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Ore 23.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Marcello Bizzotto è il nuovo direttore sportivo dell’Union Ripa La Fenadora. La notizia ufficiale è stata diffusa dalla società ieri mattina sul proprio sito internet e sui profili dei social network. Una conferma che arriva a distanza di poche settimane dai primi rumor che volevano il dirigente vicentino al posto dell’ormai ex ds Alberto Faoro. Originario di San Zeno di Cassola, nel curriculum sportivo Bizzotto può vantare di essere stato «l’artefice della scalata dell’Eurocalcio Cassola fino alla serie D, società che poi ha preso il nome di Eurotezze», si legge nella nota ufficiale della società feltrina. Le collaborazioni del ds sono legate poi al Thiene e al Marano. Il comunicato si chiude con «un grosso in bocca al lupo per un proficuo lavoro in neroverde». È questo il secondo passo nel nuovo corso dell’Union: a inizio settimana infatti l’assemblea dei soci aveva nominato il consiglio direttivo, a sua volta subito pronta a rieleggere alla presidenza Nicola Giusti, verso una nuova giovinezza e verso la terza stagione in serie D. Bizzotto, come le è parso il primo approccio con l’Union Ripa? «Se sono approdato all’Union vuol dire che l’impressione è stata più che positiva. Ho trovato gente in gamba con molta voglia di lavorare e che quindi mi fa ben sperare per un ottimo rapporto di collaborazione che darà dei risultati importanti». Nei primi colloqui avete già deciso degli obiettivi? «Non ancora, se non quello della salvezza. La società vuole rimanere in serie D e quindi verrà creata una squadra “tranquilla” per raggiungere questa meta». Quanto ai giocatori, nomi se ne sono fatti tanti e anche di un certo peso. «Bisognerà ridimensionare qualcosa. L’Union Ripa La Fenadora cura molto l’aspetto economico e proprio in funzione di questo inizieremo a muoverci sul mercato con molta attenzione». In merito al mercato, c’è già stato qualche contatto con giocatori? «Cominceremo in questi giorni a guardarci intorno, non c’è nessuna fretta. Siamo alla fine di maggio e c’è ancora del tempo prima di procedere con gli eventuali acquisti. La fretta è da sempre una cattiva consigliera». Per quanto riguarda l’allenatore? «Dico solo che dobbiamo sederci attorno a un tavolo e parlare un po’ di tutto».
Ore 23.10 – (Corriere delle Alpi) Dopo l’addio di Gianmarco Brotto e quello scontato di Sandro Andreolla, il prossimo sembra davvero essere quello del difensore Alberto De March. Per sostituire il limanese, che resta in orbita Belluno, prende quota il nome di Riccardo Baggio, della Sacilese. Quasi certe anche le partenze di Alberto Tibolla, che tornerà al Chievo, e di Giorgio Sommavilla, oltre che del portiere, capitano e bandiera neroverde Paolo De Carli. Sul fronte portiere, però, ci sarà da lavorare, visto che Matteo Salsano non resterà. Con le valige in mano anche Matteo Mastellotto e Marco Dassiè, che ha un futuro in Lega Pro. Molto delicata la situazione di un altro pezzo forte come Enrico Antoniol, che potrebbe anche accettare qualche proposta da fuori provincia. Del gruppo storico, gli unici confermati certi sono Nicola Tomasi, Mattia De Checchi e Simone Malacarne. Il lavoro per il nuovo ds non manca.
Ore 22.50 – (Corriere delle Alpi) Marcello Bizzotto è il nuovo direttore sportivo del Ripa Fenadora. Il nome, che già da qualche tempo era nell’aria, è stato ufficializzato ieri in tarda mattinata. Il consiglio direttivo neroverde si è riunito venerdì sera ed ha deciso di puntare sul dirigente di San Zeno di Cassola. Bizzotto prende il posto di Alberto Faoro che, tuttavia, resta socio della società presieduta dal confermato Nicola Giusti. «Bizzotto – spiega la società neroverde in una nota ufficiale diramata ieri poco dopo mezzogiorno – è stato l’artefice della scalata dell’Eurocalcio Cassola fino alla serie D in quella società divenuta poi Eurotezze. Successivamente ha operato con Thiene e Marano. A Marcello va un grosso in bocca al lupo per un proficuo lavoro in neroverde». Sistemata la tessera del direttore sportivo, ora la società si concentra sul nome dell’allenatore. Che dovrebbe essere ufficializzato già in settimana, con tutti gli indizi che portano verso il nome di Renato Lauria, anche se la pista Enrico Cunico non è ancora da scartare. «Ora che abbiamo nominato il direttore sportivo – spiega Giusti – dovremo fare delle valutazioni sul nuovo allenatore. In settimana, comunque, contiamo di avere il nome. Stiamo già valutando diverse cose ma ancora preferisco non dire nulla sul nome del nuovo tecnico. Alberto Faoro, invece, resta uno dei quaranta soci dell’Union Ripa. Adesso dovremo completare lo staff tecnico. Solo successivamente faremo quello che fanno tutte le società in questo momento, ossia parlare con i giocatori e capire come andare avanti in base soprattutto alle esigenze tecniche ed economiche». Meno di una settimana fa i soci dell’Union Ripa avevano eletto i nove membri del consiglio direttivo. Nicola Giusti è stato confermato presidente, il suo vice è Davide Fent. Il segretario è Edy Pietro Dalla Gasperina, il tesoriere Mauro De Menech, il direttore generale Mario Dal Soler. Gli altri membri del nuovo direttivo sono Moreno Colmanet, Fabrizio Monticello, Enrico Rech ed Andrea Sagrillo. «La cosa più importante della stagione è la salvezza che abbiamo raggiunto. Ha un valore che supera il resto. È innegabile che abbiamo patito qualche difficoltà ma credo che da tutto quello che ci è successo potremo trarre degli insegnamenti importanti e maturare maggior esperienza. Cercheremo di trovare spunti positivi».
Ore 22.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Debiti da azzerare e budget per la prossima stagione, sfiora i 4 milioni di euro la cifra che Yury Korablin dovrà garantire al Venezia per poter affrontare il campionato a venire in grande serenità. Le urgenze economiche aumentano in seno al club arancioneroverde dopo che l’assemblea dei soci è andata deserta per i problemi di salute del patron russo. I conti in tasca sono presto fatti: Korablin deve versare un milione di euro (altri 500 mila ai fornitori) per pagare l’iva entro lunedì prossimo, gli stipendi di marzo e aprile ai calciatori entro il 16 giugno, gli arretrati di contributi e ritenute che hanno comportato il -3 in classifica. Il tutto solo per chiudere «a zero» il bilancio al 30 giugno mettendosi nella condizione «pulita» e potenziale di iscriversi alla Lega Pro 2015/16. A quel punto (senza scordare che Korablin è inibito fino al 19 agosto) occorrerà una fideiussione bancaria da 400 mila euro, ribassata rispetto ai 600 dello scorso anno, ma per tale «sconto» si faranno più severi i controlli della Covisoc che, soprattutto, chiederà una maggiore copertura immediata in cassa del budget di spesa previsto e comunicato per la nuova stagione. Per il 2014/15 il «sofferto» budget del Venezia – escluso il settore giovanile finanziato da Luca Castagna – è stato di un paio di milioni (uno dei quali come detto dev’essere ripianato in fretta per potersi iscrivere) e per il prossimo campionato Korablin dovrà mettere in previsione di spenderne almeno altrettanti. La data chiave, quindi, è quella del 30 giugno, poiché in caso di mancata iscrizione alla Lega Pro l’Fbc Unione Venezia perderebbe il proprio titolo sportivo e a ripartire dalla serie D o da una categoria regionale potrebbe essere solo una nuova società con un’altra denominazione e matricola. Una situazione di fatto analoga a quella del Padova della scorsa estate. Intanto il collegio sindacale dovrebbe fare le sue mosse, in primis intimando a Korablin di pagare il milione mancante, un disavanzo comunque (probabilmente) troppo esiguo perché decidano di avviare un concordato fallimentare chiedendo al Tribunale di Venezia di nominare un commissario giudiziale. Un’istanza fallimentare, invece, potrebbe in teoria essere avviata dai creditori con un credito superiore ai 50 mila euro, con conseguenti tempi comunque molto più lunghi rispetto al prossimo 30 giugno.
Ore 22.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Un mese e dieci giorni per salvare il Venezia. E’ questa la prospettiva che si sta profilando dopo che all’assemblea dei soci di venerdì scorso il presidente Yuri Korablin ha marcato visita, presentando un certificato medico. Motivi di salute che gli hanno impedito di essere a Venezia e che lo terranno lontano dalla laguna ancora almeno per una decina di giorni. Poi, ha fatto sapere tramite i suoi, arriverà e renderà pubbliche le sue intenzioni. Ma più che la presenza fisica del presidente a questo punto contano i bonifici, quelli necessari a ripianare i debiti e consentire l’iscrizione in Lega Pro. Serve un milione e mezzo per chiudere le pendenze e avviare la prossima stagione, a cominciare dalla fideiussione di 400mila euro. Ecco perché la dead line indicata dal dg Dante Scibilia è il 30 giugno, data ultima per iscrivere la squadra al campionato. Se non dovesse accadere nulla in questi 40 giorni, allora per il Venezia non ci sarà più futuro. Nel frattempo venerdì il collegio dei sindaci si è riservato alcuni giorni di tempo per stabilire quali azioni intraprendere a tutela dei creditori. «Aspettiamo l’inizio di questa settimana per conoscere le loro decisioni. Ma, ripeto, se nel frattempo arriveranno i soldi dalla Russia questo procedimento si renderà inutile e si potrà andare avanti», ribadisce il direttore generale arancioneroverde. Ecco perché, più della presenza del presidente e delle sue dichiarazioni di andare avanti, ora servono fatti concreti. La speranza è che non si arrivi sul filo di lana, altrimenti ne risentirà pesantemente il progetto sportivo, visto che sono queste le settimane in cui occorrerebbe confermare allenatore e almeno un nucleo di giocatori, per dare continuità al progetto stesso. Ma è impossibile prendere decisioni in queste condizioni. Lo stesso ds Ivone De Franceschi è in scadenza al 30 giugno. L’organico del Venezia rischia di spolparsi rapidamente. Solo Elia Legati e Andrea Raimondi sono di proprietà fino al 2016, ma sono anche molto appetibili sul mercato e se ricevessero delle buone offerte altrove sarebbe difficile trattenerli. Sono in scadenza Bellazzini, Capogrosso, Carcuro, Cernuto, Espinal, Fortunato (già accasato all’Arezzo), Greco, Peccarisi, Sales e Scialpi, poi ci sono i giocatori in prestito che probabilmente le società di appartenenza «gireranno» altrove: Esposito, Giorico, Giuliatto, Guerra, Hottor, Magnaghi, Varano e Zaccagni. Ci sono infine i giovani del vivaio Marton, Chin, Dell’Andrea, Scanferlato, Callegaro, Siega (in prestito alla Clodiense): rappresentano il futuro del Venezia. Ma il futuro è nelle mani di Korablin.
