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Ore 22.53 – Semifinale playoff serie B, fischio finale: Vicenza-Pescara 2-2, gli abruzzesi passano il turno ed affronteranno in finale il Bologna.
Ore 22.39 – Pareggio del Vicenza, gol di Cocco. 2-2.
Ore 22.23 – Torna in vantaggio il Pescara, rete di Bjarnason. 1-2.
Ore 22.03 – Semifinale playoff serie B, iniziato il secondo tempo di Vicenza-Pescara.
Ore 21.47 – Semifinale playoff serie B, fine primo tempo: Vicenza-Pescara 1-1.
Ore 21.46 – Pareggio del Vicenza, a segno l’ex biancoscudato Federico Moretti. 1-1.
Ore 21.05 – Pescara in vantaggio dopo soli 3 minuti grazie ad una rocambolesca autorete di Sampirisi. Vicenza-Pescara 0-1.
Ore 21.02 – Serie B: inizia in questo istante Vicenza-Pescara, semifinale di ritorno dei playoff.
Ore 20.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Stefano Serena lancia l’ultimatum per il progetto Mestre in serie D. Settimana decisiva per il futuro del calcio arancionero: l’imprenditore, attuale presidente dell’Ac Mestre, deciso a un rilancio ad alti livelli del calcio mestrino, non ha intenzione di aspettare ancora molto per dare il via al progetto che prevede la squadra di Mestre in serie D e l’Union Pro in Eccellenza. Il tutto dipende dalla disponibilità di un impianto adeguato: per il destino del Baracca servirà attendere come minimo venerdì, giornata alla quale è stata aggiornata la procedura arbitrale avviata da Est Capital, che formalmente ha chiesto di riottenere la disponibilità del bene. L’avvocato mestrino Gianmaria Daminato, che segue per conto della Mestrina la vicenda, sta lavorando ad una soluzione che prevede un anno di transizione. Intanto Marco Gaiba, presidente dell’Union Pro, ha inviato una lettera all’assessore allo sport del Comune di Mogliano, Oscar Mancini, per chiedere la possibilità di far fruire l’impianto di Mogliano al nuovo sodalizio mestrino. Insomma, la situazione di stand-by potrebbe risolversi entro breve: o positivamente, o con disimpegno di Serena. «Le mie intenzioni le ho spiegate con chiarezza – fa sapere da Malta Serena – ho deciso di mettere in atto questo progetto con persone serie e per farlo serve un minimo di tempo per programmare. Per disputare la serie D con propositi ambiziosi serve avere la certezza di un impianto all’altezza: confido sempre nel Baracca, ma nel frattempo stiamo chiedendo ospitalità a Mogliano. Chiaro che, se nessuno dei due impianti sarà disponibile, il progetto non potrà avviarsi». Quindi lei molla tutto se non ci sono le condizioni? «Sono un imprenditore che ama la propria città – risponde Serena – francamente mi farebbe rabbia non potermi dedicare al rilancio del calcio arancionero. Se non arriveranno risposte certe, che ci consentano di partire con la programmazione, mio malgrado sarò costretto ad abbandonare tutto. Confido ovviamente nella nuova amministrazione comunale di Venezia, ma nel frattempo dobbiamo guardare con concretezza all’evoluzione della situazione. Mercoledì rientro in Italia e a fine settimana renderò noto lo stato dell’arte della questione: ovviamente, in tutti i casi, la soluzione di andare a Mogliano sarà transitoria e spero che i tifosi seguiranno la squadra, condividendo il senso del progetto».
Ore 20.30 – Semifinale playoff serie B, fischio finale: l’Avellino espugna il “Dall’Ara” e batte il Bologna 3-2, ma sono i rossoblu a passare in finale in virtù della miglior posizione in classifica nella regular season.
Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Treviso) L’Union Pro saluta la Serie D dopo una sola stagione sperando che si tratti di un arrivederci e non di un addio. L’appello lanciato le scorse settimane dal presidente Marco Gaiba e dall’assessore allo sport di Mogliano Oscar Mancini agli imprenditori moglianesi per sostenere la squadra locale sono cadute nel vuoto e quindi alla società del Terraglio non resta che autoretrocedersi in Eccellenza scambiando la categoria con il Mestre. Il presidente Gaiba fa il punto della situazione: «Nessuna novità per il momento. Stiamo andando avanti con il progetto Union Pro e Mestre come l’ho spiegato nella mia lettera aperta. Ho incontrato l’assessore allo sport di Mogliano Mancini assieme con Stefano Serena (presidente del Mestre, ndr). Gli abbiamo spiegato il progetto e come a questo non ci siano alternative possibili. Gli abbiamo detto che la prima squadra ed il settore giovanile dell’Union Pro continuerà ad utilizzare a Mogliano e Preganziol gli stessi campi. La prima squadra in Eccellenza potrà giocare a Mogliano oppure a Preganziol. Abbiamo chiesto la disponibilità eventuale dello stadio di Mogliano per un periodo transitorio per il Mestre in serie D fino a che lo stadio Baracca non fosse disponibile in cambio di una partecipazione alle spese o in base a tariffe di mercato da definirsi. Se la risposta sarà positiva potremo andare avanti con il progetto ed ufficializzarlo. Abbiamo bisogno che il Comune ci dia una risposta nel più breve tempo possibile (come ci ha promesso) e non oltre la prossima settimana per poter avere i tempi necessari per le trasformazioni che vanno fatte. In caso contrario non so dire cosa possa succedere». Nessuno si è fatto avanti per entrare in società? «No, non si sono presentati altri soggetti locali disponibili a condividere la gestione della società e questo mi ha un pò deluso per quello che abbiamo fatto in questi anni». ALLENATORE – Fra tanta incertezza per ora di ufficiale c’è che Francesco Feltrin ha chiuso la sua avventura all’Union Pro dopo 3 anni di risultati strepitosi coronati da 2 campionati vinti. Il mister, salvo imprevisti, allenerà il Mestre in D.
Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il calcio è in vacanza. Ma mentre i fan della Clodiense si dedicano alla tintarella, la dirigenza lagunare sta lavorando per preparare la nuova stagione. Il presidente Ivano Boscolo Bielo ed il direttore generale Mauro Boscolo Gallo hanno ormai ufficializzato la riconferma sulla panchina del tecnico chioggiotto Andrea Pagan e stanno intensificando i contatti con giocatori e società. Il patron Ivano Boscolo Bielo non nasconde la voglia di rinforzare la squadra cercando di far meglio della passata stagione. «Lo scorso campionato è stato più che dignitoso per noi – osserva il presidente – abbiamo raggiunto la salvezza in largo anticipo. E forse proprio questo è stato il motivo del disastroso finale, senza stimoli. Ma nel prossimo torneo vorremmo fare meglio». L’obiettivo della società sarebbe quello di confermare la maggior parte dei giocatori, come Casagrande, Moretto, Piaggio, Pelizzer, Mastroianni ed il bomber Santi e cercare un portiere giovane per sostituire Okroglic. «Questa è la nostra idea – ammette Ivano Bielo – ma se qualcuno di loro dovesse ambire alla categoria superiore non me la sentirei di frenarlo. Il dg Mauro Gallo sta già lavorando ed aspettiamo la chiusura dei play-off e play-out». Alzare l’asticella per un campionato da vertice intriga non poco il n.1 lagunare. Che però non nasconde le difficoltà economiche e la poca sensibilità da parte della città, che critica molto ma fa poco. «Negli ultimi due anni ho retto quasi da solo l’onere economico, salvo l’aiuto da parte di qualche amico che ringrazio pubblicamente – osserva amareggiato – Cinque anni fa avevo iniziato con la Clodiense anche per un impegno con l’Amministrazione comunale. Dopo un lustro sono ancora da solo e quindi, mi piange il cuore, ma se nessuno mi aiuterà questo sarà il mio ultimo anno da presidente. Un po’ come ha fatto Buffon con la Carrarese, lascerò per colpa di una città che non sostiene il club. Sono aperto a qualsiasi evoluzione ed a chiunque abbia la volontà seria di dare una mano».
Ore 19.20 – Semifinale playoff serie B, fine primo tempo: Bologna-Avellino 1-2.
