Live 24! Castiglione-Padova, il giorno dopo: una giornata di squalifica per Ferretti e Dionisi

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Ore 23.50 – Al termine della premiazione al Golf Club Montecchia l’amministratore delegato Roberto Bonetto lancia lo scoop: “Nei prossimi giorni molto probabilmente chiuderemo la trattativa con altri tre soci! Devono convivere con noi e quindi devono avere determinati requisiti, tra cui essere appassionati di calcio. Ancora una volta sono della provincia di Padova, che batte la città 5-0… Se la cosa andrà in porto lo annunceremo ufficialmente nella sala del Comune che ci ha visto protagonisti l’anno scorso nell’atto iniziale dei Biancoscudati Padova. Comunque vada io e Bergamin manterremo la maggioranza delle quote. Li abbiamo cercati? Ci piace di più pensare che si sono offerti loro…”.

Ore 23.30 – Qui Montecchia: termina con le foto di rito la riuscitissima serata organizzata dal “Cenacolo” per la consegna del premio “Michelangelo”.

Ore 23.20 – Qui Montecchia, l’assessore Fabrizio Boron: “Da padovano e da tifoso biancoscudato non posso che essere contento di questo successo del Padova, che come Zanardi sono partiti da una difficoltà per arrivare al successo!”.

Ore 23.15 – Qui Montecchia, Roberto Bonetto: “Sono onorato di ricevere questo premio, che in passato era già stato consegnato ad Angelo Gabrielli. Spero con Giuseppe Bergamin di poter fare lo stesso percorso! Ora dobbiamo continuare a mantenere il cuore umile che ci ha contraddistinto in questa stagione e dobbiamo continuare a stare in mezzo alla gente. Devo ringraziare mia moglie e soprattutto mio figlio per avermi portato ad intraprendere questo viaggio! Noi abbiamo un sogno, ed è portare il Padova in serie B. Faremo una tessera per 50 tifosi ‘particolari’ con benefit, così qualche imprenditore potrà comunque esserci vicino”.

Ore 23.10 – Qui Montecchia, Giuseppe Bergamin: “Quest’anno col Padova mi sono divertito da morire! E soprattutto sono contento di aver regalato questa gioia ai nostri tifosi… Abbiamo dimostrato che si può trovare il giusto valore anche nella semplicità delle cose! Abbiamo raggiunto un risultato, ma sono convinto che possiamo raggiungerne degli altri… L’organizzazione della società e la professionalità delle persone che lo compongono sono fondamentali per la buona riuscita del progetto. Noi vogliamo continuare a divertirci ed a far divertire! Ma ci date un altro premio se andiamo in serie B?”.

Ore 23.00 – Qui Montecchia: arriva il momento della premiazione di Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto.

Ore 22.20 – Qui Montecchia: prende la parola Alex Zanardi, che ha deciso di devolvere l’equivalente del premio al progetto “Bimbingamba”, associazione che aiuta i bambini che hanno bisogno di una protesi”. Grande commozione in sala.

Ore 22.10 – Qui Montecchia: prendono la parola Carmine Parlato, Fabrizio De Poli e Marco Cunico, che pungolati dal “presentatore” Diego Bonavina raccontano aneddoti ed emozioni relative all’annata biancoscudata.

Ore 21.40 – Qui Montecchia: Presente anche Francesco Canella, patron di Alì. Questo il suo messaggio a Bergamin e Bonetto: a”È stata una grande occasione, e sono stati bravissimi a ricreare un simile entusiasmo perché non è da tutti i giorni. Ci avrei fatto un pensierino ma sono arrivato tardi! Faccio i complimenti a Bergamin e Bonetto, sono convinto che riuscirete a riportare allo stadio come minimo 15.000 spettatori se non di più!”.

Ore 21.30 – Qui Montecchia: Sandro Vecchiato (InterBrau-Birra Antoniana) omaggia Alex Zanardi, Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto con una bottiglia personalizzata da due litri di birra da lui prodotta.

Ore 21.20 – Qui Montecchia: Intervengono al microfono le mogli di Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto. Unanime il concetto: “Hanno deciso loro come sempre, ce l’hanno comunicato solo una volta effettuata la scelta!”.

Ore 21.00 – Qui Montecchia, questa la motivazione dell’assegnazione del premio a Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto: “Protagonisti della rifondazione della società di calcio che rappresenta Padova. Hanno dimostrato serietà, capacità e passione riportando entusiasmo e risultati con l’immediata promozione in Lega Pro al termine di una stagione trionfale”.

Ore 20.40 – Qui Montecchia: iniziato presso il Golf Club organizzata la serata dedicata al “Premio Michelangelo”, che sarà consegnato ad Alex Zanardi ed al duo Giuseppe Bergamin-Roberto Bonetto.

Ore 20.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) È il giorno del giudizio. Niente di universalmente catastrofico, ma molto determinato sì. Stasera prenderà le sue decisioni il consiglio societario nel borgo dei miracoli, affinché la nuova stagione in serie D del Tamai sia foriera di maggiori soddisfazioni e l’appellativo furie rosse sia congruo e adeguato. Non vetusta etichetta appiccicata con ammirazione a suo tempo. MISTER – Bocche cucite alla vigilia dell’incontro. L’orientamento che sembra possa ottenere la maggioranza nell’assise tamaiota è la riconferma di Stefano De Agostini. L’allenatore si era già pubblicamente dichiarato disponibile, la società sta andando verso la sua riproposizione per la seconda estate consecutiva. È una decisione che non era scontata, visti i problemi personali emersi in molte partite (abbandono della panca) e, non ultimo, i risultati poco entusiasmanti. Che il suo vice Saccon sia stato chiamato più volte ad affiancarlo, oltre che sostituirlo, aveva procurato malumori in società. Indubbiamente quegli strappi avevano provocato ripercussioni sulla squadra, la cui compatezza faceva fronte. BILANCIO – Ritornati da Mezzocorona, a Tamai si sono dedicati soprattutto ai festeggiamenti per l’avvenuta salvezza. Pur in ritardo rispetto alle prospettive iniziali, il mantenimento della categoria c’è stato. Vista in particolare l’andata, nutrivano altre attese. Fra un festeggiamento e l’altro, a Tamai sempre e comunque sobri, la settimana è stata dedicata alla riflessione sul che fare. Orientandosi verso la riconferma del mister, il club intende creare i presupposti per un’annata più tranquilla di quella da poco conclusa. UOMO MERCATO – Un anno fa si compiva la separazione storica fra Tamai e Renzo Nadin. In quel frangente, anche per una forma di rispetto nei confronti dell’ex collaboratore di lungo corso, la dirigenza scelse di non nominare nessun altro. Di fatto, furono mister De Agostini a dare le dritte ed il presidente Eliva Verardo a chiudere le trattative. Già l’estate scorsa, comunque, dopo l’esperienza all’Azzanese, si era accostato al Tamai Edio Pignat. È lui, sempre con mister e presidente, che in forma più ufficiale si occuperà di arrivi e partenze dei giocatori. Tamai conta di avere una struttura più organizzata e completa, con nomi e cognomi più chiaramente associati a ruoli e responsabilità.

Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Belluno) L’ora della verità. Si terrà oggi alle 20.30 l’assemblea dei soci dell’Asd Union Ripa La Fenadora, punto di partenza per una nuova era neroverde con la precedente chiusa fra molti risultati positivi compresa la salvezza di questo ultima stagione. Verrà eletto il nuovo consiglio di amministrazione dal quale, fra qualche giorno o addirittura già questa sera, scaturirà il nome del presidente che potrebbe essere ancora quello di Nicola Giusti. In stile Union non va comunque esclusa qualche sorpresa. Fari puntati quindi sul nuovo consiglio di amministrazione che dovrà traghettare la società fuori dai fitti banchi di nebbia nei quali il veliero battente bandiera neroverde si è ritrovato dal gennaio scorso. Qualche sconfitta di troppo, culminata con l’esonero di mister Max Parteli che dopo sole 48 ore ha ripreso il suo posto al timone di una squadra che è riuscita a raggiungere la salvezza in mezzo a molte difficoltà. Dal punto di vista tecnico rimane ancora aperta la questione Sandro Andreolla, attualmente impegnato nel corso allenatori Uefa B che offre la possibilità di una panchina in serie D, fuori rosa già da qualche mese per un fantomatico problema alla caviglia, ma con un’ipotesi che lo vorrebbe ancora in neroverde non più come giocatore, ma in un ruolo tecnico. In questi giorni, come da copione, sono stati «liberati» mister Parteli, Brotto, De Carli a cui si aggiungeranno altri giocatori come Antoniol, Dassié, De March. In arrivo Baggio (Sacilese), Nichele (Padova), Sottovia (Sacilese) e Ferretti (Padova), ma su questi nulla è certo. Il ruolo di mister verrà ricoperto a meno di sorprese dell’ultima ora da Renato Lauria, allenatore della juniores, mentre per il posto di ds, nel dopo Alberto Faoro, c’è Marcello Bizzotto.

Ore 19.40 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Ad una settimana dall’appuntamento dei playout contro il Kras Repen il Giorgione ripensa alle occasioni gettate al vento ma soprattutto a come affrontare un avversario che arriva allo spareggio con un entusiasmo ben diverso rispetto ai castellani. Se dal punto di vista fisico la squadra di Antonio Paganin sembra stare bene, e lo si è visto anche domenica scorsa nella sfortunata partita contro l’Union Ripa, è dal punto di vista morale e psicologico che il mister vicentino ha dovuto lavorare in questi giorni per far riassorbire il «colpo» subito contro i bellunesi. Per il Giorgione si tratta del secondo playout in tre anni, la prima volta fu contro il Montebelluna ed andò male anche se poi la squadra del presidente Orfeo Antonello fu ripescata durante l’estate. In quella sfortunata sfida tra i protagonisti c’era anche Rocco Donè, il difensore di Noale che assieme a capitan Gazzola e a Mattia Episcopo è l’unico rimasto di quell’annata. «In quell’occasione era tutto diverso – spiega Rocco – noi arrivavamo all’appuntamento dello spareggio in rimonta, un po’ come è successo ora al Kras Repen, era un derby che è una partita sempre particolare e poi ritengo che questa squadra sia molto più forte rispetto a quella. Sinceramente mi sento più tranquillo ora rispetto a tre anni faàabbiamo le possibilità per salvarci, purtroppo non ci siamo riusciti domenica scorsa e quindi dobbiamo sfruttare questa seconda possibilità». Ma la squadra ha riassorbito il «colpo» subito domenica con quel ko inatteso? «Sì, già da martedì abbiamo iniziato a lavorare pensando solamente alla sfida che ci attende con il Kras Repen. Sappiamo che non sarà facile ma sappiamo anche che siamo in buona condizione e penso che lo si sia visto nelle ultime partite, anche domenica contro il Ripa, nonostante il risultato finale». Che partita potrà essere contro il Kras? «Loro sono una squadra esperta con diversi giocatori che da anni giocano assieme, conosco bene Spetic e Knezevic ma anche altri che in questi anni hanno maturato una grossa esperienza in categoria. La loro qualità non è eccelsa e sono sicuro che cercheranno di metterla sul piano dell’agonismo e appunto dell’esperienza per cercare di metterci in difficoltà, noi dovremo essere bravi a non cadere nei tranelli che cercheranno di farci. Dovremo giocare la nostra partita cercando di commettere meno errori possibili. Siamo giovani ma in questo campionato abbiamo anche dimostrato di saper giocare a calcio…». Avete a disposizione due risultati su tre. «Sì, ma non possiamo entrare in campo pensando a questo: se giochiamo per il pari di sicuro perdiamo perché prima o poi un gol lo puoi prendere. Dobbiamo entrare in campo con l’obiettivo di segnare e di vincere, sappiamo che loro vorranno tenere viva la partita sino all’ultimo per magari poi colpirci ma noi dovremo essere bravi a chiudere il match prima, cosa che non siamo riusciti a fare contro l’Union Ripa».