Ore 21.50 – (Giornale di Vicenza) Sono giorni intensi al Real Vicenza. Per il week end Lino Diquigiovanni si prende però una pausa di riflessione. In settimana sono state tante le voci circolate attorno alla vicenda Real-Treviso. Abbandonata l´ipotesi Valdagno diventa sempre più plausibile il trasferimento della società biancorossa nella città della Marca. Ma per l´ufficialità, se mai ci sarà, dovremo attendere ancora. Non molto perché, sia per i motivi burocratici che per la formazione della rosa di quella che sarà la futura squadra, bisognerà necessariamente stringere i tempi. Già martedì c´era chi dava la cosa fatta, si parlava di Biancoazzurri come nome, tutto smentito sia da Vicenza che da Treviso. Poi giovedì altre fonti attendibili dicevano che si era ad un passo dalla firma per quello che sarebbe stato il Real Treviso con la presidenza di Diquigiovanni e la vicepresidenza di Corvezzo, l´imprenditore trevigiano con cui starebbe trattando il patron del Real. Ancora una volta viene messo tutto a tacere sia dal fronte vicentino che da quello trevigiano. Venerdì poi il comunicato della Curva Sud Fabio Di Maio a scoraggiare il progetto di Diquigiovanni. Nessuna certezza insomma, ma venerdì pare ci sia stata un´altra gita dell´imprenditore vicentino nel Trevigiano. L´esito? Fumata nera. Ancora niente accordi.
Ore 21.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Inizieranno martedì i playoff di serie B che decreteranno, dopo Carpi e Frosinone promosse direttamente, la terza squadra che salirà in serie A. Dopo l’ultimo turno tutto il quadro delle partecipanti alla fase finale e i relativi incroci è determinato, con il primo turno che vedrà Perugia e Pescara, sesta e settima, che si sfideranno al Curi e Spezia ed Avellino che si affronteranno al Picco in una partita secca in cui in caso di parità si andrà ai supplementari. Dovesse perdurare il nulla di fatto anche al 120’, il regolamento prevede che passerà il turno la squadra con la miglior posizione in classifica. La vincente di Perugia-Pescara affronterà in semifinale il Vicenza con gara d’andata fissata per venerdì 29 maggio alle ore 18 e 30, e ritorno a Vicenza previsto per martedì giugno con fischio d’inizio alle ore 21. Dall’altra parte del tabellone, la vincente di Spezia-Avellino affronterà il Bologna venerdì alle ore 21, con il match di ritorno che si disputerà al Dall’Ara alle 18,30. A conclusione delle due gare, che si concluderanno in ogni caso senza ricorso ai supplementari, risulterà vincente la squadra che avrà ottenuto il maggior numero di punti; in caso di parità di punteggio, per determinare la squadra vincente si terrà conto della differenza reti, ed in caso di ulteriore parità, verrà considerata vincente la squadra in migliore posizione di classifica al termine del campionato. Le due vincenti si affronteranno nella finale che verrà giocata in gara di andata il 5 giugno alle 20,30 e ritorno, in casa della miglior classificata, il 9 giugno alle 20,30. Per determinare la vincente, che salirà in serie A, si userà lo stesso regolamento delle semifinali: risulterà vittoriosa la squadra che avrà ottenuto nelle due gare il maggior numero di punti; in caso di parità si terrà conto della differenza reti nelle due gare di finale, ed in caso di ulteriore parità, verrà considerata vincente la squadra in migliore posizione di classifica al termine del campionato.
Ore 21.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Un cammino spettacolare nel girone di ritorno, con il Vicenza davanti a tutti e capace di mettere insieme prestazioni e risultati da urlo. La squadra di Pasquale Marino, a quota 41, ha guadagnato quattro punti sulle neo promosse Carpi e Frosinone e sul Perugia, avversario diretto nei playoff che inizieranno martedì prossimo. Ma il Vicenza ha saputo ottenere ben sette punti in più del Bologna e dello Spezia, a testimonianza di un cammino molto importante. «Abbiamo conquistato un terzo posto che ci darà qualche vantaggio nei playoff — spiega l’allenatore del Vicenza — ma per ottenere i tre punti decisivi abbiamo sofferto fino alla fine, Perché pur giocando sempre in attacco, con il Frosinone abbiamo colpito due pali clamorosi e sbagliato tanti goal. Dopo il gol di Ciofani ci è caduto il mondo addosso, ma per fortuna nel finale abbiamo ribaltato il punteggio, ed è arrivata una vittoria tanto sofferta quanto importante». Marino è soddisfatto, soprattutto ripensando alla rimonta del Vicenza che novembre si trovava in quint’ultima posizione. «Nessuno avrebbe potuto mai immaginare al Vicenza ai playoff — sottolinea Marino — ma ad inizio campionato, credo, nemmeno al Carpi e al Frosinone come candidate alla promozione. Eravamo tutte indiziate per la retrocessione e invece, ed è il bello della serie B, le altre due sono già in serie A e noi siamo terzi». Un risultato che consente ai biancorossi di iniziare i playoff con indubbi vantaggi, anche se la fase finale spesso è un campionato a sé. «Noi salteremo il turno a partita secca e giocheremo la semifinale con ritorno al Menti — spiega Marino — peccato perché nella gara di andata dovremo fare a meno di Di Gennaro e Cocco per squalifica. Ma fisicamente noi stiamo bene, abbiamo avuto un momento complicato, ma ora con i rientri di giocatori come Sbrissa e Vita abbiamo buone alternative». Playoff in cui conteranno molto la condizione fisica, l’esperienza, l’entusiasmo ma anche l’organizzazione di gioco della squadra, componenti che Davide Di Gennaro ritiene che il Vicenza possieda tutte. «Abbiamo dimostrato di avere la capacità di giocare il nostro calcio ovunque, sia in casa che in trasferta — precisa il regista biancorosso — e adesso dovremo essere bravi a continuare sulla strada tracciata. I playoff sono particolari, poco hanno a che fare con il campionato: si crea un clima particolare, bisognerà avere coraggio, personalità, convinzione, ed anche un po’ di fortuna che nel calcio serve sempre. Ora che da terzi in graduatoria vantiamo il fattore campo, sarà necessario andare a giocare in trasferta con un atteggiamento importante, senza pensare che potremo superare il turno con due pari». La nota stonata è la squalifica che impedirà a Di Gennaro di disputare la gara d’andata della semifinale, ma l’ex palermitano non sembra preoccuparsi più di tanto. «Ormai è andata così, non si può più fare niente per rimediare — sottolinea — del resto contro il Frosinone era fondamentale trovare il successo. Ero in panchina perché in settimana avevo avuto problemi al polpaccio, non ero al meglio ma quando la gara si è messa male era doveroso rischiare. Poi ho preso il cartellino giallo, ma lo baratto volentieri con il terzo posto perché ci permette di sognare. Davanti a noi abbiamo quattro partite da affrontare al meglio, cercando di pensare ad una gara alla volta. Affronteremo una tra Perugia e Pescara, avversarie forti, ma lo siamo anche noi. E al ritorno al Menti la nostra meravigliosa tifoseria può fare la differenza».
Ore 20.50 – (Giornale di Vicenza) Un successo pagato a caro prezzo quello del Vicenza sul Frosinone nell´ultima partita di campionato.Il bomber Cocco e il regista Di Gennaro che erano diffidati e sono stati ammoniti non potranno giocare il 29 maggio l´andata della semifinale playoff in trasferta. Il giudice li ha squalificati per un turno e ha inflitto ad entrambi l´ammenda di 1.500 euro prevista per chi viene squalificato per aver simulato.Com´è noto è vero che le ammonizioni ricevute vengono azzerate quando si comincia a giocare i playoff, ma non le squalifiche, che vengono invece scontate. Nei playoff la regola è che lo stop del giudice scatta dopo due cartellini gialli nelle gare di playoff.Dunque Marino a Perugia o a Pescara (dipende da quale delle due squadre vincerà il preliminare) non potrà disporre del bomber che con 19 reti ha concluso da vicecapocannoniere del torneo alle spalle del solo Granoche del Modena (20 gol) e del regista Di Gennaro. Guarda caso anche gli autori dei due gol con cui il Vicenza ha ribaltato il risultato con il Frosinone quando tutto sembrava perduto. E proprio per questo Marino s´è visto costretto a rischiare Di Gennaro, che altrimenti avrebbe risparmiato, in primo luogo per il polpaccio malconcio e poi anche perchè, appunto, diffidato.La squadra riprenderà la preparazione oggi e saranno verificate le condizioni di Spinazzola, sostituito dopo il primo tempo per una forte contusione. Il giovane esterno, giunto in prestito dalla Juventus dopo la prima metà di stagione all´Atalanta, aveva dimostrato freschezza atletica e intraprendenza nei 45´ iniziali con il Frosinone e Marino spera di recuperarlo.Sicuramente il tecnico tornerà ad avere a disposizione Brighenti che ha scontato la squalifica e con ogni probabilità anche Manfredini, neppure in panchina venerdì sera con il Frosinone.
