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Ore 21.10 – (Trentino) Il Mori Santo Stefano riparte (e non poteva essere altrimenti) da Davide Zoller. Archiviata la stagione in serie D, la società lagarina ha rinnovato l’accordo con l’allenatore lagarino che, dunque, siederà sulla panchina tricolore per il terzo anno di fila. Assieme a lui è stato confermato in blocco lo staff tecnico: il “vice” di Zoller sarà l’emergente Federico Diener, che guiderà anche la formazione Juniores d’Elite, mentre Massimo Modena ricoprirà il ruolo di assistente tecnico. Il preparatore atletico sarà Leonardo Bertolini, mentre Mauro Chiusole si dedicherà ai portieri e Mauro Mazzurana sarà il fisioterapista al servizio della prima squadra. «Ripartiremo dai tecnici Davide Zoller e Federico Diener – spiega il direttore sportivo moriano Pietro Addeo – e dallo staff tecnico che nell’ultima stagione ha operato benissimo. Non era certamente scontato dopo una stagione complicata e intensa, ma alla fine siamo riusciti a chiudere il cerchio: la serie D è stata, in ogni caso, un’ottima esperienza e ha rappresentato un eccezionale banco di prova per i tanti giovani del vivaio che hanno esordito in un torneo extraregionale. Era fondamentale non intaccare il bilancio societario e ora possiamo lavorare serenamente per costruire la nuova squadra. La rosa sarà un perfetto mix tra elementi esperti e giovani di belle speranze: il nostro obiettivo è quello di ben figurare in Eccellenza». Addeo si è già messo al lavoro per potenziare l’organico: verrà confermato quasi in blocco l’organico della serie D con un innesto di “peso” in ogni reparto.
Ore 20.50 – (Tribuna di Treviso) Sembra destinato a interrompersi il matrimonio fra Daniele Pasa e il Montebelluna. Le insofferenze primaverili non sarebbero state compensate dalla conquista anticipata della salvezza e dalla vittoria nella classifica dei giovani per il secondo anno consecutivo. I bene informati ritengono che le possibilità di rivederlo sulla panchina biancoceleste per la terza stagione di fila siano ormai ridottissime. L’incontro fra Pasa e il presidente Marzio Brombal della settimana scorsa si è chiuso con un nulla di fatto e i prossimi giorni non riserveranno novità, visto che il numero uno di via Biagi è negli Stati Uniti per lavoro e ha rimandato ogni decisione alla settimana ventura. Alla società montelliana, stando a quanto trapela, avrebbero preferito un tecnico più “aziendalista”: nelle ultime giornate, a salvezza acquisita, pensavano di veder debuttare qualche altro ragazzino del vivaio. Le alternative restano Checco Feltrin, protagonista del miracolo Union Pro, e Loris Bodo, due anni fa al timone del Mezzocorona. Il destino di Feltrin è legato però a doppio filo a quello dell’Union Pro, a caccia di soci per garantirsi il proseguimento dell’avventura in serie D o destinata a “retrocedere” in Eccellenza, in virtù del possibile scambio di titoli sportivi con la Mestrina. La stagione del Montebelluna, nel contempo, si è conclusa con l’amichevole persa 3-1 con la Rappresentativa Juniores del Veneto. Per i biancocelesti di Pasa, è andato in gol Cecchel. L’ultima partita con il Monte, forse, per il tecnico di San Gaetano.
Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Nicola Giusti è stato confermato alla presidenza dell’Acd Union Ripa La Fenadora. La decisione, che già era nell’aria, è stata presa lunedì dal nuovo consiglio direttivo al termine dell’assemblea dei soci della società neroverde. Una riunione che ha portato al voto i 40 soci dell’Union e alla nomina dei nuovi nove membri del consiglio direttivo: la squadra che guiderà le sorti societarie nelle prossime tre stagioni sportive. Nei vari addii dei consiglieri spicca soprattutto quello dell’eclettico direttore sportivo Alberto Faoro, persona che ha contribuito a portare la società ai livelli odierni e che ancora non è stato sostituito anche se gli indizi portano verso Marcello Bizzotto. La società ha reso noto il risultato dell’assemblea attraverso un breve comunicato pubblicato nel pomeriggio di ieri sul sito internet ufficiale unionripalafenadora.it. Giusti preferisce non rilasciare dichiarazioni, ci pensa allora il suo nuovo vice: «Sono contento dell’opportunità che mi è stata data – commenta Davide Fent, avvocato di professione, vice presidente fresco di nomina – e spero di contribuire al meglio con le mie capacità in tutto quello che riguarda gli aspetti tecnici, pratici, burocratici. Questo movimento calcistico è diventato ormai grande ed è difficile da gestire. Prima la società ha lavorato più di sostanza che di forma, ora invece si darà importanza anche alla seconda componente». Fent aveva già lavorato con l’Union in quella che era stata definita l’operazione-Boscherai, collegando tutti i soggetti coinvolti nel progetto che ha portato il sintetico sul campo pedavenese. «Sarà una bellissima avventura animata anche dalla mia passione per il calcio e dall’amicizia che mi lega al presidente – insiste Fent -. Il nuovo consiglio è eterogeneo: una giusta dose di esperienza e novità che farà bene all’Union». Nei prossimi giorni si terranno le riunioni del consiglio per definire i ruoli tecnici e per impostare il programma sulla rosa dei giocatori.
Ore 20.10 – (Corriere delle Alpi) Nicola Giusti rimane il presidente del Ripa Fenadora fino al 2018, dopo essere stato rieletto dal consiglio di amministrazione votato dall’assemblea dei soci, che di fatto non ha riservato sorprese. Niente scossoni, né cambiamenti al vertice, con i ruoli confermati di presidente (Giusti appunto) e anche di direttore generale, che sarà sempre Mario Dal Soler. Volti nuovi. Fanno il loro ingresso Davide Fent, che è stato eletto vicepresidente, Fabrizio Monticello ed Enrico Rech, mentre è uscito Alberto Faoro, ma era logico dopo le dimissioni da ds. Quella del ds è la casella da riempire. Dovrebbe essere Marcello Bizzotto, ma il il consiglio si è preso un po’ di tempo. Consiglio direttivo. Sono una quarantina i soci che lunedì hanno eletto nove membri: Moreno Colmanet, Edy Pietro Dalla Gasperina (che è il segretario), Mario Dal Soler, Mauro De Menech, Davide Fent, Nicola Giusti, Fabrizio Monticello, Enrico Rech e Andrea Sagrillo, in rigoroso ordine alfabetico. Il numero è diminuito rispetto a prima, visto che tra i passati consiglieri c’erano Nicola Cittadella, Daniele Conz, Giorgio Scopel, Stefano Andreazza, Flavio Perotto, Libero Zuglian, Lener Cappellaro, Giorgio Slongo, Roberto Bonan, Denis Rech e Roberto Chin. All’Union nuovo (vecchio) presidente. Era nell’aria la conferma di Nicola Giusti ed è andato tutto secondo copione. Con Mario Dal Soler che resta direttore generale della squadra prosegue così il binomio tra i due artefici della fusione tra il Seren La Fenadora e il Ripa 2000 che dal luglio 2008 ha dato vita all’Union Ripa Fenadora. Un avvicendamento c’è nel ruolo di vicepresidente: Davide Fent subentra ad Andrea Sagrillo, che resta comunque consigliere.
Ore 19.50 – (Il Piccolo) Crescita complessiva della squadra, assetto tattico azzeccato da Ferazzoli, capacità di fare gruppo: sicuramente tutte cose importanti nel positivo girone di ritorno alabardato. Ma se la Triestina da dicembre in poi ha viaggiato con un passo da metà classifica, buona parte del merito va soprattutto a Daniele Rocco, il bomber capace di andare in rete 10 volte nelle sue prime 11 partite in alabardato. Con queste premesse, l’uomo chiave del play-out che si gioca domenica a Dro, è proprio l’attaccante monfalconese. E la speranza è che con quella doppietta di Legnago, Rocco si sia ritrovato. Già, perché poi il bomber, dopo quella raffica di reti, è rimasto a digiuno per oltre due mesi, ritrovando la rete proprio nell’ultima giornata di campionato e portando il suo bottino complessivo a 12 realizzazioni. Se dalla partita con il Giorgione di inizio marzo in poi l’attaccante ha pagato un fisiologico calo fisico dopo aver tirato la carretta dell’attacco alabardato quasi da solo per tre mesi, non gli ha certo agevolato l’arrivo di Gagliardi sulla panchina alabardata. Il tecnico cosentino, oltre a schierarlo spesso da esterno puro nel 4-3-3, non proprio il suo ruolo, lo catechizzava con precisi movimenti da rispettare, ingabbiandone l’estro e l’inventiva. Il risultato è che per quattro partite Rocco è apparso l’ombra di se stesso, riuscendo a ritrovare un po’ di brio appena veniva spostato in mezzo o quantomeno più vicino alla porta. Forse sarà un caso, ma appena esonerato Gagliardi, pur in un modulo pressochè identico ma almeno lasciato libero di svariare, a Legnago la punta ha ritrovato la via della rete con una doppietta. La buona notizia è quindi non solo la ritrovata vena realizzativa di Rocco, ma anche il fatto che adesso a dirigerlo in panchina è tornato Ferazzoli, il tecnico che lo conosce meglio e che lo ha saputo valorizzare al meglio. Quasi certamente il tecnico romano rispolvererà il modulo che gli ha dato le maggiori soddisfazioni, quel 4-3-1-2 nel quale Rocco può giocare accanto a Milicevic (ieri fermo per un mal di denti) o a qualche altro compagno di reparto, variando tra prima e seconda punta, in una zona più consona alle sue caratteristiche. PULLMAN. Il Centro di coordinamento è riuscito a organizzare anche un secondo pullman per la trasferta di domenica a Dro: ci sono ancora pochi posti disponibili, gli interessati possono rivolgersi oggi e domani (16.30-19) nella sede del Centro di coordinamento o telefonando allo 040.382600.
