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Ore 21.30 – (Corriere delle Alpi) Al lavoro per una super squadra, che rappresenti il vero polo unico feltrino del calcio e possa restare stabilmente in serie D per molto tempo, con le forze del proprio settore giovanile. Sembra essere la volta buona per la nascita della Union Feltrese (il nome per ora è solo una nostra ipotesi). I dirigenti delle due formazioni feltrine si sono già incontrati alcune volte, per cercare di anticipare già al prossimo campionato l’inizio della fusione. Dalla parte dell’Union Ripa Fenadora a tessere le fila ci sono il presidente Nicola Giusti e il nuovo allenatore – ex responsabile del settore giovanile – Renato Lauria. Dall’altra i dirigenti del settore giovanile della Feltrese Mauro Cappellaro, Massimo Agnello, Luciano Pelosin e Paolo Filippi. Improbabile che si possa arrivare ad una squadra unica in serie D per il prossimo torneo, possibile invece che si riesca ad arrivare ad un accordo per una sorta di collaborazione – fusione per le giovanili. Si lavorebbe per spalmare i giocatori nelle varie squadre nazionali e regionali: l’Union ha una Juniores nazionale e due squadre regionali fra Allievi e Giovanissimi; la Feltrese ha categorie di grande qualità, con Juniores Elite, Allievi regionali, Giovanissimi Elite, sperimentali e regionali. Più tutte le squadre provinciali, che potrebbero spostarsi nei vari campi della zona, che negli ultimi anni sono rimasti abbastanza inutilizzati, come ad esempio quello di Arten. L’idea di far rivivere il calcio nei paesi è una delle ipotesi messe sul piatto, perchè sarebbe anche un modo per evitare ai bambini più piccoli lunghi spostamenti. Qualità e sociale, quindi, lavorando sia sui migliori per farli arrivare in prima squadra, sia per non scartare nessuno, dando al progetto una grande valenza sociale. Negli anni scorsi, le riunioni fra Union e Feltrese si erano arenati per delle incomprensioni legate a qualche dirigente, su cui era stato messo il veto, ma il momento è forse maturo per risolvere questi problemi. Aspettando un accordo, l’Union giocherebbe la D a Seren e al Boscherai, la Feltrese l’Eccellenza allo Zugni. Ma se tra un anno l’Union Feltrese dovesse sbocciare, lo Zugni è la soluzione ideale per tutti, con Nicola Giusti presidente, o ancora meglio con un personaggio condiviso da tutti come Dario Cremonese, che a Feltre ha già ricoperto la carica di presidente.
Ore 21.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Una settimana per decidere se sarà fusione a tre tra Mestre, Mestrina e Union Pro e quindi partecipazione di un team arancionero alla Serie D. Il tutto condizionato dall’assenso del Comune di Mogliano a far giocare il “Mestre” sul campo del centro trevigiano in attesa che sia definita la questione Baracca o “nuovo Baracca”. Questa la situazione riguardante l’annunciata nascita della nuova realtà: proprio ieri mattina Marco Gaiba il presidente di Union Pro (che prenderebbe il posto della Mestrina in Eccellenza) ha consegnato all’assessore moglianese Oscar Mancini una lettera nella quale presenta l’iniziativa e spiega le sue scelte. Ma a prescindere da ciò che avverrà negli uffici del Comune di Mogliano l’attenzione degli sportivi mestrini è tutta rivolta allo stadio Baracca, alla casa del team arancionero che potrebbe chiudere i cancelli a breve se non ci saranno interventi politici adeguati. Per mantenere attivo l’impianto le due società Mestre e Mestrina hanno fatto sottoscrivere un impegno ai candidati sindaco, ma la situazione non è così semplice da affrontare. Meglio riassumere il tutto. L’allora Giunta Cacciari decise l’alienazione dell’area dello stadio Baracca cedendola all’Est Capital e contestualmente deliberò la realizzazione del “nuovo Baracca” in area Porto di Cavergnago. Nel mentre il Comune diede in gestione in convenzione l’impianto all’Edo Mestre con scadenza dicembre 2012. Da quel momento prima l’Edo Mestre poi la Mestrina hanno utilizzato lo stadio in assenza di contratto. Ora la situazione sta “precipitando” poichè sia Comune di Venezia sia Est Capital hanno alla propria guida dei Commissari che sono chiamati ad operare secondo legge, quindi senza intermediazione “politica”. Il Comune vuole rispettare gli accordi consegnando le chiavi a Est Capital la quale le vorrebbe, ma con l’impianto “vuoto” e non ancora occupato come ora da Mestrina e da un paio di ripetitori telefonici. «Per questo è stata fissata per il 5 giugno – afferma Gianmaria Daminato, legale della realtà mestrina-moglianese – l’udienza davanti alla Camera arbitrale di Venezia: da definire è la data di consegna delle chiavi del Baracca ad Est Capital. L’obiettivo è che questa sia il più avanti possibile nel tempo, consentendo così l’insediamento della nuova amministrazione comunale che potrebbe intervenire nel merito». L’obiettivo sarebbe quello di mantenere aperto il Baracca, quale polmone sportivo della città, magari ricorrendo anche alla valenza storica dell’impianto se necessario, oppure in subordine utilizzarlo sino alla realizzazione del “nuovo Baracca”. «Entro una settimana comunicherò la decisione sul Progetto Mestre – afferma Stefano Serena, presidente attualmente del Mestre nonchè futuro primo dirigente della nuova realtà – augurandomi che vi siano tutti i presupposti per poter iniziare quest’avventura». Il Baracca innanzitutto. «No, prima di tutto il Mestre. Mi sono impegnato perchè voglio riportare il calcio arancionero ad alto livello poichè questa è la mia città e ci sono legatissimo. Logico che la casa del Mestre è il Baracca: uno stadio della città che va tutelato. Abbiamo ottenuto l’impegno di cinque candidati sindaco: garanzia di giocare qui almeno sino alla realizzazione di un impianto adeguato. Siamo pronti a ricordare a chi sarà eletto ogni giorno l’impegno preso e che le promesse vanno mantenute». Quindi il Progetto Mestre. «Sì, voglio riportare Mestre tra i professionisti. Per il momento dovremo indicare come campo di gioco quello di Mogliano – se ci sarà l’ok del Comune trevigiano – sperando che l’esilio sia breve: il tempo di sistemare il Baracca per la serie D». Altrimenti? «Se entro la fine della stagione che va ad iniziare non ci sarà la disponibilità del Baracca o l’avvio dei lavori del “nuovo Baracca” a malincuore al termine del campionato dovrò chiudere l’attività. Ci si può trasferire solo per un po’ ma a fronte di adeguate garanzie di ritornare nella propria città».
Ore 20.30 – Semifinale playoff serie B, fischio finale: Pescara-Vicenza 1-0, rete su rigore di Memushaj a tre minuti dalla fine.
