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Ore 21.00 – (Corriere delle Alpi) È finita l’avventura di Gianmarco Brotto con il Ripa Fenadora, che ha comunicato al bomber la decisione di non rinnovare la collaborazione per la prossima stagione. «Mi è stato detto che sono un giocatore dell’Union solo fino al 30 giugno, quindi non in futuro», dice l’attaccante padovano del 1989, arrivato a dicembre 2013 nella finestra invernale di mercato, provenienza Este ed ex Belluno (nel 2009-10 e poi nel 2011-12). Le strade del Ripa Fendora e di Brotto si separano dopo una stagione e mezzo, non senza qualche rammarico da parte del ventiseienne bomber. «Speravo di giocare ancora in questa squadra, che è un po’ diverso dallo sperare di restare con così tanti cambiamenti quali credo che abbiano intenzione di fare. Poi magari mi smentiranno, però credo sia così», commenta Gianmarco, «mi sarebbe piaciuto rimanere in questa squadra, in questo gruppo creato in questo anno e mezzo, dove siamo tutti bravi ragazzi che si vogliono bene e hanno legato anche fuori dal campo. Credo che, se ti resta qualcosa fuori dal campo, poi sul terreno di gioco dai sempre qualcosa in più». FUTURO APERTO. Le qualità di Brotto non sono in discussione e i corteggiamenti sono già iniziati. Non quelli del Belluno, ma non è da escludere un ritorno di fiamma. «Ci sono state tante telefonate, quella del Belluno non è ancora arrivata; però vediamo, non si sa mai, perché so che sono interessati a un attaccante», osserva Brotto, che resta alla finestra, «c’è stato qualche interessamento, ma non ho ancora ricevuto formalmente nessuna offerta, quindi non so ancora niente. E’ difficile ipotizzare dove ci sarà la possibilità di andare a giocare la prossima stagione. È ancora presto, anche perché magari ci sono diverse squadre che devono ancora decidere dove intervenire sul mercato e chi prendere. La situazione resta in alto mare». L’ULTIMA STAGIONE. Ripensando a com’è andato il campionato, Brotto ha le idee chiare: «Qualitativamente magari non eravamo all’altezza delle prime quattro o cinque, però è anche vero che con Salvadori (terzino sinistro, ndr) e Moresco (prima punta, ndr) eravamo quarti. Con una rosa un attimo più ampia non stavamo facendo male», dice l’ormai ex attaccante neroverde, «ma è stato deciso così e la vita va avanti. Rimarranno però i bei ricordi e rimarranno anche gli amici, anche se ognuno farà calcio da qualche altra parte». MERCATO CALDO. Per quanto riguarda altre novità, soprattutto sul fronte entrate, dipende dal riassetto societario; e il momento della riunione del consiglio si avvicina.
Ore 20.30 – (Il Piccolo) Continua a Marina di Ravenna la preparazione della Triestina in vista del play-out contro il Dro di domenica 24 maggio. Ancora fermi ai box purtroppo il portiere Di Piero e il difensore Fiore, ma alla lista degli infortunati si è aggiunto anche Sittaro, vittima di una distorsione alla caviglia sinistra. Oggi, per non perdere il ritmo partita, gli alabardati svolgeranno contro una selezione locale juniores: la partitella si giocherà a San Romualdo, sempre in provincia di Ravenna, con inizio alle ore 18. La seduta pomeridiana di ieri, durata 90 minuti, la squadra dopo il riscaldamento e i torelli ha lavorato su velocità e possesso palla, prima di chiudere con una partitella di venti minuti.
Ore 20.10 – (Il Piccolo) La Triestina la salvezza se la giocherà in trasferta, ma domenica 24 maggio sul campo di Dro, per quanto riguarda il tifo dovrebbe giocare praticamente in casa. La società trentina infatti, abituata a un afflusso scarsissimo di spettatori nelle partite casalinghe, ha generosamente messo a disposizione dei tifosi triestini ben 500 biglietti, in pratica la quasi totalità della capienza del piccolo impianto trentino. Ai sostenitori alabardati verrà infatti riservato il Settore Est dell’impianto di Dro, quindi la tribuna solitamente destinata ai tifosi locali. Il Dro, sapendo che la propria tifoseria è piuttosto esigua e che nemmeno per questo appuntamento prevede tanto seguito, ha scelto dunque la strada di un possibile buon incasso lasciando a disposizione dei supporters dell’Unione gran parte della capienza totale. Dal punto di vista formale, a disposizione dei triestini ci sono 400 biglietti interi (costo unico di 10 euro) e 100 tagliandi per under 14 (che entrano gratuitamente), ma la gestione è piuttosto elastica e se per caso, cosa quasi impossibile a verificarsi, si sforasse il tetto dei 400 biglietti interi, non ci sarebbe nessun problema ad attingere dal contingente di quello riservato agli under 14. Ma, come dicevamo, appare un caso davvero remoto, perché quasi certamente questa enorme quantità di biglietti non sarà necessaria: non ci sono infatti segnali di un esodo massiccio da parte della tifoseria alabardata, che sarà si presente in buon numero, ma non dovrebbe certo esaurire i ticket a disposizione. Oltre al pullman organizzato dal Centro di coordinamento e a quello del gruppo della Curva Furlan, in molti dovrebbero in effetti mettersi in moto con mezzi privati, ma al momento si prevede una presenza di circa 200 tifosi al seguito della Triestina. Attenzione però, perché non è prevista nessuna prevendita a Trieste prima della partita. Questo vuol dire che i biglietti saranno tutti in vendita ai botteghini dell’impianto di Dro prima del match. Pertanto, considerato che la partita avrà inizio alle ore 16, sarà opportuno per i tifosi alabardati arrivare con abbondante anticipo sul posto per acquistare il biglietto ed evitare lunghe file. Proprio per questo, le biglietterie dell’impianto sportivo trentino, situato in Località Oltra, saranno operative già da domenica mattina alle ore 11, mentre i cancelli verranno aperti alle ore 14.30. Insomma, per i giocatori alabardati si profila un play-out che solo sul piano ambientale e del terreno di gioco può definirsi in trasferta, mentre per quanto riguarda seguito e tifo sugli spalti non ci sarà partita. Il vero problema, piuttosto, è che bisognerà per forza vincere perché, come noto, il Dro avrà a disposizione due risultati su tre.
Ore 19.40 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Domani l’Arzignano, ma poi? Ok, se va bene pure la Sacilese, mercoledì. Ma poi? Poi il Belluno che verrà e per il quale chi di dovere è già al lavoro. Le voci ovviamente corrono, anche le altre società stanno imbastendo le rose del futuro e i telefoni iniziano a squillare, reparto per reparto. A partire, pare, da quello di Francesco Posocco, che secondo gli addetti ai lavori sarebbe addirittura già vicino a una nuova firma. Ma andiamo con ordine. DIFESA – Merli Sala è a un passo dall’addio. Difficile che il centrale dica ancora di sì al Belluno, vuoi per ambizioni sportive (qui sa che oltre al terzo posto non si va), vuoi per motivi familiari (la moglie, nonché mamma dei due gemelli, cambierebbe aria volentieri). E al suo posto? De March è un vecchio pallino, Faloppa una vecchia certezza (ha giocato con Vecchiato) ma la priorità sarà iniziare col trattenere Pescosta. Giovanni sarà ancora un fuoriquota, ha giocato un’ottima stagione e tenerlo sarebbe un colpaccio. Su di lui però pare abbiano piazzato gli occhi in molti. Tra i pali invece facile che resti Solagna e parta Schincariol. CENTROCAMPO – Forse il reparto più tutelato. Bertagno, che ha casa e lavoro qui, non avrebbe alcun motivo per muoversi. Idem Mosca, Masoch, Miniati e Duravia. Possibile qualche innesto giovane, ma nessuna rivoluzione. ATTACCO – Davanti invece le cose potrebbero cambiare. L’ultimo spiffero di mercato vorrebbe Posocco a un passo dalla firma con la Spal (Lega Pro) e sempre più voci danno Radrezza al San Giorgio Sedico di Raschi. Vero o non vero al momento la certezza sembra chiamarsi Simone Corbanese, per il quale vale la stessa situazione di Bertagno: squadra, famiglia, presto casa… Perché partire? Secondo qualcuno molte squadre lo vorrebbero scippare ai gialloblù (l’ultima voce parla del Varese, appena retrocesso dalla serie B), ma difficile immaginarsi il Cobra di nuovo lontano dal polisportivo. Al suo fianco, piuttosto, il trittico di nomi è sempre lo stesso: Brotto, Beccaro e Furlan. Ma occhio alle sorprese.