Ore 19.30 – Queste le dichiarazioni rilasciate alla nostra redazione ed ai colleghi de “Il Mattino di Padova” da Carmine Parlato, giunto allo stand dei Biancoscudati alla Fiera Campionaria: “Il Cuneo? Noi dobbiamo fare il nostro dovere fino in fondo, perché in ogni caso sarà l’ultima gara stagionale in casa. Forse sarò l’unico scemo, ma io ci credo al passaggio del turno! Sperando che dall’altra parte non succeda ciò che tutti teniamo… In primis, però, dobbiamo vincere noi, perché sarebbe il colmo se facessimo tutti questi discorsi senza poi portare a casa noi per primi i tre punti! Maceratese-Siena? Mi auguro che l’onestà delle due squadre li porti a giocare una partita vera. Noi diamoci dentro e non pensiamo a loro, mi auguro che una delle due vinca ma guarderemo il risultato solo al termine della nostra partita. Possibilità di qualificazione? Il 50%, perché sono convinto che riusciamo portare a casa i tre punti. Il clima in spogliatoio? Ho detto ai miei giocatori che chi non ci crede può stare a casa, ed essendo intelligenti so che hanno recepito il messaggio come già successo nel corso dell’anno. Le finali a Macerata? Bisognerebbe chiederlo a chi l’ha deciso, perché potremmo fare mille ragionamenti… Ho rispetto per la Maceratese, è l’unica squadra che non ha mai perso e si merita di essere una delle finaliste!”.
Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Cavallino 0, Venezia 5. Sgambata senza storia per il Venezia che, ieri sera nell’amichevole contro il Cavallino, squadra di Prima categoria, ha steso i padroni di casa con un secco risultato. Ottima la prestazione di Guerra, autore nel primo tempo di 4 reti. Il primo gol arriva al 4′ sugli sviluppi di un tiro di Hottor che si stampa nel palo e Guerra è pronto ad infilare in porta. Al 14′ è la volta della seconda, grazie ad un rimpallo, mentre gli altri due arrivano attorno al 30′. Nella ripresa le squadre tornano in campo rivoluzionate. I padroni di casa provano qualche azione, soprattutto con Roberto D’Este che però non conclude. Nel complesso però il gioco rimane sempre in mano al Venezia che trova anche la quinta rete grazie a Greco, al 14′, con un bolide dalla distanza. Allo scadere c’è ancora tempo per un gol annullato a Raimondi per fuorigioco. Il Venezia continua oggi il suo tour in provincia. Alle 16.30 Legati e compagni giocheranno al “Corrado Ballarin” di San Pietro in Volta, affrontando nel primo tempo il Nuovo San Pietro (Seconda categoria) e nel secondo il Pellestrina (Terza). Il pomeriggio di festa, organizzato dal «San Pietro Club» presieduto da Daniele Scarpa, sarà inaugurato alle 15 da alcuni derby di Pulcini ed Esordienti delle due società isolane che, ad amichevole conclusa, offriranno ai presenti un buffet rigorosamente a base di pesce.
Ore 19.00 – (La Nuova Venezia) Poker di Guerra nel primo tempo e gol di Greco nella ripresa: l’Unione Venezia fa cinque reti nell’amichevole giocata nel tardo pomeriggio di ieri sul campo del Cavallino, formazione di Prima Categoria impegnata nei playoff per la promozione. Nella prima frazione il Venezia cala il poker. Il primo gol arriva già al 4’: conclusione dal limite di Hottor, palla che cozza contro la parte interna del palo e attraversa tutto lo specchio della porta, ma sul secondo palo è appostato Guerra per infilare in rete. Al 14’ un rimpallo favorisce Guerra che, sul filo del fuorigioco, trafigge il portiere con un rasoterra. Al 23’ ancora Guerra scavalca Alatif con un pallonetto, ma a porta spalancata la palla si stampa contro il palo. Guerra però ha tempo di rifarsi a cavallo della mezz’ora, quando prima finalizza un’azione insistita di Zaccagni partita sulla destra e poi insacca sottomisura da pochi passi il 4-0. Nel secondo tempo i due tecnici rivoluzionano le formazioni, poi nel corso della frazione c’è spazio anche per qualche innesto delle giovanili del Cavallino, come Riccardo D’Este, Zane e Turchetto. In avvio di ripresa il quinto gol del Venezia porta la firma di Greco, al 14’, con una staffilata dalla distanza. Roberto D’Este fallisce di un soffio il gol della bandiera, poi è il portiere del Cavallino Boso a guadagnarsi gli applausi per una respinta con i pugni da pochi passi su conclusione di Raimondi, a cui allo scadere è stata pure annullata una rete per fuorigioco. Sperando che il meteo sia più clemente, il Venezia tornerà in campo oggi per l’ultima amichevole stagione. Appuntamento alle 16.30 al centro sportivo comunale di San Pietro in Volta. Per gli amanti delle statistiche, sarà le terza volta nella sua storia che il Venezia giocherà a San Pietro in Volta. La prima volta avvenne nel primo dopoguerra: presidente del San Piero era Ice Scarpa “Peroleto” e il Venezia regalò per l’occasione una muta di maglie neroverdi usate. Quasi un lusso per l’epoca. La seconda volta, invece, risale al 1986, l’anno del cinquantenario del San Pietro. L’amichevole sarà preceduta da una serie di incontri delle scuole calcio di Nuovo San Pietro e Pellestrina. Al termine, invece, gran buffet di delizie marinare per tutti.
Ore 18.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Spulciando le carte dell’inchiesta «Dirty Soccer», si scopre pure un tentativo (fallito) di combine su Pro Patria-Venezia, giocata il 20 dicembre scorso e terminata 2-0 per gli arancioneroverdi, con gol di Bellazzini e Magnaghi. Nessun dirigente o giocatore risulta coinvolto o indagato, visto che il progetto criminale di combine era stato abbozzato a pochi giorni dalla partita dal duo formato dall’ex direttore generale del Monza Marco Ulizio e Massimiliano Carluccio, considerato socio occulto della Pro Patria. Gli indagati desistevano dal progetto di combine per via delle quote relative alle scommesse abbinate al risultato da alterare, considerate troppo basse per una frode sportiva. I due, in una telefonata intercettata e inserita come prova documentale dell’inchiesta, spiegano che la somma dell’eventuale vincita non sarebbe stata neppure sufficiente per remunerare i calciatori da assoldare per la combine. Oggi inoltre di fronte al gip Barbara Lancieri si presenteranno il ds dell’Aquila Ercole Di Nicola e il magazziniere del Santarcangelo Daniele Ciardi, arrestati a Venezia dove erano arrivati per motivi personali. Intanto alla vigilia dell’assemblea dei soci di domani non è ancora certo se il presidente del Venezia Yuri Korablin ci sarà. Anzi, con il passare delle ore, le probabilità che il patron russo arrivi in tempo si sono ridotte al minimo. Se davvero oggi all’assemblea che prevede la ricostituzione del capitale sociale e il ripianamento delle perdite Korablin darà buca, i sindaci dovranno presentarsi in tribunale e mettere in atto azioni a tutela dei creditori. E qualcuno potrebbe presentare istanza di fallimento.
Ore 18.20 – (Tribuna di Treviso) Se l’anno prossimo rivedremo le squadre di Lega Pro giocare al Tenni il merito sarà di un distinto e benestante signore vicentino di 70 anni dal cognome curioso, Lino Diquigiovanni. Il signore in questione nel 2010 ha mollato la florida impresa di infissi da lui fondata nel 1967 per dedicarsi totalmente alla sua altra grande passione, il calcio. Ma è stato sponsor dei professionisti del ciclismo: con la sua squadra ha corso Gilberto Simoni. E per levarsi lo sfizio creò in quell’anno il Real Vicenza fondendo tre realtà locali e partendo dall’Eccellenza. Tre anni fa la promozione in D, poi il ripescaggio in Seconda Divisione (e l’ingaggio di Ale Ferronato) e l’ammissione alla nuova Lega Pro dopo la trasformazione in Srl. Diquigiovanni vuole portare a Treviso la società di cui è proprietario, il Real Vicenza: naturalmente cambiandone il nome (Real Biancoceleste o Real Treviso) e struttura dirigenziale. Quindi niente cordate, c’è un uomo solo con i suoi collaboratori, fra cui la figlia Barbara. Ma perché proprio a Treviso? «Perché a Vicenza la nostra realtà non ha futuro» risponde lui «il Real al Menti in C fa poche centinaia di spettatori (nemmeno 4 mila in totale quest’anno, ndr), che senso aveva continuare in quel modo? Dopo il girone di andata eravamo primi, alla fine siamo arrivati settimi. Mi sarebbe piaciuto trasferirmi a Valdagno, che fra l’altro è la zona dove sono nato e cresciuto, purtroppo non ha strutture adeguate; mi hanno interpellato Trieste, troppo lontano, ed un altro comune vicentino (Thiene? ndr) ma io punto su Treviso. Toccherà andare avanti ed indietro, va bene, ma se c’è interesse e ne vale la pena si può fare tranquillamente». Com’è nata l’idea di esportare il Real Vicenza a Treviso? «C’era una trattativa con Renzo Corvezzo riguardo un suo giocatore, poi però il discorso si è allargato. Mi ha detto: “Guarda che a Treviso c’è grande voglia di calcio, pensaci”. Ed infatti: voglio creare squadra e società trevigiane, partendo da una Lega Pro che il prossimo anno avrebbe tanti club veneti, per cui godrebbe di grande popolarità, con un progetto che preveda almeno la B ma anche la A, perché no? Ho idee serie, solide, i mezzi economici non mancano. Ed una volta completato il piano potrei anche mollare la società in altre mani, no problem». Il problema è: la città e la provincia sentiranno davvero loro una società vicentina trapiantata a Treviso? «E perché non dovrebbero? Denominazione e colori societari saranno solo biancocelesti. Una fusione con l’altra società non è possibile, lo so, per cui vengo da solo. D’altra parte il Padova dopo il fallimento cos’ha fatto, s‘è appoggiato al Biancoscudato, ha fatto la D e l’ha vinta». Ed ecco un altro problema: che fine farebbe