Ore 20.30 – (Giornale di Vicenza) Non sempre serve giocare novanta minuti per vivere tutte le emozioni possibili di una partita di calcio. A Davide Di Gennaro, venerdì sera contro il Frosinone, ne sono bastati meno di venti: buttato nella mischia da Marino al 21´ della ripresa per tentare di recuperare subito dopo il gol raggelante di Ciofani, il regista biancorosso prima è caduto nello sconforto dopo l´ammonizione per simulazione (al 29´) che gli farà saltare la prima semifinale dei playoff; poi ha sentito il cuore tornare a battere con il pareggio di Cocco (36´); infine è impazzito di gioia, assieme a tutto il Menti, quando proprio lui ha segnato di testa il gol della vittoria (39´).Di Gennaro, la sua esultanza incontenibile sembrava quella di chi si era appena liberato da una maledizione«È stato proprio così. Non ci sembrava vero che stessimo perdendo per l´unico tiro in porta degli avversari, in una partita così importante, che comunque avevamo giocato bene, creando una marea di occasioni da gol. Quando l´unico risultato possibile è la vittoria, con il passare dei minuti tutto diventa più difficile. Se poi passi anche improvvisamente in svantaggio, rischi davvero di entrare nel panico».Nasce da questa ansia frenetica anche l´ammonizione per simulazione?«In quel momento avrei fatto di tutto per tentare di acciuffare il pareggio e poi la vittoria: mi è sembrato di sentire un contatto e ho sperato che potesse starci il rigore Logico, mi spiace molto per la squalifica, ma non sarà un problema per la squadra: abbiamo tante risorse, Marino saprà schierare la formazione migliore all´andata e io spero di fare la mia parte al ritorno».E dire che proprio per non rischiare il tecnico aveva scelto di portarla in panchina.«In realtà la prudenza era in particolare per il mio fastidio al polpaccio. Se le cose fossero filate lisce, nemmeno sarei sceso in campo; poi però il tecnico ha deciso di inserirmi, sono felice che tutto sia finito bene e di aver dato il mio contributo».C´è una dedica per questo gol così importante?«Per mia moglie, che a fine partita mi ha mandato un messaggio molto bello, e per mia mamma: le due donne più importanti della mia vita».Vicenza terzo in classifica: risultato che rispecchia i valori espressi dal campionato?«Noi secondo me abbiamo centrato un´impresa straordinaria, resa possibile da un´alchimia perfetta che si è creata nel gruppo, con l´allenatore e con tutto l´ambiente partita dopo partita. Siamo rimasti uniti nei momenti difficili, poi siamo cresciuti passo dopo passo in gioco e in personalità, ed è con questo spirito che adesso vogliamo giocarci al massimo i playoff».Perugia o Pescara: c´è un avversario più temibile tra i due?«Non si può proprio dire, perché adesso comincia un campionato completamente nuovo, ogni sfida farà storia a sé. Noi dobbiamo pensare solo a noi stessi, poi semmai saranno gli avversari a pensare a noi».Lei ha già conquistato la promozione in serie A con Bologna e Palermo: crede nella possibilità di centrare il tris con il Vicenza?«Dobbiamo sognare e dobbiamo crederci, tutti, consapevoli di avere già fatto qualcosa di meraviglioso, ma determinati a fare il massimo per completare il capolavoro. Non sarà semplice, e tutto conterà: ci vorranno testa, gambe, personalità, e anche quella buona sorte che magari nella partita con il Frosinone ad un certo punto sembrava averci voltato le spalle. Fortunatamente tutto si è risolto per il meglio, e adesso cominceremo a preparare minuziosamente ogni partita dei playoff per affrontarle tutte dando sempre il cento per cento».
Ore 20.10 – (Gazzettino) Dopo dieci anni il Cittadella perde il suo condottiero, Claudio Foscarini, mentre è ancora incerta la posizione di Stefano Marchetti. Il direttore generale, che venerdì sera non si è presentato in sala stampa perché inibito dopo l’espulsione di Catania, ieri ha commentato quanto successo nell’ultimo turno di campionato e parlato del suo futuro. Che difficilmente sarà ancora a tinte granata. «In questo momento – esordisce – sono troppo amareggiato a causa della retrocessione per pensare ad altro. Dopo tanti anni tra i cadetti, tra mille miracoli sportivi compiuti, lasciamo la serie B al termine di una stagione difficile, travagliata, costellata da contrattempi e problemi di varia natura». Un risultato che nessuno aveva messo in preventivo. «Eravamo convinti di aver allestito una squadra all’altezza della categoria. Sinceramente, questo è il Cittadella tecnicamente più dotato degli ultimi anni. La società si è mossa con grande anticipo nell’estate scorsa, confermando pedine importanti come Scaglia, Pellizzer, Rigoni, Coralli e prendendo giocatori di spessore quali Sgrigna e Gerardi, e giovani interessanti come Barreca». Ma allora cosa non ha girato come doveva? «Abbiamo pagato i tanti infortuni, i cartellini rossi dell’andata, e molti episodi che alla fine hanno fatto la differenza, in negativo. A tutto questo aggiungiamo che qualche giocatore non ha reso mentalmente come ci aspettavamo, non ha retto al peso della classifica». Si guarda avanti, si deve ripartire. Senza Claudio Foscarini, e Stefano Marchetti cosa farà? «Non ci ho pensato. Sono deluso per la retrocessione, non riesco a concentrarmi su altre cose. Comincerò a farlo nei prossimi giorni». Quando ci sarà il confronto con il presidente Gabrielli. «Dopo tanti anni trascorsi a Cittadella è doverosa una riflessione anche da parte mia. Ripeto, sono amareggiato per aver perso la categoria, e da tutto quanto successo di conseguenza». Marchetti entra nel dettaglio: «Ho letto e visto comportamenti da parte della tifoseria che non mi sono piaciuti. Mi rattrista sentire dire che la famiglia Gabrielli non ha fatto tutto il possibile per centrare la salvezza, su di me e Foscarini ancora peggio. Purtroppo si sono dimenticati in fretta i risultati sportivi raggiunti: la serie B a Cittadella era una cosa straordinaria nel panorama calcistico nazionale, mantenuta grazie agli sforzi della società e al lavoro di tutti coloro che si sono adoperati in questi anni. Piazze ben più importanti della nostra sono sparite dal calcio che conta, ma sembra che nessuno ci faccia caso». A breve conosceremo il futuro del diggì granata. «Ci penserò per bene, ne parlerò con il presidente. La mia posizione non è legata a quella del tecnico, ma certamente nella decisione che prenderò avrà il suo peso quanto successo, quando letto di recente». La sensazione netta è che ci sarà un altro divorzio dopo quello di Foscarini. Si ripartirà dalla Lega Pro, con cambiamenti radicali. Ieri intanto il sindaco Giuseppe Pan, con una nota ufficiale, ha espresso il suo ringraziamento alla società, alla famiglia Gabrielli, alla squadra e ai tifosi per aver «combattuto per tenere alto il nome di Cittadella in tutta Italia. Abbiamo vissuto questa straordinaria avventura, e sono convinto che il Cittadella saprà riconquistare il posto che gli spetta in serie B».
Ore 19.50 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Finito un ciclo, ma ci si è fidati troppo di se stessi”) Si è chiuso un ciclo a Cittadella, e di questo bisogna esserne (tutti) consapevoli. La crisi del settimo anno – dieci per Claudio Foscarini, che ha annunciato l’addio venerdì sera – non investe solo la vita di una coppia, ma evidentemente si rivela devastante anche a livello di spogliatoio, nel calcio. E in casa granata, purtroppo, abbiamo visto quale sconquasso abbia provocato. Il tecnico ammirato per la sua costanza e la fedeltà alla causa si è congedato con un gesto pieno di dignità, ma inevitabile. La formula magica degli anni precedenti, quando, tranne la stagione in cui il Citta raggiunse i playoff (poi persi con il Brescia, che andò in A), la squadra riuscì sempre a salvarsi all’epilogo di tornei tiratissimi, stavolta non ha funzionato. Al di là del disastroso girone di andata, chiuso all’ultimo posto con 19 punti, Pellizzer e compagni si sono giocati malamente le loro chance negli ultimi due mesi, dopo aver espugnato Livorno (21 marzo, 11ª di ritorno) e aver pareggiato il turno successivo in casa con la Ternana (29 marzo). In quel momento erano tredicesimi, a quota 39, con due lunghezze di vantaggio sugli umbri di Tesser, ai playout con il Crotone (a 36). Ebbene, nelle successive nove partite, ad iniziare da Latina per finire con l’altra sera, hanno perso sei volte, pareggiato due e vinto solo a Catania. Sconfortante il loro bilancio totale: appena 9 successi, alla pari del Varese fanalino di coda, 17 pareggi e ben 16 k.o. Sarebbe bastato trasformare due di quei 17 pareggi in vittorie, e la musica oggi sarebbe diversa. È sul crollo di aprile e maggio che bisognerà soffermarsi ed andare a fondo, anche se la tara della prima parte del torneo resta pesantissima. In due mesi il Citta è andato fuori registro, complici diversi fattori: la presunzione di avercela fatta, dopo il blitz in riva al Tirreno, una fragilità disarmante in difesa (56 reti subìte), la poca concretezza sotto porta quando sarebbe servito il gol come il pane, un rimescolamento continuo di uomini, e, infine ma non certo ultime per importanza, le squalifiche rimediate da alcuni uomini-chiave. Foscarini si è assunto, con coerenza, le sue colpe, adesso attendiamo le mosse di Stefano Marchetti, da sempre l’uomo che ha assemblato i vari organici messi a disposizione del mister trevigiano. Un direttore generale bravo e competente, ma che forse si è fidato eccessivamente di se stesso. A gennaio aveva ritoccato, come un anno fa, la rosa, rinforzandola con Kupisz e Stanco, e lì era scattato qualcosa. Gol e prestazioni sontuose di entrambi, poi scaricatisi (come pile) in fretta. Dimenticandoci dei proclami dell’estate scorsa («Vogliamo occupare la parte sinistra della classifica», il più gettonato), l’amara verità che affiora da questa retrocessione è una sola: sotto le Mura un’era è finita, occorre cambiare, rinnovarsi. Il passato è stato bello ed emozionante, ma purtroppo è… passato e non torna più.
