e poi occorre valutare i rinnovi e organizzare la stagione, anche perché tra poco più di un mese il gruppo dovrà partire in ritiro. È evidente che non c’è molto tempo da perdere». Scommetterebbe sulla permanenza di Marchetti al Cittadella? «Sono stato via qualche giorno e non ho sentito il direttore di recente, quindi ne so quanto voi». C’è il rischio che, nel caso di un suo trasferimento, i giocatori che avevano dato a Marchetti la parola per rimanere, da Sgrigna in giù, si accasino altrove? «Beh, ci sono dei contratti da rispettare e per ognuno andranno valutate le eventuali offerte in arrivo. Ma siamo sempre lì: è il direttore che fa la squadra». Lei ha più sentito i giocatori? «Li ho chiamati uno a uno al telefono per salutarli. Erano tutti molto amareggiati, ma è naturale che fosse così».

Ore 13.20 – (Corriere del Veneto) A tre settimane dalla retrocessione in Lega Pro, il Cittadella non sa ancora cosa farà Stefano Marchetti. Il direttore generale granata, come noto, è cercato dal Carpi ed è uno dei tre candidati assieme a Giancarlo Romairone e a Sean Sogliano per raccogliere l’eredità di Cristiano Giuntoli nel ruolo di direttore sportivo. Nella giornata di ieri il presidente Andrea Gabrielli, tramite il proprio ufficio stampa, ha fatto sapere che né ieri e né oggi ci saranno novità, in un senso o nell’altro sulla conferma o l’addio del dg. I tempi coincidono perfettamente con le notizie che trapelano da Carpi, dove il patron Stefano Bonacini si è preso altro tempo prima di scegliere il successore di Giuntoli. Marchetti potrebbe farsi preferire a Romairone (le cui quotazioni sono però in ribasso) e a Sogliano. A favore di Marchetti, infatti, giocano le referenze molto positive date a Bonacini dal ds uscente Giuntoli (che andrà al Napoli) e la capacità di portare risultati economici importanti alla società, come già dimostrato negli anni nella città murata.

Ore 12.50 – (Gazzettino) Una fusione storica per la realizzazione di una grande “cantera” a San Martino di Lupari. Dietro al nuovo progetto che vedrà ufficialmente la luce nei primi giorni della prossima settimana c’è il presidente Stefano Zarattini dei Lupi calcio a 5 che ha raggiunto un accordo di massima con il collega Orazio Gobbo della Radio Birikina Luparense per la nascita di una nuova società. Oltre ad avere la prima squadra di calcio a 5 in serie A, il nuovo sodalizio – che si chiamerà Luparense – avrà un settore giovanile sia per il calcio a 5 e sia per il calcio a 11, quest’ultimo sostanzialmente proveniente dalla Radio Birikina che rinuncerà all’iscrizione al campionato di Prima categoria. Di qui appunto la grande “cantera” che punta a diventare un punto di riferimento per tutti i giovani del territorio, paesi limitrofi compresi. «Una società unica con l’obiettivo di avere un marchio “san martinaro” – afferma Zarattini – per realizzare il settore giovanile più importante del Veneto. È anche un discorso sociale, ossia dare un’opportunità ai nostri giovani che sono il futuro dello sport. E più avanti la prospettiva è quella di diventare una polisportiva». Nel nuovo progetto è compresa anche la prima squadra di calcio a 5 che milita in serie A, categoria nella quale Zarattini ha dimostrato di essere un grande dirigente vincendo ripetutamente il titolo tricolore. «Abbiamo in mente un progetto diverso che nel giro di due-tre anni può dare risultati uguali a quelli che abbiamo già ottenuto. Affronteremo questa prima stagione senza l’assillo di essere la squadra da battere, ma potremo lavorare con tranquillità puntando su elementi italiani e giovani, anche del nostro territorio. Qualche giocatore che è con noi da tanti anni e che ha un senso di appartenenza alla società sarà confermato, ma vogliamo costruire una compagine giovane, affamata e soprattutto formata da padovani». Tra i giocatori che saranno confermati ci sarà anche capitan Honorio. Se la fusione tra Luparense e Radio Birikina è in dirittura d’arrivo, Zarattini sta giocando una seconda partita su un tavolo diverso con il San Paolo. Al riguardo, per ora, non sono arrivate conferme ufficiali dai diretti interessati, ma le indiscrezioni trapelate negli ultimi giorni fanno pensare che anche questa trattativa porterà alla fumata bianca in settimana. In particolare è previsto che il settore giovanile sanpaolino resti in gestione al club di via Canestrini, mentre Zarattini porterebbe a San Martino di Lupari la prima squadra che è in Eccellenza chiamandosi probabilmente in un primo periodo San Paolo Luparense. La nuova squadra, stando sempre ai “rumors”, dovrebbe avere come direttore sportivo Alberto Briaschi, arrivato al Thermal Abano Teolo nell’ultimo scorcio di campionato, ma con un passato al Real Vicenza e Marano, e come allenatore l’ex biancoscudato Daniele Pasa, con quest’ultimo che dal Montebelluna si porterebbe anche il centrocampista Giglio, giocatore che aveva cercato di prendere anche il Padova nell’ultimo mercato invernale. E si parla anche di altri due rinforzi, entrambi classe 89’ e nell’ultima stagione all’Union Ripa La Fenadora: l’attaccante padovano Gianmarco Brotto, un passato anche all’Este, e il difensore Alberto De March, già allenato da Pasa al Montebelluna. Insomma, tutto lascia pensare che l’intesa tra le parti sarà raggiunta. Se invece all’ultimo momento l’accordo con il San Paolo dovesse clamorosamente saltare, Zarattini potrebbe ripiegare per la prima squadra sul titolo di Prima categoria che la Radio Birikina Luparense ancora detiene.