l’Acd Treviso presieduto da Marcello Totera (che per inciso è l’avamposto trevigiano della trattativa)? Giocherà ancora nel suo campionato di Eccellenza dividendo il Tenni (e relative spese) con il Real o a quel punto mollerebbe tutto? Ed avrebbe ancora un senso l’ingresso di nuovi soci trevigiani alla luce di questi ultimi sviluppi? E come potrebbe sopravvivere una società di dilettanti con la presenza di una realtà che catalizzerebbe sponsor. Lo scenario potrebbe essere alquanto bizzarro: una domenica al Tenni gioca il Real con 2-3.000 spettatori, l’altra il Treviso con 2-300: se uno si chiede cosa preferisce il tifoso tra il Brescia o magari il Cittadella da una parte e l‘Union QDP o il LiaPiave dall’altra, la risposta è obbligatoria. «Beh, questo non lo posso sapere né è una questione che decido io» risponde Lino Diquigiovanni «chiaro che preferirei avere campo libero ma se vogliono andare avanti lo possono fare, anche se c’è da chiedersi che senso avrebbe. Io sono qui con il mio progetto, una Lega Pro d’avanguardia costa 2.5-3 milioni e le nostre gestioni sono sempre state oculate, il bilancio è sano. In ciò che faccio mi piace la chiarezza, la mia azienda in 50 anni ha sempre fatto della trasparenza la sua prerogativa». L’avvocato Marcello Totera è dunque il riferimento in loco di questa operazione: si è mosso come sempre con grande discrezione favorendo contatti e relazioni e sottoponendo a suo tempo la questione al resto della società di cui è tuttora presidente. «La risposta è stata negativa ma io, in attesa di conoscere i dettagli dei nuovi soci dell’Acd Treviso, continuo a credere nel progetto di Diquigiovanni, che prevede il coinvolgimento di tutte le società del territorio: posso confermare che squadra, società e colori sarebbero interamente trevigiani ed il programma quello di puntare alla promozione in B. Ho avvertito grande entusiasmo da parte del presidente, dal quale sono stato a suo tempo contattato ed a cui, riguardo la nuova società, ho dato la mia disponibilità per eventualmente ricoprire un ruolo dirigenziale». Come si dice in questi casi? Se son rose fioriranno. E maggio è il mese delle rose…
Ore 17.50 – (Giornale di Vicenza) Per le firme è ancora presto. Ma se pure a Treviso, una piazza appassionata dai trascorsi gloriosi, affermano che il presidente del Real Vicenza Lino Diquigiovanni ha gettato basi – anche piuttosto serie, a parole – sulla possibilità di trasferire là la propria squadra, allora l´ipotesi è molto più che fondata. L´impressione, però, è che non si arriverà presto alla conclusione di questa vicenda. A Treviso, dove Diquigiovanni ha preso contatti non solo con Renzo Corvezzo, presidente dell´Fc Treviso, ma anche – a quanto si apprende – con l´assessore ai lavori pubblici e allo sport, Ofelio Michielan – il massimo dirigente biancorosso avrebbe dichiarato di voler creare «squadra e società trevigiane, partendo da una Lega Pro che il prossimo anno avrebbe tanti club veneti, con un progetto che preveda almeno la B ma anche la A, perchè no?. Le idee serie – avrebbe detto – ci sono e sono solide, i mezzi economici non mancano. E una volta completata la cosa – avrebbe aggiunto – potrei anche mollare la società in altre mani, nessun problema». L´imprenditore vicentino, intenderebbe portare a Treviso la società di cui è attualmente proprietario, cambiando il nome (le opzioni potrebbero essere Real Biancoceleste o Real Treviso) e la struttura dirigenziale. Il trasferimento affonda le sue radici nel poco seguito di cui la formazione biancorossa, settima al termine del campionato di Lega Pro nel girone A, ha goduto in questi anni. Poco pubblico, scarso interesse hanno fatto riflettere Diquigiovanni. Ecco quindi da dove nasce la volontà di trovare una soluzione alternativa. Se l´opzione Treviso acquista sempre maggior rilievo, l´opzione Valdagno – che in un primo momento sembrava praticabile – è destinata a tramontare. Lo stesso Diquigiovanni avrebbe ammesso che la struttura del Fiori non è adeguata. Fino a quando i giochi non saranno chiusi, comunque, nulla si può dire con certezza. Se l´ipotesi Treviso non dovesse andare in porto, resta sempre il Menti; il Real potrebbe infatti ancora continuare a giocare a Vicenza. Anche perché, almeno fino ad oggi, di altre possibilità non si è sentito parlare. A meno che l´imprenditore vicentino non abbia qualche asso nella manica da tirare fuori al momento giusto. E in quel caso che squadra potrebbe essere? Questo proprio non si può sapere, visto che il presidente del Real ha chiesto al suo staff e ai giocatori di aspettare la risoluzione delle vicende societarie prima di prendere accordi. Ancora tutto in ballo dunque per Marcolini e i suoi ragazzi. Tra i giocatori, comunque, tanti hanno ancora il contratto per un altro anno. Dei “titolari” solo Vannucci, Cristini, Lavagnoli e Bruno sono in scadenza e il bomber napoletano ha già detto che l´idea di rimanere al Real non gli dispiacerebbe. E infine per quanto riguarda Marcolini, i risultati delle ultime partite sembravano aver convinto Diquigiovanni, vedremo quale sarà poi la sua decisione. Certo è che in questo momento le vicende legate alle scelte tecniche sembrano ancora in secondo piano rispetto a quelle societarie.
Ore 17.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Ancora una volta l’appeal del Bassano cattura l’attenzioni delle televisioni. Oltre alla consueta diretta su Sportube, domenica pomeriggio l’andata delle semifinali playoff in programma alle 18 a Reggio Emilia, verrà trasmessa in diretta su Raisport. La tensione sale col passare delle ore, perché la posta in palio è altissima e la partita del Mapei Stadium sarà determinante soprattutto se il Bassano dovesse riuscire a segnare: «Siamo già concentrati sulla gara di domenica contro la Reggiana – sottolinea il centrocampista giallorosso Nicola Bizzotto – giocheremo al Mapei Stadium che sicuramente potrà contare su una bella cornice di pubblico, ma non ci faremo condizionare dall’ambiente». Bizzotto poi incalza: «Sicuramente loro vorranno ottenere un risultato positivo in casa, per poi giocare di rimessa al Mercante. Noi dovremo scendere in campo propositivi come sempre, mantenendo il solito atteggiamento che ci contraddistingue. Siamo abituati a creare molto, non riusciamo ad essere attendisti. Con la vittoria di domenica scorsa abbiamo dato un segnale forte che, nonostante il campionato perso all’ultima giornata, siamo ancora qui e vogliamo giocarcela fino alla fine». Da ieri mattina, intanto, è già attiva la prevendita dei biglietti per la partita di ritorno in programma al Mercante domenica 31 maggio alle 18. Partenza ottima, si prevede una grande affluenza di pubblico.
Ore 17.20 – (Giornale di Vicenza) Nicola Bizzotto, dopo la B diretta sfumata sul filo di lana come avete fatto a battere la delusione cocente e ripartire di slancio? «L´amarezza c´è stata, poi però i giorni seguenti ci siamo guardati negli occhi e ci siamo parlati in spogliatoio. Dicendoci che se la promozione era sfuggita in volata al primo colpo avevamo il dovere di provarci attraverso i playoff. Cioè tramite un percorso più tortuoso e complicato ma che avrebbe potuto pilotarci al medesimo obiettivo. Ora vogliamo cercare di ballare sino in fondo». Almeno la semifinale con la Reggiana è su due gare e non è un pericoloso dentro o fuori… «Per noi non cambia granchè. Mi spiego: il Bassano non è una formazione capace di fare calcoli, andare a Reggio e dire: vediamo di strappare un pari. Non siamo in grado di difendere a priori un risultato. Noi per come siamo costruiti dobbiamo affrontare a viso aperto chiunque anche in esterna rincorrendo sempre i 3 punti senza speculare su nulla. Ed è esattamente ciò che faremo anche al Mapei Stadium. Pure perchè la Reggiana è specialista nel calcio di rimessa e ripartenza. E se al ritorno ci trovassimo a dover ribaltare il risultato sarebbe rischiosissimo: i granata negli spazi saprebbero fare malissimo. Ci sono già riusciti ad Ascoli». La cornice dell´impianto e di una curva calda come quella emiliana non dovrà intimorirvi… «Abbiamo giocato anche nel nostro campo con tifoserie passionali e numerose come Juve Stabia e Alessandria senza farci mai condizionare. Accadrà anche stavolta». La schiena che l´ha fatta tribolare nell´ultimo mese come va? «Alla fine ho una punta di ernia discale che sto controllando in maniera conservativa con lo staff sanitario. Ora col supporto dei medici sto meglio e sono tranquillo». Con Di Carmine domenica scorsa ha dato vita a un duello esaltante… «È stata una sfida avvincente. Abbiamo battibeccato e si è persino scherzato. Lui è un gran attaccante con tanta serie B alle spalle al Cittadella, un osso duro. Uno scontro leale e corretto ma estremamente entusiasmante». Cosa è accaduto in occasione del gol annullato alla Juve Stabia? «Credo vi sia stato un malinteso di fondo. L´arbitro indicando il centrocampo col braccio ci diceva però che era punizione per noi e questa mimica ha generato confusione. Al di là di ciò e al netto del fallo subìto da Toninelli, che io ed alcuni compagni abbiamo immediatamente segnalato all´assistente, è stata una rete simile a quella dell´1-1».
Ore 17.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento mentre sui campi di via Gozzano si abbatte un autentica tempesta di acqua e grandine.
Ore 16.30 – Qui Guizza: partitella in famiglia. Vi assiste a bordo campo Amirante, che dunque anche oggi non si allena coi compagni.
Ore 16.10 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.