Ore 19.20 – (Il Piccolo) Sabato ha compiuto 49 anni e da Trieste gli sono arrivati una marea di auguri, a dimostrazione dell’affetto che i tifosi alabardati hanno per Giuseppe Ferazzoli. Ma anche della loro fiducia nel fatto che il suo ritorno sulla panchina dell’Unione possa essere decisivo nel play-out per la salvezza che si giocherà domenica prossima a Dro. Ferazzoli, cosa ha pensato quando Pontrelli l’ha richiamata? Diciamo che nel momento in cui è stato mandato via Gagliardi e c’erano da fare i playout, un pochino me l’aspettavo. Anche se per una persona orgogliosa come il presidente tornare indietro non era semplice. Ma credo che richiamandomi abbia pensato prima di tutto al bene della squadra e anche al gradimento della tifoseria. Con due settimane per preparare uno spareggio importante, credo sia stata una mossa intelligente. Come ha ritrovato i giocatori dopo oltre un mese? Non voglio essere polemico, perché questo non è il momento per certe puntualizzazioni. Di sicuro quando il presidente mi ha chiamato sapevo che avrei trovato dei problemi, anche sul piano fisico. Ora sono tornato, conosco bene la squadra e le sue difficoltà, ma anche i suoi pregi: nell’ultima partita spero di tirare fuori solo i pregi che i ragazzi mi hanno dimostrato in questi mesi, cercando di evitare i difetti. Come ha deciso di impostare il lavoro in vista del play-out? Di spareggi ne ho fatti tanti da giocatore e so che la settimana intermedia è la più brutta, non passa mai e non c’è il traguardo finale nel week-end: per questo la settimana passata abbiamo lavorato più sul piano fisico, mentre mentalmente ho lasciato qualcosa, anche se certamente non siamo in vacanza. Ma da martedì ci sarà un giro di vite e si comincia a preparare tutto nei minimi particolari, sia in campo che fuori. Nelle ultime uscite la squadra non è apparsa fisicamente brillante: l’ha trovata con qualche problema sotto questo aspetto? Sì, lo confermo, ma questo non deve diventare un alibi: qui l’unica cosa che conta è che domenica prossima bisognerà lottare su ogni pallone fino all’ultima goccia di sudore e di energia per 90 o anche 120 minuti. E portare via una salvezza che sarebbe fondamentale per i giocatori, i tifosi e la società. Cosa pensa della scelta di questo lungo ritiro romagnolo lontano da Trieste? Credo che abbia dato la serenità di cui i ragazzi avevano bisogno in questo momento così particolare e decisivo della stagione. Come si prepara una partita da vincere a tutti i costi? Ovvio che avrei preferito avere due risultati a disposizione su tre e giocarla al Rocco, ma questi vantaggi ora non ci sono e bisogna pensare a Dro: credo che abbiamo il 49% di possibilità di farcela, ma sono partite in cui viene azzerato tutto quello fatto in campionato e anche gli scontri diretti: chi avrà più testa e più cuore ne uscirà vincente. Il Dro è battibile da questa Triestina? L’ho detto durante tutto l’anno ai ragazzi: una Triestina che sta bene fisicamente e mentalmente può vincere con molte delle squadre di questo campionato, soprattutto con quelle che ci stavano vicine in classifica. Non a caso, di tutte quelle in corsa per i play-out, tutti avrebbero evitato volentieri la Triestina. L’annuncio dei tifosi di voler togliere il marchio potrà condizionare in qualche modo la squadra? Naturale che questo sia stato argomento di discussione e che tutti avrebbero preferito un clima più sereno e tranquillo per preparare la partita. Ma ora la tensione dei ragazzi deve essere solo ed esclusivamente rivolta al campo perché sarà una battaglia, sperando che dal 25 maggio si possa riportare un po’ tutto nella normalità e soprattutto avere in tasca la permanenza in serie D.

Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) È il Belluno l’avversario della Sacilese nel secondo turno dei playoff del girone C. Sarà ancora una volta sfida in famiglia, mercoledì al XXV Aprile (inizio alle 18) con Vecchiato, Bertagno, Corbanese, Fardin e Mezzacasa. Ormai sta diventando una classica dell’appendice nobile del girone C del torneo di Lega D. I gialloblù hanno battuto 3-1 l’Union Arzignano. Vecchiato e i suoi hanno avuto però bisogno di 125 minuti per aver ragione dei vicentini. Il Belluno era passato in vantaggi per primo al 33’con Duravia. L’Union era riuscita a pareggiare al 66’con Carlotto. Chiusi in equilibrio i due tempi è stato necessario l’overtime. Equilibrati i primi 15′. Poi nel secondo supplementare l’Union ha finito le energie e i goalloblù ne hanno approfittato per mettere a segno altri due gol con Merli Sala e Corbanese. GIUSTO VERDETTO – A «spiare» i prossimi avversari c’era Carlo Marchetto. «Risultato giusto – ha commentato alla fine il tecnico della Sacilese. Il Belluno ha sofferto solo per un quarto d’ora a metà ripresa, durante il quale infatti ha pareggiato. ha resistito nel primo tempo supplementare. Poi è letteralmente crollato negli ultimi 15’lasciando via libera ai padroni di casa». EL CLASICO – Ancora quindi Sacilese-Belluno. Sarà gara secca. In caso di parità dopo il 90’si procederà ai supplementari. Se anche al termine di questi persisterà il pareggio passerà la Sacilese, meglio piazzata al termine della stagione regolare. «A Belluno -sorride Carletto – la volevano fortissimamente. Adesso l’avranno». La rivalità è nata nel corso della passata stagione a causa del ricorso fatto dai gialloblù per l’utilizzo di Slongo (squalificato) che portò alla vittoria a tavolino dei ragazzi di Vecchiato. Nel corso della stagione appena conclusa il belluno vinse (1-0) nell’andata al XXV Aprile, la Sacilese rispose nel ritorno espugnando Belluno per 3-1. OGGI RIPRESA – La Sacilese riprenderà oggi ad allenarsi dopo due giorni di riposo concessi da Marchetto. I liventini arriveranno sicuramente più riposati. «Certamente – ammette con onestà Marchetto – potremmo essere avvantaggiati. In questi scontri secchi però può succedere di tutto». Chi vincerà mercoledì andrà a sfidare l’Altovicentino a Valdagno.

Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Malgrado un campionato senza acuti e nonostante la costante incognita-Korablin, i tifosi lagunari si sforzano di essere fiduciosi e non vogliono perdere l’abitudine di finire l’annata assieme ai giocatori arancioneroverdi. Domani sera alla Gazzera il club Pattuglia premierà (bar alla Chiesa in via Rio Cimetto, ore 18.30) il capitano Elia Legati come miglior giocatore della stagione e Marco Dell’Andrea come miglior giovane. Fermento anche da parte della Curva Sud VeneziaMestre che, oltre alla festa del gruppo fissata per il 4 luglio, ha chiesto alla società la disponibilità dello stadio Penzo per sabato prossimo 20 maggio: la proposta degli ultras è di organizzare una sorta di “giornata arancioneroverde”, con partitelle tra bambini e ragazzi a fare da anteprima alla sfida tra “vecchie glorie” e tifosi, mescolati con quanti più giocatori possibili tra quelli protagonisti nel campionato di Lega Pro concluso domenica scorsa. Ancora in attesa di definizione, invece, altri appuntamenti per la consegna di premi individuali: i soci del club Alta Marea come ogni anno hanno votato ed eletto il “numero uno” risultato anche in questo caso capitan Legati, seguito da Mattia Zaccagni e Daniele Giorico. Dall’Alta Marea una citazione e un ringraziamento particolare per mister Serena, mentre tra i giocatori ai piedi del podio è rimasto Stefano Fortunato. Il portiere lagunare tuttavia è risultato il “Man of the season” dell’associazione VeneziaUnited grazie ai “Man of the match” vinti con i voti espressi su www.veneziaunited.com. Anche il Coordinamento Unione Venezia Clubs traccia un bilancio. «Ringraziamo i tifosi che hanno continuato a sostenere la squadra nonostante tutte le difficoltà incontrate. Abbiamo apprezzato i calciatori, lo staff e in particolare mister Serena che ha ridato entusiasmo facendo sperare in un futuro più roseo. Peccato per una società poco presente e collaborativa con il tifo organizzato, per non parlare delle istituzioni che, come l’imprenditoria cittadina, hanno dato poco o nulla per contribuire a sostenere non solo il calcio, ma tutto lo sport del nostro comune».

Ore 18.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il primo a salutare sarà proprio il numero uno. L’addio Stefano Fortunato è stato confermato dallo stesso 25enne portiere torinese, oggetto di un’offerta da parte dell’Arezzo sicuramente non «della vita» ma non per questo da scartare. «I tempi sono quelli che sono anche per noi calciatori, riuscire a restare nel professionismo è tutto fuorché scontato, l’Arezzo mi ha fatto una buona proposta e non ho firmato solo perché il mio ultimo giorno da arancioneroverde sarà il 30 giugno – spiega con molta franchezza l’ex Modena – Mi spiace lasciare il Venezia, qui sono stato benissimo, ho ricevuto e credo anche di aver dato. Il treno passava adesso, a fronte dell’incertezza che c’è qui potevo solo accettare». La ben nota situazione di precarietà era stata nuovamente confermata dal tecnico Michele Serena, a margine dell’amichevole di San Donà. «Il presidente Korablin? Penso che il primo ad attenderlo sia il ds De Franceschi con cui abbiamo condiviso l’esperienza di quest’anno – le parole dell’allenatore mestrino – Anche lui aspetta un segnale per capire se continuare e iniziare a programmare la prossima stagione, perché è questo che bisognerebbe fare ora». In attesa di sviluppi il Venezia, oltre ad assistere a playoff e playout di Lega Pro che hanno preso il via ieri, continua ad allenarsi e a disputare amichevoli itineranti nella provincia: dopo il 7-0 di giovedì scorso a San Donà col Città neopromosso in Seconda categoria e il 3-0 di venerdì a Noale con la Calvi appena salita in serie D, in agenda ci sono altre due sgambate. Mercoledì gli arancioneroverdi faranno visita al Cavallino di Prima categoria (ore 19, Comunale di via Pordelio), giovedì invece al “don Olinto Marella” di Pellestrina (ore 16.30) giocheranno 45′ col Nuovo San Pietro e 45′ col Pellestrina, team isolani di Seconda e Terza categoria. Nelle prossime settimane al centro sportivo Taliercio di Mestre dovrebbero iniziare i lavori di messa a norma del campo principale in erba sintetica, pagato dal presidente Korablin e inaugurato il 12 ottobre 2011 ma mai omologato (e mai utilizzato dalle giovanili lagunari) per il mancato rispetto delle distanze richieste.

Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Settimana decisiva per il futuro del Venezia, mentre la squadra sosterrà un paio di test a Cavallino e Pellestrina. Nell’immediato futuro lagunare c’è l’appuntamento con l’assemblea societaria programmata per venerdì e che chiamerà in causa direttamente il presidente Yury Korablin. Il patron del team arancioneroverde è atteso in città a giorni proprio per definire gli impegni immediati: è necessario ripianare l’attuale scompenso economico esistente che si aggira tra il milione e il milione e mezzo di euro, al fine di garantire la regolarità sia della continuazione dell’attività del sodalizio sia la partecipazione al campionato di Lega Pro. Le problematiche che stanno affliggendo la Russia sul fronte economico hanno reso meno fluido il passaggio di liquidi dalle tasche del presidente alle casse della società e ciò ha portato – come si sa – a una doppia penalizzazione per un totale di tre punti in campionato, con conseguente inibizione del primo dirigente che non potrà nemmeno firmare la domanda di iscrizione al prossimo campionato, costretto così a delegare ad altri il compito. Giorni di attesa anche per tutto lo staff dirigenziale che – sotto contratto per ora solamente sino al 30 giugno – cerca di gestire la normale amministrazione senza sapere se sarà ancora operativo in futuro, né con quali progetti e tantomeno con quale budget economico. Nove giorni dopo la fine del campionato, insomma, il Venezia resta avvolto da un alone di mistero che solamente la presenza del presidente Korablin e le sue decisioni potranno rimuovere. Come già avvenuto in passato il massimo dirigente non sarebbe nuovo a soluzioni dell’ultimo minuto, atte a risolvere il problema e a far ripartire rapidamente la “macchina” Venezia. È che il tempo a disposizione è sempre più ridotto

Ore 17.50 – (La Nuova Venezia) Sei minuti per un pomeriggio da ricordare a lungo: l’esordio nel Venezia, l’esordio in Lega Pro. Dopo Dell’Andrea e Callegaro, D’Arsiè, Scanferlato e Marton, ad Alessandria è arrivato anche il turno di Matteo Chin, pedina importante nella Berretti di Maurizio Rossi, che Serena ha gettato nella mischia negli infuocati minuti finali del match del “Moccagatta”. Chin aveva giocato in autunno (23 ottobre) a Ferrara in Coppa Italia di Lega Pro, all’indomani dell’esonero di Dal Canto. «Ci speravo, ovvio, era l’ultima partita e l’ultima occasione» spiega il 19enne di Favaro, «ho giocato pochi minuti, ma come intensità valevano un’intera partita. Era un momento particolare, noi tutti all’indietro per proteggere il pareggio e l‘Alessandria tutta protesta in attacco per cercare il gol che valeva l’accesso ai playoff. Volevamo chiudere con un risultato positivo, sono stati minuti di battaglia vera, ma il Venezia ha dimostrato di essere formato da giocatori e persone serie». Il debutto in campionato,dopo l’esordio autunnale in Coppa Italia nel momento di passaggio di consegne tra Dal Canto e Serena. «Era fine ottobre, contro la Spal, non andò bene nel punteggio, ma io ero contento». Da due stagioni Chin è al Venezia. «Ho iniziato a Favaro, poi sono passato al Treviso, che è fallito e mi sono trovato libero. Sono andato a Portogruaro, dove sono rimasto fino a due anni fa quando anche il club granata non si è iscritto al campionato e sono passato in arancioneroverde». Adesso anche al Venezia il futuro è nebuloso. «Logico che vorrei restare qua» precisa Matteo Chin, che ha un fratello calciatore ex Favaro e Edo Mestre. Intanto al’orizzonte anche il finale di stagione a scuola. «Frequento l’ultimo anno all’istituto Volta, ho la maturità» conferma il centrocampista, «non è semplice conciliare la scuola con il calcio, soprattutto gli ultimi mesi sono stati duri con gli allenamenti con la prima squadra, ma si stringe i denti e si va avanti». Chiusa anche la stagione con la formazione Berretti. «Avevamo iniziato bene, poi sono arrivate alcune sconfitte che non ci hanno consentito di passare il turno». Stagione terminata, Venezia quasi in vacanza, Berretti anche dopo l’ultima gara contro l’Alto Adige. «Sì, per noi giovani magari è un peccato che la Lega Pro sia terminata, ma è stato utilissimo potersi allenare con i giocatori della prima squadra».