Ore 12.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) L’appello del presidente Stefano Rosso, la voglia di entrare nella leggenda, l’attesa della città. Bassano vuole ribellarsi a un destino che, ai più, appare pressoché scritto e tentare la «remuntada» che porterebbe dritti in serie B. Una rimonta, quella con il Como, difficilissima, perché per conquistare la cadetteria servirà una vittoria con tre gol di scarto. In alternativa, un successo con due reti in più degli avversari permetterebbe di arrivare ai supplementari. Le fatiche di Ercole sono un’altra cosa, ma di sicuro a Bassano non si stanno facendo mancare nulla. La prospettiva più alla portata sembra quella di trascinare la contesa per la terza volta dopo i quarti (contro la Juve Stabia) e la semifinale (contro la Reggiana) all’extra time e magari, chissà, ancora ai rigori. Si gioca alle 16 e il Mercante sarà esaurito, nella speranza che sia una giornata storica in tutti i sensi. «Sappiamo che la situazione si è complicata – ammette Antonino Asta – siamo chiamati ad un’impresa incredibile perché il 2-0 è un risultato pesante e difficile da rimontare. Però il Bassano può fare questa impresa, ai ragazzi l’ho detto, dobbiamo andare fino alla fine. Dobbiamo giocate come sappiamo, speriamo anche in qualche episodio a favore, perché in questi casi spesso sono gli episodi a fare la differenza. Mi aspetto molto da tutti, sarà tutto importantissimo, anche il minimo dettaglio: può essere decisiva anche una rimessa laterale». La spinta della città e dell’ambiente potrebbe fare la differenza: « La carica che si è respirata in città in questi giorni è contagiosa – ammette l’allenatore di Alcamo – anche le parole del Presidente sono state davvero preziose. Vi assicurò che faremo il massimo per regalare e regalarci un sogno ed entrare nella leggenda di questa città e di questa bellissima e meravigliosa realtà». E così, mentre Asta rimane concentrato su quella che potrebbe essere la sua ultima partita alla guida del Bassano (se va al Novara, è pronto al suo posto Stefano Sottili), i rientri di Furlan e Pietribiasi dopo le rispettive squalifica sono altre due frecce da scoccare dal proprio arco: «Un po’ ha inciso la stanchezza – sottolinea il centravanti a Tuttolegapro – fatica se ne è fatta tanta e gli episodi che sono successi hanno tolto qualcosina mentalmente. Poi ai playoff si azzera tutto e siamo riusciti a ricaricare le batterie, però quel finale di campionato qualcosa ci ha tolto. Invece il Como si è qualificato all’ultimo ed è arrivato agli spareggi più brillante, con la mente sgombra e con più entusiasmo. Ma a questo punto ce la giocheremo fino alla fine». Sugli spalti del Mercante saranno presenti diversi osservatori e addetti ai lavori. Perché, comunque andrà a finire, il Bassano è finito in vetrina, dal suo allenatore a gran parte della rosa giallorossa. E, dopo la finale, se ne vedranno delle belle.