Ore 15.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) E’ continuata con una seduta pomeridiana al centro tecnico «Piermario Morosini» di Isola Vicentina la preparazione del Vicenza in vista del match contro il Frosinone che si giocherà domani al «Menti» con fischio d’inizio alle 20 e 30. In casa biancorossa sono rientrati in gruppo Manfredini e Di Gennaro che nei giorni scorsi avevano lavorato a parte, avanzando la loro disponibilità e dando così a Pasquale Marino la possibilità di compiere delle scelte nella decisione di chi mandare in campo. Ieri il tecnico biancorosso ha mescolato le carte schierando due formazioni miste che non hanno lasciato indicazioni certe sulle intenzioni dell’allenatore del Vicenza che potrà contare sull’organico quasi al completo, a cui mancherà solo l’ex catanese Sciacca, infortunato di lungo corso, e il difensore Brighenti, fermato per un turno dal giudice sportivo. Saranno invece tre gli squalificati nel Frosinone che dovrà rinunciare ai difensori Blanchard e Cosic e al centrocampista Gucher. Dopo quattro giorni di meritati festeggiamenti, quello che scenderà in campo al «Menti» sarà comunque un Frosinone che vedrà parecchi cambiamenti rispetto all’undici che ha conquistato la storica promozione in serie A. «Qualcosa cambierò – spiega il tecnico dei «ciociari» Roberto Stellone – dovrò sostituire i tre squalificati, e farò giocare chi finora ha avuto meno spazio. In ogni caso affronteremo l’impegno con la massima grinta anche se credo sia comprensibile il fatto che non potremo avere quella determinazione messa in campo nelle ultime gare». L’allenatore del Frosinone dovrebbe optare per un ampio turnover domani sera a Vicenza e la prima novità nell’undici in campo dovrebbe riguardare il laterale panamense Fraiz Santamaria che in questa stagione è andato spesso in panchina e ora sogna l’esordio in serie B. Stellone concederà un turno di riposo a Crivello, e dovrebbe schierare uno tra Fraiz e Pamic nel ruolo di terzino sinistro. Il croato ha avuto qualche acciacco fisico nelle ultime settimane e non è dunque scontato un suo utilizzo. Nel caso in cui Stellone optasse per Pamic terzino, allora Fraiz potrebbe essere avanzato sulla corsia sinistra di centrocampo. Ma Stellone dovrebbe dare spazio anche a Pigliacelli tra i pali, l’ex pescarese Zanon in difesa, e a Crescenzi, Sammarco e l’ex viola Santana a centrocampo. In attacco probabilmente verrà schierato dal primo minuto Lupoli, con i bomber Dionisi e Daniel Ciofani, 26 reti in due, che potrebbero fare staffetta tra di loro.
Ore 15.30 – (Giornale di Vicenza) Dall´Australia per tifare Vicenza. Domani allo stadio Menti per Vicenza-Frosinone ci sarà anche un tifoso speciale. Che arriva davvero da lontano. E per la precisione da Wollongong, città costiera dell´Australia sud-orientale, New South Wales, che conta 263 mila abitanti. Lui si chiama Nicholas Phillpott, 26 anni compiuti ad aprile, avvocato in un importante studio legale di Melbourne. La passione per i colori biancorossi l´ha ereditata da nonno Battista Turcato di Carrè, che nel 1952 per motivi di lavoro si trasferì in Australia. Uno dei tanti emigrati in cerca di fortuna nel mondo. Nonno Battista si stabilì a Wollongong. E anche sua moglie arrivò nel “paese dei canguri” dal Vicentino, e precisamente da Caltrano: Celinia Fimbianti fu la fidanzata epistolare di Battista per 7 anni e nel 1959 emigrò in Australia per sposarlo. Una storia come tante in quegli anni. Nella casa australiana di nonno Battista la passione biancorossa non poteva non trasferirsi al nipote Nicholas nato l´8 aprile del 1989: per lui non è stato difficile appassionarsi al Vicenza che saliva dalla C1 alla serie A, che vinceva la Coppa Italiae che arrivava alla semifinale di Coppa delle Coppe contro il Chelsea di Vialli e Zola. Nicholas Phillpott dalla lontana Australia segue le vicende biancorosse praticamente da sempre. E in questi anni, grazie al web, non si è perso una partita. «Si alza di notte per vederle – racconta Franco Pigato, un cugino vicentino – a casa a Wollongong ha gagliardetti, sciarpe. E un pallone che gli ho portato nel 2010, dono del direttore tecnico del Vicenza Paolo Cristallini, firmato da tutti i giocatori di quella stagione». Nel 2009 Nicholas, durante gli studi in legge, ha trascorso cinque mesi alla LIUC, Università Carlo Cattaneo di Castellanza, in provincia di Varese. E ne ha approfittato per seguire personalmente il Vicenza. In casa e in trasferta. Da allora il giovane avvocato non è più tornato in Italia. Ma a gennaio di quest´anno, quando ha programmato un viaggio in Europa, ha mirato ad un appuntamento in particolare: quella gara di fine campionato tra Vicenza e Frosinone in calendario il 22 maggio. Che secondo il tifoso australiano sarebbe stata decisiva per il sogno serie A. E in effetti non si è sbagliato di molto. In questi giorni è a Parigi, in Francia. Arriverà a Vicenza stasera con la fidanzata Sarah Powell. I biglietti in tribuna sono bloccati da tempo e domani al Menti ci sarà un Forza Vicenza in più, direttamente dalla “terra dei canguri”.
Ore 15.20 – (Giornale di Vicenza) Brighenti squalificato dovrebbe essere l´unico indisponibile tra i biancorossi, oltre a Sciacca ovviamente, in vista della partita di venerdì sera contro il Frosinone. Manfredini e Di Gennaro, che avevano svolto un lavoro differenziato il giorno prima, ieri si sono riaggregati al gruppo e dovrebbero quindi essere a disposizione, anche se poi sarà il tecnico Marino a decidere, magari considerando anche l´opportunità di un turnover alla luce dei numerosi giocatori in diffida. Pronti al rientro, se questa sarà la scelta dell´allenatore, anche D´Elia e Giacomelli, che avevano saltato per infortunio le ultime due gare.
Ore 15.10 – (Giornale di Vicenza) Il Vicenza adesso non si vuole fermare. Lo dice chi, dall´inizio del campionato, ha corso come un maratoneta, macinando decine di chilometri su e giù per la fascia destra: Lorenzo Laverone è sicuramente tra le sorprese più liete di questo campionato. Proprio per non rischiare di perdere un giocatore così importante in vista dei playoff, data la diffida, è possibile che domani sera Marino scelga di tenerlo in panchina nell´ultima partita di stagione regolare contro il Frosinone. Laverone, una volta tanto finire in panchina potrebbe essere quasi una testimonianza di massima stima «Vedremo le scelte dell´allenatore, di sicuro Marino valuterà tutto nel modo più opportuno per il bene della squadra. Se decidesse di non farmi giocare, nessun problema: tanto adesso per fortuna ci sono molti esterni a disposizione, in difesa come in attacco, e chiunque giocherà ci aiuterà a conquistare questa importantissima vittoria con il Frosinone». Di fatto per il Vicenza questa è la prima partita davvero decisiva, da vincere assolutamente. È d´accordo? «Certamente. Solo vincendo possiamo essere sicuri del terzo posto, ed è un traguardo che ci potrebbe dare un vantaggio importante negli spareggi dei playoff». Spera in un Frosinone ancora con la testa ai festeggiamenti per la promozione in serie A? «Non credo che ci regaleranno nulla, ma di sicuro le nostre motivazioni devono essere più forti delle loro: il Frosinone ha meritatamente già conquistato la promozione, noi invece ce la dobbiamo giocare ancora tutta, e non intendiamo certo vanificare quanto di buono abbiamo saputo fare fino a questo momento». Lei è tra i simboli di questo campionato: era arrivato per giocare in Lega Pro, si ritrova a lottare per la serie A. «Sinceramente non ci avrei mai sperato, ma arrivare a questi livelli proprio qui a Vicenza per me è stata una soddisfazione enorme. Anche a livello personale, credo di avere trovato la continuità che forse in passato avevo avuto solo per una parentesi a Sassuolo: devo ringraziare il tecnico, i compagni, la società e i tifosi che mi hanno consentito di esprimermi al meglio». Come arriva il Vicenza a questa partita, dopo due trasferte difficili come quelle di La Spezia e Livorno? «Secondo me molto bene, sia dal punto di vista fisico, sia da quello mentale, perché abbiamo dato prova di grande maturità. Non era facile scendere in campo con la personalità di chi vuole imporre il proprio gioco e provare a vincere in queste ultime due trasferte, invece ci siamo riusciti. Speravamo di conquistare il bottino pieno per rimanere in corsa per la promozione diretta, ma possiamo comunque guardare ai playoff con motivata fiducia». Si può dire che siano state due “prove generali” di playoff? «Direi di sì, anche per il contesto ambientale, e in entrambi i casi la prova è stata ben superata. Adesso abbiamo la terza, perché con il Frosinone giocheremo con un unico risultato a disposizione: dobbiamo vincere, e dobbiamo dimostrare di saperlo fare con piena consapevolezza dei nostri mezzi, senza ansie eccessive». Quale sarà secondo lei l´avversario più tosto negli spareggi? «Difficile da prevedere. Secondo me la differenza la farà chi sarà più in forma: in questo momento Spezia e Perugia sembrano correre molto bene, ma non è detto che di qui a un paio di settimane le cose stiano ancora così. Noi comunque affronteremo chiunque determinati a vincere: abbiamo fatto trenta, vogliamo a tutti i costi fare trentuno. E io conto di esserci anche nel Vicenza del prossimo anno, meglio ancora se saremo in serie A».