Ore 17.30 – (Giornale di Vicenza) Altro giorno di quiete al Real Vicenza. Le altre squadre si stanno giocando promozione o salvezza, mentre i giocatori vicentini sono in vacanza e il presidente Lino Diquigiovanni ha chiesto loro di aspettare fino alla settimana prossima per tornare a discutere di contratti e della prossima stagione. Intanto Dario Polverini, pilastro della difesa di Marcolini, fa una sintesi della stagione del Real Vicenza, ma anche della sua. Un´annata ad alti e bassi, proprio come quella della squadra. Gli alti quando è stato in campo. Un girone d´andata a grandissimi livelli per lui e compagni. Poi l´infortunio contro l´Arezzo, lo stop di due mesi e il periodo “nero” del Real. Ma qualche altro guaio anche dopo il suo ritorno, tanto che ha finito la stagione in tribuna. Partendo dalla squadra. Che ne pensa della stagione del Real? «Assolutamente positiva, abbiamo fatto qualcosa di importante raggiungendo questo piazzamento. Una società e una squadra nuove, costruite solo in estate con 15-20 giocatori nuovi. Ma fin da subito c´è stato un buon amalgama. È stato fatto un gran lavoro da parte del mister e della società. E siamo stati bravi anche noi». Nessun rimpianto? «Potevamo fare qualcosa in più dopo il girone d´andata. Trentacinque punti al giro di boa era un risultato veramente importante». Qual è stato il momento di svolta, purtroppo in negativo, della vostra stagione? «Secondo me il cambio d´allenatore a fine gennaio ci ha un po´ tagliato le gambe. È stato quello il momento clou del campionato e quel mese ha segnato la nostra stagione. Comunque sia, è stata un´annata positiva. Credo ci siano le basi per fare grandi cose, se il presidente ha voglia di divertirsi ancora». Della breve parentesi Favaretto non si parla mai. Come ha vissuto quel periodo? «È arrivato in un momento difficile. Ha trovato sicuramente una strada in salita davanti a lui: tutta la squadra voleva Marcolini, quindi è stato un po´ uno scossone per noi. Non era facile per lui lavorare, nonostante abbiamo cercato di dare il massimo lo stesso, come è giusto che sia. Purtroppo però i risultati sono stati quelli che sono stati. Personalmente mi sono trovato bene, avevo un buon rapporto». E con Marcolini? «Con Marcolini è diverso. Devo ringraziarlo perché mi ha dato tanto, con lui c´è un rapporto speciale». Qual è l´arma segreta di Marcolini? «L´umiltà e la schiettezza del mister hanno fatto in modo che tra squadra e staff (e non solo con Marcolini) ci sia un rapporto di fiducia e stima reciproca. Poi i risultati si sono visti. Il mister è tranquillissimo, parla e dialoga con tutti, da chi ha giocato tutte le partite a chi ha fatto zero minuti. Ci ha tenuti sempre tutti sulla corda, tutti si sono sentiti partecipi e parte del gruppo. Questa è la sua grande forza: tenere tutti sulle spine senza mai mollare un centimetro». E la sua stagione stagione? Protagonista di grandi prestazioni in campo, ma anche di tre infortuni… «Sono contento al 50 per cento. Quando ho giocato, so di aver fatto bene. Purtroppo però sono stato sfortunato con questi infortuni. C´è anche da sottolineare che quello di Arezzo è arrivato da uno scontro di gioco. Senza di questo non parleremmo di una stagione a singhiozzo. Non vorrei passare per quello che si fa sempre male: a livello muscolare un paio di infortuni non gravi ci possono stare. Comunque sono contento di quello che ho fatto». E per il futuro? «Ho il contratto ancora con il Real Vicenza e spero di rimanere. Il presidente ci ha detto che dopo il 20 ci farà sapere, vedremo quali sono i programmi della società. Sono stato bene qui e spero rimangano anche più ragazzi possibile. Come ho detto prima, a mio parere ci sono le basi per fare molto bene». Come sta vivendo l´attesa delle decisioni della società? «Mah, il presidente ci ha chiesto di aspettare fino a fine maggio. Una settimana in più non cambia molto, quindi va bene. Speriamo che le sue faccende si risolvano al meglio per poi ripartire un altro anno alla grande».

Ore 17.20 – (Giornale di Vicenza) Il Vicenza chiuderà il campionato con la sfida contro il Frosinone, promosso in serie A sabato grazie al successo sul Crotone che lo ha reso irraggiungibile al secondo posto a 90 minuti dalla conclusione. Per le statistiche era dal 1992-93 che dalla serie B non salivano in A due debuttanti assolute come Carpi e Frosinone: allora furono Piacenza e Reggiana. TERZO POSTO. Il Vicenza in questo momento è terzo perché ha gli stessi punti del Bologna, 65, ma è in vantaggio per gli scontri diretti a favore (0-0 al Menti e 2-0 per i biancorossi al Dall´Ara). Dunque per essere sicuro di affrontare i playoff da terzo in classifica (con i vantaggi che ne derivano: ritorno sempre in casa e successo in caso di parità di punti e di gol nelle partite di semifinale e finale), il Vicenza dovrà battere il Frosinone. Un successo lo metterebbe al riparo da ogni sorpresa. IL RISCHIO. Se il Vicenza non riuscisse a battere i laziali, bisognerà vedere quali saranno gli altri risultati. I biancorossi correrebbero il rischio non solo di essere scavalcati dal Bologna, impegnato in casa in una sfida senza patemi con il Lanciano, ma anche dallo Spezia, che non dovrebbe avere difficoltà in casa a superare il Bari. In quel caso il Vicenza potrebbe finire quinto e dunque ci vorrà massima concentrazione venerdì sera.

Ore 17.10 – (Giornale di Vicenza) «I playoff non li ho mai giocati. Oltretutto la prima è anche una partita secca…» dice Thomas Manfredini. Beh quella speriamo proprio che il Vicenza non la debba fare no? Terza e quarta salteranno il turno preliminare. «Quello è il nostro obiettivo, è importante arrivare terzi, vogliamo riuscirci. Volevamo vincere già a Livorno, venerdì sera cercheremo la vittoria a ogni costo contro il Frosinone». Manfredini ha già conquistato due volte la serie A, ma giocando con Fiorentina e Atalanta, formazioni nate per vincere. Il Vicenza invece… «Quando sono arrivato io la squadra era dodicesima, la prima partita del ritorno a Latina era quasi uno scontro diretto da zona salvezza». Eppure lei non ha avuto dubbi nell´accettare il trasferimento in prestito dal Sassuolo. «Perché il Vicenza l´avevo seguito, era una delle poche squadre di B che puntava sul gioco e con buone individualità. Si è rivelata una scelta giusta». Poi un girone di ritorno a passo di carica: le 6 vittorie di fila, la scalata in classifica, sempre più su. «Sì, è stato un girone di ritorno favoloso. Ci sono rimaste davanti solo quelle squadre che hanno avuto maggiore continuità di risultati rispetto alla parte iniziale del campionato del Vicenza». Prima volta nei playoff per Manfredini, che però dall´alto delle sue 350 partite da professionista, più di 200 delle quali in serie A, può spiegarlo lo stesso come saranno questi playoff. «Intanto vediamo di vincere venerdì per chiudere al terzo posto. Poi è normale che nei playoff potrà succedere di tutto: saranno partite sul filo del rasoio, tese, combattute». Da affrontare come? «Prima di tutto con la testa, è chiaro che le pressioni sono diverse, ma ho sempre avuto fiducia in questo gruppo, che ha saputo uscire a testa alta anche dalle situazioni difficili». L´ultima è stata il dopo-Brescia e il successivo pari in casa con l´Entella: rimpianti? «È stato un peccato… da secondi siamo finiti a 4 punti dal Frosinone». Lì è volata via la possibilità di giocarsi la promozione diretta. «Da mangiarsi le mani magari, a ripensarci. Ma la squadra ha sempre dato il massimo, lì abbiamo trovato un avversario arrabbiato, forse con più motivazioni quella sera. È stata la partita che ci fatto perdere il passo importante che stavamo tenendo». Però… «Però è stata l´unica gara sbagliata in tutto il girone di ritorno, e la B è difficile. D´altra parte penso alla Juve che ha perso a Parma, al Pescara che sabato è stato battuto dal Varese, retrocesso da tempo». Il Vicenza sta dove merita? «Quando abbiamo meritato di perdere, come a Brescia appunto, abbiamo perso. Le vittorie ce le siamo guadagnate tutte e parecchi pareggi invece sono stati stretti». Come arrivate agli ultimi 90´ e ai playoff? «Pronti, abbiamo dimostrato di essere in condizione, anche a Livorno. Abbiamo preso gol sull´unico tiro in porta, la partita l´abbiamo fatta noi, loro chiudevano gli spazi, ci aspettavano e ripartivano». Lo fanno tutti ormai quando devono affrontarvi: vi hanno studiato quando avete cominciato a salire in classifica. «Io credo che dopo Bologna hanno capito la forza del Vicenza, che già prima si intravvedeva. Ma a Bologna abbiamo dato un segnale forte al campionato e da quel momento gli avversari con noi hanno cambiato atteggiamento, ci affrontano in modo diverso: ci attendono e provano a ripartire. Un po´ quello che facevamo noi, ma attraverso la gestione della palla per poi affondare». E quindi come farete ora che gli altri hanno imparato come giocare contro il Vicenza? «Ma ai playoff dovranno rischiare qualcosa anche le altre, gli avversari dovranno giocare più a viso aperto e noi con le nostre caratteristiche, con i giocatori veloci che abbiamo davanti, potremmo metterli in difficoltà». Conterà la tattica, conteranno le gambe, conteranno gli episodi, ma prima diceva che più di tutto conterà la testa. «Questa possibilità è così inaspettata che secondo me dovremo giocarcela senza paura, con il sorriso. Questo gruppo, costruito nel tempo e con forti motivazioni, per me non deve sentire pressioni, deve andare sereno, anche se siamo consapevoli che andremo a giocarci un obiettivo importantissimo che cercheremo in ogni modo di raggiungere, ma con il giusto atteggiamento».

Ore 16.50 – (Gazzettino) Il Cittadella ha ricevuto i meritati applausi del “Massimino” di Catania, ma anche al rientro c’era un gruppetto di tifosi ad attendere l’arrivo dei giocatori. Sabato prima della mezzanotte una ventina di persone si è infatti data appuntamento appena fuori dai cancelli del Tombolato per aspettare l’autobus della squadra, tra questi anche i genitori di Giulio Bizzotto, il giovane della Primavera autore del pareggio con il Frosinone. Nessun striscione né bandiera – in fondo si è vinto solo una partita – ma il successo di Catania ha lasciato ancora vive le speranze di salvezza, e la presenza dei tifosi dimostra che la gente ci crede. Il pullman è arrivato a mezzanotte e mezza e si è subito diretto verso gli spogliatoi, i giocatori hanno preso l’auto e lasciato lo stadio. Paolucci claudicante ha rassicurato sulle sue condizioni: «È solo una botta», Pierobon si è fermato a rivivere con i tifosi la partita del “Massimino”: «Quando l’arbitro ha fischiato il rigore ho pensato che tutto fosse perduto. Invece siamo stati bravi a riversarci subito nella metà campo avversaria per cercare la vittoria. Ce l’abbiamo fatta, adesso bisogna ripetersi con il Perugia, sono certo che vincendo giocheremo gli spareggi». Un breve saluto anche da Foscarini, quindi da Gabrielli, Pavin e Marchetti. L’ultimo ad uscire dal Tombolato è Coralli, in bicicletta. Il giorno dopo Kupisz e Gerardi, gli eroi del Massimino con Stanco, tornano sulla gara. «Abbiamo dimostrato che il Cittadella è vivo. Quando trovi la forza di reagire dopo aver incassato il 2-2 a pochi minuti dalla fine, significa che la squadra ci crede», afferma il giocatore polacco. Al quale gli fa eco Gerardi: «Il successo di Catania tiene vive le speranze di salvezza, dobbiamo ripeterci con il Perugia, dare continuità ai risultati, cosa che ci è mancata troppe volte in stagione». Tre gol in una partita, quando nelle precedenti sei erano state realizzate solo due reti. «Sono contento per me stesso e la squadra, sono arrivato a Cittadella per dare il mio contributo», prosegue Kupisz, autore sinora di quattro centri, tre meno di Gerardi. «Il ginocchio mi fa ancora male – rivela l’attaccante – Sono sceso in campo con un antidolorifico ma tutto sommato è andata bene. Ho avuto energie per settanta minuti, non potevo chiedere di più. Ho una settimana davanti per arrivare all’appuntamento con il Perugia in condizioni migliori». Gara decisiva per la stagione. «Se noi facciamo il nostro, non resteremo delusi», dicono in coro i due giocatori, che chiamano a raccolta il pubblico: «Troppe volte i nostri tifosi hanno lasciato il Tombolato delusi, ma abbiamo bisogno del calore della gente. Venerdì si decide un’intera stagione, sosteneteci sino all’ultimo».

Ore 16.40 – (Gazzettino) Sabato sera, all’aeroporto Fontanarossa di Catania, i giocatori del Cittadella erano una unica sfumatura color granata in mezzo a tutti i viaggiatori. Impossibile non notarli. Facce stanche, ma soddisfatte per quei tre punti preziosi, difesi con i denti fino all’ultimo, e in grado di tenere aperta la classifica evitando la retrocessione. Questione di numeri, punti e statistiche, ma la speranza c’è, di salvarsi, e il Cittadella ci crede. Non intende mollare. E, infatti, aspettando l’imbarco del volo Catania-Venezia il tecnico Claudio Foscarini e il direttore generale Stefano Marchetti erano lì, carta e penna alla mano, impegnati a calcolare probabilità e combinazioni per le partite dell’ultima giornata. Perchè la squadra vuole i tre punti, ma serve anche una certa dose di quella fortuna che quest’anno al Cittadella è mancata. «La squadra ha dimostrato di saper vincere – commenta il presidente Andrea Gabrielli – Ho visto una grande prestazione. Purtroppo abbiamo lasciato per strada moltissimi punti. Molto ha pesato la sfortuna, ma i ragazzi sono concentrati. Lo hanno dimostrato dopo la doccia fredda del rigore subito all’85’». Una mazzata che valeva la retrocessione e che invece ha dato la scossa ai granata. Ora, si guarda al Perugia. «Fare i tre punti venerdì prossimo è d’obbligo – spiega il tecnico Claudio Foscarini – ma purtroppo non basterà. Conteranno soprattutto i risultati del Crotone e del Latina. Oggi (sabato, ndr) abbiamo centrato un risultato importantissimo, però restiamo con i piedi per terra. La speranza c’è anche se è appesa a un filo». Poco distante c’è Matteo Minesso, il migliore in campo contro il Catania. «Per due volte siamo andati in vantaggio e per due volte ci hanno rimontato. A tre minuti dalla fine eravamo praticamente retrocessi, poi è arrivato il gol del 3-2. Possiamo farcela». Già archiviate le emozioni del “Massimino”, presto per fare programmi per la prossima stagione. Sul volo di ritorno le parole più frequenti erano salvezza e Perugia.