Ore 19.00 – (Il Piccolo) Centro di coordinamento dei Triestina Club e Curva Furlan tornano a farsi sentire e in un comunicato rafforzano un concetto già da tempo chiaro a tutti, ovvero la loro totale presa di distanza dall’attuale proprietà targata Pontrelli e pertanto dall’Unione Triestina 2012. In una nota congiunta i tifosi sottolineano anche l’importanza del nome con il quale chiamare l’attuale realtà, dopo la loro revoca del marchio (che è associato all’originale denominazione Unione Sportiva Triestina 1918), in un appello nel quale coinvolgono anche i media. «Il CCTC e la Curva Furlan – si legge nel comunicato – desiderano precisare un concetto fondamentale: la Triestina, come noi la conosciamo, non esiste più dal 25 maggio 2015, cioè da quando è stata notificata la revoca della concessione del marchio all’attuale proprietà dell’Unione Triestina 2012 ssdrl. Questa decisione, presa dopo numerose valutazioni inerenti al discutibile operato dell’attuale dirigenza nel corso della stagione sportiva appena conclusa, delegittima la società Unione Triestina 2012 a ritenersi la naturale prosecuzione della gloriosa Unione Sportiva Triestina 1918. Infatti lo stemma sociale regolarmente registrato dalla società sorta nel 2012 è l’araba fenice stilizzata, non l’Alabarda, di cui si fregiava solo grazie al comodato d’uso gratuito. Pertanto desideriamo che i mezzi di comunicazione non si riferiscano alla società di Marco Pontrelli come genericamente alla “Triestina”». Una precisazione legittima da parte dei tifosi visto che la revoca del marchio è un gesto pesante e significativo. In ogni caso, al momento l’Unione Triestina 2012 resta la massima realtà calcistica cittadina, quella che si è salvata sul campo e quella che detiene il titolo sportivo, ovvero quella che per la Figc ha diritto al prossimo campionato di serie D. Fin qui la realtà attuale. Tutto quello che potrà avvenire, dalle sorti di questa società alla nascita di nuove realtà alle quali i tifosi vorranno associare il marchio, riguarda appunto il futuro. A chiusura del comunicato, i tifosi rafforzano ulteriormente la definitività della loro presa di posizione: «Le sterili minacce di intervento legale, manifestate dallo stesso Pontrelli nel tentativo di riappropriarsi dell’Alabarda dopo il vittorioso spareggio a Dro – chiude la nota – confermano la bontà della decisione. La squadra di Marco Pontrelli non giocherà mai più con il simbolo di Trieste».
Ore 18.30 – (Corriere delle Alpi) Cantiere aperto in difesa in casa Union, fra obiettivi (il terzino Resenterra dalla Feltrese), attese e aspettative dei tre centrali della rosa neroverde De March (che non ha ancora deciso cosa fare), De Checchi e Slongo (in attesa di parlare con la società). È calda la pista che porta all’esterno del 1996 Daniel Resenterra (fuori quota), che non è indifferente al corteggiamento del clubdel Boscherai. CANALE APERTO. In effetti piace moltissimo all’Union il giovane laterale che nell’ultima stagione in maglia granata ha fatto benissimo da terzino destro, nel ruolo in cui lo ha reinventato il tecnico Armenise. «Il Ripa Fenadora si è fatto sentire, però devo ancora parlare con la Feltrese», conferma Daniel Resenterra, che in questi giorni è impegnato con la rappresentativa veneta nel torneo delle regioni. «Ovviamente vedere che c’è l’interesse di una squadra come l’Union fa sempre piacere e sono molto contento che, tramite i suoi dirigenti, il club neroverde mi abbia fatto sentire il suo apprezzamento. Sto aspettando di parlare con la mia società di appartenenza per vedere le intenzioni da entrambe le parti». Questa settimana sarà difficile che ci siano sviluppi, perché il giocatore è impegnato con la rappresentativa veneta nel torneo in corso in Lombardia (il Veneto è partito con il piede giusto battendo l’Abruzzo 4-2, ieri ha giocato contro la Puglia e oggi è in calendario il match con le Marche). A proposito, «sta andando bene, è una bella esperienza». LAVORI IN CORSO. Al centro della difesa, sono in tre alla finestra. Alberto De March sta valutando la situazione. Mattia De Checchi e Tiziano Slongo aspettano la chiamata della dirigenza, che in questi giorni sta portando avanti i colloqui con i giocatori della rosa attuale per definire il nucleo della squadra da cui ripartire. La priorità di Slongo per la prossima stagione è quella di giocare con una certa continuità. Legnago e Sacilese potrebbero essere interessate. «Le voci ci sono sempre, ma non le ascolto, per adesso sono fermo e sto aspettando», spiega Tiziano Slongo. Il suo tra l’altro era un prestito dal Montebelluna, che ha ancora il cartellino del centrale feltrino. «All’Union mi sono trovato bene, ma giocare poco non è stato bello. Mi piacerebbe nella prossima stagione trovare un po’ più di spazio: tutto qui». Alla finestra c’è anche Mattia De Checchi: «Aspetto di sentire cosa mi dirà la società», dice, «comunque sono qua ormai da quattro anni (due di Eccellenza e due di serie D, ndr) e spero proprio di restare».
Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Siamo furie senza fretta». De Agostini conia l’ossimoro tamaiota che sintetizza la filosofia dei rossi nella campagna trasferimenti che sta cominciando. «A inizio giugno – spiega il tecnico – tutti i giocatori che hanno fatto appena qualcosa di più della normalità cercano sistemazione in categorie superiori. Quando chiudono i cancelli in Lega Pro allora cominciamo a operare noi». Intanto però anche a Tamai stanno per iniziare i colloqui con i giocatori già in casa. PRIMA CONFERMA – Il Borgo è stato il primo dalle nostre parti a fare a meno del ds (l’anno scorso non ha rimpiazzato Renzo Nadin passato al Fontanafredda), i cui compiti sono stati assunti ufficialmente dal presidente Elia Verardo con la consulenza dello stesso Stefano De Agostini. Il tecnico è stato il primo a essere riconfermato. Del resto aveva chiesto lui stesso di avere un’altra chance, convinto di poter migliorare, senza i problemi che ha dovuto affrontare nel ritorno della stagione in corso, il dodicesimo posto (con 41 punti) del torneo 2014-15. La società l’ha accontentato. Non molti altri sodalizi lo avrebbero fatto. PORTE APERTE – «Fra qualche giorno – racconta Stefano De Agostini – il presidente comincerà a incontrare i giocatori già in rosa. Rispetto alle scorse stagioni, questa volta il Tamai non farà pressioni sui giocatori per farli restare. Se qualcuno vuole andare via e tentare la fortuna altrove è libero di farlo. Vogliamo solo gente onorata e felice d’indossare la casacca rossa. Giocatori stimolati che vogliano fare di più e meglio di quanto fatto in questo campionato». Potrebbero partire i due bomber Federico Furlan e Riccardo Zambon. «Potrebbero – ripete De Agostini – ma anche rimanere. Non è detto che altrove possano trovare lo stesso ambiente». RAMARRI – Il rientro per fine prestito al Pordenone di Pavan e Tuan fa parlare De Agostini, ex neroverde, della retrocessione del Pordenone. «Probabilmente – afferma Stefano – sono uno di quelli che soffrono di più per il ritorno dei ramarri in Lega D. Per motivi di cuore, ma anche di testa. Tutti nella Destra Tagliamento – si spiega – abbiamo bisogno di una società trainante fra i pro. Mi auguro che venga ripescata. Anche per l’impegno e gli sforzi del presidente Lovisa e dei suoi soci».
Ore 17.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) A.A.A. Direttore sportivo cercasi. Dopo il divorzio da Renzo Nadin a Fontanafredda non l’hanno ancora trovato. Forse non lo cercano nemmeno con tanta insistenza. «No, non è vero – ribatte sorridendo Maurizio De Pieri -, è che a Fontanafredda anche il ds deve avere certe caratteristiche. In altre parole deve essere professionale, ma non professionista». COLLOQUI – Intanto a svolgere funzioni da ds è proprio lui che un paio di settimane fa aveva lamentato l’assenza di un partner con cui dividere le fatiche giornaliere di un mister dopolavorista tuttofare. Già, perché il calcio a Fontanafredda non è un lavoro e spesso nemmeno un hobby retribuito. È passione e volontariato. «Il presidente Bertolini – racconta De Pieri – sta cercando qualcuno che possa darci una mano. Io sono stato chiaro: mi piace il Fontanafredda, ma garantirò la mia presenza solo se avrò un collaboratore al fianco. Non posso fare tutto io». Però da questa settimana il mister farà anche il ds, facente funzioni. «In forma provvisoria – precisa De Pieri -. C’è la necessità di sentire cosa hanno in testa i giocatori che hanno fatto parte della rosa rossonera nella stagione che sta per finire. Ne ho convocati quattro al giorno. In stretto ordine alfabetico – sorride ancora il tecnico -, per non dare indicazioni o fare graduatorie di merito o interesse. Facciamo così ormai da quattro anni e ha sempre funzionato». In giro si dice che Florean e Malerba siano sul piede di partenza. «Sono tutti “cedibili” – risponde De Pieri – e tutti “incedibili”. Più che altro dipende dalle richieste che fanno. Lo sanno tutti: il Fontanafredda ha un budget da rispettare. Poi ci sono giovani che meritano di provare in categorie superiori o in squadre di Lega D che hanno grandi ambizioni. Fra questi sicuramente Vicario, che rientrerà all’Udinese per poi essere dato in prestito probabilmente in LegaPro, e Alcantara, che è corteggiato dall’Altovicentino dove probabilmente troverà Zironelli in panca (non solo: quasi sicuramente anche Spagnoli, Beccaro e Sottovia, ndr). La nostra filosofia – conclude – è sempre stata quella di favorire chi può salire». 90 E NON LI DIMOSTRA – Venerdì festa grande per i rossoneri (dirigenti, sponsor, tecnici, giocatori e simpatizzanti) che festeggeranno il novantesimo dalla fondazione della società nel palasport adiacente lo stadio Omero Tognon.