Ore 20.20 – (Corriere delle Alpi) «Lauria è la figura giusta, che dà continuità alla nostra tradizione. È un allenatore giovane che vuole emergere e ha una grande preparazione. Avrà stimoli molto importanti per cercare di fare bene». Questi i motivi che hanno portato il presidente del Ripa Fenadora Nicola Giusti alla scelta di affidare a Renato Lauria la panchina della prima squadra. «È una persona che conosciamo da tempo e lui conosce l’ambiente. È con noi da parecchi anni e rappresenta una sicurezza e una garanzia», aggiunge il numero uno neroverde. «In provincia, è tra gli allenatori più importanti insieme a Parteli e Raschi come bellunesi. Passiamo da un allenatore giovane che ha fatto la storia della nostra società (Massimiliano Parteli) a un altro altrettanto giovane, che ha sicuramente tanta fame di fare le cose per bene, con grandi motivazioni». Le linee societarie. «Le indicazioni che abbiamo dato sia al direttore sportivo Bizzotto che al mister Lauria rispondono all’esigenza di contenere i costi generali della società e ovviamente contenere i costi specifici della prima squadra», dice il presidente dell’Union Nicola Giusti. «Abbiamo bisogno di abbassare le spese, perché eravamo a un punto non più sostenibile e c’era l’esigenza materiale di ridurre. Sulla base di queste indicazioni, stiamo cercando di fare una squadra che sarà il più possibile giovane e con questo intendo anche i non fuoriquota, con qualche elemento di esperienza su cui far girare la squadra». Obiettivo salvezza. «Chiediamo la salvezza il prima possibile», commenta il presidente del Ripa Fenadora, «consapevoli che non sarà semplice perché andiamo a ridurre il budget e a cambiare lo staff tecnico, per cui ci sono dei percorsi da fare prestando molta attenzione». Volto nuovo. Ad affiancare Lauria ci sarà Paolo Zanon nel ruolo di vice allenatore. «È un’icona del calcio bassanese», lo presenta Nicola Giusti. «Da calciatore ha vinto tanti campionati tra Eccellenza e Promozione. Era un capitano in campo con la C maiuscola e ha sicuramente un bagaglio di esperienza importante da giocatore che lo aiuterà molto come allenatore. La cosa che mi è piaciuta particolarmente è il feeling che si è già instaurato con Lauria. Sono sulla stessa lunghezza d’onda su tante cose». Ultime cariche da assegnare. Adesso la società sta definendo gli altri incarichi tecnici della prima squadra ma anche della Juniores nazionale, compreso quello dell’allenatore visto che Renato Lauria è stato promosso. «Credo che tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima chiuderemo tutti i discorsi», spiega Nicola Giusti. «Comunque dovrebbe esserci continuità». Nel frattempo sono in corso in corso i colloqui con i giocatori della rosa attuale per vedere da chi ripartire per la squadra che affronterà la prossima stagione di serie D.
Ore 19.50 – (Il Piccolo) La Triestina che verrà, a prescindere dai futuri assetti societari, da che giocatori potrà ripartire? Della rosa che si è salvata a Dro, non sono molti, a dire la verità, quelli su cui ricostruire un gruppo che sia competitivo e che possa non solo ambire a una salvezza più tranquilla, ma anche a traguardi molto più ambiziosi, come si è sempre fatto intendere finora. Naturalmente non si può prescindere dalla coppia Daniele & Daniele, quella che non a caso ha fatto la differenza a Dro, ovvero Rocco e Proia. Il bomber monfalconese è stata la vera arma in più dell’Unione da dicembre in poi: il suo arrivo è stato decisivo per la salvezza, è l’uomo che ha trascinato la Triestina nei momenti più bui, oltre a segnare caterve di gol. La sua rovesciata al termine dei supplementari di Dro resterà indelebile. E poi c’è Proia, la vera anima della squadra, il giocatore tutto cuore e polmoni che ha giostrato in tutti i ruoli del centrocampo, dimostrando non solo doti da guerriero, ma anche una notevole duttilità tattica. Senza scordare che ha rivelato anche un’interessante predisposizione agli inserimenti in attacco. E gli altri? Anche Fiore, in realtà, quando non assillato da acciacchi fisici, ha dimostrato di poter valere la categoria. Quanto a Piscopo, l’esperienza del capitano sarebbe la benvenuta, ma solo a patto di una maggiore serenità e di una crescita sul piano caratteriale. Quanto a uomini di esperienza, l’elenco finisce qui. Al limite Arvia, per carattere e come uomo spogliatoio, una conferma potrebbe meritarla, mentre Spadari, oltre al buon piede, dovrebbe crescere in personalità e tenuta fisica. E poi ci sono i giovani, soprattutto quelli che anche il prossimo anno potranno giocare da under: il portiere Nicholas Di Piero (classe 1995), pur con qualche amnesia durante l’anno, è stata una delle più belle sorprese della stagione, e anche Zucca ha dimostrato di essere un buon sostituto. Sicuramente si può puntare sul baby triestino Crosato, altra rivelazione dell’annata e soprattutto classe 1997, e si è visto che se in buona condizione atletica, la velocità di un 1996 come Ventura potrebbe far comodo. Senza scordare Manzo, classe 1995, che i numeri ce li ha ma deve assolutamente crescere in continuità. Insomma, una decina di elementi su cui puntare, e di questi solo la metà da titolari: in pratica mezza rosa da rifare per poter puntare in alto. E gli altri potenziali under già in rosa? Giordano non sembra poter reggere l’impatto, Damiano Pontrelli è ingiudicabile avendo giocato poco e sempre in condizioni fisiche molto precarie, mentre Nuzzi non ha mai inciso.
Ore 19.20 – Semifinale playoff serie B, fine primo tempo: Pescara-Vicenza 0-0.
Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Salviamo Pordenone», titolo della petizione del Gazzettino per rilanciare l’intero sistema provinciale, potrebbe valere anche per il calcio, e nello specifico per le pordenonesi di serie D, alle prese con un mercato al ribasso che è cartina al tornasole di un anno zero, dal quale si ripartirà con meno risorse e, di conseguenza, meno speranze. Certo, si attende il destino del Pordenone, ma guardando più in basso il rischio è quello di assistere ad un’emigrazione verso il Veneto. È il caso, ad esempio, di Lauro Florean, che con ogni probabilità lascerà il Fontanafredda e per mantenere alto il livello della sua carriera sarà costretto a varcare il confine. Lo cerca il Portomansuè, che ha già effettuato un primo sondaggio. Discorso simile per Massimo Malerba, altra colonna dei rossoneri, anch’egli destinato probabilmente al vicino veneto. Ci si sposta a Tamai, poi, e la minestra è sempre quella. Federico Furlan, ad esempio, faticherà a trovare un club di serie D friulano, e una volta «tagliato» dal Tamai dovrà emigrare. Una novità riguarda invece l’altro attaccante delle «furie», Riccardo Zambon, sul quale può tornare la Sanvitese in Eccellenza. Lo vuole fortemente il tecnico Tomei, che l’ha cresciuto ai tempi della panchina al Tamai. E proprio dalla Sanvitese può rientrare al Fontanafredda Simone Rosa Gastaldo, con la speranza di giocarsi un posto in serie D. Intanto, in casa Sacilese, nuova offerta del Padova (promosso in Legapro) per Marco Beccaro, Spagnoli e Favaro (praticamente ceduto).
Ore 18.30 – (Messaggero Veneto) La Sacilese saluta il suo primo gioiello. Alessandro Favaro, portiere classe ’95, passa al Padova in Lega Pro. L’affare è fatto: accordo trovato tra giocatore e club. Le parti hanno chiuso la trattativa ieri mattina, dopo una chiacchierata tra l’estremo e il direttore sportivo dei biancoscudati, Fabrizio De Poli. Il ragazzo lascia così i liventini dopo una sola, ottima stagione: arrivato dalla Virtus Vecomp, di scuola udinese, il portiere nato a San Vito al Tagliamento ha collezionato 33 presenze, mettendosi in luce in particolare nei due match col Padova. «Sono molto felice della scelta», le sue prime parole ai cronisti veneti. Comincia dunque a svuotarsi l’atelier biancorosso, una “rivendita” dove molti direttori sportivi andranno a fare shopping nel corso di questo mercato. E’ risaputo, infatti, che Alessandro Beccia (’85) è nel mirino dell’Altovicentino, così come Alex Biasi Manolache (’96), mentre Alberto Spagnoli (’94) è un altro elemento sul quale il Padova ci sta facendo un pensierino, al contrario di Marco Beccaro (’89), su cui ci sarebbe invece il Belluno. Stand-by sotto il profilo societario: la famiglia Presotto tergiversa e non è escluso rimanga al comando. A Fontanafredda, intanto, si registra il rientro dal prestito alla Sanvitese di Simone Rosa Gastaldo (’93). Lauro Florean (’81) è nel mirino del Portomansuè (Eccellenza veneta). I rossoneri sono poi sempre a caccia di una punta e di giovani, obiettivi equivalenti al Tamai. Riccardo Zambon (’88), attaccante dei mobilieri, è stato contattato sia dal Chions sia dalla Sanvitese, entrambe in Eccellenza. Tuttavia è molto difficile che il bomber scenda di categoria. Per lui potrebbe fare un sacrificio l’Ufm, che ha dovuto rinunciare ad Acampora (’89), approdato al Belluno.
Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Belluno) «Sarà un Belluno all’insegna della continuità. E da playoff»: nemmeno il presidente Livio Gallio nasconde più le ambizioni di una squadra che, stagione dopo stagione, ha assunto ormai uno status di primo livello in una categoria come la serie D. «Ma non parliamo di Lega Pro. Non abbiamo la forza economica per porci un obiettivo così importante». Anche se Paolo Polzotto, numero uno di Ital-Lenti (il main sponsor del club gialloblù), con il sorriso sulle labbra azzarda: «Va bene i playoff, ma questa squadra può arrivare seconda». Ieri, i vertici societari, tecnici e dirigenziali si sono ritrovati all’Hotel Astor per tracciare un bilancio della stagione appena conclusa, guardare al futuro. E, soprattutto, presentare il nuovo staff tecnico. Uno staff che riparte da Roberto Vecchiato («Sono lusingato di iniziare qui la terza stagione») e dal nuovo responsabile del settore giovanile: Ivan Da Riz. Proprio il successore di Toni Tormen ha presentato, nel dettaglio, i nuovi allenatori del vivaio: confermate le indiscrezioni che davano William Gobbato alla guida degli Juniores e l’ex Cavarzano Alessandro Prest al timone dei Giovanissimi, ecco che la novità porta il nome di Mirco Dal Farra. Dopo aver portato la rappresentativa bellunese al trionfo nel Torneo Nicolli, Dal Farra avrà ora il compito di guidare gli Allievi gialloblù. A completare il quadro, Christian De Michieli e Loris Casarin si occuperanno degli Esordienti, Stefano Diana e Fabio Salvador dei Pulcini, Ennio Folladore e Pierluigi Zanella dei Piccoli amici. «Ringrazio la società per la fiducia – ha affermato Da Riz – e per avermi assegnato un compito di grande responsabilità. Si tratta di un’esperienza nuova, motivo per il quale sentivo il bisogno di avere al fianco un valore aggiunto con le conoscenze e l’esperienza di Modesto Bonan». E proprio il “prof” Bonan si è soffermato sul suo ruolo: «Il mio sarà un lavoro di tessitura con i tecnici. Darò loro supporto nell’intento di formare uno staff ampio e unito. Lavoreremo anche con i papà e le mamme: perché i genitori devono fare il tifo e basta. E stringeremo un patto di corresponsabilità sui comportamenti da tenere in campo». Tornando alla prima squadra, la preparazione inizierà il 22 luglio, mentre l’amichevole di partenza sarà con gli olandesi dell’Amsterdamsche.
Ore 17.40 – (Corriere delle Alpi) L’obiettivo restano sempre i play off, ma senza voli pindarici, perchè il budget attuale non permetterebbe di fare un eventuale salto in Lega Pro. Il Belluno Ital Lenti lo ha detto in una conferenza stampa all’Hotel Astor, in cui ci sono delle importanti conferme, ma anche delle novità per la prossima stagione. Novità che già si sapevano, ma che la società ha voluto presentare alla stampa e ai molti soci e tifosi intervenuti ieri mattina. Con il presidente Livio Gallio, infatti, c’erano l’allenatore Roberto Vecchiato e il diesse Augusto Fardin, riconfermatissimi, insieme a Ivan Da Riz, che con Modesto Bonan, si occuperà del settore giovanile al posto di Antonio Tormen. Paolo Mezzacasa è sempre il segretario, Lucia Da Rold e Paolo Pastore aiuteranno Da Riz. «È stato un bellissimo campionato – ha detto Gallio – pensavano ai play off, ma centrarli non è mai semplice e quindi voglio ringraziare tutte le componenti della società, perchè il merito è di tutti. È ovvio riconoscere i meriti dell’allenatore, io voglio però anche mettere in evidenza l’ottimo lavoro di Fardin. Abbiamo cambiato responsabile del settore giovanile. Al posto di Toni Tormen, con cui ci siamo lasciati benissimo, abbiamo scelto Ivan Da Riz, che si è già calato nel nuovo ruolo con grande responsabilità. L’unica condizione che ci aveva posto era un aiuto da Modesto Bonan ed è stato accontentato volentieri». «Sono orgoglioso di essere qui per il terzo anno – ha commentato Fardin – mi sembra di esserci da sempre. Ora il lavoro è riconfermare il gruppo, aumentare la qualità di questo gruppo non è semplice». Fardin poi ufficializza l’addio di Radrezza. «È stato già un grande risultato farlo tornare a giocare. Ora ha bisogno di andare a giocare stabilmente trenta partite. magari in una categoria inferiore» Non tradisce nessuna emozione Ivan Da Riz, che a Belluno è di casa. «Ho iniziato a giocare al Belluno, ho iniziato ad allenare al Belluno ed ora qui inizio qui anche a fare il dirigente. Modesto Bonan sarà per me un valore aggiunto». L’ex azzurro di atletica ha le idee chiare. «A dire il vero non sono mai andato via da Belluno, perchè a parte un anno ho sempre collaborato – commenta Bonan – il mio cuore è a Belluno, anche se sono di Seren, il paese in cui ha sede il Ripa Fenadora. Non farò il preparatore atletico, ma darò un supporto ai tecnici, soprattutto per quelli che lavorano con i più piccoli. Dobbiamo migliorare il comportamento da tenere in campo ed è molto importante che i genitori facciano solamente il tifo. Per questo vanno eliminati gli accompagnatori genitori». Ma sarà mai possibile costruire un Belluno che possa lottare per salire in Lega pro? «Per ora è impossibile – glissa Gallio – Non abbiamo le risorse economiche per fare questo salto. Siamo un gruppo di amici nella dirigenza e il budget è limitato per fare quello che siamo facendo ora. Ci troveremo nei prossimi giorni per un consiglio, vedremo se all’ordine dell’ordine del giorno ci sarà anche il cambio di presidente, che sarà comunque un normale avvicendamento al nostro interno». Ma non è possibile vedere il Polisportivo un po’ più pieno di così? «Siamo contenti dell’afflusso e vediamo che negli altri stadi c’è meno gente che da noi. A parte qualche caso isolato che ha creato qualche problema, ma che non va amplificato, la nostra piazza è una delle migliori del Veneto». La squadra si ritroverà il 22 luglio e c’è già una amichevole programmata per l’ultimo venerdì di luglio contro una squadra olandese. Fardin sta lavorando per organizzarne una con il Padova, che verrà in ritiro a Pieve di Cadore.
Ore 17.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Con capitan Legati è l’unico «privilegiato» che il 1. luglio non si ritroverà a spasso. Andrea Raimondi è vincolato al Venezia da un altro anno di contratto, ma dato l’andazzo del club arancioneroverde (anche ieri nessuna news dal presidente Yury Korablin) non basta certo un «nero su bianco» a dare garanzie al 25enne attaccante padovano. «È difficile commentare la situazione e parlare del futuro – conferma l’ex biancoscudato – d’accordo c’è un contratto scritto ma non può far piacere essere solo in due con questa minima certezza. Mi spiace perché la compattezza del gruppo è stato l’aspetto più positivo in un’annata nel complesso senza dubbio al di sotto delle aspettative di tutti noi». A Raimondi e Legati non mancheranno gli estimatori, intanto su Bellazzini avrebbe già puntato gli occhi la Pro Vercelli fresca di permanenza in serie B, mentre il ghanese Hottor (dal 1. luglio svincolato dal Milan) è nel mirino anche dell’Alessandria. «A oggi non si sa nulla di nulla, dovessero arrivare delle richieste dalla serie B è chiaro che non mi lascerebbero indifferente. Restare a Venezia non sarebbe un problema, sul piano personale però sono ambizioso e vorrei giocare in una squadra costruita per puntare in alto, questo è il minimo». Raimondi la serie cadetta l’aveva prima conquistata e poi giocata con la Juve Stabia, prima di perdersi tra Padova e Trapani. «Sono sceso in Lega Pro per ripartire, Venezia mi pareva la piazza ideale per puntare a certi obiettivo di squadra e personali. Ho ritrovato continuità dopo un anno e mezzo che non giocavo, ho segnato 8 gol (record carriera, ndr) e, ripeto, ho avuto la fortuna di far parte di un gruppo che lavorava bene assieme. Poi risultati è stato un campionato senza infamia e senza lode, difficile essere soddisfatti quando in fin dei conti si è raccolto poco o niente». «No, non mi sono mai pentito di esser venuto a Venezia, anzi, né di esser rimasto a gennaio. Dispiace che la piazza sia un po’ spenta, la precarietà che si respira non aiuta ed è un peccato, perché sono sicuro che basterebbe poco per riaccendere davvero la passione arancioneroverde».
