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Ore 23.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Mi dispiace per il risultato, perché, come avevo detto prima della partita, ci tenevo a finire con una vittoria». Com’è logico, Michele Serena non fa drammi, per l’ininfluente sconfitta con la Pro Patria. Ma nemmeno può accettare a cuor sereno l’1-2 nell’ultima gara interna stagionale del suo Venezia. «Nel primo tempo la squadra non mi è piaciuta per niente, essendo scesa in campo troppo molle. Il secondo tempo è andato assolutamente meglio, ma, pur avendo cercato fino in fondo di recuperare almeno il pari, non siamo riusciti a finire la stagione in casa con un altro risultato. So bene come vanno le cose: alla fine, sono le motivazioni a fare la differenza e loro ne avevano più di noi». Accantonata la disamina tecnica, Serena ci tiene in particolare ai ringraziamenti, rivolti in particolare alla curva. «So di essere uno di loro che, anche se non era semplice, non importa se in tanti o in pochi, ci hanno sempre sostenuto, senza mai nessuna uscita fuori luogo». E poi, sottolinea come la partita abbia riservato il giusto premio per Hottor e per i ragazzi delle giovanili, nello specifico Marton e Callegaro, che hanno avuto l’occasione di esordire in prima squadra. «Edmund, dopo aver sofferto tanto tempo, allenandosi spesso da solo, da un mese è con noi e, pur non essendo ancora pronto, è finalmente sulla via della guarigione: sono stato contento di dargli questi minuti in campo. Così come mi piace aver premiato il lavoro del settore giovanile, schierando questi ragazzi, che molte volte sono stati aggregati alla prima squadra, permettendoci di lavorare al meglio». Il ritorno in campo Edmund Etse Hottor, appunto, è stata una delle note liete del pomeriggio. «È finito l’incubo», ammette il centrocampista ex Nocerina. Che aggiunge: «Questo momento l’aspettavo già da un pò: è stato solo in parte come mi aspettavo, perché speravo di finire in maniera diversa. Ma è stato comunque emozionante: dieci minuti mi sono bastati, perché le gambe hanno girato, ma non so per quanto l’avrebbero fatto ancora».
Ore 23.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Una questione di motivazioni. Così Michele Serena legge il ko del Venezia, sconfitto al Penzo dalla Pro Patria per 2-1. Non è bastato caricare il match di significati, a cominciare dai punti in palio per qualificarsi in Coppa Italia: «Di fronte avevamo una squadra che si giocava la retrocessione diretta, o l’accesso ai playout. In questo caso le motivazioni fanno la differenza». Nella partita di congedo ai propri tifosi — 1500 sugli spalti grazie al prezzo promozionale dei biglietti — gli arancioneroverdi sono finiti sotto dopo 20 minuti, a causa di un rigore provocato da un fallo di Dell’Andrea su Bovi e trasformato da Serafini. Il raddoppio al 36’ (punizione di Candido deviata dalla barriera) ha di fatto chiuso il match. «Non mi è piaciuto il primo tempo – ricorda il tecnico – speravo di finire in casa con una vittoria. Ringrazio la curva e tutti i tifosi, so di essere uno di loro: li ringrazio perché tanti o pochi ci hanno sempre sostenuto». Nella ripresa la squadra aveva reagito, spinta soprattutto da capitan Legati che, al 29’, era riuscito ad accorciare le distanze. Nel finale, mister Serena aveva poi fatto esordire i giovani Marton e Callegaro, ma anche Edmund Etse Hottor, alla «prima» in arancioneroverde dopo aver trascorso tutta la stagione a bordo campo a causa del lungo infortunio, mentre nella stagione precedente era rimasto fermo a causa della squalifica conseguente ai fatti di Salernitana-Nocerina. «E’ stato un rientro emozionante per me dopo l’infortunio e la squalifica — dice il diretto interessato — certo speravo di finire in modo diverso. Ma la squadra ci ha messo cuore e anima». Era dal 21 febbraio scorso che il Venezia non perdeva in casa e se nel girone di andata erano stati ben cinque i ko casalinghi, in quello di ritorno gli arancioneroverdi hanno perso solo con Pro Patria e, appunto in febbraio, con il Real Vicenza. Fermo a 45 punti, il Venezia non ha ancora del tutto chiuso il discorso qualificazione in Coppa Italia, almeno sulla carta: il nono posto è occupato dalla Torres che ha 47 punti e può essere ancora superata (giocherà in casa con il Renate), ma anche raggiunta avendo la differenza gol favorevole, così come la Cremonese (sempre a 47 ). In lotta c’è anche il Mantova, undicesimo con 46 punti. Servirebbe una vittoria e domenica prossima, ultima di campionato, il Venezia andrà a fare visita all’Alessandria che è in piena lotta promozione: con 64 punti è infatti quarta, posizione che vale i playoff, ma con gli stessi punti c’è anche il Como e un passo falso potrebbe anche precludere ai piemontesi l’accesso agli spareggi per andare in serie B.
Ore 22.50 – (La Nuova Venezia) Undici minuti in campo possono significare poco, in termini temporali, ma moltissimo se si guarda a come Edmund Hottor ha vissuto la sua ultima stagione con la maglia del Venezia. Venerdì il giocatore ghanese ha esordito in campionato con la maglia arancioneroverde. Un esordio arrivato alla penultima giornata, quando invece il 21enne di Accra e la società avrebbero sperato che le cose andassero in maniera molto diversa. Si sapeva che la squalifica maturata dai tempi in cui giocava alla Nocerina non lo avrebbe reso disponibile sin dalla prima giornata nell’agosto scorso, ma poi gli infortuni si sono accaniti e Serena solo l’altro ieri contro la Pro Patria gli ha potuto regalare qualche minuto in campo. «Sono felice e molto più di quanto possa sembrare» quasi confessa Hottor, «aspettavo già da un po’ di poter esordire ed è stato molto emozionante. Pensavo che questa stagione sarebbe stata diversa, invece tra squalifica e infortuni mi sono ritrovato all’1 maggio senza aver toccato il prato con i tacchetti. Mi spiace aver perso contro la Pro Patria perché la squadra ha messo l’anima e mi sarebbe piaciuto esordire con un altro risultato, però siamo stati anche sfortunati. Diciamo che questi primi undici minuti in campo mi sono bastati, per ora. Le gambe giravano e poi posso solo essere felice di aver concluso un percorso lungo e difficile sulla via del recupero». In luglio Hottor aveva iniziato la preparazione, poi aveva giocato qualche scampolo di amichevole. «A Venezia ero arrivato con la voglia di spaccare il mondo» aggiunge, «invece mi sono trovato ad affrontare mesi durissimi per rimettermi in sesto. L’infortunio è stato molto grave e mai in passato mi era capitata una cosa del genere. Il recupero è stato duro, la fisioterapia ha richiesto impegno e pazienza ma ora è finita. Ho perso una stagione, però non è stato un anno buttato via. Solo che non ho avuto la possibilità di dimostrare il mio valore in campo. Sono concentrato al futuro, al ricominciare al meglio, e spero ad Alessandria di trovare un altro po’ di spazio. Il resto lo vedremo poi con il mercato estivo e con le opportunità che mi si presenteranno». Mercoledì prossimo Hottor compirà 22 anni, e anche se manca solo una partita alla fine del torneo manifesta tutto il suo attaccamento alla squadra. «In campo ho potuto fare poco, ma da fuori ho sempre cercato di stare vicino ai miei compagni. Dalla tribuna il campionato è stata una sorta di altalena per noi, a volte con buoni periodi e vittorie, altri in calo con alcune sconfitte che non meritavamo. Poteva andare meglio, certo, perché la squadra è buona. In questo momento penso alla salvezza conquistata e a ringraziare di cuore chi mi ha aiutato: la famiglia del mio procuratore, l’allenatore che mi ha aspettato, lo staff sanitario del Venezia e i medici della clinica dove sono stato in cura».
Ore 22.30 – (Giornale di Vicenza) Marcolini è contento. «Sono contento soprattutto per i ragazzi. Eravamo arrivati ad un momento in cui si continuava a lavorare bene, ma non riuscivamo a fare punti, oppure ne facevamo troppo pochi, di conseguenza c´era un pò di scoramento e sono felice che ritrovino la gioia della vittoria. Ma mi fa piacere anche per la società, il presidente ci teneva moltissimo e con questo risultato ci siamo assicurati un posto nella Tim Cup del prossimo anno che è comunque un traguardo prestigioso per una società così giovane». «Ultimamente ero un pò nervoso perché si rischiava di buttar via il bel lavoro che abbiamo fatto quest´anno. Questi tre punti ci risollevano in classifica. Non ho rimpianti per questa stagione, ma quando ci si trova così a ridosso delle primissime posizioni per un girone è normale che poi dispiaccia staccarsi, però è anche vero che eravamo all´esordio in categoria, alla fine c´è da essere contenti». Torna a sorridere anche Marco Cristini, che sigla il suo settimo gol stagionale. Una stagione, quella del centrocampista biancorosso, a due facce: «dopo il girone d´andata straordinario per tutti, abbiamo avuto un calo generale di cui ho risentito anche io a causa di alcune vicissitudini. Vivo per segnare anche se non sono un attaccante, sono contento di essere tornato al gol».
Ore 22.20 – (Giornale di Vicenza) Partita non molto emozionante quella andata in scena venerdì al Menti, ma non si può dire che le due squadre non si siano date battaglia. Il Real Vicenza è sceso in campo determinato, con la voglia di far sorridere il proprio pubblico. A dire il vero in tribuna a farla da padrone erano i colori neroverdi dei ramarri, giunti in circa 150 a Vicenza. Primo tempo sicuramente più divertente. Il biglietto da visita della coppia Dalla Bona-Bruno è da applausi e è anche l´azione più bella della partita: dopo 4´ il centrocampista regala una splendida palla a Bruno che la gira al volo, Careri si supera e gli dice di no. Al 29´ Pordenone vicinissimo al gol con la punizione di Fortunato dalla sinistra per Maracchi: la mezzala incorna di testa e la palla finisce contro il palo basso esterno. Sul finale è un botta e risposta di belle punizioni: prima è Fortunato a impensierire Bonato, ma è fuori di un niente; al 42´ ci prova anche Margiotta su calcio piazzato, ma Careri ci mette ancora una pezza. Secondo tempo meno bello, poche le occasioni, ma alla mezz´ora sono gli ospiti ad avere la palla-gol più nitida: Maccan riparte in contropiede, scivola Pavan, palla a Franchini che è solo, ma perde l´attimo vincente e fa partite un inutile tiro-cross che si perde sul fondo. Marcolini cambia la coppia d´attacco: fuori Bruno (che ha preso una bella botta, ma niente di preoccupante) e Margiotta per Bardelloni e Gomes. Ed è da loro che parte l´azione del gol che arriva al 90´: Chiarello dà una splendida palla dentro a Gomes, che lascia sul posto Ferrani e conclude, ma sulla traiettoria c´è il solito Careri che respinge; poi però nulla può sulla conclusione di Cristini che realizza il gol-partita. Nel recupero il Real ringrazia san Bonato, decisivo su una punizione di Migliorini e sulla ribattuta di Ferrani. Sul finale Cristini vicino alla doppietta.