Ore 17.20 – (Messaggero Veneto) Il Fontanafredda sta per piazzare il suo primo colpo di mercato. I rossoneri, infatti, sono vicini a Riccardo Zambon, attaccante classe ’88, in uscita da Tamai. Sì, proprio lui, una colonna delle “furie rosse”, tra i principali artefici della salvezza della Sanvitese del 2013. Il club ha avanzato l’offerta che, secondo indiscrezioni, avrebbe soddisfatto a grandi linee il giocatore. A breve le parti si aggiornano: probabile che l’affare vada in porto. Già, perché, per un calciatore di qualsiasi categoria, non è una cosa da poco avere una proposta sostanziosa già ai primi di giugno. E’ un aspetto che tranquillizza e fa vivere il periodo da qui al raduno in maniera positiva. Oltre all’aspetto economico, sempre importante, Zambon avrebbe ricevuto rassicurazioni dal punto di vista tecnico-tattico. Il tecnico del Fontanafredda, Maurizio De Pieri, lo farebbe giocare come seconda punta, il suo ruolo preferito. Non più l’esterno del tridente, come nelle ultime due stagioni a Tamai, bensì la posizione in cui gli permette di essere più lucido sottoporta e di assistere l’altro attaccante. Così potrebbe segnare di più (11 reti l’ultimo campionato) e magari servire più assist. Insomma, sono molte le indicazioni che, allo stato attuale, fanno pensare che la trattativa si chiuda. Naturalmente l’arrivo di Zambon porrebbe fine, in maniera ufficiosa, al rapporto con Lauro Florean (’81), punta che comunque già da tempo non rientra più nei piani dei rossoneri. Dopo di lui, il “Fontana” andrebbe a caccia di altri pezzi, ovvero un uomo in mezzo (piace sempre Giglio del Montebelluna) e uno in difesa. Mercato del Tamai in stand-by, invece: al momento piacciono diversi elementi, in particolare davanti visto gli addii di Zambon e Federico Furlan (’86), ma sono irraggiungibili. Stiamo parlando di Rocco (’90), che vuole rimanere alla Triestina. Per quanto riguarda la Sacilese, infine, si aspettano evoluzioni dal punto di vista societario. Come già detto, i gioielli sono in uscita: Beccia (’85) piace all’Altovicentino, team uscito ieri dai play-off di serie D, dove andrebbe l’ex tecnico Mauro Zironelli; Spagnoli (’94) è ambito in Lega Pro (Padova), Beccaro (’89) è gradito da molti club di categoria.
Ore 16.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Fanno notizia non facendo niente. Anzi, la fanno proprio perché non stanno (ancora) facendo nulla. La Sacilese è la squadra pordenonese di serie D che si è piazzata meglio (terza) e che ha finito dopo (terzo turno playoff). Logica vorrebbe che, quindi, un po’ tutto fosse ritardato. Comincia giugno senza alcuno sviluppo. PONTE – C’è di mezzo anche il ponte di oggi, ma non è tanto il calendario a posticipare gli eventi. Fatta la cena di fine stagione, salutati i giocatori, rimangono dei sospesi. Le strette di mano per l’arrivederci riguardano soprattutto i conti da regolare. Non i giocatori stessi. Lo smantellamento della rosa riguarderebbe trequarti degli effettivi, partendo dai più vecchi e costosi. I più esperti, come Beccia, Favret, Baggio, Boscolo Papo, Sottovia, Beccaro e Spagnoli, come pure il ventenne portiere Favaro, hanno il foglio di via. «È ancora lunga, bisogna essere ottimisti. Tanto, male che vada, ci si divertirà lo stesso. Abbiamo riacquistato anche il derby con il Pordenone, che facilmente darà qualche stimolo in più alla proprietà», si lascia andare Denis Fiorin. Il direttore sportivo della Sacilese è a sua volta in attesa, per sapere se continuerà a operare per i biancorossi ed eventualmente in che maniera. «Con i ragazzi ci siamo salutati e dati l’arrivederci – puntualizza – a quando saranno prese le decisioni sulla politica societaria». RIFLESSI E RIFLESSIONI – Dalla proprietà non si hanno notizie. Facile che questi, oltre al riposo utile per i problemi personali noti, siano giorni di riflessione per Paolo Presotto e Lidia Nadal. La loro intenzione di trovare agganci, per uno o più aiuti economici, non sta raccogliendo i frutti sperati. Con le ipotetiche cordate che hanno sventolato la loro intenzione non sarebbe stato bevuto nemmeno un caffè, tantomeno progettato qualcosa. Per il momento, almeno, si tratta di parole al vento. STRADA TRACCIATA – Comunque sia, non sarà più come prima. È sicura la riduzione del budget, con una diminuzione dei costi fissi, cercando prima di tutto giocatori meno “pesanti” economicamente. L’incertezza regna anche fra gli operatori del settore giovanile e questo sta creando danni in quella che fu l’Accademia. Dalle società concorrenti sono già partiti gli attacchi verso i ragazzi più promettenti. Qualcuno dice sia la legge del contrappasso, rispetto a quello che faceva una Sacilese in auge.
Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Mauro Zironelli allenerà l’Altovicentino. E con lui sarà diaspora da Sacile: Beccia, Baggio, Boscolo, Manolache, Spagnoli, ma anche Stefano Favret verso Valdagno. Dalle Rive apprezza Sottovia, che tuttavia non rientrerebbe nei panni del nuovo tecnico. A Sacile, come prevedibile, solo le briciole.
Ore 16.00 – (Giornale di Vicenza) È quando tutto tace che in realtà tutto (o per lo meno una buona parte) accade. Così è in casa Arzignanochiampo: tutti in vacanza dopo i playoff? Macché. I telefoni sono caldissimi e – soprattutto – qualche valigia è già stata chiusa. E (non solo) per il mare. In uscita. Perché ormai non c´è nemmeno più la possibilità di un ripensamento: Andrea Tecchio non farà più parte della Banda Beggio. Una scelta che di campo ha ben poco, nel senso che non sono certo incomprensioni o aspettative disattese il fulcro della questione. Fosse stato per il tecnico come per la società, Tecchio avrebbe preso casa al Dal Molin. È più semplicemente una questione d´impegno: troppo quello calcistico da riuscire a farlo convivere con quello lavorativo. E quindi, coerentemente, il regista scenderà anche di categoria. C´è il Caldiero (Eccellenza) pronto ad accoglierlo. Difficile che si possa tornare indietro. Ma oltre al centrocampo, anche in difesa c´è chi ormai è pronto per i saluti. Andrea Pregnolato, centrale classe ´95, è da tempo nel mirino dell´Altovicentino. Aveva impressionato e non poco il presidente Dalle Rive nel derby d´andata, e “l´innamoramento” sembra poi essere proseguito fino a un ormai quasi certo cambio di armadietto. Il difensore, quest´anno anche convocato in Rappresentativa di Serie D, è cresciuto nella Primavera del Vicenza dove ha iniziato a mettersi in mostra. Ma Pregnolato non è il solo a piacere a Dalle Rive. Perché se con il centrale si può parlare di “innamoramento”, quello verso Mattia Carlotto si può catalogare allora come “amore mai dimenticato”. Le tre stagioni nell´allora Marano (culminate con la promozione in D e un bottino di 15 gol totali) sono storia difficile da cancellare. E le 13 reti (più una nei playoff) di quest´anno hanno probabilmente fatto tornare la nostalgia: niente ancora è deciso. Ma ci sarà da parlare e, si sa, è certo che Dalle Rive proverà a convincere anche lui. Ma oltre alle certezze (o quasi tali), ci sono anche gli interessamenti: quelli del Caldiero per Vanzo e dello Schio per Azzolini. I guantoni di Alex Dall´Amico – portierone del ´95 invidiato quest´anno da mezzo girone e non solo – sono stati invece provati in Lega Pro, dalla Carrarese e dal Lucca. Possibili anche gli addii di Fracaro e Draghetti.In entrata. Certo è che si cercherà un sostituto, e di esperienza, a Tecchio. C´è poi da sistemare la questione dei fuori quota: si cercheranno quindi giovani del ´97 magari da impiegare come esterni bassi, su entrambi i versanti. Perché la volontà è una sola: confermare i traguardi raggiunti quest´anno.
