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Ore 22.00 – (Gazzettino, edizione di Treviso) «AAA cercasi socio per fare la serie D». Potrebbe essere questo l’annuncio dell’Union Pro per non dover abbandonare la categoria dopo una sola stagione chiusa con un fantastico sesto posto. La settimana entrante sarà decisiva per il futuro della società del Terraglio. Ad oggi si va verso uno scambio di categoria con la Mestrina con l’Union Pro quindi «retrocessa» in Eccellenza o addirittura, nel peggiore dei casi, in Promozione. Il presidente Marco Gaiba spiega come stanno le cose al momento: «Per ora di definito non c’è ancora nulla. Come ho già detto con l’uscita del mio socio Maurizio Michielan da solo non sono in grado di reggere il peso della Serie D e quindi sto valutando altre soluzioni». Qual è quella più probabile? «Il progetto abbozzato con la Mestrina lo trovo molto interessante, noi faremmo l’Eccellenza con i migliori giovani delle due squadre e loro la Serie D con Feltrin in panchina. Il problema principale è che loro rischiano di restare senza stadio perché il «Baracca» potrebbe non essere più agibile visto che già in questa stagione hanno giocato grazie ad una deroga». È quindi escluso di vedere ancora la Serie D a Mogliano? «È fattibile solo se arriva un socio serio che sposi il nostro progetto a lungo termine, per ora non si è fatto avanti nessuno con queste intenzioni. Io sono disposto sia a cedere il 50% della società sia il 100% a patto che ci siano persone serie che non rovinino il lavoro fatto in questi anni anche a livello di settore giovanile. Mogliano è una piazza che ci ha dato una mano ma che non ci dà grandi numeri come spettatori. Io non voglio fare il passo più lungo della gamba creando problemi economici che fin qui non abbiamo mai avuto. Nel peggiore dei casi potremmo anche ripartire dalla Promozione giocando con i giovani che alla fine è la categoria dalla quale era iniziata l’avventura con la nuova società».
Ore 21.40 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Cala il sipario sulla stagione sportiva del Montebelluna, che ha affrontato al Comunale la Rappresentativa Juniores del Veneto allenata dall’ex biancoceleste Andrea Basso. Amichevole che è servita soprattutto alla selezione regionale, impostasi alla fine per 3-1, in vista dell’imminente Torneo delle Regioni, in programma in Lombardia dal 31 maggio. Partita che potrebbe essersi rivelata come il passo d’addio per il tecnico Daniele Pasa, non confermato ufficialmente dalla società a fine campionato nonostante la salvezza ottenuta, e la cui panchina è parecchio appetita da più di un pretendente, l’ultimo dei quali sembra essere Parteli. Assente il presidente Marzio Brombal, volato negli Stati Uniti per impegni di lavoro, sull’argomento a fine gara nessuno tra i dirigenti presenti, ovverosia il digì Toniutto e il diesse Mazzonetto, si è voluto sbottonare. Bocca cucita naturalmente anche da parte di Pasa. Ad ogni buon conto sembra che una decisione in merito sia già stata presa.
Ore 21.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Si è concluso una settimana fa, con la sesta sconfitta consecutiva della Clodiense, il campionato di Serie D. Un campionato sicuramente condotto oltre le aspettative della società lagunare e della tifoseria, con un cammino da formazione di alta classifica, ma che è stato macchiato da un finale di stagione veramente indecoroso. «Dopo la sconfitta con il Padova siamo entrati in un tunnel di demotivazione – è la diagnosi del direttore generale, Mauro Boscolo Gallo – Comunque la salvezza anticipata è da equiparare ad una promozione per una delle formazioni per cui era pronosticata la retrocessione». Il mancato accesso ai playoff ha deluso i tifosi che hanno visto nella società la mancata voglia di parteciparvi. «Ma non è vero – ribadisce Mauro Gallo – Fatti così i playoff non hanno senso, ma sarebbe stato positivo a livello storico per la società e gratificante per l’immagine dei giocatori. Purtroppo quelle sei sconfitte consecutive ci hanno penalizzato». I giocatori sono già tutti in vacanza da martedì scorso, ma la società è già al lavoro per mettere in cantiere la squadra che affronterà il prossimo campionato. Squadra che dovrebbe ancora essere allenata da Andrea Pagan. «Visto il buon lavoro svolto da Pagan in questi due anni credo che il tecnico verrà confermato – spiega Gallo – La squadra anche quest’anno ha giocato un buon calcio, forse uno dei migliori assieme alla Sacilese». Per quanto riguarda invece i giocatori, la società sarebbe orientata a confermare la maggior parte della rosa. Ritorneranno al Venezia Tiozzo Francesco e Siega. La società sembra orientata a chiedere ancora in prestito il difensore. I vari Okroglic, Pelizzer, Mazzetto, Mastroianni, Moretto, Santi, Carlucci, Isotti, Casagrande, Piaggio, Olivieri, Pitteri e Tiozzo Luca sono proprietari del cartellino e quindi tutti svincolati. «Dobbiamo essere grati al presidente Ivano Boscolo Bielo e faccio un appello agli imprenditori locali: se qualcuno è disponibile ad aiutarci ben venga, perché è un grosso problema recuperare energie economiche per disputare un campionato di serie D».
Ore 20.40 – (Corriere delle Alpi) Piani di difesa. Il reparto arretrato è forse quello che subirà meno cambiamenti nella ricostruzione del Ripa Fenadora. In mezzo Mattia De Checchi è un punto fermo, anche per esperienza. Su Alberto De March si registra un sondaggio del Montebelluna, si è parlato di un interesse del Belluno anche se contatti ancora non ce ne sono stati, ma per lui «la priorità è assolutamente di rimanere all’Union». Da valutare la situazione di Tiziano Slongo. Sugli esterni, Ilir Frangu aspetta il Bassano mentre Halil Gjoshi resterà. Alberto De March. Si è fatto avanti il Montebelluna ma senza offerte concrete. «Prima di tutto voglio parlare con l’Union. Mi sono trovato bene, anche se è stata un’annata travagliata. È ancora presto, perché prima la società deve decidere presidente, ds e allenatore. A me piacerebbe restare. L’Union è una società seria, ci troveremo a parlare ed entro una decina di giorni dovrei sapere. Non vorrei prolungare troppo». Mattia De Checchi. È il perno della difesa neroverde e spera di restare. «La mia volontà è rimanere, ormai sono qua da quattro anni (due di Eccellenza e due di serie D) e mi sono sempre trovato bene con tutti: società, compagni e tifosi», dice Mattia De Checchi. «La società aspetta di definire i ruoli, poi parleranno con i giocatori e vedremo cosa succede, ma quando si sta bene la speranza è di restare». Ilir Frangu. Futuro ancora tutto da decidere per il terzino sinistro classe 1996 ex Triestina, ma uscito dalla scuola del Bassano Virtus. «In questo momento sono disoccupato. Sto aspettando cosa mi dice il Bassano. Se non firmo con loro, avrò il mio cartellino in mano e poi vedrò cosa fare in base alle offerte che mi arrivano», spiega Ilir Frangu. «Il capitolo Union non è affatto chiuso», aggiunge. «Ci sono possibilità che rimanga anche al Ripa Fenadora, non è da escludere. Ancora però non so niente». La priorità del difensore fuoriquota sarebbe quella di trovare una squadra in Lega Pro e se l’opportunità non dovesse arrivare, il terzino di origine macedone valuterebbe le alternative. Halil Gjoshi. Spera di rimanere in maglia neroverde l’esterno del 1995, quest’anno schierato spesso basso destro con buoni risultati. Assicura versatilità e dovrebbe essere confermato. «Da parte mia c’è la volontà di restare», afferma Halil Gjoshi. «Devo ancora parlare con il presidente e poi vediamo, ma sono abbastanza tranquillo». Tiziano Slongo. Alla finestra c’è anche il centrale arrivato nel mercato invernale dal Montebelluna. «Sto aspettando cosa decide la società, poi agirò di conseguenza», spiega il ventunenne difensore bellunese. «Dipende dalla proposta. Al Ripa Fenadora mi sono trovato bene, ma in vista della prossima stagione metto al primo posto il poter giocare con continuità. Se la trovo all’Union, meglio».
