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Ore 21.50 – (Giornale di Vicenza) La quiete dopo la tempesta? Pare di no. Se nei giorni successivi alla conferenza stampa di Lino Diquigiovanni, con la presentazione del nuovo Acd Treviso e l´addio di Marcolini, per il Real Vicenza sembrava giunto il momento dei titoli di coda, ieri è tornata alla ribalta l´ipotesi di un trasferimento a Treviso. Niente di ufficiale. Ma il patron biancorosso la porta della città della Marca non l´ha mai chiusa. Lo scorso giovedì l´ha detto chiaro e tondo: «O è Treviso o non se ne fa più niente, vendo e se non compra nessuno, chiudo». La strada sembrava però averla sbarrata il sindaco Manildo assieme alla sua giunta comunale con il rifiuto del progetto dell´imprenditore vicentino. Un rifiuto inaspettato. Anche per lo stesso Diquigiovanni. Il no dell´amministrazione è stato un duro colpo. Ma, dopo qualche giorno di apparente tranquillità, Diquigiovanni si gioca le ultime cartucce. Barbara Diquigiovanni lunedì ha dichiarato: «A Treviso c´è ancora chi ci vorrebbe. Questa è l´ultima settimana per vedere se la cosa è fattibile». E proprio lei pare che ieri si sia dedicata ad una gita nel Trevigiano. Ora, da capire, è chi è l´interlocutore dei Diquigiovanni a Treviso. Si vocifera che l´incontro sia stato con Marcello Totera, ex presidente dell´Acd Treviso. Voci che vengono smentite dalla città della Marca, mentre l´assessore Michielan non smentisce che Diquigiovanni abbia provato a ricontattarli, ma ribadisce anche la posizione dell´amministrazione che non cambia. C´è ancora speranza per il Real? Risposte certe al momento non ce ne sono, ma Diquigiovanni, assieme alla figlia e ai suoi collaboratori, sembra partito per l´ultimo e decisivo assalto a Treviso. Sembra che Diquigiovanni abbia trovato nuova forza. Tanto che era circolata anche la voce che il Real Vicenza avrebbe potuto continuare ad esistere, senza fare le valigie alla volta di Treviso. Questo però non ha trovato riscontri: l´unica cosa che Barbara Diquigiovanni ha ribadito con voce ferma ancora una volta è che a Vicenza di sicuro il Real non giocherà: «Al Menti non ha proprio senso stare, ne siamo convinti sia io che mio papà. Che tutto vada a scomparire così sarebbe un peccato, ma l´unica via percorribile per noi è Treviso. Se non dovesse andare, a malincuore, dovremo accettare la situazione e chiudere tutto. Continuano ad arrivare telefonate che propongono a mio papà nuove frontiere, anche oggi, ad esempio, ci ha chiamato Venezia, ma è distante». E la possibile trattativa con Dalle Rive? Complicata. Ma se le cose per Diquigiovanni non dovessero andare per il verso giusto, quella potrebbe essere la sua ultima spiaggia.
Ore 21.30 – (Giornale di Vicenza) Petrone, secondo lei come finisce Bassano-Como? «Forza Bassano! Crediamoci tutti, la rimonta è possibile». Più che un ex allenatore, Mario Petrone pare un capoultrà. «Per forza, ho il giallorosso nel cuore. Scrivete che faccio il tifo per questa proprietà, per questa società, per questi giocatori che sono stati miei, per quei tifosi con cui ancora sono in contatto, per quella città che è meravigliosa. Perchè ogni volta che torno mi sento a casa. Del resto Bassano è casa mia». Sembra debba andarci lui in panchina domenica. «In realtà non posso venire perchè mia figlia ha il saggio scolastico di fine anno ma è come se fossi lì. Io sono uomo che non è capace di portare rancore e Bassano e il Bassano mi sono rimasti dentro, poco da fare. Sì, possiamo farcela (usa proprio la prima persona, ndr), conosco troppo bene quei ragazzi, sono capaci di tutto. La chiave del match? Asta è un professionista esemplare che non ha bisogno dei miei suggerimenti, sta continuando mirabilmente un lavoro straordinario che io ho avviato. Il Como sarà micidiale nelle ripartenze, aspetta e schizza in contropiede, è la sua specialità, non a caso è la formazione professionistica con più vittorie in trasferta, ben 14. Ma noi non dobbiamo badarci, pensiamo solo a vincere con 3 gol di scarto, subito o dopo ai supplementari o ai rigori fa poca differenza. Cerchiamo di lavorare bene sugli esterni occupando il più possibile la trequarti. Peccato che manchi Maistrello, è un´assenza complicata, uno come Tommy con la sua stazza avrebbe fatto respirare i compagni, teneva occupati da solo i due centrali avversari e se c´era da sfondare un bunker sarebbe stato capace di farlo».
Ore 21.10 – (Giornale di Vicenza) Questione di giorni e si saprà se Pasquale Marino, il tecnico che ha guidato la squadra a un passo dalla finale per la serie A, rimarrà sulla panchina dei biancorossi o prenderà altre strade.Il campionato strepitoso con cui ha rilanciato il Vicenza ha ovviamente suscitato l´interesse di alcuni club per Marino. Il Bologna e il Catania hanno già manifestato il loro apprezzamento per l´allenatore di Marsala, entrambe hanno una proprietà forte, sono ben strutturate a livello societario e in grado di garantire il budget necessario per allestire una squadra con obiettivi ambiziosi. Su Marino c´era anche il Cagliari che però, proprio ieri, ha virato con decisione su Rastelli, il tecnico che deve comunque essere liberato dall´Avellino.Marino potrà scegliere e non è ancora detto che non scelga di restare a Vicenza, dove ha dichiarato di essersi trovato bene e di aver lavorato in condizioni ideali. Ma è ovvio che il club biancorosso dovrebbe offrirgli un progetto all´altezza dei risultati ottenuti in questa stagione. Avrà la possibilità di farlo il club di via Schio? Proprio oggi sembra ci sia un incontro con Marino per capire se esistono le condizioni per proseguire il cammino insieme.Il direttore sportivo nonchè consigliere del Vicenza Paolo Cristallini ha espresso chiaramente il punto di vista della società: in cima alla lista delle preferenze c´è la conferma di Marino, ma se ciò non dovesse essere possibile?Il successore dovrebbe uscire da una rosa di quattro candidati. Anzitutto c´è Attilio Tesser, trevigiano, 57 anni proprio oggi, reduce da un campionato in cui ha pilotato alla salvezza la Ternana e a fine contratto con la società umbra, dov´era arrivato nel dicembre del 2013. Un allenatore di esperienza, che ha legato il suo nome nelle ultime stagioni alla doppia promozione ottenuta con il Novara, guidato in due stagioni dalla Lega Pro alla serie A, dove mancava da 55 anni.Nella rosa c´è poi Carmine Gautieri, 44 anni, ultima esperienza nel Livorno, dove Spinelli lo ha esonerato nel gennaio di quest´anno senza peraltro riuscire a ottenere risultati migliori con i due tecnici che si sono avvicendati sulla panchina, Gelain e Panucci: all´ultima giornata i toscani sono rimasti fuori dai playoff.Alla dirigenza di via Schio non è sfuggita però la grande stagione di Antonino Asta, 44 anni, alla testa del Bassano, condotto alla finale playoff per la serie B in una stagione cominciata con il successo proprio sul Vicenza al Menti in coppa Italia.Quarto candidato della rosa è Devis Mangia, 41 anni appena compiuti. Il tecnico milanese sarebbe arrivato sulla panchina del Vicenza già nell´estate del 2011 se all´ultimo non avesse preferito andare a Palermo come allenatore della Primavera, subito promosso alla guida della prima squadra in seguito all´esonero di Pioli all´inizio del campionato. Dopo l´esonero a Palermo in serie A, Mangia ha allenato la nazionale Under 21 condotta in finale all´Europeo 2013 con la Spagna, lo Spezia, guidato fino ai playoff in B e in questa stagione il Bari, che lo ha esonerato in novembre, chiamando Nicola al suo posto.Detto della rosa dei candidati, va comunque ribadito che il Vicenza cercherà prima di tutto di proseguire il cammino con Pasquale Marino.