Ore 19.40 – (Mattino di Padova) Dopo l’addio di Claudio Foscarini, ci si chiede quale sarà il futuro di Stefano Marchetti. Il d.g. scioglierà le riserve nei prossimi giorni. Di sicuro il Cittadella che affronterà la Lega Pro sarà profondamente rinnovato rispetto a quello della serie B. Non è un mistero che una promozione di Edoardo Gorini, quest’anno vice di Foscarini, sia una delle soluzioni più gettonate per la guida della prima squadra, mentre Andrea Pierobon, monumento del calcio granata, potrebbe ritagliarsi un ruolo da dirigente, appendendo i guanti al fatidico chiodo. Difficilmente chi ha mercato potrà rimanere. Particolare la situazione di Michele Pellizzer, a cui va dato il merito di essersi presentato in sala-stampa subito dopo il ko con il Perugia: «Ho tre anni di contratto, dovrò parlare con la società e vedremo che succederà», le parole del capitano. Sulla prestazione scialba offerta contro gli umbri ha aggiunto: «Non ci è stato concesso un rigore sacrosanto e abbiamo saputo che negli altri campi stavano facendo “le torte”. Il morale ne ha risentito». Di fatto, al momento ancora non è stato fissato il giorno del ritrovo per i giocatori, che comunque dovranno ripresentarsi al Tombolato. Massimiliano Busellato, infine, è stato squalificato per una giornata dal giudice sportivo.
Ore 19.30 – (Mattino di Padova) Il gelo al momento del gol di Fabinho. Il coro sempreverde “Andate a lavorare” scandito dagli ultras in tribuna Est, quelli della “Vecchia Guardia”, gli stessi che a fine partita hanno esposto uno striscione eloquente nei pressi dello stadio, con la scritta “Vergognatevi m..de”. Una parte del pubblico che lascia anzitempo il Tombolato. Una parte, in tribuna Ovest, che applaude i giocatori all’uscita dal campo. Chi incita Pierobon, in lacrime. Chi se la prende con Sgrigna, a fine partita trattenuto a stento dal vice-presidente Pavin mentre era diretto, furioso, verso la gradinata. La retrocessione in Lega Pro, inutile dirlo, ha diviso subito i tifosi del Cittadella. Una frattura tra chi comunque ringrazia la società per i sette anni consecutivi trascorsi in serie B e chi, invece, contesta le scelte di una stagione da dimenticare. L’incontro tra i tifosi e una rappresentanza della squadra, previsto per ieri al Tombolato, è stato rinviato a data da destinarsi. E così, il giorno dopo il patatrac, è facebook il punto di riferimento privilegiato per chi vuole esprimere il proprio malumore. Eanche qui la platea si spacca. Tra i bersagli preferiti Foscarini e la dirigenza. Nel profilo non ufficiale del club, Daniele ad esempio scrive: «Ha sbagliato la società a non esonerarlo dopo un girone di andata che faceva pena, gran parte della colpa è sua». Gli replica Enrico: «Quando si scende, la colpa è un po’ di tutti: della squadra, dell’allenatore, che negli ultimi due anni non è riuscito mai a darle un vero gioco ed era convinto di andare ai playoff, di chi fa la campagna acquisti estiva, anche questa sbagliata negli ultimi due anni… Non è solo questione di bilancio (ormai ci sono piccole realtà che vanno in serie A come Frosinone e Carpi), ma di scelte sbagliate e di errori consecutivi e nel calcio chi sbaglia ripetutamente (senza un vero progetto) retrocede». Angelo si chiede: «Foscarini, seppur serio professionista, doveva essere esonerato a metà campionato. Ma che stimoli può avere un allenatore dopo tutti questi anni alla stessa squadra?». Si aggiunge Raffaella: «Finalmente se ne va… e la retrocessione dimostra che doveva essere mandato a casa prima». Ovviamente c’è anche chi lo difende, come Daniele: «Tanto di cappello per quello che ha fatto in questi 10 anni. E poi gli si può anche concedere per una stagione di non aver trovato la quadratura della formazione». O come Bartolomeo: «Grandissimo professionista». O ancora Luca: «Se Pellizzer o Gerardi avessero realizzato quei gol tanto semplici, non sareste qua a criticarlo. Allo stesso modo non capisco quei tifosi che se la prendono con Sgrigna, l’unico insieme a Kupisz e a Minesso in grado di giocare in serie B». Unanimi, invece, i sentimenti suscitati dalle lacrime di Andrea Pierobon a fine match: «Quelle immagini sono le più tristi», scrive Gianluca nella fan page gestita dai suoi sostenitori. «Se tutti avessero giocato come lui, saremmo qui a festeggiare» aggiunge, fra i tanti, Daniele. E anche il sindaco di Cittadella, Giuseppe Pan, aggiunge la sua voce, con una nota ufficiale: «Nonostante l’esito di questa stagione non sia stato positivo, sono certo che già da subito il Cittadella, con tutta la nostra vicinanza, saprà tornare ancora più combattivo per riconquistare il posto che gli spetta in serie B. Abbiamo vissuto questa straordinaria avventura con vivo entusiasmo, merito di una grande squadra gestita sapientemente da una società che ha sempre creduto in questo progetto, valorizzando il vivaio, mantenendo i conti in ordine e lottando sul campo in ogni occasione. A nome dell’Amministrazione comunale vorrei ringraziare la società, il presidente, la famiglia Gabrielli, la squadra e i tifosi per aver sempre combattuto per tenere alto il nome di Cittadella in tutta Italia».
Ore 19.10 – Playoff, serie D girone C: AltoVicentino-Sacilese 4-3. Playout, serie D girone C: Dro-Triestina 1-3 dts, Giorgione-Kras Repen 2-1. Salvezza per Triestina e Giorgione, retrocedono Dro e Kras Repen.
Ore 18.50 – Sala stampa, Marco Cunico: “Volevamo vincere con più di un gol di scarto per arrivare primi, ma il regolamento parla diversamente… Il litigio con l’arbitro? Perché non aveva fischiato qualche fallo prima. Abbiamo dimostrato tutto il nostro valore anche oggi”.
Ore 18.45 – Sala stampa, Salvatore Amirante: “Non potevo chiudere meglio la stagione! Sono contentissimo, ci siamo comportati bene anche oggi! E ci aspettavamo il pareggio dall’altra parte… Il ginocchio? Ho una piccola infiammazione al tendine, adesso posso sfiammarlo… Un bilancio? Non mi aspettavo una seconda parte di stagione simile, è stata una grande annata. La Lega Pro? Spero di dare al Padova una mano anche nella prossima stagione! Sarebbe stupendo giocare in B con questa maglia…”
Ore 18.40 – Sala stampa, Emil Zubin: “Dispiace arrivare primi in classifica e non passare per una regola assurda quale la Coppa Disciplina! Il pareggio tra Maceratese-Siena? Ce l’aspettavamo dai… Ci siamo però congedati nel migliore dei modi dal pubblico. Il futuro? Vediamo, adesso ci rilassiamo e poi valutiamo i serenità il da farsi…”
Ore 18.35 – Sala stampa, Roberto Bonetto: “Abbiamo concluso in maniera bellissima, dimostrando sul campo di essere i più forti. Se si usassero i metri giusti saremmo noi i primi in classifica in base alla differenza reti… Gliel’ho detto al rappresentante della Lnd e anche lui ha detto che la scelta di basarsi sulla Coppa Disciplina è stata errata. I nuovi soci? Abbiamo allargato la base societaria, ci permette di essere più sereni in termini di risorse umane ed economici. Venerdì 5 giugno dal notaio Doria cambieremo la ragione sociale della società diventando società professionistica, e se dalla Federazione arrivasse il benestare cambieremo anche la denominazione. Adesso che la stagione è terminata potremo iniziare a pianificare la prossima stagione… Il direttore sportivo da domani inizierà a lavorare sul serio!”.
Ore 18.30 – Sala stampa, Carmine Parlato: “L’identikit di chi può arrivare? Devono avere la fede, la passione, il rispetto per la maglia e sapere che vengono a giocare a Padova, dandoci dentro ed è quello che i miei ragazzi hanno dato tutto quest’anno. I ragazzi non avevano la puzza sotto al naso, hanno pensato solo a riportare il Padova in Lega Pro. Chi viene a Padova deve essere pieno di valori umani”.
Ore 18.25 – Sala stampa, Carmine Parlato: “Queste squadre le affronteremo anche l’anno prossimo, ma due gare sono troppo poche per capire il reale valore delle formazioni. Oggi abbiamo fatto una gara attenta, contro una signora squadra, i ragazzi hanno fatto in modo di interpretare bene la partita. Adesso faremo in modo di goderci tutti i ragazzi fino al rompete le righe, tra oggi e domani valuteremo il programma fino al rompete le righe. La stagione ha sia la lode, sia la ciliegina. La prima cosa era vincere il campionato, questa era la cosa più importante. Abbiamo portato a casa un risultato primario importante, poi nella Poule Scudetto un’interpretazione di 45′ è andata a influire sul passaggio del turno. Se proprio me la devo prendere con qualcuno è il regolamento, ma tutti, dal primo all’ultimo hanno fatto un campionato strepitoso. Abbiamo portato a Padova la voglia di venire al campo e anche quella simbiosi che ha preso un po’ tutti. Non eravamo in 11 a giocare questa stagione, eravamo in 6mila. I ragazzi hanno capito da subito la piazza e la città. Vacanze? La mia testa adesso è piena di post spegnimento di luci, non sono lucido a giudicare il futuro, di sicuro d’ora in avanti intensificheremo il lavoro per fare le cose in maniera lucida. Tante cosa mi mancheranno adesso, di sicuro mi fa stare male solo il pensiero che qualche ragazzo non potrà continuare il nostro percorso e questo purtroppo è dura da mandare giù, ma bisogna farlo”.
Ore 18.20 – Sala stampa, Carmine Parlato: “Ho donato ai ragazzi della Tribuna Fattori un pezzo dell’abbigliamento che conserva tanti ricordi di questa splendida stagione! Purtroppo non passiamo per un regolamento assurdo, ma abbiamo finito in maniera dignitosa e sono contentissimo per questa vittoria, soprattutto per i ragazzi. adesso si spegneranno un po’ le luci, ma nessuno dimenticherà questi ragazzi, autori di una stagione fantastica. Tutti devono essere ricordati, dai giocatori allo staff tecnico ai magazzinieri alla dirigenza. Il risultato di Maceratese- Siena? Era importante finire bene con la nostra gente, poi la coscienza loro non mi interessa. Noi abbiamo chiuso bene, in vantaggio sulla differenza reti, è un regolamento un po’ assurdo che andrebbe riguardato. Fare 4 punti in un girone e non passare è un peccato”.