Ore 19.20 – (Corriere delle Alpi) Corbanese, ti cerca il Varese? Il bomber gialloblù fa sapere che lui di questa storia non ne sa davvero nulla, anche se Tuttomercatoweb venerdì sera ha lanciato la notizie che i lombardi sarebbero interessati a lui. Secondo le fonti del portale, infatti, la squadra del tecnico Bettinelli avrebbe messo gli occhi sull’attaccante bellunese per ripartire con il piede giusto in Lega Pro. La notizia però va presa con le molle: il Varese sta attraversando un periodo finanziario difficile e questo sicuramente non favorisce la trattativa. Per di più è risaputo che il “Cobra” a Belluno ci sta proprio bene e che, se anche l’interesse fosse vero, difficilmente il bomber lascerebbe la sua città di origine dove vive, lavora e gioca al calcio. «Ho letto anche io la notizia», spiega Corbanese, «ma credetemi che non so nulla». Nel frattempo la squadra ha svolto l’ultimo allenamento settimanale prima dell’impegno casalingo contro l’Arzignanochiampo valido per il primo turno dei playoff. «Arriviamo a questo match fortunatamente con l’intera rosa a disposizione, e questo è davvero molto importante», spiega l’allenatore Roberto Vecchiato, «non ho ancora scelto gli undici titolari, ma è fondamentale sapere che potrò contare su tutti anche a partita in corso. La squadra ha lavorato serenamente in settimana e tutti gli acciaccati sono stati recuperati completamente. Questa domenica ci aspetta una partita molto difficile, l’Arzignanochiampo ha dimostrato in queste 34 giornate tutto il suo valore e non è una sorpresa il suo quinto posto. Personalmente già all’inizio della stagione avevo indicato la squadra vicentina come una delle possibili grandi rivelazioni dell’anno, soprattutto per lo spessore della rosa e per un reparto avanzato di grandissimo livello. Arrivati a questo punto sarebbe un peccato non provare a superare il primo turno, anche perché in caso di vittoria o pareggio potremmo migliorare il risultato ottenuto lo scorso anno, quando uscimmo subito con la Sacilese. Tutto l’ambiente meritata di vivere una grande giornata; e noi proveremo a regalargliela». Gli abbonati gialloblù verranno premiati per questo primo turno playoff. Chi infatti ha seguito la squadra tutta la stagione avrà il diritto allo sconto sul biglietto che quindi costerà cinque euro invece che dieci. Per lo sconto, sarà sufficiente presentare in biglietteria il proprio abbonamento. Il fischio di inizio del match è previsto per le ore 16. Il Belluno per passare il turno ha dalla sua parte due risultati su tre. Bertagno e compagni infatti possono putare sulla vittoria oppure sul pareggio, maturato però dopo anche i due tempi supplementari. In caso di sconfitta sarà l’Arzignano di bomber Trinchieri a passare il turno e sfidare in trasferta mercoledì 20 maggio la Sacilese.
Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Doveva essere la passerella finale di una stagione da incorniciare per la Calvi Noale contro un avversario di prestigio ma si è rivelata solo un’amichevole di fine stagione. Forse a causa del tempo o forse l’orario ma non c’è stata l’affluenza né l’entusiasmo che ci si attendeva. Per il Venezia un’altra amichevole in questo finale di stagione che ne prevede un paio anche la prossima settimana, mercoledì a Cavallino e giovedì con il Pellestrina, per «vedere all’opera qualche giocatore che ha giocato poco per infortunio come Hottor ed i giovani su cui contare per la prossima stagione» ha ammesso il tecnico Michele Serena. In casa della Calvi la sgambata ha preceduto il rompete le righe. «Arriva troppo presto perché ora ci saranno due mesi d’inattività» dichiara un mister Soncin preoccupato di ritrovare giocatori appesantiti. Insomma, atmosfera soft e pensiero rivolto alla prossima stagione con giovani da valutare in casa lagunare e attesa per un’avventura affascinante e inedita fra i biancocelesti noalesi. La gara è stata piacevole con una buona prima mezz’ora della Calvi nella quale ha tenuto bene il campo e non ha sofferto la superiorità tecnica degli avversari, poi nel finale di primo tempo è uscito il Venezia che è andato in rete con Greco al 41’ con un gran tiro dal limite infilatosi all’incrocio dei pali e col raddoppio al 43’ quando lo stesso Greco ha crossato dalla destra e Veggian ha calcolato male il rimbalzo consentendo proprio ad Hottor di realizzare di testa a porta vuota. Nell’occasione il giocatore ha subito un leggero infortunio alla spalla. Nella ripresa la solita girandola di sostituzioni ed un finale con la Calvi quasi in versione under che ha subito il terzo gol di Magnaghi abile a farsi trovare solissimo davanti a Fasolo. Da notare il mancato incrocio fra i fratelli Dell’Andrea con Alberto, della Calvi, indisponibile mentre la fascia di capitano della Calvi è stata portata da Piero Chinellato che giocava la sua ultima gara. Un giusto riconoscimento ad uno dei protagonisti di questa stagione trionfale che si trasferisce in Austria per motivi di studio ed abbandona il calcio almeno per il prossimo anno, un vero peccato.
Ore 18.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Una settimana di stallo in attesa di avere notizie da Mosca. Il Venezia ha chiuso il campionato una settimana fa, ma è da tempo che la dirigenza attende il presidente Yuri Korablin per chiudere i conti relativi alla stagione appena trascorsa e per mettere le basi di quella futura. Sembrava che il suo arrivo fosse imminente e, anzi, c’era stato qualche segnale che faceva ritenere che il numero uno arancioneroverde potesse giungere in laguna in questi giorni. Invece si rinvia alla prossima settimana: venerdì 22 è fissata l’assemblea dei soci chiamata ad approvare il bilancio e ciò comporta la necessità di ripianare le pendenze per la stagione in corso. Korablin, insomma, non solo deve arrivare per tempo ma deve presentarsi anche munito di un cospicuo assegno, almeno di un milione, per chiudere i conti. «Non abbiamo segnali di un suo imminente arrivo – riferisce il dg Dante Scibilia – anche se in questi giorni ci sono stati dei contatti con Mosca, sia pure per via indiretta». Insomma qualcosa sembra muoversi, ma senza avere la certezza che il presidente si materializzi in laguna nei prossimi giorni. «Noi ci contiamo – dice il dg – considerate le scadenze davanti a noi».