Ore 20.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il Comune di Mogliano dà il consenso a che il Mestre disputi la serie D sul suo campo e contemporaneamente si “accontenta” che l’Union Pro nella prossima annata calcistica, disputi il campionato di Eccellenza. Questo è assai probabilmente quello che accadrà oggi. Stefano Serena, nella festa allo stadio “Baracca” per il 90. anniversario dalla sua inaugurazione, avvenuta il 14 giugno del 1925, annuncerà in merito al “progetto Mestre”. Progetto sbandierato in quest’ultimo periodo e che come primo passo ha avuto il benestare della concessione dello stadio di Mogliano da parte dell’assessore allo Sport Oscar Mancini. «Dopo aver limato gli ultimi, piccoli spigoli dell’accordo – precisa l’assessore – ritengo che fra un paio di giorni potremo ufficializzare che il Mestre verrà da noi, a Mogliano, per giocare la serie D mente la nostra Union Pro disputerà il campionato di Eccellenza». «Avrei preferito che le cose rimanessero come erano – prosegue l’amministratore – ma viste le difficoltà di Marco Gaiba lo stadio a norma per la serie D sarà messo a disposizione del Mestre. Quindi abbiamo deciso che la squadra di Mogliano giocherà in Eccellenza». Ma se questo doveva essere l’annuncio che gran parte della tifoseria arancionera voleva sentire, il presidente del Mestre Serena fa “pretattica”: «Solo mercoledì sera renderò pubbliche le mie decisioni, visto che il tempo è corso via velocemente ed ora potrebbe essere troppo tardi per attuare il ’progetto Mestre’. Delle tre soluzioni iniziali ne sono rimaste in pista solo due che in serata (ieri, ndr.) discuterò con i miei collaboratori: se fare il salto di categoria e giocare a Mogliano in attesa che si risolva la situazione del ’Baracca’ o fare la fusione con la Mestrina e disputare il campionato di Eccellenza a Zelarino per un anno in attesa di sviluppi. Sono per me due decisioni importanti, una d’istinto e l’altra di razionalità: preferisco, come detto, consultarmi con i miei e dormirci sopra perché la notte porta consiglio. Spero in ogni caso, che ci siano i candidati sindaco per dare a tutti le rassicurazioni sull’impegno firmato». Tattica o voglia di fare una sorpresa ai mestrini nel giorno del compleanno del loro stadio? La cosa più verosimile è che il Mestre si giocherà il campionato di serie D a Mogliano.
Ore 20.10 – (Il Piccolo) Le vicende alabardate tornano di attualità anche in Comune. Oggi infatti, su richiesta del consigliere comunale di Un’Altra Trieste Franco Bandelli, la Commissione Trasparenza si riunisce con all’ordine del giorno i rapporti fra il Comune di Trieste e l’Unione Triestina 2012, ma si parlerà anche della situazione inerente alle altre trattative in orbita alabardata. Sarà presente il sindaco Roberto Cosolini e sono invitati i rappresentanti dei tifosi, Sergio Marassi per il Centro di coordinamento dei Triestina Club e Lorenzo Campanale per il gruppo della Curva Furlan: del resto la continua presenza dei supporters alabardati nelle riunioni in cui si parla di Triestina e dintorni, era stata pattuita fin dalla conferenza dei capigruppo del 22 aprile, proprio perché i tifosi restino costantemente informati sulla vicende della società, almeno per le notizie che possono arrivare sul fronte politico. Nello specifico della Commissione trasparenza odierna, sul piano dei rapporti con la società di Pontrelli, che riguardano ovviamente l’utilizzo dello stadio Nereo Rocco, il sindaco relazionerà sulla situazione dei pagamenti, visto che all’ultima conferenza dei capigruppo con i tifosi era stata chiesta una relazione a riguardo da parte degli uffici appositi. Oltre al monitoraggio sugli impegni della Triestina 2012 verso il Comune, Cosolini farà il punto anche sulla situazione delle altre trattative in corso.
Ore 19.50 – (Il Piccolo) Chiuse le due settimane di vacanza dopo il play-out di Dro, Marco Pontrelli annuncia di aver iniziato a lavorare per la costruzione dell’Unione Triestina 2012 della prossima stagione. Un lavoro che, secondo il presidente, in questo momento è mirato a una serie D da vertice. E la questione ripescaggio in Lega Pro? «Io per ora lavoro a una formazione che possa vincere la serie D – dice Pontrelli – se poi sarà Lega Pro, interverremo in corso d’opera». Da dove cominciare per costruire una squadra da promozione? Pontrelli ha pensato di iniziare da chi ha vinto lo scorso campionato e così ieri, sulla strada per tornare a Trieste, si è fermato a Padova, dove afferma di aver fatto importanti passi avanti per alcuni arrivi: «Posso dire che siamo a buon punto per portare a Trieste l’attaccante Zubin e il centrocampista Nichele, mentre da Pordenone dovrebbe arrivare Mattielig. Non sono affari già chiusi, ma siamo molto avanti». Già, ma da Padova cosa dicono? Pare che Parlato voglia confermare Zubin nonostante i suoi 38 anni, mentre su Nichele si è più possibilisti su una partenza, perché per lui in Lega Pro ci sarebbe poco spazio. In ambienti vicini ai giocatori, invece, si dà l’affare come possibile per entrambi: insomma qualcosa pare muoversi davvero, anche se non siamo certo alla fase finale. Ma la spesa in quel di Padova potrebbe continuare: Pontrelli fa ancora due nomi di attaccanti: «Dovrebbe arrivare anche uno tra Ferretti e Amirante», dice. Su questo fronte da Padova sono molto chiari: Amirante resterà con un ruolo da protagonista, mentre Ferretti in effetti è destinato a cambiare casacca. Comunque tutta gente over 30, poi bisognerà fare i conti con gli under: «Anche su quel fronte ci stiamo muovendo – dice Pontrelli – arriveranno due ragazzi del settore giovanile dell’Inter e uno da quello della Juventus». Della rosa attuale, pare, non resteranno più di sei o sette giocatori. A dire il vero, Pontrelli aveva detto che avrebbe fornito i primi dettagli del nuovo corso già all’indomani di Dro: come mai questo ritardo? «Mi sto prendendo qualche giorno in più perché dobbiamo avere delle risposte definitive per costruire il programma. Fra qualche giorno ufficializzerò anche il nuovo direttore sportivo, un esperto della categoria. Poi ci sarà un piano preciso da far vedere ai tifosi». Ma intanto i tifosi oggi saranno in Comune per verificare i pagamenti per l’utilizzo dello stadio. Su questo Pontrelli è lapidario: «Non c’è nemmeno un cent di debito con il Comune: abbiamo pagato il vecchio debito che non era neppure nostro, e abbiamo pagato anche il nuovo».
Ore 19.20 – (Corriere delle Alpi) Si va verso la rivoluzione in casa Ripa Fenadora. Sono vicini Marco Guzzo (ex Montebelluna) per la difesa e Marco Beccaro in attacco dalla Sacilese. Lasceranno il Boscherai Antoniol e Mastellotto, diretti al Treviso. Il secondo portiere Salsano non è stato confermato e non è più così scontata la conferma di De Checchi. Slongo era in prestito dal Montebelluna, dove rientra. Sono in dubbio anche Tomasi, Ponik, Cibin, Dassiè, De Min e soprattutto il capitano De Carli tra i pali, per il quale i pretendenti non mancano. Solagna è corteggiato dal San Giorgio Sedico. Gli unici certi di restare ad oggi sono Malacarne, Gjoshi e anche De March. Previste tante partenze e pochi rinnovi nel quadro di una situazione che – a differenza degli anni scorsi di questi tempi, quando era pressoché tutto definito – è ancora in evoluzione. Il mercato è in fermento, con tanti contatti avviati ma ancora nessuna ufficialità. La prima potrebbe riguardare l’arrivo alla corte del nuovo tecnico Renato Lauria di Marco Guzzo, centrale 1994 ex Montebelluna, con un trascorso nelle giovanili del Milan. È quasi fatta per il ventunenne passato anche dall’Hellas Verona e dalla Virtus Vecomp Verona, che potrebbe andare a formare la nuova coppia centrale titolare dell’Union insieme ad Alberto De March. Tra chi resta e chi va in difesa, chi va è il centrale Tiziano Slongo, che non è stato confermato e rientra al Montebelluna. Ma, a sorpresa, potrebbe partire anche Mattia De Checchi. Non è certa come sembrava la sua permanenza in neroverde, anzi più no che sì, come il centrocampista Nicola Tomasi. Nel capitolo uscite, da registrare il passaggio al Cartigliano del difensore del ’95 Alex Pellizzer, mentre rientra alla base il terzino sinistro Michael Salvadori dopo l’avventura con il Padova. Con lui verranno valutate le opportunità di mercato che ci saranno in ottica Lega Pro, ma anche la possibilità di continuare la storia con l’Union. E piace sempre il terzino destro del 1996 della Feltrese Daniel Resenterra. In attacco, il nome caldo è quello di Marco Beccaro della Sacilese (8 gol nell’ultima stagione), ex Marano, Real Vicenza e Mezzocorona, affiancato anche al Belluno prima che i gialloblu prendessero Acampora e adesso molto vicino al Ripa Fenadora. Si allontana invece Matteo Giglio, trequartista che ha fatto bene quest’anno al Montebelluna. In stand-by rimangono i due in uscita dal Padova: Gustavo Ferretti (punta argentina di trentuno anni) e Matteo Nichele, centrocampista trentaquattrenne nato a Bassano. Detto degli adii illustri del centrocampista Enrico Antoniol e del jolly offensivo Matteo Mastellotto, a un passo dal Treviso, il capitano e bandiera neroverde Paolo De Carli è finito nell’agenda (tra le altre) del Cartigliano (Promozione a Vicenza) e rientra pure nell’orbita Plavis.