Ore 22.10 – (Giornale di Vicenza) Potrebbe sembrare una vittoria insignificante. E invece, per Marcolini, i tre punti conquistati contro il Pordenone hanno il sapore del riscatto. Dopo otto partite in cui i biancorossi hanno incassato quattro sconfitte e conquistato quattro pareggi che sono sembrati però più due punti persi che un punto guadagnato, vedendo scappare la possibilità di andare a giocarsi la promozione in serie B con le migliori della classe, torna il sorriso in casa Real Vicenza. Sorriso che vuol dire entusiasmo, positività, ma che a conti alla mano vuol dire anche Tim Cup. Con i tre punti di venerdì, infatti, il Real Vicenza si porta a quota 51, a più quattro dalla nona posizione, ultimo posto utile per andarsi a giocare la Tim Cup nella prossima stagione. Dopo un´andata stellare durante la quale il Real aveva sognato in grande, Diquigiovanni e i suoi hanno dovuto ridimensionare i propri obiettivi ma, a una giornata dal termine della stagione, centra un risultato importante per una matricola della categoria. Un risultato che sembra aver riportato il buon umore e che significa molto anche in ottica futura. Dopo la partita di venerdì ha preso parola anche Barbara Diquigiovanni, commentando questo tormentato finale di stagione del Real. «La vittoria contro il Pordenone riporta sicuramente un po´ di serenità, per come vive mio papà il calcio, finire l´andata nei primi posti per poi perdere posizioni in fretta, non è facile. Non nascondo che durante quest´anno ha anche pensato di mollare. Ma il ritorno di Marcolini è stato positivo per lui, credo ci possano essere buone possibilità, soprattutto dopo questo risultato, di portare avanti il rapporto con il mister. Ma al momento non c´è nulla di certo, ne parleremo a fine campionato». Un´altra questione di cui si vocifera è la possibilità che l´hanno prossimo il Real Vicenza abbandoni il Menti: «Nelle prossime due settimane – commenta Barbara Diquigiovanni – dovremo arrivare ad una decisione. Stiamo cercando una soluzione che possa portarci benefici: vorremmo riuscire ad avere più seguito, ma se non troveremo nulla di meglio resteremo qui». Ad una giornata dal termine, più di qualcosa bolle nella pentola del Real.
Ore 21.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Adesso si fa dura. Lo 0-0 a Monza complica maledettamente la corsa alla promozione diretta in serie B del Bassano, raggiunto dal Novara e in svantaggio negli scontri diretti in testa alla classifica del girone A di Lega Pro. Un venerdì da dimenticare, per Antonino Asta, che ha visto i suoi sprecare almeno tre ghiotte occasioni per espugnare il Brianteo. Il tutto mentre i piemontesi hanno battuto l’Arezzo 1-0 ottenendo quanto volevano. Se il Novara espugnerà Lumezzane all’ultima giornata avrà la certezza della B indipendentemente dal risultato del Bassano in casa col Feralpisalò. A Monza è stato pareggio con il festival delle occasioni mancate: De Lucia super nel primo tempo su Cenetti e nella ripresa su Cattaneo ma l’occasione più nitida capita al 40’ della ripresa a Pietribiasi che spreca. Asta si dispera e adesso vede più lontana la promozione diretta. Resterebbero comunque i playoff per salire in B, ma mancano 90 minuti e tutto può succedere. Serve una vittoria senza che il Novara faccia bottino pieno, oppure un pari con contemporaneo ko dei piemontesi a Lumezzane. «Purtroppo il destino non è più solo nelle nostre mani — sospira Antonino Asta — ma non ci arrendiamo di certo. Non so se ce la faremo ma ci proveremo fino all’ultimo, questi ragazzi stanno facendo qualcosa di straordinario. A Monza ci è mancata un po’ di fortuna e abbiamo sbagliato qualche occasione nitida. Peccato, ma dobbiamo rimboccarci le maniche e lottare fino all’ultimo». A Novara si respira un clima di grande fiducia dopo il successo sull’Arezzo. «Ci sono ancora 90 minuti – spiega l’allenatore Domenico Toscano – per coronare un sogno che la città merita. Auguro a questi ragazzi di portarsi a casa il campionato per come hanno interpretato tutto l’anno, adesso abbiamo a disposizione una settimana per preparare al meglio la gara più importante dell’annata. Dobbiamo trascorrere questi giorni pensando a quello che potrà essere un minuto dopo la fine della partita di Lumezzane ma dobbiamo rimanere concentrati».
Ore 21.40 – (Giornale di Vicenza) «Ma come si fa a sbagliare un´occasione così? Da un metro….». Renzo Rosso è incredulo, quasi sgomento. Al triplice fischio di Baroni non si dà pace, ancora negli occhi la golosissima chance gettata alle ortiche da Pietribiasi al novatesimo spaccato che avrebbe potuto spalancare la storia dinanzi al soccer team. Un tifoso del Monza a fianco della tribuna d´onore lo avvicina, vuole fargli i complimenti e gli stringe la mano. Renzo Rosso ricambia, poi però ha un moto d´orgoglio. «Ma dai, cosa serve a voi questo punto….?». Il tifoso, colto in contropiede, balbetta qualcosa, ma mr. Diesel se ne va inviperito. Stefano Rosso invece è pietrificato. Resta immobile sulla poltroncina, lo sguardo fisso al campo ormai vuoto. Fatica a trovare le parole il presidente perchè non ci sono parole. Poi non si nasconde dietro un dito ed è diretto come suo solito. «Questa era la partita, qui dovevamo vincere. Ora ci proviamo lo stesso e al limite dritti fino in fondo anche ai playoff», ma si nota lontano un chilometro che sta compiendo un sacrificio indicibile per non urlare al mondo la sua amarezza e restare tra le righe. Più tardi, sulla via del ritorno, incontrerà in autogrill alcuni supporter giallorossi al seguito e stirerà un sorriso, più di facciata che per reale convinzione, cercando ugualmente di rintracciare positività in questa volatona per la B al momento compromessa. Vicino a lui il vicepresidente Roberto Masiero è una maschera di delusione e anche il vicesindaco Roberto Campagnolo, in tribuna al Brianteo è impietrito dallo sconforto, in piedi a osservare il nulla. Così ci prova Tonino Asta, acclamatissimo dalla sua vecchia curva, a scorgere un raggio di luce. «Anche se è difficilissimo, l´ultima giornata è decisiva – sottolinea – non è detto che come il Monza ci ha complicato la vita non possa riuscirci il Lumezzane col Novara, tantopiù che i bresciani si giocano in casa il piazzamento in griglia playout. Ecco, credo sia ancora tutto possibile, semmai l´unico vero rammarico è che non siamo più padroni del nostro destino. Ma in ogni caso vediamo di vincere domenica al Mercante con la Feralpi Salò che non regalerà niente. E alla peggio ci prepareremo per i playoff che vogliamo tentare di sfruttare al meglio. Dai, è ancora tutto aperto». Va sul match don Tonino. «Mi è dispiaciuto per i miei giocatori che alla fine erano abbattuti e stravolti – confessa – la nostra gente venuta fin qui a sostenerci l´ha capito e li ha applauditi a lungo alla fine e li ringrazio per questo. Abbiamo dato tutto ciò che avevamo costruendo almeno quattro nitide opportunità, senza però mai pescare la zampata risolutrice sottoporta, l´unico particolare che è mancato». Quasi tutto.
Ore 21.30 – (Giornale di Vicenza) Più che un film della partita un lungo incubo che riviviamo sequenza per sequenza neppure troppo volentieri. Il Monza che recupera Martinez al centro della retroguardia ripresenta tra i pali il veterano De Lucia, in dubbio sino al riscaldamento e il suo rientro sul filo di lana oltre a essere per i virtussini un pessimo presagio si rivelerà determinante. Già poichè la sua paratona al 25´ (tuffo all´angolo a sventare una sassata su punizione di Furlan) è il segnale che l´ex portiere di Parma e Livorno in A a 37 anni sa ancora come si fa e che soprattutto è perfettamente guarito. Dieci minuti dopo fa pure di meglio: combinazione sull´asse Furlan-Nolè, irruzione in area di Cenetti che batte a colpo sicuro e di nuovo c´è De Lucia a murarlo col suo corpaccione. Nel frattempo il Monza dopo 20 minuti, intuito che aria tirava, si era messo a cinque in terza linea ridisegnando il modulo con un 5-3-2 a spiccata propensione difensiva e tutti dietro la linea della palla. Della serie: ora provateci voi a sfondare il bunker se ci riuscite. E comunque due limpide occasioni contro zero nel conto attivo del Bassano a metà del guado, molto meglio di niente. Nella ripresa Iocolano di capoccia al 2´ e Nolè in girata all´11´ portano alcune fervide minacce, poi finalmente anche il Monza si decide di mettere il nasino fuori dall´uscio e dopo un´ora di contesa dimostra di stare al mondo: palla avvelenata di De Vita che Rossi addomestica in qualche modo. Asta rimodella i suoi con un assetto iperoffensivo (fuori Proietti e dentro Cattaneo) con 5 uomini d´attacco (Cattaneo, Iocolano, Nolè Pietribiasi e Furlan) e un centrocampo a due con Cenetti uno e trino e teoricamente Furlan che ovviamente appena può spinge. Sulle prima è una scelta che paga subito dividendi alti: al 23´ Cattaneo sfodera una volèe mancina che pare destinata al sacco e che invece il solito De Lucia storna da califfo. Sulle seconde però apre praterie sconfinate per le ripartenze brianzole, le squadre fatalmente si allungano e la gara diventa una mano di dadi col destino. Asta al posto di Semenzato si gioca il panzer Maistrello dopo due mesi e mezzo spesi in riparazione, sesta pedina in avanti e con questo format sbilanciatissimo Rossi si immola in uscita su Bernasconi al 33´, prende un colpaccio e deve lasciare. Don Tonino che aveva già pronto Davì per riequilibrare un minimo il contesto fa a pugni con la copertura della panchina per la rabbia, entra Grandi e eppure il cuoio che spacca arriva al 90´ secco: Nolè scodella una palla deliziosa che Pietribiasi da un metro e a porta vuota incoccia di stinco sul fondo.