Ore 20.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Prima il direttore sportivo, poi l’allenatore. Sembra questo l’ordine del giorno del Fontanafredda che, dopo la conferma in serie D, cerca di riassettarsi come società per poi pigliare le decisioni tecniche opportune. DIESSE PIÙ NO CHE SÌ – Carlo Casagrande è il nome del direttore sportivo più gradito e ora vicino al Fontanafredda. Inserirlo nello staff, però, non è così semplice come pareva solo qualche settimana fa. Già diesse all’Opitergina, abita a Conegliano e, dopo i contatti intrecciati con i rossoneri, ha avuto una richiesta che sta distogliendo le sue attenzioni. È da Treviso che lo stanno tentando, con un progetto molto ambizioso in via di finanziamento e con un relativo piano di budget certamente superiore a quello fontanafreddese. Mezza parola col Fontanafredda ci sarebbe, l’altra mezza non è scontato che arrivi. FRATTURA INVERNALE – L’arrivo o meno di Carlo Casagrande al Fontanafredda si collega alla separazione del club da Renzo Nadin. Non solo perché ne prenderebbe il posto, nella casella in organigramma rimasta libera da pochi giorni. È correlato perché l’avvicendamento stava maturando già a metà stagione. Nel dicembre scorso, infatti, la dirigenza rossonera era già orientata a separarsi da Nadin, ma poi la decisione rimase lettera morta. Fosse viceversa emersa quella decisione presa, Casagrande sarebbe già operante da almeno quattro mesi per il Fontanafredda e, in questo momento, praticamente blindato. MISTER SÌ O NO – Parola a Maurizio De Pieri. È tanto attesa dai rossoneri. Anche nelle riservate stanze dello stadio Tognon si apre la settimana dei verdetti. Che la società presieduta da Giampietro Bertolini intenda proseguire con Maurizio De Pieri quale allenatore lo sanno anche tutti i ciuffi d’erba dell’ex Comprensoriale. Che De Pieri non abbia ancora sciolto le riserve è una situazione agli sgoccioli. Il club rossonero farà sedere attorno ad un tavolo tutte le figure più rappresentative, magari anche il nuovo diesse, per definire e recepire la definitiva volontà dell’attuale guida tecnica. Maurizio De Pieri ha avuto altre richieste: per citarne solo due, una in Veneto e una in Friuli, Nervesa e Cordenons. Hanno in comune un handicap: la categoria. Sarebbero proposte economicamente attraenti, ma si scontrano con le ambizioni e la legittima volontà di restare in serie D.
Ore 19.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Deve ancora giocare il suo playoff, la Sacilese. E deve farlo con in panchina Carlo Marchetto. È l’ultima propaggine di una stagione segnata dall’addio di Mauro Zironelli e dal secondo terzo posto consecutivo. Ma il futuro è lì, incombe, e non si può non parlarne. Ad affacciarsi (sembra quasi incredibile) è la figura di un ex che a Sacile non si lasciò proprio benissimo. È quella, ma chi legge lo avrà già capito, di Maurizio Costantini. Già, “Roccia”, che nel marzo 2011 fu esonerato con polemiche, in piena lotta per non retrocedere. Era l’allora Seconda divisione. Scintille vere. Oggi, però, lui e il suo staff hanno nuovamente bussato alla porta della presidenza biancorossa, con argomenti che stanno facendo riflettere la dirigenza. Una proposta allettante, che punta a superare le divergenze che quattro anni fa interruppero bruscamente un rapporto mai veramente decollato. Siamo ai primi contatti e se oggi prevale il segno meno, non è detto che le cose non possano cambiare. Segno più, invece, per Stefano De Agostini a Tamai: con la conferma del tecnico sarà automatica anche quella del pacchetto difensivo esperto. Si parla dei “vecchi”, quindi di Peresson (e la porta è a posto), Colombera, Faloppa (ma piace al Belluno) e Brustolon. È pronto a rimettersi in gioco in D bomber Massimiliano Sessolo. L’ex capitano del Pordenone, dopo l’anno trascorso in Eccellenza a Cordenons, attende l’eventuale promozione del Cjarlins Muzane, sua destinazione prediletta.
Ore 19.20 – (Messaggero Veneto) La stagione non è ancora finita: domani, alle 18, la Sacilese ospita il Belluno nei play-off. Nel frattempo, però, circolano le prime voci di mercato. E quindi: manca solo l’ufficialità, ma Stefano De Agostini resta alla guida del Tamai. Il tecnico, infatti, sarebbe stato confermato anche per la stagione 2015-2016. In settimana, salvo sorprese, il club mobiliere renderà nota la decisione. E’ lui la prima pietra delle “furie rosse” del futuro. Si opta dunque per la continuità, sostantivo caposaldo della società di Elia Verardo. Si punta, soprattutto, sulle capacità del trainer di Azzano Decimo: dopo essere entrato in corsa nel 2013-2014, e aver salvato la squadra, gli si vuole dare fiducia visto l’andamento di quest’anno, in cui è riuscito a mantenere la squadra in categoria nonostante i suoi problemi di salute (ora risolti). Per quanto concerne i giocatori, ci sono ancora valutazioni da fare. Per ora, secondo indiscrezioni, c’è la volontà di ripartire dal reparto arretrato, il quarto migliore del campionato: verso la conferma dunque i “vecchi”, da Peresson a Brustolon, passando per Faloppa e Colombera. Il Fontanafredda, dopo la separazione dal ds Renzo Nadin, prende tempo. La volontà del club è di confermare il tecnico, Maurizio De Pieri: quest’ultimo, a quanto pare, vorrebbe rimanere, ma al contempo richiederebbe garanzie dal punto di vista tecnico. Delle rassicurazioni normali, visto che ha portato in salvo squadra al primo anno in serie D e senza neppure passare dai play-out. A Sacile, intanto, tornerebbe di corsa Maurizio Costantini, ma la società nicchia, mentre Massimiliano Sessolo, ex capitano del Pordenone ora al Cordenons, andrebbe a parlare col Cjarlins/Muzane in caso di salto in Interregionale degli orange.
Ore 18.50 – (Il Piccolo) Non ci sarà solamente la schiacciante superiorità di tifosi alabardati presenti ad aiutare la Triestina nel play-out di domenica prossima a Dro. Se da quel punto di vista l’Unione avrà certamente un vantaggio, c’è perfino il discorso del fattore campo a far ben sperare i supporters alabardati. Perché è vero che la Triestina avrà a disposizione solamente la vittoria per agguantare la salvezza, ma c’è da dire che in questa stagione Piscopo e soci hanno fatto decisamente meglio proprio in trasferta, e lo stadio Rocco più spesso è stato un handicap invece che un vantaggio. Lo dicono gli stessi numeri finali del campionato. Al termine delle 34 giornate della regular season l’Unione ha fatto più punti in trasferta (sono stati 18) che in casa (solamente 16), un dato certamente anomalo per la maggior parte delle squadre. Inoltre la Triestina vanta una miglior differenza reti lontano dal Rocco (-3 con 20 reti segnate e 23 subite) rispetto alle partite davanti al pubblico amico (-7 con 21 gol all’attivo e 28 al passivo). Evidentemente quella cattedrale gigantesca frequentata da poche centinaia di spettatori, spesso si trasforma in un boomerang per gli alabardati, mentre è un teatro che probabilmente esalta i dilettanti delle squadre avversarie che ci hanno messo piede in queste ultime stagioni. Sul fatto della capacità di vincere (apparsa piuttosto scarsa durante la stagione, a dir la verità), la Triestina non ha fatto differenze fra casa e trasferta, visto che è riuscita a uscire dal campo con i tre punti per 3 volte al Rocco e per 3 volte lontano dalle mura amiche (dove però ha colto più pareggi e meno sconfitte). Ma c’è anche un discorso sulla qualità dei successi: in casa la Triestina ha battuto le due retrocesse Mori e Mezzocorona e il Giorgione impegnato ora nell’altro play-out col Kras. In trasferta l’Unione ha alzato l’asticella, perché oltre al Mori ha sconfitto il Legnago e addirittura l’Altovicentino. E poi c’è un altro discorso, che sconfina nel campo della cabala e della scaramanzia, o chissà, forse anche in quello delle motivazioni psicologiche. Sta di fatto che, maledizioni o meno, in caso di spareggi decisivi lo stadio Rocco negli ultimi anni è sempre stato fonte di eventi negativi finiti tra le lacrime di giocatori e tifosi. Basta ricordare in serie B il tracollo col Padova per 0-3 nel play-out di ritorno dopo il promettente 0-0 dell’Euganeo, oppure la mancata rimonta sul Latina nello spareggio in Lega Pro (2-2 in casa dopo aver perso nel Lazio per 2-0), o ancora l’incredibile 3-3 con la Pro Dronero in Eccellenza che negò la promozione sul campo. Insomma, vuoi vedere che giocarsi lo spareggio decisivo per la salvezza in trasferta forse non è neanche un male? Intanto i tifosi si stanno attrezzando per invadere pacificamente Dro. Dopo aver completato un primo pullman, il Centro di coordinamento sta raccogliendo adesioni per allestirne un altro. Per informazioni rivolgersi al tel. 040-832600.