Ore 18.50 – Qui Guizza: in corso al centro Memo Geremia la festa conclusiva del settore giovanile biancoscudato. Presente lo stato maggiore del Padova, circa 250 i ragazzi premiati.
Ore 18.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) C’è un’ipotesi che affascina, e suona un po’ come uno scambio di “favori”. Zambon “scippato” dal Fontanafredda? Bene, allora Florean può andare a Tamai. È vero, i colloqui tra l’ex attaccante del Pordenone e il Portomansuè (Eccellenza veneta) ci sono e sono anche concreti, ma nelle ultime ore si sarebbe inserito il club di Elia Verardo. L’idea è quella di puntellare l’attacco, orfano appunto di Zambon (e probabilmente anche di Federico Furlan), con un rinforzo d’eccezione. Dal canto suo Florean resterebbe in D, categoria che vorrebbe mantenere, e si sposterebbe solo di pochi chilometri. È un’idea ancora allo stato embrionale, ma è tutto tranne che impossibile. Confermato il giovane Sellan e avviati i contatti per Alberto Paladin. Ricomincia a muoversi il Pordenone, che indipendentemente dalla categoria punta a trattenere Mattielig, Maracchi (ma ci sono offerte) e Andrea Migliorini. Il presidente Lovisa vorrebbe puntare poi sul giovane portiere Luca Maniero. Attenzione al futuro di Denis Maccan (vedi articolo qui sopra), che piace in LegaPro. Movimenti a Fontanafredda, con Roveredo un po’ più vicino alla permanenza e l’interesse per il difensore argentino della Sanvitese, Alvarez. Si attende di conoscere il “piano-Mazzarella” invece a Sacile. Nel frattempo continuano a circolare le voci sul futuro di Marco Beccaro. Ha effettuato un sondaggio l’Union Pro, ma anche l’Union Ripa sta pensando all’ex Marano.
Ore 17.50 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Posocco va in ritiro con la Spal. Le voci erano vere e a quanto pare, nonostante manchi ancora l’ufficialità, la società di Lega Pro chiamerà presto il centravanti biondo per svolgere la preparazione estiva con il resto del gruppo. Quindi, testato l’attaccante per tutto il periodo estivo, staff tecnico e società decideranno se confermarlo e tenerlo oppure no. E il Belluno? Dovrà decidere se aspettare il responso dei ferraresi, e in caso negativo raccogliere di nuovo Francesco in rosa, o se voltare subito pagina senza aspettare il 31 luglio e buttarsi alla ricerca di un nuovo giovane, ultimo tassello mancante al reparto avanzato. GIOVANI. Il Belluno è alla ricerca anche di un altro paio di fuoriquota da aggregare al folto gruppo di conferme e dei nuovi arrivi Acampora (sicuro) e Calcagnotto (molto probabile). Il primo giovane da trovare servirà a centrocampo e il profilo che stanno cercando Fardin e Vecchiato dovrebbe essere un classe 1996. Il secondo invece sarà per la difesa da affiancare proprio a Calcagnotto. Il quale, a quanto pare, è sempre più vicino all’addio al Real Vicenza in disfacimento e al ritorno in gialloblu. Buone speranze infine anche per il nuovo estremo difensore che salvo sorprese dovrebbe proprio essere il già noto Brino, che si affiancherà a Solagna. RADUNO. Staff e società intanto hanno stabilito le date dell’inizio dei lavori per la stagione 2015/2016. Il raduno sarà mercoledì 22 luglio, con saluti, consegna del materiale e formalità varie. Poi una seduta al giorno fino a sabato, domenica libera, e da lunedì 27 l’inizio della vera fatica con la doppia seduta quotidiana.
Ore 17.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Finire con una retrocessione non mi piace, vorrei riscattare l’annata». Torna a parlare capitan Denis Maccan, dopo aver cercato di smaltire le tossine. Guardando a quel che è accaduto, per orientarsi sul futuro. Con qualche distinguo finale fra “io” e “loro”. «Da capitano – condensa – dico che in 6 mesi si è fatto qualcosa di grande, anche se è finita male. Con tutta la squadra il percorso è stato bellissimo. Fabio Rossitto mi ha dato tanto, come tecnico e come persona. Adesso comunque è la società che prende le sue decisioni». Il capitano esce pure squalificato (un turno per recidiva), oltre che retrocesso. La bandiera neroverde comunque garrisce ai venti di cambiamento che soffiano. «C’è delusione per il risultato che ha dato il campo – ammette -. Da una parte sono orgoglioso che, insieme a compagni, mister e società si sia ricreato un entusiasmo che resta la cosa che mi porterò dentro. È stato un traguardo raggiunto che mi ha fatto molto piacere. Per questo ci abbiamo messo molto impegno, lo sottolineo: la squadra ha creato qualcosa che, soprattutto nelle ultime partite, si è visto chiaramente. La società fa bene a chiedere il ripescaggio, per la gente e per sé stessa. Ho letto che il presidente non molla dopo la delusione ed è una cosa molto positiva». – Cosa è mancato di più? «In una stagione come questa sono mancate molte cose, soprattutto all’inizio. Gli errori li abbiamo pagati, girando a 5 punti. Avendone fatti 30 nel ritorno è difficile spiegare la retrocessione. Ci siamo ritrovati ai playout contro una squadra solida come il Monza che, nonostante le difficoltà, ha amministrato sino alla fine il bottino dell’andata. Mi ero già trovato in situazioni difficili: è lì che cerchi stimoli in più». – Girano voci su Cremona e su una società con un santo nel nome. Resterebbe neroverde o c’è già un’altra destinazione? «Sto valutando. Da Pordenone non ho sentito nessuno, forse com’è giusto senza sapere cosa faranno. L’aspetto tecnico sarà l’ultimo che prenderanno in considerazione». – Comunque continuerebbe a giocare? «Voglio vedere e aspettare, decidere con calma. Anche l’anno scorso ho parlato fra gli ultimi con la società». – Secondo lei, da dove dovrebbero ripartire i ramarri? «Dal lavoro fatto in questi 6 mesi. La cultura del sacrificio e lo spirito che c’erano, che sono stati capiti. Questa impronta dovrebbe esserci sempre».
Ore 17.00 – (Messaggero Veneto) Ripescaggio sì, ripescaggio no. Sarà il tormentone dell’estate neroverde, perlomeno sino a quanto non saranno più chiari i termini della procedura che potrebbe consentire al Pordenone di tornare in Lega Pro. Fino a fine mese non ci saranno particolari novità al riguardo e ciò comporterà una pericolosa, quanto inevitabile, impasse sul mercato. Ma il club cittadino non vuole farsi trovare impreparato e pertanto, sebbene sotto traccia, sta valutando alcuni giocatori utili sia in caso di ripescaggio sia di ripartenza dalla serie D. Nel primo caso, come annunciato dal presidente Lovisa, con l’obiettivo di salvarsi senza patemi, nel secondo con il chiaro intento di “ammazzare” il campionato e riprendersi il palcoscenico dei “pro”. Diatriba. La prima scelta rimane il ripescaggio, per quanto costoso. Ma proprio sui possibili “prezzi” pare esserci una diatriba in corso. Da una parte, infatti, la Lega Pro spingerebbe per ridurre il ventilato esborso di 600 mila euro a fondo perduto, oltre a una fideiussione di pari importo: si punta a ottenere un cospicuo sconto sulla prima (300-400 mila euro) e un criterio proporzionale sulla seconda, ovvero la fideiussione dovrebbe essere rapportata al fatturato del club. Quasi scontato affermare che entrambe le soluzioni piacciono, e parecchio, al Pordenone, che vedrebbe così tutelata la sua veste di realtà provinciale, con introiti inevitabilmente limitati rispetto a grandi città come Messina, anch’essa in corsa per il ripescaggio. Ma dall’altra parte pare esserci la ferma convinzione federale che alzare le asticelle dei pagamenti serva per scremare i club poco affidabili, scongiurando fallimenti in corsa come quello recente del Monza. Non è di questo avviso il presidente Lovisa: «Non si garantisce la regolarità dei campionati attraverso elevate somme d’ingresso, bensì controllando il rispetto degli impegni presi durante la stagione. In Croazia, tanto per fare un esempio, il Monza di quest’anno sarebbe già retrocesso nel corso della stagione. Invece sappiamo come è andata a finire». Mercato. Giocatori “double-face”, ovvero in grado di stare bene sia in una rosa di serie D sia di Lega Pro: questo, nell’attesa di sapere in quale categoria giocherà, è l’identikit del potenziale acquisto del Pordenone. Tutto fermo? Non proprio. Si vocifera di un interesse per il centrocampista Matteo Nichele (classe ’81), fresco di promozione col Padova, che a Pordenone ha lasciato un ottimo ricordo sia tecnico che caratteriale. Visti i tempi lunghi per il recupero del confermatissimo Gianni Careri, in porta potrebbe stuzzicare l’idea di affidarsi inizialmente a un giocatore esperto come il pordenonese Matteo Tomei (’84), libero dopo due stagioni d’alto livello al Real Vicenza. E sugli esterni, in caso si volesse puntare su giocatori che in D farebbero la differenza, potrebbe tornare di moda l’idea Alessandro Beccia (’85), in uscita dalla Sacilese.