Ore 16.30 – (Gazzettino) Catania e Ternana 48, Crotone 47, Modena e Virtus Entella 46, Cittadella 44. È questa la parte della classifica del campionato di serie B che interessa direttamente o indirettamente l’undici granata a cui restano 90 minuti per provare ad acciuffare in extremis un posto nei play out salvezza. LE CERTEZZE. Due sono i punti fermi che emergono dall’analisi della graduatoria e del calendario dell’ultima giornata. Coralli e colleghi venerdì sera dovranno assolutamente vincere in casa con il Perugia, già matematicamente ai play off promozione. L’altro punto fermo, ma sotto le mura in questa fase sicuramente si accontenterebbero, la salvezza potrà arrivare solo attraverso i play out, con un’unica possibilità (contemporanea sconfitta di Modena e Crotone) di disputarli occupando la quint’ultima posizione e quindi in situazione di vantaggio rispetto all’avversario. LE CONDIZIONI DEGLI ALTRI CAMPI. Oltre al successo dei granata, deve realizzarsi una di queste tre ipotesi: sconfitta del Modena a Latina (ma ai laziali basta un punto per salvarsi); vittoria del Crotone o dell’Entella nello scontro diretto tra loro in programma allo “Scida”. Classifica alla mano, infatti, nei primi due casi il Cittadella sorpasserebbe chi perde e finirebbe quart’ultimo, nel terzo aggancerebbe i calabresi a quota 47, con parità negli scontri diretti (2-2 e 0-0) ma in vantaggio nella differenza reti. Se la sfida tra Crotone ed Entella finisse con il segno X, invece, il Cittadella sarebbe spacciato perché raggiungerebbe i liguri con cui però è in saldo passivo negli scontri diretti (due sconfitte). Le cose non cambierebbero se a quota 47 ci fosse pure il Modena, ottenendo un pareggio a Latina. Nella classifica avulsa a tre l’undici di Foscarini sarebbe infatti ultimo. Con un ko del Crotone e un punto per gli emiliani, infine, sempre per classifica avulsa, calabresi in Lega Pro e granata quart’ultimi. CROTONE-ENTELLA. Quella dello “Scida” sarà sfida vera. È vero che un pareggio permetterebbe a entrambe di evitare la retrocessione immediata, ma difficilmente regalerebbe la salvezza diretta, salvo l’ipotesi di un ko del Modena. Va inoltre considerato che il Crotone, in caso di arrivo a pari merito (48 punti) con una tra Ternana e Catania (o con entrambe) pagherebbe sempre dazio per la classifica avulsa.

Ore 16.10 – (Mattino di Padova) Ancora in corsa, ma con i cerotti. L’esaltante scorribanda di sabato allo stadio “Massimino” di Catania ha regalato al Cittadella la possibilità di sperare nella salvezza almeno attraverso i playout. Da questo pomeriggio mister Foscarini comincerà a preparare l’ultima, fondamentale partita della stagione regolare, venerdì sera al “Tombolato”, contro il Perugia. Una gara, però, a cui i granata si presenteranno con un centrocampo da inventare e qualche problema in attacco. La linea mediana sarà sicuramente priva di Rigoni, squalificato, e Paolucci, il cui infortunio sarà valutato oggi alla ripresa degli allenamenti: si prospetta però una distorsione al ginocchio che difficilmente gli consentirà di recuperare in tempo. Restano da capire i veri motivi dell’esclusione di Busellato dalla lista dei convocati per la trasferta siciliana e da comprendere se potrà dare una mano per la sfida con gli umbri: certo è che un vero e proprio regista non ci sarà, a meno che Foscarini non decida di utilizzare in quel ruolo il rientrante Sgrigna, che potrebbe essere nuovamente arretrato come già accaduto a Bari. La coperta, però, potrebbe rivelarsi corta, se si considera che il giallo rimediato da Stanco per essersi tolto la maglia dopo il gol vittoria di Catania gli costerà la squalifica (era fra i diffidati). Grattacapi ulteriori per Foscarini che, però, può ben dirsi lieto di doverli affrontare, visto che, un secondo prima di quella rete a tempo quasi scaduto, il Citta era retrocesso. Ora deve invece battere il Perugia, ma il suo destino dipende anche da quel che accadrà altrove: deve sperare in un risultato favorevole dallo scontro fra Crotone-Entella o da Latina-Modena. E c’è anche chi, l’agenzia Football Data, ha calcolato quante sono tutte le combinazioni possibili di risultati per sancire i verdetti a fondo classifica: addirittura 729. Salvo all’ultimo istante, con la rete di Caldara ad Avellino, il Trapani di Cosmi, restano otto squadre in lizza per assegnare la terza retrocessione diretta e le due formazioni partecipanti al playout: Latina e Pro Vercelli (49 punti), Catania e Ternana (48), Crotone (47), Modena e Virtus Entella (46) e Cittadella (44). Le altre partite interessate, oltre a quelle citate, venerdì saranno Trapani-Pro Vercelli, Carpi-Catania e Ternana-Varese.

Ore 15.50 – (Gazzettino) Hanno salutato la serie D due domeniche fa, e si accingono a voltare pagina facendo leva sui rispettivi settori giovanili per affrontare il prossimo campionato di Eccellenza. È il percorso che accomuna San Paolo e Thermal Abano Teolo, chiamati a resettare una stagione particolarmente travagliata fuori e dentro il campo. SAN PAOLO. In attesa del passaggio di consegne ufficiali delle quote societarie dalla vecchia alla nuova proprietà atteso per giugno, il club di via Canestrini sta già gettando le basi in ottica futura. «Anche se le possibilità di salvezza erano poche – afferma il nuovo direttore generale Cristian Bozzato – siamo dispiaciuti per la retrocessione dato che se la squadra fosse riuscita a salvarsi nonostante le difficoltà che ha incontrato, sarebbe stata un’immagine positiva per la società. Come nuova compagine siamo concentrati soprattutto sul vivaio e i giovani formeranno l’ossatura principale della squadra che parteciperà al prossimo campionato di Eccellenza. Vedremo se sarà possibile rafforzarla sempre nell’ottica di un bilancio molto contenuto per la prima squadra: ci stiamo muovendo per creare sinergie con altre società in modo da compiere qualche innesto per allestire una compagine competitiva». Sempre riguardo alle nuove sinergie, sono in fase molto avanzata le trattative con il Padova per arrivare a una sorta di affiliazione proprio legata al settore giovanile. Restando alla prima squadra, Bozzato aggiunge: «Ci sarà un cambiamento radicale, allenatore incluso. La squadra sarà allenata da una figura interna alla struttura del settore giovanile, abbiamo già due-tre opzioni. Tutti i giocatori di quest’anno che non erano di proprietà si accaseranno altrove. I loro rimborsi? È un discorso che riguarda la ristrutturazione del debito. Abbiamo avuto incontri individuali con tutti i giocatori, si sta procedendo per regolarizzare le posizioni con l’assenso di entrambe le parti». THERMAL. «Possiamo portare avanti il progetto sportivo tenendo al centro il settore giovanile anche in una categoria inferiore. Il sogno sarebbe tornare a chiamarci con il vecchio nome, ossia Euganea Teolo». Le parole sono di Moreno Valdisolo, sindaco di Teolo, nonché sponsor principale del Thermal che dopo due campionati in serie D ha fatto ritorno nella categoria inferiore. «Facendo una riflessione delle ultime due stagioni, siamo andati oltre alle aspettative – prosegue Valdisolo – Non si può fare una categoria così alta se non ci sono sponsor importanti. Ora con umiltà torniamo in una categoria inferiore». Sulla stessa lunghezza d’onda le parole del presidente Pierluigi Maistrello: «Tornare in Eccellenza potrebbe alla fine essere una cosa positiva dato che ci permette di andare avanti con la valorizzazione del settore giovanile, principio che abbiamo sempre sostenuto, per fare sì che con il tempo si possa arrivare ad avere una prima squadra composta dai ragazzi del nostro vivaio. I programmi per la prossima stagione sono chiari in tal senso, sempre rispettando il nostro bilancio che ha influito molto sul risultato sportivo della stagione appena conclusa. Terremo comunque qualche giocatore di quest’anno per avere un’ossatura di squadra e disputare un campionato dignitoso». Nelle ultime sei partite la gestione tecnica è stata affidata all’allenatore Pedriali e al direttore sportivo Briaschi: saranno confermati? «Nei prossimi giorni avremo modo di incontrarci con loro. Se abbiamo gli stessi obiettivi, andremo avanti insieme perché sono persone per bene e con le quali si è instaurato un rapporto ottimo».

Ore 15.30 – (Giornale di Vicenza) Grandi momenti. Grandi emozioni. Grandi gioie. Grandi Matteo, soprattutto. In copertina ci finisce il rigore, of course, adrenalinico come un gol, la murata sul tiro dagli undici metri di Bombagi. Ma il vero capolavoro, Matteo Grandi, romagnolo di Castelbolognese, l´ha compiuto stoppando da fuoriclasse e con la mano aperta il bolide a colpo sicuro di Di Carmine al minuto 36 della ripresa, quella del teorico ko, sventato alla Grandissima, cioè da Matteo Grandi. Ora il numero uno giallorosso non sta nella pelle e si abbandona a una felicità senza confini. «Negli spogliatoi ancora non avevo realizzato bene l´accaduto – confessa – ero stravolto dalla stanchezza e dall´euforia. Ho dovuto bere 5 bottigliette di acqua e sali per ripristinare una corretta reidratazione, fatica, caldo e tensione mi hanno ammazzato – racconta sfoggiando un sorrisone extralarge tipo spot del dentifricio – in effetti l´intervento su Di Carmine è stato il più difficile in assoluto, ci poteva costare la qualificazione». Rivive la grande paura del gol annullato. «Per un attimo mi è crollato il mondo addosso – dice Matteone – sarebbe stata una punizione troppo severa, era giusto a quel punto giocarsela dal dischetto. Poi quando l´arbitro ha cambiato idea ho ripreso a crederci come tutti i compagni. Tanto sapevo che almeno uno l´avrei parato di sicuro. Così è stato. Bravi invece tutti i ragazzi che hanno fatto percorso netto…». Grandi risolutore nei penalty non è una novità: a dicembre in Coppa Italia a Salò il Bassano vinse ai rigori con il portiere mattatore: ne neutralizzò uno spingendo poi gli errori di Pinardi e Abbruscato e lanciando la Virtus al turno seguente. Non abbastanza per cucirgli addosso l´etichetta di pararigori ma sufficiente perchè d´ora in poi chi si presenterà a calciare dinanzi a questa anima lunga di 23 anni, cominci a drizzare le antenne. Ha un pensiero speciale Matteo. «Queste parate sono per la mia ragazza, Arianna, lei è di Crema e ogni volta si fa un mazzo così per raggiungere Bassano in treno e seguirmi dal vivo. È una dedica ultrameritata…». Ora la Reggiana. «Ora contiamo noi, come ci sentiamo, c´è voglia di proseguire il sogno, sappiamo che con andata e ritorno ce la si può giocare con meno ansia in testa, ma sarà durissima ugualmente. Loro sono un rivale di storia, tradizione e qualità». Torna sul caldo («Mai patito in vita mia così tanto caldo durante una partita»), era pronto per andare a battere anche lui («Mi ero offerto, il mister lo sapeva, fossimo andati ad oltranza avrei calciato pure io»), quindi applaude il pubblico. «La gente ci ha sostenuto in maniera favolosa, davvero applausi a scena aperta. Gli ultrà stabiesi hanno tifato ininterrottamente, ma anche i supporter giallorossi sono stati fantastici, standoci vicini quando occorreva di più». Transita Rossi, l´infortunato di lusso. «Grandi super – esulta – Io? Beh, su 5 ne avrei acchiappati almeno 6…».