Ore 18.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Sarà molto, ma molto più difficile. Non solo perché gli avversari avranno due risultati su tre, e i gialloblù uno solo (la vittoria). Roberto Vecchiato non ha tempo per godersi uno dei suoi migliori Belluno. Un giorno di riposo (ieri), uno di allenamento (oggi), poi di nuovo in campo (domani). E il tecnico del Belluno, a 48 ore dalla trasferta di Sacile, non ha dubbi. «Quella che ci aspetta è una partita molto difficile di quella di domenica – avverte Vecchiato -. Perché l’Arzignano è una squadra che ci si addice, la Sacilese no. Se guardiamo gli scontri diretti giocati quest’anno con l’Arzignano abbiamo dimostrato una netta superiorità, soprattutto all’andata e domenica. Perché è una squadra indubbiamente forte, ma che per gioco e approccio fa sì che noi ci si esprima al meglio. Con la Sacilese invece è diverso. Nell’arco della stagione ci siamo equivalsi, rispetto all’anno scorso abbiamo accorciato molto e ci siamo fatti sotto, ma resta una formazione decisamente forte, attrezzata e dura da scardinare». Servirà di nuovo il miglior Belluno. «Non so se quello di domenica sia stato il mio miglior Belluno, ma sicuramente ci è andato molto vicino. Abbiamo creato tantissimo, tirato da ogni parte del campo, sofferto poco, dimostrato un’ottima forma fisica e giocato un bel calcio. Vivere una giornata così per un allenatore è il massimo, di più è davvero dura. L’unica ingiustizia è stata andare ai supplementari, non ci stava proprio per quanto dimostrato nei 90’. E i loro complimenti a fine gara lo hanno confermato». Quella mezz’ora in più peserà? «Chi lo sa. Sicuramente loro verranno da dieci giorni di riposo, noi da 120’ ad alta intensità. Ma non dimentichiamo le motivazioni. Forse l’entusiasmo può essere decisivo in questi casi». Quanto le piacerebbe affrontare l’Altovicentino domenica? «Tantissimo, si capisce? Mi piacerebbe molto, ma molto davvero. Sarà dura, ma quando è dura è ancora più bello vincere». Come? «Con un gol del Cobra. So che in quel campo ci tiene sempre parecchio…». IL PUNTO – Prima del fischio d’inizio di domani (ore 18) la squadra si allenerà questo pomeriggio dopo il lunedì di riposo concesso dal mister. Ricordiamo che al termine della stagione regolare le ammonizioni sono state azzerate, per cui chi era in diffida – come Corbanese – ed è stato ammonito domenica, non è stato squalificato.
Ore 18.00 – (Corriere delle Alpi) Passaggio del turno più che meritato. Il Belluno ha avuto bisogno dei tempi supplementari per accedere al secondo turno play off, ma i gialloblù hanno conquistato con merito la semifinale contro la Sacilese, che si giocherà domani alle 18 in casa dei biancorossi. «Il Belluno ha dimostrato sul campo di stare molto meglio dell’Arzignano – racconta il centrale difensivo Sebastiano Sommacal – siamo stati superiori a livello di gioco nell’arco dei 120’ ma abbiamo vinto anche sul piano fisico, perchè nel finale loro avevano i crampi, noi no. Per come si era messa la partita potevamo evitare i supplementari ma l’importante era qualificarsi». I trenta minuti giocati in più molto probabilmente si sentiranno sulle gambe, al contrario della Sacilese che ha più giorni di riposo alle spalle oltre al vantaggio di giocare tra le mura amiche e di poter contare su due risultati su tre. «Intanto vedremo se saranno giocati i supplementari – continua Sommacal – loro hanno alcuni vantaggi, ma noi vogliamo farci valere e continuare a stupire. Come si batte la Sacilese? Servirà una partita comeall’andata incampionato. Dovremo stare attenti e concedere poco, sappiamo il loro valore. Dovremo fare una grande prestazione come quella contro l’Arzignano dove abbiamo concesso un unico mezzo tiro in porta. Poi abbiamo dominato in tutti i reparti». Il futuro di Sebastiano Sommacal è qui a Belluno. Il difensore non ha ancora parlato con la società, ma non crede che ci saranno problemi per restare in Piazzale della Resistenza. «Spero sia così, più avanti parlerò con la dirigenza. Per quanto riguarda i possibili addii di Posocco e Merli Sala sono due situazioni molto diverse. Se Francesco ha la possibilità di andare nel professionismo è giusto che valuti questa prospettiva anche se qui a Belluno sono certo che sta bene. Per quanto riguarda Ivan il discorso è molto diverso. Ha dimostrato di stare bene in questa categoria e di meritarne anche una superiore. Se deciderà di andare sicuramente dispiacerà a tutti ma è giusto che anche lui faccia le proprie scelte». Tre diffidati. Al termine del campionato i cartellini gialli si sono azzerati ma per saltare un turno playoff bastano due ammonizioni e tre giocatori del Belluno sono già a rischio. Si tratta di Simone Corbanese, Andrea Radrezza e Giovanni Pescosta che nel match contro l’Arzignano sono finiti sul taccuino del direttore di gara. Lunedì di riposo. La squadra ieri pomeriggio non si è allenata, mentre scenderà in campo alla Gol Arena questo pomeriggio alle 16 per la rifinitura in vista della sfida di domani contro la Sacilese. La vincente affronterà domenica in trasferta l’Altovicentino.
Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Fortunato? Mi sarebbe piaciuto restasse, oggi però io sono debole e purtroppo non ho alcuna base per trattare, neanche con i miei giocatori». È palpabile la frustrazione del direttore sportivo Ivone De Franceschi. Il campionato del Venezia è finito il 10 maggio e, dato che il presidente Yury Korablin non si «manifesta» da fine febbraio, il dirigente lagunare avrebbe ovviamente almeno riavviare i contatti con i calciatori attualmente in rosa e che potrebbero vestire la maglia arancioneroverde anche nella Lega Pro 2015/16. «È chiaro che con mister Serena abbia già iniziato a parlare di cosa ci piacerebbe fare – spiega De Franceschi – ma non possiamo andare concretamente più in là di qualche chiacchierata di routine. Al momento non posso spendere parole, figuriamoci sbilanciarmi e prendere impegni. Inevitabile che Fortunato sia salito sul treno che passava promettendosi all’Arezzo: mi dispiace perché mi sarebbe piaciuto trattenerlo». Per venerdì è fissata l’assemblea societaria e il patron Korablin dovrà presentarsi almeno con una soluzione per ripianare gli arretrati in vista dell’iscrizione da espletare entro il 30 giugno. «Dipende tutto da lui, anch’io come quasi tutti i giocatori, staff tecnico e collaboratori, sono a scadenza e aspetto di sapere cosa intende fare il presidente. Io rimarrei per proseguire il lavoro iniziato in questa stagione, ma semplicemente non so se Korablin sia di quest’avviso. Per carità, tutto ciò fa parte del gioco, però è normale che mi piacerebbe arrivare prima degli altri». De Franceschi evita di nominare alcuni dei calciatori papabili di riconferma. «Gli unici col contratto anche per il 2015/16 sono Legati e Raimondi, i quali senz’altro fanno gola a molti, ma quantomeno chi li volesse dovrà prima chiedere al Venezia. In rosa non mancano elementi dai quali ripartire, tutto sta a sapere chi e come dovrà o potrà operare. La vera priorità sono le idee, perché concetti chiari su budget e obiettivi devono essere i capisaldi per costruire qualcosa». Oggi ripresa degli allenamenti, domani (ore 19) amichevole a Cavallino e giovedì a San Pietro in Volta (ore 16.30).
Ore 17.10 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 17.00 – Qui Guizza: lavoro atletico finale.
Ore 16.40 – Qui Guizza: partitella in corso.
Ore 16.20 – Qui Guizza: schemi per la quindicina di giocatori presenti. Lavoro in palestra per Amirante.
Ore 16.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento. I titolari lasciano il centro sportivo per recarsi in piscina.
Ore 15.40 – (Giornale di Vicenza) Giocatori e staff Diquigiovanni li ha spediti in ferie. «Ci risentiamo dopo il 20», ha detto il presidente alla cena di fine stagione. Ma lui di sicuro in vacanza non ci è andato. Sono giorni decisivi per la sua società. L´unica certezza in vista dell´anno prossimo è che per Diquigiovanni e i suoi collaboratori il primo nodo da sciogliere è la questione sede. La società non ha mai nascosto la volontà di abbandonare il Menti per trovare un palcoscenico che sia comunque degno della Lega Pro, ma che porti qualche tifoso in più al seguito del Real Vicenza. «Il fatto di giocare in un campo dove ci sono pochissimi spettatori è sicuramente un fattore un po´ limitativo», aveva detto Marcolini riguardo la questione, sostenendo in qualche modo la scelta della società di cercare un nuovo stadio. Ma dal dire al fare non è così semplice. Tante le voci sui possibili movimenti di Diquigiovanni: inizialmente qualcuno parlava di Padova, poi molte chiacchiere attorno ad un possibile contatto tra Diquigiovanni e Dalle Rive, che voleva anche la cessione del titolo da parte del Real, smentito però dalla società biancorossa. Ancora, un interessamento per il Treviso. Altra smentita. E allora, quale sarà il destino del Real Vicenza? Certezze, l´abbiamo detto, ce ne sono gran poche. Pare però che Diquigiovanni sia convinto a mandare avanti la sua squadra: l´ipotesi cessione del titolo, che sicuramente è passata per la testa all´imprenditore nel corso della stagione, sembrerebbe archiviata. Rimane il trasferimento. Ad oggi, ancora nulla di deciso. Ma la strada sembra portare verso Valdagno. Sarà lo Stadio dei Fiori ad ospitare il Real Vicenza? Alcuni segnali portano in questa direzione: su questo nessuna smentita della società, anzi. E, se ci si pensa un attimo, tante altre strutture nella provincia di Vicenza adatte ad ospitare la Lega Pro non ce ne sono. E poi, anche l´Altovicentino, società guidata da Dalle Rive che quest´anno ha giocato a Valdagno, sembra sia destinato a cambiare nido. E qui spunta Diquigiovanni, tra l´altro originario della zona. Un´ipotesi che quindi potrebbe fare gola al Real Vicenza. Uno stadio storico che è stato teatro delle partite del Marzotto Valdagno in serie B negli anni ´50. Due tribune coperte, seimila posti a sedere, potrebbe proprio far al caso della società biancorossa. Unico neo dello stadio dei Fiori potrebbe essere proprio la sua storia: un impianto che qualche bell´anno ce l´ha quindi Diquigiovanni e i suoi dovrebbero vedersela con molte probabilità con alcuni interventi strutturali.