Ore 16.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Dopo una settimana di attesa, oggi potrebbe essere una giornata importante per il Venezia. Da una parte potrebbe sciogliere le riserve il collegio sindacale dato che venerdì scorso, dopo il forfait del presidente Korablin all’assemblea dei soci, era stato deciso di prendere del tempo per decidere le azioni da intraprendere a tutela dei creditori. Passata una settimana, oggi si potrebbe conoscere la strada scelta.
L’altro fronte aperto, invece, è quello in terra russa dove il presidente si trova ricoverato in ospedale, motivo che gli impedito di essere presente all’assemblea di una settimana fa. Pare che oggi Korablin abbia una visita medica dal cui esito dipenderà la sua imminente o meno partenza per Venezia. Se tutto andrà per il meglio il presidente potrebbe avere il via libera a viaggiare e potrebbe presto arrivare in laguna. In questo modo potrebbe affrontare in prima persona i nodi del bilancio e intervenire per ripianare le perdite, interrompendo sul nascere le azioni che intendono intraprendere i sindaci. Se entro breve il presidente sarà in sede, si potranno conoscere le sue intenzioni sul futuro e si potranno gettare le basi per la nuova stagione.
Ore 16.10 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Le avances dell’imprenditore vicentino Lino Diquigiovanni restano fuori dalla porta di Ca’ Sugana. Prende sempre più corpo un Treviso “made in Treviso” che nasce dal territorio per il territorio. L’amministrazione comunale rifiuta le offerte economiche e guarda con interesse al rilancio del calcio trevigiano con il coinvolgimento delle società del capoluogo. E’ questa in sintesi l’idea condivisa dal sindaco di Treviso Giovanni Manildo, dall’assessore allo sport Ofelio Michielan e dal dirigente dell’Acd Treviso Paolo Pini che nel pomeriggio di ieri hanno incontrato i rappresentanti delle quattro società sportive Condor, Santa Bona, Indomita e Academy. Seduti al tavolo sindaco, assessore e rappresentanti delle società hanno condiviso il desiderio di dare vita a un progetto comune nel quale i protagonisti saranno proprio le realtà calcistiche del capoluogo. «Crediamo che il rilancio del calcio trevigiano debba passare prima di tutto attraverso un progetto che provenga dalla città – dichiara il sindaco di Treviso Giovanni Manildo –. Anche per questo abbiamo deciso di dire no ad altre offerte economiche. Crediamo fortemente in questa idea di rilancio a partire dal territorio: il Comune di Treviso è pronto a fare le sua parte e da quanto ho avuto modo di sentire oggi (ieri, ndr) anche le società hanno voglia di impegnarsi in un progetto condiviso». «Oggi abbiamo condiviso un’idea, una prospettiva . Ora si tratta di realizzare un progetto comune – sottolinea l’assessore allo sport Ofelio Michielan -. Rinunciamo dunque alle offerte che ci sono arrivate per una comunità. Se, sulla base di un progetto condiviso, arriverà il sì di tutti abbiamo già detto che siamo disponibili a mettere a disposizione della prima squadra lo stadio, gratuitamente, per due anni. Ho grande fiducia in questa proposta perché ciò che unisce tutte queste realtà è un grande amore per il calcio», chiude Michielan.
Ore 15.50 – (Tribuna di Treviso) Non c’è spazio per il Real Treviso: Ca’ Sugana ieri ha bocciato il progetto di Lino Diquigiovanni che voleva riportare al Tenni la Lega Pro, preferendo quello dell’ACD Treviso, che dall‘Eccellenza la prossima stagione darà di nuovo l‘assalto alla serie D. Con quale assetto societario non è ancora dato a sapere. Il responso negativo era nell’aria da qualche giorno, da quando cioè l’assessore Ofelio Michielan aveva anticipato di preferire che in città restasse una sola società di calcio, concetto ora confermato dal sindaco Giovanni Manildo: «Abbiamo voluto privilegiare la realtà territoriale già esistente: dopo aver esaminato il progetto vicentino ho parlato con Paolo Pini dicendogli che il loro ci sembra un programma sano e meritevole di sostegno: l‘amministrazione ha inteso privilegiare un‘idea forte e locale. Dico la verità, siamo stati lusingati dal fatto che qualcuno abbia voluto investire su Treviso, però noi speriamo che il calcio faccia la stessa strada del basket, due società unite dalla passione e dalla volontà di crescere. Inoltre conto di vedere unite le varie scuole calcistiche ed insomma che l’ACD man mano diventi un punto di riferimento importante. Prossimamente con la dirigenza parleremo anche dell’utilizzo degli impianti, sia il Tenni che Lancenigo». Sarà che tutto sommato se l’aspettava, ma Diquigiovanni l’ha presa con una certa filosofia: «Il gestore dello stadio è il Comune, decide lui ed io che ci posso fare? Se hanno risposto no avranno fatto le loro valutazioni e sinceramente non sono nemmeno ansioso di conoscerle, io volevo solo venire a Treviso con un programma serio e riportare entusiasmo alla piazza ma non faccio polemiche, ne prendo atto e basta. Tutto sommato fin qui le mie soddisfazioni le ho avute, ho 70 anni e la prima cosa è la salute, lo dico io che due anni fa ho avuto un ictus. Ora francamente non so cosa farò, mi hanno appena chiamato da Mantova dove stanno portando i libri in tribunale, ma là è troppo lontano da casa, non mi interessa. Potrei continuare a Vicenza o anche smettere, non è questo il problema. E magari non tutto il male vien per nuocere. Ad ogni modo con tutte le società in crisi o che stanno per scomparire che si vedono in giro questa, a mio avviso, per Treviso era come la manna dal cielo: hanno deciso di non approfittarne, pazienza». Non resta che attendere nuove. Magari buone.
Ore 15.20 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 15.00 – Qui Guizza: partitella blanda per i Biancoscudati.
Ore 14.40 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.
Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Niente di fatto e il no stavolta è definitivo. L’amministrazione comunale di Treviso, dopo un’impasse durata alcuni giorni, ha risposto «picche» alla proposta del presidente del Real Vicenza Lino Diquigiovanni di un trasloco del Real Vicenza al Tenni nella prossima stagione. Il che, di fatto, avrebbe comportato la creazione di una sorta di «Real Treviso» e di una seconda squadra che avrebbe affiancato l’Acd Treviso di Paolo Pini (in Eccellenza), disputando però il prossimo campionato di Lega Pro. Proprio questo aspetto e la spaccatura che si sarebbe creata all’interno del capoluogo della Marca hanno convinto il sindaco Giovanni Manildo a declinare la proposta dell’imprenditore vicentino. Diquigiovanni, a questo punto, per riaprire la questione dovrebbe intavolare una trattativa con Pini, ma l’affare sembra a un binario morto. Il numero uno del Real Vicenza ha appreso la notizia nel pomeriggio e si è dimostrato dispiaciuto e spiazzato: «Dispiace ma ne prendo atto. Adesso cosa farò? Non lo so, devo valutare come procedere, ci sono due o tre opzioni e vedrò come comportarmi». Non resta che attendere per capire che piega prenderanno gli eventi.