Ore 14.50 – (Gazzettino) «Il Cittadella merita di restare in serie B». Con queste parole Stefano Marchetti presenta la gara di domani sera, fondamentale per le sorti del campionato. Quando non basterà solo vincere, perché saranno decisivi i risultati di altre due partite, Crotone-Entella e Latina-Modena, per conoscere il destino della squadra granata. Un futuro che il direttore generale immagina ancora tra i cadetti: «In tutti questi anni il Cittadella è diventato un esempio nel panorama calcistico nazionale. Un modello di correttezza, di rispetto delle regole e di sana gestione dello sport. Ci sono valori fondamentali che sono sempre stati messi in primo piano e portati avanti nel modo migliore. Credo che il tifoso del Cittadella possa essere fiero e orgoglioso di questi colori». La serie B rappresenta quindi un “tesoretto” da difendere. «Abbiamo una montagna da scalare per salvarci, un’impresa da compiere, e vogliamo realizzarla. La società è vicina alla squadra, personalmente ho il compito di trasmettere ai ragazzi grande carica, forza e convinzione nell’obiettivo da raggiungere». Prima di tutto c’è da vincere con il Perugia, poi… «Poi andiamo a fare i play out – dice quasi di slancio Marchetti – Il Cittadella deve pensare solo a fare il proprio dovere, solo dopo guarderemo ai risultati delle altre partite». Che condannerebbero i granata in caso di doppio pareggio. «Mi auguro che la buona sorte ci sorrida almeno questa volta. Durante il campionato non siamo mai stati fortunati, gli episodi per noi sono sempre stati contrari. Spero di pareggiare i conti in questo palpitante finale di stagione». Sulla carta il compito del Cittadella dovrebbe essere abbordabile, affrontando un Perugia già con la testa ai play off. «Invece non sarà così. Il Perugia è una grande squadra, l’ha dimostrato per tutto l’anno e non ci regalerà niente, com’è giusto che sia nel calcio. Non facciamoci illusioni: se vogliamo raggiungere qualcosa ce lo dobbiamo guadagnare». Cosa fare per vincere quella che si preannuncia un’autentica finale? «Le motivazioni per i nostri colori sono grandi. Ci giochiamo un intero campionato in novanta minuti, e i ragazzi lo sanno. Per vincere con il Perugia dobbiamo disputare la gara perfetta, in tutti i sensi. E non basterà farlo in cinque, sei giocatori, tutti dovranno dare il massimo, sia quelli che giocheranno dall’inizio sia coloro che si accomoderanno in panchina. Per il Cittadella c’è solo un risultato a disposizione, non possiamo fallire». Crotone, Entella e Modena potrebbero invece giocare per il pareggio. Con molti rischi, però: «Non ho neanche la forza per pensare agli altri, dico solo che vincendo ognuna delle tre formazioni sarebbe sicura di salvarsi senza l’appendice degli spareggi, e credo che tutte giocheranno per i tre punti». Come sta la squadra? «Bene, a Catania ha dimostrato di non arrendersi mai, di inseguire la salvezza e di credere nell’impresa». Marcheranno però pedine importanti. «Sarebbe stato meglio avere tutti a disposizione, ma coloro che saranno chiamati in causa daranno tutto quello che hanno in corpo. Nel bene o nel male, quella con il Perugia sarà una gara storica per il Cittadella».
Ore 14.30 – (Mattino di Padova) Sono già 400 i biglietti staccati tra i sostenitori granata in vista del cruciale scontro salvezza di domani sera. Segno che il pubblico ha raccolto l’invito della società, che permetterà di andare in tribuna Est, al “Tombolato”, spendendo solo un euro per la gara contro il Perugia che, è notizia di ieri, sarà diretta dal signor Di Paolo di Avezzano. Intanto, dopo l’allenamento serale di martedì, deciso per far fronte al caldo e prepararsi meglio alla partita in notturna, ieri gli uomini di Foscarini sono tornati a lavorare al pomeriggio: stanti le assenze di Rigoni e Paolucci, al rientrante Sgrigna sarà chiesto un impegno maggiore nella costruzione del gioco, con Federico Gerardi che va verso la conferma al centro dell’attacco dopo la buona prestazione di Catania. E il Perugia? La squadra di Camplone è in ottime condizioni, ma è anche alle prese con sei giocatori diffidati (Ardemagni, Hegazy, Goldaniga, Mantovani, Verre e Giacomazzi) che potrebbero essere risparmiati in vista dei playoff. Il tecnico degli ospiti pare intenzionato a non scostarsi dal suo abituale 4-3-3, in una versione, però, molto rimaneggiata. Occorre considerare che, se gli umbri rimarranno sesti, scenderanno in campo per il turno preliminare già martedì prossimo e che le potenziali avversarie da superare in classifica hanno davanti gare teoricamente agevoli: Vicenza, Bologna e Spezia affronteranno rispettivamente Frosinone, già promosso in A, Lanciano e Bari, già salvi. Dal canto loro, i tifosi del Citta avranno un orecchio rivolto ai risultati di Latina-Modena e Crotone-Entella. L’incubo a cui nessuno vuole pensare è quello di un doppio pareggio, che condannerebbe Pellizzer e soci indipendentemente dal proprio risultato. Le dichiarazioni che giungono dai giocatori delle altre squadre coinvolte nella bagarre fanno però pensare al massimo impegno.
Ore 14.10 – (Corriere delle Alpi) L’ultima partita in gialloblù? Ivan Merli Sala è dispiaciuto, come tutti i compagni per la sconfitta appena patita, anche se resta la soddisfazione della seconda stagione di fila conclusa con i play-off, dopo dieci anni di assenza. Ma è inevitabile partire dalla domanda sul suo futuro: «Tra due o tre settimane, credo renderò pubblica la mia decisione, dopo aver parlato con la società. Vedremo dove sarò, al momento non ha ancora deciso». Il centrale gialloblù torna poi sull’avvio terribile della partita che è di fatto costato la sconfitta: «Come ci siamo detti anche nell’intervallo, purtroppo abbiamo iniziato male. Nel secondo tempo, abbiamo reagito, tenendo di più il pallone e provando anche a mettere la Sacilese nella sua metà campo e ne è venuta fuori una bella partita. Però in una semifinale play-off regalare così trenta minuti e subire in maniera un po’ ingenua due gol così ti taglia le gambe. Peccato, ma resta comunque la grande stagione. Guardiamo avanti». Dall’alto della sua lunga esperienza tra i professionisti, Merli indica dove si può migliorare ancora: «Singolarmente si può sempre crescere. Questa è una squadra che ha futuro e potrà fare ancora bene». Un altro che potrebbe essere stato all’ultima presenza è Andrea Radrezza: «Ancora non è deciso niente. Quando sarà ora parleremo con la società e decideremo».
Ore 14.00 – (Corriere delle Alpi) Segna sempre lui. Simone Corbanese proprio non riesce a stare senza mettere il suo nome tra i marcatori. Anche contro i liventini, con il rigore trasformato in avvio di ripresa, ha gonfiato la rete. L’ennesimo timbro stagionale, ma stavolta utile solo per le statistiche personali: sono 26 in totale (24 nella stagione regolare) per il “Cobra”, il bomber più prolifico del campionato. Un gol che però non cancella l’amarezza per non essere riusciti a compiere un’altra impresa, mettendo la cigliegina sulla torta di una stagione comunque esaltante. «Non è mai bello andarsene a casa per con una sconfitta così, però non credo vada dimenticato il tipo di stagione che abbiamo fatto. Sarebbe un peccato dimenticare i traguardi che abbiamo raggiunto come squadra e che sono stati raggiunti anche dalla società. Da sconfitte come queste comunque si capiscono gli errori, ci si rafforza e si riparte più forti». Il “Cobra” si sofferma poi sui primi 30 minuti di gioco, quelli che di fatto hanno indirizzato la partita. «Prendere tre gol in pochissimo tempo ti taglia le gambe. Ma non abbiamo mollato, provando a reagire, con orgoglio. Non abbiamo nulla da rimproverarci». Sulle indiscrezioni riguardanti l’interessamento del Varese, infine, Corbanese non tentenna: sembra difficile che il “Cobra” vesta una maglia diversa da quella a strisce gialloblù. «Parleremo con la società e vedremo, ma penso non ci saranno problemi a restare a Belluno».
Ore 13.50 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Alla fine non riesce ancora a capacitarsi di cosa sia successo. Il 3-0 nella prima mezz’ora lascia quasi senza parole Roberto Vecchiato in sala stampa. «Siamo partiti male sicuramente – afferma l’allenatore del Belluno – anche se bisogna dire che il primo centro è stato un grande gol, segnato a giro con l’aiuto del palo interno. Però sulla seconda e terza segnatura sacilesi noi siamo stati troppo molli in tutto». Fine dell’avventura stagionale: primo bilancio? «Dispiace – risponde l’allenatore del Belluno – perché alla fine abbiamo anche preso due pali, senza dimenticare che loro hanno fatto un salvataggio sulla linea. Però il primo quarto d’ora di gara ha compromesso la partita. Non era un problema fisico, tant’è che alla fine abbiamo tenuto anche meglio. Non penso siano stati un problema i supplementari di domenica. Credo più a un cedimento a livello nervoso. Nel secondo tempo abbiamo fatto davvero bene, forse però eravamo scarichi e non abbiamo concretizzato le occasioni avute». L’ulteriore confronto fra voi, tanto atteso, fa sorridere la Sacilese. «Loro sono stati più aggressivi e più pronti fin da subito rispetto a noi. Ammettiamo che loro sono stati più bravi di noi, nello sport ci sta e va dato merito agli avversari. Con i tre gol nella prima mezz’ora hanno messo un’impronta forte sulla partita, che non abbiamo più rimediato». Sintesi stagionale? «Siamo migliorati rispetto a quella scorsa, in più abbiamo il capocannoniere del girone e, per l’impiego che ne abbiamo fatto, è arrivato un bel premio per la classifica dei giovani. Penso che il Belluno in questo campionato abbia fatto davvero molto bene».
Ore 13.40 – (Messaggero Veneto) «Partita segnata da una mezz’ora in cui siamo stati devastanti». Anche Carlo Marchetto, di solito pacato, si lascia travolgere dall’entuasiasmo suscitato dalla sua Sacilese: risultato netto, mai in discussione. Azioni da manuale del calcio. «Un approccio così – commenta il tecnico liventino – lo potevo soltanto sognare. Ora, però, dobbiamo recuperare le energie per l’Altovicentino. La prestazione del Belluno conferma che è difficile giocare ad alti ritmi ogni tre giorni. Comunque sia, alla sfida di Valdagno ci penseremo da venerdì. Per il momento godiamoci un traguardo che dà giusta visibilità alla nostra società».