Ore 15.20 – (Giornale di Vicenza) «Ragazzi, io qui mi gioco il cuore», sospira Renzo Rosso scendendo dalla tribuna e portandosi la mano sul torace. «Mamma mia che emozione…». Poi ancora. «È stata una sofferenza ma è una gioia fantastica che ci meritavamo per la grande stagione che stiamo costruendo – attacca Mr. Diesel – potevamo agganciare la B già a Monza. Ha detto male, ma ora siamo in corsa. C´è la Reggiana e non l´Ascoli? Sarà lo stesso una semifinale durissima contro un grandissimo avversario». Lì a fianco il presidente Stefano Rosso è esausto per la tensione. «Prima il gol annullato, poi i rigori, è stato tremendo, le partite secche sono così – riconosce – ora proviamo a fare strada finchè si può. In queste condizioni e con questo caldo non era facile passare. Onore alla Juve Stabia e ora proviamoci come sempre. La Reggiana e non l´Ascoli in semifinale impedisce di chiudere un cerchio (il riferimento è al duello mancato con Petrone, con cui sono volati gli stracci la scorsa estate, ndr) ma la vera sorpresa è che noi ci siamo qualificati e loro no…». Tonino Asta invece confida un particolare. «Vi confesso che io gli ultimi due rigori di Cattaneo e Iocolano non li ho nemmeno guardati, troppo stress – svela – del resto questi sono i playoff. Su gara secca e con questa temperatura può accadere di tutto. Quando sabato vi dicevo che nella postseason si azzera tutto non mi sbagliavo, so che è così». Riguarda la sequenza fotografica del gol annullato ai campani. «Devo essere molto onesto – ammette – dal campo mi era sembrato regolare, tanto che sul momento mi sono accasciato per terra come a Monza sull´occasione fallita da Pietribiasi al 90´. Poi ho visto che la terna ha cambiato idea e francamente è la prima volta in tutta l´annata che ci gira qualcosa anche a nostro favore». Osserva bene le immagini. «In effetti un contatto tra Gomez e Toninelli c´è e si vede, poi sull´entita della pressione è tutto a discrezione dell´arbitro…». Torna sulla gara don Tonino. «Il primo tempo i miei l´hanno interpretato davvero bene, mi sono piaciuti – argomenta il precettore virtussino – tuttavia le opportunità più golose ce le siamo procurate nella ripresa. Ma non solo quelle di Pietribiasi, penso anche alle giocate tra Nolè, Iocolano e Maistrello nel finale. Poi, ai supplementari siamo stati più pericolosi coi tiri di Cenetti nel secondo overtime, fino a quel momento ai punti eravamo davanti noi, la rete annullata ha modificato gli stati d´animo. E in ogni caso, nonostante l´afa, si è visto che atleticamente stavamo meglio, diversi di loro avevano i crampi». Ci tiene a rimarcare un particolare tattico. «In settimana avevo preparato qualcosa di diverso, provando e riprovando un centrocampo a tre con Furlan terzo interno di mediana per contrastare la loro linea centrale robusta e di palleggio.Infatti non abbiamo sofferto di sicuro là in mezzo». Dà uno sguardo alla semifinale con la Reggiana. «Non vi dico se era meglio affrontare l´Ascoli o la Reggiana, perchè chiunque incroci in semifinale becchi comunque una big e una formazione fortissima, poco da dire. Per noi cambiava poco, sempre la seconda in casa avremmo avuto. La differenza semmai è che ora ci sono due partite su cui poter gestire le possibilità di qualificazione, perchè quando è su sfida unica e perdippiù in casa hai tutto da perdere e il pronostico addosso che pesa tantissimo. Ora ci godiamo il lunedì di festa e da domani di nuovo sotto che a Reggio Emilia ci aspetta una battaglia». Asta felix.

Ore 15.10 – (Giornale di Vicenza) Chi suona la campana? Ma il Bassano, chi sennò? I virtussini le hanno cecchinate una dopo l´altra le squadre di quella regione, non c´è pezza. Tutte quelle che salgono al Mercante vengono abbattute. Della serie: abbandonate ogni speranza o voi che entrate. Prego, il riepilogo: 5-0 al Benevento nel 2008 nella finale di Coppa Italia, 2-0 alla Nocerina nel 2009, 2-1 al Sorrento, 2-0 alla Salernitana e 1-0 alla Paganese nella C1 del 2011 e pure un 3-2 più datato al Real Marcianise nel braccio di ferro per lo scudetto della serie D nel 2005. Fino al rigorosissimo 6-5 di ieri. Roba da implacabili, o da spietati, se preferite, ma ora che c´è stato il lieto fine, possiamo anche ammetterlo: su quella craniata nel sacco di Gomez al minuto 118 (un numero non casuale, infatti, da urgenza, da malessere improvviso), ci siamo tutti quanti presi una strizza al cubo, roba da fifa blu. Lì, a dispetto di un sole da bagnasciuga di Jesolo si è gelato il velodromo: prima ammutolito e sventrato dal dolore, quindi in totale panico in quei lunghi, eterni secondi nei quali la terna ha mutato la chiamata. Siccome per qualche interminabile istante arbitro e assistente sono rimasti nel pensatoio e il gioco non riprendeva mai, in tribuna ci si dava di gomito col vicino di posto alla ricerca di una luce, qualcosa che illuminasse il buio cosmico in cui tutti erano precipitati. Poi a quel punto, colto il segno del destino, i rigori non potevano che viaggiare in una sola direzione. Ora che è andata effettivamente così è facilissimo dirlo e gonfiare persino i pettorali. Sì, ma per oltre due ore nel microonde dello stadio è stato un sudario e mica solo per mere faccende climatiche. Asta squaderna più o meno a sorpresa un 4-3-2-1, una specie di alberello di Natale con Furlan in mediana e poco male se poi Fede trascorra i primi 20 minuti sull´esterno come suo solito, prima di essere dirottato secondo consegne. E infatti dopo 20´ e dopo uno spunto di Nolè, Bassano schioda: corner dello stesso Nolè, volée dell´ex Davì e 1-0 che non spacca un accidente poichè tre giri di lancetta seguenti siamo già pari e patta: Bombagi sale di capoccia e imbuca l´1-1 di giustezza che ghiaccia (eufemismo) il contesto. Nel lato B e con in gola il the freddo, scatta il Pietribiasi time: tre servizi sugosi e succosi smazzati da Nolè per il Condor (al 4´, al 14´ e al 26´) così amministrati dal centravanti: controllo ciccato sanguinosamente davanti al portiere, incartata fatale dinanzi ai cerberi della retroguardia, pallonetto alle stelle dinanzi a Pisseri. Noi, allo scledense Stefanone vorremmo sempre un bene dell´anima, perchè il Condor è tipo tutto cuore che si fa amare sempre e ovunque, però mannaggia la miseria, Stefano, una scaraventala dentro. Quindi al 36´ la paratissima da dvd con cui Grandi strozza l´urlo nella laringe a Di Carmine (deviazione col guantone sulla traversa) e nell´extratime le due minacce di Cenetti (doppia sventola sopra la sbarra), prima dello spago collettivo sulla rete tolta a Gomez. E nella rumba dal dischetto, perfect game, 5 su 5 virtussino, mentre Grandi schizza ad abbrancare la conclusione di Bombagi, esecuzione numero 4. L´estasi somma la scolpisce Iocolano, il capitano. L´mvp dei suoi dopo Grandi, mica un pincopalla.

Ore 15.00 – (Giornale di Vicenza) Dammi una Vespa e ti porto in vacanza. Perchè questo Bassano è veramente Special e la sua straordinaria vacanza-sogno-playoff ha deciso di prolungarla. Ha piegato le Vespe della Juve Stabia dopo una battaglia per cuori forti e schiene dritte, che si è conclusa soltanto ai rigori. E ora, in semifinale, se la vedrà con la Reggiana. Una sorpresona, visto che gli emiliani si sono imposti in casa del superfavorito Ascoli degli ex Petrone, Berrettoni e Pelagatti. Andata in Emilia domenica 24, ritorno sette giorni dopo al Mercante (salvo cambiamenti dettati da esigenze televisive).
Alla rovescia. Sì, il calcio ti rigira, ti stravolge, ti capovolge e ti lascia senza fiato. Col senno di poi: il pensiero sotterraneo, inconfessabile e sanguigno era di liberarsi in qualche modo delle Vespe per poi andarsi a giocare la madre di tutte le partite, la vera finale con Petrone. E alla fine, magari, completare il piano B con la corazzata Benevento. Ne fosse andata dritta, una, ma una… Partiamo da quello che interessa più da vicino. Ovvero: come contro la Juve Stabia sia stata tutto tranne che una passeggiata. Tre minuti solo tre minuti. Il Mercante gronda passione: 1.700 persone, tra cui 390 stabiesi che fanno un gran tifo. Hanno pure i tamburi (a cui non siamo contrari perchè fanno calore, colore e fatichiamo a immaginare che si possa far male a qualcuno con un tamburo). Però la legge è legge, non si possono portare negli stadi. Ed effettivamente, dopo un tempo, le forze dell´ordine fanno in modo che i tamburi smettano di suonare. Restano, invece, le note liete legate a Matteo Grandi, classe ´92, portiere vero che il Bassano si deve tenere stretto. Ma del numero uno (in tutti i sensi) parleremo dopo. Prima due appunti sulla gara. I giallorossi partono bene e al 20´ passano in vantaggio con l´ex Davì. Vespe in garage? Neanche per idea, perchè 3´ dopo Bombagi di testa manda la palla nell´angolino. Due fiammate, poi basta. Si va al riposo. Sei Grandi Grandi Grandi. Ripresa: Pietribiasi ci prova ma non punge, Di Carmine invece quasi ci riesce. È il 36´: l´attaccante tira dal lato destro dell´area, Grandi ci mette una mano provvidenziale, la palla finisce sulla traversa ed esce. È la prima svolta, quella che porta ai supplementari. E il copione non cambia: il Bassano fa, eccome se fa… Ma poi c´è sempre da soffrire. E al 13´ del secondo tempo succede una cosa terribile. Gomez fa quello che spesso non fa il suo omonimo viola: segna. Buio. Anzi no, perchè viene rilevato un fallo su Toninelli. Gol annullato. Rigori. Cuore e batticuore. La sequenza procede senza errori sino a quando Grandi – ancora lui – dice di no a Bombagi. Sono le 17.39, mancano tre tiri al brindisi. Cattaneo, Burrai e Iocolano segnano (in porta). E i tifosi segnano il pomeriggio del Mercante (sul diario). Alla voce i giorni più belli.

Ore 14.40 – Giudice Sportivo: una giornata di squalifica a Gustavo Ferretti “per un intervento falloso su di un calciatore avversario in azione di gioco” e a Matteo Dionisi per doppia ammonizione. Entrano in diffida (nella poule scudetto basta un solo giallo) gli ammoniti di ieri, ovvero Ilari, Petkovic e Zubin.

Ore 14.10 – (Giornale di Vicenza) Chi lo conosce sa che – neanche troppo in fondo – un po´ gli rode. Come aveva ripetuto alla vigilia, questa partita era «un premio, non un regalo». E i premi si vincono. Paolo Beggio però è lucido nell´analizzare la sconfitta: «È emersa la qualità di cui il Belluno è dotato – spiega il tecnico -. Alla lunga è anche stato giusto così. Questa partita è la fotografia della nostra stagione: abbiamo messo in campo tutto il possibile, siamo stati bravi a recuperare lo svantaggio e a portarli ai supplementari». La resa, forse, è stata psicologica. «Vero – conferma Beggio -, perché magari ai rigori sarebbe stato diverso. Sull´1-1 sapevamo che non bastava». Il dispiacere, poi, è legato a qualcosa che va oltre alla sconfitta. «È difficile abbandonare una stagione che ci ha dato tanto. Non mi dispiace invece che sia finita così, perché conta la prestazione ed essere riusciti a portarla fino ai supplementari». Insomma, una cosa bella si vorrebbe che non finisse mai. Ecco perché Beggio preferisce rimanere nel presente, viverlo e gustarselo, anziché pensare già al futuro. «Voglio godermi ancora questa stagione, siamo stati bravi e compatti. Nei momenti difficili è venuta fuori la squadra assieme al gruppo, l´unica vera componente che fa la differenza». Ed è lunga la galleria di fotografie da appendere. «Quello che più di tutto mi porto dentro è lo spogliatoio. Il bello di questo mestiere è vivere sensazioni che solo lo spogliatoio è in grado di darti. È quello che ti fa scendere in campo, e dal campo ti porta al risultato. Sapevamo di avere qualità, ma è stato lo spogliatoio a fare la differenza». Per quanto riguarda il futuro, poi, c´è tempo. Ci sarà da parlare, confrontarsi e progettare. Perché dopo un esordio così, le aspettative saranno alte. «È vero – chiude Beggio -, ripetersi è difficile ma da un lato è una motivazione in più. Migliorarsi è sempre bello». Insomma, il serbatoio è già pieno.

Ore 14.00 – (Gazzettino, edizione di Belluno) «E chi non salta è Fenadora». Coretto e gavettoni: è festa gialloblù. Il primo scoglio è passato, mercoledì ci sarà il secondo, sicuramente più arduo. Ma intanto la nave è in mare. E soprattutto conosce perfettamente la rotta. Sì, questo Belluno, quello visto ieri al polisportivo, è consapevole dei propri mezzi. Che si chiamano Marco Duravia, Ivan Merli Sala, Simone Corbanese. «Sono andato in tuffo, ma non ho colpito con la parte di testa in cui ho i punti – confessa il difensore goleador, autore della rete del 2-1, a metà del secondo tempo supplementare -. Prima del match avevamo deciso proprio questo schema sui corner: quelli dalla destra li avremmo battuti lunghi, sul secondo palo. Grazie a Mosca che ha messo una gran palla». L’Arzignano, invece, deve ringraziare un gran portiere: merito di Dall’Amico se la partita si è trascinata fino al 120’. «Sì, potevamo chiuderla prima – ammette Merli Sala -. Abbiamo creato tantissimo, mostrando ottimi fraseggi. Bravo il loro portiere. Meritavamo di vincere al 90’». «Purtroppo abbiamo subito il pareggio sull’unico tiro dell’Arzignano, per di più un tiro sporcato da una deviazione – aggiunge Francesco Posocco -. Ma abbiamo dominato». I supplementari peseranno sulle gambe, mercoledì? «Potevamo evitarli – spiega Marco Duravia -. Diciamo che i minuti giocati in più ci sarebbero tornati utili a Sacile. Ma tireremo fuori tutto per andare avanti». Già, andare avanti. Il Belluno sembra avere la determinazione giusta. Anche perché di terminare questa stagione magica, proprio non vuol saperne. «È presto per andare al mare. E poi possiamo andarci comunque – scherza Duravia -. Oggi (ieri, ndr) abbiamo visto quanto è bello vincere. E vogliamo continuare. Il Belluno che ha battuto l’Arzignano può battere anche la Sacilese. Forse il fatto di aver giocato i supplementari potrà essere una difficoltà per noi. Ma in certe partite, quello che conta sono le motivazioni. Sono convinto che possiamo fare noi la partita». E sarà necessario, perché il Belluno è costretto a vincere per andare avanti. «Non dovremo andare là con il freno a mano tirato» dice Merli Sala. MERCATO – Duravia certo, Merli Sala incerto. Sempre più incerto. Se fino a qualche settimana fa il centrale era sicuro di un addio a fine stagione, adesso non è più così. «Il Belluno mi aspetta, io deciderò a breve. Una percentuale? 45 per cento resto, 55 vado via». Duravia invece è convinto: «Sono contento qui».