Ore 15.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) È successo un po’ di tutto domenica al Mercante, tra Bassano e Juve Stabia. Come in tutti i thriller che si rispettino, la tensione rimane tale fino all’ultimo e il sogno che rischia di diventare incubo continua col brivido finale. Al 118’ il gol annullato a Gomez della Juve Stabia (decisione assai contestata dal patron della Juve Stabia Franco Manniello), poi i calci di rigore con l’errore decisivo di Bombagi, la giornata magica del secondo portiere Matteo Grandi e la corsa sotto la curva dopo la conquista della semifinale playoff. Il presidente Stefano Rosso è quasi dispiaciuto che l’avversario del penultimo atto sulla strada della B non sia l’Ascoli di Mario Petrone, con cui il rapporto dodici mesi fa si chiuse in modo non certo sereno. «Pensavamo tutti che l’Ascoli avrebbe battuto la Reggiana — sorride Rosso — invece è arrivata questa sorpresa. Sarebbe stata la quadratura del cerchio affrontare il nostro ex allenatore, in ogni caso l’avventura continua e ce la giocheremo fino alla fine con grande orgoglio. Siamo arrivati a un passo dal traguardo, poi è successo quello che è successo ma siamo ancora vivi e questo ostacolo superato ci regala altre energie e motivazioni per provare ad andare fino in fondo». A Castellammare di Stabia l’hanno presa malissimo, tanto che Manniello ha dichiarato a caldo l’intenzione di lasciare la guida delle Vespe: «Dopo quello che è successo a Bassano — tuona il patron — non penso di continuare la mia avventura alla guida di questa squadra. Non ho più le risorse fisiche e mentali per andare avanti. Ho l’impressione che ci sia un complotto ai nostri danni e che qualcuno non ci voglia in serie B». E così, mentre ieri la Lega Pro ha ufficializzato le date delle semifinali, che si giocheranno entrambe di domenica alle 18 (si inizia il 24 maggio a Reggio Emilia, ritorno una settimana più tardi al Mercante), l’eroe di giornata si chiama Matteo Grandi, catapultato titolare dopo il ko di Rossi e protagonista assoluto ai rigori col guizzo decisivo su Bombagi. «Non potrei essere più felice di adesso — esulta l’estremo difensore scuola Cesena — è fantastico essere arrivati sin qui in questo modo e non vogliamo fermarci».
Ore 15.00 – (Giornale di Vicenza) A noi comuni mortali al massimo ci messaggia un amico o un tifoso più su di giri degli altri. A Renzo Rosso invece, al fischio finale di Bassano-Juve Stabia giunge direttamente un sms di felicitazioni di Max Allegri, il tecnico del momento, che evidentemente era davanti al teleschermo a guardarsi la partita. «I suoi complimenti mi sono arrivati subito e confesso che mi hanno fatto proprio tanto piacere – rivela R.R. radioso – Max è un amico dai tempi del Milan e i suoi elogi sono una gioia in più». Pure senza ricevere gli applausi del nocchiero juventino, Simone Iocolano è ancora più euforico del suo capo, anche a 24 ore di distanza . «È stato favoloso – riconosce il capitano – le modalità della vittoria hanno avuto un percorso esaltante. Abbiamo tremato, lo ammetto, sul gol annullato alla Juve Stabia, ma anche ai supplementari eravamo stati più pericolosi noi di loro e in più atleticamente stavamo decisamente meglio dei campani che avevano i crampi. Il ko in quella maniera sarebbe stato francamente una beffa. Sul rigore tuttavia non ho avuto esitazioni. Già alla vigilia avevo chiesto all´allenatore di tirare eventualmente il quinto penalty, quello decisivo, tantopiù che era uscito Nolè, uno degli specialisti. Credo che un capitano in certi momenti debba assumersi delle responsabilità, perciò sono andato estremamente tranquillo sul dischetto». Maledice il caldo («È stata una sofferenza multipla») e guarda al duello con la Reggiana. «Se ha battuto l´Ascoli vuol dire che possiede dei valori assoluti e dovremo avere mille occhi. Se non altro si gioca in due partite e permette di diluire la tensione. Ma ora le scorie del dopo Monza sono sparite». Anche il day after di Federico Furlan è il ritratto della contentezza. Tra l´altro, lui, vivido esempio di un´educazione d´altri tempi, che addirittura ringrazia i cronisti al termine di una qualunque intervista e che per primo saluta sempre con un sorriso l´interlocutore anche nei giorni bui, racconta l´emozione dei rigori («Sono andato carico e sicuro a battere, ma ero certo che avremmo calciato tutti benone»), lo slancio di un quintetto di specialisti dai piedi buoni (tutti a bersaglio i virtussini). Che infatti hanno eseguito la massima punizione nella stessa porta vicino al tunnel degli spogliatoi, nella quale si erano esercitati a lungo nella rifinitura del sabato. La forza dell´abitudine.
Ore 14.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Persa la possibilità di ottenere la promozione diretta, l’obiettivo primario del Vicenza è il mantenimento del terzo posto. Una posizione che, nei playoff che inizieranno martedì prossimo, porta numerosi vantaggi ed è per questo che battere il Frosinone venerdì al Menti è un imperativo. «Battendo il Frosinone otterremo la certezza di arrivare terzi in classifica — spiega il centrocampista Antonio Cinelli — evitando così il primo turno dei playoff e garantendoci la possibilità con due pareggi di superare i confronti nei quali saremo impegnati». Il regolamento della fase finale, infatti, prevede martedì 26 lo scontro diretto a partita secca tra la quinta classificata e l’ottava con il risultato che verrà deciso, nel caso di parità al 90’, ai tempi supplementari; permanesse ancora la parità, passerà al turno successivo la squadra meglio classificata, calci di rigore. Lo stesso vale per l’altra partita secca che verrà giocata tra la sesta e la settima. Terza e quarta classificata eviteranno di disputare il primo turno ed entreranno in gioco venerdì 29 maggio: la terza affronterà la vincente tra la sesta e la settima e la quarta, invece, la vincete tra la quinta e l’ottava. Arrivare terzo per il Vicenza consentirebbe quindi di giocare una gara in meno e di poter affrontare venerdì prossimo una formazione reduce, tre giorni prima, dalla prima gara dei playoff. Ma arrivare al terzo posto consente anche di poter superare la semifinale e l’eventuale finale con due pareggi, o con una sconfitta segnando lo stesso numero di gol. Contrariamente al primo turno a gara secca, in caso di parità tra le due formazioni, non verranno disputati i tempi supplementari e verrà decretata vincente la compagine che ha ottenuto nella regular season il miglior piazzamento in classifica. «Venerdì sera dobbiamo battere il Frosinone — ribadisce Cinelli — loro, nonostante trascorreranno una settimana di festeggiamenti, non regaleranno nulla ma le nostre motivazioni dovranno fare la differenza. Arrivare terzi è troppo importante per i vantaggi che concede, e quindi non possiamo proprio sbagliare. Abbiamo fatto tanta fatica per scalare la classifica — continua il centrocampista ex Lazio — eravamo quint’ultimi a novembre e adesso siamo terzi e non vogliamo buttare via tutto quanto di buono abbiamo ottenuto finora». Per ultimo, Cinelli ci tiene a ringraziare il pubblico biancorosso, ritenendolo un grande punto di forza nelle sfide che attendono il Vicenza ai playoff. «Dopo tanti anni di delusioni ed amarezze è bello sapere di aver regalato una stagione positiva alla nostra grande tifoseria — sottolinea il mediano biancorosso — adesso però, tutti insieme, dobbiamo cercare di completare il compito e di raggiungere un obiettivo che in estate non era nemmeno immaginabile».
Ore 14.20 – (Giornale di Vicenza) Il fattore Menti sarà decisivo nelle ultime battaglie che il Vicenza dovrà affrontare per conquistare un sogno chiamato serie A. Come sempre, i tifosi biancorossi non faranno mancare il loro sostegno, a partire dalla partita di venerdì sera contro il Frosinone (fischio d´inizio alle 20.30), fondamentale per blindare il terzo posto che garantirebbe vantaggi tutt´altro che trascurabili in vista dei playoff: quarto di finale in gara secca “condonato”; ritorno in casa nella doppia semifinale e nell´eventuale finale; passaggio del turno a parità di risultati tra andata e ritorno. Ieri sera le biglietterie di via Schio davano per superata quota 10.000: già esaurita dalla scorsa settimana la disponibilità in Curva Sud; appena un centinaio i posti ancora a disposizione in Curva Azzurra, e ancora meno in Tribuna Centrale; qualche disponibilità in più per i Distinti, dove sono ancora acquistabili circa mille tagliandi. Ecco perché è facile prevedere un Menti quasi esaurito già in questo importante “prologo” ai playoff col Frosinone, fresco di matematica promozione in serie A.