Ore 15.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) «Mercoledì dirò tutto in una conferenza stampa. Per adesso non posso anticipare nulla». La telenovela della primavera vicentina porta con sé i dubbi del presidente Lino Diquigiovanni. Tre opzioni, dopo il fallimento della trattativa con il Comune di Treviso per trasferire la squadra nella Marca, sono sul piatto. La prima è la più dolorosa, ossia la rinuncia a proseguire l’attività. La seconda è la cessione a Rino Dalle Rive e da valutare se con un trasloco a Valdagno o se rimanendo in città. La terza porta a Venezia, una società in seria difficoltà ora come ora con due soli calciatori sotto contratto (Raimondi e Legati). Da escludere Trieste, per gli stessi motivi di Mantova («Troppo lontana da casa»), molto difficile la quarta via e cioè la prosecuzione dell’attività a Vicenza sulla scia dello scorso anno. Il finale è ancora tutto da scrivere, perché in palio c’è un titolo sportivo in Lega Pro che fa gola a molti (a Dalle Rive e pure al presidente dell’Arzichiampo Lino Chilese) e tanti incastri da sistemare. Ormai il tempo è scaduto, presto sapremo.
Ore 15.10 – (Giornale di Vicenza) Dopo il no di Giovanni Manildo, sindaco di Treviso, restano in bilico le sorti del Real Vicenza. Ancora nessuna notizia dalla società biancorossa che si dà però come scadenza questa settimana, massimo i primi giorni della prossima per prendere una decisione definitiva. Ma il club continua a ribadire che non c´è nessuna trattativa per la cessione del titolo a Dalle Rive, patron dell´Altovicentino. Che succederà? Staremo a vedere. Intanto, Matteo Piccinni, pilastro della difesa, prova a fare il punto della situazione.Una situazione particolare per lei e compagni. Ha sentito qualcosa lei dal Real?«Io quello che so è quello che leggo sui giornali piuttosto che su internet. Non ho nessuna notizia se non il no di Treviso».Come avrebbe vissuto l´ipotesi Treviso?«Sicuramente sarebbe stata una cosa positiva dal punto di vista del seguito, però non si sapeva se i veri tifosi trevigiani avrebbero accettato di buon occhio una squadra e una dirigenza che venivano da Vicenza. Magari poteva essere una cosa che sarebbe venuta con il trascorrere del tempo».Guardiamo avanti. Cosa pensa di una soluzione in provincia?«Personalmente, non conoscendo le realtà intorno a Vicenza, io da giocatore preferirei giocare al Menti di Vicenza ed essere (come strutture, campi di allenamento e tutto ciò che ci gira intorno) in città. Lo preferirei piuttosto che, come era ventilato anche riguardo a Treviso, andare a giocare fuori e passare la settimana a Vicenza. Secondo me sarebbe satata una cosa un po´ strana. Ad andare in provincia, se il cambiamento non fosse così importante, diciamo arrivare ad avere un migliaio di tifosi, preferirei rimanere al Menti. È uno stadio in cui entri e respiri almeno l´aria di un campionato importante, piuttosto che in periferia o fuori».Nonostante il seguito non fosse rilevante, com´è stata la sua esperienza a Vicenza? Lei ha ancora un anno di contratto, rimarrebbe?«A livello di staff, di dirigenza e addetti ai lavori nell´anno appena passato ci siamo trovati veramente bene. Si è creato un ambiente familiare, uno dei migliori che abbia mai trovato nella mia carriera. Sia come ragazzi che come allenatore. Secondo me se rimanesse almeno lo scheletro, ma anche alcuni ragazzi giovani che sono in scadenza, davvero promettenti, ripartendo da questa base con qualche acquisto importante si potrebbe fare veramente bene. Credo che la base sia buonissima e se ci fosse qualche innesto di valore per far fronte a squalifiche e infortuni che nel momento clou della scorsa stagione ci hanno penalizzato, ci sarebbe la possibilità di scalare anche qualche posto in classifica».E Marcolini? Le farebbe piacere se rimanesse?«Certo, credo che il mister quest´anno abbia fatto un gran lavoro, a livello umano, anche in campo. Si è fatto capire da tutti, sia dai più esperti che da quelli più giovani che avevano bisogno di giocare e farsi conoscere. Si è comportato bene sia on quelli che hanno giocato di più che di meno, ha sbagliato poco niente. E credo che avere uno staff che si conosce già, sarebbe una marcia in più. Sarebbe fondamentale e importantissimo che il tecnico fosse ancora con noi».
Ore 14.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) In inferiorità numerica e senza uno dei migliori interpreti dello spartito. Prima in dieci contro undici e, di fatto, in nove contro undici negli ultimi cinque minuti dei supplementari. A un passo dall’eliminazione al 120’, avanti di due gol ai rigori, poi raggiunti e infine ancora in fuga. La domenica del Bassano va iscritta d’ufficio all’album dei thriller, al termine di una partita (quella contro la Reggiana) da vietare ai deboli di cuore. E in uno stadio pieno come mai prima è scoppiata la passione dei bassanesi per la propria squadra. «La cosa più bella — sorride Giacomo Cenetti — è che siamo riusciti a svegliare la città di Bassano. Ancora più bello essere qui a giocarsi un traguardo eccezionale assieme ai nostri tifosi». E la finale sarà Bassano-Como. Una partita che metterà da parte il verdetto della stagione regolare tra andata e ritorno. Come ha ricordato Carlo Sabatini, tecnico dei lariani, subito dopo il successo ai rigori a Matera, «mi piacerebbe ritrovare il Bassano perché ci ha battuto due volte su due nella stagione regolare, vorrei prenderci la rivincita». Le premesse non sono le migliori, quantomeno sotto il profilo tecnico. Non ci saranno Furlan e Pietribiasi, squalificati, ed è in forte dubbio Maistrello, rimasto in campo solo per onor di firma nei cinque minuti finali del secondo tempo supplementare nonostante fosse bloccato da un infortunio. Il recupero è difficile. «La speranza è quella di poterlo avere con noi — dice Antonino Asta — mi auguro che Tommy possa riuscire a stringere i denti». Sulla rampa di lancio, in assenza del centravanti titolare (Pietribiasi) e del suo sostituto (Maistrello), toccherebbe a Spadafora. Date e orari della finale: andata domenica 7 al Sinigaglia (ore 16), ritorno domenica 14 con lo stesso orario al Mercante. Ci saranno anche le telecamere di Raisport, per una doppia finale tutta da vivere.
Ore 14.20 – (Giornale di Vicenza) Aveva ragione Asta. «Non mi possono mica squalificare garantiva domenica sera in sala stampa non ho detto nulla, al massimo un´ammonizione, a Como ci sarò». Infatti, in riva al lago don Tonino siederà regolarmente in panca. Per lui solo un richiamo: è andata peggio a Pietribiasi e Furlan che si sono beccati il turno di squalifica previsto e loro garauno se la scordano. Nel Como, nessuno stop, in compenso una lista di diffidati lunga così che potrebbe costare qualche assenza pesante per il ritorno. Ai due appiedati si aggiungerà con ogni probabilità pure Tommy Maistrello che il suo campionato della sfiga l´ha già vinto in carrozza: prima la frattura al piede di febbraio, 3 mesi di stop, il rientro a maggio e ora questa distorsione al ginocchio valutabile solo nelle prossime 24 ore per la quale si spera solo possa essere di entità simile a quella patita dal portiere Rossi a Monza, risolvibile cioè in poco più di un mesetto di sosta, senza lesioni significative. In ogni caso, con ogni probabilità la sua jellatissima stagione finisce qui. E così il Soccer Team viaggerà senza il centravanti titolare, quello di scorta e privo pure di uno dei suoi fantasisti-principe, quel frizzantino fresco fresco di Furlan. Asta dovrà alambiccarsi per trovare una quadra plausibile e credibile. Ma un cambiamento di modulo pare all´orizzonte. A lume di naso, la soluzione più solida conduce a un 4-3-3 con Nolè centravanti di manovra, come si diceva una volta (o falso nueve come si usa invece dire adesso), Iocolano e Cattaneo esterni e una robusta cerniera centrale coi tre piloni Davì, Cenetti e il rientrante Proietti ad alzare la diga dinanzi ai velocisti comaschi. E come punta di ricambio ecco lo scalpitante Manuel Spadafora, nella speranza che segua le orme del buon Casarini, subentrato domenica e subito incisivo a fare legna là nel mezzo, con la differenza che magari Spada potrebbe piazzare l´unghiata sottoporta. Tutto sommato a Savona sino a Natale aveva bollato 4 volte sempre da subentrante che per un ventenne non è neppure malaccio. Tra l´altro l´accesso in finale potrebbe aprire uno spiraglio in panchina per Gianmaria Rossi. Se il piano di recupero dalla distorsione al ginocchio patita l´1 maggio a Monza non registrerà intoppi non è escluso che o domenica o almeno nella rivincita tra due settimane il guardiano romagnolo possa indossare la casacca numero 12 in caso di emergenza. Quanto ai rivali, per garauno è in dubbio il navigato centrale Giosa, ex Vicenza, frenato da un fastidio muscolare. Dovrebbe trattarsi solo di un affaticamento invece il guaio patito a Matera dal centrocampista Cristini. Questo mentre, oltre a Castiglia anche abatini è stato accontentato col Bassano come oppositore per la B. Sono motivatissimi a riscattare i due ko in campionato, ma anche qua hanno vagonate di motivazioni per agganciare un traguardo che avrebbe contorni storici. L´attaccante De Souza del Como ha applaudito a scena aperta il Bassano. «Una delle squadre che gioca il miglior calcio della Lega Pro», ha detto.