Ore 13.50 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Gavettonato e felice. Non potrebbe essere altrimenti: l’obiettivo è stato raggiunto. E tanti saluti all’Arzignano. Che senza essere mai entrato nell’area del Belluno, stava per combinarla grossa al polisportivo e alla festa dei gialloblù. Per fortuna che il Belluno è stato «superiore in tutto: condizione fisica, grinta e carattere». Mister Vecchiato non ha alcun dubbio. E soprattutto non esita a definire la sua squadra «enorme». Certo, l’impresa epica, se ci sarà, sarà mercoledì a Sacile. Lì sì che il Belluno dovrà essere enorme. Ma come antipasto, anche Belluno-Arzignano, con un Duravia e un Posocco super, può bastare. «Volevamo andare avanti – sentenzia Vecchiato -. Già in campionato, con l’Arzignano avevamo sfoderato due belle prestazioni». E ieri la truppa gialloblù ha tolto ogni dubbio. «Abbiamo avuto tantissime occasioni – analizza l’allenatore -. L’Arzignano invece ha fatto un solo tiro in porta, per di più deviato. Peccato solo non avere concretizzato di più: potevamo evitare i supplementari. Ma sono molto contento, perché ho visto la voglia di creare sempre, la grinta e il non mollare mai». Ingredienti che dovranno essere messi in campo anche mercoledì a Sacile. Dove bisognerà vincere per andare avanti: in caso di pareggio dopo i supplementari, passa la Sacilese. «Sarà una bella sfida – annuncia Vecchiato -. La Sacilese è più forte dell’Arzignano. Andremo là da sfavoriti, ma metteremo in campo tutta la nostra voglia di giocare. E di andare avanti».
Una battuta sul mercato. «Posocco? Se ha una richiesta in Lega Pro, è giusto che vada. Merli Sala? Vedremo. Al 50 per cento rimane. La società farà il possibile. Del resto, giocare a Belluno è tanta roba».

Ore 13.40 – (Gazzettino, edizione di Belluno) E adesso, tutti a Sacile. Mercoledì, alle ore 18, l’Ital-Lenti Belluno è pronto a scrivere un altro capitolo della sfida infinita con la formazione friulana. Come 12 mesi fa, la Sacilese e i gialloblù si ritrovano di fronte nella post season. E, oggi come allora, il fattore campo è dei biancorossi: i quali potranno permettersi anche di pareggiare, in virtù del miglior posizionamento in classifica, durante la stagione regolare. Per passare il turno e andare a sfidare l’Altovicentino, domenica prossima a Valdagno, la squadra di Vecchiato deve solo vincere. Ovvio che serva un’impresa, a maggiore ragione dopo i 120’ nelle gambe di ieri. Ma l’ultimo precedente a Sacile sorride ai gialloblù: 0-1 lo scorso 15 novembre, con perla di Simone Corbanese in diretta Rai.

Ore 13.30 – (Corriere delle Alpi) Tutti a Sacile. Il Belluno conquista la vittoria al Polisportivo contro l’Arzignano, grazie alle reti di Duravia nel primo tempo e Merli Sala e Corbanese ai supplementari e supera il primo turno play off. La partita è stata a senso unico e l’unica cosa che si può rimproverare ai gialloblù è di non essere riusciti a chiudere prima la partita viste le numerose occasioni create. Nel secondo tempo, l’arbitro non ha concesso un rigore netto per un fallo di Vanzo ai danni del “Cobra”, mentre l’Arzignano è riuscito temporaneamente a pareggiare poco dopo con la rete del neo entrato Carlotto. Nel finale Duravia ha colpito un incrocio, ma è servito l’overtime, per decidere il match con i due guizzi di Merli Sala e Corbanese serviti entrambi da un super Stefano Mosca. Roberto Vecchiato sceglie il 4-3-3 con Damiano Schincariol tra i pali. La difesa è la solita ma sugli esterni ci sono Pescosta e Pellicanò. A metà campo Bertagno, Masoch e Miniati proteggono la linea arretrata mentre in avanti bomber Corbanese guida l’attacco supportato da Duravia e Posocco. Nelle fila dell’Arzignano il tecnico Paolo Beggio schiera davanti l’ex di turno Trinchieri, che in classifica cannonieri si è piazzato al secondo posto alle spalle del “Cobra” con 21 reti. La prima occasione arriva dopo sei minuti con Marchetti, che approfitta di una respinta corta di Merli Sala e a tu per tu con Schincariol prova il diagonale sul secondo palo ma la palla finisce sul fondo. Il Belluno non perdona alla prima occasione e al 32’ passa con la conclusione velenosa di Marco Duravia che spara dal limite dell’area sul secondo palo: Dall’Amico sembra essere in traiettoria, ma la palla rimbalza sul terreno e lo beffa. Per il centrocampista di Montebelluna si tratta del quinto gol. Dopo l’1-0, l’Arzignano prova a rialzare la testa ma la retroguardia comandata da Merli Sala, in campo con sette punti di sutura, non fa una piega e rimanda tutto al mittente. Nel finale di primo tempo scintille tra bomber Corbanese e Pregnolato, già ammonito, che prima rifila un colpo proibito all’attaccante gialloblù e poco dopo lo tocca duro in azione ma in entrambi i casi il direttore di gara grazia il difensore. Nel secondo tempo, i gialloblù ripartono alla grande ma al 55’ l’arbitro non concede un rigore netto ai padroni di casa per una spinta evidente di Vanzo in area di rigore su Simone Corbanese che cadendo a terra colpisce la palla ma la sua mezza conclusione è fermata dal portiere ospite. Nonostante il dominio del Belluno l’Arzignano al 67’ trova il pari alla sua seconda conclusione in porta della partita. Il neo entrato Carlotto carica dalla distanza, la conclusione è leggermente deviata da un giocatore, Schincariol è in leggero ritardo e si fa sorprendere sul primo palo. L’ultimo quarto d’ora diventa una questione personale tra Duravia e Dall’Amico che prova a riportare i suoi in avanti ma la è l’incrocio dei pali a negare la doppietta. In pieno recupero il neo entrato Radrezza fa fuori in area il suo marcatore e mette in mezzo per Corbanese, Dall’Amico esce e consegna la palla al “Cobra” che davanti alla porta spara incredibilmente alto. Sul risultato di 1-1 si va ai supplementari. Dall’Amico si inventa un miracolo al 106’ su una girata al volo di Radrezza e al 110’ su Mosca ma non può nulla al 112’ sul colpo di testa di Merli Sala sul calcio d’angolo battuto dal terzino. Al 116’ conclude la festa bomber Corbanese, che su assist ancora di Mosca chiude il match sul 3-1 e firma il gol numero 25.

Ore 13.10 – (Mattino di Padova) Nel post-gara non mancano le scintille, seppure a distanza. Il tecnico dell’Este Gianluca Zattarin esce dallo spogliatoio, allunga l’orecchio per intercettare qualche battuta e infine tira un’occhiataccia all’indirizzo del collega Massimiliano De Mozzi, intento ad analizzare il match con la stampa. Alcune dichiarazioni dell’allenatore dell’Abano, infatti, non gli vanno giù: «De Mozzi dice che abbiamo solo fortuna e non abbiamo un gioco? Dopo un 3-1 e una stagione conclusa a 14 punti di distacco dovrebbe solo stare zitto e stringere la mano agli avversari» replica l’ex difensore di Padova e Pisa. «Abbiamo giocato una buona gara, creando numerose occasioni da gol. Penso che il passaggio del turno sia meritato» aggiunge. «Mercoledì andremo a giocarcela contro il Piacenza in uno stadio bellissimo. Ce la metteremo tutta per passare al terzo turno». Ha contribuito al successo dei giallorossi, siglando il gol del 2-1, pure il baby Szymon Fyda: «Sono molto contento, per la vittoria e per la mia prestazione», commenta l’attaccante polacco classe 1996. «Sono qui a Este da pochi mesi, all’inizio giocavo poco ma ho sempre cercato di farmi trovare pronto. Ultimamente il mister mi sta dando fiducia, spero di ripagarla nel miglior modo possibile». Dopo i saluti di rito con il presidente dell’Abano Gildo Rizzato, si complimenta con la squadra pure il patron Renzo Lucchiari, che in settimana aveva mosso qualche critica per i punti buttati contro le squadre più deboli del campionato: «Oggi (ieri, ndc) ho visto il mio Este tenace e combattivo», afferma. «Anche il mister, al quale ho tirato spesso le orecchie, non ha sbagliato nulla. Se continuiamo così, arriveremo lontano nei playoff».

Ore 13.00 – (Gazzettino) Il derby padovano dei play off va all’Este, che mercoledì sera se la va a giocare in casa del Piacenza. All’Abano resta la consolazione di un bel campionato. La partita fra giallorossi e aponensi dura appena un tempo, poi i locali pestano sull’acceleratore e tanti saluti. I neroverdi restano a galla fino a quando Bortolotto rimane in campo. Quando poi il giocatore si fa male scende la notte sulla manovra della squadra. Ne nasce una partita che per almeno un’ora è spettacolare e ben giocata da entrambe le contendenti, nonostante il caldo e la posta in gioco. L’Este parte benissimo e dopo due minuti è già in vantaggio grazie a Rondon, che dai 20 metri inventa una punizione che si infila sotto il sette. Al 10′ Bortolotto conclude una furiosa mischia in area con una rovesciata che finisce di poco fuori. Al 16′ l’Abano ha la palla buona per acciuffare il pareggio: Meneghello inciampa al limite e non riesce a rinviare un facile pallone, sul quale si avventa Barichello. L’attaccante spara a botta sicura e Lorello ci mette una pezza, quindi la sfera arriva sui piedi di Franceschini che spara a botta ancora più sicura. L’estremo di casa compie un vero miracolo e sventa la minaccia. I padroni di casa tornano però subito in cattedra e si rendono pericolosi per due volte attorno alla mezz’ora. Prima Rondon si porta a spasso mezza difesa senza che nessuno riesca a rubargli la sfera, poi Lelj devia di testa un corner dello stesso playmaker e costringe Murano a smanacciare sopra la traversa. Subito dopo i giallorossi danno vita a un furioso contropiede che viene concluso in modo potente e impreciso da Rubbo. Nel momento migliore dei locali arriva la zampata degli ospiti: al 38′ Ballarin conclude a rete e Beghin devia la sfera con un braccio, causando un netto penalty. Dagli undici metri Barichello dà un dispiacere ai suoi ex compagni. La ripresa si apre sulla falsariga della prima frazione di gioco, con i ragazzi di Zattarin in avanti alla ricerca dell’allungo e l’Abano a tenere a bada le folate offensive degli avversari. Ci prova Rondon in apertura con un numero di magia sul quale l’estremo aponense ci mette una pezza. Passa un minuto e Meneghello incoccia su calcio d’angolo, sfiorando l’incrocio. Poi è il turno di Tessari, che con un tiro-cross scheggia la traversa. La palla giusta arriva comunque ancora una volta dai piedi di Rondon, che, dopo aver fatto fuori due giocatori con altrettante finte, pennella in area piccola. Fyda arriva come un falco e mette dentro anticipando il portiere. Il terzo gol atestino arriva cinque minuti dopo a causa di una goffa e sfortunata respinta della difesa dell’Abano. Antonioli si prende infatti un pallone in faccia e la sfera rimbalza sui piedi di Rubbo, che ha gioco facile nel battere Murano in uscita. Al 28′ l’Este potrebbe anche arrotondare il risultato. Rubbo strappa la palla a Dall’Ara e serve Diallo, che fa velo per Rondon: la punta stoppa e si gira, mettendo a lato. I ragazzi di De Mozzi si rivedono al 35′, quando una conclusione di Franceschini viene deviata e smorzata dalla difesa di casa, che per poco non beffa Lorello.

Ore 12.40 – (Gazzetta di Mantova) Mister Alessio Delpiano può essere ancora una volta orgoglioso di quanto fatto dalla sua squadra, che ha dimostrato una volta di più quanto vale. «Ancora una volta questi ragazzi hanno sfoderato un grande atteggiamento – esordisce il tecnico rossoblù -, dimostrando di saper soffrire e reagire di fronte alle difficoltà. E sono le caratteristiche che ci hanno fatto vincere il campionato. Nella ripresa abbiamo cambiato modulo passando a quattro e questo ci ha permesso di essere più propositivi e di mettere in difficoltà una grande squadra come il Padova. C’è anche qualche rimpianto, sia per il rigore fallito che per altre occasioni che potevano regalarci la vittoria ma, ripeto, quel che mi è piaciuto è il grande spirito di questa squadra, che potrebbe essere una grande base anche per giocare una categoria più su». Scontato parlare del futuro di Delpiano, che molti danno per scontato ma che non è ancora scritto, in virtù anche della corte che alcune realtà stanno facendo al tecnico bergamasco. «La mia priorità è proseguire qui a Castiglione – dice -, aspetto di sedermi e parlare con la società, che ora sta portando avanti altre questioni. Io voglio cimentarmi con la Lega Pro e spero di farlo qua: sarebbe bello portare questa mentalità in C e a mio parere sarebbe un errore se la società decidesse di non dare continuità a questo progetto, creato partendo da zero». La risposta a distanza di patron Ernesto Valerio, che si appresta martedì col resto della società a formalizzare il passaggio da Asd a Srl, è chiara: «Facciamo sempre il passo secondo la gamba, stiamo sistemando alcuni tasselli per valutare budget e parametri. Una volta fatto parleremo subito con Delpiano e Gizzarelli perché la volontà di tutta la dirigenza è proseguire con loro».