Ore 12.00 – (Giornale di Vicenza) In alto i calici e magari anche i cuori, chissà. Intanto i calici, quello è sicuro. All´ora di cena, appuntamento in piazza Garibaldi dove i Fedelissimi in collaborazione con la municipalità hanno approntato un ricco buffet aperto ai tifosi giallorossi e all´intera cittadinanza per celebrare comunque la galoppata virtussina alle porte della B. Un modo per ringraziare in qualunque caso la squadra e lo staff tecnico. Quindi, dopo cena, largo al maxischermo sul quale scorreranno tutti i momenti salienti della formidabile annata del Soccer Team. Nel frattempo, tra le coreografie previste oggi al velodromo sono spuntati in giro un mucchio di occhialini giallorossi da sfoggiare per l´occasione come ideale portafortuna.COMO VA. «Siamo impazienti, non vediamo l´ora che arrivi questa partita ha dichiarato Carlo Sabatini al portale TLP . Visto il risultato dell´andata è subentrata un filo di pressione in più ma sono sicuro che queste sensazioni al fischio d´inizio spariranno. Non prendo nemmeno in considerazione l´idea di poter fallire la promozione. La verità è che non possiamo permetterci di gestire niente, nemmeno due gol di vantaggio, guai se alimentassimo le loro certezze. Dite che il Bassano non cercherà con foga subito un gol? Il Bassano fa bene, agirei anch´io così. Ma sono certo che saremmo in grado di reagire a un eventuale vantaggio giallorosso. Per me è la partita più importante della carriera, non si può fallire».

Ore 11.40 – (Giornale di Vicenza) Più che una partita di calcio è un´impresa epica che confina con la leggenda, poiché a risalire dalla buca dello 0-2 in una finale playoff non è mai riuscito a nessuno e sono oltre vent´anni che in terza serie viaggiano di spareggi. Poi la mistica popolare si alimenta di iperboli, scene immaginifiche o suggestioni dettate dalla fantasia galoppante o dalla speranza, ma la faccenda è che bisogna vincere con due gol di scarto per salpare almeno sul traghetto dei supplementari, oppure imbucarne tre (senza subirne) nei 90´ per poi delirare di giubilo. È improbo, tantopiù che a tracollare dovrebbe essere una formazione il Como che oggi sta divinamente. Oggi in tribuna è un altro soldout. «Dovremo essere bravi a tirarle dalla nostra parte certe situazioni argomenta ma nessun assalto scriteriato. Bisogna cercare di tornare ad essere il Bassano che conosciamo e che a Como non si è visto. Voglio rivedere i miei ragazzi sfrontati e spensierati proporre il calcio che conoscono meglio, quindi inseguire la profondità, le verticalizzazioni e le giocate che escono naturali. È meglio non pensare che sennò ci si complica la vita e occuparsi soltanto di convogliare le energie per rincorrere un gol. Non importa quando arriverà, conta cogliere l´occasione. E per provare a sfondare non voglio neppure che i miei siano ossessionati dall´idea di incassare una rete incalza don Tonino . Preoccupiamoci piuttosto di rintracciare quella fluidità di manovra che sette giorni fa abbiamo smarrito con troppi appoggi sbagliati. A Como il 2-0 è stato punitivo, ma anche se le occasioni sono state sostanzialmente pari e l´1-1 non avrebbe fatto scandalo, loro hanno meritato il successo, semmai l´1-0 sarebbe stato più veritiero, questo sì». Sottolinea un concetto il timoniere della Virtus. «I miei dovranno essere forsennati ma non frenetici, spinta e slancio ma con discernimento, l´emozione di un Mercante stracolmo deve rappresentare un propellente speciale da cui attingere energie. Aver riacceso la passione in città è il premio più gratificante dell´intera annata recita Asta , tuttavia non ci sentiamo appagati». Out Maistrello e Rossi, arruolati il guardiano della Berretti Scaranto come vice Grandi e Spadafora quale rincalzo delle punte, il trainer che ritrova Pietribiasi e Furlan si tiene un solo ballottaggio in mediana dove uno fra Cenetti, Davì e Proietti partirà dalla panca. «In caso di pioggia il clima fresco aiuterebbe entrambe rispetto all´afa sul lago, ma col terreno pesante pagheremmo l´assenza di una torre come Maistrello. Quando sono arrivato – prosegue – mi ero posto il traguardo col gruppo di approdare all´ultima giornata lottando ancora per qualcosa di importante in palio. Ci siamo riusciti alla grandissima. Certo, non siamo a un passo dal sogno della serie B, ma almeno a tre gradini rimarca eppure è un´impresa che per quanto difficilissima e tortuosa rimane fattibile. Non voglio dire alla portata ma tuttora raggiungibile. E le parole del presidente Stefano Rosso ci hanno caricato a manetta, insomma noi ci crediamo e non è un modo di dire. Perchè non succede, ma se succede salgo in tribuna e abbraccio i tifosi uno ad uno…».