Ore 18.10 – (La Nuova Venezia) Chiusa la stagione il Venezia inizia a perdere i primi pezzi. Praticamente certo l’addio di Stefano Fortunato, portiere che ha saputo farsi valere diventando uno dei punti fermi di Michele Serena, dopo il suo ritorno in panchina. Lo annuncia e lo spiega lo stesso giocatore, confermando di fatto quelle voci che negli ultimi giorni lo volevano destinato all’Arezzo. «Al 99,99 per cento andrà così» spiega il 25enne nato a di Torino. «La società toscana mi ha fatto una buona offerta con un contratto annuale, e ho accettato. Non ho ancora firmato, ma l’incertezza che c’è sotto il profilo del futuro societario qui al Venezia mi ha portato a prendere questa decisione. E lo dico con grande rammarico, perché questo club ha creduto in me, mi ha dato spazio e ho avuto un ottimo rapporto con i compagni e lo staff tecnico. Non è neppure colpa del direttore sportivo con il quale ci siamo confrontati spesso, ma della distanza che è rimasta dal vertice societario. Io non dimentico comunque gli aspetti positivi di questa mia permanenza al Venezia, e se non fosse stato proprio per questa distanza, sarei rimasto più che volentieri. Sarebbe bastata una situazione più chiara che però è venuta a mancare. Non ci sono sostanzialmente garanzie». Detto questo, che è poi l’aspetto più importante legato al futuro dell’ormai quasi ex portiere del Venezia, Stefano Fortunato guarda alla stagione che si è appena conclusa. «All’inizio è stato un campionato un po’ incerto nel quale non siamo riusciti a trovare continuità e risultati, io facevo la riserva a Zima così come l’anno scorso l’ho fatta a Vigorito. Lui si è infortunato, fatalità con il cambio di allenatore, e Serena ha creduto in me. Con lui in panchina abbiamo trovato grandi prestazioni, ma siamo stati limitati dai troppi infortuni. Con una rosa ristretta era durissima, anche per l’obbligo di ridurre il budget che è ricaduto sul direttore sportivo. Peccato, perché l’obiettivo playoff poteva essere alla nostra portata, ma siamo stati sfortunati, la squadra non era mai al completo e tanti giocatori si sono dovuti adattare a ruoli nuovi come Bellazzini, Varano o Espinal. Tuttavia» conclude Fortunato « con una situazione complicata il direttore sportivo è riuscito a rassicurarci nei momenti di difficoltà tra ritardi sugli stipendi e punti di penalizzazione, e così sono nate anche grandi prestazioni come contro Bassano, Pavia e Alessandria. Un episodio che non mi va giù? Facile, il 3-3 con l’AlbinoLeffe, una partita che era già vinta, 3-0 a circa un quarto d’ora dalla fine e poi finita in quel modo. Credo che il punto più basso sia stato la sconfitta a Lumezzane».
Ore 17.40 – Sala stampa, Claudio Foscarini: “E’ stata una partita incredibile, siamo andati in vantaggio due volte e per due volte siamo stati ripresi. Non abbiamo mai mollato, nemmeno quando tutto sembrava perduto. A tre minuti eravamo retrocessi, ma finché vita c’è speranza. Possiamo farcela, ma non sarà facile, i risultati delle altre ci obbligano a vincere e a sperare. Non basta il nostro risultato. Non so se il Catania si sia suicidato, di sicuro ha giocato in condizioni psicologiche particolari. La squadra ha fatto buona rincorsa, è andata vicina ai play off e poi non è più riuscita a seguire quella strada. Manca qualche risultato, queste situazioni possono succedere, è calata la tensione”
Ore 17.10 – Serie B, la classifica aggiornata: Carpi 79, Frosinone 71, Bologna e Vicenza 65, Spezia 64, Perugia 63, Avellino e Livorno 59, Pescara 58, Bari 51, Lanciano e Trapani 50, Latina e Pro Vercelli 49, Catania e Ternana 48, Crotone 47, Entella e Modena 46, Cittadella 44, Brescia 39, Varese 35.
Ore 16.55 – Serie B, i risultati finali: Avellino-Trapani 1-1, Catania-Cittadella 2-3, Entella-Latina 2-0, Frosinone-Crotone 3-1, Lanciano-Spezia 0-2, Livorno-Vicenza 1-1, Modena-Ternana 1-2, Pro Vercelli-Bologna 1-1, Varese-Pescara 2-1.
Ore 16.20 – (Giornale di Vicenza) Sasà Bruno. È lui uno dei protagonisti indiscussi della stagione del Real Vicenza. Con sedici gol segnati si è aggiudicato, a pari merito con Ferretti (Pavia) e Fischnaller (Alto Adige), il titolo di miglior marcatore del girone A di Lega Pro. Bruno, come giudica quest´annata del Real Vicenza?” «Per gli obiettivi che si era prefissata la società ad inizio anno, è andata più che bene. Siamo partiti benissimo e si sa, l´appetito vien mangiando, quindi tutti pensavano potessimo andare anche ai playoff, poi non è andata così». Qual è stato secondo lei il motivo del vostro calo? «Quando è stato mandato via il mister è stato un po´ come se si fosse spenta la fiamma. Poi, avendo giocato un po´ sempre gli stessi, c´è stato anche un calo fisico che credo sia normale. E a dirla tutta siamo stati anche abbastanza sfortunati in alcune occasioni: quando magari potevamo agganciare quelle davanti, non è andata. Siamo riusciti ad andare in Coppa Italia Tim: è un risultato di cui si può essere orgogliosi». A volte forse il campo con voi è stato fin troppo severo… «Mah, sì. Abbiamo dato filo da torcere a tutte le prime della classe. Qualcosina ci è stato tolto, ma non nego che qualcosa in più si poteva fare, anche io qualche gol in più nel girone di ritorno…». Quando ha iniziato a segnare meno anche il Real ha cominciato a portare a casa risultati “peggiori”. È un Real Bruno-dipendente? «Ho fatto 13 gol nel girone d´andata, quindi magari un po´ tutti, anche il presidente, si aspettavano di più. A me piace avere sulle spalle delle responsabilità, sicuramente potevo fare meglio al ritorno. In alcuni casi, tra gol annullati e miracoli dei portieri avversari, sono stato anche sfortunato, però è vero pure che siamo quattro attaccanti». Comunque in testa alla classifica dei bomber c´è sempre lei, anche se in buona compagnia. «È l´unica cosa che mi dispiace. Potevo fare qualche gol in più e vincere da solo. Ma è sempre una grande soddisfazione, a 35 anni». Nel suo futuro c´è ancora il Real Vicenza? «Le chiamate iniziano ad arrivare. Per ora con il Real non c´è stata nemmeno una parola, ma so che è la politica del presidente. Probabilmente adesso ha anche altre questioni da risolvere. Io qui sto benissimo. Se mi dovesse arrivare la proposta, rimarrei volentieri. Poi non si sa mai».
Ore 15.50 – Serie B, i risultati parziali alla fine dei primi tempi: Avellino-Trapani 0-0, Catania-Cittadella 1-1, Entella-Latina 1-0, Frosinone-Crotone 2-0, Lanciano-Spezia 0-1, Livorno-Vicenza 1-0, Modena-Ternana 1-1, Pro Vercelli-Bologna 0-0, Varese-Pescara 1-0.
Ore 15.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Bassano-Juve Stabia è anche, indiscutibilmente, la sua partita. Guido Davì sarà il grande ex dei quarti di finale dei playoff promozione, che domani al Mercante metteranno di fronte ai giallorossi subito un ostacolo durissimo da superare sulla strada (assai tortuosa) per cercare il grande salto in serie B. Il centrocampista siciliano è carico come una molla e ha voglia di lasciare il segno: «A Castellamare ho molti amici — sorride Davì — e conservo un buon ricordo della mia esperienza con la maglia delle Vespe. La Juve Stabia ha una tifoseria molto calda, è una città che vive di calcio, è una piazza dalla grande tradizione e credo in molti seguiranno la squadra qui in trasferta. Tocca a noi rispondere come merita questo grande appuntamento che ci apprestiamo ad affrontare». Davì è convinto che il contraccolpo psicologico della mancata promozione diretta sia già stato assorbito: «Noi stiamo bene — sottolinea — la squadra sta bene fisicamente e nonostante il caldo non abbiamo subito dei cali fisici. Abbiamo disputato un grande campionato e questo deve essere uno stimolo ulteriore per continuare a far bene anche in questi playoff». Secondo Davì il pericolo pubblico numero uno sarà Samuel Di Carmine, uno che con la maglia del Cittadella ha lasciato ricordi in chiaroscuro: «Dovremo prestare attenzione a Di Carmine — conferma — perché è molto bravo a proteggere palla per far salire i propri compagni. Poi non trascurerei Jidayi, un gigante in mezzo al campo. Sarà sicuramente una partita aperta, essendo una gara ad eliminazione diretta». E Davì conclude la sua analisi indicando la possibile chiave tattica: «Loro sono molto strutturati fisicamente, soprattutto in difesa, dovremo essere bravi a sfruttare la nostra rapidità sugli esterni, pressando per poi cercare delle ripartenze. Io ci credo e come me ci credono i miei compagni. Abbiamo pure il vantaggio di giocare in casa, ce la possiamo fare».