Ore 21.20 – (Giornale di Vicenza) Quando al 90´ Pietribiasi, che a fianco aveva Cattaneo, su quel pallone con impressa la scritta basta spingere, impatta male di stinco e lo accompagna incredibilmente fuori, Asta stramazza steso al suolo in campo, davanti alla sua panchina come colpito da una revolverata. Lungo sul prato, la faccia schiacciata sul terreno. Ci rimarrà diversi secondi, non uno soltanto, incredulo ed esterrefatto. È lo spietato e surreale instant-movie dell´annata giallorossa con l´errore del Condor che andrà ad alimentare la già ricca aneddotica virtussina, infarcita di mille episodi simili, dalla sanguinosa palla persa di Pupita, in campo da 30 secondi nel 2007, che è costata il playoff col Lecco di Sannino, al rigore mancato di Roby Rondon l´anno seguente che ha negato il salto in C1 col Portogruaro. Oppure il gol fallito di Lorenzini nel 2009 che ha cancellato lo spareggio col Giulianova. O la rete ingiustamente annullata a Galabinov nel 2011 col Piacenza che ha vanificato la corsa salvezza in C1. Solo che la ciccata del malcapitato Pietribiasi (sin qui eroe dell´area) pesa molto di più di tutto quanto il resto: aveva la B in palio, una storica serie B. E il volto del centravanti, bianco come un lenzuolo, mentre in auto l´altra sera sotto la pioggia, dopo il rientro in bus da Monza, lasciava il Mercante per tornare a casa, era eloquente e significava più di qualunque parola. Certo, rimane un remoto salvagente domenica prossima: battere la Feralpi Salò al velodromo e confidare che il Novara non vinca (è sufficiente anche un pari) col Lumezzane, poichè in caso di arrivo in parità salirebbero al piano di sopra i piemontesi in vantaggio negli scontri diretti. Paradossalmente ai boys Diesel potrebbe persino bastare un pareggio col Feralpi se Novara schiantasse a Lumezzane dinanzi ai valgobbini in lotta per un miglior piazzamento nella griglia playout. Tutto ciò oggi pare fantascienza agli occhi del popolo giallorosso che quando è andato a raccogliere le maglie lanciate dai ragazzi a fine partita ha incrociato gli occhi gonfi di lacrime di capitan Iocolano, scoppiato in un pianto a dirotto e gli sguardi affranti di tutti gli altri. Ma Asta, instancabile motivatore, ha già suonato la carica in vista del duello col Feralpi.
Ore 21.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Finisce con Di Gennaro che al triplice fischio dell’arbitro Gavillucci di Latina crolla a terra: disperato e stanco, consolato dai compagni che lo aiutano a rialzarsi. Poi, mentre gli altri vanno sotto la curva a ringraziare i fantastici tifosi della sud, che sempre hanno sostenuto per tutto il match la squadra, se ne va a capo chino, inconsolabile, verso il tunnel che porta agli spogliatoi. E’ questa, forse, l’immagine che meglio di altre e meglio di tante parole spiega lo stato d’animo dei circa diecimila tifosi accorsi al Menti per la partita che opponeva la squadra di Marino alla Virtus Entella. Si pensava e si sperava di poter vivere un esaltante pomeriggio di calcio e invece tocca fare i conti con un brusco e violento risveglio, che proprio per questo fa ancora più male. Un risveglio che sa di resa, almeno per quanto riguarda l’inseguimento al secondo posto, l’ultimo che porta direttamente in serie A. Una gara difficile contro la Virtus Entella, una gara che ha evidenziato come il Vicenza abbia sofferto in maniera inimmaginabile le tre partite in una settimana. In questo momento la squadra è in chiaro debito di ossigeno, la lunga ed esaltante rincorsa si sta facendo sentire e sembra che più di qualcuno tra i giocatori non ne abbia davvero più. Adesso l’obiettivo primario resta quello di difendere con i denti e con le unghie la posizione, perché se playoff devono essere, è importantissimo evitare il primo turno e rifiatare per ritrovare la freschezza atletica di qualche settimana fa. E quando le cose decidono di girare per il verso sbagliato poi quasi sempre succede che le sfortune capitino tutte assieme. Alle squalifiche di Cocco e di Ragusa ci sono da aggiungere pure l’indisponibilità di Brighenti per infortunio e il fatto che Manfredini e’ in campo ma non al meglio. Per contro mister Marino recupera D’Elia mentre Cinelli rientra dal turno di squalifica. Formazione ampiamente rimaneggiata con la linea difensiva che vede la coppia centrale composta da Gentili-Manfredini. Centrocampo formato dai «titolarissimi» e in avanti Petagna sostituisce il bomber Cocco. Prima dell’ingresso in campo delle squadre al piccolo Andrea Groppo, il tifoso dodicenne ferito nell’attacco al pullman dei tifosi biancorossi a Brescia, martedì sera, viene regalata una maglia personalizzata con il numero 10 e una numero 21 autografata da Davide Di Gennaro. Si parte e dopo 44 secondi Laverone ruba palla al limite dell’area a Ligi, si invola e prova a sorprendere Paroni sul primo palo ma l’estremo difensore è attento e blocca la sfera. E’ uno squillo destinato a rimanere isolato perché il Vicenza fatica molto, segno che la sconfitta di Brescia ha lasciato scorie fisiche e ancor più mentali non ancora assorbite. L’Entella si difende a pieno organico e per i biancorossi trovare varchi non è facile, anche perché il ritmo non è di certo forsennato. Sussulto al 21’ con Cutolo che dalla distanza prova a sorprendere Vigorito, poi un minuto più tardi replica di Cinelli con una conclusione dai 25 metri alzata in angolo da Paroni. Al 24’ paratona di Vigorito, in tuffo plastico buono anche per la foto ricordo, sul colpo di testa di Masucci ben pescato a centro area. Al 34’ D’Elia vede il proprio tiro rimpallato da Battocchio che per poco non si trasforma in un beffardo autogol. Il primo tempo è tutto qui, decisamente poco emozionante. Nella ripresa con l’ingresso di Vita per uno spento Laverone al 12 minuto la partita del Vicenza prende una vivacità maggiore: squadra più tonica e meno prevedibile: Aumenta la pressione della squadra biancorossa nella area dell’Entella, si accendono dei gran mischioni che però sortiscono il solo effetto di far restare i tifosi con il respiro bloccato. Al 25’ tocco di Giacomelli per il colpo di testa di Petagna che finisce di pochissimo a alto. Al 37’ punizione per il Vicenza; ci prova Di Gennaro, la posizione è la sua ma la palla finisce di pochissimo fuori, dando ai tifosi più lontani l’impressione della rete. Sul finale Cutolo prova lo scherzetto, ma per fortuna la sua conclusione da buona posizione viene rimpallata in calcio d’angolo. In pieno recupero l’ultima occasione per il Vicenza; calcio di punizione da posizione centrale e poco fuori dalla linea dell’area. Sul pallone di Gennaro e Moretti, la precisione o la potenza. Calcia il primo, la barriera respinge e poi l’azione si spegne come si spengono le ambizioni del Vicenza. Intanto il lanciatissimo Frosinone batte il Bologna e fugge mentre lo Spezia, prossimo avversario dei biancorossi, rulla il Brescia in casa. Niente da dire, ci sarà da soffrire.
Ore 20.40 – (Giornale di Vicenza) Hanno finito la gara stremati i biancorossi e chi è salito in sala stampa per le interviste aveva ancora il volto segnato dalla fatica. Matteo Gentili, il difensore centrale tornato titolare per l´infortunio dell´ultima ora subìto da Nicolò Brighenti, lo ammette: «Sì, siamo stanchissimi, abbiamo dato tutto quanto potevamo ma purtroppo non è bastato e portiamo via solo un punto, l´unica consolazione è che non ci possiamo rimproverare niente». Proprio il suo reparto, la difesa, sarà falcidiato dalle assenze nella trasferta di sabato a La Spezia, anche lei nel finale si toccava spesso dietro la gamba, come sta? «Per fortuna era solo stanchezza, era da qualche gara che non giocavo e dunque verso la fine ne ho risentito un po´, per il resto sì avremo Manfredini e Sampirisi squalificati, Brighenti vediamo come andrà, D´Elia si è fatto male di nuovo, però non c´è altra strada se non stringere i denti, si sa che fa parte del gioco incappare in un situazioni del genere». Potrebbero essere assenze pesanti. «Ma no, chi è entrato quando ce n´è stato bisogno ha sempre fatto il suo dovere, meno male che adesso abbiamo una settimana intera davanti per preparare la partita con calma e come sempre chi scenderà in campo darà tutto per cercare di portare a casa i tre punti». Vista la stanchezza con cui avete chiuso la gara, ce la farete a recuperare per la trasferta a Spezia? «Sicuramente sì». Tornando a questi ultimi tre incontri, forse ci si aspettava poteste raccogliere più punti visto che si trattava di affrontare squadre che lottano per non retrocedere. «Non è che si dice tanto per dire quando si afferma che non esistono partite facili, anche loro hanno un obiettivo molto importante ed è ovvio che sono squadre che si chiudono molto. Con il Varese siamo riusciti a segnare su palla inattiva, stavolta non ci è riuscito, certo il rammarico c´è ma dobbiamo guardare avanti».
Ore 20.30 – (Giornale di Vicenza) Stefano Giacomelli sperava di riuscire a regalarsi un gol decisivo per festeggiare insieme ai tifosi del Menti i 25 anni compiuti giovedì. Purtroppo nemmeno i suoi dribbling sono bastati per superare la difesa dell´Entella: «Ci abbiamo provato fino al novantacinquesimo, spinti da un pubblico che non ha mollato mai proprio come noi, ma usciamo da questa partita con un solo punto e i due che perdiamo sono molto pesanti – commenta l´attaccante -. A fine partita in spogliatoio c´era tanta delusione, ma adesso dobbiamo farcela passare in fretta: abbiamo il dovere di crederci, perché 4 punti di ritardo sul Frosinone possono sembrare tanti ma basta nulla per riaprire tutto, soprattutto con lo scontro diretto da giocare al Menti all´ultima giornata». Con il rientro di D´Elia, la corsia sinistra era tornata a funzionare nel modo migliore. «Infatti la cosa che mi rammarica di più in questo incontro, oltre al risultato, è proprio l´infortunio di Sasà: è il terzo che gli capita in un mese e mezzo, spero possa rientrare presto perché per noi è un giocatore importantissimo». Siete sembrati stanchi. Pagate la lunga rincorsa? «Più che altro paghiamo la terza partita in una settimana, come ci era già accaduto in questo campionato. Adesso per fortuna avremo una settimana intera per preparare la sfida di La Spezia, dove noi siamo determinati a vincere». Il Vicenza, quindi, non ha finito le energie? «No. Anche in questa partita, se ci fate caso, abbiamo premuto ancora di più nel secondo tempo. Certo, negli ultimi minuti siamo calati, ma perché era la terza partita ravvicinata e anche stavolta abbiamo sviluppato tanto gioco sulle fasce, spendendo molto. Magari siamo stati meno incisivi rispetto ad altre partite, abbiamo creato meno palle gol, e su questo vedremo di migliorare in settimana». Lo Spezia arriverà alla prossima partita sulla scia dell´entusiasmo: cercherà la vittoria per agganciarvi in classifica «Personalmente preferisco incontrare un avversario come loro, determinati a vincere a tutti i costi: almeno non si chiuderanno a riccio come hanno fatto molte squadre contro di noi in queste ultime partite. E poi a La Spezia ho un bel precedente personale, visto che proprio in quello stadio ho segnato il mio primo gol con la maglia biancorossa: sarebbe importantissimo se riuscissi a farne un altro sabato prossimo».