Ore 14.10 – (Giornale di Vicenza) Venerdì sera al Menti l´ultimo atto: si gioca la partita tra Vicenza e Frosinone e se la vincono i biancorossi saranno sicuri del terzo posto. Ma se i playoff sono sicuri, è poi così importante affrontarli dal terzo posto? Molto importante. Le gambe. Prima di tutto arrivando terzi (ma in questo caso anche quarti) si salta il turno preliminare. Cosa vuol dire? Vuol dire che mentre le altre quattro qualificate dopo l´ultimo turno di campionato tornano in campo (in gara unica nel preliminare) il 26 maggio, chi arriva terzo e quarto torna in campo solo il 29, direttamente in semifinale. E dopo tutto un campionato nelle gambe poter riposare una settimana prima di tuffarsi nei playoff non è vantaggio da poco. Proprio al Vicenza è costato carissimo il triplo turno in otto giorni quando ha dovuto giocare a Brescia e in casa con l´Entella a distanza di pochi giorni, senza poter recuperare in modo adeguato e pagando con un solo punto in quelle due gare. Fattore Menti. Arrivare terzi è poi molto importante perché vuol dire poter giocare sempre, in semifinale e nell´eventuale finale, la partita di ritorno in casa. E anche in questo caso si sa quanto la squadra senta la spinta del Menti, quante volte proprio il tifo biancorosso sia stato decisivo nel raggiungere il risultato. Parità di punti e gol. Arrivare terzi è ancora molto importante perché dà il vantaggio di poter andare avanti nei playoff e anche di arrivare in A a parità di risultati con l´avversario. A parità di punti e di gol segnati nei due incontri di semifinale ed eventuale finale prevale chi è arrivato davanti in campionato. Facciamo due esempi. In caso di doppio pareggio fra andata e ritorno prevale chi è arrivato terzo. Nel caso di sconfitta in trasferta e vittoria in casa o viceversa, con lo stesso numero di gol segnati e subiti (ad esempio sconfitta per 1-0 e vittoria per 2-1) prevale sempre chi è arrivato terzo, anche in finale. Dunque un Vicenza terzo dopo il match col Frosinone potrebbe andare in A con quattro pareggi tra semifinale e finale. Precedenti. Tralasciando l´anno 2004-05 la cui classifica finale è stata poi riscritta a tavolino dalla giustizia sportiva, soltanto due volte non è salita in A la squadra terza classificata. Nel 2005-06 fu il Torino, giunto terzo, a prevalere sul Mantova di Di Carlo proprio grazie all´applicazione della regola di cui si parlava prima: in finale Toro battuto a Mantova 4-2 ma vittorioso 3-1 al ritorno dopo supplementari e polemiche nel campionato in cui Marino portò il Catania al secondo posto e al ritorno in A dopo 22 anni. Nel 2007-08, dopo il torneo in cui i playoff non si fecero perché andarono dritte in A Juve, Napoli e Genoa, visto che quest´ultimo chiuse con 10 punti di vantaggio sulla quarta, a vincere i playoff fu il Lecce, arrivato terzo e vittorioso in finale sull´Albinoleffe. Nel 2008-09 e poi anche nel 2012-13 fu il Livorno a salire in A e in entrambi i casi i toscani (vittoriosi nelle due finali rispettivamente contro il Brescia e l´Empoli) avevano chiuso il campionato al terzo posto. Nel 2009-10 promossa ancora una volta la squadra giunta terza e cioè il Brescia, che in finale superò il Torino. Così come l´anno dopo conquisto´ la promozione il Novara, che aveva chiuso al terzo posto e in finale ebbe ragione del Padova guidato da Alessandro Dal Canto. E siamo alla prima, grossa eccezione: stagione 2011-12, terzo arriva il Sassuolo e la Sampdoria si qualifica da ultima, cioè da sesta (solo dall´anno scorso i playoff riguardano anche settima e ottava classificate). Ma alla fine a salire in A è proprio la Sampdoria che in finale supera il Varese, ben guidata da Beppe Iachini. L´altra eccezione nella scorsa stagione, campionato 2013-14. Al terzo posto chiude il Latina, che arriva comunque alla finale ma è battuto due volte dal Cesena, che era giunto quarto.
Ore 13.40 – (Gazzettino) È iniziato al Tombolato il conto alla rovescia che porterà alla decisiva sfida di venerdì sera con il Perugia. Intanto i lavori per la copertura della tribuna est stanno procedendo e non si fermeranno qualunque sarà l’esito del campionato. Il tecnico granata Claudio Foscarini inquadra la situazione: «Il programma previsto in questi giorni non cambia più di tanto rispetto alle settimane precedenti. Noi guardiamo alla partita con il Perugia, che sarà decisiva per noi, ma il lavoro anche a livello fisico è in funzione delle due settimane successive». Ovvero in chiave play out, che potrebbero materializzarsi se il Cittadella farà bottino pieno e se contestualmente dovesse perdere una squadra fra Entella, Crotone e Modena. Riprende l’allenatore: «Arrivati a questo punto, la testa e le motivazioni fanno la differenza, o meglio incidono molto. Quando si crede in qualcosa si è sulla buona strada e noi dobbiamo aumentare al massimo la convinzione in noi stessi per centrare l’obiettivo». Il Cittadella è già riuscito in imprese ritenute a priori “impossibili”, come quando vinse nel 2008 a Cremona e conquistò la serie B, oppure la salvezza diretta dello scorso campionato. Questa volta, però, potrebbe non bastare. «Lo sappiamo – sottolinea Foscarini – ma noi dobbiamo fare la nostra parte. Poi guarderemo agli esiti dai campi di Crotone e Latina, perchè questa volta dipendiamo anche da altri». Venerdì sera dovranno scontare la giornata di squalifica Rigoni e Stanco (inibito fino al 25 maggio anche il direttore generale Marchetti “per avere al 18’ del secondo tempo contestato platealmente una decisione arbitrale con espressioni ingiuriose”), rientra però Sgrigna. Mancheranno inoltre gli infortunati Bazzoffia e Paolucci, al quale è stata riscontrata una distorsione al ginocchio destro con interessamento del legamento collaterale mediale. «Purtroppo queste situazioni si ripetono – osserva l’allenatore – Confido nella rosa e sono convinto che chi andrà in campo farà bene. A Catania non avevo rischiato dall’inizio Barreca perchè Donazzan mi dava garanzia. Adesso Barreca sta bene». Oggi Alessio Benedetti compie 25 anni: auguri! Il centrocampista granata sabato al “Massimino” era partito in fascia sinistra e poco dopo, con l’uscita di Paolucci, ha giocato centrale in coppia con Rigoni. «Mi trovo meglio in mezzo – sostiene l’ex Catanzaro – ma se serve però so adattarmi anche in altri ruoli». Sulle assenze di Rigoni e Paolucci a centrocampo, continua: «Se sarò chiamato svolgerò comunque il mio compito. Ognuno deve fare sia la fase difensiva che quella di impostazione, sono situazioni che prepariamo in allenamento». Sul Perugia conclude: «Non sarà facile, è un avversario che ha qualità e un gioco propositivo. Noi però dobbiamo solo vincere per sperare e abbiamo dimostrato che possiamo giocarcela con tutti». BIGLIETTI. In tribuna est la società ha fissato a 1 euro il costo del biglietto. Entrerà gratis chi ha il tagliando della precedente partita con il Frosinone. Si confida nel sostegno del pubblico delle grandi occasioni.