Ore 13.50 – (Gazzettino) Domani o giovedì: il primo tassello del nuovo Cittadella si poserà in questi due giorni. A metà settimana, infatti, è atteso il faccia a faccia decisivo tra il presidente Andrea Gabrielli e l’attuale direttore generale Stefano Marchetti, per capire se ci sono le condizioni per continuare il rapporto di lavoro a Cittadella, ricominciando dalla Lega Pro. È lo stesso numero uno granata a dire che l’incontro è oramai imminente. «Lasciamo passare il ponte del 2 giugno, non pensiamo al calcio per un paio di giorni», le parole di Gabrielli, che confida nel “sì” di Marchetti: «Ho sempre detto che lui rappresenta la nostra prima scelta. In tutti questi anni ha sempre svolto egregiamente il proprio lavoro, e il mio desiderio è quello di continuare assieme. Tocca a Marchetti decidere, ma io sono ottimista. Altro non posso aggiungere, se non dire che in settimana sarà sciolto il nodo». Del resto le prime incombenze stagionali sono alle porte, entro il mese si dovranno definire le comproprietà, istituto questo destinato a sparire dall’ordinamento del calcio italiano. E per affrontare i passi nel calciomercato occorre avere le idee chiare sul nome dell’allenatore che prenderà il posto di Foscarini. Per questo, una volta scelto il direttore generale si deciderà in fretta il tecnico. Tutto è quindi condizionato dal primo passo da compiere: Marchetti sì o Marchetti no. Dopo, ogni cosa avverrà di conseguenza, dall’allenatore ai giocatori. Il borsino attuale? Anche se nessuno osa sbilanciarsi, le quotazioni di Marchetti – dopo la delusione per la mancata salvezza – sono repentinamente salite, giorno dopo giorno. A meno di clamorosi colpi di scena, quindi, sarà lui a dover ricostruire il nuovo Cittadella, partendo dal nome del tecnico. E con Marchetti si proseguirà nella linea-guida intrapresa in tutti questi anni, promuovendo un allenatore “fatto in casa”, che conosce l’ambiente, che ha fatto “gavetta” nelle giovanili. L’identikit perfetto di Giulio Giacomin.
Ore 13.30 – (Mattino di Padova) Essere il miglior difensore del campionato e retrocedere. Per carità, è tutto da dimostrare che le statistiche elaborate dalla Panini Digital per la Lega di Serie B di calcio bastino da sole a sancire promossi e bocciati di una stagione, ma il dato balza agli occhi: in testa alla classifica dei giocatori che, nel corso dell’annata, hanno recuperato più palloni figura Daniel Cappelletti, instancabile terzino destro del Cittadella. L’aggettivo instancabile ci sta tutto, se si considera che è stato l’elemento più spesso utilizzato da Foscarini, per complessivi 3.600 minuti trascorsi in campo, in vetta a un podio completato da Barreca (3.190’) e Rigoni (2.778’). Ma il dato che più colpisce è appunto quello legato ai 930 palloni strappati agli avversari nel corso dell’intera annata. Che poi le tante presenze gli abbiano permesso di avere più occasioni per mettersi in mostra conta, ma sino a un certo punto: la palma del giocatore il più abile nel recupero della sfera, in tutta la serie B, va a lui, che precede nettamente il difensore del Latina Brosco (894) e quello del Lanciano Troest (874). Questo 23enne esterno destro – a volte, per necessità, dirottato in mezzo alla difesa – nonostante la giovane età ha dimostrato la continuità del veterano. Nato a Como il 9 ottobre 1991, Cappelletti ha fatto il suo esordio nella categoria cadetta il 28 agosto del 2010 con la maglia del Padova, nella gara pareggiata a Crotone per 1-1 quando era appena diciottenne, salvo poi imporsi nelle ultime due stagioni a Bolzano con il Sud Tirol. La scorsa estate è arrivata la chiamata del Citta e Cappelletti è così approdato alla corte di Foscarini che lo ha schierato tutte le volte che lo ha avuto a disposizione senza mai sostituirlo (sono solo due le gare saltate, con Catania e Spezia, entrambe per squalifica). Daniel ha anche timbrato il cartellino, mettendo a segno una rete nel match perso 2-1 a Chiavari con l’Entella (gol per la verità che gli ha assegnato soltanto la Lega, che non ha considerato l’ultima deviazione di Coralli, ma questa è un’altra storia…).
Ore 13.10 – (Corriere del Veneto) Il borsino di giornata a Cittadella: quotazioni di Stefano Marchetti per una conferma nel ruolo di dg in rialzo, quotazioni di Giulio Giacomin per sostituire Claudio Foscarini in ulteriore rialzo, conferma possibile di Edoardo Gorini come vice, possibilità concreta che Andrea Pierobon appenda i guanti al chiodo. Il resto è una concatenazioni di eventi legato alla composizione dello staff dirigenziale che potrebbe usufruire di un ulteriore ingresso nel caso in cui Pierobon decida di smettere. Sono giorni di attesa in cui tutti vorrebbero capire quale sarà il loro destino. «Non ho novità — spiega l’allenatore della Primavera granata, Giacomin — è chiaro che io, come tutti gli altri, sono molto dispiaciuto per la retrocessione ma sono convinto che questa società abbia nelle corde una ripartenza e che presto il Cittadella tornerà a far parlare di sé in senso positivo. Questa società ha dimostrato tanto in questi anni e anche stavolta avrà la forza di rimettersi in piedi. Io sono a disposizione e attendo di conoscere le decisioni del presidente e del direttore». Tanti giocatori sono in attesa, ormai dovremmo esserci. In settimana Marchetti dovrebbe far conoscere le sue decisioni. Quanto al destino dei componenti della rosa, quello di Giulio Bizzotto potrebbe essere nuovamente in granata, al di là dell’investitura o meno di Giacomin. In molti nel proprio contratto hanno inserita una clausola di riduzione in caso di retrocessione. Gli addii più probabili: Kupisz, Rigoni, Barreca, Scaglia, Pellizzer e Bazzoffia, mentre Sgrigna vorrebbe rimanere così come Coralli. Gerardi ha un altro anno di contratto, ma potrebbe avere mercato in serie B, restano da valutare le posizioni di Camigliano, Donazzan, Cappelletti e Paolucci, che ha diverse richieste. Ben presto la macchina granata si metterà in moto e successivamente sarà tutto più chiaro.