Ore 18.10 – Passerella per squadra e allenatore che salutano tutti i tifosi per l’ultima volta in questa stagione.
Ore 18.00 – Termina la partita dell’Euganeo: Padova- Cuneo 2-0. A Macerata, Maceratese- Siena 0-0. Biancoscudati fuori dalla Poule Scudetto che inizierà giovedì. Le altre due semi-finaliste sono Castiglione e una tra Akragas, Fidelis Andria e Lupa Castelli romani che scenderanno in campo stasera.
Ore 15.50 – (Corriere del Veneto) Dodici mesi fa era toccato al Padova. A cui era andata persino peggio di quanto non accada a distanza di un anno al Cittadella, con un doppio salto carpiato all’indietro, nell’inferno della serie D. E la retrocessione in Lega Pro del club granata dopo sette anni consecutivi in serie B, a suo modo, chiude un’epoca. Quella del duo Marchetti-Foscarini che, qualunque sia la decisione del direttore generale circa il suo futuro, è già stata dimezzata. Foscarini lascia, Marchetti chissà e, intanto, guarda un po’ il destino, torna dopo soltanto un anno di assenza il derby Padova-Cittadella. Anche se in pochi lo ammettono, ormai non è più soltanto una questione di rivalità fra giocatori e dirigenze. Sta travalicando i confini della malcelata indifferenza che ha sempre accompagnato i sentimenti dei padovani nei confronti dei cittadellesi. Basta fare un giro nei forum e nelle pagine social dei siti di riferimento dello sport padovano per capire che la retrocessione del Cittadella non è passata sotto silenzio. Anzi, il sentimento che va per la maggiore è l’«occhio per occhio, dente per dente». Sono in molti, infatti, a rinfacciare la mancata solidarietà dopo la mancata iscrizione alla Lega Pro del Padova del duo Penocchio-Valentini del luglio 2014. Ora che siamo a maggio 2015 e che di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, impazzano le baruffe virtuali a colpi di tastiera fra abitanti della stessa provincia e che, forse, non sono mai stati così lontani. E così, fra tifosi che si danno appuntamento «al prossimo derby», si chiude un’epoca e se ne apre un’altra dai contorni indefiniti. Anche perché, sicuramente, i derby tra Cittadella e Padova non sono mai stati indolori. O quasi. Basti pensare alla sconfitta al Tombolato che cosò la panchina biancoscudata a Calori. O alla larghissima vittoria dei granata di Foscarini all’Euganeo, l’anno scorso, con un Padova già nelle secche della zona retrocessione. La cosa più importante, a ben guardare però, è che Andrea Gabrielli giochi già a carte scoperte, evidenziando che non mollerà la presa nonostante la retrocessione. «Retrocedere non è un dramma — spiega — la nostra società è sana e non crolleremo. Abbiamo sempre fatto i conti su tutto, proprio per non incorrere in problemi. Per questo con il paracadute e la nostra oculatezza nei costi, ripartiremo. E proveremo a fare una squadra competitiva per tornare in serie B». Sul derby Gabrielli glissa, magari ne parlerà più avanti, di sicuro il prossimo anno il girone A della Lega Pro potrebbe essere marcatamente a tinte venete, con Padova e Cittadella certo, ma anche Real Vicenza (o Real Treviso), Venezia (se risolverà i problemi economici) e Bassano, se non riuscirà nella scalata alla cadetteria. Allla sfida fra città e provincia pensa già Fabrizio De Poli, un passato nella città murata e un presente in biancoscudato: «Abito vicino e sono molto legato alla famiglia Gabrielli – chiosa – dispiace molto per la retrocessione, avrei preferito aspettare un altro anno e il derby, magari, giocarlo in serie B. Penso che la loro stagione sia girata a Latina. Lì ho pensato che sarebbero potuti retrocedere, purtroppo». Di derby che ritorna parla pure Giancarlo Pavin, tirando un lungo sospiro: «Tornare a giocarlo fa piacere — spiega il vicepresidente granata — soprattutto perchè il Padova ha di nuovo proprietari e dirigenti seri e la loro promozione lo dimostra. Per noi questo è un giorno triste, ma le parole di Gabrielli, che ha già chiarito che rilancerà, sono rassicuranti. Non so cosa farà Stefano Marchetti, ci vuole qualche giorno di riflessione e lui magari ha qualche sirena, ma se vorrà rimanere credo proprio che non ci saranno problemi». E i sindaci? Massimo Bitonci preferisce declinare l’invito, almeno per ora, Giuseppe Pan non si perde d’animo e subito rilancia: «Nonostante l’esito di questa stagione non sia stato positivo, sono certo che già da subito il Cittadella, con tutta la nostra vicinanza, saprà tornare ancora più combattivo per riconquistare il posto che gli spetta in serie B».
Ore 15.10 – (Gazzettino) Prime mosse tra le formazioni di serie D in vista della prossima stagione. ABANO. Ufficiale la riconferma di Massimiliano De Mozzi che guiderà i neroverdi per la terza stagione di fila. «Stiamo facendo un buon lavoro insieme – afferma il direttore sportivo Andrea Maniero – e condivido la sua metodologia. Sul mercato ci muoveremo per un difensore centrale, un centrocampista e una punta per dare esperienza a un gruppo giovane che ha disputato una bella stagione, ma si può sempre migliorare». CAMPODARSEGO. L’allenatore della promozione Antonio Andreucci è stato riconfermato dal presidente Daniele Pagin e dal direttore generale Attilio Gementi, che hanno anche ufficializzato la riconferma del capitano Maurizio Bedin. «Con Andreucci si è creata un’ottima sinergia – spiega Gementi – Al di là del suo valore tecnico che è indiscusso, è ben voluto da tutto l’entourage e mi auguro che possa restare a lungo con noi per portare avanti il progetto. Quanto a Bedin, oltre a essere il capitano della squadra, è una persona di grande fiducia e che conosce molto bene l’ambiente». Dalla prossima settimana inizieranno gli incontri individuali con i giocatori di quest’anno. «Vanno tutti ringraziati per quello che hanno fatto, purtroppo però bisogna fare delle scelte e ci saranno degli addii dolorosi». ESTE. Uscito di scena a testa alta mercoledì dai play off (sconfitta a Piacenza), il futuro di Gianluca Zattarin è ancora da decifrare. Stando ai rumors il suo nome è stato accostato all’Adriese. «Non c’è niente di vero. La prossima settimana mi vedrò con la proprietà dell’Este e avremo modo di parlare un po’ di tutto». Ha chiuso la quinta stagione di fila in giallorosso, è arrivato il momento di voltare pagina? «Dipende dai programmi e dalle intenzioni della società, poi si vedrà. Quest’anno abbiamo fatto qualcosa d’incredibile con un gruppo di giovani che nessuno pensava potesse fare così bene. È stata la stagione più stimolante da quando sono a Este ed è una soddisfazione aver scommesso su ragazzi che adesso possono fare il salto di categoria: Beghetto è già andato alla Spal, altri possono seguire la sua strada. Ho solo un grande rammarico: ci aspettavamo di più da Bonazzoli». Tre i giallorossi seguiti da club professionistici: l’esterno Turea, classe 1997 (31 partite e cinque gol), piace molto al Padova ed è seguito anche da Spal, Carpi e Bologna; il centrocampista Rubbo è nel mirino di Venezia, Spal e Rimini; sul difensore centrale Bagatini Marotti ci sono Trapani e Bassano.
Ore 14.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Nelle sfide che contano, contano i giocatori più forti. Quelli che riescono a spostare gli equilibri, quelli che sanno decidere con una giocata anche un’intera stagione. Ecco perché, in prima fila oggi pomeriggio al Mapei Stadium di Reggio Emilia fra Reggiana e Bassano ci saranno tanti uomini di classe. Fra i tanti primattori Francesco Ruopolo e Luca Giannone da una parte, Angelo Raffaele Nolè e Simone Iocolano dall’altra. A loro toccherà il compito di provare a spostare l’ago della bilancia nell’una o nell’altra direzione in una partita che sarà soltanto il primo piatto in attesa del secondo fra sette giorni al Mercante. «Conosco bene la Reggiana — sorride Nolè, che in estate era stato a un passo dalla firma con il club emiliano — sono stato in contatto con loro quest’estate prima di scegliere di approdare in giallorosso. E’ una squadra compatta che gioca un buon calcio, somiglia molto a noi come caratteristiche. Nel reparto difensivo può contare su giocatori d’esperienza come De Giosa, mio compagno a Terni, che riesce a guidare bene tutto il reparto». Nolè non si aspetta un assalto all’arma bianca della Reggiana, quanto piuttosto una partita a scacchi che potrebbe aprirsi una volta che una delle due contendenti riuscisse a segnare. «Credo sarà una partita molto equilibrata — sottolinea l’ex Ternana — con due gare puoi pensare di gestire meglio, anche se non è nelle nostre caratteristiche ed andremo lì per fare il nostro gioco e conquistare una vittoria. La vittoria di domenica contro la Juve Stabia ci ha caricato ulteriormente. Durante tutto l’arco del campionato ed in questi playoff non siamo partiti con i pronostici a favore, ma come successo in campionato ci siamo tolti molte soddisfazioni col passare del tempo e vogliamo continuare così». Oltre a Francesco Ruopolo, sul fronte reggiano si punta tanto su Luca Giannone, decisivo ad Ascoli con un gol ai supplementari e, senza alcun dubbio, uno degli uomini di maggior spessore tecnico e tattico all’interno dello scacchiere di Alberto Colombo. «Non c’è una squadra favorita in questa partita — evidenzia Giannone — forse solo dopo domenica sarà possibile fare qualche pronostico a seconda di quello che sarà il risultato finale. Il Bassano è davvero un’ottima squadra, Asta è un grande allenatore e fa giocare bene i suoi ragazzi, molto organizzati e con un attacco di sicuro affidamento. Allo stesso tempo ho fiducia nella Reggiana e mi aspetto una grande prova. Abbiamo motivazioni importanti, spero che il pubblico risponda presente e ci aiuti a vincere». Detto che le ultime stime parlano di almeno settemila spettatori oggi al Mapei, gli allenatori hanno entrambi qualche problema di formazione. Una distorsione alla caviglia mette a a forte rischio la presenza di Alessandro Spanò per la partita odierna (fischio d’inizio alle 18 e diretta su Raisport). In dubbio anche Vacca, Asta medita qualche sorpresa di formazione, ma il dubbio principale riguarda le condizioni di Bizzotto, fermato nei giorni scorsi a causa di un risentimento muscolare.