Ore 13.20 – (Mattino di Padova) Tutti allo stadio con un euro. In vista della decisiva sfida con il Perugia, che chiuderà la stagione regolare del campionato di serie B, venerdì sera alle 20.30, la società granata ha deciso di concedere ai tifosi l’ingresso alla tribuna Est ad un prezzo quasi “simbolico”. Una promozione, questa, che si aggiunge al “paghi uno prendi due” pensato in occasione della sfida interna con il Frosinone e che permetterà ai possessori di quel biglietto di avere un ingresso omaggio per il match con gli umbri. Un ulteriore modo per richiamare al Tombolato anche chi non è un frequentatore abituale dei campi di calcio. «E speriamo sul serio che l’invito venga raccolto», ha commentato ieri capitan Michele Pellizzer, prima dell’allenamento, lanciando un appello: «Abbiamo bisogno del calore dei tifosi, posso assicurare che dal campo lo sentiamo. Dopo quel rigore esagerato regalato al Catania, temevo che per noi in serie B fosse finita. Invece siamo riusciti a raddrizzare la gara, strappando un’altra possibilità. Ora c’è bisogno di restare tutti uniti per quest’ultima partita. La salvezza attraverso i playout passerà anche dai risultati degli altri campi, ma posso assicurare che, da parte nostra, ce la metteremo tutta per raggiungere l’obiettivo». Come sempre, biglietti acquistabili sul circuito Ticketone o rivolgendosi alla sede in via Ca’ dai Pase 41/B a Cittadella, con orari 9-12.30 e 15-18.30. Venerdì sede a disposizione fino alle 17 e, dalle 18.30, saranno aperti i botteghini dello stadio. La mazzata del giudice. Stanco e Rigoni, come c’era da attendersi, sono stati fermati per un turno per somma di ammonizioni dal giudice sportivo e salteranno la partita con il Perugia. Gerardi entra nell’elenco dei diffidati, mentre sono stati sanzionati pure Foscarini e Marchetti, espulsi per proteste a Catania. Al tecnico comminata un’ammonizione con diffida “per avere, al 44’ del secondo tempo, contestato platealmente l’operato arbitrale; infrazione rilevata da un assistente”. Al direttore generale tocca invece “l’inibizione a svolgere ogni attività in seno alla Figc, a ricoprire cariche federali e a rappresentare la società a tutto il 25 maggio 2015”, per avere “al 18’ del secondo tempo contestato platealmente una decisione arbitrale, rivolgendo all’arbitro espressioni ingiuriose; infrazione rilevata da un assistente”. Nessuno squalificato, invece, nelle file del Perugia. Paolucci non recupera. Chi non ci sarà venerdì è Paolucci, fermo per una distorsione al ginocchio destro con interessamento del collaterale mediale, rimediata dopo uno scontro di gioco nei primi minuti del match del “Massimino”. Per lui settimana di terapie e lavoro differenziato, con la speranza di averlo a disposizione per gli eventuali spareggi.
Ore 13.00 – (Corriere del Veneto) Adesso o mai più. Non ci saranno seconde chance o vie d’uscita in caso di mancata vittoria del Cittadella venerdì con il Perugia. Se non arriveranno i tre punti, infatti, la retrocessione in Lega Pro sarà un passaggio automatico. Certo, vista la situazione a quattro minuti dalla fine a Catania, quando il rigore di Calaiò sembrava aver spedito all’inferno i granata, il ribaltone, pur difficile, ora diventa decisamente possibile. Il Perugia ha già conquistato la certezza dei playoff e Camplone potrebbe anche varare un ampio turnover «ignorando», di fatto, l’impegno di venerdì e pensando già agli spareggi promozione. Potrebbero stare fuori, fra gli altri, l’ex di turno Ardemagni, Giacomazzi, Verre e Fossati. Nel frattempo Stanco e Rigoni, come previsto, sono stati fermati per un turno per cumulo di ammonizioni. «Ho sbagliato a togliermi la maglia — ammette l’autore del gol decisivo sabato al Massimino — ma è stato un gesto istintivo, ero troppo felice per quel gol. Prima ci era crollato il mondo addosso, a un certo punto pensavo davvero che fosse finita. Di una cosa sono sicuro: se riusciamo ad andare ai playout, ci salviamo di sicuro». Ma Foscarini, oltre alle assenze di Rigoni e Stanco, dovrà fare i conti anche con l’infortunio al ginocchio di Paolucci, con il ko di Bazzoffia e con la diffida di Gerardi, mentre ieri sono arrivati provvedimenti anche contro il tecnico dei granata e il dg Marchetti, entrambi espulsi per proteste a Catania. A Foscarini è stata comminata un’ammonizione con diffida mentre al direttore generale è stata inflitta un’inibizione a svolgere ogni incarico generale fino al 25 maggio «per avere, al 18’ del secondo tempo, contestato platealmente una decisione arbitrale, rivolgendo all’arbitro espressioni ingiuriose; infrazione rilevata da un assistente». E così, fra mille difficoltà e la necessità di inventare il centrocampo (come si comporterà Foscarini dopo aver escluso dai convocati per scelta tecnica Busellato sabato scorso?), a Cittadella studiano le varie opzioni per agganciare il treno playout. Il risultato peggiore, in tal senso, è il pari Crotone-Entella, mentre al Latina basta un punto con il Modena per salvarsi. Gli emiliani sono nella bufera, con il patron Caliendo contestato. Si accontenteranno dei playout senza rischiare troppo, magari pensando ai guai del Parma che potrebbe anche non iscriversi alla prossima serie B, oppure tenteranno il tutto per tutto? Venerdì, in tarda serata, tutte le risposte.
Ore 12.40 – (Gazzettino) Il futuro di Andrea Beghetto, classe 1994, dell’Este è già scritto: giocherà l’anno prossimo con la Spal in Lega Pro. Il trasferimento non è ancora ufficiale, ma il diesse estense Vagnati ha seguito ripetutamente l’esterno giallorosso quest’anno (12 gol) e tutto lascia pensare che l’affare si farà. La notizia è stata riportata domenica dal quotidiano Il Resto del Carlino con un articolo nel quale sono stati intervistati Beghetto («Sarei orgoglioso di giocare a Ferrara, ma ora voglio restare concentrato sui play off con l’Este») e il tecnico Gianluca Zattarin che ha sponsorizzato il ragazzo. «È un gran bel giocatore, prontissimo per il salto di categoria che aveva già fatto l’anno scorso al Bellaria. Ha corsa, piede e personalità. Se dovessi accostarlo a un giocatore famoso per far capire il tipo di caratteristiche, spenderei il nome di Roberto Carlos. So di spararla grossa, ma fatte le dovute proporzioni è esplosivo e ha un piede da categorie decisamente superiori sia nel tiro da fuori e sia nel cross». Beghetto, ex settore giovanile del Padova, ritroverebbe alla Spal due vecchi compagni biancoscudati: Bellemo e Rosina.
Ore 12.20 – (Giornale di Vicenza) Un vicentino nel Calcio Padova. Pardon, Biancoscudati Padova (ma ancora per poco, presto torneranno marchio e anno di fondazione originari). Detta così, nuda e cruda, potrebbe far tremare i portici della città del Santo, vista la storica rivalità. Ma la realtà è questa e va spiegata: Massimo Poliero, 47 anni, amministratore della Legor Group srl di Bressanvido, sarà il nuovo socio di Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto. L´azienda vicentina, nata nel 1979, è leader a livello mondiale nel settore della produzione di legge madri per il settore orafo e argentiero. Una realtà solida, gestita interamente a livello familiare: avviata dal padre Gianni e ora condivisa anche con gli altri figli, la moglie Teresa e a generi. L´annuncio potrebbe esserci già nel weekend, ma l´accordo ha fondamenta temporali ben più radicate. I contatti tra Poliero – che nella sua personalissima storia racconta anche di un passato da calciatore con le maglie di Loreggia, Campetra e Mirabese – e la “B&B” di Bergamin e Bonetto sarebbero iniziati a campionato in corso con una rapida accelerata avvenuta tra aprile e i primi giorni di maggio. Sembra che i due attuali soci abbiano concordato con Poliero una suddivisione paritaria del capitale che si attesta attorno al 33% cadauno. Bergamin resterebbe presidente della società, mentre per la new entry vicentina potrebbe prospettarsi la carica di vicepresidente in condivisione con Edoardo Bonetto, figlio di Roberto (che resterebbe amministratore delegato). Il condizionale, comunque, è d´obbligo almeno fino al prossimo, imminente consiglio d´amministrazione.
Ore 12.00 – Cib Unigas, Alì e Bernardinello saranno sponsor del settore giovanile
Ore 11.50 – Qui Appiani, Roberto Bonetto: “Molto probabilmente il prossimo anno ci alleneremo come quest’anno alla Guizza e alcune volte all’Appiani. Niente Bresseo per i noti problemi con il Parco Colli, in attesa di novità sui progetti che abbiamo in piedi col Comune di Padova”
Ore 11.45 – Altri due soci dovrebbero essere Tosetto e Salot, già legati a Bergamin e in passato in una mini cordata che aveva tentato di entrare nel Calcio Padova ai tempi di Cestaro
Ore 11.40 – Qui Appiani, Roberto Bonetto: “Molto probabilmente ci saranno tre nuovi soci, ci sarà una riunione in cui verrà definito il tutto e poi verrà annunciato ufficialmente. Sono padovani della provincia tutti e tre. Io e Bergamin manterremo il 60%, il restante 40% verrà distribuito fra altri tre nuovi soci. Non verrà stravolto nulla, entrano tre imprenditori”.
Ore 11.30 – Qui Appiani, Roberto Bonetto: “Ringrazio Vecchiato, perché quelli che sono mecenati e investono soldi per un bene comune li considero tali. Giocheranno tre squadre delle giovanili, gli Allievi, i Giovanissimi e la Berretti”.