Ore 15.20 – (Giornale di Vicenza) Da giocatore (a Napoli e Catanzaro), era un regista classico, piedi buoni e testa alta, un metodista vecchia maniera che oggi farebbe la fortuna di un mucchio di squadre. Poi la chioma pettinatissima che non si scomponeva mai. Oggi Gianni Improta, attuale digì della Juve Stabia, il baronetto di Posillipo per l´eleganza dei modi, varcati i 67, la chioma fluente può ricordarla giusto in fotografia, ma lo stile è rimasto inalterato. «Affronteremo una formazione ostica e imprevedibile – ha dichiarato a Stabia Channel –. Senza la riduzione della penalizzazione al Novara, il Bassano oggi sarebbe in B meritandolo in pieno. Tuttavia la delusione per un traguardo sfumato in extremis potrebbe favorire noi ma serviranno concentrazione e fame per prevalere. Asta e Savini sono due tecnici emergenti che applicano un calcio simile che poggia sul possesso palla. Ma mentre Bassano predilige un sistema di gioco standardizzato con difesa bassa e tre rifinitori di qualità dietro una punta centrale, noi siamo più camaleontici e abituati a cambiare pelle nel corso del match, magari passando a un centrocampo a tre o schierando un tandem offensivo. Mi aspetto una sfida entusiasmante ed apertissima. Abbiamo i mezzi per approdare in semifinale». Improta piuttosto non condivide la formula di questi playoff. «Ci giochiamo la qualificazione in una sfida secca e in trasferta – dice –, credo che l´assetto degli spareggi sia da rivedere, pure se disponiamo dell´organico per arrivare sino in fondo». In questo senso al Bassano va pure peggio: alla quinta partecipazione playoff, i giallorossi da secondi avrebbero goduto in passato della possibilità di fare strada anche pareggiando. Ma da questa edizione è cambiato tutto. Nonostante una promozione svanita a parità di punti solo per i peggiori scontri diretti, il Soccer Team non solo non è stato esentato dal primo turno come accadeva sino a 12 mesi fa, ma non potrà gestire nemmeno l´eventuale parità beneficiando del miglior piazzamento della regular season come sempre successo sinora. Qui ci sono soltanto duelli senza quartiere e con un vincitore obbligato, al limite ai supplementari o ai rigori. Ne guadagna lo spettacolo, ma non è premiata la regolarità di rendimento di un´intera stagione. Tantopiù che il cosiddetto fattore campo sarà stemperato dalla massiccia presenza di supporter stabiesi al Mercante (a oggi ne sono annunciati poco meno di 600). «Hanno modificato le norme playoff, lasciando invariate quelle dei playout…» – sorride amaro Asta che deve inventarsi il solito miracolo.
Ore 14.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) A 180 minuti dalla dine della regular season, il Vicenza è ancora in corsa per la promozione diretta anche se è chiaro che il Frosinone, in casa contro il Crotone, dispone di un match ball per chiudere la pratica a suo favore. «Il Vicenza deve puntare ad ottenere il massimo come ha sempre fatto finora — precisa Pasquale Marino — ad oggi siamo terzi in classifica, una posizione che, mal che vada, dobbiamo puntare a mantenere perché in vista di eventuali playoff dà senza dubbio chiari vantaggi. In ogni caso abbiamo l’obbligo di tentare di vincere queste ultime due partite, ma come sempre abbiamo lavorato pensando ad una gara alla volta». Il tecnico del Vicenza torna a parlare della condizione fisica dei suoi giocatori, che a La Spezia hanno dimostrato sul campo di stare bene. «Mi dispiace quando qualcuno dice che il Vicenza ha finito la benzina — sottolinea Marino — questa squadra ha disputato un campionato eccellente e nel giorno di ritorno ha fatto più punti di tutti, perdendo solo due gare. Non abbiamo mai pensato di essere diventati imbattibili: due, tre gare sottotono fanno parte della storia di una stagione che è stata e rimarrà, comunque vada, molto positiva. Il Vicenza dal punto di vista fisico ha dimostrato di non essere alla frutta come si diceva, abbiamo dimostrato anche a La Spezia di aver avuto, sino agli istanti finali, più gamba e più fiato di un avversario accreditato come la squadra più in forma del momento. Per questo dico che prima di giudicare bisogna vedere come lavorano i giocatori». E Marino non risparmia, come ha sempre fatto, lodi ai suoi ragazzi. «Ho a che fare con un gruppo straordinario per quello che concerne l’impegno, l’atteggiamento e l’applicazione in campo, elementi che non mancheranno fino al termine della stagione». A Livorno, in una partita in cui entrambe le squadre devono puntare a vincere, scenderà in campo un Vicenza d’attacco anche se nelle ultime tre gare le reti avversarie sono rimaste inviolate. «E’ una cosa che va valutata con attenzione — precisa Marino — perché sarei molto preoccupato se non avessimo creato occasioni da gol. Invece ne abbiamo costruite molte, vedrete che torneremo presto a segnare. Come ho detto tante volte, conta la prestazione: se giochi bene alla lunga raccogli e noi questo l’abbiamo sempre fatto». A due gare dal termine del campionato, il Vicenza sembra indirizzato verso i playoff piuttosto che verso la A diretta ma Marino si mostra sereno anche in vista di un’eventuale appendice del torneo. «La squadra ha raggiunto una maturità importante — sottolinea l’allenatore del Vicenza — nei playoff inizia un altro campionato, in cui serve anche avere punti e vantaggi negli scontri diretti, ma poi si tratta di sfide in cui ci si gioca tutto, con una gara di andata e una di ritorno e da gestire bene. Bisognerà essere solidi, continui, giocare di squadra equilibrata, cosa che siamo riusciti a fare bene per larga parte del campionato». Prima però c’è da affrontare il Livorno, che cercherà punti fondamentali per la post season. «Il Livorno ha convinzione e un organico costruito per stare in alto, per cui è normale che vogliano sfruttare queste ultime gare per risalire in classifica. Sarà una sfida difficilissima per entrambe, con la divisione della posta che potrebbe anche non servire a nessuna delle due squadre. Ma noi daremo tutto per vincere, su questo non ci sono dubbi».
Ore 14.40 – (Giornale di Vicenza) Manfredini c´è, Giacomelli no. La rifinitura di ieri mattina ha definito con maggiore chiarezza le scelte di Marino.
Giacomelli a casa. Non è nemmeno partito Giacomelli: l´attaccante, alle prese con il persistente dolore al fianco sinistro dopo il colpo rimediato in un contrasto contro il Varese, ormai da due settimane si deve allenare a parte. Come previsto, non figura tra i convocati nemmeno D´Elia. Nel suo caso, però, le note sono confortanti, nel senso che il terzino campano ha progressivamente aumentato i ritmi e dalla prossima settimana dovrebbe tornare a pieno titolo in gruppo. Sarà invece assente praticamente fino al termine della stagione il difensore neozelandese Edge, convocato per il Mondiale Under 20 che si disputerà proprio in Nuova Zelanda. Manfredini ok. Se in attacco il Vicenza accuserà dunque l´assenza di Giacomelli, in difesa vanno registrati i rientri di Sampirisi e Manfredini, assenti per squalifica a La Spezia. Il dolore al piede che aveva costretto il centrale a interrompere l´allenamento di giovedì è stato gestito con buoni risultati dallo staff medico, e ieri Manfredini ha svolto regolarmente la rifinitura. Grinta e allegria. Lo spirito del gruppo è quello giusto. Lo conferma anche il siparietto che ha ieri visto protagonisti Ragusa e Marino. L´attaccante prima ha protestato quando si è visto annullare per fuorigioco un gran gol e poi ha contestato platealmente una successiva decisione del tecnico, che ha invece convalidato la deviazione vincente in mischia del suo avversario Sampirisi, secondo Ragusa in fuorigioco. Protesta scherzosamente scomposta dell´attaccante, che Marino ha punito altrettanto scherzosamente simulando l´espulsione del giocatore, strappando una risata a tutta la squadra.