Ore 13.30 – (Messaggero Veneto) Una mezz’ora da Lega Pro e la Sacilese chiude in fretta la pratica Belluno, spaventando l’Altovicentono (il presidente Dalle Rive ha seguito la partita al fianco del collega liventino Presotto), che domenica l’attende nella finale play-off del girone. La squadra di Marchetto ipoteca il passaggio del turno con un inizio travolgente e spettacolare: gran gol di Favret, poi Craviari e Beccaro di testa. Tutti e tre assistiti da Beccia. La sfida secca per decidere l’altra finalista degli spareggi-promozione è praticamente finita qui. Nella ripresa l’ex Corbanese ha provato a riaprirla, ma Sottovia ha subito spento ogni velleità di rimonta, confezionando un autentico trionfo. La squadra di Vecchiato, reduce dai supplementari con l’Arzichiampo, ha probabilmente pagato le fatiche di domenica scorsa. Ma l’avvio della Sacilese è stato tale da non ammettere giustificazioni di sorta. I biancorossi passano al 4′ con Favret che raccoglie un corner di Beccia dalla sinistra e insacca con una conclusione a rientrare che tocca il palo e si infila alle spalle di Schincariol. Il raddoppio è opera di Craviari: cross di Beccia dalla sinistra e colpo di testa a spiazzare il portiere. Spettacolare l’azione del terzo gol, che parte dai piedi di Spagnoli sulla destra: apertura dalla parte opposta per Beccia, cross e stavolta a sbucare è la testa di Beccaro. Il Belluno sotto choc prova a scuotersi e si rende pericoloso con una conclusione dal limite di Miniati di pochissimo sopra la traversa. Ancor più pericoloso l’undici ospite con Sommacal che di testa dopo un corner di Duravia colpisce la traversa. A inizio ripresa il Belluno prova pure a riaprire la partita. Cross dalla sinistra di Duravia, deviazione di Masoch e tocco con un braccio di Beccia. Rigore: lo specialista Corbanese spiazza Favaro. Torna a farsi viva la Sacilese. Incredibile azione di Beccaro che se ne va via sulla sinistra saltando tre avversari, entra in area e una volta a tu per tu col portiere non riesce a trovare il tocco vincente. Sarebbe stato un gol da cineteca. Ci pensa comunque Sottovia a siglare la rete della sicurezza: Beccaro stavolta si veste da assist-man e serve un pallone d’oro per il compagno di reparto, che elude l’intervento in uscita di Schincariol e deposita il 4-1. Nel finale il Belluno colpisce anche un palo (con Bertagno), ma ha poco da recriminare: passano con pieno merito i ragazzi di Marchetto, domenica attesi a Valdagno. In palio l’accesso alla fase nazionale dei play-off.
Ore 13.10 – (Gazzettino) Monopoli-Puteolana, Fidelis Andria-Puteolana e Pomigliano-Brindisi. Sono tre le partite nelle quali è coinvolto il centrocampista Emanuele Marzocchi, arrestato nell’ambito dell’inchiesta sul calcioscommesse condotto dalla procura di Catanzaro. Arrivato al Thermal in gennaio, all’epoca dei fatti contestati il giocatore era in forza alla Puteolana. Ecco alcuni stralci del dispositivo. MONOPOLI-PUTEOLANA 4-0 (2 novembre 2014). Antonio Ciccarone, diesse del Neapolis, comprava le prestazioni di Marzocchi e Izzo della Puteolana per riuscire a procurarsi una facile vincita scommettendo sul risultato della partita che lui stesso aveva alterato. Dopo la sconfitta 4-0 della Puteolana, l’appuntamento risolutore avveniva quattro giorni più tardi e Ciccarone provvedeva a pagare il compenso pattuito ai due giocatori per essersi resi disponibili a far perdere la loro squadra. FIDELIS ANDRIA-PUTEOLANA 7-2 (30 novembre 2014). Ciccarone, grazie al «lavoro» dei calciatori Marzocchi e Izzo, riusciva ad alterare il risultato della partita in modo che terminasse con una somma totale di gol non inferiore a quattro. La partita fu combinata dagli indagati allo scopo di trarne ingiusto profitto grazie alle scommesse effettuate. Gli incontri organizzati da Ciccarone con Marzocchi e Izzo si tenevano tutti a ridosso della gara, e al loro termine i tre trovavano l’accordo per alterarne il risultato. POMIGLIANO-BRINDISI 0-4 (14 dicembre 2014). Ciccarone, valendosi dell’intermediazione di Marzocchi, guadagnava i servigi di alcuni calciatori del Pomigliano riuscendo a combinare la partita in favore del Brindisi, il cui presidente Antonio Flora pagava 15 mila euro consegnandoli a Marzocchi, che assisteva all’incontro allo stadio aggiornando al telefono in tempo reale Ciccarone. «Si sono mangiati due gol a porta vuota, ha scartato il portiere e ha tirato fuori». Una volta assicurato il risultato Ciccarone commentava: «Io e te abbiamo fatto il capolavoro».
Ore 13.00 – (Mattino di Padova) «Stento ancora a crederci, ma mi sono fatto qualche domanda». Il presidente della Thermal Abano Pierluigi Maistrello si dice scosso dalla notizia dell’arresto di Emanuele Marzocchi, fermato martedì con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, per un giro di partite pilotate della sua ex squadra, la Puteolana (serie D, girone H): «Col senno di poi si va a pensare di tutto, perfino che possa aver influito sui risultati della Thermal, anche se il suo apporto è stato minimo: 10 presenze», aggiunge, «Mi sono chiesto perché ha scelto di venire a giocare al nord, in una squadra in difficoltà di classifica e potenzialmente più fragile. Sugli altri miei giocatori non ho dubbi: sono ragazzi integri».
Ore 12.50 – (Corriere del Veneto) In attesa dei primi riscontri dal legale di Emanuele Marzocchi, che incontrerà il proprio assistito a stretto giro di posta, è ancora enorme lo choc nell’ambiente della Thermal Abano per l’arresto del centrocampista arrivato a gennaio dalla Puteolana. Mario Vittadello, che lo ha allenato da gennaio a marzo prima dell’infortunio e del suo esonero: «Non posso dire di conoscere Marzocchi benissimo – spiega l’ex tecnico della Thermal – ma da quando arrivò da noi a gennaio con me ha sempre giocato e ha fatto bene, segnando pure un gol. Ho trovato da parte sua grande disponibilità, si era integrato al meglio all’interno del gruppo e come calciatore si è sempre comportato benissimo. Poi si è procurato un infortunio muscolare e non ha più giocato, ma da parte sua ho ricevuto maggiore disponibilità e propensione al sacrificio rispetto ad altri». Vittadello, non si spinge più in là: «Sulla vicenda non mi sento di dire nulla – chiosa il tecnico – se non che sono rimasto davvero sorpreso e sbigottito nell’apprendere la notizia del suo arresto. Mi fermo qui, perché non sarebbe giusto fare altre considerazioni in un momento così delicato come questo. Aspettiamo che la giustizia faccia il proprio corso».
Ore 12.30 – (Gazzettino) La corsa dell’Este ai play off finisce a Piacenza: ieri sera l’undici di Zattarin è stato sconfitto per 2-0 al “Garilli” e a passare il turno sono gli emiliani, che ora incontreranno il Delta Porto Tolle. I locali hanno però i nervi a fior di pelle e lo dimostra subito il tecnico De Paola, che viene espulso per proteste dopo appena 5 minuti di gioco. Al 16′ i padovani hanno la palla buona per colpire, ma la conclusione di Lelj da ottima posizione viene neutralizzata dall’estremo avversario. Poco dopo il Piacenza si rende pericoloso con Di Maio, che raccoglie un invito di Lisi e prende in pieno la traversa. Il match cambia volto improvvisamente al 40′ quando accade il patatrac: Hrajech se ne va sul fondo e mette in mezzo una sassata sulla quale Beghin interviene goffamente di petto. Il giocatore si scontra letteralmente con la palla, spedendola dove Lorello non può certo arrivare. La ripresa si apre con una ghiotta occasione per Rubbo, che ben appostato a pochi metri dalla porta non riesce a colpire un ottimo suggerimento. L’Este ci prova, ma si scopre ancora una volta, vittima di vecchie paure. Il match va infatti in archivio al 21′ della ripresa, quando Bertazzoli approfitta di una grave indecisione di Beghin e Meneghello su una palla al limite: l’attaccante conquista il pallone, prende la mira e spara un siluro che si insacca. «Questa sconfitta è proprio dura da mandare giù – sottolina a fine gara Zattarin – Mi dispiace essere usciti così, gliel’abbiamo regalata noi, per non parlare del fatto che negli episodi ci è girata davvero male. Abbiamo tenuto molto bene il campo e ci siamo fatti male da soli, anche sull’uno a zero potevamo pareggiare – spiega l’allenatore – ma quando vai in certi campi non puoi sbagliare, perché ti puniscono subito».
Ore 12.10 – (Mattino di Padova) Tanti cari saluti ai playoff. L’Este chiude la stagione con due gol sul groppone e poco da recriminare. Un autogol di Beghin e una magia di Bertazzoli, infatti, qualificano al terzo turno il Piacenza che, nella sua tana, dimostra di avere qualcosa in più. Solo pacche sulle spalle, invece, per gli uomini di Gianluca Zattarin, meno cinici e ispirati rispetto al derby con l’Abano di domenica scorsa. La partita. Allo stadio “Garilli” gli animi sono belli caldi fin dai primi minuti: i giocatori ci danno dentro, soprattutto nei contrasti, mentre l’allenatore del Piacenza De Paola si fa cacciare in un amen per un francesismo non gradito dall’arbitro Mansi (3’). L’Este, però, sembra avere quel guizzo in più: lo fa capire Lelj al quarto d’ora, impegnando (ma non troppo) Di Graci dopo uno scambio veloce con Rondon. Il Piacenza si ripiglia, facendo sentire gli artigli fra il 30’ (anticipo provvidenziale di Lorello su Volpe) e il 35’, quando Di Maio sfrutta alla grande l’imbeccata di Lisi ma poi centra la traversa. Il vantaggio dei padroni di casa arriva al 41’: cross teso di Hraiech, Beghin alleggerisce malamente di petto per Lorello e la palla finisce in rete. I giallorossi hanno l’occasione per rimettere a posto le cose al 13’ della ripresa: corner di Rondon, inserimento di Lelj con annessa infilata e salvataggio sulla linea di Corso. L’intervento del difensore vale oro, perché al 65’ Bertazzoli ammutolisce la cinquantina di tifosi atestini giunti in Emilia: il sinistro del bomber bresciano, infatti, fa secco Lorello. 2-0 e qualificazione in saccoccia. Succede poco altro, se non una punizione di Rondon che termina a lato, fino al triplice fischio, che fa calare il sipario sulle ultime speranze atestine. Domenica prossima, il Piacenza affronterà il Delta Porto Tolle, allo stadio “Gabrielli” di Rovigo, nel terzo turno degli spareggi di Serie D. Hanno detto. «Abbiamo perso per colpa di due ingenuità clamorose», commenta nell’immediato post-gara il tecnico dell’Este Gianluca Zattarin, «Anche in occasione del gol di Bertazzoli abbiamo permesso all’attaccante di calciare in una situazione di due contro uno». Da oggi l’Este sarà ufficialmente in vacanza. «Sì, e con un po’ di rammarico. La nostra resta comunque un’annata straordinaria».