Ore 12.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) I primi 90 minuti si sono chiusi con la vittoria del Pescara per 1-0 e, per non accantonare il sogno della serie A, adesso al Vicenza serve solo una vittoria. Pasquale Marino recupererà Cocco e Di Gennaro, assenti all’andata per squalifica, ma dovrà rinunciare a Vigorito e ai centrali titolari Manfredini e Brighenti, oltre a Sciacca e Spinazzola. Un Vicenza quindi che si presenterà ancora incerottato, ma che è deciso a giocarsi tutte le chance per conquistare la finale. «Tre giorni fa abbiamo avuto qualche problema in più — spiega Marino — per la gara di ritorno recuperiamo due giocatori importanti, anche se dispiace che ne manchino altri soprattutto in difesa, ma sia Gentili che Camisa danno ampie garanzie. Purtroppo in questa fase finale abbiamo sempre dovuto fare i conti con diverse assenze, la settimana scorsa avevamo dei ragazzini in panchina mentre i nostri avversari hanno potuto contare in panchina su gente esperta. Non sono entrati né Pettinari né Pasquato, a conferma della forza della rosa del Pescara, costruito per vincere il campionato. Il Vicenza è partito con altri obiettivi, le squadre che hanno speso tanto per la serie A, anche diretta, possiedono un organico ampio per qualità e per quantità». Marino però è molto soddisfatto dei risultati ottenuti dalla sua squadra, e ci tiene a sottolinearlo. «Sono contento dei ragazzi, anche all’andata la squadra ha disputato una buona gara, per noi essere arrivati a giocarci l’accesso alla finalissima davanti al nostro pubblico è il massimo, un sogno che speriamo possa diventare realtà. La posta in palio è alta, sappiamo che dobbiamo solo vincere, ma giocare su due risultati poteva essere anche mentalmente pericoloso». I biancorossi avranno quindi un solo risultato, battere il Pescara. «Oddo dispone di un organico molto forte – precisa Marino – ma non sempre vincono i più forti e il campionato di serie B lo ha dimostrato tante volte… In questo tipo di partite conta la serenità nell’approccio alla gara, da questo punto di vista all’andata abbiamo tenuto bene il gioco almeno sino al 20’ della ripresa. Forse dopo il palo colpito da Politano, i nostri avversari hanno preso coraggio e l’ingresso di Caprari ci ha creato qualche problema. Però il Vicenza ha saputo mantenere sempre la propria fisionomia e identità, cosa che dovremo fare anche in questa partita». Per farlo il Vicenza potrà contare sul sostegno di un Menti ormai esaurito in ogni ordine di posto. «Il fattore campo conterà – sottolinea Marino – i nostri tifosi ci hanno sempre dato una grossa mano, e ci fa piacere aver riportato entusiasmoin città. Sarà bello vedere lo stadio gremito, abbiamo la possibilità di conquistare la finale davanti alla nostra gente, arrivare fin qui è straordinario ma non abbiamo intenzione di fermarci».
Ore 12.20 – (Giornale di Vicenza) «Arriviamo a questa partita con la consapevolezza di aver fatto all´andata una buona gara soprattutto nel secondo tempo e questo può voler dire che se riusciremo a ripeterci come abbiamo fatto all´Adriatico nella ripresa, possiamo fare bene». Così Massimo Oddo, allenatore del Pescara nella conferenza stampa della vigilia. La squadra partirà solo stamattina con un volo charter e atterrerà a Verona prima di trasferirsi nel pomeriggio a Vicenza.«Non andiamo a Vicenza a fare barricate e difenderci. Giocheremo a viso aperto – ha detto ancora Oddo – cercando di sfruttare le nostre armi. Sappiamo di giocarci tantissimo ma siamo pronti». Sull´avversario, Oddo ha aggiunto: «Il Vicenza è una squadra tosta che gioca un buon calcio e che è brava a ripartire, ma anche noi difendiamo bene e ripartiamo. C´è la consapevolezza di poterci giocare buone carte anche perchè abbiamo due risultati su tre. È un vantaggio, anche se non dovremo commettere l´errore di giocare al Menti per gestire la gara».Unico dubbio di formazione la presenza dell´attaccante Melchiorri: non dovesse farcela è pronto Sansovini.L´altra semifinale. Alle 18,30 si affronteranno Bologna e Avellino al Dall´Ara: agli emiliani, dopo il successo per 1-0 in Campania all´andata basta anche perdere, purché per non più di un gol di scarto.
Ore 12.00 – (Giornale di Vicenza) Sarà tutto esaurito. La società ha comunicato nella serata di ieri che per i tifosi vicentini restavano disponibili soltanto un centinaio di biglietti nel settore Distinti, venduti tutti i tagliandi anche in tribuna. Erano 787 i biglietti venduti ai tifosi del Pescara (curva Nord) che alla fine saranno quasi un migliaio, legati da un solidissimo gemellaggio con quelli del Vicenza.Apertura. La società ha anche comunicato che, in vista dell´afflusso di tante migliaia di tifosi, tutti i varchi d´accesso dello stadio Menti saranno aperti fin dalle ore 19,00, cioè due ore prima dell´inizio della partita.Arbitro. Sarà Fabio Maresca della sezione di Napoli a dirigere la partita in collaborazione con i guardalinee Circo Carbone di Napoli e Filippo Valeriani di Ravenna, oltre che con il quarto ufficiale Marco Avellano di Busto Arsizio; Fabrizio Pasqua di Tivoli e Luigi Nasca di Bari i due arbitri addizionali.Con l´arbitro Maresca in questa stagione il Vicenza ha vinto due volte (1-0 in casa con il Bari e 1-0 in trasferta a Cittadella con rigore negato a D´Elia ma poi concesso nel finale per fallo su Ragusa e trasformato da Di Gennaro) e ha pareggiato una volta (0-0 a La Spezia). Due i precedenti stagionali del Pescara che in entrambi i casi ha vinto 3-0 in casa: con il Frosinone e con il Livorno.
Ore 11.40 – (Giornale di Vicenza) In un Menti da brividi, con dodicimila tifosi pronti a sostenere la squadra dal primo all´ultimo minuto, il Vicenza di Pasquale Marino stasera tenterà di battere il Pescara per guadagnare l´accesso alla finalissima che potrebbe spalancare ai biancorossi le porte della serie A.Gli assenti. Sarà la partita più importante nella carriera di tanti giocatori del Vicenza, alcuni dei quali saranno protagonisti dall´inizio anche per le assenze forzate di tre titolari: il portiere Vigorito, squalificato dopo l´espulsione rimediata venerdì a Pescara, e gli infortunati difensori centrali Manfredini e Brighenti, che non sono riusciti e recuperare dai rispettivi acciacchi. Niente da fare anche per Spinazzola, che completa l´elenco degli indisponibili con il lungodegente Sciacca.Esperienza tra i pali. La porta del Vicenza sarà quindi difesa da Nicolas Bremec, che a 37 anni si prepara a disputare l´incontro più prestigioso della sua lunga carriera. Proprio a Pescara lo scorso 7 marzo il portiere uruguaiano è sceso in campo per l´ultima volta da titolare, rendendosi protagonista di alcuni ottimi interventi nella partita pareggiata per 2-2 dai biancorossi all´Adriatico.Coppia rodata. Davanti a Bremec, al posto di Brighenti e Manfredini, ci saranno il capitano Alessandro Camisa e il suo fido scudiero Matteo Gentili. La coppia è ampiamente rodata fin dai tempi del Varese, e anche nel Vicenza si è spesso disimpegnata egregiamente, superando alla grande il difficile banco di prova della trasferta a La Spezia.Salvo sorprese, i terzini sulle fasce saranno invece i soliti D´Elia a sinistra e Sampirisi a destra; rimane comunque anche l´ipotesi di vedere Laverone al posto di quest´ultimo se Marino dovesse scegliere il tridente pesante con Giacomelli e Ragusa in campo insieme.I titolarissimi. Nessuna sorpresa a metà campo: in cabina di regia tornerà dalla squalifica Di Gennaro, che potrà contare sul supporto di Moretti sul centrodestra e Cinelli sul centrosinistra, andando così a ricomporre il trio dei titolarissimi. Vita e Sbrissa le alternative che Marino si potrà giocare dalla panchina nel corso della gara.Giacomelli c´è. Rispetto alla gara dell´andata, potrebbe cambiare per due terzi, almeno all´inizio, il tridente offensivo. Al centro dell´attacco tornerà il bomber Andrea Cocco che ha scontato il turno di squalifica, utile anche per smaltire il fastidio agli adduttori di destra avvertito martedì scorso in allenamento.A sinistra si profila il ritorno da titolare di Giacomelli, che non ha più giocato dall´inizio dal 25 aprile, quando contro il Varese ha rimediato un duro colpo al fianco sinistro che l´ha costretto per il dolore persistente a lavorare a scartamento ridotto per diverse settimane. Ora il fantasista, tra l´altro ex del Pescara, sembra pienamente ristabilito e Marino in base a quanto si è visto nella rifinitura di ieri pare intenzionato a puntare sulla sua freschezza e sull´ottima intesa con il compagno di fascia D´Elia per mettere in difficoltà la retroguardia del Pescara.Ragusa in panchina? A questo punto resta solo un posto a disposizione sulla corsia di destra. Per salvaguardare gli equilibri tattici della squadra, Marino dovrebbe schierare inizialmente Laverone: si andrebbe così a ricomporre il tridente che ha contraddistinto il miglior periodo del Vicenza in questo campionato. Il sacrificato, almeno inizialmente, sarebbe dunque Ragusa.C´è da dire che l´attaccante siciliano ha giocato da titolare quasi tutte le partite dell´ultimo mese, e quindi potrebbe anche essere un po´ stanco, dopo un carico di impegni così intensi e ravvicinati che hanno seguito il lunghissimo periodo di inattività per infortunio al crociato. Inoltre, il suo scatto bruciante potrebbe risultare l´arma vincente nella fase finale della partita, quando probabilmente il Pescara sarà piuttosto stanco, visto che questa per gli abruzzesi sarà la quarta partita nell´arco di 12 giorni da giocare al massimo dell´intensità.A parti invertite, venerdì scorso, si è visto come l´innesto di un giocatore fresco e di qualità possa fare la differenza: l´impatto dei vari Caprari, Sansovini e Memushaj si è infatti rivelato decisivo per far pendere la bilancia in favore degli abruzzesi. Arrembaggio. È possibile, ma meno probabile, che Marino scelga fin dall´inizio una formazione spiccatamente offensiva, con Ragusa a completare il tridente con Cocco e Giacomelli nell´undici titolare: in questo caso Laverone si contenderebbe con Sampirisi il ruolo di terzino destro, per un Vicenza subito all´arrembaggio.