Ore 20.20 – (Giornale di Vicenza) Non è finita come si sperava alla vigilia: l´Entella porta via un meritato pareggio e il Vicenza chiude la settimana di fuoco con un bottino inferiore alle aspettative. Il d.g. Andrea Gazzoli sembra aver diviso la stanchezza con i biancorossi tanto pare affaticato e ammette: «È stata dura senza dubbio, anche perchè ci si sono messi altri problemi di mezzo». Ad esempio? «L´infortunio di D´Elia ha forzato un cambio e non è cosa di poco conto perchè a questo punto del campionato e alla terza gara in otto giorni le energie sono importanti e poter avere la disponibilità di scegliere chi cambiare pesa». La difesa nella prossima gara sarà falcidiata: squalificati Manfredini e Sampirisi, infortunati Brighenti e D´Elia. «Purtroppo capita che un reparto venga colpito in modo particolare ma è proprio ora che si dovrà essere bravi tutti, soprattutto chi ha giocato meno, a farsi trovare pronti». I giocatori sembrano particolarmente affaticati. «Intanto si vede che l´Entella sta bene e noi senza dubbio abbiamo sbagliato un po´ di più rispetto al normale, così come si sapeva che si sarebbe potuto pagare un po´ la fatica». Si è creato pochissimo in attacco. «Siamo andati vicino al gol 2-3 volte però alla fine non siamo stati incisivi, comunque non si può fare nulla se non accettare il verdetto del campo e girare pagina». Adesso due trasferte di fila a La Spezia e a Livorno. «Sì ma l´importante è che ce la giochiamo fino alla fine, poi, ripeto, sarà fondamentale che adesso chi ha giocato meno dia un contributo importante di energie, come ad esempio ha fatto Vita». C´è chi teme la panchina corta del Vicenza. «Ma no, abbiamo tanti giocatori bravi, Gentili ad esempio ha fatto una buona gara, così come Garcia Tena è entrato bene, poi ora chi sta meglio fisicamente ha un vantaggio in più rispetto a chi è più bravo e questo vale per tutti».
Ore 20.10 – (Giornale di Vicenza) È toccato all´allenatore in seconda Massimo Mezzini sostituire in panchina il tecnico Pasquale Marino squalificato. Pomeriggio difficile e gara complicata più che dalla bravura dell´Entella dal calo fisico del Vicenza, che ha dimostrato di risentire della terza gara in otto giorni, d´altra parte ci sono giocatori che tirano la carretta senza sosta dall´inizio del campionato. Ed è proprio questo che è stato fatto notare all´allenatore Mezzini appena arrivato in sala stampa. «Che la squadra abbia risentito di essere alla terza alla gara in otto giorni – ha risposto il tecnico biancorosso – ci sta, ma questo vale un po´ per tutti, e però nonostante questo a mio avviso abbiamo disputato lo stesso un buon secondo tempo». Cosa ha trovato di positivo? «Il fatto che i ragazzi hanno cercato sempre di costruire, anche se l´Entella ha pensato soprattutto a difendersi e a ripartire, certo fossimo stati un po´ più lucidi sarebbe stato meglio, ma resto fiducioso». Comunque in alcuni frangenti l´Entella ha dimostrato appunto maggior lucidità rispetto a voi. «Teniamo conto che avevamo alcuni giocatori che non giocavano da un po´ di tempo, però io direi che ci sono state fasi alterne e di sicuro loro non hanno avuto una supremazia di gioco rispetto a noi». In attacco avete costruito molto poco. «Senza dubbio si è fatto fatica però, ripeto, io sono contento del secondo tempo perchè mi è piaciuto che i ragazzi abbiano cercato fino all´ultimo di costruire qualcosa per riuscire a passare. E guardate che non era facile perchè loro pensavano prima di tutto a chiudere gli spazi, in gare così spesso ci vuole la soluzione individuale per passare e purtroppo stavolta non c´è stata». Non è che la sconfitta di Brescia ha lasciato qualche scoria a livello psicologico? «No, semmai le ha lasciate a livello di squalifiche e poi si è aggiunto qualche infortunio, così come si sa che qualche giocatore ha dei problemini. Meno male che da qui alla fine ora avremo settimane regolari di lavoro e questo mi conforta perchè avremo la possibilità di ricaricare le batterie». Vi aspettano due trasferte di fila. «Intanto pensiamo a quella a La Spezia, dove già avremo la possibilità di rimetterci in gioco». Nello spogliatoio che clima si respira? «Senza dubbio c´è un po´ di amarezza perchè tutti volevamo vincerla questa partita, però niente è compromesso e bisogna guardare avanti». A 270´ dalla fine un po´ di conti ormai si fanno. «Beh l´obiettivo è rubare un punto al Frosinone e non perderne altri col Bologna, insomma per me la situazione oggi non è nera come può sembrare. Chiaro che c´è amarezza per questo pareggio in casa nostra, ci sta, ma si sapeva che si sarebbe dovuto lottare fino all´ultimo minuto dell´ultima giornata».
Ore 20.00 – (Giornale di Vicenza) Fiaccato nelle gambe e ancora un po´ tramortito nel morale dalla batosta di Brescia. Pieno di acciacchi: Brighenti fuori per un affaticamento ai flessori, D´Elia costretto a gettare la spugna dopo un´ora, Manfredini e Sampirisi non al meglio. E soprattutto spuntato: Cocco e Ragusa squalificati, Petagna troppo acerbo e mal servito per poter recitare da bomber d´occasione. Così il Vicenza è arrivato stanco ad uno 0-0 di poco sugo con l´Entella, un punto che gli consente si di agganciare al terzo posto il Bologna battuto a Frosinone, ma lo confina con gli emiliani a 4 punti dal secondo posto, da ieri sera saldamente in mano proprio al Frosinone. Insomma l´impressione è che risultati (un punto in 180 minuti contro squadre in lotta per la salvezza) e più ancora le prestazioni delle ultime due gare abbiano allontanato il Vicenza da quel sogno del secondo posto e quindi della promozione diretta che aveva lungamente e meritatamente accarezzato. La squadra di Marino, pure lui in tribuna per squalifica, con il vice Mezzini a dirigere le operazioni dalla panchina, contro un avversario non più che ordinato, attento soprattutto a puntellare anche con il punticino una classifica da playout, non è mai riuscita a prendere davvero in mano la partita, a mettere in serie difficoltà i liguri, a produrre intensità di gioco e forcing offensivo. Il Vicenza ha avuto subito una buona palla sprecata da Laverone addosso al portiere, che nel primo tempo ha poi dovuto parare un tiro centrale di Cinelli e nel secondo neppure quelle, perché la pur generosa offensiva biancorossa ha prodotto l´unica conclusione insidiosa, di testa, di Petagna in tutta la partita e qualche mischia. Il fatato piede di Di Gennaro su punizione stavolta ha solo lambito un paio di volte i legni è così p arrivato lo 0-0 con l´Entella, che quando ci ha provato ha concluso tre volte tra i pali con Masucci, fra l´altro fermato in un´altra occasione da Vigorito con un´uscita bassa un po´ a rischio. L´idea è che forse, al di là di squalifiche e infortuni che molto hanno pesato, la squadra abbia la spia della riserva accesa. Quando ha provato ad accelerare s´e spesso allungata fino a spaccarsi in due, giocando sotto ritmo per restare compatta avrebbe avuto bisogno di una giocata che non ha trovato. Pochi gli spunti nell´uno contro uno sulle fasce, lo scarso movimento senza palla ha offerto scarne soluzioni ai registi, spesso costretti a portare palla o a lanciare lungo. Dopo la brutta controfigura di Brescia, questo Vicenza di ieri con l´Entella è sembrato la copia impolverata di quello brillante di qualche settimana fa. Forse anche un problema di testa, sicuramente di gambe e d´altra parte quando si giocano tante partite con gli stessi 14-15 giocatori il rischio di arrivare con il fiatone c´è tutto. Ora restano tre partite, difficili (trasferte a La Spezia e Livorno e chiusura in casa con il Frosinone) da provare a giocare al meglio con quel che c´è nel serbatoio cercando magari di recuperare un po´ di forze e di convinzione, prima di capire come finirà un campionato che comunque vada, beninteso, è già un grande successo.
Ore 19.40 – (Gazzettino) Il Bari dà una violenta spallata al Cittadella nella corsa verso la salvezza. La matematica lascia ancora intatte le speranze di raggiungere l’obiettivo, ma come ha affermato lo stesso Foscarini a fine gara adesso è realistico pensare ai play out, al possibile spareggio con l’Entella, la squadra più vicina (a tre lunghezze). Ancora una volta decisivi i troppi errori in fase realizzativa: il Cittadella non vince dal 21 marzo (1-0 a Livorno), nelle ultime sette partite ha raccolto la miseria di due punti. Numeri da brividi, ancora più preccupanti se si considera che in cinque partite i granata hanno siglato un solo gol. Mancano adesso soltanto tre partite, due in casa una in trasferta. Sulla carta tutti impegni complicati, ad iniziare dal prossimo quando al Tombolato arriverà il lanciatissimo Frosinone, secondo in classifica, reduce dal successo sul Bologna. Eppure a Bari il Cittadella aveva inizialmente evidenziato segnali di grande salute, mentale e atletica, con Foscarini che ridisegna la squadra: Sgrigna viene arretrato sulla linea dei centrocampisti, in mezzo, da autentico play. Bazzoffia e Kupisz sugli esterni (quest’ultimo a sinistra), Stanco terminale offensivo. Un 4-5-1 che crea non pochi grattacapi in avvio di partita alla squadra di casa, che fatica a prendere le misure, complice l’atteggiamento molto aggressivo e determinato dei granata. È veemente la partenza del Cittadella che nei primi dieci minuti costruisce tantissimo: al 5′ discesa di Kupisz e pallone al centro per Paolucci, controllo e tiro al volo, scheggiata la traversa. All’8′ filtrante di Barreca per Bazzoffia, conclusione centrale, si salva in angolo Guarna, dalla battuta del corner girata al volo di Bazzoffia: questa volta il portiere è battuto, ma sulla linea di porta salva Bellomo. Incredibile, tre occasioni colossali ma niente gol. Anche la dea bendata sembra aver girato le spalle al Cittadella. Il Bari dopo lo shock iniziale comincia a farsi vedere dalle parti di Pierobon, prima con Bellomo, para a terra in due tempi il portiere, poi con la discesa di Caputo che, giunto davanti a Pierobon, mette in mezzo dove non c’è nessuno. Alla mezz’ora altra clamorosa palla-gol per il Cittadella: cross di Barreca sporcato da un difensore, la sfera arriva sui piedi di Bazzoffia che cicca il pallone. Sembra impossibile che la squadra di Foscarini non riesca a sbloccare il risultato, ma si rientra negli spogliatoi sullo 0-0, unico campo senza gol. Pareggi anche nelle altre partite che interessano il Cittadella, che resta terz’ultimo in classifica. Partono bene i granata anche nella ripresa, Stanco serve Kupisz, sinistro centrale. Sembra il preludio per un altra frazione di gioco tutta all’arrembaggio, invece il Cittadella finisce qui. Altro calo atletico alla distanza, il centrocampo fatica a contrastare i giocatori baresi e l’ingresso di Boateng, con la sua vivacità, mette a nudo tutte le lacune della mediana granata. Pierobon dopo aver sventato la conclusione dal limite di De Luca si ripete su Galano, infine riesce a respingere la bordata di Caputo, con Pellizzer che arriva in suo soccorso a deviare la ribattuta di De Luca. Anche il punto, per come si stanno mettendo le cose, sarebbe gradito, invece al 37′ arriva la beffa: Galano strozza il tiro che diventa un assist perfetto per De Luca che si gira in area e indovina l’angolino.