Ore 11.10 – (Gazzettino) A proposito di mercato, non è un mistero che De Poli abbia messo in cima alla lista degli acquisti per il centrocampo il nome di Carlo De Risio che ha un altro anno di contratto con il Benevento, e che al sito Ottopagine ha fatto il punto sulla sua situazione: «Ho un incontro con il Benevento nei prossimi giorni e al momento non so quali intenzioni abbia. Fino a quando non ci sarà questo colloquio non so cosa farò. Se mi sto guardando intorno? Considerata la situazione penso sia normale. Ci sono state delle richieste da parte di compagini professionistiche, ma ora voglio solo aspettare il Benevento e poi valuterò cosa fare».

Ore 11.00 – (Gazzettino) «Ci sono tanti portieri bravi che giocano, non me l’aspettavo di vincere. È una grande soddisfazione, dopo una bella stagione è la ciliegina sulla torta. Sono molto contento, mi dà nuovi stimoli ed energie in vista del prossimo campionato». Nel quale appunto si giocherà il posto tra i pali con Petkovic. «Non ho ancora avuto modo di conoscerlo, ma l’ho visto giocare e mi è piaciuto. È proprio un bel portiere». Un faccia a faccia invece c’è già stato con Adriano Zancopè, il preparatore dei numeri uno biancoscudati. «Sì, è stato un incontro bello e sono stato contento. Ci siamo conosciuti ed è stata anche l’occasione per impostare il lavoro da fare in vista della prossima stagione». Favaro si presenterà con molte aspettative ai nastri di partenza della preparazione che scatterà il 18 luglio con la prima fase del lavoro a Pieve di Cadore. «Certo, sono quelle che ti fanno partire con una carica in più. Sarà un’esperienza completamente nuova per me, non vedo l’ora di iniziare. Intanto mi sto tenendo aggiornato sugli sviluppi al Padova leggendo i giornali».

Ore 10.50 – (Gazzettino) Lazar Petkovic rientrerà in queste ore dalla Serbia e lunedì dovrebbe ufficializzare l’accordo già raggiunto per la conferma con il Padova, Alessandro Favaro è stato premiato venerdì come migliore portiere della serie D. Si può senz’altro dire che il Padova è in buone mani in vista della Lega Pro, con due giovani numeri uno tra i più promettenti in circolazione. Se Petkovic ha già fatto vedere le sue qualità al popolo biancoscudato risultando tra i protagonisti della promozione, Favaro è praticamente tutto da scoprire (a parte le parate sfoderate nel doppio confronto con il Padova) anche se il riconoscimento ricevuto a Lido di Camaiore per il campionato disputato con la Sacilese rappresenta un bel biglietto da visita.

Ore 10.40 – (Gazzettino) La ripresa è un monologo patavino: all’11’Materazzo ci prova dalla distanza, ma non inquadra la porta. Al 25′ ancora Materazzo calcia dall’area piccola a colpo sicuro, ma Sabelli compie un miracolo respingendo poi anche la ribattuta di Marcandella. Tre minuti più tardi Mbengue ad un passo dalla porta non riesce a metterla dentro. Al 33′ Marcandella su punizione da limite sfiora la trasversale. La più nitida occasione capita sui piedi di Giuliato (38′) che calcia a colpo sicuro, ma la palla incoccia su Canton ed esce. Inutili anche i sette minuti di recupero:non è giornata per la truppa biancoscudata. Collu dirige con fermezza. Da segnalare le prestazioni di Gianluca Sabelli e Ruffini per il San Cesareo e di Busetto e Mbengue per il Padova.