Ore 14.00 – (Giornale di Vicenza) «Deluso? No, lo dico con molta serenità. Secondo me non hanno capito l´importanza della mia proposta, di quello che portavo. Adesso ci dormo su, poi penserò a cosa fare. Di sicuro era più quello che guadagnavano loro di ciò che portavo a casa io, ma va bene così». Dunque, allo squillo di tromba del presidente Lino Diquigiovanni risponde dalla Marca lo squillo finale del sindaco Giovanni Manildo e della sua giunta, che dal capoluogo respingono e rimandano al mittente la proposta di unire assieme Treviso e Real Vicenza. Un “No” netto, che nasce dalla “pancia” dello stadio Omobono Tenni, ovvero la curva ultras, dopo essere stato un “magari” pronunciato neppure sottovoce dalla attuale società e dl resto della tifoseria. Questione di storia e blasone? A parte il fatto che si parla di una nobile ma decaduta fino all´Eccellenza, in realtà il patron berico sembrava proprio l´uomo giusto per traghettare la società biancazzurra verso le sponde meno ignote della Lega Pro e del calcio che se non conta almeno ogni tanto appare. «Perché non hanno accettato la mia proposta? Chiedetelo all´amministrazione. Intanto ce l´hanno comunicato a voce, non so neppure se avranno il buon gusto di metterlo per iscritto. Di sicuro, dopo un anno di investimenti per fare una squadra competitiva e rafforzare i bilanci, io mi sarei fatto anche da parte». Diquigiovanni assicura di non essere né deluso né amareggiato: «Sono cose di calcio, va bene così. Oggi mi hanno offerto anche il Mantova ma non ho più l´età per andare in giro per il mondo. E poi, solo in Lega Pro, ci sono almeno una quindicina di società che stanno saltando.
Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) La spedizione dei mille. Da quelle parti o si fa la Reggiana o sportivamente si muore, visto che saranno almeno un migliaio (forse pure qualcuno di più) i supporter granata che saliranno domenica al Mercante: 800 destinati al settore ospiti e altri 200 abbondanti nella tribuna centrale. Finchè è stato possibile reperire biglietti per la gradinata principale tramite la rivendita on-line i sostenitori reggiani c´hanno dato dentro. Siccome però il resto dello stadio è riservato agli aficionados di casa, la prevendita sta procedendo a gonfie vele e alcuni settori della tribuna grande sono già andati esauriti. Restano alcuni posti a disposizione e dunque ai ritardatari conviene spicciarsi. Si va verso un altro soldout del velodromo 3 mila spettatori come già accaduto nello spareggio per la C1 col Portogruaro nel 2008 e col Verona nel derby in C1 del 2011. A questo ritmo i botteghini domenica pomeriggio rimarranno chiusi di sicuro e infatti è scesa in campo anche la municipalità nella persona dell´assessore allo sport Oscar Mazzocchin, presente peraltro a Reggio domenica, il quale ieri ha invitato la cittadinanza e gli appassionati a munirsi anticipatamente del biglietto d´ingresso per evitare cattive sorprese il giorno della gara. In casa Reggiana, perso il centrale De Giosa (c´è il montenegrino Sabotic a rilevarlo) vengono monitorate le condizioni del regista Vacca, dei due terzini Andreoni e Mignanelli e del centrocampista Bruccini che sino a ieri hanno svolto lavoro differenziato in palestra e solo oggi potranno riaggregarsi ai compagni senza forzare. Ma i medici sono certi di poterli riattivare in tempo per domenica. Infine da Novara danno un chiaro interesse dei piemontesi per Asta. In caso di congedo di Toscano, don Tonino è il primo della lista.
Ore 13.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Caccia alla serie A, inizia stasera l’avventura ai playoff del Vicenza che affronterà il Pescara nell’andata all’Adriatico. I biancorossi dovranno fare a meno degli squalificati Cocco e Di Gennaro e degli infortunati Sciacca, Spinazzola e Manfredini, ma Pasquale Marino punta sulla voglia, sull’orgoglio del gruppo che in questa stagione ha sempre risposto nei momenti di difficoltà. «La realtà è che ci mancano giocatori importanti come Cocco, il capocannoniere del campionato e Di Gennaro, eletto miglior regista della serie B, oltre a Sciacca, Manfredini e Spinazzola, tutti in buona condizione. Si tratta di assenze importanti — dice il tecnico — ma confido nella volontà del gruppo, perché di fronte a delle defezioni i ragazzi si sono sempre fatti trovare pronti. Punteremo a fare una grande partita contro uno degli avversari più forti a livello di organico, una squadra che dispone di un potenziale tecnico che non si può discutere. Noi potremo contare sulla posizione privilegiata di classifica che ci ha consentito di riposare martedì scorso e di poter superare il turno anche con due pareggi. Le regole sono queste, ma calcoli noi non ne faremo perché vorrebbe dire snaturare la nostra identità di squadra, che ha sempre giocato per vincere e che non si è mai accontentata del punticino. L’unico calcolo che potremo fare sarà sulla gestione delle forze, perché se riusciremo a superare questo scoglio bisognerà alternare bene la disponibilità di uomini su cui possiamo contare». A poche ore dal via alla volata finale dei playoff, la mente torna a novembre quando Marino accettò di allenare il Vicenza. «Come tutti, non avrei mai pensato di potermi trovare a giocare una semifinale di playoff — sottolinea il tecnico siciliano — essere arrivati qui è bellissimo: le vittorie hanno generato gioia ed entusiasmo tra la tifoseria ma anche all’interno dello spogliatoio, basta guardare le espressioni dei collaboratori che ci seguono, quelli meno visibili come massaggiatori, fisioterapisti, magazzinieri… Vedere la felicità di queste persone è gratificante perché significa che si è fatto un lavoro importante che cercheremo in tutti i modi di portare a completamento, anche se tutti noi siamo consapevoli che non sarà per niente facile». Il campionato del Vicenza ha però portato gli avversari ad avere considerazione e rispetto della compagine biancorossa, cosa che anche Massimo Oddo, neo allenatore del Pescara, ha riconosciuto alla vigilia della sfida contro gli uomini di Marino. «Mi fa piacere che Oddo abbia elogiato il nostro lavoro, significa che abbiamo fatto bene — sottolinea Marino — e da parte mia non posso che evidenziare come anche lui si sia presentato come meglio non avrebbe potuto alla sua prima esperienza in panchina, portando la sua squadra a giocare bene e a vincere». E Marino non risparmia elogi anche alla società abruzzese: «Il presidente Sebastiani è stato bravo ad avere l’intuizione su Oddo; ci ha creduto e si capisce che era convinto, perché non avrebbe rischiato la mossa se non fosse stato certo delle qualità di un allenatore che ha potuto vedere all’opera alla guida della Primavera. Noi dovremo giocare il nostro calcio, cercare di essere concentrati, determinati e propositivi, così come abbiamo sempre fatto durante tutto il campionato». L’ultima considerazione, Marino la dedica al giovane Petagna, quasi a incoraggiarlo prima di una sfida che vale molto. «Petagna ha sempre lavorato con impegno e nelle ultime due partite si è fatto trovare pronto procurandosi un rigore decisivo a Livorno e servendo a Cocco la palla del pareggio. E’ un ragazzo giovane che ha voglia di emergere, da quando è arrivato è cresciuto molto; credo in lui, altrimenti non lo farei giocare».