Ore 11.50 – (Gazzetta di Mantova) Mister Alessio Delpiano si gode un’altra soddisfazione e, come al solito, la prima cosa che fa è dire grazie ai suoi ragazzi. «Anche stavolta ci hanno messo una voglia ed un entusiasmo incredibili – dice il tecnico -, siamo una squadra che non molla mai. Come ci è successo spesso ultimamente ci siamo ritrovati sotto, ma abbiamo reagito trovato anche la forza di sferrare il colpo di coda decisivo». Ora si va in semifinale (campo neutro a Macerata) e, raggiunto questo obiettivo, lo scudetto di categoria inizia a diventare traguardo ambito. «E’ una manifestazione che come considerazione di chi vi partecipa è un po’ come la Coppa Italia – riflette Delpiano -, quando si inizia la si considera solo come occasione per far giocare chi è meno impiegato, man mano che si va avanti tutti iniziano a farci un pensierino. E ce lo facciamo anche noi, visto che nei primi due confronti abbiamo dimostrato di potercela giocare alla pari, dimostrando che il livello del girone B non ha nulla da invidiare agli altri».
Ore 11.40 – (Gazzetta di Mantova) Il Castiglione non vuole saperne di chiudere questo trionfale 2014/2015. Con un’altra grande prestazione i rossoblù firmano un 2-1 esterno a Cuneo, nel secondo turno della Poule scudetto. Un risultato che, indipendentemente da quanto avverrà domenica tra il Padova e il Cuneo, qualifica da capolista del girone 1 i rossoblù, che rispetto ai veneti vantano una migliore posizione nella Coppa disciplina. Ora il sorteggio determinerà chi affronterà il Castiglione giovedì 28 nella semifinale, gara unica in campo neutro. Delpiano, rispetto al Padova, lancia Chiarini in difesa. A centrocampo ripropone Dallamano playmaker. I piemontesi, orfani del bomber França, optano per un 4-4-1-1. L’inizio è avaro di emozioni, anche se il gioco lo fanno i padroni di casa, che provano a farsi insidiosi: ci provano Soragna, Garin e Corteggiano. Al 38’ Cuneo in vantaggio grazie a Conrotto, che finalizza con un colpo di testa l’assist di Begolo. I rossoblù mostrano forza di reazione e grazie a Ruffini, steso da Barale, si conquistano il penalty del possibile 1-1. Stavolta sul dischetto non va Cristofoli ma Dallamano. Il risultato non cambia: Cammarota intuisce e respinge. Nella ripresa Delpiano vira sulla trazione anteriore: dentro Bignotti per Molnar e Maccabiti per Dallamano. L’inizio è da brividi: l’arbitro vede un mani di Chiarini in area e stavolta assegna il rigore al Cuneo. Sul dischetto va Cecchi ma Boccanera risponde presente. Gol sbagliato, gol subito; all’11’ grande azione rossoblù: Bignotti serve Maccabiti, sul suo tiro vola Cammarota ma Cristofoli è in agguato per l’1-1. Al 17’ il Cuneo si vede annullare un gol per fallo di mano di Corteggiano, al 24’ sono i rossoblù a sfiorare l’1-2 con Cristofoli, fermato da Cammarota. Il finale è incandescente: prima Corteggiano spedisce alto un gol che sembrava fatto, poi il Castiglione reclama per atterramento di Calandra. Al 40’ corner di Lombardi, sponda di Chiarini e Cristofoli trova di nuovo lo spiraglio giusto di testa. C’è tempo per un altro miracolo di Boccanera, che salva su Corteggiano, poi il Castiglione può esultare anche se nella semifinale Cristofoli dovrà restare fuori per squalifica.
Ore 11.20 – (Gazzettino) «Una volta insediato il nuovo consiglio d’amministrazione, procederà a eleggere il nuovo presidente, il nuovo amministratore delegato e le altre posizioni, ma in linea di massima non ci saranno stravolgimenti al riguardo». Anche il cda è destinato naturalmente ad ampliarsi rispetto agli attuali cinque componenti (Bergamin, Bonetto padre e figlio, Salot e Beccaro). «Probabilmente arriveremo a una decina di persone dato che in base alle quote io e Bergamin possiamo avere tre consiglieri e chi detiene il 10 per cento può averne uno. Di sicuro i tre nuovi soci saranno nel cda e se uno di loro avrà due consiglieri deciderà lui chi mettere». Avete parlato anche dei programmi per l’anno prossimo? «Stiamo lavorando al bilancio per la stagione 2015-2016 e a breve avremo un’altra riunione collegiale per ragionare sui numeri. Sulle linee del bilancio che sarà approvato, il direttore sportivo De Poli saprà quanti soldi può spendere per allestire la squadra in vista del campionato di Lega Pro e lo stesso vale per Molon riguardo al settore giovanile».
Ore 11.10 – (Gazzettino) L’ingresso ufficiale del terzetto Poliero, Salot e Tosetto avverrà grosso modo intorno a metà luglio, ossia una volta approvato il bilancio dell’attuale stagione sportiva (30 giugno), al quale seguirà il passaggio da società dilettantistica a società professionistica con il nome Calcio Padova Spa. «È stato un incontro molto cordiale – prosegue Bonetto – nel quale io e Bergamin abbiamo apprezzato l’interessamento di Poliero, Salot e Tosetto nel voler entrare nella società. Ci fa molto piacere perché si tratta di persone che possiedono quei requisiti che abbiamo sempre perseguito, ossia sono padovani, amanti del calcio e con un certo profilo. Più persone ci sono al tavolo e più si può variare il menu». Riguardo alle cariche sociali alla luce dell’allargamento della proprietà, l’ad biancoscudato fa una precisazione: «È naturale che al momento siamo tutti in scadenza e che le attuali cariche cesseranno al 30 giugno, per cui io non sarò più amministratore delegato e Bergamin non sarà più presidente».
Ore 11.00 – (Gazzettino) «Ci siamo trovati e abbiamo definito gli ultimi dettagli. Ci sarà l’ingresso di tre nuovi soci». È Roberto Bonetto a confermare definitivamente che la compagine societaria del Padova si allarga e che al fianco dell’amministratore delegato biancoscudato e del presidente Giuseppe Bergamin ci saranno d’ora in avanti Massimo Poliero (responsabile di un’azienda leader nella produzione di leghe madri per il settore orafo), Giampaolo Salot (si occupa di intermediazione finanziaria e già quest’anno era nel cda del club) e Walter Tosetto (titolare dell’omonima azienda di lavorazione delle carni). I cinque azionisti, oltre al vice presidente Edoardo Bonetto, si sono ritrovati come da programma martedì sera negli uffici del Padova per suggellare l’accordo, occasione nella quale è stato sancito – come già era stato annunciato – che Bergamin e la Thema Italia Spa di Bonetto e Moreno Beccaro manterranno il 30 per cento ciascuno delle quote sociali, mentre il restante 40 per cento sarà distribuito fra i tre nuovi soci, «anche se non è stata ancora definita la ripartizione tra di loro, ripartizione che sarà comunicata in un secondo momento» precisa Bonetto.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Tornando all’attualità, lei e i suoi “colleghi” Poliero e Tosetto entrate in società ripartendovi il 40 per cento delle quote. «Il discorso delle quote è la cosa meno importante, ciò che conta era dare un segnale di voler fare bene alle due famiglie che già c’erano senza snaturare quello che era stato già fatto, tra l’altro al meglio guardando i risultati. Di sicuro la proprietà rimane con il 60 per cento ad appannaggio delle famiglie Bergamin e Bonetto come è giusto che sia. Nel calcio si dice squadra che vince, non si cambia». Insieme a Tosetto e Bergamin qualche anno fa aveva fatto parte della cordata che aveva trattato con l’ex presidente Cestaro l’acquisizione di una quota del vecchio club. «La mia conoscenza con Tosetto risale proprio a quel periodo. Avevamo valutato la possibilità di entrare nel Padova di allora, poi l’operazione non è andata in porto». La sua conoscenza con Poliero? «Non è di lunga data, ho avuto modo di conoscerlo in quest’ultimo periodo. È una bravissima persona, ha le caratteristiche corrette per fare parte della squadra». Padovani, amanti del calcio e con un certo profilo sono i requisiti che cercavano Bergamin e Bonetto nei nuovi soci. «Per fare parte del gruppo bisogna essere tifosi e amanti del Padova e della città. Poi le persone si conoscono, chi da qualche tempo in più, chi da un po’ meno. Ma il modus operandi è comune: cercare di fare il bene del Padova. Ed è con questo spirito che sono entrato».
Ore 10.40 – (Gazzettino) «Il mio ingresso è una logica conseguenza di ciò che ho visto durante l’anno. Conosco bene la famiglia Bergamin e ho avuto modo di apprezzare la famiglia Bonetto. Un viatico annunciato nel senso che era corretto dare una mano e lo faccio volentieri». A parlare è Giampaolo Salot, nuovo socio del Padova, nel quale già quest’anno ha ricoperto il ruolo di consigliere. Torinese di nascita, è arrivato nella nostra città negli anni 1990 dove ha continuato a coltivare la passione per il calcio. «Ho giocato da giovane nel torinese, sono arrivato fino al livello che precede il campionato di Promozione. Sono tifoso della Juventus, qualcuno lo considera un pregio e qualcuno un difetto. Ma è una cosa che mi accomuna a Roberto Bonetto, anche lui è tifoso della Juve». Immaginiamo, però, che adesso il Padova prevalga su tutto. «Quando sono arrivato negli anni 90 mi ero appassionato vedendo alcune partite, anche se è solo negli ultimi otto-dieci anni che frequento assiduamente lo stadio. Ma all’epoca mi era piaciuta la grinta e la voglia che ci mettevano quelle squadre biancoscudate nonostante un’inferiorità tecnica rispetto agli avversari. E poi qui ho trovato l’amore, mi sono sposato e ho un figlio. Sono ormai un padovano a tutti gli effetti».