Ore 14.30 – (Giornale di Vicenza) Ancora 180´ per tentare quello che ad inizio stagione non sarebbe stato nemmeno immaginabile, il sogno dei sogni: la promozione diretta in serie A. Gara complicata quella di oggi a Livorno e ieri il tecnico Pasquale Marino è parso concentrato come non mai. Il suo credo è stato fin dall´inizio: una partita alla volta, dando sempre il massimo e questo resta. Così ieri quando gli si è fatto notare che il presidente Spinelli del Livorno ha dichiarato che spera di trovare un Vicenza con la testa ormai ai playoff ha ribattuto: «Mah, per me in ogni caso non cambia niente, nel senso che noi dobbiamo fare il massimo perchè non ci sono solo i playoff ma c´è pure da mantenere la posizione di oggi che è di vitale importanza. Noi dunque abbiamo l´obbligo di tentare di vincere tutte e due le prossime partite». Poi Marino è tornato su un argomento che lo ha disturbato non poco. «Mi dispiace la scorsa settimana aver sentito che il Vicenza secondo alcuni era fisicamente arrivato, nel girone di ritorno abbiamo perso pochissime gare, qualche passo falso c´è stato ma ci sta, capita a tutti. Sì, mi ha dato fastidio che qualcuno, esperto di calcio, abbia detto che dal punto di vista fisico eravamo alla frutta, perchè non è così e lo abbiamo dimostrato proprio a La Spezia dove anche negli ultimi minuti con forza abbiamo tentato di vincere la partita contro avversari che erano stati dati come molto più in forma di noi». Che le abbia dato fastidio è evidente perchè ci è tornato sopra ogni volta che ha potuto! «Perchè prima di giudicare bisogna vedere come lavorano i giocatori, una partita in calo nella settimana dove ne giochi tre non significa che la squadra è cotta e questo lo sottolineo perchè alleno giocatori straordinari per l´impegno che mettono in campo e dunque sia chiaro: noi non molleremo mai». Dimostrato sul campo che a livello fisico state bene, adesso c´è chi sottolinea che ultimamente segnate poco. «Bene, vedo che ci dobbiamo sempre impegnare per trovare qualcosa che non va. D´accordo si è segnato poco, ma sarei preoccupato se non si arrivasse al tiro invece noi creiamo tante palle gol, quasi sempre ne abbiamo 6-7 e di limpide e poi a me più di tutto importa la prestazione dei ragazzi». Stabilito che si scende in campo per vincere, sicuro di non pensare pure a quella che potrebbe essere la partita delle partite e cioè quella col Frosinone? «No, io schiero ogni volta i giocatori che vedo più in forma, poi prima dobbiamo fare bene a Livorno e solo dopo potremo pensare al resto». Il Vicenza oltretutto è parso trovarsi addirittura meglio con le squadre più titolate, più forti. «Infatti io sono contento di quanto fatto, ma so che con i playoff inizierà un altro torneo, saranno partite con un fascino diverso perchè mentre in campionato hai tutto il tempo per recuperare qui no, sono gare che si devono gestire davvero bene». Avete pure dimostrato di non essere inferiori a nessuno. «Sì, anche col Carpi con cui abbiamo perso sia all´andata che al ritorno la squadra ha dimostrato, in verità più nel ritorno, di non essere inferiore e d´altra parte abbiamo avuto una continuità di risultati che dice tutto, ma soprattutto che siamo una compagine equilibrata». Due parole sul Livorno che in questa partita si gioca moltissimo: la possibilità di entrare nei playoff. «Sono convinto che giocherà alla morte, perchè è retrocessa dalla A e ha un organico che vuole risalire, normale che cercherà di sfruttare queste ultime due gare per rientrare nei giochi, di certo il pareggio non so a cosa potrebbe servire e parlo anche per noi, poi magari a fine partita vedrò gli altri risultati e magari non sarà così». Punti di forza del Livorno? «C´è molta qualità nei singoli, sono molto ben organizzati e poi davanti hanno attaccanti di indubbio spessore, spesso variano lo schema tattico, anche la scorsa settimana il primo tempo hanno giocato in un modo e il secondo in un altro. Sono bravi a trovare soluzioni diverse».
Ore 14.10 – (Gazzettino) Catania vale un’intera stagione. Per il Cittadella e anche per Claudio Foscarini, che si mette in discussione al pari di tutti: «Perché no, mi sembra anche normale. Arrivati a questo punto della stagione fare bene o male potrebbe essere un bivio anche per me». La gara del “Massimino” sarà decisiva per le sorti della squadra granata, che ha soltanto un risultato a disposizione, la vittoria. Nelle ultime otto giornate non è mai riuscita a fare bottino pieno, raccogliendo soltanto tre punti, ma questa volta non ci sono appelli. E potrebbe anche non bastare, se l’Entella dovesse vincere con il Latina. Prima di affrontare qualsiasi discorso, però, il Cittadella deve fare il suo, deve vincere: «Questa è la finale per noi. So che c’è anche la partita con il Perugia, ma se non vinciamo a Catania ogni discorso sarebbe inutile. Da questa gara saremo dentro o fuori: se facciamo benissimo c’è la possibilità di guardare anche all’ultima partita». È chiaro Foscarini, non potrebbe essere altrimenti: «Conta solo vincere, e l’ho detto ai ragazzi. Andremo a giocarcela: non so che percentuale abbiamo di salvarci, se il cinque, il dieci, il cinquanta. So che ci sono ancora sei punti in palio e noi dobbiamo fare la nostra parte, dopo si vedrà». Il Catania è praticamente salvo, ma arriva dalla brutta sconfitta di Brescia che non è piaciuta a nessuno. «Non abbiamo avuto un gran bel calendario nel finale di campionato, ma questo è. È l’ultima partita davanti al suo pubblico, il Catania è in ritiro da inizio settimana e non ci regalerà niente. Mi aspetto una partita difficile, loro vorranno concludere bene una stagione che doveva avere ben altri obiettivi». Manca solo il gol a questo Cittadella oppure qualcos’altro per tornare a vincere? «Anche in questo momento difficile, in partita abbiamo le stesse occasioni dei tempi migliori. Se non facciamo gol significa che serve dell’altro, sul piano della personalità, della cattiveria, della convinzione. Ci manca qualcosa a livello mentale». E Foscarini si chiama in causa con tutti i giocatori: «Se non abbiamo il giusto un atteggiamento le colpe sono pure dell’allenatore, anche se da due mesi sto attento a tutti i particolari durante gli allenamenti. Faccio lo psicologo per capire lo stato d’animo dei giocatori, qualcuno ha faticato più del previsto, per tanti motivi». Sulla formazione, aggiunge: «Devo scegliere il meglio e schierare un Cittadella tosto, convinto e cattivo». Gerardi, recuperato al pari di Barreca, giocherà dal primo minuto con Stanco. Inizialmente in panchina il giovane Bizzotto, l’eroe di sabato scorso. Non convocati Sgrigna (squalificato), Schenetti, Scaglia e Bazzoffia infortunati. Tra i 20 nemmeno Busellato e il terzo portiere Vaccarecci, per scelta tecnica. QUI CATANIA. La squadra di Dario Marcolin dopo la sconfitta di sabato scorso è in ritiro punitivo dall’inizio della settimana. Castro probabilmente sarà in campo dal primo minuto dopo le positive indicazioni offerte a Brescia. Maniero in panchina quindi, in caso contrario fuori Rosina. Del Prete torna sulla fascia, Mazzotta rientra dalla squalifica. Per il resto fiducia a Sciaudone, Coppola e Rinaudo.