Ore 11.20 – (Giornale di Vicenza) Gara per cuori biancorossi forti stasera alle 21 al Menti. Il Vicenza nella gara di ritorno ha a disposizione un solo risultato contro il Pescara: la vittoria. Non si possono fare conti, strategie, si può solo osare, ma con testa. Perchè mai come stavolta la testa dovrà comandare le gambe. Peccato arrivare a questo appuntamento eccezionale non al meglio e con una rosa assai ristretta, ma tant´è, è così e basta e allora ha ragione il tecnico Pasquale Marino a guardare il bicchiere mezzo pieno: «Eravamo messi peggio all´andata, adesso abbiamo recuperato due giocatori importanti come Cocco e Di Gennaro, certo dispiace per certe assenze dietro, ma come hanno già dimostrato sia Gentili che Camisa sono in grado di dare ampie garanzie come ad esempio hanno fatto vedere a Spezia».In questa situazione per assurdo non si va tanto a guardare gli undici, ma chi c´è in panchina perchè i cambi possono risultare fondamentali come ha dimostrato il Pescara all´andata.«Relativamente, venerdì sera eravamo più in difficoltà, certo i nostri avversari quando cambiano possono inserire gente esperta e forte, basti dire che all´andata addirittura non sono entrati giocatori come Pettinari e Pasquato, ma questo dipende dagli obiettivi stagionali diversi che avevano le squadre».Loro la promozione, voi la salvezza.«Esatto, il Pescara ha speso tantissimo per poter salire addirittura direttamente ed ha messo su un organico di qualità e di quantità, comunque resta il fatto che noi siamo contenti dei ragazzi che abbiamo, perchè ogni volta che giocano dimostrano di non essere da meno di nessuno, anche all´andata hanno disputato una buona gara».Tanto che appunto vi trovate a lottare per la promozione.«È per noi motivo di grande orgoglio essere qui a giocarci davanti al nostro pubblico l´accesso alla finalissima, è un sogno che speriamo possa diventare realtà».Avrete a disposizione un solo risultato: la vittoria.«Non c´è poi tanta differenza, certo sarei ipocrita a dire che non mi è dispiaciuto perdere a Pescara anche per come è arrivata la sconfitta. Ma conoscendo lo spirito dei ragazzi non so quale avrebbe potuto essere il loro atteggiamento psicologico potendo contare su due risultati, perchè noi siamo sempre stati predisposti al gioco, ad attaccare, così come abbiamo dimostrato di non mollare mai e infatti abbiamo recuperato davvero tante partite. Ecco, adesso per noi è come se fosse finito il primo tempo, dobbiamo tornare in campo e cercare anche stavolta di ribaltare il risultato».Il tecnico del Pescara Oddo non ci ha girato attorno, ha dichiarato che sono i più forti.«Come organico non ci sono dubbi, però non sempre vincono i più forti e il campionato lo ha dimostrato promuovendo in A squadre che forse nessuno si aspettava».E dunque stando alla sua esperienza in queste partite cosa conta più di tutto?«La serenità nell´approcciarsi alla gara, non ci deve essere troppa tensione, un po´ come all´andata quando magari avremmo dovuto essere più cattivi, perchè abbiamo tenuto il gioco fino al 20´ della ripresa quando loro hanno preso il palo, episodio che li ha caricati. Poi l´ingresso di Caprari ha fatto il resto, insomma dobbiamo mantenere la nostra identità di gioco».E la tenuta fisico-atletica quanto conterà?«Conta, ma loro saranno più stanchi anche se hanno molte possibilità a livello di cambi, certo a noi il tournover ce lo fanno il giudice sportivo o l´infermeria, ma l´importante è che noi facciamo quello che sappiamo senza eccedere, perchè la gara dura 90´ e c´è il tempo per ribaltare le cose».Si va verso l´esaurito, il fattore campo sarà importante?«Deve, ho detto in più di un´occasione che i nostri tifosi ci hanno sempre dato una grossa mano e a noi fa tanto piacere avere riportato l´entusiasmo tra loro. Sarà bello vedere lo stadio pieno e questo ci dovrà dare stimoli particolari, abbiamo la possibilità di giocarci l´accesso alla finale a casa nostra e davanti al nostro pubblico: davvero di più non si poteva chiedere».
Ore 10.50 – (Gazzettino) Al riguardo, l’ultimo atto andrà in scena venerdì all’Appiani, con i biancoscudati che affronteranno in amichevole una selezione di giocatori amatori dell’Ucp. Intanto, domani in società si riprenderà a lavorare per mettere a punto la documentazione necessaria all’iscrizione al campionato di Lega Pro (sarà affrontata anche la questione che riguarda il contratto degli steward e della videosorveglianza), mentre sempre con riguardo al club venerdì pomeriggio è fissato un appuntamento molto importante: nello studio del notaio Doria in corso del Popolo, lo stesso nel quale un anno fa è stato costituito il nuovo Padova, ci sarà il cambiamento della ragione sociale con il passaggio da società dilettantistica a società professionistica e il club si darà un nuovo statuto. Quanto all’ingresso ufficiale dei nuovi soci Poliero, Salot e Tosetto, che affiancheranno Bonetto e Bergamin nell’avventura biancoscudata, bisognerà aspettare la chiusura del bilancio dell’attuale stagione che si terrà a fine mese.
Ore 10.40 – (Gazzettino) «Abbiamo unito l’utile al dilettevole – spiega Bonetto – Le strutture per il ritiro sono buone: l’albergo è in linea con le esigenze della squadra e del nostro budget, il campo e gli spogliatoi sono belli e nelle vicinanze c’è anche un percorso vita. L’allenatore ha trovato tutto adeguato per lavorare al meglio». Tra l’altro al campo c’è anche la possibilità di ospitare il popolo biancoscudato, che salirà numeroso nella località bellunese in occasione delle amichevoli. «È un posto bello e c’è lo spazio per organizzare delle feste per i tifosi in occasione delle prime uscite della squadra. Dal punto di vista logistico è agevole, dato che in un’ora e mezza i tifosi possono raggiungere Pieve di Cadore». Hanno scelto invece una meta diversa alcuni giocatori, che sono andati a prendere un po’ di sole in spiaggia, per la precisione a Sottomarina. Nella località balneare si sono dati appuntamenti capitan Marco Cunico, Dan Thomassen, Rulo Ferretti, Savio Amirante, Nicola Segato, Sebastiano Aperi, e con loro era presente anche Marco Bergamin. Tutti naturalmente accompagnati dalle rispettive mogli o fidanzate con tanto di figli al seguito. Un’iniziativa tra mare, abbronzatura e divertimento che conferma una volta di più come anche fuori dal campo la squadra sia stata sempre molto unita, ed è stato proprio questo uno degli ingredienti principali dell’esaltante stagione sportiva.
Ore 10.30 – (Gazzettino) Dirigenti e tecnico in montagna, giocatori al mare. È stato un lunedì “fuori porta” per il club biancoscudato. Spedizione dolomitica per lo stato maggiore del club: il presidente Giuseppe Bergamin, l’amministratore delegato Roberto Bonetto, il consigliere nonchè nuovo socio Giampaolo Salot, il diesse Fabrizio De Poli, l’allenatore Carmine Parlato e il team manager Giancarlo Pontin, in compagnia delle rispettive consorti, sono andati a dare un’occhiata alla sede del ritiro precampionato a Pieve di Cadore. Prima la comitiva ha visionato l’hotel Pelmo, che ospiterà il soggiorno della squadra in quota dal 18 luglio al 2 agosto, e l’impianto sportivo che si trova a valle di Pieve di Cadore, dove i biancoscudati si cimenteranno con i primi carichi di lavoro nonché con le prime amichevoli della nuova stagione. Poi è seguita una scampagnata con tanto di pranzo al rifugio – guarda la coincidenza – denominato proprio “Padova” e fondato nel 1910 (stesso anno di nascita del club biancoscudato) dove il gruppo ha assaggiato alcuni piatti tipici del posto.