Ore 10.30 – (Gazzettino) Il Castiglione ha battuto 2-1 in trasferta il Cuneo (doppietta di Cristofoli) nella seconda partita della poule scudetto, e passa alle final four come prima classificata del girone A. Un risultato che riduce di molto le speranze del Padova di approdare all’atto conclusivo della competizione: i biancoscudati devono infratti vincere domenica all’Euganeo con il Cuneo e sperare che Siena-Maceratese (girone B) non termini in pareggio per qualificarsi come migliore seconda dei tre raggruppamenti con 4 punti. Regolamento alla mano è previsto che in caso di arrivo a pari punti nel girone si guardi come primo parametro allo scontro diretto (il Padova ha pareggiato con il Castiglione) e successivamente alla Coppa disciplina: il Padova è in svantaggio nei confronti del Castiglione, e anche nei confronti di Siena e Maceratese qualora pareggiassero chiudendo a quota 4 punti il proprio girone (e qualificandosi entrambe). Già tagliata fuori la seconda classificata del girone C che comunque non può arrivare a 4 punti. Intanto, ieri la squadra ha continuato la preparazione in vista della gara con i piemontesi, che sarà in ogni caso l’ultima uscita casalinga stagionale dei biancoscudati. Ancora lavoro differenziato per Amirante: oggi pomeriggio si vedrà se l’attaccante farà rientro o meno in gruppo nella seduta in programma alla Guizza.
Ore 10.20 – (Gazzettino) Il presidente del Padova Giuseppe Bergamin e il vice Edorado Bonetto parteciperanno domani mattina al convegno dal titolo «I diritti sportivi tra concorrenza e regolazione» organizzato dal Dipartimento di diritto pubblico, internazionale e comunitario dell’Università degli studi di Padova, con il patrocinio della Federcalcio e della società biancoscudata stessa e la direzione scientifico-organizzativa della professoressa Cristiana Benetazzo. All’aula E del Palazzo del Bo in via VIII febbraio, a partire dalle 10.15, dopo i saluti istituzionali dell’assessore comunale allo sport Cinzia Rampazzo e del delegato universitario alle attività sportive Gianluca Gini, esperti del settore, nella tavola rotonda coordinata dal professor Sandro De Nardi, analizzeranno a 360 gradi il sempre attuale tema dei diritti audiovisi legati alle attività sportive, ma ci sarà pure uno spazio del dibattito dedicato alle sponsorizzazione. Al tavolo dei relatori i massimi esperti del settore, appartenenti al mondo accademico o rappresentanti della professione forense, a partire dal professor Stefano Balducci, docente alla Cattolica del Sacro Cuore di Milano e responsabile dei diritti audiovisivi delle nazionali di calcio e new media della Figc. Annunciata anche la presenza di Andrea Stramaccioni, attuale allenatore dell’Udinese e con esperienze sulla panchina dell’Inter e nelle giovanili della Roma, che porterà un saluto al termine del convegno dopo gli interventi dei due rappresentanti della società biancoscudata.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Ma cosa significa, nel concreto, che il Padova passi dall’essere una società in mano a due soli azionisti, ad una nella quale le quote sono ripartite tra cinque soggetti? Formalmente, molto. Sportivamente parlando, invece, non significa automaticamente che il mercato di quest’estate sarà più ricco: «L’apporto di nuove persone ci garantisce maggiore tranquillità economica, e creerà una base allargata nella quale, quando avverrà, se qualcuno vorrà farsi da parte sarà molto più facile procedere: passare di mano il 20 per cento di una società è una cosa, il 70 è un altro discorso. La nostra politica però non cambierà: baseremo il nostro lavoro sul buon senso, formando una squadra competitiva, certo, ma non senza ragione»
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) L’operazione, partita diversi mesi fa, finalmente è arrivata a compimento: «Due sere fa abbiamo semplicemente chiarito gli ultimi dettagli», rassicura l’ad biancoscudato Roberto Bonetto, «Come annunciato, io e Bergamin manterremo il 60 per cento delle quote societarie, e il rimanente 40 per cento sarà dato agli altri tre soci, anche se la suddivisione precisa è da definire. Il loro ingresso avverrà dopo la chiusura del bilancio di quest’anno, ovvero dopo il 30 giugno: ai primi di luglio andremo dal notaio e costituiremo la nuova società formalizzando l’ingresso dei nuovi soci. Il Padova sarà una Spa, e non una Srl». Un cda ratificherà quindi il nuovo assetto societario, mentre un altro, forse addirittura precedente, si occuperà di formalizzare il cambio di denominazione: «Lo attueremo appena la federazione ce lo consentirà, probabilmente anche prima di luglio», prosegue Bonetto, «Credo che verso metà giugno cambieremo denominazione e ragione sociale, e l’ingresso dei nuovi soci avverrà all’inizio di luglio».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Due ore di riunione martedì sera, nel cuore dello stadio Euganeo, hanno definitivamente gettato le basi per il futuro ingresso in società dei tre nuovi azionisti. Perché di tali si tratterà: il Calcio Padova, come presto tornerà a chiamarsi il sodalizio di viale Rocco dopo l’anno di restaurazione sotto il nome di Biancoscudati Padova, diventerà una Spa (società per azioni) e non una Srl, un assetto che dà più garanzie. Il presidente Giuseppe Bergamin e l’amministratore delegato Roberto Bonetto sono pronti ad accogliere i tre nuovi soci: Massimo Poliero, ad della Legor Group di Bressanvido, azienda leader nel settore orafo; Walter Tosetto, titolare con il fratello dell’omonima azienda di lavorazione della carne a Campo San Martino; e Giampaolo Salot, consulente finanziario fondatore di Saro, ma già consigliere di amministrazione della Biancoscudati sin dall’estate scorsa.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Il Castiglione vince 2-1 a Cuneo ed è già in semifinale come primo del girone. È andata malissimo, per il Padova, la sfida di ieri in Piemonte: i mantovani, in svantaggio a fine primo tempo (due rigori falliti, uno per parte), nella ripresa sono riusciti ad avere la meglio con la doppietta di Cristofoli. A questo punto, col Castiglione già certo del primo posto nel triangolare in virtù del miglior piazzamento in Coppa Disciplina, anche vincendo domenica col Cuneo i biancoscudati potrebbero essere fuori. Domenica infatti si giocherà Maceratese-Siena: entrambe sono a 3 punti, e con un pari sarebbero qualificate come prima (Maceratese) e miglior seconda dei triangolari (Siena) sempre in virtù della Coppa Disciplina. I risultati di ieri: Cuneo-Castiglione 1-2 (classifica Castiglione 4, Padova 1, Cuneo 0); Rimini-Maceratese 0-5 (Siena e Maceratese 3, Rimini 0); Lupa-Andria 4-3 (Lupa e Akragas 3, Andria 0).
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) E il Padova non sarà solo nella zona. Ad Auronzo si allenerà ancora una volta la Lazio di Stefano Pioli, mentre sono in corso trattative con Latina e Trapani per la vicina Longarone. E c’è alle porte la possibilità concreta che salga in Cadore pure il Vicenza. La settimana prossima una delegazione della dirigenza biancorossa, dopo aver valutato e visitato Nevegal, effettuerà un sopralluogo nella vicina Domegge, per l’esattezza la frazione di Vallesella. Per quanto riguarda il Padova, sono già state fissate in calendario tre amichevoli nel periodo della preparazione precampionato. Due verranno disputate nel campo di Sottocastello, una è in via di definizione con un grosso club che si allenerà nella zona. Ieri, intanto, il Castiglione ha battuto il Cuneo 2-1 assicurandosi il primo posto nel triangolare della poule scudetto in cui sono inseriti i biancoscudati. A causa della brutta posizione nella Coppa disciplina in caso di arrivo a pari punti, il Padova è quasi out, visto che Maceratese e Siena, pareggiando, sarebbero qualificate alle semifinali.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Ci siamo. Salvo sorprese o imprevisti che al momento non sembrano all’orizzonte, il Padova svolgerà il ritiro estivo di preparazione alla nuova stagione a Pieve di Cadore, nel bellunese. Le parti hanno ormai raggiunto un accordo complessivo che necessita soltanto di essere ufficializzato. Il Padova alloggerà all’Hotel Pelmo dal 19 luglio al 2 agosto e si allenerà nella frazione di Sottocastello. Dopo aver valutato l’Hotel Belvedere, che in passato aveva ospitato, fra gli altri, i ritiri estivi di Modena e Bassano e che non aveva posti a sufficienza per le esigenze della comitiva biancoscudata, la dirigenza del Padova ha optato per una struttura che offre tutti i comfort necessari al soggiorno. «Con il Padova stiamo definendo gli ultimi dettagli – conferma Massimiliano Forgiarini, direttore del Consorzio Cadore Dolomiti – ma credo che non ci saranno problemi, visto che abbiamo raggiunto un accordo praticamente su tutto. Se tutto dovesse andare come crediamo e come mi auguro, saremmo davvero felici di poter ospitare i Biancoscudati a Pieve di Cadore. È una società gloriosa dalla grande tradizione e il fatto che abbia pensato a noi non può che riempirci di orgoglio».
Ore 08.38 – Serie D girone C, secondo turno playoff: Sacilese-Belluno 4-1. Nel prossimo turno (in programma domenica 24 maggio) l’AltoVicentino ospiterà la Sacilese.
Ore 08.36 – Poule scudetto, prossimo turno (domenica 24 maggio). Girone Nord: Padova-Cuneo (riposa Castiglione). Girone Centro: Maceratese-Siena (riposa Rimini). Girone Sud: Fidelis Andria-Akragas (riposa Lupa Castelli Romani).
Ore 08.34 – Poule scudetto, i risultati della seconda giornata: Cuneo-Castiglione 1-2, Rimini-Maceratese 0-5, Lupa Castelli Romani-Fidelis Andria 4-3.
Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Icone Vintage, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 20 maggio: allenamento mattutino per i Biancoscudati, ancora a parte Amirante.