Ore 12.20 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Claudio Malagoli): Petkovic 6.5; Busetto 5.5, Sentinelli 5.5, Niccolini 6, Salvadori 6.5; Segato 6 (Thomassen sv), Mazzocco 6; Dionisi 5, Cunico 6.5 (Nichele 5.5), Ilari 5.5 (Ferretti 4.5); Zubin 6.5.

Ore 12.10 – (Gazzettino) Nella ripresa il Castiglione, con l’ingresso dell’esperto Dallamano e del vivace Bignotti, passa al 4-3-1-2 e modulo speculare per il Padova. Entrano Ferretti per Ilari e successivamente Nichele per Cunico, con Segato sulla trequarti. La gara s’incattivisce e dopo una parata di Petkovic su tiro da fuori di Lombardi, Ferretti ingenuamente entra duro su Ruffini, dopo una trattenuta su di lui non sanzionata, e rimedia il cartellino rosso. Il Padova passa al 4-4-1 con Dionisi che si abbassa a destra e con Busetto e Mazzocco esterni alti. Al 22′ il pareggio dei mantovani sembra fatto: cross dalla sinistra, Petkovic respinge ma non trattiene e con le mani aggancia Lombardi. È rigore, ma dal dischetto Cristofoli lo grazia calciando alle stelle. Ci pensa allora Dionisi, con due gialli in tre minuti e conseguente espulsione (anche in casa con il Legnago il Padova aveva rimediato due rossi) a favorire il forcing del Castiglione che in doppia superiorità numerica trova il pari al 36′ con l’incornata di Bignotti, servito da Calandra e non contrastato da Busetto, con respinta del portiere oltre la linea. Il finale è il classico assalto alla diligenza, con mille palloni in area e una parata decisiva di Petkovic su Bignotti al 48′, ma il Padova regge.

Ore 12.00 – (Gazzettino) L’inizio è di netta marca biancoscudata e già al 4′ Zubin, su traversone dalla sinistra di Ilari, ha un’ottima occasione per sbloccare il risultato, ma di testa schiaccia troppo e il portiere rimedia in angolo. Due minuti dopo ci prova Cunico con una conclusione dalla linea dell’area che trova ancora pronto Boccanera. Si vede solo il Padova e, al termine di un’azione insistita sulla destra, Dionisi mette al centro per Ilari che arriva di un soffio in ritardo. Per i locali l’unico a mettere in apprensione la difesa padovana è Cristofoli che al 9′ si libera in area sulla sinistra, ma non trova alcun compagno pronto. Il gol è nell’aria e arriva al 16′ con un rigore trasformato da Cunico e concesso per una evidente spinta di Ruffini su Dionisi, imprendibile a destra. Poi il Padova, anche per il gran caldo, rallenta il gioco e cerca di stanare l’avversario con improvvise accelerazioni come quella che vede Cunico assecondare l’inserimento in area di Busetto che supera due uomini portandosi palla sul sinistro, ma il portiere salva alla disperata. Per i locali ci provano di testa senza fortuna Cazzamalli e De Angeli, poi Ilari arriva tardi su un invito di Dionisi e chiude il tempo al 43′ un’incursione di Cristofoli, con diagonale a lato.

Ore 11.50 – (Gazzettino) Nel primo turno dei triangolari della poule scudetto, il Padova, troppo nervoso con due espulsioni nella ripresa, si complica la vita da solo e porta a casa un punto sofferto dal campo di Castiglione in una gara che fino all’intervallo dava l’impressione di potere fare propria senza particolari difficoltà. Partita non bella, ma ricca di emozioni e colpi di scena, questo primo assaggio di Lega Pro che vede i biancoscudati confermare i propri pregi – valori tecnici, personalità e capacità di soffrire – ma pure i difetti in termini di tenuta nervosa e con un pacchetto arretrato non sempre ineccepibile. Per effetto di questo risultato la squadra tornerà in campo domenica prossima, ospitando all’Euganeo il Cuneo (ore 16), che ieri riposava e che in Piemonte mercoledì si misurerà con i mantovani. Assente Amirante, Parlato opta per il 4-2-3-1, con Zubin terminale offensivo e con qualche novità alle sue spalle. In panchina Petrilli, non in perfette condizioni, con Ilari dirottato a sinistra e Dionisi schierato a destra. In difesa e in mediana Niccolini e Segato vincono i rispettivi ballottaggi con Thomassen e Nichele. Per i locali il collaudato modulo 3-5-2, con il peso dell’attacco sulle spalle della coppia formata da Cristofoli (20 gol nella stagione regolare) e Cazzamalli.

Ore 11.40 – (Gazzettino) Anche tra i dirigenti biancoscudati gli argomenti più dibattuti sono quelli di natura disciplinare della ripresa. Il vicepresidente Edoardo Bonetto assolve in parte Dionisi e Ferretti, anche se, verrebbe da pensare, l’esperienza dovrebbe permettere loro di evitare simili situazioni. «È logico – replica Bonetto jr. – che elementi di spessore ci mettano grinta e questi episodi possono accadere. L’espulsione di Ferretti mi è parsa eccessiva e le decisioni arbitrali in parte hanno condizionato la partita dopo che noi nel primo tempo avevamo costruito almeno tre occasioni utili per chiudere il match. Bene noi, dunque, fino all’intervallo e poi nella ripresa la doppia inferiorità numerica ci ha penalizzato». Il papà Roberto, amministratore delegato del Padova che questa sera al Golf Club della Montecchia riceverà dal Cenacolo insieme al presidente Giuseppe Bergamin il prestigioso premio Michelangelo, guarda avanti senza rimpianti e recriminazioni. «Quello ottenuto con il Castiglione – premette – è un buon pareggio e nulla è compromesso. Siamo qui e stiamo lavorando per cercare di arrivare fino in fondo». Appuntamento allora alla sfida di domenica prossima all’Euganeo contro il Cuneo che ieri ha riposato. «Mi aspetto un grande pubblico – sottolinea Bonetto senior – anche perché si tratterà dell’ultima partita in casa della stagione». In caso di superamento dei triangolari, infatti, semifinali e finale per lo scudetto verranno disputate in campo neutro.

Ore 11.30 – (Gazzettino) «Volevamo giocare con il Cuneo domenica prossima anziché già mercoledì e ci siamo riusciti; peccato però che non siano arrivati i tre punti». Carmine Parlato sintetizza in una singola frase il suo punto di vista pochi minuti dopo una gara tutt’altro che tranquilla. Missione compiuta, dunque, sul fronte organizzativo, solo in parte è invece andata a buon fine su quello del risultato, con la squadra che deve recitare il “mea culpa” per quanto successo nella ripresa, dopo una prima frazione di gioco con la gara saldamente in pugno. «Ci siamo complicati da soli questa partita – prosegue il tecnico biancoscudato – perché nel primo tempo potevamo andare sul 2-0». Primo ago della bilancia spostato nel copione del match, l’espulsione di Ferretti: «La giudico forse un po’ troppo eccessiva perché entrambi i giocatori sono entrati duramente e in una partita di questa importanza e giocata su alti livelli, certi tipi di interventi possono capitare». E poi, a complicare ulteriormente le cose, è arrivato anche il rosso per Matteo Dionisi, con due gialli nell’arco di tre minuti. «Da quel momento è subentrata la paura di scoprirsi troppo; è arrivato così il loro pareggio ma noi abbiamo saputo soffrire nonostante il blackout del secondo tempo». Con il Cuneo mancheranno dunque per squalifica Dionisi e Ferretti per il quale sono da prevedere due giornate di stop, ma potrebbe tornare a disposizione Amirante, alle prese con una infiammazione al ginocchio. «Le assenze – chiude il discorso senza mezze parole Parlato – non mi spaventano assolutamente».

Ore 11.20 – (Gazzettino) E in doppia inferiorità numerica, la squadra è riuscita a reggere l’urto, pur con grande sofferenza: «E stata dura resistere in nove e non voglio pensare che questa sia la mia ultima partita stagionale». Così il portiere Lazar Petkovic: «Con il Castiglione si è assistito a due diverse gare perché a tenere il pallino del gioco fino all’espulsione di Ferretti siamo stati noi, per poi calare». Da una sua indecisione il rigore poi fallito da Cristofoli: «Volevo bloccare la palla, non ci sono riuscito e sono andato a sbattere contro un avversario. Ero molto arrabbiato, ma per fortuna il giocatore ha sbagliato. Quanto al gol di Bignotti, ho provato a respingere in extremis ma ero dentro alla porta». Ancora una buona prova per il giovane Micheal Salvadori: «Le due espulsioni ci hanno sfavorito e per me l’entrata di Ferretti era solo da ammonizione. Con il Cuneo dobbiamo vincere e noi ci crediamo; anche questa volta abbiamo dimostrato di essere una grande squadra».

Ore 11.10 – (Gazzettino) Un pareggio arrivato con il fiatone, quello in casa del Castiglione che mantiene inalterate le possibilità di inseguire il sogno scudetto, ma che lascia più di qualche perplessità sulla risposta nervosa dei giocatori, con Dionisi e Ferretti che hanno ingenuamente rimediato il secondo cartellino rosso stagionale. Così il difensore sull’episodio incriminato. «La prima ammonizione – commenta – penso fosse giusta, a differenza della successiva, dato che secondo me si è trattato di un contrasto spalla contro spalla, ma evidentemente l’arbitro voleva darmela perché era da un pezzo che minacciava di farlo. Chiedo comunque scusa». Dietro la lavagna per questi episodi nella ripresa, Dionisi nella prima frazione di gioco, schierato alto a destra, si è dimostrato tra i giocatori più in palla e, non a caso, è stato lui a provocare il rigore del vantaggio biancoscudato, poi trasformato da Cunico: «Un po’ sono stato bravo io a procurarlo, un po’ è stato ingenuo il difensore a caderci. Se poi fossimo andati sul 2-0, nessuno avrebbe potuto dire nulla».

Ore 10.50 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Il tricolore è la classica ciliegina, niente drammi se non arrivasse”) Mercoledì 20 si gioca (ore 16) a Cuneo la partita fra l’undici locale e il Castiglione. Se, come da favori di pronostico, i piemontesi vincono, a quel punto i mantovani sarebbero fuori e la qualificazione diventerebbe un affare a due, fra Padova e Cuneo, domenica all’Euganeo. Se invece dovesse prevalere la squadra di Delpiano, allora il Castiglione salirebbe a 4 punti e per i Biancoscudati sarebbe molto difficile passare: a parità di punti si considerano la differenza reti e poi la Coppa Disciplina, dove il Padova è dietro alle due; 2) non ce ne vogliano nè Parlato nè i suoi ragazzi straordinari, ma il nervosismo di ieri è un segnale palese che qualcuno non è più in condizione a livello… mentale. Più che giustificato dopo aver tirato un anno intero e aver dato l’anima, ma in un mini-torneo del genere serve avere giocatori ben presenti a se stessi e soprattutto con la testa lucida. Impossibile pretenderlo per tutti, tuttavia le sciocchezze commesse nei 95’ disputati allo stadio “Lusetti” devono indurre ad una riflessione lo staff tecnico. Se i più esperti si fanno trascinare dalla foga, le conseguenze sono quelle che abbiamo visto: regalare non una, bensì addirittura due pedine agli avversari. Un lusso che, per arrivare sino in fondo, non ci si può permettere. Ripetiamo, questo gruppo ha centrato un obiettivo importantissimo e rilanciato l’immagine del calcio in una città che rischiava di esserne privata a lungo. Se ora sembra un po’ esausto, non carichiamolo di troppe responsabilità. A meno che non si voglia lo scudetto per “vendere” ancora meglio la torta confezionata, aggiungendovi la classica ciliegina. Un peccato di… gola, a cui sarebbe difficile rinunciare.

Ore 10.40 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Il tricolore è la classica ciliegina, niente drammi se non arrivasse”) Certo, si poteva vincere, ma alla fine l’1-1 di Castiglione è un risultato giusto, non fosse altro perché l’avversario nella ripresa ha meritato di arrivare al pareggio, giocando meglio dei Biancoscudati e schiacciandoli ad un certo punto, forte della doppia superiorità numerica, nella loro metà campo. L’arbitro – e lo diciamo proprio noi, che non siamo mai stati teneri con i fischietti delle varie Can – è stato fiscale nell’applicare il regolamento, ma non ha sbagliato negli episodi-chiave, compreso – e qui divergiamo nell’opinione anche da Parlato – il fallaccio di Gustavo Ferretti ai danni del terzino Ruffini. Le espulsioni ci stavano, così come ha visto bene sui due episodi sanzionati con la massima punizione dal dischetto. Semmai si può eccepire sui criteri seguiti a livello sanzionatorio, perché in alcune situazioni identiche (parliamo sempre di falli di gioco) le decisioni conseguenti hanno lasciato perplessi. Se tu ammonisci per un’entrata dura, non puoi fare finta di niente poco dopo su interventi in tutto simili al precedente, e questo su un fronte e sull’altro. Ma sebbene il signor Claudio Gualtieri (che – dicono – ritroveremo nel campionato di Lega Pro, essendo in rampa di lancio) non sia sembrato uniforme nell’estrarre cartellini gialli di qua e di là, non gli si può certo rimproverare di aver falsato il match. Per cui… Per cui ecco un paio di considerazioni che ci vengono spontanee dopo quanto visto allo stadio lombardo, nel primo appuntamento di questa poule scudetto: 1) non ne faremmo un dramma se il Padova dovesse essere eliminato nel triangolare Nord.