Ore 12.40 – (Giornale di Vicenza) Senza paura. Nonostante le assenze di giocatori chiave come Di Gennaro e Cocco, squalificati, oltre a Manfredini che non ha nemmeno svolto la rifinitura al Morosini. A loro si aggiunge Spinazzola, che se non altro ieri ha iniziato a corricchiare e palleggiare a bordo campo: l´esterno va dunque a completare il lungo elenco di indisponibili nella rosa biancorossa in vista della prima semifinale di playoff, sempre guidato dai lungodegenti Sciacca e Serraiocco, oltre ad Edge in Nuova Zelanda con l´Under 20 dei kiwi.Fiducia in Petagna. Nonostante questo, Marino ostenta serenità e fiducia in chi scenderà in campo. Al centro dell´attacco, come preventivato, ci sarà Andrea Petagna, affiancato da Laverone a destra e Ragusa a sinistra. A partita in corso, Marino potrà comunque calare una carta importante come l´ex pescarese Giacomelli. Garanzia Gentili. In difesa, Manfredini al fianco di Brighenti sarà sostituito da un alter-ego affidabile come Gentili; Sampirisi e D´elia i terzini. A centrocampo il regista sarà ancora Moretti, con Cinelli sul centrosinistra, Vita sul centrodestra e Sbrissa come primo cambio.Primavera in panchina. Date le molte assenze, potranno vivere l´emozione di una sfida playoff dalla panchina due babydella Primavera come l´attaccante Bartulovic (classe 1996, gli è stato assegnato il numero 13) e il centrocampista Coulibaly (29 il suo numero, prima convocazione assoluta per il giocatore nato nel 1997). Per il ritorno di martedì al Menti, invece, Marino riavrà tra gli arruolati il regista Di Gennaro, e incrocia le dita perché possano recuperare dai loro acciacchi i vari Cocco (anche ieri si è limitato a osservare i compagni, dopo la fitta all´inguine destro accusata in allenamento martedì), Manfredini (sempre alle prese con il dolore al tallone d´Achille del piede destro) e Spinazzola, che come detto sembra il più vicino a riaggregarsi al gruppo.Ragusa dal dischetto? Oggi mancheranno tra l´altro i due rigoristi, Di Gennaro e Cocco. Chi si presenterà sul dischetto in caso di un rigore per il Vicenza stasera? La consueta sfida finale nella rifinitura di ieri mattina è stata vinta da Ragusa (Giacomelli secondo): anche per il curriculum e la personalità, l´attaccante siciliano altro ex del Pescara – pare in effetti il maggiore indiziato.
Ore 12.20 – (Giornale di Vicenza) Playoff. Ed è già bello esserci dentro. Ed è già bello guardarsi le spalle e rivedere la bella rincorsa biancorossa. Ma ora è finito il tempo dell´ è già bello, adesso è arrivato il tempo del sarà bello. Si inizia oggi, a Pescara, con la gara d´andata di semifinale. Si inizia come si voleva avendo saltato la prima partita, ma di sicuro non nelle migliori condizioni visto che non ci saranno Cocco, Di Gennaro e Manfredini, oltre al giovane Spinazzola. Eppure ieri il tecnico Pasquale Marino prima di partire ha spiegato: «Aver saltato la gara secca ci ha fatto risparmiare energie rispetto ai nostri avversari, però l´essere arrivati davanti è secondario tanto che i pronostici della vigilia sulle partite di martedì sono stati ribaltati».E per quanto riguarda le assenze?«È ovvio che mancano giocatori importanti come il capocannoniere Cocco, come Di Gennaro eletto nei Top 11, come Manfredini che è uno dei più esperti del campionato, come lo stesso Spinazzola che era in una condizione di forma assai buona, però io confido nella forza del gruppo perchè quando c´è stata qualche defezione chi ha giocato ha quasi sempre dimostrato di essere all´altezza».Il Pescara avrà nelle gambe una partita giocata solo tre giorni fa, peserà?«Non lo so, forse sulle ali dell´entusiasmo non ne risentiranno anche perchè hanno un organico così ampio da poter fare delle variazioni senza avere problemi».Visto che ci sono gara d´andata e di ritorno si fanno un po´ di calcoli, della serie: in casa loro basta un pareggio tanto poi si gioca al Menti?«Se uno parte pensando di accontentarsi c´è il rischio di perdere la propria identità, magari è successo proprio questo al Perugia che col Pescara aveva a disposizione due risultati su tre; noi abbiamo una fisionomia di gioco che dobbiamo cercare di portare sempre avanti perchè questo atteggiamento ci ha portati ad arrivare fino a qui, dunque niente calcoli, caso mai bisognerà farli pensando alla gestione delle forze se saremo capaci di superare questo primo scoglio».Lei è un ex tanto che per venire a Vicenza ha dovuto rescindere il contratto col Pescara, un´esperienza che era finita con il suo esonero.«Intanto nel mio lavoro ci sta, poi da cancellare ho solo l´ultimo mese quando abbiamo perso alcune gare e quando c´è un periodo negativo è chiaro che la società cerca di invertire la rotta, di dare una scossa all´ambiente, ma io a Pescara sono stato molto bene sia con i dirigenti, sia con la tifoseria, che con la stampa, insomma non cerco polemiche anche perchè mi hanno pur sempre dato un´opportunità di lavoro e poi davvero i dirigenti si sono comportati bene anche quando ho voluto la rescissione del contratto per venire appunto a Vicenza… Certo allora mica pensavo che oggi sarei stato qui ad affrontare una semifinale di playoff, caso mai era più facile pensare ai playout».Ed invece è proprio semifinale playoff!«Bello, così come mi fa tanto piacere il clima che s´é creato non solo fuori ma pure all´interno dello spogliatoio, quando finiscono le partite vedere l´espressione di tutti i nostri collaboratori, quelli meno visibili, come i magazzinieri, i fisioterapisti, beh la loro gioia gratifica molto perchè vuol dire che si è fatto un lavoro importante».Il Pescara?«Squadra fortissima con un organico importante sia come qualità che quantità, la dirigenza ha investito ed è reintervenuta pure a gennaio».Oddo ha avuto belle parole per lei, lo conosce?«No, lui per sua fortuna ha fatto una carriera ben diversa da giocatore rispetto a me, poi ovvio fa piacere che abbia parlato bene, così come ammetto che pure lui si è presentato molto bene alla sua prima esperienza in B».Chiamarlo due gare fa è sembrata una mossa temeraria!«No, io conosco Sebastiani e so che non avrebbe rischiato una mossa così se non avesse creduto in Oddo che aveva potuto vedere all´opera perchè allenava la Primavera».
Ore 11.50 – (Corriere del Veneto) Passano i giorni e le certezze diminuiscono, almeno sotto il profilo dell’organigramma. Fino a qualche giorno fa pareva quantomeno molto probabile l’addio di Stefano Marchetti. Dopo l’uscita di scena di Claudio Foscarini, i rumors davano pure il dg sul piede di partenza ma le cose sembrano cambiate, forse perché l’opzione Cagliari è ora sfumata. Marchetti avrebbe accettato un’eventuale chiamata dall’isola, ma alla fine l’ha spuntata Stefano Capozucca. Il dg sta riflettendo e dalle sue decisioni dipenderanno, a catena, anche altre situazioni. Dovesse rimanere, la soluzione interna per la panchina sarebbe più che probabile. Giulio Giacomin o Edoardo Gorini (uno dei due o addirittura in tandem) potrebbero essere i prescelti. Gorini era il vice di Foscarini, Giacomin allenava la Primavera, entrambi hanno un profilo adatto a raccoglierne l’eredità. Più difficile un’opzione esterna, dopo i rumors su Attilio Tesser, a sua volta uscito di scena da Terni con la salvezza in tasca. In questo caso, però, a smentire è stato il diretto interessato. Capitolo giocatori: in porta Pierobon dovrebbe smettere ed entrare in società, mentre dovrebbe trovare spazio Vaccarecci, tesserato a stagione in corso. Ha già la valigia in mano Michele Pellizzer; il capitano ha tre anni di contratto ma cambierà aria, qualsiasi sia la decisione di Marchetti. Potrebbe trasferirsi in un altro club di B, ma è prematuro qualsiasi discorso. Ha molto mercato Nicola Rigoni, mentre Sgrigna non sarebbe rimasto con Foscarini in panchina. Ora, nonostante la retrocessione e in presenza di un progetto di risalita, l’attaccante granata potrebbe anche decidere di chiudere la carriera nella città murata. Il gioiello Bizzotto potrebbe restare per una stagione da protagonista nonostante le voci (smentite) di un interesse della Fiorentina, mentre Barreca tornerà al Torino. Busellato potrebbe essere ceduto in B, ma anche questa situazione al momento resta tutta da valutare.