Ore 19.30 – (Gazzettino) Foscarini non alza le braccia ma si arrende a metà. Anche il tecnico granata ormai ha abbandonato le speranze di raggiungere la salvezza in maniera diretta, senza ricorrere agli spareggi. A tre giornate dal termine, con gare sulla carta tutte molto complicate, Foscarini a Bari ha ammesso: «Ci aspetta un calendario terribile. Per carattere sono sempre ottimista e poi so che proprio in questa parte di campionato il Cittadella dà sempre il meglio. Ci hanno spesso dati per spacciati, non è la prima volta per noi. L’obiettivo sono i play out, e la prossima partita sarà decisiva». Vengono i brividi, se pensiamo che l’avversario di sabato sarà il Frosinone secondo in classifica. Il Cittadella di Bari, almeno quello visto nei primi venti minuti, può comunque ancora far sperare in bene: «Siamo partiti benissimo – continua Foscarini -. All’inizio abbiamo avuto due, tre palle gol, a dimostrazione che la squadra c’era». Proprio le occasioni non sfruttate hanno lasciato grande rammarico nel tecnico, che analizza la ripresa: «Nel secondo tempo non siamo stati più brillanti e abbiamo sofferto il forcing del Bari, l’ingresso di Boateng ci ha messo in crisi. Dovevamo tenere duro perché anche un pareggio sarebbe stato un risultato positivo per noi. Quest’anno nella ripresa andiamo in difficoltà e anche stavolta è successo così». La vittoria non arriva più: «Da sette partite ci mancano i tre punti, a Bari ci sarebbero serviti per la classifica e anche per scacciare l’incubo-vittoria». Il pensiero finale è per Sgrigna, regista di centrocampo: «È stato bravissimo a far girare palla». Da domani tutti con il pensiero fisso sul Frosinone, gara decisiva per il futuro granata.
Ore 19.10 – (Mattino di Padova) Il Cittadella cade anche a Bari e vede compromesse ulteriormente le chance, già esigue, di salvezza. Quarta sconfitta nelle ultime cinque giornate, con in mezzo il solo pareggio, assai modesto, di Brescia, che diventano cinque da Latina ad oggi. Un crollo verticale netto, senza scuse, in aprile, dopo aver illuso tutti con il blitz di Livorno, che aveva trascinato i granata fuori dalle sabbie mobili. In poco più di 30 giorni sono arrivati solo 3 punti (mettendoci anche il pari al Tombolato con il Crotone). La luce si è come spenta all’improvviso e per quanto Foscarini le tenti tutte, andando forse lui stesso un po’ in confusione, non si viene a capo di nulla. Ieri ha proposto Sgrigna regista, non per necessità ma per una precisa scelta tattica, lasciando il solo Stanco a cercare fortuna in attacco. Risultato: a parte i primi 10’ scoppiettanti, la squadra ha chiamato Guarna a parate importanti solo un paio di volte. Troppo poco, decisamente, se ci si vuole salvare. La rivoluzione. Chissà quando e come l’ha rimuginata, ma la formazione che scende in campo al “San Nicola” è figlia di una vera e propria rivoluzione tattica: un “4-1-4-1” che spesso diventa “4-5-1”, con Sgrigna, appunto, posizionato davanti alla difesa e sulle cui spalle grava il compito di organizzare la manovra. Poi, contrariamente alle previsioni, ci sono Paolucci e Benedetti a centrocampo (fuori Rigoni e Busellato), e sopreattutto Cappelletti centrale difensivo accanto a Pellizzer, con De Leidi dirottato a destra. Il limite del Citta, ultimamente, è la mancanza di cinismo sotto porta, ed anche in Puglia non c’è verso di invertire il trend negativo. La riprova? Tra il 5’ e il 9’ gli ospiti creano le premesse per segnare, ma un po’ per sfortuna, ma molto per scarsa lucidità non concretizzano. Paolucci, ricevuta palla da Kupisz, appena dentro i 16 metri scocca di destro un tiro che colpisce la parte superiore della traversa, quindi Bazzoffia, in meno di 60 secondi, ha due grosse opportunità: Guarna gli neutralizza la botta a colpo sicuro, deviando sul fondo (8’), e sul corner successivo di Benedetti il tiro al volo dell’esterno, a portiere battuto, viene respinto sulla linea di porta da Bellomo (9’). Stanco fa la boa avanzata, eppure, per infoltire il centrocampo, i padovani pagano molto nel settore offensivo, e difatti, a parte un’altra occasione per Bazzoffia, propiziata peraltro da un “liscio” difensivo e non sfruttata a dovere (33’), non si vedono più in area avversaria per il resto del primo tempo. In compenso è il Bari ad accendere la spia dell’allarme rosso davanti a Pierobon: il vecio fa il suo, opponendosi sempre con prontezza alle conclusioni di Donati e Galasso. E quando Caputo va via a Cappelletti sulla destra, mettendo in mezzo, non c’è nessun compagno ad approfittarne (22’). Troppo solo Stanco. Nella ripresa Nicola si gioca le carte Minala e Boateng (fuori Bellemo e Donati) e accentua la spinta offensiva dei suoi, che tra il 6’ (De Luca) e il 24’ (Galano) chiamano Pierobon a due difficili interventi. Con il passare dei minuti la situazione si complica, Pellizzer & C. soffrono l’arrembante azione dei pugliesi. Il fatto è che non c’è peso offensivo, Stanco è sempre costretto a muoversi spalle alla porta e, quando è possibile ripartire, i contropiede sono condotti più per iniziative personali che nel segno della coralità. In somma, è un Citta che non punge. De Luca, che male! I limiti, di tenuta fisica e mentale, affiorano ancora una volta nel finale: è un cedimento progressivo quello dei granata, che rischiano di prendere gol quando Caputo entra in area e calcia su Pierobon; la respinta del portiere si tramuta in assist per De Luca, che tocca di sinistro a porta vuota. Pellizzer sulla linea evita il patatrac (34’). Ma l’appuntamento con il gol per il piccolo attaccante è rinviato di tre minuti: ricevuta palla quasi a centroarea, dopo un’incertezza di Sgrigna, si gira benissimo, ingannando Cappelletti, e fulminando Pierobon sulla sua destra (37’). Una rete che stronca i granata. Serve un miracolo. E adesso ci si aggrappa alla matematica per tenere ancora in vita la fiammella della speranza. Due partite in casa, con il lanciatissimo Frosinone e il Perugia e, in mezzo, la trasferta di Catania. Bisogna fare 9 punti su 9. Missione impossibile? Finchè c’è vita… Coraggio, Citta, devi ritrovarti a tutti i costi.
Ore 19.00 – (Mattino di Padova) La musica, in sala-stampa, è purtroppo quella già ascoltata nelle ultime giornate. Basta cambiare il numero dei turni da qui alla conclusione e il nome del prossimo avversario. «La classifica? È dura per noi. Il calendario non ci dà una mano, ma mancano ancora tre partite. Quella di sabato contro il Frosinone è determinante per il nostro futuro». Claudio Foscarini commenta così la sconfitta subìta a Bari. Riguardo all’andamento della sfida, il tecnico granata, che ritroverà i suoi uomini lunedì, dopo il riposo concesso per oggi, spiega: «Nei primi dieci minuti potevamo andare in vantaggio e cambiare la partita. C’è rammarico per le occasioni avute e non concretizzate. Nel secondo tempo siamo calati e abbiamo patito troppo. Dispiace ripensare all’incontro, soprattutto per gli errori iniziali. Il calo nella ripresa? Il Bari ha spinto e inserito calciatori freschi, mentre noi abbiamo finito con l’isolare le nostre punte, giocando troppo bassi. Quindi dietro a questo 1-0 ci sono i meriti del Bari ma anche i demeriti nostri». Dal canto suo, Davide Nicola, allenatore dei pugliesi, ha confessato che si sarebbe aspettato un Citta diverso: «Bravi noi nella gestione del match, siamo stati molto oculati e alla distanza siamo venuti fuori. Il caldo ha influito un po’, il Cittadella me lo aspettavo più aggressivo». Una nota a margine la meritano i sette tifosi granata partiti l’altroieri con un volo da Treviso per assistere alla gara, in tribuna al San Nicola, capitanati da Giuseppe Ferronato. Per loro la delusione è stata ancora più grande.