Ore 16.30 – (Gazzetta di Mantova) Sgombriamo il campo dalle paure: il Mantova, con Sdl o senza, è in grado di arrivare al 30 giugno senza timore di particolari sconquassi. Dal 1° luglio, e qui le paure le rimettiamo doverosamente tutte, può capitare di tutto: in primis che i bresciani firmino l’accordo per l’acquisizione del pacchetto di maggioranza, che appare sempre più vicino ad essere realizzato dopo che anche la verifica contabile di ieri pomeriggio fra l’ex ad Bosi e il commercialista Quaglia avrebbe dato esito conforme alle richieste di Sdl. In seconda ipotesi può capitare che la trattativa salti in extremis, e qui nessuno ha le carte per predire il futuro. Oppure può capitare che i soci mantovani e Di Matteo, peraltro sempre più convinto di rimanere nella formazione societaria in caso di intesa con Sdl, restino a guidare la baracca fra mille e mille difficoltà. Tanto nel secondo quanto nel terzo caso diventa decisivo l’incontro convocato questa sera al ristorante 3 Re di Castellucchio dai soci mantovani, al quale parteciperanno tutti gli altri soci e dirigenti ad eccezione dell’avvocato Carlo Pegoraro presente all’udienza di stamane in San Pietro con Papa Francesco (gira voce che l’eminenza grigia dell’Acm voglia chiedere a Sua Santità una speciale intercessione). L’obiettivo di chi guida il Mantova da cinque stagioni è quello di mettere in piedi una «task force» di sponsor e sostenitori presente in consiglio, grazie alla quale avere a disposizione non solo per quest’anno, ma per ogni stagione, una cifra oscillante fra i 200.000 e i 300.000 euro (indicativi) con la quale supportare lo sforzo dirigenziale, che anche quest’anno ha avuto un esborso vicino ai due milioni. «Proporremo – sottolinea il vice presidente Gianbattista Tirelli – agli imprenditori mantovani una forma di collaborazione che per il momento preferiamo mantenere riservata, ma che in occasione dell’incontro verrà illustrata in ogni particolare. I primi contatti che abbiamo avuto nelle scorse settimane ci hanno portato a risultati confortanti, nei quali peraltro confidiamo solo parzialmente stante la necessità di mettere insieme una cifra superiore di molto a quella singolarmente prospettata dagli imprenditori interessati a dare una mano all’Acm. Per quanto riguarda le scadenze a cui il Mantova dovrà fare fronte possiamo dire che sino al 30 siamo a posto e gli impegni saranno affrontati in maniera ottimale; il problema si complica poi, non poco, tenendo conto della necessità di riuscire a far fronte anche ad impegni extracalcistici quali la gestione dello stadio e delle strutture annesse. Insomma, chiediamo a Mantova un aiuto concreto».
Ore 16.00 – (La Provincia Pavese) Si attende a breve l’annuncio del ritorno in azzurro di Giovanni La Camera, che sarà probabilmente il primo acquisto del Pavia per la stagione 2015-2016. Il centrocampista messinese qualche giorno fa ha risolto il contratto che lo legava alla Juve Stabia e sta per firmare con il Pavia un triennale. Il dg azzurro Massimo Londrosi non ha peraltro nascosto che La Camera, 31 anni, è un giocatore che piace. Resta da vedere come in quale ruolo potrà essere impiegato nel 3-5-2 di mister Marcolini, tenendo conto che il Pavia ha già un playmaker come Alex Pederzoli: La Camera ha giocato nel corso della stagione appena conclusa in un centrocampo a due, ma la sua collocazione potrebbe anche essere quella di mezzala. Nella sua prima esperienza in azzurro, con Giorgio Roselli, La Camera venne impiegato in più ruoli: non solo centrale davanti alla difesa ma anche più avanzato, addirittura come trequartistaseconda punta in una occasione. Sempre per il centrocampo, è probabile l’arrivo di Marco Cristini, fratello maggiore di Andrea (che si è rivelato difensore molto affidabile nonostante la giovane età). Di Marco Cristini al Pavia si era parlato già a gennaio e il trasferimento, allora sfumato, può concretizzarsi adesso, complice anche la rinuncia a iscriversi al prossimo campionato di Lega Pro da parte della sua società, il Real Vicenza. Proprio l’annuncio del patron dei veneti, Diquigiovanni, potrebbe avere come conseguenza un miniesodo da Vicenza, visto che lo stesso nuovo mister del Pavia, Michele Marcolini, viene da lì (a questo proposito, la sua firma dovrebbe avvenire nei prossimi giorni). Tra gli elementi che potrebbero seguire Marcolini c’è anche il duttile difensore Riccardo Carlini, che Marcolini ha avuto anche al Lumezzane, nella sua prima stagione da tecnico dopo aver lasciato il calcio giocato. L’attenzione del Pavia è comunque rivolta in queste ore alla ricerca di un attaccante, e anche in questo caso si rifà il nome di Samuel Di Carmine della Juve Stabia, già a gennaio oggetto del desiderio del Pavia. Naturalmente per il reparto avanzato, in questo momento molto coperto considerando il modulo di gioco adottato da mister Marcolini, molto dipenderà anche da eventuali partenze: Cesarini piace al Livorno, Andrea Ferretti al Perugia, anche se naturalmente l’idea è quella di non privarsi di nessuno dei due. In particolare, Marcolini più volte ha manifestato il suo apprezzamento nei confronti di Cesarini, che considera un giocatore di categoria superiore e che nel 3-52 potrebbe fungere da seconda punta. Quanto al portiere, radiomercato dà come probabile l’arrivo di Anthony Iannarilli del Gubbio, anche se al momento il Pavia pare già piuttosto coperto nel ruolo. Riguardo invece alla fascia sinistra, per la quale serve sicuramente qualche innesto, si è fatto il nome di Simone Rizzato del Trapani, che in serie B ha giocato l’intera stagione da titolare. Trentatrè anni, Rizzato ha alle spalle diverse stagioni nella serie cadetta.
Ore 15.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Korablin-Scibilia, il filo si è già interrotto. Intanto mister Serena lascia il Venezia per la FeralpiSalò. Ieri (a meno di contatti in tarda serata) non ha avuto seguito il confronto telefonico che il presidente Yury Korablin aveva abbozzato lunedì col dg Dante Scibilia, il quale dal patron moscovita aveva ricevuto la rassicurazione che in settimana nelle casse societarie entrerà una prima tranche del milione di euro necessario per procedere alla iscrizione alla prossima Lega Pro. È sicuro, intanto, che nel campionato 2015/16 sulla panchina arancioneroverde ci sarà un nuovo allenatore, visto che ieri pomeriggio la FeralpiSalò ha ufficializzato Michele Serena come nuovo timoniere verdeblù al posto di Beppe Scienza (vicino all’Alessandria). «Il nuovo allenatore della prima squadra dal 1. luglio sarà Michele Serena – comunica il club bresciano – Il tecnico ha trovato un accordo fino al 30 giugno 2016». Raggiunto telefonicamente a Genova, dove sta seguendo le finali del campionato Primavera, mister Serena ha però rinviato ogni considerazione a dopo la firma, pur data per apposta dalla FeralpiSalò. Chi invece ha commentato l’addio del tecnico mestrino è il ds lagunare Ivone De Franceschi, a sua volta in terra ligure per osservare i migliori Primavera: «Sapevo che Serena aveva delle richieste, avevamo abbozzato qualche progetto tecnico ma purtroppo a oggi non sono in grado di proporre a nessuno niente di certo. Ha fatto bene a fare le sue scelte. Mi dispiace perché in condizioni difficili era stato svolto un grande lavoro e sarebbe stato bello e opportuno ripartire insieme. Korablin? Aspettiamo. Io ho il contratto fino al 30 giugno, finora mi sono dovuto assumere anche responsabilità che non mi competevano. Adesso tocca solo al presidente il quale, se non al sottoscritto, deve rispetto alla città, alla tradizione di questa maglia e ai tifosi».