Ore 14.20 – (Giornale di Vicenza) Questi sono i playoff, bellezza, una rumba selvaggia e impazzita che al primo giro ha già liquidato le reginette conclamate e così in un quartetto senza starlette e col Como unico favorito, tutte si sentono aspiranti al trono. La Reggiana dopo aver sventrato l´Ascoli nel suo bunker vola leggera e leggiadra, Bassano invece, sopravvissuto alla grande strizza con la Juve Stabia si sente finalmente baciato dalla luccicanza quasi quanto il Como. E siccome il nuovo regolamento dei playoff ha azzerato i meriti della regular season (vale la differenza reti e non il regolamento delle Coppe nelle due partite), giallorossi e granata si dividono anche il pronostico nel doppio confronto (garadue al Mercante domenica alle 18), con gli emiliani che semmai si fanno preferire per maggiore attitudine e tradizione in questo genere di duelli. Oltre al fatto che oggi nell´imponente Mapei Stadium, teatro pure delle esibizioni interne del Sassuolo in A, sono attese 7 mila anime a spingere la Regia al gran colpo. «Alla fine una delle due partite dobbiamo vincerla per forza se vogliamo andare avanti – argomenta Asta – e allora tanto vale provarci subito. Mettersi a fare calcoli e tirare al pari stasera per delegare tutto a garadue sarebbe rischiosissimo. Meglio se cerchiamo di giocarcela a viso aperto sin dal primo round. La verità, semmai, è che noi e la Reggiana ci assomigliamo parecchio come atteggiamento: entrambe puntiamo a fare gol, loro più di noi vantano forse una tenuta difensiva superiore, sono la migliore retroguardia del girone B e in casa vanno fortissimo e subiscono poco. Ma credo che il Bassano dei giorni belli sia in grado di creargli grattacapi». Rossi è ancora out, tra i pali va Grandi col titolare della Berretti, Scaranto in panca col 12 mentre Bizzotto è recuperato dalla sciatalgia che lo tormenta a giorni alterni. «Mi tengo sempre un paio di dubbi – incalza don Tonino – e comunque per noi esibirci in una cornice di serie superiore ci gasa un casino e vedrete che i miei saranno belli carichi. Mi aspetto un match non troppo tattico ma combattuto, Reggio forse dovrà osare più di noi, ma non dovremo essere ossessionati dall´idea di prendere gol, perchè perdere 1-0 o 2-1 non camba niente, al Mercante dovrai vincere ugualmente. I granata schierano un 4-3-3 che può diventare 4-3-1-2 con Ruopolo, Giannone e lo stesso Petkovic che sanno graffiare». Al Mapei Stadium caleranno 200 irriducibili sistemati in tribuna coperta. Sette anni dopo il testa a testa per la C1 è di nuovo braccio di ferro.
Ore 13.50 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Oggi alle 16 il clima sarà davvero rovente allo stadio comunale di Castelfranco non sarà, o almeno non sarà solo, una questione metereologica perchè la posta in palio tra Giorgione e Kras Repen è altissima e l’attesa per questa sfida senza appello è davvero tanta. Novanta minuti per decidere chi potrà restare in serie D e chi invece dovrà abbandonare la categoria. Gli uomini di Antonio Paganin hanno lavorato a fondo in questi giorni per preparare la partita più importante dell’intera stagione, senza tralasciare alcun particolare. Per la partita contro il Kras il tecnico del Giorgione si dichiara fiducioso anche perché nonostante la batosta subita nell’ultima partita di campionato ha visto una buona condizione della sua squadra che nel primo tempo contro l’Union Ripa aveva dominato la partita. «Arriviamo a questo match nelle migliori condizioni possibili – spiega l’allenatore vicentino -. I ragazzi hanno recuperato dopo la batosta con l’Union Ripa e non vedono l’ora di tornare in campo per dimostrare tutto il loro valore». Il Kras Repen arriva con il morale a mille dopo che ha raggiunto la possibilità di giocarsi i playout nell’ultima mezz’ora dell’ultima partita. «Noi vogliamo questa salvezza con tutto il cuore perchè restare in Serie D ci permetterebbe di dare continuità al progetto che abbiamo avviato con i giovani. Le motivazioni sono tante, abbiamo il massimo rispetto per il Kras Repen ma conosco il valore della nostra rosa e abbiamo le carte in regola per riuscire in questa impresa». Per quanto riguarda la formazione Paganin recupera il capitano Andrea Gazzola, premiato per le 450 presenze in maglia rossostellata nell’ultima partita del campionato, e avrà a disposizione tutta la rosa al completo, ad eccezione di Gianluca Maran, fermo da un paio di mesi. Problemi di abbondanza quindi con il possibile ballottaggio a centrocampo tra Nenzi, che ha trovato maggior spazio nelle ultime partite, e il rientrante Giacomazzi e in difesa tra Rocco Donè e i giovani Dotti e Prosdocimi. Probabile formazione (4-3-3): Bevilacqua, Donè (Prosdocimi), Eberle, Fontana, Vigo, Giacomazzi (Nenzi), Episcopo, De Stefani, Gazzola, Mattioli, Podvorica.
Ore 13.30 – (Tribuna di Treviso) È il giorno del giudizio per il Giorgione. Alle 16 l’Ostani di Castelfranco si trasformerà in un campo di battaglia per la sfida playout tra la formazione di Antonio Paganin e il Kras Repen: chi vince rimane in serie D, chi perde retrocede in Eccellenza. Arbitra Fichera di Catania. In virtù del miglior piazzamento in classifica, il Giorgione ha il doppio vantaggio di giocare tra le mura amiche e di potersi salvare anche in caso di pareggio al termine dei tempi supplementari. Previsto il pubblico delle grandi occasioni, non solo di fede rossostellata. Da Monrupino sono infatti attesi 150 tifosi con due pullman e macchine al seguito, a conferma dell’euforia che si respira nell’ambiente triestino dopo aver acciuffato i playout in extremis, complice la sorprendente sconfitta dei castellani con il Ripa Fenadora. Il Veneto intero tifa Giorgione in ottica ripescaggi, visto che l’eventuale salvezza della società del presidente Orfeo Antonello creerebbe un posto libero in ogni serie regionale. In attacco c’è il rientro di capitan Gazzola, mister Paganin ha tutta la rosa a disposizione ad eccezione del lungodegente Maran. «Il morale è buono», assicura il tecnico dei castellani, «La delusione dopo l’ultimo match di campionato è stata riassorbita molto più velocemente di quanto pensavo. In queste due settimane abbiamo disputato un paio di amichevoli in famiglia e una con il Mellaredo: i test hanno confermato che stiamo bene a livello fisico. Siamo sufficientemente tranquilli per affrontare al meglio lo spareggio, dove riemergeranno aspetti emotivi, ma il gruppo ha già pagato lo scotto con il Ripa Fenadora». «Avremo due risultati disponibili su tre ma non dobbiamo fare calcoli, basti pensare che l’anno scorso sono retrocessi i club che hanno disputato gli spareggi in casa», continua Paganin, «Noi per abitudine proviamo ad imporci, non a caso abbiamo pareggiato poche volte, anche se questa potrebbe essere una gara più tattica. Vogliamo mantenere la categoria perché si aprirebbe una pagina importante: si darebbe continuità al progetto giovani, e sarebbe tutto più semplice visto che il gruppo ha fatto esperienza». Parliamo del Kras Repen. «Nel girone di ritorno è migliorato molto ed è una squadra che ha raccolto in trasferta la maggior parte dei punti. Questo perché fuori casa di solito non sei chiamato a fare la partita, è più facile giocare di rimessa. Si tratta di una compagine esperta, come dimostra la carta d’identità». Nel Kras allenato da Anton Zlogar (ex giocatore della nazionale slovena), il portiere Mosetti è ko per l’influenza, recuperato l’esterno alto Tawgui, infortunati Rondinelli, Rabbeni e Slavec. La formazione probabilmente ricalcherà quella vista a Chioggia. I precedenti sorridono al Giorgione, con tre vittorie e un pareggio negli scontri diretti. Giorgione (4-3-3): Bevilacqua; Dotti, Vigo, Donè, Eberle; De Stefani, Nenzi, Mattioli; Podvorica, Gazzola, Episcopo. Alberto Zamprogno
Ore 13.00 – (Il Piccolo) È arrivato il giorno della verità per l’Unione. Spesso, durante la stagione, si è parlato di partite in cui si doveva vincere o morire: beh, stavolta è veramente così, nel vero senso della parola. Perché la Triestina per restare in serie D dovrà uscire oggi dal campo di Dro (inizio ore 16, arbitra Mansi di Nocera Inferiore) superando l’avversario, che invece, in virtù del miglior piazzamento in campionato, ha due risultati su tre a disposizione. Se la squadra di Ferazzoli non riuscirà a prevalere nei 90 minuti regolamentari, in caso di parità ci saranno i supplementari: ma se anche al termine dei 120 minuti sarà pareggio, la Triestina sarà retrocessa in Eccellenza. Scenario da incubo a cui i tanti tifosi alabardati che si metteranno in marcia verso il Trentino non vogliono nemmeno pensare: già, perché se il Dro avrà il vantaggio dei due risultati su tre, va detto che il cosiddetto fattore campo sarà annullato. Il terreno di gioco, che sarà probabilmente molto pesante considerate le abbondanti piogge dei giorni scorsi e gli allenamenti che il Dro ha continuato a effettuare sullo stesso campo, sarà quello che i trentini conoscono a memoria, ma il contorno sarà tutto a favore dell’Unione, con la tifoseria alabardata che avrà una schiacciante superiorità di presenze: 200 i sicuri di esserci, ma se molti si decideranno all’ultimo si spera di arrivare anche a 300 presenze. I precedenti con il Dro non sono molto confortanti: 1-1 all’andata e scialbo 0-0 al ritorno a Rocco nell’esordio di Gagliardi in panchina. E tra l’altro il Dro è specialista proprio in pareggi (ne ha ottenuti ben 14 in stagione, caratteristica in cui è secondo solo all’Unione che ne ha totalizzati 16), proprio il risultato che oggi sarebbe utile alla squadra di Manfioletti. Ma la Triestina ha le chiavi per scardinare la roccaforte trentina. Ferazzoli infatti ha tutti gli elementi a disposizione e rispolvererà quel 4-3-1-2 che durante la stagione gli ha dato le maggiori soddisfazioni. In porta tornerà il ristabilito Di Piero, mentre al centro della difesa si riformerà la coppia formata da Piscopo e Fiore. Molti più dubbi nelle due caselle occupate dai terzini, dove i ballottaggi verranno risolti solo alla vigilia: a destra Crosato solo questa settimana ha raggiunto la squadra in ritiro, mentre Ventura ultimamente è cresciuto molto e potrebbe avere buone chance. Sulla sinistra Giannetti assicura maggiore protezione mentre Celli più spinta, ma ultimamente quest’ultimo è stato spesso afflitto da acciacchi fisici. Senza dimenticare l’opzione Arvia, un jolly buono sia in difesa che a centrocampo. Se Ferazzoli sceglierà di tenerlo come arma da giocarsi a partita in corso, in centrocampo spazio a Spadari come playmaker centrale con Bedin e Proia mezzali. Pochi dubbi davanti: Manzo farà il trequartista dietro a Rocco e MIlicevic. Le delusioni dei play-out e degli spareggi degli ultimi anni, sono arrivate sempre allo stadio Rocco: forse giocarsi tutto in trasferta può non essere un male. E i tifosi alabardati sperano stavolta di poter festeggiare. Di tutto il resto, se ne parlerà da domani in poi.
