Fonte: Gazzettino, Andrea Miola
Lo scorso dicembre, alla cena degli auguri di Natale, la squadra biancoscudata regalò ai due soci del Padova una bottiglia «magnum» di champagne con la speranza, parole testuali di capitan Cunico, «di aprirla il 10 maggio». «Meglio se prima» replicò Giuseppe Bergamin e i giocatori hanno fatto in tal senso il loro dovere, conquistando la promozione in Lega Pro con tre giornate di anticipo. Ma che fine ha fatto quella bottiglia? «È ancora in sede – risponde il presidente – e dobbiamo preoccuparci di metterla in fresco. Volevo effettivamente aprirla prima, ma non l’ho portata a Legnago e domenica sarà il giorno giusto, indipendentemente dal risultato che sarà comunque positivo». In quella serata, che precedeva lo scontro diretto, il Padova aveva un vantaggio di cinque punti sull’Altovicentino. In due giornate, a causa di altrettante sconfitte, ci fu il sorpasso dei concorrenti che invece domenica arriveranno all’Euganeo attardati di 15 punti. Se lo sarebbe mai aspettato? «Mai lo avrei pensato e m’immaginavo un lungo testa a testa; noi siamo andati bene e loro hanno fatto meno rispetto alle potenzialità».
Il tutto nonostante l’immeritato ko del Padova all’andata: «Vincendo avremmo potuto quasi ammazzare il campionato, ma va bene anche così. In campo, pur sconfitti, ci siamo resi conto di essere più forti e al tempo stesso, quelle due defaillance invernali (l’altra nella gara successiva a Mogliano, ndr) ci hanno fatto capire che mai bisogna mollare». Ma dentro di sè quando si è convinto che l’apertura dello champagne era imminente? «A un certo punto abbiamo deciso di vincere e la gara che per me ha spostato l’ago della bilancia è stata quella vinta in extremis con il Montebelluna, che seguiva proprio i due ko; poi, infatti, la squadra ha viaggiato a regime». Tifosi, record da battere, rivalità. C’è un motivo particolare per cui vorrebbe i tre punti anche domenica? «Anche una volta promossi, i giocatori hanno continuato a cercare la vittoria e, indipendentemente dall’avversario lo spirito dovrà essere questo, per soddisfazione loro e della gente».
«Con l’Altovicentino non c’è da vendicare chissà cosa e non c’è spirito di rivalsa. Ecco perché sono convinto che all’Euganeo nei confronti del presidente Dalle Rive ci sarà al massimo un pizzico di ironia; lui è preparato e saprà accoglierla. È un appassionato di calcio che ha messo tante energie e fatto bene. Senza di noi avrebbe vinto e spero possa salire attraverso play off e ripescaggi». Uno sguardo al futuro: «Non credo ci sarà questa settimana un consiglio di amministrazione, ma gli incontri tra noi sono costanti e non necessitano di una formalizzazione». I prossimi passi? «per la Lega Pro serve in primo luogo un’organizzazione generale all’altezza; poi si fa un’analisi sulle forze per sostenere il campionato. Se questo sarà tranquillo o con obiettivi importanti, dipenderà dal bilancio preventivo». E dunque da sponsorizzazioni e possibili nuovi soci: «Sul primo fronte stiamo lavorando su varie possibili tipologie e faremo sicuramente bene. Quanto ai soci, si deve colloquiare con persone che condividano e abbraccino il progetto. Con che risposte? Come sempre, sono ottimista e qualcosa di buono verrà fuori».