Ore 14.00 – (Mattino di Padova) L’Etna è in eruzione, e il risveglio del vulcano distrae per ora i catanesi dai problemi della loro squadra. Una squadra in ritiro dall’inizio della settimana, dopo aver rimediato una figuraccia nell’ultimo turno di campionato con il Brescia (4-2 per i lombardi). Dario Marcolin si è arrabbiato con i suoi ragazzi, e così pure i tifosi, che ora pretendono un congedo dei rossoazzurri con un risultato positivo: vittoria o almeno un pari per la salvezza. Il tecnico non fa mistero di voler puntare al massimo, soprattutto perché non gli piaciuto proprio come è stato affrontato l’impegno del Rigamonti: «Sono parecchio contrariato, sapevo che avremmo affrontato una squadra per nulla demotivata, ma l’atteggiamento è stato sbagliato e i giocatori lo sanno bene. Troppe distrazioni e poca concentrazione, con il Cittadella deve cambiare tutto anche perché bisogna muovere la classifica. La testa è solo a questa gara, dove voglio vedere la squadra delle 5 vittorie consecutive». Per quanto riguarda la formazione, la buona prova di Castro nel buio generale di Brescia aumenta le chance dell’argentino. Maniero potrebbe andare in panchina, in caso contrario fuori Rosina. Del Prete torna a guidare la fascia destra, mentre Mazzotta rientra dalla squalifica.
Ore 13.50 – (Mattino di Padova) Vincere per non salutare la compagnia. Non ha alternative il Cittadella, in trasferta questo pomeriggio a Catania. O espugna il “Massimino” oppure può abbandonare con una giornata di anticipo ogni velleità di salvezza in serie B, considerando che in queste ultime due giornate occorre mettere in cassaforte tre punti più dell’Entella, oggi chiamato ad affrontare il Latina e, nel prossimo turno, atteso a Crotone, in una partita in cui un pareggio potrebbe far felici entrambe le contendenti. In casa granata tutti ne sono consapevoli. Il gruppo ha lasciato il Tombolato in pullman ieri pomeriggio alle 13, destinazione aeroporto di Venezia, senza Bazzoffia, messo fuori causa da un problema alla spalla sinistra rimediato in allenamento che si è rivelato più grave del previsto (frattura del trochite omerale) e Busellato, escluso per scelta tecnica, segnale, questo, di come il rapporto con il suo allenatore non sia dei migliori. Claudio Foscarini, quante speranze di salvezza dà al suo Cittadella? «Non so se abbiamo il 5, il 10 o il 20% di possibilità di farcela, ma per quanto siano limitate dobbiamo giocarcele. Questa è una finale. Poi, certo, ci sarà la gara con il Perugia, ma la sfida da dentro o fuori si gioca adesso». I siciliani sono stati fortemente contestati dopo la batosta di Brescia e sono in ritiro da lunedì scorso: che partita si aspetta dagli uomini di Marcolin? «Il Catania è quasi salvo, ma viene da una settimana di polemiche e sicuramente vorrà riscattare la brutta prestazione di sabato scorso chiudendo in bellezza davanti al proprio pubblico, dopo una stagione diversa da quella che tutti si attendevano da questa squadra, costruita per puntare alla promozione. Ma le nostre motivazioni sono più forti delle loro». La domanda più attesa: nei 20 minuti in cui è stato in campo con il Frosinone Bizzotto ha dato la scossa ad un attacco asfittico. Sarà riproposto titolare? «La sua posizione è legata a quella di Gerardi, che sono contento di recuperare per questa partita, ma che non ha autonomia per tutti i 90’. Io ho le idee chiare sull’undici da schierare. E la domanda da porsi è: meglio se Bizzotto parte titolare o se entra a gara in corso?». Di sicuro c’è che mancherà l’uomo di maggior classe, Sgrigna. Quanto peserà la sua assenza per squalifica? «Spiace non averlo, perché in questo momento Alessandro sta bene e avrebbe sicuramente potuto inventare la giocata che risolve la partita. Ma abbiamo anche altre armi e non siamo rimbambiti di colpo, tenetelo a mente». La sterilità del reparto offensivo ha pesato molto sul crollo degli ultimi due mesi. «Se guardate le statistiche, vedrete che oggi non tiriamo meno rispetto a quando stavamo vivendo un momento più felice di questo. Le conclusioni sono le stesse, ma evidentemente ci mancano cattiveria e personalità sotto porta». E si è chiesto come mai la cattiveria è venuta a mancare proprio nel momento più caldo della stagione? «Dipende dai risultati. Se arrivano, ti portano sicurezza, anche nelle conclusioni. Se mancano, come in queste settimane, vai al tiro meno convinto». Si sente responsabile di questa situazione? «Per forza, sono l’allenatore! Ma posso assicurarvi che negli ultimi due mesi ho trascorso più tempo a lavorare sull’aspetto mentale che su quelli tecnici o tattici. Per capire come motivare i giocatori sto attento anche alle loro facce, ai loro occhi, a quello che dicono». Ha parlato di una gara da dentro o fuori: questa partita lo è pure per lei? «Sì, certamente. È un bivio anche per il mio futuro a Cittadella». Questo pomeriggio, intanto, toccherà al Citta Primavera chiudere la sua stagione, ospitando l’Udinese, alle 15, sul sintetico del Tombolato.
Ore 13.40 – (Corriere del Veneto) I finali di stagione del Cittadella sono quasi sempre stati ad alta tensione. Ma questo, in particolare, porta con sé uno scollamento tra pubblico, squadra e società di cui non si ha memoria da quando la squadra conquistò la promozione in serie B nel giugno del 2008. Sette anni sono trascorsi e quello che stupisce è l’indifferenza della tifoseria, che sabato scorso al Tombolato non ha risposto all’appello della società per la partita contro il Frosinone. E così, in uno stadio con ben 800 tifosi arrivati dalla Ciociaria e appena 300 paganti, la squadra ha lottato con il coltello fra i denti conquistando un pari più che meritato ma che potrebbe servire a poco. Soprattutto se oggi a Catania il risultato dovesse essere diverso dalla vittoria, unico caso che potrebbe ribaltare un verdetto che al momento parla di retrocessione diretta in Lega Pro. E così ecco la mancata convocazione per scelta tecnica di Massimiliano Busellato, da sempre in rapporti «complicati» con Claudio Foscarini, il dubbio tra Gerardi e Bizzotto con l’ipotesi staffetta, il ko di Bazzoffia, i mancati recuperi di Scaglia e Schenetti, la squalifica di Sgrigna. Il Cittadella è con le spalle al muro e persino Foscarini, dopo un lustro nella città murata, lascia intendere che il suo addio potrebbe essere alle porte, soprattutto se la corsa salvezza dovesse terminare nel peggiore dei modi. «Dobbiamo lottare fino alla fine — carica Foscarini — con convinzione nelle nostre possibilità perché la situazione, pur complicata, è ancora recuperabile e almeno per i playout siamo pienamente in corsa. Non dipende più solo da noi: se l’Entella vince con il Crotone diventa durissima. Ci giochiamo tutto, è una partita da dentro o fuori e se facciamo male siamo fuori da giochi». Sulla formazione Foscarini tiene aperto il ballottaggio Gerardi-Bizzotto. Se dovesse partire titolare il primo, che non gioca da un mese, di sicuro non sarebbe impiegato per tutta la partita. «Gerardi si è allenato ed è a disposizione — conferma l’allenatore trevigiano — ma non ha i 90’ sulle gambe. È possibile che parta in panchina e che subentri a partita in corso, ci sono queste opzioni che sto valutando: l’altra ovviamente è che venga impiegato subito titolare fino a quando reggerà. Barreca sta bene, ha lavorato con i compagni ed è a disposizione, mentre mancherà Sgrigna, che sarebbe stato molto utile». Dieci anni sulla stessa panchina sono un’eccezione nello schizofrenico mondo del pallone italico, per questo Foscarini sa di essere nell’occhio del ciclone: «Se abbiamo un atteggiamento remissivo in parte mi sento responsabile — taglia corto — ma io sto attento a tutto in settimana, cerco pure di fare lo psicologo».