Ore 10.30 – (Gazzettino) Svanisce sul più bello il sogno tricolore del Padova. Allo stadio di Camaiore, in una mattinata molto calda, i ragazzi di Grandini lasciano ai romani del San Cesareo il titolo nazionale juniores 2014-15. La partenza dei biancoscudati è buona. Dopo cinque minuti bella azione combinata Babolin-Bortot e cross per l’accorrente Marcandella che sfiora la traversa. Occasione d’oro al 14′: Faggin si libera e incrocia il tiro dall’area piccola, ma Ruffini respinge quasi sulla linea. Al 25′ arriva la rete che decide la sfida: Kranisqui affonda, entra in area e calcia in porta, Vanzato non trattiene e Alonzi ribadisce in rete da distanza ravvicinata. Il Padova accusa al colpo e poco prima dell’intervallo Kranisqui approfitta di un errato rinvio per puntare verso la rete, bravo questa volta Vanzato a salvare in angolo.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) L’ultimo a mancare all’appello, dei sette “papabili”, è Sebastiano Aperi, con il quale i colloqui stanno ancora proseguendo: «Nelle prossime ore lo sentirò anche per capire come sta: proprio a partire da lunedì dovrebbe iniziare a Catania la riabilitazione alla clinica Grifo, una struttura importante. La priorità per il momento riguarda i tempi di recupero. L’importante è che con tutti, anche quelli ancora in forse, si arrivi a definire ogni cosa entro il 30 giugno». Per i sette la durata dell’intesa dovrebbe estendersi fino a giugno del prossimo anno: «In linea di massima faremo a tutti quanti contratti di una stagione, per qualcuno potrebbero essere studiate delle opzioni di rinnovo, ma dipenderà da come si imposteranno le trattative», chiarisce il diesse. Quanto al “peso” economico degli stipendi, De Poli rimane invece sul vago: «Non posso identificare le cifre per il singolo soggetto, ma è logico che i primi accordi siano la base da cui si potrà poi capire l’andamento del budget: se spendiamo più del dovuto in questa fase, dovremo redistribuire qualche risorsa più avanti. Diciamo che finora, con i primi quattro rinnovi, siamo rimasti più o meno su quanto avevo previsto».