Ore 15.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Michele Serena lascia il Venezia e il prossimo anno allenerà la FeralpiSalo. È stata la società dei «Leoni del Garda» a ufficializzare il passaggio con un comunicato pubblicato sul sito ufficiale. Il tecnico veneziano, arrivato a stagione iniziata per risollevare le sorti della squadra arancioneroverde, non ha ancora firmato ma l’accordo c’è: il contratto avrà decorrenza una volta scaduto quello ancora in essere con il Venezia, dopo il 30 giugno. «Non voglio commentare finché non ci sarà la firma nero su bianco sul contratto», sono le parole di Serena che ieri era a Genova per le Final Eight della Primavera. Ma fa intendere che i lunghi silenzi della proprietà russa e le incertezze economiche, non solo dell’ultimo periodo, non gli hanno lasciato alternative. In casa arancioneroverde c’è dispiacere e rammarico. «Dispiace perché so che Michele voleva rimanere e fino a pochi giorni fa avevamo parlato di futuro — commenta il ds Ivone De Franceschi — io Michele Serena l’avrei confermato una settimana prima della fine del campionato, perché è un allenatore valido e sono sicuro che avremmo potuto fare ancora meglio di quanto fatto in questa stagione. Ma in questa situazione – aggiunge – non posso impegnarmi con nessuno. Capisco che di fronte alla latitanza della proprietà, uno debba pure guardarsi intorno. E di fronte a un’offerta concreta diventa impossibile rifiutare. Gli faccio un in bocca al lupo». Il direttore sportivo punta il dito sul vuoto lasciato in questo periodo dal presidente Korablin, che si è fatto sentire solo lunedì con una brevissima telefonata per annunciare che entro la settimana avrebbe saldato parte delle pendenze. «Fino ad oggi – aggiunge il ds – ho sempre messo la faccia sull’andamento della società, prendendomi le responsabilità delle scelte. Ma stavolta no, se Michele Serena non allenerà più qui non è mia la responsabilità». Di fronte a questa incertezza diventa difficile, se non impossibile trattenere le persone. Non a caso uno dei due soli tesserati del Venezia, Elia Legati (l’altro è Andrea Raimondi), sta per accasarsi all’Avellino. In bilico anche il futuro dello stesso De Franceschi, perché di fronte a tali incertezze di prospettive non è facile proseguire. «Ho il contratto fino al 30 giugno e per quanto possibile continuo a fare il mio lavoro. E’ normale che mi stia guardando intorno, in questo momento qui non ho un interlocutore». L’interlocutore, cioè il presidente Korablin, avrebbe dovuto richiamare il dg Scibilia ieri ma ha rinviato l’appuntamento a oggi. E intanto si aspettano i bonifici necessari.
Ore 14.50 – (La Nuova Venezia) I silenzi di Korablin producono i primi effetti negativi: il Venezia ha perso Michele Serena. Il tecnico mestrino, che a fine ottobre ha sostituito Alessandro Dal Canto, ha trovato l’accordo con la Feralpi Salò per una stagione, mancava solo l’ufficialità che è arrivata nel primo pomeriggio da parte del club gardesano. «La società è solida e i dirigenti seri e ambiziosi, ma non ho ancora firmato» aveva spiegato Michele Serena ieri mattina mentre stava viaggiando in auto verso Genova per assistere alle finali nazionali del campionato Primavera. Possibile una deviazione sul lago prima di involarsi verso la Liguria. «Scibilia e De Franceschi sono sempre stati a conoscenza di come mi muovevo» ha aggiunto il tecnico di Carpenedo che giustamentenon ha atteso l’evolversi della nebulosa situazione in casa arancioneroverde. Troppe delusioni, troppi tormenti per un allenatore “fatto in casa” che già cinque anni fa aveva vissuto sulla sua pelle una situazione complicata. Quella volta, prima del fallimento, optò per il Mantova di Fabrizio Lori, convinto anche da Paolo Poggi, e non andò bene. «Ho bisogno di stabilità, di poter pensare solo al calcio, alla squadra» aggiunge Michele Serena, che sul Garda sostituirà un altro ex del Venezia, Giuseppe Scienza. Nel pomeriggio il sito della Feralpi Salò ha ufficializzato il rapporto. «Feralpisalò S.r.l. comunica che il nuovo allenatore della Prima squadra, dal 1° luglio 2015, sarà Michele Serena. Il tecnico ha trovato l’accordo che lo legherà ai leoni del Garda fino al 30 giugno 2016». La presentazione è fissata per venerdì 12 giugno, alle ore 11, all’interno dello stadio Lino Turina di Salò. In serata conferma e precisazione di De Franceschi, con lui in Liguria. «Credo che il primo ad essere dispiaciuto sia proprio Michele», parole del diesse, «fino a tre-quattro giorni fa era in sede con me a parlare della prossima stagione, a visionare giocatori, poi non avendo risposte concrete dalla Russia ha afferrato al volo l’occasione che è venuta fuori. Tutti sanno quanto Serena sia legato a questa piazza e quanto abbia dato in questa stagione, però è da capire anche il professionista che tra una proposta concreta e l’incertezza generale abbia scelto la prima strada». Oggi intanto il d.g. Scibilia conta di sentirsi di nuovo con Korablin per telefono. Nella giornata di ieri, confermando la celerità che ha dimostrato nell’arco della stagione la giustizia sportiva, è arrivata la squalifica per una giornata per Mattia Zaccagni e un’ammenda di 800 euro al Venezia. L’ex centrocampista era stato deferito per aver conferito, mentre era ancora efficace il vincolo contrattuale con l’agente Gian Luca Bagni, un altro mandato a Fabio Algeri. Il Venezia era stato deferito per responsabilità oggettiva in ordine all’addebito imputato a Zaccagni che ha poi patteggiato la condanna.
Ore 14.20 – (Tribuna di Treviso) Ma insomma, la possibilità di vedere il Real Treviso al Tenni è chiusa o no? Sì, no, forse. La notizia è che Lino Diquigiovanni, dopo aver respinto le proposte di Mantova e Pavia, l’altro giorno è tornato all’assalto con Ca’ Sugana chiamando l’assessore Ofelio Michielan: «Sei proprio sicuro? Guarda che il mio è un progetto serio: ti dispiacerebbe che ti portassi qualche migliaio di spettatori con dei derby veneti di Lega Pro?». Michielan è rimasto della sua opinione: no. Al che Diquigiovanni ha preso atto, si pensa una volta per tutte: la conseguenza è che il Real Vicenza, in mancanza dell’unica alternativa vera, Treviso, verrà chiuso. E lo stesso imprenditore vicentino, che era pronto ad investire due milioni su Treviso, ha smentito qualsiasi contatto con società minori trevigiane per entrare al Tenni con altre strade. Da parte sua Michielan ieri confermava tutto: «Io ho dato la mia parola che vale più di un contratto e da quella non mi muovo, la nostra scelta l’abbiamo fatta e resta inalterata: a parte le sorti della prima squadra puntiamo a portare 1.200 famiglie allo stadio». Orbene, per portare 1200 famiglie allo stadio in un campionato di Eccellenza bisogna avere le basi, che significa un organizzato ed efficiente settore giovanile. Il quale, stando alle dichiarazioni fatte giovedì scorso in occasione della presentazione a Palazzo Rinaldi, sarebbe già bello e pronto e sistemato. Non è così, non ancora quantomeno. Il progetto com’è noto prevede il coinvolgimento di quattro società periferiche, Academy, Condor Canizzano, Indomita Monigo e Santa Bona, che dirotterebbero i loro settori giovanili all’Acd Treviso per costruire assieme una collaborazione a 360 gradi. Ma questo accordo non è stato ancora ratificato ufficialmente, anzi a tutt’oggi il lavoro da fare sarebbe ancora parecchio. E Michielan non lo nega: «In effetti non c’era bisogno di fare già quell’annuncio, un progetto del genere ha bisogno di compiere dei passaggi graduali per poi arrivare a mettere nero su bianco. E se questo progetto piace occorre fare strategia con ogni società, tutti devo avere interessi a livello di formazione e di entusiasmo. La nostra mission, però, è di sistemare al Tenni 1.200 famiglie, di qui non si scappa». Ma che ne pensano le quattro società? Una di loro non l’ha presa bene, e sembra che pure Indomita e Santa Bona la pensino alla stessa maniera: e questo spiega l’assenza dei loro rappresentanti alla presentazione (c’era solo Silvano Colusso dell’Academy, anche per lui l’accordo era ancora di là da venire). Dice il vice presidente del Canizzano, Dario Pizziolo, che già nel 2010 al Quinto aveva visto sfumare la fusione con l’Asd di Corvezzo: «Non ci è piaciuto affatto quell’annuncio, anche perché certe nostre richieste non sono state ascoltate. Il nostro vivaio è di quasi 500 ragazzi, che giocano anche sui campi di S. Antonino, S. Angelo e Fiera: per noi è un grosso investimento. Ed allora perché dovrei portare il mio settore giovanile all’Acd Treviso quando loro hanno dimostrato di volerci snobbare?» Ognuno dei protagonisti a questo punto ci permetterà la domanda che sorge spontanea in ogni tifoso: che fine hanno fatto quella chiarezza e quella trasparenza che tutti quest’anno ci eravamo auspicati riguardo le vicende calcistiche del capoluogo?
