Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli
«Non ci servono prime donne, ma solo gente motivata che si adegui alla nostra realtà». Il presidente Giuseppe Bergamin traccia così l’identikit dei giocatori che Fabrizio De Poli deve reperire sul mercato. Campagna acquisti che la società sta seguendo molto da vicino dopo aver messo a disposizione del direttore sportivo il budget per operare. «Come società abbiamo fatto la nostra parte e siamo in stretto contatto con il direttore e con l’allenatore che si stanno muovendo. Ciascuno di noi ha le proprie idee, ma li lasciamo lavorare. A me comunque piacerebbe avere una squadra giovane dato che dobbiamo gettare le basi per il futuro». E a proposito di giovani, il primo acquisto è stato il portiere Alessandro Favaro dalla Sacilese. «L’ho conosciuto, è un bravo ragazzo. Ha preso la maturità scientifica e ha alle spalle una buona famiglia, la madre è professoressa. Gli ho dato il consiglio di proseguire gli studi iscrivendosi magari all’università di Padova».
Quanti giocatori servono per rinforzare la squadra? «È difficile dire un numero, stiamo valutando tutte le situazioni dal punto di vista dell’età e delle caratteristiche tecniche da mettere insieme. Abbiamo già dei buoni giocatori in rosa, anche se naturalmente non possiamo tenere tutti, però è giusto valutare ciascuno di loro. Fermo restando che il gruppo è fondamentale in qualsiasi categoria, in Lega Pro c’è comunque bisogno di qualcosa di diverso sul piano atletico e dell’esperienza». Che Padova sogna di vedere l’anno prossimo? «Vorrei vedere una squadra che mette in mostra un buon calcio e che dà anche spettacolo. Quest’anno abbiamo assistito ad alcune partite spettacolari e ad altre meno. Il calcio non è solo forza fisica, è anche estetica del gesto tecnico». C’è un giocatore in particolare che le piacerebbe portare al Padova? «Ce ne sono di calciatori tra ex biancoscudati o che non sono ex e che conosciamo, ma non è detto che questa sia la soluzione migliore. Il mio augurio è che possa arrivare qualche ragazzo non particolarmente conosciuto e che in campo possa fare la differenza».