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) In pochi giorni, dietro le quinte, si è arrivati praticamente a metà dell’opera. E tra oggi e domani, sono attese ulteriori novità. Dei 7 giocatori biancoscudati in procinto di conferma, quattro sono già belli che arruolati – almeno sulla parola – e altri due, tra oggi e domani, potrebbero unirsi all’elenco dei “quasi” sicuri. Fino al 1º luglio, è bene ricordarlo, non potranno essere sottoscritti i contratti, ma almeno sulla carta i primi accordi sono divenuti reali. «C’è ancora da definire qualche sciocchezza», spiega il direttore sportivo biancoscudato Fabrizio De Poli, «ma almeno a livello verbale siamo vicini agli accordi di Petrilli,Ilari, Petkovic e Amirante». Sono loro i primi quattro ad essere stati contattati nelle ultime ore. Contatti con i rispettivi procuratori abbastanza veloci: c’era la volontà della società di tenerli, e quella dei giocatori di rimanere a Padova. Altri due potrebbero arrivare ad una mezza promessa già entro domani: «Mi dovrei incontrare con Ranieri (il procuratore di Dionisi, segnalato a Padova proprio in queste ore, ndr), mentre l’appuntamento con Cunico è già fissato per lunedì, ed entro sera potrebbero esserci novità».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Al 24′ l’episodio che decideva il match: Krasniqi calciava dal limite, Vanzato non riusciva a bloccare la sfera e Alonzi era il più lesto di tutti a ribattere in fondo al sacco. Nella ripresa assalto biancoscudato. Ci provavano Babolin e Matterazzo, poi al 31′ Rufini veniva espulso per un fallaccio su Mbengue, ma il Padova (che dagli ottavi in poi aveva segnato 14 gol senza subirne nessuno) non sfondava e doveva arrendersi. Grandini esce comunque a testa alta. «Sono orgoglioso della stagione disputata dai miei», il commento del tecnico. «Diciamo che ci è mancata solo la ciliegina, come alla Juve. Non ho comunque nulla da rimproverare ai ragazzi, abbiamo fatto la partita e dato il massimo, ma non è bastato. Complimenti al San Cesareo».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) A dirla tutta, forse il pareggio (e dunque l’epilogo ai calci di rigore) sarebbe stato il risultato più giusto, ma il San Cesareo non ha rubato nulla, è stato bravo a colpire al momento giusto e a resistere con i denti nella ripresa, anche quando è rimasto in dieci. Il Padova, che poteva contare anche sull’apporto di Bortot, Pittarello (piuttosto in ombra) e Busetto (uscito solo alla distanza), ha avuto soprattutto il demerito di non aver capitalizzato un buon avvio di gara. Al 7′ Marcandella sfiorava la traversa con un gran destro, mentre nove minuti più tardi l’occasione più grossa capitava sui piedi di Faggin, che scaricava da pochi passi sul portiere, dopo un’azione personale di Pittarello sulla sinistra. A metà tempo si svegliavano i laziali, con Busetto che rischiava l’autorete al 20′ svirgolando un rinvio che si stampava sulla traversa.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) E i piccoli Biancoscudati si afflosciarono sul più bello. Dopo aver dominato il proprio girone di campionato e le fasi finali dagli ottavi in poi, gli Juniores nazionali del Padova perdono la finale scudetto contro il San Cesareo e dicono addio al sogno di laurearsi campioni d’Italia. Il tricolore se lo cuciono i ragazzi di Coscia, espressione di un piccolo comune della provincia romana e di una società puramente dilettantistica. Al Padova vanno comunque gli applausi per la stagione disputata, a maggior ragione pensando che ad inizio agosto, quando gli organici di tutte le concorrenti erano già praticamente stilati, questa squadra non esisteva nemmeno, spazzata via dal terremoto Penocchio. Bravi Bergamin e Bonetto, Molon e Grandini a ricomporre i cocci e a presentare una formazione che può contare su ottime individualità e anche su un buon gioco di squadra, che solo ieri non ha funzionato alla perfezione.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Pietro Iemmello, invece, è destinato a rimanere soltanto un desiderio, visto che mezza serie B ha bussato alla porta dello Spezia (titolare del suo cartellino) dopo la splendida stagione di Foggia, con 16 reti messe a segno. Dello Spezia piace anche l’esterno sinistro Cristian Cauz, che Parlato conosce bene dai tempi di Pordenone. Nel frattempo ieri è arrivata una delusione proprio sul filo di lana per la Juniores Nazionale, sconfitta nella finale scudetto dal San Cesareo per 1-0 di fronte alle telecamere di Raisport. In campo anche Busetto, Bortot e Pittarello, tutti protagonisti nella stagione appena trascorsa con la prima squadram e tutti in attesa di incontrare la società per discutere il loro futuro. «Loro negli episodi – ammette l’allenatore biancoscudato Gualtiero Grandini – sono stati più bravi di noi. Abbiamo fatto la gara ma non siamo riusciti a finalizzare quanto creato. Il risultato dice che abbiamo perso però usciamo comunque a testa alta perché abbiamo fatto il possibile per conquistare lo scudetto». Domani, infine, il ds Fabrizio De Poli incontrerà Marco Cunico. Per il capitano biancoscudato, come già trapelato, è pronto un rinnovo contrattuale fino al 30 giugno 2016.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Sembra davvero vicino il primo colpo di mercato del Padova dopo la promozione in Lega Pro. All’inizio della settimana entrante, Carlo De Risio, centrocampista del Benevento, incontrerà la dirigenza del club campano e chiederà la cessione al Padova. Un’intesa di massima fra De Risio e il club biancoscudato è stata sostanzialmente raggiunta, ma il contratto in essere col Benevento al momento non permette di avere certezze assolute in merito al trasferimento. «Ho un incontro fissato nei prossimi giorni con il Benevento – fa sapere De Risio – e fino a quando non si terrà questo faccia a faccia per me è difficile dire quale possa essere il mio futuro. So che ci sono degli interessamenti, è normale che mi stia guardando attorno, ma sono un giocatore sotto contratto e prima di tutto devo parlare con la società. È una questione di rispetto». Il disimpegno del presidente Oreste Vigorito, tuttavia, potrebbe agevolare il buon esito della trattativa. Si cerca, inoltre, una prima punta in grado di garantire un cospicuo numero di reti. Neto Pereira, nonostante l’età, è pronto a lasciare il Varese e Carmine Parlato sarebbe molto contento di averlo con sé.

Ore 08.38 – Poule scudetto, la finale: Siena-Akragas 5-3 dopo i calci di rigore. I bianconeri si laureano campioni d’Italia.

Ore 08.36 – Playout, serie D girone C: Dro-Triestina 1-3 dts, Giorgione-Kras Repen 2-1. Salvezza per Triestina e Giorgione, retrocedono Dro e Kras Repen.

Ore 08.34 – Playoff, serie D: AltoVicentino-Delta Porto Tolle 1-2, eliminata la squadra di Rino Dalle Rive.

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Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Icone Vintage, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 13 giugno: gli Juniores Nazionali del Padova vengono sconfitti in finale scudetto 1-0 dal San Cesareo.




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