Ore 13.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La stagione superlativa del Vicenza lo ha stupito solo in minima parte, considerato che già ad ottobre aveva definito l’organico biancorosso da medio alta classifica. I risultati del campo gli hanno dato ragione, e l’ex biancorosso Fabio Viviani, attualmente al Palermo, a stagione conclusa si congratula con Pasquale Marino e i suoi ragazzi. «Il Vicenza ha giocato per gran parte della stagione un calcio propositivo, bello da vedere e redditizio – sottolinea Viviani – grande meriti vanno a Marino che ha lavorato benissimo rilanciandosi dopo qualche stagione in cui aveva incontrato delle difficoltà. Bravi anche i giocatori che hanno seguito il tecnico e che hanno saputo dare il massimo. Il centrocampo con Cinelli, Moretti e Di Gennaro è stato l’anima della squadra, con Davide (Di Gennaro, ndr ) che ha interpretato benissimo il ruolo di regista davanti alla difesa che aveva provato proprio a Palermo con Iachini. La sorpresa? Cocco, per il suo mettersi a disposizione della squadra e i 20 gol realizzati. Peccato per il finale, ma credo che questo gruppo abbia dato tutto e non abbia niente da rimproverarsi». La stagione è quindi da archiviare con soddisfazione, ma ora il problema è ripartire, forse senza Marino in panchina. «Dico subito che se Marino andrà via lo capirò – spiega l’ex numero 10 del Vicenza – perché, dopo quello che ha fatto, migliorarsi sarà molto difficile. Lo è perché alcuni giocatori importanti erano a Vicenza in prestito e se ne andranno, non so se la società avrà la forza di sostituirli con elementi dello stesso livello. Capisco le perplessità di Marino, che tra l’altro credo si sia anche meritato le attenzioni da parte di società importanti. Quindi credo stia valutando bene quale sia la decisione migliore». Ripartire con un allenatore nuovo potrebbe significare cambiare anche gran parte del gruppo e ripartire non sarà facile. «In questi casi mantenere la stessa guida tecnica e l’ossatura base della squadra è la soluzione migliore per dare continuità al lavoro svolto – sottolinea Viviani – ma a volte ci sono degli ostacoli che impediscono di proseguire sulla strada tracciata. In questi casi si può scegliere di ingaggiare un tecnico che sposi lo stesso modulo di gioco sviluppato, oppure cambiare radicalmente con i rischi e le difficoltà che ci sono quando si cambia molto». Se Marino se ne andrà si parla di Devis Mangia e di Carmine Gautieri. «Gautieri gioca con il 4-3-3 – spiega Viviani – Mangia ama più il 4-4-2 di stampo sacchiano. Ma chiunque eventualmente lo sostituirà non avrà un compito facile».
Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) Fra un mese il Vicenza tornerà a lavorare sul campo. L´inizio del ritiro precampionato deve essere ancora ufficializzato dalla società di via Schio ma la data fissata sul calendario è quella del 10 luglio.L´anno scorso, dopo una decina d´anni nei quali era stato scelto l´Altopiano per il lavoro precampionato e precisamente Gallio, il club biancorosso aveva virato su una località del Trentino, Andalo.Ora si cambia di nuovo e dopo le ricognizioni sul posto e le opportune valutazioni sulla logistica e soprattutto sugli impianti utilizzabili, il Vicenza ha scelto il Cadore. Il quartier generale dei biancorossi, cioè l´albergo che li ospiterà, è a Borca, cittadina in provincia di Belluno a 950 metri di altitudine, mentre i campi di allenamento saranno quelli di San Vito, a dieci minuti di pullman da Borca.Presa la decisione, nei prossimi giorni verrà stabilita la durata del ritiro e forse anche abbozzato un calendario di amichevoli, ma in questo caso è chiaro che la decisione finale dovrà essere presa con l´allenatore.
Ore 13.00 – (Gazzettino) Il Carpi, neopromosso in serie A, rischia di far saltare il banco a Cittadella, mettendo a rischio il matrimonio tra Marchetti e Gabrielli. Tutto è successo nelle ultime ventiquatt’ore, con Cristiano Giuntoli, direttore sportivo del club emiliano, che è passato alle corte del Napoli di De Laurentis, firmando un contratto di quattro anni. Il tutto dopo essere stato “liberato” dal Carpi. La società del patron Stefano Bonacini si è così lanciata alla ricerca del sostituito, sondando diverse piste. Secondo le indiscrezioni, sono tre gli indiziati a prendere il posto di Giuntoli, l’artefice del miracolo Carpi: Sean Sogliano, in uscita dal Verona, l’esperto Giorgio Perinetti e appunto Stefano Marchetti, attuale direttore generale del Cittadella. Quando sembrava ormai cosa fatta il rinnovo con la società di Andrea Gabrielli (diversi i contatti con il presidente granata, che attende di mettere nero su bianco con Marchetti), ecco che gli scenari attuali potrebbero di colpo stravolgersi. Nonostante il patron del Carpi abbia smentito i contatti con Marchetti, è certo un confronto tra i due nella giornata odierna: il dirigente granata è in Liguria per le “final eight” del campionato Primavera e il suo telefono ieri è squillato a vuoto. Ammesso che Marchetti possa superare Sogliano e Perinetti nella scala delle preferenze del patron Bonacini, non è detto che poi si possa effettivamente concretizzare il divorzio con il Cittadella: Marchetti proprio ventiquattr’ore fa ha detto che «Cittadella è casa sua». Resta da capire se ci sia già un accordo “sulla parola” con il presidente Gabrielli. Certo, la serie A sarebbe una bella sfida, ma bisognerebbe cominciare tutto daccapo. QUI TIFOSI. Stasera al ristorante “Da Godi” a Fontaniva si terrà l’assemblea del Centro di coordinamento dei club granata. All’ordine del giorno il bilancio quinquennale dell’attività.
Ore 12.40 – (Mattino di Padova) Il ripescaggio in Serie B? Forse non è il caso di illudersi, ma da ieri pomeriggio è un’ipotesi più percorribile. Sicuro è che il Cittadella presenterà regolare domanda per giocare nella serie cadetta nella prossima stagione. Lo conferma il presidente Andrea Gabrielli, dopo che i curatori fallimentari del Parma Angelo Anedda e Alberto Guiotto, assieme al notaio Giulio Almansi, hanno comunicato ufficialmente che la busta loro pervenuta entro le 12 di ieri, termine ultimo deciso dalla curatela dopo ben cinque aste andate deserte, non conteneva alcuna offerta di acquisto ma solo una «manifestazione d’interesse» da parte di due società, la Viris spa e la Unigasket spa. In altre parole, anche se la «manifestazione d’interesse» sarà valutata nuovamente oggi, appare sempre più probabile che il club emiliano fallisca e possa ripartire dalla serie D, lasciando libero un posto in B. «Ma noi avremmo presentato domanda di ripescaggio in ogni caso, indipendentemente dall’esito della vicenda Parma», precisa dal canto suo Gabrielli, «e credo che la formalizzeremo già entro questa settimana. Dopodiché è tutto da vedere se andrà o no a buon fine, ma intanto ci muoveremo in questa direzione». Fra le concorrenti della società granata, in tal caso, il Brescia pare favorito rispetto alla Virtus Entella, che pure è la squadra che ha raccolto più punti in campionato. Fra i criteri di ripescaggio quello che pesa di più, per il 50%, è legato ai risultati sportivi, ma poi contano bacino d’utenza e impiantistica, elementi, questi ultimi, che potrebbero privilegiare i lombardi. «So che in Figc si sta considerando una revisione dei parametri di valutazione, con l’inserimento di vincoli economici importanti legati alla presentazione della domanda. In tal caso ne terremo conto, ma al momento mi risulta che i paletti siano questi», prosegue Gabrielli. All’ordine del giorno c’è però anche un’altra notizia, legata al rapporto con Stefano Marchetti. Nelle ultime ore si è infatti registrata un’evoluzione clamorosa della sua situazione, con l’interessamento del Carpi, che ha individuato nel d.g. padovano uno dei nomi in grado di sostituire Cristiano Giuntoli, che andrà al Napoli. Inutile dire che la mossa ha stravolto i piani in casa Cittadella. Proprio Marchetti sarebbe fra i papabili, assieme a Sean Sogliano, anche se risultano sondaggi pure per Perinetti e Pompilio, attuale responsabile dell’area scouting del club modenese. Oggi è previsto un incontro fra il presidente del Carpi Stefano Bonacini e lo stesso Marchetti. «Fa parte della vita professionale che si verifichino situazioni come questa», risponde Gabrielli se gli si chiede come ha accolto la notizia. «Fino a poco tempo fa sembrava sicura la sua permanenza a Cittadella, adesso non lo so dire. È chiaro che difficilmente potremmo competere con una realtà di serie A, ma vedremo cosa succederà. Quel che so è che giovedì sera mi vedrò con Marchetti, probabilmente in via informale, in pizzeria. Non so se sarà l’incontro risolutorio, ma di sicuro entro questa settimana sarà presa una decisione, in una direzione o nell’altra».