Ore 11.25 – Nei lavori del primo stralcio dei seggiolini dell’Appiani c’è un nuovo progetto in cui il Comune di Padova sarà capofila e promotore per ridare una tribuna ovest totalmente riqualificata. Ci saranno un partner pubblico e uno privati, è stata coinvolta anche la Sunglass oltre a Interbrau per un’opera importante volto nuovo a livello di estetica allo stadio
Ore 11.20 – Qui Appiani, Giuseppe Bergamin: “L’opera di ammodernamento è stata cominciata grazie a InterBrau. Mancava un ultimo step per porter finire la tribuna completa da 1263 spettatori. Verrà costruito un parapetto di vetro di tono per dare un’impronta moderna e magari ci sarà pure la possibilità di togliere recinzione per permettere una visuale completa. All’Appiani giocherà il nostro settore giovanile e diventa importante l’ anno prossimo sistemare questo impianto. Verrà sistemata anche la Tribuna stampa e verranno allestiti importanti spazi pubblici con delle fasce sui tre lati. In futuro vogliamo coinvolgere altre forze private”.
Ore 11.18 – Qui Appiani, Cinzia Rampazzo: “L’ampliamento riguarderà la parte sud dell’Appiani. Per l’intervento il Comune stanzierà 30mila euro, oltre ai 650 mila euro già stanziati con il primo stralcio. Tra qualche anno l’Appiani sarà un gioiellino come una volta, sulle tribune opposte sono state eseguite prove statiche per mantenere il gradone. L’alternativa era buttare giù tutto con grande dispiacere, un peccato che ci siano condizioni in un impianto del genere. Ci stiamo impegnando su questo e altri impianti, cerchiamo di rivalutarli e farli tornare per rimetterli a posto per tenere in piedi impiantistica, vedremo nel prosieguo che tempi ci saranno”.
Ore 11.15 – Qui stadio Appiani: comincia la conferenza stampa di presentazione dell’ulteriore riammodernamento del complesso di via Carducci. Presenti Bonetto, Bergamin, Vecchiato (Interbrau) e l’assessore allo sport del Comune di Padova Cinzia Rampazzo
Ore 11.00 – (Gazzettino) «La gara con il Cuneo è decisiva per andare avanti nella poule scudetto e mi aspetto che nell’ultima partita stagionale in casa i tifosi vengano numerosi a sostenere la squadra e anche la società sotto l’aspetto finanziario: se facciamo un buon incasso sarà reinvestito in vista della prossima stagione». Intanto, dopo aver ufficializzato la riconferma di Parlato e De Poli per i prossimi due anni, la società sta portando avanti le trattative con il suo staff: il vice Lavezzini, il preparatore dei portieri Zancopè e il preparatore atletico Marin. «È una questione sulla quale sta lavorando il direttore sportivo – spiega l’ad del Padova – Personalmente ho parlato con Molon (responsabile del settore giovanile, ndr) per la sua conferma, spero che sia per lui e sia per lo staff dell’allenatore si arrivi a trovare l’accordo per questo fine settimana». Tornando alla squadra, oggi alle 16 al centro sportivo Geremia alla Guizza è fissata la ripresa degli allenamenti in vista della partita con il Cuneo. La preparazione proseguirà domani con una seduta singola al mattino. Sempre domani l’attenzione dei biancoscudati sarà rivolta alla sfida valida per la seconda giornata della poule scudetto tra Cuneo (al debutto) e Castiglione. Per quanto riguarda i giocatori, va monitorata invece la situazione di Amirante che ha saltato la trasferta in terra mantovana per il persistere di un problema al ginocchio: oggi se ne saprà di più, fermo restando che un suo recupero in vista della sfida di domenica sarebbe prezioso anche alla luce della squalifica rimediata da Ferretti.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Un turno di squalifica a testa per Dionisi e Ferretti. Se per l’esterno il provvedimento del giudice sportivo era scontato alla luce della doppia ammonizione rimediata con il Castiglione, si temeva una sanzione più pesante per l’attaccante, punito con il rosso pochi minuti dopo il suo ingresso in campo per «un intervento falloso su un calciatore avversario in azione di gioco». Entrambi i biancoscudati salteranno domenica la sfida con il Cuneo, ultima partita stagionale all’Euganeo, nonché gara decisiva per approdare alle final four della poule scudetto. Competizione nella quale è previsto da regolamento che con due ammonizioni scatti la squalifica, e quindi sono entrati anche in diffida Ilari, Zubin e Petkovic avendo rimediato il cartellino giallo con i mantovani. Sulla doppia espulsione di Dionisi e Ferretti si è soffermato l’amministratore delegato Roberto Bonetto: «Sono purtroppo situazioni che non dovrebbero accadere a giocatori così esperti, ma la foga e la voglia di vincere li ha portati a commettere questo piccolo errore veniale. Siamo comunque in corsa per qualificarci, non abbiamo perso niente e adesso attendiamo il Cuneo». Proprio Bonetto nell’immediato dopo gara aveva affermato di aspettarsi domenica un grande pubblico all’Euganeo, anche se la società non ha in programma iniziative particolari per i tifosi. «Le abbiamo già fatte, anche nell’ultima partita con l’Altovicentino».
Ore 10.40 – (Gazzettino) L’attesa ristrutturazione dello stadio Appiani procede senza intoppi e vede aggiungersi un nuovo importante tassello, con la prosecuzione dei lavori del lato sud della tribuna coperta grazie al contributo economico della Sunglass, l’azienda specializzata nel vetro curvo di cui è amministratore delegato il presidente biancoscudato Giuseppe Bergamin. Il primo stralcio dei lavori, sponsorizzato dalla Birra Antoniana per un importo di 150.000 euro, ha preso il via il 9 febbraio, dopo il via libera della Soprintendenza, ed è ormai in dirittura d’arrivo. Gli interventi hanno riguardato in particolare la porzione centrale della tribuna (lato via Carducci), con in primo luogo il rinforzo della struttura portante e delle travi in cemento armato che la sostengono. Si è poi provveduto all’allargamento delle scale di smistamento interno, alla sostituzione delle lamiere di pavimentazione con altre in alluminio antiscivolo; anche a ringhiera che separa il campo dalle tribune verrà cambiata. All’appello manca l’allestimento dei nuovi seggiolini, in arrivo a giorni, e con una combinazione di colori tale da creare l’immagine del biancoscudo. A completare il tutto i lavori relativi a bagni, sottoservizi, messa a norma degli impianti idraulici ed elettrici, con la partecipazione del Comune. A lavori ultimati, sulla sommità della tribuna, verranno collocati dei pannelli rievocativi che ricorderanno personaggi e momenti storici del tempio del calcio padovano. Quanto finora realizzato e i futuri interventi, e in tal senso vengono annunciate novità molto interessanti, verranno illustrati questa mattina alle 11 nel corso di una conferenza stampa direttamente all’Appiani, alla presenza, tra gli altri, dell’assessore comunale allo sport Cinzia Rampazzo, di Sandro Vecchiato della Birra Antoniana, dell’amministratore delegato biancoscudato Roberto Bonetto e di Giuseppe Bergamin, che così spiega la scelta sulla partecipazione economica ai lavori da parte della sua azienda: «Anch’io in quello stadio ho vissuto anni di passione e ritenevo giusto che la tribuna venisse ristrutturata nel suo complesso».