Ore 12.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Come l’anno scorso, il Pordenone ruba la scena alla Sacilese. È un peccato perchè la finale triveneta dei playoff meriterebbe ben altra visibilità. E come l’anno scorso sarà ancora Altovicentino (ex Marano) contro Favret e compagni. Si gioca questa volta allo “Stadio dei fiori” di Valdagno (inizio alle 16). Gara secca. Ai berici basterà il pareggio (dopo gli eventuali supplementari) per passare alle fasi nazionali in virtù del secondo posto conquistato al termine della stagione regolare (Sacilese terza). RIVITALIZZANTE – A ridare un senso a questa e alle altre gare dei playoff è stato “Dirty Soccer” con la sua trentina di società di Lega Pro e serie D coinvolte. Nessuno sa cosa succederà, come verranno cambiate le classifiche e quali saranno le conseguenze per uomini e società coinvolte. Potrebbero aprirsi nuove e inattese opportunità di “promozione” per chi arriverà sino in fondo. Non è questa un’ambizione di Presotto e soci (in cerca di disimpegno), ma potrebbe esserlo per Dalle Rive, presidente dei bianconeri. Facile quindi che, sbollita la delusione del secondo “secondo posto”, in campo si presenti (recuperato anche Dal Dosso) un undici vicentino combattivo. STUPIRE – Non sarà da meno la Sacilese che vuole stupire ancora. «Gli stimoli – afferma Carlo Marchetto – arrivano dal fatto che è sempre una finale, anche se di zona e che davanti avremo uno squadrone. Vero che noi abbiamo nelle gambe i 120′ di metà settimana con il Belluno (4-1). Loro però – sorride e spera il tecnico – potrebbero essere arrugginiti dalla lunga pausa (l’ultima gara ufficiale dell’Altovicentino è stata l’1-1 a Padova del 10 maggio, ndr)». E se dovesse essere colpaccio come l’anno scorso, quando fu proprio la Sacilese a eliminare i vicentini? Sorride ancora Marchetto. «Ci penseremmo da lunedì – risponde -. Sarebbe pur sempre una vetrina per tutti». Oggi giocheranno Favaro fra i pali, Mboup, Baggio e Biasi Manolache in difesa, Craviari, Favret, Boscolo Papo e Beccia in mezzo, Spagnoli e i due ex vicentini Beccaro e Sottovia in attacco.
Ore 12.10 – (Messaggero Veneto) Da un lato si sta pensando al futuro: la proprietà, cioè la famiglia Presotto, se trova un acquirente cede il club. Dall’altro, però, c’è ancora un “qui e ora” ruggente da vivere. Sacilese oggi in campo per la finale del girone C di serie D di play-off. La squadra di Marchetto è di scena a Valdagno, al cospetto dell’Altovicentino. Il via alle 16. Un solo risultato a disposizione, la vittoria. In caso di parità avanzano i bianconeri, in virtù del miglior piazzamento in campionato (secondo posto contro terzo). E’ il remake dell’atto conclusivo del 2014: un anno fa, terminò con goleada liventina. A metà. Non è un periodo facile, in casa Sacilese. Il futuro del club è incerto. La proprietà è arrivata al classico bivio, ovvero continuare a tenere la società o cederla. In questo momento prevale la seconda opzione: il problema è trovare qualcuno. Circolano voci, da una cordata romana a una locale con l’avvocato Mazzarella a fare da tramite. Per ora solo timidi interessamenti. E la famiglia Presotto esce di scena soltanto se l’acquirente è serio: sente una forte responsabilità nei confronti della città e delle famiglie che hanno affidato loro i ragazzi del vivaio. La gara. Nel contesto si inserisce il match. Ecco: la Sacilese che gioca, lo fa per vincere. Mercoledì scorso ha schiantato il Belluno, un 4-1 senza storie, con la prima mezz’ora di calcio-champagne. «Passare il turno, perché no? – attacca il tecnico, Carlo Marchetto –. I ragazzi hanno già dimostrato di avere energie fisiche e mentali. Sarà difficile, perché noi abbiamo solo un risultato, ma sono sicuro che faremo una bella figura». L’Altovicentino l’anno scorso venne annichilito: «Ma fu una gara diversa – avverte Marchetto –. Perché i bianconeri arrivarono dopo aver perso il campionato all’ultima giornata col Pordenone. Ora è diverso, sanno di affrontare i play-off da molto tempo. Noi abbiamo le nostre armi, proveremo a usarle». Le ultime. In tribuna, con tutta probabilità, ci sarà Mauro Zironelli: è della zona, è il fresco ex, è il candidato numero uno a prendere in mano l’Altovicentino. Illustre ospite sugli spalti. La Sacilese andrà a giocare nella stessa versione anti-Belluno. Nessun indisponibile, tutti al top. Ecco il 3-4-3 odierno: Favaro; Mboup, Baggio, Biasi Manolache; Craviari, Boscolo Papo, Favret, Beccia; Spagnoli, Sottovia, Beccaro. Ancora da stabilire la prossima avversaria (sorteggio): di certo c’è che si gioca domenica 31 maggio.
Ore 11.50 – (Giornale di Vicenza) O dentro o fuori. È il giorno della verità, quello che dirà, attraverso la Sacilese, se fu vera gloria l´Altovicentino ammirato all´Euganeo all´ultima di regular season o se ancora una volta i sogni di capitan Pozza e compagni si spegneranno all´alba dei playoff. Scongiuri doverosi. Ancor di più se si pensa alla storia recente di questa sfida, con i biancorossi friulani diventati ufficialmente bestia nera proprio nel maggio scorso, all´inizio del mini campionato per avvicinare la Lega Pro. Allora l´Alto era Marano, giocava al Pietro Berto ed aveva in panchina Enrico Cunico ed i bomber Sottovia e Beccaro, oggi punte di diamante della formazione avversaria. Certo, a guidare la Sacilese non c´è più Mauro Zironelli ma non è detto che sia un vantaggio. «Se guardiamo alle ultime 10 partite – commenta il tecnico Diego Zanin – loro hanno finito in crescendo di risultati».Una squadra, dunque, ostica per tradizione e condizione fisica e mentale da affrontare ancor più concentrati. Con Logofatu unico dubbio per una infiammazione, e Dal Dosso e Peluso nuovamente arruolabili, seppure senza i 90´ nelle gambe, Zanin ha solo problemi di scelta. Si gioca alle 16 al Fiori di Valdagno – gli abbonamenti non valgono più – e sarà partita secca con l´Altovicentino che può contare su due risultati su tre. Dunque, niente supplementari o rigori, in caso di parità dopo il triplice fischio finale bye bye Sacilese. «I ragazzi si sono allenati con molta concentrazione, hanno capito che loro non solo sono una squadra resa esperta da gente come Beccia e Favret, con un ottimo portiere e due punte insidiosissime, ma soprattutto giocheranno senza pressioni mentali». Questione di testa e di continuità, magari davanti a 7.000 padovani è più facile esaltarsi e giocare da leader: «Noi – conclude Zanin – dobbiamo fare conto sulle nostre forze e sulla nostra convinzione. Vedo una crescita importante, anche da parte dei giovani, però occhio basta un errore. A Sacile, nonostante il rigore e l´espulsione, sbagliammo quattro palle gol davanti alla porta, cosa che ora sono certo non faremo più».
Ore 11.20 – (Gazzettino) Va al Padova il primo round per accedere ai quarti di finali del campionato juniores nazionale. Avvincente e combattuto l’incontro giocato all’Appiani con la tribuna gremita di tifosi. La prima occasione è per Dechechi su un’indecisione di Vanzato, recupera in extremis un difensore che si oppone con il corpo al tiro dell’attaccante. Al 7′ Dovico si libera bene, il suo destro sibila a fil di palo. Poi Minozzi lancia Giuliato il cui tiro-cross attraversa tutta l’area di porta. Al 35′ ancora in evidenza Giuliato: il suo sinistro, toccato da Schievano, si infrange sul palo. Tre minuti più tardi pericolosa punizione di Dechechi, leggermente alta. Poco prima dell’intervallo Vanegas calcia di forza dalla distanza, Schievano si salva in angolo. La ripresa si apre con una tempestiva uscita con i piedi di Schievano su Babolin lanciato a rete. All’11’pennellata su punizione di Fanelli per Babolin che da due passi non centra la porta. Al 13′ Marcandella esplode il destro: palo pieno con la palla che rimbalza sulla schiena di Schievano e finisce in angolo. È il preludio alla rete che arriva con un destro da antologia di Minozzi. Accusa il colpo il San Paolo. E al 18’ Dovico, imbeccato da Giuliato, raddoppia con un bel diagonale. Il Padova rallenta e lascia il pallino nelle mani dei padroni di casa che malgrado l’impegno faticano a rendersi pericolosi. Buona la direzione di Biffi in una gara corretta. Da segnalare le prestazioni di Pigozzo e Dechechi per l’Atletico San Paolo e di Materazzo e Minozzi per il Padova. Mercoledì sempre all’Appiani (inizio ore 16) la gara di ritorno.