Ore 18.40 – (Corriere del Veneto) Segnando col contagocce si va poco lontano. Figuriamoci se una squadra deve salvarsi e, per farlo, ormai sta esaurendo tutte le cartucce a propria disposizione. Altra sconfitta, la quarta nelle ultime cinque partite e per Cittadella è notte fonda. A tre giornate dalla fine l’1-0 di Bari sa tanto di de profundis per le speranze granata di acciuffare la permanenza in serie B, anche se teoricamente la possibilità di rimontare e di agganciare almeno la zona playout è ancora in vita. I segnali che arrivano dal San Nicola, però, sono tutti negativi: la squadra dura un tempo, sparisce nella ripresa e non riesce più a ritrovarsi. Foscarini ringrazia Pierobon che lo salva in tre occasioni, ma alla fine si deve inchinare a De Luca, che in diagonale manda all’inferno i granata. L’impressione è che il tecnico trevigiano sia rimasto prigioniero delle troppe rotazioni in rosa, che hanno finito col disorientare la squadra. A tre partite dalla fine e con un calendario oggettivamente proibitivo (Frosinone, Catania e Perugia alle porte) ci vuole davvero un miracolo per ribaltare un verdetto sempre più vicino all’essere emesso. Foscarini in avvio presenta due sorprese in formazione: Benedetti scalza Busellato e Rigoni assieme a Paolucci, mentre Bazzoffia viene preferito ancora una volta a Minesso. Sgrigna gioca dietro a Stanco e il 4-2-3-1 che ne consegue infastidisce non poco il Bari. Nel primo tempo ci sono almeno tre palle gol nitide per i granata: la traversa di Paolucci su assist di Kupisz al 5’, la paratissima di Guarna su Bazzoffia all’8’ e un minuto dopo il salvataggio di Bellomo sulla linea su tiro al volo dello stesso Bazzoffia. Il Bari ci mette un po’ a uscire dal guscio e Pierobon non ha troppe difficoltà al 12’ a intervenire su Galano. Poi Caputo al 22’ non serve De Luca e fa disperare Nicola, permettendo così a Pierobon un salvataggio in extremis. Il Cittadella è vivace e al 33’ Bazzoffia liscia clamorosamente il pallone dell’1-0, poi Sgrigna dalla distanza tira ma trova Guarna a chiudergli lo specchio e a neutralizzare il suo tiro. Il primo si chiude senza gol, il rammarico maggiore sono quelle tre palle gol non sfruttate o comunque neutralizzate da Guarna. Nella ripresa i granata calano di intensità fino a sparire dal campo. Il Bari ci prova in due occasioni: al 6’ con De Luca (bravo Pierobon) e al 24’ con Galano (ancora molto bene Pierobon). Nemmeno i cambi di Foscarini (dentro Busellato per Benedetti e Minesso per Kupisz) scuotono la squadra e il Bari si fa minaccioso ancora con De Luca al 29’ e al 34’. Straordinario Pierobon nella prima occasione, mentre nella seconda Pellizzer salva a porta praticamente sguarnita. Dai e dai, però, i pugliesi passano. Al 37’ De Luca arpiona una palla vagante e in diagonale batte Pierobon, che non può nulla. Il Cittadella si inabissa e non serve neppure l’ingresso sulla scena di Coralli per Sgrigna, che nel secondo tempo non dà più segnali di vita. Di pericoli veri i granata non ne creano e, a questo punto, la Lega Pro è davvero vicina, a 270 minuti dalla fine della stagione regolare. «Nei primi dieci minuti potevamo andare in vantaggio — spiega Foscarini in sala stampa — e la partita sarebbe cambiata. Nel secondo tempo siamo calati e abbiamo subito troppo, il Bari ha spinto e inserito calciatori freschi. Abbiamo isolato le nostre punte, giocando troppo bassi. Quindi meriti del Bari ma anche demeriti nostri. Adesso è dura, mancano ancora tre partite ma sicuramente il calendario non ci dà una mano».
Ore 18.20 – Poule scudetto: la new entry della settimana è la Maceratese, che vince il girone F ed è promossa in Lega Pro. Al Cuneo e al Siena servono invece rispettivamente uno e due punti per la matematica promozione.
Ore 18.00 – Serie D girone D, i risultati delle padovane: Fortis Juventus-Abano 0-3, Romagna Centro-Este 1-1, San Paolo-Bellaria 3-2, Thermal Abano-Imolese 3-4.
Ore 17.40 – Sala stampa, Marco Cunico: “Il gol in fuorigioco? Non ho visto,ma l’arbitro l’ha data buona. Il mio futuro? Non dipende da me se giocherò col Padova,ma questa stagione mi ha fatto tornare la voglia di giocare, ovvio che ad oggi vorrei restare. Fisicamente sto bene, oggi venivamo da due settimane di allenamenti meno regolari, ma importava far vedere che volevamo i tre punti. Vedere che la squadra ha ancora voglia di vincere è positivo, vuol dire che c’è la mentalità giusta”.
Ore 17.35 – Sala stampa, Michael Salvadori: “Sono stato accolto benissimo con tanto di striscione, segno che ho lasciato un bel ricordo. Ma sono ancor più contento per la vittoria! Loro hanno dimostrato di non mollare fino alla fine, ma anche oggi abbiamo dimostrato di essere i più forti. Ora pensiamo all’AltoVicentino e alla poule scudetto. Vogliamo vincere il tricolore. L’AltoVicentino? Hanno già perso il campionato, speriamo che perdano anche domenica…”.
Ore 17.30 – Sala stampa, Emil Zubin: “Io non smetto di segnare? È il Padova che non smette di vincere! I segreti del mister? È bravo a preparare le partite, noi siamo più sereni visto l’obiettivo già raggiunto ma giochiamo sempre per vincere. E il merito è anche di questo grande gruppo… La sfida con l’AltoVicentino? Speriamo di chiudere in bellezza! La poule scudetto? Spero di vincere perché sarebbe il mio terzo, e anche per Sentinelli”.
Ore 17.25 – Sala stampa, Giuseppe Bergamin: “La firma di De Poli e Parlato? Era quello che tutti si aspettavano,la scelta era già matura da tempo. Abbiamo un programma triennale, vogliamo crescere, far bene, facendo un passo alla volta. Oggi abbiamo trovato le giuste motivazioni, c’era voglia di vincere e deve esserci anche nella prossima. Oggi ero in panchina, c’era meno tensione del solito”.
Ore 17.20 – Sala stampa, Carmine Parlato: “Arrivare a 27 vittorie è qualcosa di straordinario! Abbiamo fatto una partita importante contro una squadra che non perdeva da molto. All’inizio abbiamo comandato il gioco, poi abbiamo avuto 15-20 minuti in cui loro hanno rialzato la testa ma nella ripresa abbiamo consolidato la nostra posizione. Ennesimo gol da chi subentra? Perché hanno il motore già acceso! L’ammonizione di Ferretti? Gli è venuto spontaneo andare con la mano, peccato perché domenica non ci sarà. La sfida con l’AltoVicentino? Essendo l’ultima vogliamo chiudere in bellezza, ma non facciamola diventare la partita della vita… Il futuro? Aspiriamo a fare bene ed a toglierci altre soddisfazioni, poi si vedrà col passare del tempo”
Ore 17.10 – Serie D girone C, il prossimo turno (trentaquattresima ed ultima giornata, domenica 10 maggio ore 15.00): ArziChiampo-Union Pro, Belluno-Montebelluna, Clodiense-Kras Repen, Dro-Sacilese, Fontanafredda-Mori S. Stefano, Giorgione-Union Ripa La Fenadora, Mezzocorona-Tamai, Legnago-Triestina, Padova-AltoVicentino.
Ore 17.05 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 84, AltoVicentino 69, Belluno e Sacilese 59, ArziChiampo 56, Union Pro 50, Clodiense 49, Montebelluna 46, Legnago 43, Union Ripa La Fenadora 42, Fontanafredda 41, Tamai e Giorgione 38, Dro 35, Triestina 31, Kras Repen 30, Mori S. Stefano 19, Mezzocorona 12.
Ore 17.00 – Serie D girone C, i risultati della trentatreesima giornata: AltoVicentino-Clodiense 3-0, Kras Repen-Dro 2-2, Montebelluna-Giorgione 1-5, Mori S. Stefano-Mezzocorona 4-0, Sacilese-Legnago 3-2, Tamai-ArziChiampo 1-2, Triestina-Fontanafredda 0-1, Union Pro-Belluno 0-1, Union Ripa La Fenadora-Padova 1-2.
Ore 16.55 – Fischio finale: Union Ripa La Fenadora-Padova 1-2.
Ore 14.20 – (Trentino) Non è il derby della “disperazione”, come altre volte in passato era stata (purtroppo) la “straprovinciale” del girone di ritorno, perché Mori Santo Stefano e Mezzocorona sono già retrocesse matematicamente in Eccellenza e, dunque, la sfida di oggi serve solamente per i numeri e per l’orgoglio. Stesso risultato ma, quello che fa ovviamente la differenza, è il “come”: il Mori torna in Eccellenza con i conti a posto e una gran serenità (più di così Zoller e i suoi non potevano fare), mentre il Mezzocorona è allo sbando dallo scorso autunno. I giocatori e i membri dello staff tecnico hanno percepito un terzo (alcuni nemmeno quello) dei rimborsi spese pattuiti e, ormai da diversi mesi, non vedono un euro. Domenica scorsa Lomi si è ritrovato con soli dodici giocatori a disposizione, grazie soprattutto all’abnegazione degli juniores rotaliani che spesso si sono sobbarcati il doppio impegno del fine settimana. QUI MORI. Out per squalifica Calliari e Sceffer e infortunato Imperatrice, il tecnico tricolore Zoller si affiderà ad un inedito “4-4-2” (anche se l’allenatore moriano ama fare pretattica e non sono da escludere cambi dell’ultima ora) con Poli tra i pali e linea difensiva formata da Concli e Benedetti sulle corsie laterali con l’ex Dal Fiume e Pruenster al centro. In mezzo al campo Libera e Cristelotti saranno i due mediani con Manica e Dossi sulle fasce, mentre in avanti toccherà a Tranquillini e Tisi. QUI MEZZOCORONA. Sedici elementi a disposizione per Luca Lomi, che si affiderà al consueto “4-3-1-2” e farà esordire il giovanissimo (classe ’98) Kumrija alle spalle dei due attaccanti. Con dodici indisponibili per vari motivi, in porta spazio a capitan Zomer, mentre il quartetto di difesa sarà formato da Corrà, Gironimi, Baldi e Luci. Lorenzi sarà il playmaker con Alouani e Osti interni e poi, come detto, Kumrija lavorerà a supporto del tandem offensivo formato da Bentivoglio e Albenberger.
Ore 14.10 – (Trentino) Nessun conto, ma un solo obiettivo: i tre punti. Partenza quasi all’alba (ore 7) per il Dro, che a Monrupino, a pochi chilometri dal confine con la Slovenia, va in caccia addirittura della salvezza diretta. I gialloverdi, infatti, fanno la propria corsa proprio nei confronti del Kras Repen, avversario odierno di Ischia e compagni in una sfida da “dentro o fuori”. Stefano Manfioletti non vuole sentir parlare di “tabelle” o altro, ma in cuor suo l’allenatore droato sa benissimo che l’impresa di evitare i playout è alla portata dei suoi. Se oggi la formazione trentina riuscirà ad espugnare il “Comunale” di Monrupino e, contemporaneamente il Giorgione non sconfiggerà (in trasferta) il Montebelluna, il Dro si ritroverà sestultimo in classifica con otto punti di margine sul terzultimo posto e, dunque, a 90 minuti dal termine, sarebbe virtualmente salvo senza dover disputare alcun spareggio. E’ vero: poi bisognerebbe battere la Sacilese all’ultima giornata per conservare il vantaggio (mentre il sorpasso al Giorgione potrebbe avvenire anche la prossima settimana) ma, intanto, oggi i trentini potrebbe togliere il primo “se” dal cammino che porta verso una salvezza che sarebbe strameritata visto che, è bene ricordarlo, quella di Manfioletti è una squadra di dilettanti locali (Serrano è l’unica eccezione) in un campionato di professionisti. Per l’impegno in terra friulana l’allenatore gialloverde non potrà disporre dello squalificato Serrano e degli infortunati Proch e Adami, quest’ultimo in panchina ma solamente per onor di firma. Manfioletti si affiderà sicuramente al “4-2-3-1”, che è diventato ormai il modulo di rifermento dell’allenatore trentino, con Bonomi tra i pali e linea difensiva composta da Bazzanella e Ciurletti sulle corsie laterali con Ischia e il rientrante Allegretti al centro. In mediana spazio a Ruaben e Colpo con Cremonini, Donati (favorito su Bortolotti) e Ajdarovski che saranno i trequartisti alle spalle di Cicuttini. Il “puntero” gialloverde, che domenica scorsa era stato costretto a lasciare il campo dopo il primo tempo a causa di un problema muscolare, è pienamente recuperato e oggi sarà regolarmente della partita. Alternative? L’impiego di Chesani in difesa con spostamento a metà campo di Bazzanella, che prenderebbe il posto di Ruaben. Quella di oggi è una sorta di ultima spiaggia per il Kras Repen, che ha un solo risultato a disposizione per garantirsi lo spareggio playout davanti al pubblico amico. I biancorossi devono obbligatoriamente vincere, altrimenti saranno certamente terzultimi. Out gli squalificati Rabbeni e Castellano, l’allenatore Zlogar dovrà fare a meno anche dell’infortunato Rondinelli. Sarà “4-3-1-2” con Ranic alle spalle dei due attaccanti Knezevic e Corvaglia. Da scoprire la posizione in mezzo al campo di Babichev, che potrebbe essere impiegato sia da playmaker che da interno destro.