Ore 13.20 – (Gazzetta di Mantova) La stagione del Castiglione non è ancora finita e dopo il campionato domani sarà tempo di Poule scudetto. La manifestazione tricolore, cui prendono parte le nove formazioni che hanno vinto i vari gironi di Serie D, prenderà il via e i rossoblù saranno subito di scena (ore 16, arbitro Salvatori di Rimini) al Lusetti. L’avversario porta uno dei nomi più gloriosi del calcio italiano, quello del Padova. Uno di quegli accostamenti cui gli aloisiani dovranno abituarsi spesso e volentieri in C unica, dove i nomi di blasone non mancheranno. Il Biancoscudati Padova, denominazione assunta dopo il fallimento dello scorso anno, ha vinto il girone C di Serie D riconquistando una piazza che è stata calorosissima nonostante il ritorno tra i dilettanti: più di 3mila spettatori di media nelle partite casalinghe. Un affetto di che si manifesterà anche domani, visto che i 440 biglietti messi a disposizione degli ospiti sono andati esauriti. A tal proposito il Comune di Castiglione ha emesso un’ordinanza restrittiva che vieta per domani la vendita di alcolici al bar dello stadio. Per quanto riguarda i tifosi castiglionesi potranno acquistare stamattina (10-13) presso la segreteria del Lusetti i tagliandi in prevendita. Oppure domani, dalle 10 ad inizio gara. Gli abbonati entreranno gratuitamente. Sulla panchina del Padova ci saranno due vecchie conoscenze del calcio mantovano: il tecnico Carmine Parlato, ex giocatore del Mantova e al secondo campionato vinto dopo quello col Pordenone, ed il vice Rino Lavezzini, ex allenatore biancorosso. Mister Alessio Delpiano sta preparando il match con le uniche defezioni degli esterni Porto e Garattoni. L’undici dovrebbe essere molto vicino, nel modulo e negli interpreti, alla formazione tipo.
Ore 13.00 – (Gazzettino) Non c’è poi confronto con le altre portacolori venete: Venezia 1.122, Bassano 1.171, Real Vicenza 193 e il discorso è in parte analogo anche in serie B dove il Cittadella non va oltre quota 2.617, mentre il Vicenza si attesta su livelli più alti (7.728). E sempre restando sulla serie B di quest’anno, con una sfida casalinga a testa ancora da disputare, sono sette (inclusa quella granata) le compagini sotto ai biancoscudati per media presenze sul proprio campo: Crotone 4.328, Latina 3.728, Lanciano 3.051, Varese 3.000, Carpi 2.991, Pro Vercelli 2.955 e Virtus Entella 2.164. Non solo numeri, ma pure la qualità del tifo ha visto un netto cambio di passo rispetto al passato. All’Euganeo meno mugugni per un passaggio errato e pubblico nel complesso più partecipativo, sempre pronto a dare una mano nei (rari) momenti di difficoltà. Idem in trasferta dove ogni gara è diventata occasione per fare festa e stare insieme. E tra i primi ad apprezzare il nuovo spirito con cui il popolo biancoscudato segue la propria squadra, i tanti ex biancoscudati presenti domenica scorsa allo stadio, tra cui Totò Di Nardo, l’artefice nel 2009 della promozione in serie B.
Ore 12.50 – (Gazzettino) Tornando al confronto con la passata stagione (media 5.690), il calo di presenze, nonostante il Padova disputasse un campionato dilettantistico e senza promozioni della stessa portata, è stato decisamente contenuto (-20%) e comunque adeguatamente recuperato dal numero di tifosi che hanno partecipato alle trasferte, in più occasioni oltre le mille unità, con punta massima a Valdagno dove sono arrivati quasi tremila padovani. Il paragone con altre piazze rende ancora più chiaro il quadro ed esalta ulteriormente il legame che si è venuto a creare tra la nuova portacolori cittadina e la piazza. Analizzando l’affluenza media in casa delle squadre di Lega Pro (dati calcio.com), il Padova occuperebbe il quarto posto in assoluto, restando nettamente in vetta al girone A davanti al Novara (4062), preceduto nel girone B da Pisa (5.334) e Ascoli (5.145) e nel girone C dall’irraggiungibile Salernitana (10.709). Restano su livelli inferiori le roccaforti del tifo del sud (tra le altre, Lecce, Cosenza, Benevento, Foggia, Reggina, Catanzaro).
Ore 12.40 – (Gazzettino) Se il Padova è stato meritatamente promosso in Lega Pro, i suoi tifosi, numeri alla mano, potrebbero tranquillamente spiccare un doppio salto di categoria e tornare in serie B. Domenica, nell’ultima gara di campionato contro l’Altovicentino, all’Euganeo è stato raggiunto il top delle presenze stagionali con un’affluenza di 6.581 persone, dato che numerose squadre del torneo cadetto possono solo sognare. Questa affluenza, restando all’ombra del Santo, è stata superiore a 17 delle 21 partite giocate in casa nella passata stagione in serie B, elemento che la dice lunga sull’entusiasmo con cui è stato vissuto dalla piazza il nuovo corso. Si era infatti superata tale quota solo nella sfida con il Palermo (7.308), nel derby con il Cittadella (9.603) e contro Novara (7.573) ed Empoli (8.214). In queste ultime tre gare, però, il biglietto costava un euro. Il dato totale di affluenza all’Euganeo (ottenuto sommando abbonati e paganti di ogni singola gara) quest’anno registra quota 77.081 per un’incredibile media di 4.534 spettatori a partita, con un incremento dalla prima giornata (2.962 con l’Union Pro) all’ultima del 122 al cento.
Ore 12.30 – (Gazzettino) Il Padova debutta alla Campionaria in Fiera (padiglione 8), che apre i battenti questa mattina. Nello stand biancoscudato i tifosi potranno incontrare oggi il presidente Bergamin e l’amministratore delegato Bonetto, nonché raccogliere informazioni su alcune iniziative che sono in programma, tra tutte il Padova City Camp, stage estivo per i ragazzi dai 6 ai 14 anni che si terrà dal 15 giugno al 10 luglio al centro sportivo Memo Geremia. Nel corso della Campionaria anche alcuni giocatori visiteranno lo stand, nel quale tra l’altro sarà proposto il merchandising della società.
Ore 12.00 – Sulle scelte: “Amirante? Non sarà della partita, sta facendo un programma per recuperare dall’infiammazione al ginocchio e spero di averlo a disposizione già dalla ripresa degli allenamenti. Dionisi? Sto pensando ad un suo inserimento, come magari a mettere due punte dall’inizio… Vedremo! Tutta la rosa può ambire a giocare titolare”
Ore 11.55 – Sul Castiglione: “Abbiamo fatto in modo di preparare la partita con un piglio diverso, anche se certi meccanismi psicologici ci sono in automatico. La loro è una squadra compatta, in avanti hanno Cristofoli che è il capocannoniere del girone, un centrocampo giovane ma di qualità guidato da un elemento esperto come Cazzamalli, in difesa ritrovo Dallamano con cui ero a Mantova… Bisognerà andare col piccone perché la difesa è solida, sono una bella corazzata!”.
Ore 11.50 – Arriva Parlato. Sulla poule scudetto: “La società, la squadra ed il sottoscritto puntano e credono molto in questa competizione. Le motivazioni contano molto, ed il livello tecnico è elevato quindi bisognerà fare particolare attenzione perché puoi pagare caro ogni errore. Chi è più forte tra Cuneo e Castiglione? Sono due squadre diverse, I piemontesi sono più esperti e i mantovani più giovani ma non si può dire chi sia più forte tra l’una e l’altra. L’anno scorso erano tutti contro il Pordenone, quest’anno speriamo che sia un tutti contro il Padova…”.
Ore 11.40 – Qui Appiani: termina l’allenamento.
Ore 11.20 – Qui Appiani: partitella a campo ridotto.
Ore 11.00 – Qui Appiani: primi schemi anti-Castiglione. Assente Amirante, regolarmente in campo Petrilli.