Ore 10.30 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Stefano Edel): Petkovic 7; Busetto 5.5, Sentinelli 6, Niccolini 6, Salvadori 6.5; Segato 6.5 (Thomassen sv), Mazzocco 5.5; Dionisi 5.5, Cunico 6 (Nichele 6), Ilari 5.5 (Ferretti 5); Zubin 6.5

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Non è stato un buon Castiglione nel primo tempo e così Delpiano cambia tutto nell’intervallo. Fuori Guagnetti e Mastrototaro, dentro Brignotti e Dallamano con conseguente passaggio alla difesa a 4. Il Padova potrebbe chiudere i conti già al 5′ ma Ilari, scattato in sospetta posizione irregolare, spara alto a tu per tu con il portiere. La gara si fa nervosa, al 9′ Zubin e Dallamano litigano a metà campo e vengano ammoniti, prima che la situazione degeneri al 19′. Ferretti, in campo da 9 minuti, subisce fallo, l’arbitro non fischia e “El Rulo” reagisce entrando a piedi uniti su Ruffini, venendo espulso. La partita cambia e al 23′ il Castiglione ha la chance per il pareggio: Petkovic esce in presa ma non riesce a trattenere il pallone che gli sfugge, costringendolo ad atterrare in area Lombardi. Rigore, che Cristofoli spreca calciando sopra la traversa. Il Padova può respirare e riesce a gestire bene l’inferiorità numerica almeno fino alla mezz’ora, quando Dionisi si “becca” due “gialli” in due minuti, non riuscendo a contenere Bignotti. È il 32′ e il Padova è ridotto in nove. Parlato inserisce Thomassen per Segato, passando a un “5-2-1”, ma al 37′ i Biancoscudati capitolano: Bignotti, sempre lui, stacca più in alto di tutti su cross di Calandra e fa centro. Negli ultimi minuti il Padova si difende in tutti i modi, Petkovic salva il risultato al 48′, ancora su Bignotti, e alla fine, per come si era messa, può prendere per buono un pari che rimanda la qualificazione all’ultima gara.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Il Padova è padrone del campo e riesce a giocare in ampiezza, sfruttando la superiorità numerica sulle fasce. Il Castiglione si appoggia molto sulle due punte, soprattutto Fabio Cristofoli (20 gol in stagione regolare), che al 9′ va via a Sentinelli, crossa al centro sull’uscita di Petkovic, ma non trova alcun compagno in area. Al 16′ l’episodio-chiave: Dionisi riesce a fuggire sulla destra e ad entrare in area e, non vedendo alcun compagno al centro, si porta verso il fondo, temporeggia e sfrutta l’ingenuità di Ruffini che non riesce a frenare la corsa e lo stende. Il calcio di rigore, nonostante le proteste rossoblù, ci sta. Dal dischetto Cunico spiazza il portiere e porta il Padova in vantaggio. Il Castiglione prova a reagire, ma non riesce a cambiare ritmo. Al 24′ tenta Cazzamalli, ma il suo colpo di testa finisce sul fondo, prima dell’occasionissima capitata sui piedi di Busetto. Il terzino, smarcato a tu per tu con il portiere da Cunico, viene fermato ancora da un grande intervento di Boccanera. Il Padova è bravo ad addormentare il gioco e a limitare gli attacchi di casa, con il Castiglione che si fa vivo solo al 36′ con un colpo di testa di De Angeli finito a lato, e al 42′ con il solito Cristofori che spedisce fuori un diagonale dalla sinistra.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Il Padova pareggia la prima partita di poule scudetto a Castiglione e si giocherà la qualificazione domenica prossima in casa contro il Cuneo. Uno a uno il risultato finale di una sfida dai due volti distinti, con un primo tempo controllato agevolmente dalla formazione di Parlato, passata in vantaggio al 16′ grazie ad un rigore di Cunico. La ripresa, invece, è tutta di marca lombarda, complice l’eccessivo nervosismo dei Biancoscudati, che si ritrovano a giocare in 9 dopo le espulsioni di Ferretti e Dionisi. Il Castiglione ne approfitta solo in parte, sbagliando prima un penalty con Cristofoli e pareggiando adotto minuti dal 90’ . In scioltezza. Parlato conferma il solito modulo con i tre trequartisti alle spalle dell’unica punta Zubin, tenendo Ferretti in panchina. Resta fuori dall’undici  titolare anche Petrilli, non al meglio, sostituito da Dionisi. L’avvio è tutto di marca ospite e nel giro di sei minuti i Biancoscudati sfiorano tre volte il vantaggio. Al 4′ Zubin avvia e conclude un’azione che porta Salvadori al cross: il colpo di testa del centravanti è preciso, così come la risposta del portiere, che toglie il pallone da sotto l’incrocio. Due minuti più tardi è ancora Boccanera il protagonista: prima respinge, in uscita, una deviazione sottomisura di Ilari su cross di Busetto, quindi, sul prosieguo dell’azione, devia in angolo un rasoterra dello stesso Ilari.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Qualcosa anche nel primo tempo l’abbiamo concesso, soprattutto sul nostro versante di destra, ma per me non era un grande problema: ho visto una frazione a ritmi molto alti, con buone giocate, e con il pallino sempre nelle nostre mani. Senza le due espulsioni parleremmo di un’altra gara». Prima, però, il cambio di modulo del Castiglione è sembrato decisivo. Vi ha preso un po’ alla sprovvista? «Con Dallamano e Bignotti hanno cercato di più la profondità, ma tiri in porta sino al “rosso” a Ferretti non ne ho visti». Mercoledì c’è Cuneo-Castiglione, domenica toccherà di nuovo a voi. «Al momento è proprio il Castiglione la squadra nella posizione più difficile. Il Cuneo non ha ancora giocato, quindi loro mercoledì dovranno andare lì e cercare di vincere, altrimenti sono quasi fuori dai giochi. Volevamo il Cuneo domenica e ci siamo riusciti, peccato però per i tre punti persi per strada». Alla squadra, alla ripresa di martedì, cosa dirà? «Che dobbiamo essere tutti più lucidi, e non possiamo permetterci di regalare niente. Non mi spaventano le assenze per domenica, ma dovremo fare “mea culpa” e allenarci subito al meglio perché con il Cuneo dobbiamo fare i tre punti assolutamente».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) «Credo che un giocatore, soprattutto se è uno esperto, debba cercare di mantenere un certo self control durante la gara, ma lui è uno che gioca con molta foga, che non si risparmia mai, ha solo peccato in un gesto che doveva evitare». Quella di Ferretti, invece? «Discorso diverso. Dalla panchina ho visto l’avversario intervenire rivolto verso di me e Ferretti dalla parte opposta, rivolto verso l’arbitro: la mia opinione è che entrambi siano entrati duri. Il signor Gualtieri l’ha giudicata così, per me è eccessiva». Anche perché è stato proprio quel “rosso” a cambiare volto alla partita… «Dispiace, perché alla fine ha condizionato la gara. Non era facile resistere per 25 minuti in nove, e devo per questo fare i complimenti a chi è rimasto in campo, che ha dato l’anima cercando di non subire il pareggio, anche se poi non c’è riuscito». Forse bisognava chiuderla prima… «Nel primo tempo abbiamo avuto 3 o 4 nitide occasioni, avremmo anche potuto accrescere il divario prima e con il senno di poi sarebbe stata tutta un’altra gara».

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Alla fine tra Castiglione e Padova non vince nessuno, ma a perdere sono sicuramente i Biancoscudati. Perché dopo un primo tempo di grande livello, chiuso in vantaggio grazie al rigore di capitan Cunico e con la consapevolezza di poter gestire la gara senza eccessive difficoltà, nella ripresa gli ospiti si sono complicati la vita da soli. Tatticamente, conseguenza anche delle mosse azzeccate del tecnico di casa Delpiano, che con due cambi ha spostato l’andamento della gara, ma soprattutto mentalmente, con due espulsioni che hanno tagliato le gambe ad una squadra che, se non fosse stato per il rigore calciato alle stelle da Cristofoli, avrebbe rischiato addirittura di perdere. «È un pareggio che mi fa un po’ incazzare», confessa mister Parlato. «Potevamo chiuderla già nel primo tempo, mentre nel secondo ci siamo complicati la partita e creati i problemi da soli». Come si spiega le due espulsioni che hanno cambiato la gara? «Parto da quella di Dionisi, che dal punto di vista disciplinare è sacrosanta: la trattenuta c’era, lui è stato un po’ ingenuo perché era appena stato ammonito, e, conoscendolo, sono sicuro che si starà dando dello stupido da solo».

Ore 09.20 – (Mattino di Padova) Ha un retrogusto agrodolce pure la prestazione di Lazaar Petkovic, protagonista di ottimi interventi ma anche del fallo da rigore, sciupato poi da Cristofoli. «In quell’occasione il cross era lento e non potevo andare con i pugni, volevo stoppare la palla, ma si è allungata e non ho avuto tempo di farlo», spiega il portiere. «Sul gol subìto ci stavo quasi arrivando, mancava poco. Alla fine ci è andata bene dopo un ottimo primo tempo e una ripresa in cui le due espulsioni hanno condizionato la partita. Abbiamo comunque ottime chance di passare il turno, il destino è ancora nelle nostre mani». Tra i più positivi Michael Salvadori. «Abbiamo lottato con i denti portando a casa un punto sofferto, che ci va bene. Nel primo tempo abbiamo dominato e potevamo anche raddoppiare. Dispiace per le espulsioni, anche perché le trovo esagerate. Qualche decisione dell’arbitro ci ha innervosito, ma ora pensiamo solo a battere il Cuneo».

Ore 09.10 – (Mattino di Padova) A quasi mezz’ora dal fischio finale mastica ancora amaro Matteo Dionisi, per un’espulsione che, a suo dire, proprio non ci sta. «Sul primo fallo che ho commesso l’ammonizione è giusta, mi aveva preso il tempo e io l’ho trattenuto», spiega l’esterno. «Nella seconda occasione era un contatto spalla a spalla e credo che l’arbitro non vedesse l’ora di affibiarmi il secondo “giallo”, visto che era da un po’ che minacciava. Ha usato due metri di giudizio diversi, in precedenza per uno stesso contatto non ha ammonito. Peccato, perché eravamo già rimasti in 10 e lasciare la squadra in 9 non è stato piacevole per i miei compagni. Ho arrecato un danno alla squadra e chiedo scusa». Il rammarico aumenta pensando all’ottimo primo tempo in cui Dionisi si era guadagnato pure il rigore. «Anche Ruffini ha ammesso che il penalty ai miei danni era netto. È stato un po’ ingenuo, dopo che io avevo rallentato la corsa. Avessimo segnato anche il raddoppio, sarebbe stata un’altra gara. In ogni caso, in parità numerica, abbiamo disputato un ottimo incontro».

Ore 09.00 – (Mattino di Padova) «Alla fine ci teniamo un buon pareggio, nulla è ancora compromesso». L’amministratore delegato Roberto Bonetto prende con filosofia l’1-1 di Castiglione: «Ci teniamo questo punto e continuiamo a lavorare come stiamo facendo: vogliamo arrivare sino in fondo a questa competizione, e spero perciò che domenica prossima, in occasione della nostra ultima partita casalinga, ci sia il pubblico delle grandi occasioni». Il vice-presidente Edoardo, invece, analizza la gara sulla falsariga di quanto affermato da Parlato: «Le decisioni arbitrali hanno condizionato un po’ il match, ritengo che l’espulsione di Ferretti sia stata abbastanza eccessiva. Dopo aver avuto tre ottime occasioni nel primo tempo, nel secondo siamo stati penalizzati dalla doppia inferiorità numerica . Peccato che i “rossi” siano stati rifilati a due degli elementi più esperti della squadra: loro ci mettono sempre molta grinta, sono episodi che possono accadere». Stasera, intanto, alle 20.30, al Golf club “Montecchia” di Selvazzano i due soci del Padova, Bergamin e Bonetto, riceveranno dal “Cenacolo” il prestigioso premio Michelangelo per aver vinto il campionato di serie D. Con loro, come atleta, sarà premiato Alex Zanardi.

Ore 08.40 – Serie D girone C, primo turno playoff: Belluno-ArziChiampo 3-1 dopo i tempi supplementari. Nel prossimo turno (in programma mercoledì 20 maggio) la Sacilese ospiterà il Belluno.

Ore 08.38 – Poule scudetto, prossimo turno (mercoledì 20 maggio, ore 16.00). Girone Nord: Cuneo-Castiglione (riposa Padova). Girone Centro: Rimini-Maceratese (riposa Siena). Girone Sud: Lupa Castelli Romani-Fidelis Andria (riposa Akragas).

Ore 08.36 – Poule scudetto, i risultati degli altri gironi: Siena- Rimini 1-0; Akragas-Lupa Castelli Romani 4-1.

Ore 08.34 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.32 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Icone Vintage, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 17 maggio: il Padova non va oltre l’1-1 contro il Castiglione ma regge nel secondo tempo nonostante le espulsioni di Ferretti e Dionisi.




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