Ore 12.20 – (Corriere del Veneto) Le notizie si accavallano, i protagonisti faticano a sbilanciarsi, tuttavia qualche segnale preciso esiste. Nella serata di lunedì c’è stata una telefonata fra il patron del Carpi Stefano Bonacini e il dg del Cittadella Stefano Marchetti. Una richiesta di disponibilità, in attesa di approfondire il discorso in un incontro in programma per la giornata di oggi. Il colpo di scena è di quelli che fanno vacillare anche il presidente Andrea Gabrielli, che sa di non poter competere con un club di serie A, soprattutto se Bonacini deciderà di fare sul serio. «Marchetti mi piace — taglia corto il presidente carpigiano — ma al momento non c’è nulla». Marchetti, dopo la grande illusione e il trasferimento mancato a Cagliari, ha dato subito la disponibilità a Bonacini di potersi liberare, in virtù di un gentlemen agreement con Gabrielli in caso di chiamata da parte di un club di categoria superiore. Quante possibilità ci sono che Marchetti vada a Carpi? A quanto sembra, nella personale lista di gradimento di Bonacini, Marchetti sarebbe in pole-position o comunque fra i due prescelti per raccogliere l’eredità di Cristiano Giuntoli. Il quale ieri ha incontrato «Mister Gaudì», liberandosi dal vincolo col Carpi e avendo, dunque, mano libera per firmare un quadriennale con il Napoli. Uno scenario complesso, nel quale Gabrielli si trova adesso in difficoltà. Dopo aver impostato un programma con Marchetti è quasi spiazzato, anche se il dg gli ha assicurato che non lo lascerà senza un eventuale sostituto o erede designato in caso di addio. L’eventuale addio di Marchetti potrebbe innescare reazioni a catena, tanto che i big (Coralli, Sgrigna e Gerardi, giusto per citare i tre più in vista) stanno aspettando le decisioni del dg. Gabrielli entro fine settimana vuole ripartire, con Marchetti o senza. Alla data attuale il presidente è molto meno sicuro della permanenza del suo fido dirigente. E questa, a ben pensarci, è già una novità importante da annotare.
Ore 11.50 – (Mattino di Padova) Dopo cinque giorni di consultazioni belle fitte, oggi dovrebbe arrivare il nome del nuovo allenatore dell’Este. La dead line imposta dal presidente Renzo Lucchiari dopo l’addio di Gianluca Zattarin (annunciato dallo stesso mister venerdì scorso) aveva fissato come termine ultimo per la scelta del successore la giornata di ieri. Già domenica, però, sembrava fatta per Vinicio Bisioli, 54 anni, dimessosi a dicembre dalla guida della Thermal Abano per motivi di salute, che aveva un accordo di massima con il vice-presidente Stefano Marchetti. Lo stesso Bisioli aveva confermato il buon esito dell’incontro con la società atestina, dicendosi felice di poter tornare ad allenare in una piazza importante. Nel tourbillon di nomi accostati alla panchina dell’Este, però, è spuntato pure Andrea Pagan, 37 anni, nelle ultime due stagioni alla Clodiense, le cui quotazioni sono salite in modo vertiginoso tra lunedì e martedì, con le conferme di alcuni addetti ai lavori. Il profilo tracciato dalla dirigenza atestina sulle caratteristiche del nuovo timoniere («capacità di valorizzare i giovani, bel gioco e grande professionalità») potrebbe adattarsi perfettamente all’ex Berretti e Primavera del Cittadella, che, tra l’altro, pare si sia preso qualche giorno per riflettere sulla proposta della Clodiense, che vorrebbe riconfermarlo. Il patron Lucchiari, tuttavia, preferisce glissare: «Abbiamo parlato con alcuni allenatori, ma ci siamo presi un giorno in più per la decisione finale», afferma. «Domani (oggi, ndr) ci saranno novità importanti. Pagan o Bisioli? Nessuno dei due. Il nome resta top secret. Dico solo che dobbiamo sistemare alcuni aspetti relativi allo staff tecnico, perché ogni allenatore, naturalmente, ha i suoi uomini di fiducia». Per quanto riguarda il mercato, si è fatto avanti il Piacenza per assicurarsi il mediano Alberto Rubbo. Il giocatore, però, potrebbe rifiutare, in attesa di un’offerta allettante dalla Lega Pro. In uscita, oltre ad Anderson Piva (che aveva già lasciato la squadra prima della fine del campionato), dovrebbero esserci pure il difensore Federico Gal e il centrocampista Leonardo Albanesi.
Ore 11.20 – (Gazzettino) Riguardo a Petrilli, qualche giorno fa si era sparsa la voce che fosse già arrivata la fumata bianca. «Ho sentito anch’io, ma non è così – spiega l’esterno – So che c’è l’intenzione di andare avanti insieme, ma non mi sono ancora mai seduto al tavolo a tu per tu con la società. Speriamo che tutto venga definito prima della mia partenza per le vacanze, così le faccio sereno e tranquillo». Petrilli andrà a Playa del Carmen in Messico dal 26 giugno al 3 luglio insieme al difensore Sampirisi del Vicenza e alle rispettive fidanzate. Passando al reparto avanzato, resta sempre nel limbo la posizione di Zubin, al quale potrebbe essere proposto un contratto al minimo, più gettoni in base alle presenze. Intanto, Alessandro Favaro, unico acquisto al momento dei biancoscudati, sarà premiato come migliore portiere della serie D per il campionato appena concluso con la Sacilese.
Ore 11.10 – (Gazzettino) Proprio De Poli, insieme a Parlato, chiuderà oggi la due giorni in terra ligure per seguire la final eight del campionato Primavera: Roma-Spezia e Lazio Inter le partite viste ieri, Torino-Milan e Bari-Fiorentina quelle che il tandem biancoscudato vedrà oggi. Naturalmente una spedizione finalizzata a seguire da vicino qualche giovane promettente. «Sono andato apposta con il tecnico per vedere se c’è qualcosa che ci può interessare, è sempre meglio vedere con i propri occhi», afferma il direttore sportivo. Da domani invece riprenderanno in sede le consultazioni con i biancoscudati, a cominciare da quelli che sono in odore di rinnovo, ossia Cunico, Ilari, Petrilli, Aperi, Petkovic, Amirante. «Sono i primi che incontrerò» spiega De Poli.
Ore 11.00 – (Gazzettino) Restando alla mediana, la pista più calda in entrata è rappresentata da Carlo De Risio, attualmente in forza al Benevento e in precedenza al Martina. «Ne abbiamo parlato con De Poli – spiega il procuratore Gerry Palomba – Il ragazzo ha un altro anno di contratto con il Benevento e bisogna capire quali sono le intenzioni della società dato che c’è un presidente dimissionario e l’area tecnica è in partenza. La volontà del mio assistito è andare via, Padova sarebbe una piazza gradita». Palomba è anche l’agente dell’attaccante Arcidiacono, altro giocatore nel mirino dei biancoscudati: «La situazione è in stand by, vediamo come procederà». Per Arcidiacono non manca la concorrenza di altri club, fermo restando che il suo ingaggio è anche di un certo livello.
Ore 10.50 – (Gazzettino) «Non c’è alcun ripensamento su Nichele. Mi sembra di averne già parlato e di essere stato chiaro, non farà parte del Padova». Fabrizio De Poli chiude definitivamente la porta alla permanenza in biancoscudato del centrocampista, molto stimato da Carmine Parlato (l’ha voluto fortemente a inizio anno anche se sotto contratto con il Piacenza), le cui parole rilasciate l’altro ieri a un quotidiano locale sembravano aprire qualche spiraglio a una sua possibile conferma. Niente di tutto questo invece, dato che Nichele non rientra più nei piani del club. È invece in una situazione ancora tutta da decifrare Nicola Segato, l’altro “senatore” del centrocampo biancoscudato. «La sua posizione è da valutare, resta in bilico», puntualizza il diesse.
Ore 10.40 – (Gazzettino) Festa di fine stagione oggi pomeriggio al centro sportivo Memo Geremia alla Guizza per tutte le compagini del settore giovanile del Padova. Anche se una squadra è ancora in corsa per un obiettivo prestigioso, ossia gli juniores allenati da Gualtiero Grandini che affronteranno domani alle 16 allo stadio comunale di Camaiore la semifinale per lo scudetto di categoria con il Seregno. Intanto, è ormai giunto ai nastri di partenza il Padova City Camp 2015, un’opportunità unica per tutti i ragazzi e le ragazze tra i 6 e i 14 anni: uno stage finalizzato al miglioramento tecnico tattico del gioco del calcio, privilegiando l’aspetto educativo e ludico motorio. Il Camp si terrà da lunedì fino a venerdì 10 luglio al centro sportivo Geremia, quattro settimane scandite da allenamenti con gli allenatori del Padova e pomeriggi in piscina al Centro acquatico Atlantis. È possibile iscriversi tramite il form online che si trova nel sito ufficiale della società al link http://www.biancoscudatipadova.com/iscrizione_city_camp/. Per ulteriori informazioni: camp@biancoscudatipadova.com; 049 604498 o 328-3758274 (martedì e venerdì dalle 16 alle 19).
