Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel
Il condizionale è d’obbligo, perché sino a quando l’accordo di ristrutturazione del debito non sarà stato depositato in Tribunale non si potrà parlare di pericolo scampato, ma la proprietà del vecchio Padova avrebbe finalmente trovato la quadra per evitare il fallimento della società, sparita dal calcio professionistico nell’estate 2014, pur risultando ancora affiliata alla Figc. L’intesa con almeno il 60% dei creditori adesso ci sarebbe, dopo settimane e settimane di silenzi imbarazzati e di “voci”, mai smentite, di difficoltà a fornire le garanzie richieste. Da indiscrezioni, la svolta sarebbe maturata nell’incontro di martedì a Roma fra l’ex presidente della Spa biancoscudata Diego Penocchio e il commissario straordinario del Credito Sportivo, Paolo D’Alessio, a capo dell’istituto da tre anni.
Nel faccia a faccia i due avrebbero ridiscusso delle modalità con cui l’industriale bresciano intende estinguere il mutuo di oltre 2 milioni di euro acceso durante la sua disastrosa gestione al vertice del club di viale Rocco, chiusa con la retrocessione in Lega Pro (a cui poi non ci si è iscritti). L’immobile offerto inizialmente in garanzia non avrebbe convinto il commissario, bloccando così il varo del piano di ristrutturazione del debito, visto che il Credito Sportivo ha un peso non indifferente nell’elenco di creditori che attendono di vedersi restituiti i propri soldi. L’altroieri l’impasse si sarebbe risolto: le nuove ipoteche presentate avrebbero dissolto le ultime perplessità da parte dell’interlocutore, pronto dunque ad apporre la propria firma al piano di rientro, da depositare poi in Tribunale insieme all’asseverazione dello studio professionistico che lo riterrà congruo.
Una volta agli atti a Palazzo di Giustizia, e non sarà prima di metà giugno, la parola finale spetterà ai giudici, con l’omologazione dello stesso. Parliamo di un’intesa fra soggetti privati, che consentirà nell’arco di un paio di anni, forse anche qualcosina in più, di restituire quanto dovuto al centinaio di soggetti che avevano stretti rapporti con il Padova. Quanto costerà tale progetto a Cestaro e Penocchio? Una cifra oscillante fra i 6 e i 7 milioni di euro, poco meno della metà del deficit registrato l’estate scorsa, vicino ai 14 milioni (13.8, secondo alcuni, per l’esattezza). Il cavaliere se ne farà carico per la gran parte, ma le garanzie esibite da Penocchio sarebbero state decisive per giungere all’auspicato “via libera”. Per quanto riguarda il nome e lo scudo dell’Acp 1910, non dovrebbero esserci più problemi, una volta ottenuto l’assenso all’accordo con i creditori, per la restituzione al Comune, che lo darà in comodato d’uso gratuito a Bergamin e Bonetto, i fondatori della nuova società.