Ore 10.30 – Qui Appiani: Biancoscudati in campo per l’allenamento.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) È la prima partita della poule, che al massimo vi vedrà scendere in campo quattro volte. E poi che succederà? «Sicuramente l’augurio che mi faccio è che quelle che ci aspettano non siano le mie ultime quattro partite con questa maglia, e credo che se lo augurino anche molti miei compagni: dopo un’annata così, a tutti piacerebbe rimanere, è naturale. Ma per ora non ci pensiamo, lasciamo che il campo ci dia le ultime soddisfazioni di quest’anno magico, e del futuro parleremo solo da giugno in poi». La squadra. Dopo il giorno di riposo concesso ieri, i Biancoscudati si ritrovano questa mattina per le ultime prove generali in vista della trasferta in Lombardia. Salvatore Amirante, che non si è mai allenato in settimana, difficilmente verrà rischiato dal tecnico Parlato, anche se l’ultimo test di stamattina, nella rifinitura fissata per le 10 all’Appiani, dovesse dare un responso confortante. Il ballottaggio in avanti è tra il rientrante Ferretti e Zubin, per il l’ultimo posto nel “4-2-3-1” che non dovrebbe registrare grosse variazioni rispetto a domenica scorsa. Oltre al solito ballottaggio in mezzo al campo tra Nichele e Segato, la sorpresa potrebbe essere l’impiego di Dionisi al posto di uno tra Ilari e Petrilli.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Quanto valore ha per voi questa poule scudetto? «Il campionato significava ovviamente di più, ma, arrivati a questo punto, cercare di far bene è il minimo. Le nostre motivazioni saranno naturalmente meno importanti: vogliamo vincere e concludere la stagione al massimo, ma se andrà in un altro modo non ci fasceremo la testa di sicuro». Che tipo di gare si aspetta, sin da domani a Castiglione? «Bisogna valutare innanzitutto l’atteggiamento delle avversarie: una squadra che ha vinto il campionato all’ultima giornata potrebbe essere più concentrata di una che ha staccato la spina per qualche tempo, ma potrebbe anche accusare la recente sbornia per la festa. Diciamo che siamo curiosi di vedere come andrà: andiamo a Castiglione con la serenità di chi ha già raggiunto il proprio obiettivo, ma anche con la voglia di chi è sempre stato deciso a dimostrare il proprio valore». È un salto nel buio o conoscete i mantovani? «Abbiamo studiato come giocano, i collaboratori del mister sono andati a vederli: è un’ottima squadra, organizzata, con individualità importanti. Sarà una partita impegnativa, e soprattutto sarà partita vera».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) È la vigilia del primo match di spareggio, il giorno che precede la trasferta di Castiglione delle Stiviere. Che il Padova sia stata una delle squadre migliori della Serie D italiana lo dicono i numeri, ma dimostrarlo affrontando sul campo le vincitrici degli altri gironi avrà tutto un altro sapore. Dopo aver dominato il girone C con tre giornate di anticipo, i Biancoscudati nelle ultime gare hanno inanellato sette punti: tre con Kras Repen e Ripa e uno con l’Altovicentino, segno che, nonostante la promozione in Lega Pro fosse già in cassaforte, la squadra è stata brava a non sciogliersi nella festa. «E invece un po’ abbiamo mollato», suona la carica capitan Marco Cunico. «Nelle ultime tre partite abbiamo staccato un po’ la spina, e quando si molla un po’ ce ne si rende conto subito. Per questo negli ultimi giorni abbiamo ricominciato a caricare il fisico, a fare allenamenti più intensi, e a rimettere la spina un po’ più a fondo nella presa». È il segnale che volete davvero il tricolore? «Ci aspetta una nuova competizione, e il nostro obiettivo è arrivare in fondo. Ci siamo parlati tra di noi in spogliatoio, e pure mister Parlato ha detto la sua: è ora di rientrare in campo a testa bassa, perché stiamo per andare ad affrontare avversarie di valore e per essere competitivi dobbiamo ricordarci come giocavamo fino a Legnago, altrimenti il nostro cammino sarà breve».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Saranno presumibilmente 400 i tifosi biancoscudati che domani seguiranno il Padova a Castiglione delle Stiviere per la prima partita del triangolare Nord della poule Scudetto di Serie D. Fino a ieri sera erano stati staccati 380 biglietti: un buon numero comunque, visto che il campionato è già finito e che la distanza è comunque considerevole. La prevendita continuerà sino a stasera presso l’unica punto vendita abilitato, la tabaccheria di via Buonarroti, all’Arcella: per il settore ospiti rimangono ancora 60 biglietti disponibili, mentre domani allo stadio saranno venduti solo i tagliandi degli altri settori come stabilito dalla Questura di Mantova in settimana. L’Aicb, che ha organizzato il pullman per il viaggio, partirà domani di buon mattino per unire alla trasferta anche un breve giro turistico nella cittadina mantovana.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) «È vero che abbiamo avuto un paio di colloqui con il sindaco di Teolo ma è altrettanto vero che ci è stato spiegato come ci siano alcuni vincoli che non permettono di arrivare a una fumata bianca. Vincoli di natura paesaggistica all’interno del Parco Colli Euganei e questioni economiche relative alle pendenze della vecchia proprietà del Calcio Padova che non ci riguardano ma che devono essere risolte». Per cui al momento è ancora tutto fermo. «Abbiamo avviato un altro giro di orizzonte. In particolare per il progetto di costruire un centro allo stadio Euganeo di concerto con il Comune. Ma siccome ci vorrà del tempo, per la prossima stagione stiamo valutando anche ipotesi alternative». Il Centro Geremia alla Guizza per certi versi sarebbe l’ideale, ma ogni volta che il territorio è interessato da forti piogge si creano problemi che obbligano la squadra a spostarsi altrove. «Stiamo valutando altre strutture nell’immediato – chiude Bonetto – e quando avremo chiuso il cerchio prenderemo una decisione, nel rispetto della ricerca delle migliori condizioni possibili sia per noi che per i nostri tifosi».
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Il presente si chiama Castiglione, con la prima partita della poule scudetto in programma domani. Il futuro porta con sé tanti progetti e altrettanti punti interrogativi. Come, per esempio, la stuttura che ospiterà gli allenamenti biancoscudati nella prossima stagione.
Al momento non ci sono certezze, perché Bresseo è una strada che si è complicata forse in modo definitivo, perchè l’ipotesi di costruire un nuovo centro nei dintorni dello stadio Euganeo richiede tempo e perché le alternative (Guizza, Noventa Padovana) al momento presentano una serie di nodi irrisolti. «Al momento la situazione è ancora in fase di stallo — spiega l’amministratore delegato del Padova Roberto Bonetto — e Bresseo è tutto fuorché un’opzione certa. Preciso subito che quello che poteva valere qualche mese fa non è detto che valga oggi».
Ore 08.38 – Prima giornata poule scudetto – Girone Nord: Castiglione-Padova, riposa Cuneo. Girone Centro: Siena-Rimini, riposa Maceratese. Girone Sud: Akragas-Lupa Castelli Romani, riposa Fidelis Andria.
Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica finale: Padova 85, AltoVicentino 70, Sacilese 62, Belluno 59, ArziChiampo 56, Union Pro 55, Clodiense 49, Montebelluna 47, Union Ripa La Fenadora 45, Fontanafredda 44, Legnago 43, Tamai 41, Giorgione 38, Dro 35, triestina 34, Kras Repen 33, Mori S. Stefano 19, Mezzocorona 12.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della trentaquattresima ed ultima giornata: ArziChiampo-Union Pro 1-2, Belluno-Montebelluna 1-1, Clodiense-Kras Repen 1-2, Dro-Sacilese 2-3, Fontanafredda-Mori S. Stefano 5-1, Giorgione-Union Ripa La Fenadora 2-3, Legnago-Triestina 1-2, Mezzocorona-Tamai 0-6
Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 15 maggio: venerdì di riposo per i Biancoscudati.