Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia
È la vigilia del primo match di spareggio, il giorno che precede la trasferta di Castiglione delle Stiviere. Che il Padova sia stata una delle squadre migliori della Serie D italiana lo dicono i numeri, ma dimostrarlo affrontando sul campo le vincitrici degli altri gironi avrà tutto un altro sapore. Dopo aver dominato il girone C con tre giornate di anticipo, i Biancoscudati nelle ultime gare hanno inanellato sette punti: tre con Kras Repen e Ripa e uno con l’Altovicentino, segno che, nonostante la promozione in Lega Pro fosse già in cassaforte, la squadra è stata brava a non sciogliersi nella festa. «E invece un po’ abbiamo mollato», suona la carica capitan Marco Cunico. «Nelle ultime tre partite abbiamo staccato un po’ la spina, e quando si molla un po’ ce ne si rende conto subito. Per questo negli ultimi giorni abbiamo ricominciato a caricare il fisico, a fare allenamenti più intensi, e a rimettere la spina un po’ più a fondo nella presa». È il segnale che volete davvero il tricolore? «Ci aspetta una nuova competizione, e il nostro obiettivo è arrivare in fondo. Ci siamo parlati tra di noi in spogliatoio, e pure mister Parlato ha detto la sua: è ora di rientrare in campo a testa bassa, perché stiamo per andare ad affrontare avversarie di valore e per essere competitivi dobbiamo ricordarci come giocavamo fino a Legnago, altrimenti il nostro cammino sarà breve».
Quanto valore ha per voi questa poule scudetto? «Il campionato significava ovviamente di più, ma, arrivati a questo punto, cercare di far bene è il minimo. Le nostre motivazioni saranno naturalmente meno importanti: vogliamo vincere e concludere la stagione al massimo, ma se andrà in un altro modo non ci fasceremo la testa di sicuro». Che tipo di gare si aspetta, sin da domani a Castiglione? «Bisogna valutare innanzitutto l’atteggiamento delle avversarie: una squadra che ha vinto il campionato all’ultima giornata potrebbe essere più concentrata di una che ha staccato la spina per qualche tempo, ma potrebbe anche accusare la recente sbornia per la festa. Diciamo che siamo curiosi di vedere come andrà: andiamo a Castiglione con la serenità di chi ha già raggiunto il proprio obiettivo, ma anche con la voglia di chi è sempre stato deciso a dimostrare il proprio valore». È un salto nel buio o conoscete i mantovani? «Abbiamo studiato come giocano, i collaboratori del mister sono andati a vederli: è un’ottima squadra, organizzata, con individualità importanti. Sarà una partita impegnativa, e soprattutto sarà partita vera».
È la prima partita della poule, che al massimo vi vedrà scendere in campo quattro volte. E poi che succederà? «Sicuramente l’augurio che mi faccio è che quelle che ci aspettano non siano le mie ultime quattro partite con questa maglia, e credo che se lo augurino anche molti miei compagni: dopo un’annata così, a tutti piacerebbe rimanere, è naturale. Ma per ora non ci pensiamo, lasciamo che il campo ci dia le ultime soddisfazioni di quest’anno magico, e del futuro parleremo solo da giugno in poi».