Doveva finire allo sprint e volata è stata sul traguardo di Jesolo. La 13a tappa del Giro d’Italia, condensa emozioni incredibili negli ultimi chilometri, vede trionfare Sacha Modolo (Lampre Merida), trevigiano di Conegliano che si impone davanti a Giacomo Nizzolo e al veronese Elia Viviani e a causa di una caduta sul finale muta la classifica generale. La nuova maglia rosa finisce sulle spalle di Fabio Aru, con Contador che scivola al secondo posto. Una tappa bagnata, con la pioggia e le temperature che hanno ricordato più una classica del Nord che una corsa di primavera inoltrata. Una frazione di trasferimento, animata sin dai primi chilometri da una fuga a tre: Marco Frapporti (Androni-Sidermec), Rick Zabel (BMC), Jerome Pineau (IAM) hanno racimolato un vantaggio massimo di 2’ 30’’ e sono stati ripresi a 17 km dal traguardo. A San Giorgio delle Pertiche anche il fuori programma di un passaggio a livello chiuso che ha bloccato per qualche minuto la testa della corsa. Nessun gran premio della montagna nel percorso piatto come solo la pianura veneta può offrire. Due i traguardi volanti ad animare la corsa. A Santa Maria di Sala, dopo 58,4 chilometri si è imposto Frapporti, a Mestre dopo 77,3 km a transitare per primo è stato Rick Zabel. A 3,2 km dal traguardo una maxi caduta coinvolge diversi corridori, tra cui il leader Albero Contador che giunge all’arrivo con 40’’ di ritardo e perde la maglia rosa a favore di Fabio Aru (+19’’ sul pistolero). Tantissimi i tifosi e appassionati che sfidando il maltempo, si sono assiepati lungo i chilometri percorsi. Diversi i paesi imbandierati con striscioni, palloncini e gonfaloni di colore rosa. Archiviato lo sprint di Jesolo, domani è in cartello la tappa più importante delle quattro in Veneto. Alle 12.00 scatterà la cronometro individuale da Treviso a Valdobbiadene. Nelle strade del prosecco i corridori lotteranno contro il tempo lungo i 54,9 chilometri immersi nella Marca. Una frazione tra le più attese che richiamerà migliaia di tifosi, sperando nella clemenza del meteo.
Corriereveneto.it, Andrea Pistore