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) «Quando sono giunto la scorsa estate, non temevo tanto l’indifferenza del pubblico per la serie D, quanto la rabbia di quei tifosi feriti, che non accettavano di essere sprofondati nei dilettanti e avrebbero potuto riversare la loro ira contro di noi». Ma è bastato poco a farli ricredere… «Mi è servito vedere i 2mila di Asiago. Quella partecipazione di massa ci ha messo a nostro agio e ci ha dato tranquillità. Non era scontata, ma è stata fondamentale, perché poi risultati ed entusiasmo sono andati di pari passo ed è stato questo il segreto della stagione». Ecco perché, a suo parere, questo deve essere anche il punto di partenza per la prossima annata. «Io spero che vada avanti questa onda, che è fatta di unità di intenti tra società, staff, giocatori, tifosi e stampa. Se inizia ad esserci qualche crepa, può arrivare il difficile. Può sembrare utopistico, ovviamente le critiche fanno parte del gioco. Ma provare a fare in modo che ci siano meno malumori possibili può essere la chiave vincente per il nostro futuro».
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) È vero che la differenza sostanziale tra le due categorie sta nel ritmo di gioco? «La Lega Pro è forse la categoria in cui si corre di più. D’altronde, quest’anno abbiamo affrontato anche squadre composte da giocatori che non facevano questo lavoro di mestiere. Tra i professionisti sono tutti atleti, e nel calcio moderno la componente principale è proprio l’atletismo». Ripensando al suo passato, ricorda quale fosse la percezione quando affrontava il Padova da avversario? «Sono venuto all’Euganeo in tutte le categorie, dalla C/2 alla B. E sono sempre capitato in periodi tumultuosi della stagione del Padova. Prima di arrivare in biancoscudato avevo la percezione di un ambiente difficile per chi gioca in questa piazza. Spesso, nelle squadre in cui militavo, sin preparava la partita con l’idea di iniziare bene la gara per mettere in difficoltà i nostri avversari e attirare così i “borbottii” dell’Euganeo».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Anche perché è arrivato il momento di voltare pagina. «Dopo l’ultimo allenamento, il saluto con i compagni e i sacchi neri sulle spalle, c’era un po’ di nostalgia. Devo dire, però, che ci siamo goduti il momento sino in fondo e il fatto che Bergamin e Bonetto ci abbiano detto che, fosse per loro, avrebbero riconfermato tutti, fa capire che grande gruppo sia stato». C’è chi sostiene che, così com’era in quest’ultima stagione, il Padova non avrebbe faticato a salvarsi in Lega Pro. Lei è d’accordo? «Sì, avremmo fatto tranquillamente un campionato di Lega Pro. Credo che la differenza principale tra la nostra squadra e una di terza serie stia negli “under” obbligatori. Perché se si va a vedere il curriculum dei “vecchi”, tutti avevano un percorso tra i professionisti. Adesso la regola cambia, ci sono 8 “under” da inserire in rosa, ma dovranno giocarsi il posto, com’è giusto che sia».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Entro la fine di questa settimana dovrebbe essere formalizzata la conferma di Marco Cunico. Il capitano biancoscudato ancora non ha avuto alcun colloquio con Fabrizio De Poli e Carmine Parlato, entrambi impegnati in questi giorni a seguire la fase finale del campionato Primavera, che si svolge in Liguria. Una volta rientrati a Padova, chiameranno Cunico e tutti gli indizi portano ad una sua conferma. Anche se lo stesso numero 10, intervenuto lunedì sera alla trasmissione “Padova in diretta” di Telenuovo, non si è voluto sbilanciare: «Ancora non mi sono incontrato con nessuno. Prima di salutarci, il mister mi ha detto che ci saremmo trovati per parlare. Se mi vogliono incontrare, probabilmente un motivo c’è…». E il sorriso di Cunico lascia intendere che le probabilità di un rinnovo sono alte.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Il giocatore al momento è in vacanza oltreoceano, e soprattutto, nonostante il passaggio di proprietà al libanese Alì Zeaiter, che ha acquisito il 97% del club lombardo, non c’è ancora certezza circa le intenzioni della nuova società nei confronti del suo capitano. La prossima settimana si avrà un quadro più definito: se il Varese dovesse togliere Neto dai piani per la prossima stagione, nonostante un altro anno di contratto, l’ottimismo sul fronte biancoscudato crescerebbe. Il Padova ha una folta concorrenza, sull’attaccante si sono fatte avanti anche tre squadre di Serie B che stanno per formulare la loro proposta ufficiale, ma per blasone, importanza della piazza e disponibilità (anche economiche), Padova è una delle prime scelte del brasiliano.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Il “mercato” biancoscudato è bloccato per qualche giorno. Vuoi perché non c’è ancora la possibilità di sottoscrivere i contratti, a differenza di altre società di Lega Pro che hanno già siglato i cosiddetti pre-accordi e hanno sottoscritto i rinnovi, vuoi anche perché tra ieri e oggi né il direttore sportivo Fabrizio De Poli, né il tecnico Carmine Parlato sono in città. Entrambi si trovano, infatti, in Liguria, a seguire le finali del campionato Primavera, e quindi i colloqui per i rinnovi sono momentaneamente sospesi. C’è da giurare, però, che i contatti con i vari procuratori non mancheranno di certo sulle tribune di una competizione che attira sempre l’attenzione degli addetti ai lavori. Ieri pomeriggio, ad esempio, a Genova era in tribuna anche l’agente del brasiliano Neto Pereira, l’attaccante del Varese che il Padova ha messo in cima alla lista dei desideri.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Novità importanti arrivano anche dal vecchio Calcio Padova, con la parola «fine» scritta sulla vicenda del debito di 2,2 milioni contratto nei confronti del Credito sportivo dall’ex presidente Diego Penocchio. Ieri sono state ultimate le ultime verifiche sulle garanzie immobiliari fornite dall’imprenditore bresciano e c’è stato uno scambio di mail formale fra i diversi avvocati impegnati nell’operazione liquidazione tramite concordato delle passività accumulate dalla vecchia proprietà. Ci siamo per davvero, stavolta. Una storia infinita, che pare aver imboccato la via della definitiva risoluzione.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Nel frattempo il borsino di giornata parla di un Arcidiacono stazionario, di un Zecchin in ribasso, di un De Risio in rialzo assieme allo svincolato Fabiano,di un Neto stazionario e di uno Sgrigna che potrebbe tornare prepotentemente d’attualità nel caso in cui il dg Marchetti lasciasse Cittadella. Pietro Arcidiacono è in vacanza e aspetta notizie importanti sul suo futuro. «Il Padova? E’ una piazza fantastica – dice l’attaccante che si è svincolato dal Martina – e ci verrei di corsa. Sto aspettando novità, spero proprio di poter avere notizie il prima possibile. Tante offerte? Grazie a Dio ho fatto una stagione molto positiva e sono contento, le chiamate stanno arrivando. Il mio ruolo? Offro il meglio come esterno sinistro nel 4-3-3 o nel 4-2-3-1, volendo anche nel 4-4-2. Ho fatto anche il centravanti in due occasioni, ma non è la mia posizione preferita. In ogni caso mi adatto a seconda delle esigenze del mister». Il Padova attende il momento giusto per piazzare la zampata vincente, ma l’impressione è che ci vorrà ancora un po’ di pazienza per l’eventuale fumata bianca. Per adesso De Poli ha gettato le basi su una rosa di nomi possibili, poi appena possibile passerà all’offensiva.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) C’erano un po’ tutti gli operatori di mercato ieri in Liguria per le finali Primavera 2015, con Roma-Spezia e Lazio -Inter, fra i match in programma, in vetrina e tanti giovani da annotare sul taccuino. Segnalati in fervente attività il ds biancoscudato Fabrizio De Poli, presente anche Stefano Marchetti (al centro dell’attenzione per il colpo di scena rappresentato dall’interesse del Carpi), segnalato sugli spalti pure Ivone De Franceschi, alle prese con la necessità prima di sostituire al Venezia il partente Michele Serena, accasatosi ieri al FeralpiSalò. Il nuovo Padova sta lentamente prendendo forma, anche se il mercato è lungo e il vero sprint si avrà probabilmente all’inizio del mese prossimo, quando sarà possibile mettere sotto contratto i giocatori ufficialmente.
Ore 08.38 – Poule scudetto, la finale: Siena-Akragas 5-3 dopo i calci di rigore. I bianconeri si laureano campioni d’Italia.
Ore 08.36 – Playout, serie D girone C: Dro-Triestina 1-3 dts, Giorgione-Kras Repen 2-1. Salvezza per Triestina e Giorgione, retrocedono Dro e Kras Repen.
Ore 08.34 – Playoff, serie D: AltoVicentino-Delta Porto Tolle 1-2, eliminata la squadra di Rino Dalle Rive.
Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Icone Vintage, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 9 giugno: trasferta in Liguria per Parlato e De Poli, a caccia di talenti alla Final Eight del campionato Primavera.