Ore 11.30 – (Mattino di Padova) E se il primo acquisto del Cittadella, che vuole ritentare subito la scalata alla serie B, fosse Alessandro Sgrigna? Il diretto interessato, che da più parti veniva dato come probabile partente dopo la retrocessione e l’acceso diverbio con i tifosi seguito al match con il Perugia, lo dice chiaramente: «Non ho problemi a restare qui, anche in Lega Pro. Sono legato a questa società da un altro anno di contratto e sono pronto a ripartire per cercare il riscatto dopo questa stagione». Ha dimenticato le contestazioni di una parte dello stadio? «Mi hanno dato fastidio, non lo nego, perché tutti tenevamo alla salvezza. Ma il malumore dei tifosi ci sta, dopo una delusione come questa. Dispiace per la retrocessione e dispiace ancor più per questo ambiente, per il presidente Gabrielli e per il direttore Marchetti». A proposito di Marchetti: si è fatto un’idea sulla decisione che prenderà circa il futuro? «Non l’ho sentito in questi giorni. So, dai giornali, che si sta prendendo una pausa di riflessione e mi auguro che rimanga al Cittadella, dove c’è bisogno di una persona come lui». Ritiene che la rosa fosse all’altezza della serie B? «Sì, era competitiva. E per questo dico che la colpa è dei giocatori, mia come dei compagni. In questi giorni ci siamo sentiti spesso fra di noi al telefono e in generale facciamo fatica a metabolizzare quanto è successo. Abbiamo pagato un girone d’andata non all’altezza e il crollo che c’è stato dopo Latina. Eravamo riusciti a rimetterci in piedi e invece da quella partita tutto è precipitato. Ancora adesso non riesco a spiegarmi il perché». Foscarini vi aveva anticipato che avrebbe lasciato? «No, non sapevamo nulla. L’abbiamo appreso in spogliatoio venerdì sera». Ricordiamo lo scontro di gennaio con il tecnico dopo la sfida con il Trapani. I rapporti com’erano tra voi? «Buoni. È normale che ci siano confronti con l’allenatore nel corso della stagione, ma non esistevano veri contrasti». Vi siete visti dopo venerdì scorso? «No, ma Foscarini ha scritto a me e ai compagni un messaggio di “in bocca al lupo” per il futuro». A molti è sembrato uno “spreco” vederla giocare spesso lontano dalla porta, confinato in mediana o impiegato come esterno a centrocampo… «Non ha senso tornare su questo argomento con il senno di poi e non mi va di farlo. Ho anch’io le mie colpe». Di fatto, una volta provato a fare chiarezza sulla posizione del fantasista romano, restano ovviamente molte caselle da riempire in vista della prossima stagione. Scontati gli addii di Barreca, Kupisz, Stanco e Bazzoffia, per fine prestito, c’è da definire la comproprietà di Scaglia, a metà tra Citta e Torino. Ma prima occorre partire dal manico e capire se Marchetti rimarrà (dopo il tramonto dell’ipotesi Cagliari, è più probabile) e se Giacomin, magari in tandem con Gorini, sarà promosso alla guida della prima squadra: una soluzione interna in linea con le scelte compiute in passato.
Ore 11.00 – (Gazzettino) Reattività e uscite basse sono i suoi punti di forza, stando alle valutazioni dei tecnici dell’Udinese. Con l’arrivo di Favaro, quindi, il Padova punterà nella prossima stagione su due portieri classe 1995 dato che Petkovic sarà confermato. Saranno loro a giocarsi il posto da titolare, tanto più che alla luce della loro giovane età si tratta di due capitali di proprietà del club biancoscudato da valorizzare. Ed è proprio per questo motivo che il terzo portiere per completare la rosa non sarà un «vecchio» dato che potrebbe finire per oscurare entrambi: si punterà a un altro numero uno giovane che, oltre a fare il terzo in prima squadra, sia in età per giocare titolare nella squadra Berretti, che è obbligatoria l’anno prossimo partecipando al campionato di Lega Pro. Ciò significa anche che gli altri portieri attualmente in rosa saranno lasciati liberi: ossia l’esperto Cicioni, mentre Lanzotti (arrivato in prestito a gennaio) farà rientro al Modena.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Frase prudente di circostanza quella del direttore sportivo, dato che Favaro si svincolerà dalla Sacilese a fine giugno e il suo contratto con il Padova potrà essere depositato solo a partire dal primo luglio. Particolare non da poco, Favaro arriverà al Padova a costo zero. Ulteriore conferma del suo trasferimento arriva dal direttore sportivo Denis Fiorin della Sacilese. «So che il discorso era molto avanti, Favaro ha disputato una stagione di altissimo livello e siamo orgogliosi che possa andare a giocare con il Padova nei professionisti». Lega Pro che Favaro aveva già assaggiato due stagioni fa con i veronesi della Virtus Vecomp (due presenze) in Seconda divisione, dove era stato girato in prestito dall’Udinese, proprietaria del cartellino fino a un anno fa. Proprio all’Udinese, che lo avevo preso dal Portogruaro, ha fatto tutta la trafila nel settore giovanile fino ad arrivare alla squadra Primavera, dove si alternava tra i pali con Simone Scuffet, e l’ex tecnico bianconero Guidolin lo aveva precettato per un’amichevole con il Chievo e per una trasferta con il Napoli.
Ore 10.40 – (Gazzettino) Manca l’ufficialità, ma Alessandro Favaro è il nuovo portiere del Padova. Nato a San Vito al Tagliamento, classe 1995, quest’anno è stato in forza alla Sacilese mettendosi in mostra come uno dei migliori numeri uno della serie D al pari del coetaneo biancoscudato Petkovic, che affiancherà appunto nella prossima stagione in Lega Pro. Un nome che avevamo anticipato già sul Gazzettino di sabato, dato che De Poli, Parlato e Zancopè erano andati a visionarlo in occasione della sfida play off con il Belluno. E il fatto che nell’occasione fosse presente il preparatore dei portieri era già un indizio. L’accordo con Favaro è stato raggiunto ieri mattina durante un incontro andato in scena nella sede biancoscudata all’Euganeo, al quale erano presenti il presidente Giuseppe Bergamin, l’amministratore delegato Roberto Bonetto, direttore sportivo e allenatore. È quindi il primo acquisto in vista della stagione 2015-2016. «Ci siamo incontrati con Favaro – conferma De Poli – e abbiamo parlato di un’eventuale possibilità che possa fare parte del Padova nella prossima stagione».
Ore 10.30 – (Gazzettino) «Abbiamo dato il budget a De Poli, ora sa su quale base muoversi per impostare la campagna acquisti». È l’amministratore delegato Bonetto a comunicare che la società ha varato la somma da investire sul mercato, con il via libera anche dei nuovi soci Poliero, Tosetto e Salot. «È stata una decisione collegiale della nuova proprietà – prosegue l’ad biancoscudato – È di sicuro un budget più alto rispetto a quest’anno dato che siamo in una categoria superiore, e riteniamo che sia all’altezza per un campionato consono al nome della città e della nostra squadra». Ecco un flash di De Poli. «È un buon budget, in linea con quello che mi aspettavo. Adesso si aprono le danze». Naturalmente la cifra stanziata dal club rimane top secret. Per quanto riguarda i collaboratori di Parlato, ossia Lavezzini, Zancopè e Marin, la conferma è vicina. «Nei prossimi giorni parlerò con loro», spiega il diesse. Intanto, il club sta sbrigando anche le questioni necessarie per l’iscrizione al campionato di Lega Pro.