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Nulla, ovviamente, si sa sulle modalità dell’accordo che sarebbe stato sottoscritto dalle parti, ma Bergamin e Bonetto avrebbero concordato con Poliero una ripartizione alla pari del capitale, diciamo un 33% a testa. L’attuale patron rimarrebbe al vertice della società, che dovrà cambiare la propria ragione sociale, passando da Ssd in Spa o Srl, mentre per il nuovo socio si potrebbe profilare la carica di vice-presidente accanto ad Edoardo Bonetto, il figlio di Roberto, con quest’ultimo sempre amministratore delegato. Tutto, comunque, verrà deciso in un imminente Consiglio d’amministrazione. Il progetto Padovanello. Mentre questa mattina conosceremo, nel corso di una conferenza-stampa in via Carducci, il programma dei lavori di ristrutturazione dello stadio Appiani, presenti un rappresentante del Comune, lo sponsor Sandro Vecchiato e i due attuali soci della Biancoscudati Padova, si sta lavorando sotto traccia per portare a Palazzo Moroni un progetto concreto di creazione del polo sportivo intorno allo stadio Euganeo: 4 o 5 campi da calcio, di cui uno o due in erba sintetica, una club house, una foresteria, un percorso vita per fare jogging e, con tutta probabilità, un centro commerciale. Musica per le orecchie di chi opera nella grande e media distribuzione. Staremo a vedere.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) L’espansione in questi 36 anni è stata continua ed oggi, nell’azienda, lavora l’intera famiglia: il figlio Massimo, amministratore delegato, gli altri figli Alessandra, Carmen, Francesca, Antonio e Pietro, nonché i generi Andrea e Nicola. E poi c’è la moglie Teresa. L’unico a non aver seguito le orme dei fratelli è il primogenito Ruggero, sacerdote. I contatti di Massimo con la “B&B” al vertice della società di viale Rocco sarebbero iniziati già durante il campionato vinto dai Biancoscudati, ma per arrivare al dunque la spinta decisiva sarebbe stata impressa tra fine aprile e prima decade di maggio. Poliero ha trascorsi da calciatore, nei dilettanti: ricopriva il ruolo di ala ed ha vestito, fra le altre, le maglie di Campetra, Miranese e Loreggia, segnando diversi gol. Un appassionato, dunque, che oggi porta il suo contributo economico, d’intesa con il papà che gli ha affidato la guida dell’azienda nel 1991, nella cassaforte di un club intenzionato a fare le cose perbene dopo aver (ri)conquistato il calcio professionistico. Il Legor Group conta su 130 dipendenti, sei filiali nel mondo e tre sedi commerciali in Italia e alla fine del 2013 ha dichiarato un fatturato di 48 milioni di euro.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Un nuovo socio per Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto: è Massimo Poliero, 47 anni, amministratore delegato della Legor Group srl di Bressanvido (Vicenza), azienda leader a livello mondiale nella produzione di leghe madri per il settore orafo ed argentiero. L’accordo sarebbe stato raggiunto nei giorni scorsi, e la presentazione potrebbe avvenire entro il week end. Dunque, la Biancoscudati Padova – che presto tornerà ad acquisire il nome di Calcio Padova, anno di fondazione compreso, il 1910 – si consolida economicamente con l’ingresso di un imprenditore che, nel solco dell’attività avviata dal padre, ha dimostrato con i fatti di saper cogliere le sfide di un mercato non facile come quello dei metalli preziosi. Ex calciatore. Ma qual è la storia di questa famiglia composta da padre, madre e sette figli, che ha deciso di investire nel calcio biancoscudato? Partiamo dal fondatore, Gianni Poliero appunto: trasferitosi da Camposampiero a Santa Giustina in Colle, fino al 1978 era un professore di materie tecniche alle scuole medie ed era impegnato attivamente come amministratore comunale e nel sociale. Nel 1979 decise di entrare nell’originale nucleo di Legor, che aveva una piccola sede produttiva a Vicenza.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Oggi alle 15 si riprende a lavorare alla Guizza. Con che spirito? «Intanto siamo stati gli unici a non perdere fuori casa, e questo è già qualcosa anche se Siena (dove il Rimini è caduto, ndr) ha un fattore-campo sicuramente diverso da Castiglione. Sono convinto che il Padova esca mentalmente rafforzato da questo 1-1, che ha comunque dimostrato che noi siamo nettamente superiori, anche se poi abbiamo avuto il demerito di non aver chiuso la gara. Fa ben sperare il fatto che con una vittoria siamo praticamente sicuri di passare». Domani, intanto, c’è Cuneo-Castiglione, che risultato si augura? «Un pareggio sarebbe il massimo per noi, ma alla fine anche una vittoria del Cuneo non ci cambierebbe molto la vita. Noi domenica dobbiamo solo vincere, se anche il Cuneo dovesse trovare i tre punti domani dubito che potrebbero bastare loro per passare come miglior seconda, quindi sarà una partita che ci giocheremo alla pari a prescindere. Sarà la nostra ultima apparizione casalinga: vogliamo fare l’ultimo giro di campo salutando i tifosi come si deve».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Che aria si respirava in spogliatoio dopo la gara? «Non ci siamo detti niente, anche perché i nove rimasti in campo erano abbastanza cotti, sono stati davvero bravi a tenere i nervi saldi e a conservare il pareggio. Avevamo la sensazione di essere più forti, un po’ di rammarico c’era perché avevamo buttato via una vittoria. Questo 1-1 credo che ci abbia incattivito ancora di più: per il modo in cui è arrivato ci darà una grande spinta in vista di domenica». Ferretti e Dionisi sono stati squalificati per un turno. Lei come si è spiegato i due episodi? «Dopo la partita ho parlato con Gustavo (Ferretti, ndr), mi ha detto che voleva semplicemente recuperare la palla. Dal campo, però, avevo visto che poco prima non gli era stato fischiato un fallo: lui ha la tendenza ad avventarsi sul pallone, la mia idea è che l’arbitro, vedendolo intervenire in quel modo e ripensando al fallo precedentemente non fischiato, l’abbia interpretata come una reazione. Quella di Dionisi è stata una piccola ingenuità, nel complesso credo che dall’esterno entrambi i “rossi” ci possano stare».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Quando c’è stato da esultare, da celebrare le imprese della squadra, si è preso l’onore di comparire, da buon capitano, in prima persona per mettere la firma sulle vittorie e sui gol biancoscudati. Naturale che pure il giorno dopo l’amaro 1-1 di Castiglione, quando invece c’è più di qualcosa da farsi perdonare, sia comunque lui a metterci la faccia. «Non sono e non siamo soddisfatti», ammette Marco Cunico. «Non so se anche dall’esterno si sia avuta questa impressione, ma io dal campo avevo per un’ora la sensazione che il match potesse finire anche 3 o 4 a 0. Invece poi siamo rimasti in nove e abbiamo pareggiato una gara che potevamo anche rischiare di perdere. Ce la siamo cercata un po’ da soli, il lato positivo è che con una sconfitta saremmo stati quasi fuori dai giochi, e invece è ancora tutto nelle nostre mani: proveremo a vincere con il Cuneo, sono convinto che con 4 punti si passerà il turno».
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Come detto Amirante (piace molto al Cuneo) è quello che ha maggiori chance di un rinnovo contrattuale, a differenza di Ferretti e di Zubin. Ferretti non offre garanzie sotto il profilo fisico dopo i ripetuti infortuni dell’attuale stagione e la sciocca espulsione di domenica ha abbassato le chance di riconferma del centravanti argentino. Discorso diverso per Zubin. È un pupillo di Parlato ma l’età (38 anni il prossimo autunno) e qualche problema fisico potrebbero convincere la società a scegliere altre soluzioni. L’AltoVicentino ci aveva già provato a dicembre e potrebbe rifarsi sotto, mentre nell’ambiente circolano anche i nomi di Giuseppe Gambino (che si svincolerà proprio dall’AltoVicentino e che già piaceva a De Poli), di Pablo Ezequiel Banegas del Bra e di Manuel Sarao del Lumezzane, ma su questi due nomi sono arrivate solo smentite. Per la porta c’è sempre la pista legata a Mazzoni, ora al Livorno in serie B ma che tornerebbe molto volentieri in biancoscudato. Prima, però, c’è da battere il Cuneo domenica all’Euganeo per inseguire il sogno scudetto dilettanti. Un obiettivo tutt’altro che accantonato.
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) L’1-1 di Castiglione lascia per il Padova ancora aperta la porta per il passaggio del turno e per la conquista dello scudetto dei dilettanti, ma è indiscutibile che il pareggio ottenuto domenica contro una squadra che il prossimo anno farà la Lega Pro abbia aperto un ampio dibattito all’interno della tifoseria. Spaccata fra chi invoca un ampio restyling della rosa e fra chi, al contrario, ritiene che servano solo pochi ritocchi mantenendo la struttura base della rosa. Al momento l’idea base della società è quella di confermare otto o nove elementi al massimo, irrobustendo la struttura complessiva del gruppo. Tenendo presente le normative federali per i contributi, che devono ancora essere approvate, al momento il ds Fabrizio De Poli sta ragionando con Carmine Parlato sul da farsi. Fra i probabili confermati Ilari, Aperi, Petrilli, Amirante e Salvadori hanno buone chance di rinnovo, altri (fra cui Mazzocco e Bortot, le cui conferme non dipendono solo dal Padova e Petkovic) sono in fase di valutazione. Arriverà un attaccante (Arcidiacono è qualcosa più di un’idea), ma potrebbe arrivarne pure un secondo solo nel caso che nessuno dei tre dell’attuale rosa vengano confermati.
Ore 08.38 – Al termine della premiazione al Golf Club Montecchia l’amministratore delegato Roberto Bonetto lancia lo scoop: “Nei prossimi giorni molto probabilmente chiuderemo la trattativa con altri tre soci! Devono convivere con noi e quindi devono avere determinati requisiti, tra cui essere appassionati di calcio. Ancora una volta sono della provincia di Padova, che batte la città 5-0… Se la cosa andrà in porto lo annunceremo ufficialmente nella sala del Comune che ci ha visto protagonisti l’anno scorso nell’atto iniziale dei Biancoscudati Padova. Comunque vada io e Bergamin manterremo la maggioranza delle quote. Li abbiamo cercati? Ci piace di più pensare che si sono offerti loro…”.
Ore 08.36 – Serie D girone C, primo turno playoff: Belluno-ArziChiampo 3-1 dopo i tempi supplementari. Nel prossimo turno (in programma mercoledì 20 maggio) la Sacilese ospiterà il Belluno.
Ore 08.34 – Poule scudetto, prossimo turno (mercoledì 20 maggio, ore 16.00). Girone Nord: Cuneo-Castiglione (riposa Padova). Girone Centro: Rimini-Maceratese (riposa Siena). Girone Sud: Lupa Castelli Romani-Fidelis Andria (riposa Akragas).
Ore 08.32 – Poule scudetto, i risultati degli altri gironi: Siena- Rimini 1-0; Akragas-Lupa Castelli Romani 4-1.
Ore 08.30 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.28 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Icone Vintage, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 18 maggio: consegnato il “Premio Michelangelo” a Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto, con quest’ultimo che al termine della serata annuncia il futuro ingresso di tre nuovi soci.