Ore 14.00 – (Il Piccolo) Tre punti per decretare la sicurezza di giocare i play-out e alimentare la speranza di poterli affrontare addirittura in casa: è la missione odierna della Triestina, che alle ore 15 sfiderà il Fontanafredda (arbitra Colinucci di Cesena) nell’ultimo appuntamento casalingo stagionale (anche se si spera di tornare al Rocco il 24 maggio per i play-out). È vero che ogni partita fa storia a sé, ma sulla carta il match odierno si presenta molto più difficile di quello della scorsa settimana contro il già retrocesso Mori. Sia per la forza dell’avversario, sia perché il Fontanafredda non è ancora salvo e cercherà i punti della sicurezza, anche se nell’ultima giornata giocherà con il Mori e la sua salvezza dovrebbe essere blindata. Senza i tre punti, per l’Unione tutto dipenderebbe dagli altri risultati con le conseguenze e i patemi del caso. Meglio vincere, quindi, sperando che da Monrupino e dalla sfida tra Kras e Dro arrivino altre buone notizie. Ma per vincere servirà una Triestina di maggior intensità e qualità rispetto a quella vista nelle ultime uscite. La speranza, come auspicato la scorsa settimana dal tecnico Gagliardi e anche da alcuni giocatori, è che proprio il successo sul Mori abbia un po’ sbloccato gli alabardati, liberandoli da freni e paure. Dalla famosa palla che scotta, insomma. Per questa sfida Gagliardi torna a respirare un po’ sul fronte degli under grazie al rientro di Spadari, anche se stavolta lo squalificato è Ventura. L’impressione è che il tecnico cosentino insisterà ancora sul solito 4-3-3, apportando poche variazioni rispetto a domenica scorsa. Di sicuro dovrebbe rimanere invariato il tridente offensivo, con Daniele Rocco al centro dell’attacco, Gusella sulla corsia mancina e Manzo a destra. Con il ritorno a disposizione del poker di centrocampisti, qui Gagliardi deve compiere delle scelte ma sembra aver trovato il modo di farli giocare tutti e quattro. Spadari ovviamente tornerà al solito ruolo di regista davanti la difesa, mentre le mezzali saranno Proia a sinistra e Bedin a destra. Ma Arvia non sarà fuori dai giochi perché dovrebbe giocare da terzino sinistro (Celli è appena rientrato in gruppo dopo un problema muscolare), lasciando a destra il baby Crosato. Semmai potrebbe esserci una piccola sorpresa in mezzo al reparto difensivo, dove il favorito per far coppia con capitan Piscopo sembra Giannetti, che dopo la rifinitura al Rocco si ieri mattina pare avere maggiori chances rispetto a Fiore. Solo vincendo, c’è la possibilità che quello odierno non sia l’ultimo appuntamento casalingo stagionale della Triestina. Ma anche se è stata una stagione più travagliata che mai, l’augurio dei tifosi è di rivedere gli alabardati al Rocco ancora una volta.
Ore 13.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) È qui la festa? Meglio, è già oggi, penultima giornata della stagione regolare? Se lo chiedono Sacilese, Fontanafredda e Tamai che questo pomeriggio potrebbero già celebrare il conseguimento del loro rispettivi obiettivi. Per la Sacilese sono i playoff, possibilmente partendo dal terzo gradino del podio. Per Fontanafredda e Tamai la salvezza senza ricorrere alla lotteria dei playout. Inizio per tutti alle 15.
SACILESE – I biancorossi (terzi con 56 punti) ospiteranno al XXV Aprile un Legnago (43) che non ha più nulla da chiedere al campionato in corso. La vittoria garantirebbe subito l’accesso all’appendice nobile, indipendentemente dal risultato dell’Union Pro Mogliano, sesta con 52 punti, oggi impegnata in casa contro il Belluno. Per il terzo posto bisognerebbe comunque attendere proprio l’esito del match dei gialloblù (55) a Mogliano. I ragazzi di Marchetto sono usciti a Chioggia (3-0) dalla minicrisi (3 sconfitte consecutive) e si presentano oggi al confronto con il Legnago carichi e al completo. Rientrano Favret e Peressini. A Legnago all’andata finì 1-1. Nell’ultima, domenica 10, la Sacilese sarà a Dro. FONTANAFREDDA – Tre punti di distanza dalla zona playout (Giorgione tredicesimo a quota 45, oggi ospite del Montebelluna) a due giornate dal termine sono un tesoretto da custodire, sia per i rossoneri che per le furie. I ragazzi di De Pieri (38) lo difenderanno al Rocco contro una Triestina (31) che cerca di migliorare la sua posizione nella griglia dell’appendice meno nobile. All’andata furono determinanti Ortolan e Gargiulo (2-1). Oggi, nello splendido impianto giuliano, rientreranno il portiere Vicario e il veloce esterno Alcantara. I rossoneri chiuderanno la stagione regolare il 10 con il Mori già retrocesso. TAMAI – Ultima in casa per le furie (38). Ospite sarà l’Union ArzignanoChiampo (53), che già all’andata fece soffrire i rossi (2-0). De Agostini spera di poter chiudere i conti già oggi alle 17, all’uscita dal rettangolo amico. Se così non fosse il Tamai andrà a cercarsi i punti per la permanenza in D tra 7 giorni, dal retrocesso Mezzocorona, guidato in passato dal tecnico di Azzano Decimo. Notizia positiva è il rientro almeno in panca di Davide Furlan.
Ore 13.40 – (Giornale di Vicenza) L´ordine impartito dall´alto è quello di “restare sul pezzo”. E l´Arzignanochiampo non ha nessuna intenzione di disobbedire. Perché è la Banda Beggio per prima a voler tagliare il traguardo aggiustandosi la casacca e alzando le mani al cielo dei playoff. Il pareggio di domenica scorsa vale come una macchia d´olio sull´asfalto: scivolone, paura, ma poi tutti di nuovo in carreggiata. E infatti Paolo Beggio si spiega con una metafora ciclistica: «Le 32 partite giocate finora sono state uno sprint. Abbiamo tirato la volata a ogni tappa, vincendo per distacco forse solo una volta soltanto». Questo per dire che, come domenica scorsa, ci può stare che gente come Trinchieri abbia peccato di lucidità sotto porta. «Stiamo parlando di un giocatore che ha fatto più di 20 gol finora, non mi sento certo di condannarlo adesso. E comunque, per come si era messa la partita a un certo punto, si poteva tanto vincere quanto rischiare di perderla». E quindi, in vista della trasferta di oggi a Tamai (calcio d´inizio alle 15) il tecnico ha preferito concentrarsi su una cosa in particolare. «Abbiamo lavorato sul tenere l´ambiente tranquillo, perché è questa la nostra forza. Portare stati d´ansia inutili non ci fa bene. Si è parlato di quello che abbiamo sbagliato, ma senza esagerare. È giusto miscelare». Cambierà poco o niente, oggi, nell´undici di partenza. Si va quindi verso la riconferma del 4-1-4-1, con un paio di probabili ballottaggi: Simonato al posto di Carlotto, pronto a subentrare in fase di spinta nel secondo tempo, e Beccaro-Bolcato. Confermato Marchetti sul fianco mancino. Su di lui, il tecnico ha le idee chiare: «È cresciuto perché si è reso disponibile, sacrificandosi quando serve anche in fase di copertura». «Li chiamano “Furie Rosse”, e questo basta. In quanto a organizzazione mi hanno impressionato come il Belluno nella gara d´andata. Me li ricordo per le forti individualità che possono mettere in campo, uno su tutti Furlan». Ma non c´è da perdersi troppo in chiacchiere. E non c´è neppure da credere che la benzina sia ormai finita. «Il grosso del gruppo è quello dello scorso anno, quello con cui abbiamo raggiunto la promozione attraverso la finalina di Coppa Italia il 7 maggio. La tenuta fisica c´è».
Ore 13.30 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Un derby per sperare nella salvezza diretta. Al Giorgione oggi nella sfida contro i cugini del Montebelluna servirà assolutamente una vittoria per cercare di evitare i playout, impresa alla portata soprattutto se riuscirà nelle ultime due partite a conquistare i sei punti in palio. Tamai e Fontanafredda precedono i castellani di tre lunghezze mentre sotto c’è il Kras Repen distanziato di sei, uno in meno di quanto serve ai rossostellati. È proprio sul Kras Repen che il Giorgione dovrebbe fare la corsa finale, almeno a detta dell’allenatore castellano Paganin. «La Triestina, calendario alla mano, sapevamo che poteva risollevarsi quindi ora l’obiettivo è quello di staccare il Kras Repen – ha detto Paganin – hanno due turni abbastanza difficili e hanno lo scontro diretto contro il Dro». A voi però servono due vittorie, intanto è fondamentale vincere a Montebelluna. «Siamo padroni del nostro destino nel senso che se vinciamo le due partite potremmo esser subito salvi, contro il Montebelluna serve la vittoria ma dovremo essere bravi a non farci mettere in difficoltà dalla pressione di dover fare risultato a tutti i costi, inoltre dovremo stare attenti ad un avversario che seppure già salvo non ci regalerà nulla, è un derby e quindi entrambe ci tengono a vincere». In difesa nelle ultime gare ha schierato Vigo al centro. «L’intenzione è quella. Con Vigo in difesa la squadra si è dimostrata più equilibrata. Matteo in difesa ha dato sicurezza facendo giocare meglio anche i giovani che si sono alternati al suo fianco». Confermata quindi la squadra che ha pareggiato con l’Altovicentino? «Sì, la formazione potrebbe essere quella. Maran a parte ci sono tutti. L’unico ballottaggio potrebbe essere in attacco dove devo decidere chi tra Podvorica e Baggio affiancherà Gazzola e Episcopo».