Ore 10.20 – (Gazzettino) Sembrerebbe viaggiare verso una schiarita, forse definitiva, la vertenza del vecchio Padova, impegnato da tempo a definire la propria posizione con i propri creditori. Il 3 giugno Diego Penocchio e il Credito Sportivo dovrebbero formalizzare davanti al notaio l’accordo per il piano di rientro dal debito (circa due milioni) che il vecchio presidente ha in essere con l’istituto romano. Con questo passaggio si aprirebbero definitivamente le porte al concordato stragiudiziale che richiede, come requisito per la sua attuazione, l’accordo di un numero tale di creditori da rappresentare almeno il 60% degli importi complessivamente dovuti, percentuale che con questa operazione verrebbe superata. I creditori, e tra loro c’è pure il Comune che poi cederebbe il logo in comodato al nuovo Padova, avevano indicato la fine di maggio come termine ultimo per definire il tutto senza prendere ulteriori iniziative e così è stato chiesto loro di attendere un’ulteriore settimana. Il concordato dovrà essere certificato da un professionista, omologato dal tribunale e i pagamenti avverrebbero in più tranche. Se tutto dovesse andare secondo programma, l’ultimo incombente sarebbe la liquidazione della vecchia società.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Tantomeno Luca Mazzoni. «Si è proposto, ma continueremo sulla nostra linea di non affidarci a giocatori che siano già passati per Padova», taglia corto De Poli. «Mazzoni, come molti altri, è un giocatore che sappiamo essere nel cuore dei tifosi. Se manteniamo questa linea, non è perché non vogliamo sentire la voce della tifoseria, ma perché non possiamo lasciarci condizionare: crediamo che si possa far bene anche con chi non è mai passato per Padova. Se ragionassimo con il cuore, ogni scelta sarebbe più difficile». Da Sacile, tuttavia, le “voci” non si limitano al solo Favaro. Si dice che il Padova possa essere interessato anche agli attaccanti Alberto Spagnoli e Marco Beccaro: «Due ottimi giocatori, ma al momento abbiamo altro per le mani. Se al primo sinora non abbiamo ancora mai pensato, con Beccaro non ci siamo più sentiti da dicembre, il capitolo è chiuso. Ho letto che lui stesso avrebbe dichiarato di un interesse del Padova nei suoi confronti, ma non c’è niente di vero».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Quando gli è stata chiesta la disponibilità ad un trasferimento a Padova nella prossima stagione, non ci ha pensato su due volte: «Mi fa piacere che le due partite di questa stagione abbiano convinto il Padova a puntare sul sottoscritto. Noi eravamo contro la capolista, abbiamo sempre cercato di fare del nostro meglio, e sono contento che le mie prestazioni siano servite a mettermi in mostra». Per Favaro, nativo di San Vito al Tagliamento, cresciuto calcisticamente al Portogruaro prima di approdare all’Udinese, con la quale ha giocato fino in Primavera, quella dell’anno prossimo non sarà la prima esperienza in Lega Pro: «La passata stagione ero alla Virtus Vecomp (Seconda Divisione, ndr), ma praticamente non ho mai giocato molto, visto che ero il secondo portiere e che davanti a me c’era un titolare quasi inamovibile». La strategia. Per il Padova, dunque, si profila un futuro affidato alle mani dei giovani: Favaro e Lazar Petkovic (è vicino anche l’accordo per la riconferma del serbo) l’anno prossimo si giocheranno il posto da titolare. Difficile, se dovessero essere confermate le rose a 24 elementi, che possa dunque esserci un portiere “esperto”.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Ancora non è aperta la finestra estiva di “mercato”, non c’è lo status di società professionistica che permetterà al Padova di sottoscrivere i contratti, non ci sono neppure i moduli per mettere nero su bianco gli accordi, ma il Padova ha già messo a segno il suo primo “colpo”. È Alessandro Favaro, classe 1995, un nome che in pochi, tra i tifosi biancoscudati, avranno dimenticato, visto che si tratta del portiere della Sacilese. Con le sue parate, nel match d’andata a Sacile, aveva contribuito notevolmente a causare la prima sconfitta stagionale della squadra di Parlato, e al ritorno era quasi riuscito a ripetersi: l’anno prossimo, dunque, sarà lui a difendere i pali della porta biancoscudata. «E ne sono davvero felice», ammette Favaro, pronto alla nuova avventura. Ieri mattina il giovane estremo difensore era all’Euganeo, a definire con il diesse Fabrizio De Poli un accordo, anche se solo sulla parola.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Sono stati definiti ieri gli accoppiamenti dei quarti di finale del campionato Juniores Dilettanti: ad attendere il Padova di Gualtiero Grandini, che agli ottavi ha eliminato il San Paolo, c’è l’Alma Juventus Fano. La gara d’andata si giocherà domani, alle 16, all’Appiani, il ritorno il 6 giugno nella cittadina marchigiana. Gli altri quarti di finale sono: Chieri-Seregno, Matelica- Scandicci e Monopoli-San Cesareo.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Stesso discorso per Mazzocco , sotto contratto con il Parma. Se il club ducale fallisse il Padova ha già incassato il gradimento del giocatore, a cui verrebbe fatto firmare un triennale. Viceversa la situazione si complicherebbe, anche se non irrimediabilmente, visto che bisogna sempre tenere in considerazione la volontà del giocatore. Ottime chance di conferma per Salvadori, buone per Niccolini e discrete per Dionis, da valutare Sentinelli. A centrocampo incerte le posizioni di Nichele e Segato, mentre Petrilli, Aperi e Ilari rinnoveranno. Tutte da valutare le posizioni di Cunico e Zubin, non fosse altro per una questione anagrafica, non certo per il valore dei giocatori che nessuno si sogna di mettere in discussione. In attacco non verrà confermato Ferretti , Amirante potrebbe avere una chance anche in Lega Pro. In attacco in pole-position c’è Arcidiacono (chance di fumata bianca a parametro zero molto alte), poi Beccaro (Sacilese, anche qui a parametro zero) e Gambino (solo in caso di mancata conferma di Amirante. Più difficile il trentaseienne Neto Pereira (se il Varese farà un progetto appetibile, il capitano rimarrà in Lombardia, l’età poi non aiuta), escluso Bocalon , che ha pretendenti in B e che vuole compiere il salto dopo l’ottima stagione a Prato.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Il primo passo sarà la definizione del budget per la prossima stagione e, proprio per questo, il ds del Padova Fabrizio De Poli sta prendendo tempo prima di mollare gli ormeggi nell’allestimento dell’organico della prima squadra per il campionato. Le idee ci sono e sono tante, ma al momento tutto è rinviato a quando sarà più chiaro l’esborso economico. Per quanto riguarda il ruolo di portiere, l’intendimento della società sembra essere quello di confermare Lazar Petkovic . Una scelta nata sotto il segno della continuità, per un estremo difensore che si vorrebbe valorizzare dopo il buon campionato appena trascorso. I dubbi, comunque, rimangono. Padova è una piazza particolare , ha «bruciato» diversi portieri di spessore anche nel recente passato e Petkovic nell’ultima stagione è stato fuori a lungo per infortunio. Servirebbe coprirsi le spalle ma la candidatura di Luca Mazzoni, per cui la piazza padovana stravede e che sarebbe disposto a tagliarsi lo stipendio anche del 30% pur di tornare, sembra troppo ingombrante e, di fatto, tarperebbe le ali al portiere serbo su cui Parlato punta molto. Per Bortot bisognerà attendere l’esito della rincorsa promozione del Bassano, che lascerebbe a Padova l’esterno in caso di serie B.
Ore 08.38 – Poule scudetto, i risultati delle semifinali: Siena-Castiglione 2-1, Maceratese-Akragas 1-3. Sabato 30 la finale.
Ore 08.36 – Playout, serie D girone C: Dro-Triestina 1-3 dts, Giorgione-Kras Repen 2-1. Salvezza per Triestina e Giorgione, retrocedono Dro e Kras Repen.
Ore 08.34 – Playoff, serie D girone C: AltoVicentino-Sacilese 4-3.
Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
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E’ successo, 28 maggio: giovedì di riposo per i Biancoscudati.