Ore 10.20 – (Gazzettino) È andata meglio al Giana Erminio, quattordicesimo e salvo con un paio di giornate di anticipo, e soprattutto all’Arezzo, ripescato, che ha chiuso al nono posto. Stessa posizione, nel girone B, per la Lucchese, tre gradini sotto l’Ancona, giunto al sesto posto, e altrettanti sopra la Pistoiese, dodicesima a pari merito. Risicata salvezza ai play out invece per la Pro Piacenza che aveva chiuso al penultimo posto, con una lunghezza di vantaggio sul San Marino, retrocesso. Stesso esito nefasto del Pordenone per il Savoia nel girone C, che retrocede immediatamente, mentre il Matera, che come i friulani aveva rivoluzionato la squadra, investendo però molte risorse, ha visto sfumare la serie B ai rigori nella semifinale dei play off con il Como, a dimostrazione di una situazione complessiva decisamente articolata. Salvezza tranquilla, infine, per la Lupe Roma. Alla resa dei conti, dunque, solo una delle dieci matricole ha lottato per il doppio salto di categoria, a fronte di due retrocessioni e una salvezza sul filo di lana.
Ore 10.10 – (Gazzettino) Quanto sono lontane sul piano tecnico la serie D e la Lega Pro? È di grande importanza, in un’ottica di programmazione del prossimo campionato, la risposta a tale quesito, sicuramente al primo posto nelle analisi tecniche della dirigenza e dello staff biancoscudato. Per effetto dell’unificazione in un’unica categoria dei tornei di Lega Pro, attraverso l’eliminazione della Seconda Divisione – la vecchia C2 – avvenuta l’estate scorsa, chi arriva dai dilettanti virtualmente effettua un doppio salto di categoria e dunque i valori tecnici cambiano non poco. Per avere una conferma e un quadro di riferimento più attendibile in tal senso, abbiamo voluto verificare come si sono comportate nella stagione appena conclusa in Lega Pro quelle compagini che provenivano dalla serie D, fermo restando, per amore di completezza, che è difficile conoscere per ognuna il budget utilizzato e le operazioni di mercato effettuate per affrontare il nuovo torneo. Partendo dal girone A, quello che vedrà in campo il Padova, salta subito all’occhio la situazione del Pordenone che, persi i play out con il Monza, torna immediatamente nei dilettanti, pagando a caro prezzo la rivoluzione tecnica dell’estate precedente con la mancata conferma di Parlato e di gran parte del gruppo con cui era arrivata la promozione.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Ieri mattina una delegazione biancoscudata formata dallo stesso ad Bonetto, insieme al presidente Giuseppe Bergamin, al direttore sportivo Fabrizio de Poli, a mister Parlato e al team manager Pontin, si è recata in visita a Pieve di Cadore: è giunto l’ok definitivo, sia da parte della società che delle istituzioni bellunesi, per lo svolgimento del ritiro estivo proprio nel paese cadorino. « Possiamo dire ufficialmente che il ritiro sarà svolto qui a Pieve di Cadore, e le date sono confermate, dal 18 luglio al 2 agosto. La squadra. Mentre dietro le quinte si continua a lavorare alacremente sul mercato, per la squadra stanno per prendere il via gli ultimi giorni della stagione. con la retrocessione del Pordenone in Serie D, per il nuovo Padova potrebbe diventare più di un’idea l’attaccante neroverde Federico Maracchi, 27 anni, visto che in Friuli tira una vera e propria aria di rivoluzione. Domani la squadra sosterrà l’ultimo allenamento stagionale alla Guizza, prima di salutarsi venerdì pomeriggio all’Appiani.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) «Evidentemente anche in Lega devono aver fatto il ponte del 2 giugno. Tra mercoledì e giovedì li sentiremo e cercheremo di avere una risposta. Se non ci fosse, davanti al notaio andremo comunque, ci sono alcune operazioni da concludere». Statuto e ragione sociale saranno modificati, anche se dalla Lega Pro non dovesse arrivare una risposta in tempi brevi: «In caso di risposta positiva lo faremo proprio venerdì, altrimenti aspetteremo i primi di luglio quando, contestualmente, dopo la chiusura del bilancio della stagione 2014-2015, dovrebbe essere ufficializzato anche l’ingresso dei tre nuovi soci Salot, Tosetto e Poliero. Nel mentre, oltre a modificare la ragione sociale (da Srl a Spa), approveremo il nuovo atto costitutivo consono ai requisiti della Lega Pro, passando da società dilettantistica a professionistica». Ritiro, c’è l’ok.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Ancora tre giorni, e poi la Biancoscudati Padova non sarà più una società dilettantistica. L’appuntamento nello studio del notaio Roberto Doria in corso del Popolo, dove il 24 luglio dell’anno scorso venne ufficialmente costituita, è già fissato: venerdì la società sarà una società professionistica. Rimane solo da capire se anche il nome Biancoscudati Padova finirà nell’album dei ricordi: la richiesta inoltrata alle Lega Pro, nella quale i vertici di viale Rocco hanno chiesto la possibilità di un via libera per il ritorno alla storica denominazione Calcio Padova lasciata libera dalla società di Diego Penocchio che da un paio di mesi a questa parte ha cambiato nome in Padova Football, non ha ancora portato ad una risposta. «Stiamo ancora aspettando», ammette l’amministratore delegato biancoscudato, Roberto Bonetto.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Quest’ultimo è entrato nel mirino del Cosenza, ma darà priorità al Padova e spera nella riconferma. Dalle conferme di uno zoccolo duro compreso fra le otto e le dieci unità dipenderanno tutte le altre chance. Molto complicati i ritorni di Mazzoni e Zecchin, che ha un rapporto personale di lunga data con il vicepresidente Edoardo Bonetto ma il cui legame con la tifoseria è da tempo in frantumi e molto difficile da ricomporre. Fra i possibili nuovi acquisti, è quasi fatta per il portiere Favaro (Sacilese), che farà il secondo o il terzo a seconda di chi sarà il portiere esperto prescelto per coprire le spalle a lui e a Petkovic. In attacco è molto vicina la fumata bianca per Arcidiacono (Martina), piacciono anche Giannone (Reggiana), Troiano (Entella), Fabiano (Benevento) e De Risio (Martina). In ballo per l’attacco anche Neto Pereira (Varese), Iemmello (Foggia) e Gambino (AltoVicentino). Nomi, ipotesi, possibilità più o meno concrete: tra poco si entra nel vivo.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Al momento, tra quelli che hanno maggiori chance di conferma, ci sono Ilari, Busetto (potrebbe essere girato altrove), Aperi, Petrilli, Mazzocco (se il Parma fallirà o comunque se non ci saranno novità in controtendenza), Niccolini, Dionisi, Petkovic, Cunico uno fra Amirante e Zubin: Parlato stravede per il centravanti di Capodistria e la società potrebbe offrirgli un contratto al minimo salariale con vari bonus legati a gol e presenze. Tra chi, invece, non verrà confermato, sono basse o addirittura nulle le chance di una nuova chiamata per Nichele, Ferretti, Degrassi, Fenati, Salam Dené, Sentinelli (si è fatto vivo pure il Venezia) e Bortot (il Padova vorrebbe confermarlo, il Bassano vuole tenerlo in rosa indipendentemente dall’esito della corsa promozione). Incerte la posizioni di Thomassen, di Pittarello, di Segato (conferma difficile, ma non ancora impossibile), di Cicioni (potrebbe rimanere a fare il terzo) e di Salvadori.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Per ora non ci sono ufficialità ma soltanto rumors, impressioni, sensazioni che vanno per la maggiore. E che ipotizzano conferme o «bocciature», anche se di tali non si può parlare, visto lo splendido campionato disputato dal Padova in Serie D. Tra domani e giovedì, però, dovrebbero arrivare novità importanti a proposito dei giocatori dell’attuale rosa e dello zoccolo duro da confermare per la prossima stagione. È arrivato il momento più difficile, quello in cui bisognerà comunicare ad alcuni protagonisti le mancate conferme. E sono già scoppiate le polemiche, come nel caso di Davide Sentinelli: «Ho letto che De Poli dice che ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità — spiega l’agente Alessandro Ranieri — e io sono qui a dire, infatti, che dopo la partita contro l’AltoVicentino ci era stato detto che Davide sarebbe stato confermato. Poi abbiamo visto com’è stata gestita la questione dei premi e abbiamo capito».
Ore 08.38 – Poule scudetto, la finale: Siena-Akragas 5-3 dopo i calci di rigore. I bianconeri si laureano campioni d’Italia..
Ore 08.36 – Playout, serie D girone C: Dro-Triestina 1-3 dts, Giorgione-Kras Repen 2-1. Salvezza per Triestina e Giorgione, retrocedono Dro e Kras Repen.
Ore 08.34 – Playoff, serie D: AltoVicentino-Delta Porto Tolle 1-2, eliminata la squadra di Rino Dalle Rive.
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Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Icone Vintage, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 1 giugno: “gita fuori porta” per lo stato maggiore biancoscudato, recatosi a Pieve di Cadore per una ricognizione in vista del ritiro estivo.