Ore 10.50 – Probabile formazione Padova (Gazzettino): Petkovic; Bortot, Sentinelli, Niccolini, Salvadori; Nichele, Fenati; Ilari, Cunico, Petrilli; Zubin.
Ore 10.40 – (Gazzettino) Anche il Cuneo cova qualche speranza. «Verranno per giocarsela con molta lealtà e sportività, sarà una partita aperta a tutti i risultati. Mercoledì hanno fatto il 4-3-3, ma durante la stagione hanno applicato quasi sempre il 4-3-1-2. È una squadra che gioca un calcio pulito e allo stesso tempo concreto e di qualità. Di sicuro dobbiamo prestare attenzione soprattutto alle loro individualità in attacco, dove rientra anche Franca», assente mercoledì. Iacolino, tecnico dei piemontesi, è stato suo allenatore ai tempi della Viterbese. «Lo saluterò con affetto prima della partita dato che lo stimo da molti anni e gli dirò: “mister, oggi ti batto”». Tornando ai biancoscudati, Ferretti e Dionisi sono squalificati, Amirante ha effettuato la rifinitura e dovrebbe andare in panchina. Spazio dall’inizio a Petrilli, mentre a centrocampo potrebbero partire Fenati e Nichele. All’intervallo della partita sarà premiata la squadra di pallanuoto femminile del Plebiscito che ha appena vinto lo scudetto.
Ore 10.30 – (Gazzettino) «Prepariamoci come sempre per fare bottino pieno e se dovesse arrivare una buona notizia da Siena, saremo felicissimi». Quanto crede alla possibilità di qualificarsi? «È già difficile portare a casa i tre punti e mi concentro su questo. Poi, ripeto, se dovesse arrivare una buona notizia, sarebbe un premio ulteriore alla nostra bella annata». Dopo la vittoria del Castiglione mercoledì ha notato un calo di tensione all’interno dello spogliatoio? «Siamo professionisti e dobbiamo credere di portare a casa la vittoria, questo ho cercato di inculcare nella testa dei ragazzi. Poi le altre situazioni non dipendono da me, ma sono fiducioso e conto su Morgia (tecnico del Siena, ndr), che è una persona molto seria». Parlato si sofferma anche sull’ultimo scandalo del calcioscommesse. «Il calcio italiano deve fare tabula rasa di certi faccendieri e operatori di mercato che fanno determinate cose. È giusto metterli dietro a una porta e buttare via la chiave».
Ore 10.20 – (Gazzettino) Il Padova affronta con il Cuneo l’ultima partita stagionale all’Euganeo e incrocia le dita nella speranza di accedere alle Final Four della Poule scudetto in programma la prossima settimana a Macerata. Una vittoria con i piemontesi non bastarebbe per passare il turno come migliore seconda, ma è anche necessario che lo scontro diretto Siena-Maceratese (girone B) non termini con un pareggio, risultato che consentirebbe a toscani e marchigiani di qualificarsi come prima e migliore seconda grazie a una migliore classifica nella Coppa disciplina. Anche il Cuneo (battuto 2-1 mercoledì dal Castiglione) non è però fuori dai giochi per passare come migliore seconda nel caso in cui dovesse sbancare l’Euganeo e da Siena dovesse arrivare la vittoria di una delle due squadre, sempre in virtù del migliore piazzamento in Coppa. «Ho detto ai ragazzi di goderci fino in fondo il nostro pubblico nell’ultima partita in casa e di andare a prenderci i tre punti – sottolinea Carmine Parlato – Anche se verrebbe da pensare che vincere non possa servire, dobbiamo crederci e non lasciare nulla al caso per non dover eventualmente recriminare a fine gara».
Ore 10.00 – Probabile formazione Padova (Mattino di Padova): Petkovic; Bortot, Sentinelli, Niccolini, Salvadori; Nichele, Fenati; Ilari, Cunico, Petrilli; Zubin.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Con il pari passerebbero sia Maceratese che Siena: non vuol credere al “biscotto”? «Dopo quanto è successo in settimana con la vicenda calcioscommesse, penso che il calcio italiano debba fare tabula rasa di certi atteggiamenti e di certi personaggi. Starà alla loro coscienza, il mio augurio è che si comportino come hanno fatto per tutta la stagione. Conosco Morgia (il tecnico del Siena, ndr), so che ha sempre avuto una lealtà unica». La sua squadra come sta? «L’entusiasmo si è un po’ spento, ma è comprensibile. Quella di oggi sarà comunque una partita aperta a tutti i risultati, perché nemmeno il Cuneo è spacciato e, anche se poche, ha ancora possibilità di passare il turno, quindi verrà qui per vincere». Che avversario si aspetta? «Il rientro di Franca, 27 gol quest’anno, per loro è molto importante. E poi c’è Iacolino, che era il mio allenatore alla Viterbese: lo stimo molto, è esperto, lo rivedrò con piacere ma poi cercherò di batterlo».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Ma la speranza che giovedì 28, e magari pure sabato 30, possano esserci altre due partite da giocare, cozza ancora una volta contro il Siena: se i toscani pareggeranno a Macerata, saranno qualificati, al pari dei marchigiani, alle semifinali Scudetto e la stagione per Cunico & C. sarà conclusa. «E se accadrà, il dopo sarà un po’ malinconico», ammette il tecnico alla vigilia. «Nessuno di noi vorrebbe vedere spegnersi le luci su quest’annata, ma anche i saluti fanno parte del gioco. Ecco perché oggi vogliamo goderci sino in fondo il nostro stadio e i nostri tifosi, e per loro portare a casa l’ultima vittoria». La qualificazione alle semifinali, tuttavia, è appesa ad un filo… «Per non lasciare spazio ai rimpianti, prima di tutto battiamo il Cuneo e facciamo il nostro dovere, dopo vedremo cosa sarà successo a Macerata. È difficile, ma non impossibile. Dobbiamo crederci, ma prima di tutto dobbiamo credere di poter battere i piemontesi». Sia sincero, quanto ritiene possibile la qualificazione? «Non lo so, ma se arrivassero buone notizie da Macerata saremmo tutti ben lieti di andarci a giocare la fase finale. Sarebbe un’ulteriore gratifica per l’annata disputata».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Esattamente un anno fa, il 25 maggio 2014, il Padova di Michele Serena cadeva a Siena alla penultima giornata e salutava la Serie B, immergendosi in quella che sarebbe stata l’estate più nera della sua storia. Sono bastati solo dodici mesi e in un colpo solo l’onta della scomparsa dal calcio professionistico è stata cancellata dalla cavalcata inarrestabile della Biancoscudati Padova, l’angoscia per la perdita di 104 anni di storia ha lasciato spazio al redivivo entusiasmo della città, e pure lo stadio Euganeo, l’anno scorso terra di conquista, è diventato un fortino inespugnabile. È dal 9 maggio 2014 (Padova-Cesena 0-1) che in viale Rocco non si assaggia il sapore amaro della sconfitta casalinga. E, comunque vada, quella di oggi contro il Cuneo sarà l’ultima apparizione davanti al pubblico amico della squadra di Parlato: senza gli squalificati Ferretti e Dionisi e con Amirante a mezzo servizio, il Biancoscudo saluta i tifosi che l’hanno sostenuto in questa magica stagione.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Glissa, ricama e cuce, Parlato, stando ben attento a non debordare, perché non è nel suo stile e perché ha voglia di chiudere comunque vada altrove in bellezza: «Il Cuneo è una squadra di qualità — evidenzia l’allenatore biancoscudato — guidata da un allenatore esperto e vincente. Oltretutto lo ritrovo dopo tanti anni perché mi ha allenato a Viterbo, lo saluterò con affetto e poi cercherò di batterlo sul campo. Rientra il loro bomber França e possono contare su due ottimi centrali difensivi ed un centrocampo solido. Sarà la nostra ultima battaglia in casa». Salvatore Iacolino, tecnico di un Cuneo ancora scottato dalla beffa patita per mano del Castiglione, non ha intenzione nonostante la certa eliminazione, di andare a Padova in gita: «Anche mercoledì nonostante la sconfitta – sottolinea – abbiamo dimostrato di avere gamba e avremmo meritato di più». Fischio d’inizio alle 16.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) La voglia sarebbe quella di avanzare ancora, la realtà dice che al Padova non basta neppure una vittoria per coltivare la certezza di poter agganciare le semifinali per lo scudetto dilettanti. Bisogna per forza di cose guardare anche in casa altrui e cioè a Maceratese-Siena, che dovrà obbligatoriamente terminare con un risultato diverso dal pareggio, sperando che all’Euganeo i biancoscudati facciano bottino pieno, con qualsiasi scarto. «Ritengo riduttivo parlare di cose antipatiche – taglia corto Carmine Parlato, riferendosi in tutta evidenza all’ipotesi di “biscotto” fra le due rivali che passerebbero pareggiando entrambe il turno – soprattutto tenendo presente cosa c’è stato in passato e cos’è successo in settimana. Guardo innanzitutto in casa mia e poi qualora dovesse finire in pareggio ognuno potrà fare le proprie considerazioni…».
Ore 08.38 – Serie D girone C, secondo turno playoff: Sacilese-Belluno 4-1. Nel prossimo turno (in programma domenica 24 maggio) l’AltoVicentino ospiterà la Sacilese.
Ore 08.36 – Poule scudetto, prossimo turno (domenica 24 maggio). Girone Nord: Padova-Cuneo (riposa Castiglione). Girone Centro: Maceratese-Siena (riposa Rimini). Girone Sud: Fidelis Andria-Akragas (riposa Lupa Castelli Romani).
Ore 08.34 – Poule scudetto, i risultati della seconda giornata: Cuneo-Castiglione 1-2, Rimini-Maceratese 0-5, Lupa Castelli Romani-Fidelis Andria 4-3.
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Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Icone Vintage, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 23 maggio: rifinitura per i Biancoscudati, Amirante torna in gruppo.