Ore 13.20 – (Gazzettino, edizione di Treviso) Il Montebelluna si congeda dal proprio pubblico ospitando al Comunale di via Biagi il Giorgione. Derby come di consueto parecchio sentito tra le due fazioni, anche se sarà vissuto con stati d’animo diametralmente opposti. Salvi da tempo, i biancocelesti non hanno nessun altro obiettivo da raggiungere se non quello di provare ad agguantare un’altra vittoria contro i cugini. Per il Giorgione invece la sfida ha quasi il sapore di un’ultima spiaggia, dal momento che la squadra di Paganin ha assoluta necessità di fare punti per evitare di andare agli spareggi retrocessione. Daniele Pasa inquadra così il match: «È vero che noi siamo tranquilli avendo già raggiunto la salvezza, però è l’ultima partita in casa e vorremmo chiudere in bellezza. Non vogliamo regalare nulla, anche per rispetto nei confronti dei nostri tifosi, e perciò cercheremo di vincere». Il Giorgione deve assolutamente fare i tre punti. «Io mi auguro che ce la facciano a restare in D, sono un ex e mi sono trovato bene in quella società, però la salvezza è una cosa che riguarda solo il Giorgione. Di fronte avremo un avversario che conosciamo molto bene e che a livello fisico sta attraversando un buon momento, ma noi vogliamo arrivare a 49 punti. Ci restano due partite e cercheremo di raggiungere quell’obiettivo». Come sta la squadra? «Per la prima volta quest’anno ho tutta la rosa al completo, anche Semenzin, Masiero e Nicola De Vido sono recuperati, quindi ho la possibilità di scegliere. Credo che i cosiddetti vecchi, e cioè Perosin, Severgnini, Nicoletti, Bressan giocheranno di sicuro, per gli altri deciderò all’ultimo momento». Partita da tripla? «È un derby di grande tradizione e credo sia aperto a ogni risultato, possiamo vincere sia noi che loro».
Ore 13.10 – (Gazzettino, edizione di Treviso) L’Union Pro dopo 4 vittorie di fila ospita il Belluno (ore 15 arbitra Agostini di Bologna) per provare l’aggancio alla zona playoff. Attualmente sono 3 i punti di distacco dagli stessi bellunesi e uno dall’Arzignano Chiampo avversario dell’ultima giornata. «Dipenderà solo da noi – esordisce mister Feltrin – cercheremo di ripetere il risultato dell’andata (vittoria dell’Union, ndr) per poterci giocarci i playoff nella prossima partita. Non tutti gli anni capita di poter realizzare un traguardo del genere. Siamo pronti per lo sprint finale e ci arriviamo con lo spirito giusto e una forma fisica ancora discreta, ci stiamo divertendo e ci proveremo in tutte le maniere ma non faremo drammi se non dovesse realizzarsi questo sogno». Per quanto riguarda la formazione si va verso la conferma del modulo 4-2-3-1 con gli unici dubbi che riguardano il recupero dell’attaccante Andrea Nobile e del difensore Alberto Bonotto. Nel Belluno mancherà il difensore Sommacal per squalifica mentre in attacco il capocannoniere Corbanese dovrebbe essere affiancato da Radrezza. Probabile formazione (4-2-3-1): Ziliotto; Niero, Zanette, Trevisiol, Furlan; Serena, Busetto; Saitta, Casarotto, Visinoni; Comin.
Ore 13.00 – (Gazzettino, edizione di Belluno) La cicogna bussa in casa gialloblù. Ieri mister Roberto Vecchiato è diventato papà per la seconda volta: alle 12.30, è nato il piccolo Samuele. E chissà che il simpatico pennuto abbia riservato un dono anche a livello calcistico, visto che l’Ital-lenti Belluno si gioca la qualificazione ai playoff: oggi, a Mogliano, contro l’Union Pro (l’arbitro designato per l’incontro è Gabriele Agostini di Bologna). L’imperativo? Non perdere: i trevigiani, infatti, sono staccati di tre lunghezze rispetto a Corbanese e compagni. E, a partire dalle 15, scatterà il loro assalto al quarto posto. Un assalto che i bellunesi proveranno a respingere, nonostante l’assenza di uno dei perni difensivi: lo squalificato Sebastiano Sommacal. Il resto della rosa (se si esclude Ruben D’Incà) è invece a disposizione. Per questo Vecchiato (sostituito nell’allenamento di ieri mattina dal vice Ivan Da Riz, ma regolarmente in panchina questo pomeriggio) non nasconde la sua fiducia: «L’Union Pro sta attraversando un grande momento di forma. Nel girone di ritorno è una delle squadre che ha conquistato più punti in assoluto. Noi, però, ci presentiamo a questo match in buone condizioni fisiche e anche i piccoli acciacchi di qualche giocatore sono stati superati. Per conquistare i playoff mancano solo due punti, ma vogliamo centrare l’obiettivo subito con una grande vittoria». La settimana post derby è stata produttiva: «Abbiamo lavorato bene e cercato di analizzare attentamente la prestazione con l’Union Ripa. Qualche errore di troppo è stato commesso: tuttavia, il punto conquistato non è certo da sottovalutare. Ora, infatti, abbiamo la possibilità di conquistare con una gara d’anticipo i playoff: il nostro grande obiettivo stagionale». Questo il possibile undici di partenza nella decisiva sfida con l’Union Pro: Schincariol; Paganin, Pescosta, Merli Sala, Pellicanò; Duravia, Bertagno, Miniati (Masoch), Mosca; Posocco (Radrezza), Corbanese.
Ore 12.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Oggi a Valdagno (ore 15) contro l’Altovicentino la Clodiense rischia la quinta sconfitta consecutiva. Un pericolo molto concreto visto che la squadra vicentina è attualmente vice capoclassifica del campionato e che per lunghi tratti ha conteso la promozione ai Biancoscudati Padova. Mister Andrea Pagan è conscio del pericolo ma nutre grande fiducia in un colpo d’orgoglio della sua squadra. «Purtroppo nessuno avrebbe pensato che nelle ultime quattro partite non avessimo conquistato neanche un punto – ci dice il tecnico della Clodiense. C’è in tutti noi il rammarico, non di aver buttato una stagione, ma di averla potuta chiudere meglio, magari con la disputa dei play off. Oggi affrontiamo una squadra forte e che vorrà chiudere bene in casa anche se spero sia già con la testa ai play off. Noi però non siamo delle condizioni migliori visto che ci mancheranno Carlucci, Moretto e Tiozzo Francesco per squalifica, mentre Boscolo Nata e Casagrande sono infortunati. In dubbio anche Boscolo D. Gioachina». Scelte obbligate in difesa con capitan Boscolo D. Berto a far da chioccia a Pitteri e Chiozzotto. In attacco posto sicuro per Mastroianni mentre c’è da decidere chi lo affiancherà, Santi, Isotti o Siega. Questa la probabile formazione: Okroglic, Pitteri, Boscolo Berto, Chiozzotto, Boscolo D. Gioachina (Cigna), Mazzetto, Piaggio, Olivieri, Pelizzer, Mastroianni, Isotti.
Ore 12.40 – (Giornale di Vicenza) «Questi ragazzi non posso che ringraziarli. Negli ultimi due mesi, con il Padova lanciatissimo, era chiaro come sarebbe andata a finire, eppure non hanno mollato e si sono allenati con grande intensità. In queste condizioni non è facile trovare gli stimoli, ma loro ci sono riusciti. Ne sono certo, li troveranno anche nei play off». Ultima sfida casalinga del campionato per l´Altovicentino prima della passerella di Padova e soprattutto dei play off, in programma dal 24 maggio prossimo. Archiviata ogni speranza di promozione diretta, il tecnico Diego Zanin resta però ben concentrato sull´obiettivo Lega Pro, dal momento che il secondo posto nel girone significa ancora allenamenti e partite. Insomma, le vacanze posso attendere anche se la Clodiense ed il mare della laguna veneziana in qualche modo le evocano. La parola “vincere” è imperativa e categorica per tutti, per pronunciarla, però, serve ancora tanta concentrazione. A cominciare proprio dall´ultima al “Fiori” di Valdagno, dove Cozzolino e compagni sono chiamati a salutare i propri tifosi con una prestazione e soprattutto una vittoria convincenti. Senza Peluso e Ricci ancora squalificati, senza Dal Dosso e pure senza Brancato, più che il modulo sarà fondamentale la testa. Del resto riconferme e bocciature passeranno anche da questo maggio ricco di promesse epure, perché no, di insidie. Sarà forse anche per questo che Andj Kicaj sfoggia nell´allenamento di rifinitura del sabato mattina un taglio di capelli alla Stefano Pozza. Il biondo esterno difensivo e di spinta, 19 anni a marzo, sembra un marine pronto per l´assalto, lui ci ride su ma conferma: «Ho tagliato il ciuffo per praticità, però è vero, vogliamo vincere e presentarci a Padova a testa alta. Per me è stato un anno decisivo, ho avuto modo di imparare sia da Cunico che da Zanin». Famiglia a Bolzano, il giovane albanese ha ben chiaro presente e futuro: «Innanzitutto dobbiamo vincere i play off. Per qualche settimana saremo alla finestra ma noi siamo un´ottima squadra e non possiamo più fare passi falsi. Salire di categoria sarebbe fantastico, il giusto premio per tutto l´ambiente e per il presidente Dalle Rive. Un passo alla volta, ora ci aspetta la Clodiense e non sbaglieremo».
Ore 12.20 – (Gazzettino) Va in scena oggi alle 15 la penultima giornata del girone D, nella quale Thermal e San Paolo si giocano gran parte delle residue speranze play out. Il Thermal affronta l’Imolese a Monteortone con l’imperativo dei tre punti per restare aggrappato agli spareggi salvezza. «Sappiamo che un pareggio non ci può servire – afferma Massimo Pedriali – Dobbiamo vincere con le buone o con le cattive a prescindere da cosa faranno le rivali. La situazione è complicata, però i ragazzi ci credono e mi auguro che davanti alla difficoltà raddoppino gli sforzi». Indisponibili Franciosi e Cacurio per squalifica, e Antonello, Baldovin, Marzocchi e Lucon per infortunio, ai quali si potrebbe aggiungere Ragusa che si è fermato nella rifinitura; rientra Vitagliano. Ancora più in salita è la strada del San Paolo (un punto dietro al Thermal) che affronta il Bellaria all’Euganeo. «Siamo consapevoli che è una sfida da dentro o fuori. Abbiamo avuto l’opportunità buona domenica scorsa quando vincevamo 1-0 a dieci minuti dalla fine, e purtroppo è finita male. Speriamo di ribaltare la situazione e fino alla fine proveremo a conquistare una salvezza quasi miracolosa». Squalificato Caco, il tecnico deve affrontare anche il problema di avere a disposizione come giocatori classe 1996 solo Esposito e Longhi. ESTE. Gioca al Manuzzi di Cesena con il Romagna Centro che è in cerca del piazzamento migliore possibile nella griglia play out, ma la truppa giallorossa scenderà in campo con il dente avvelenato. «Ci hanno fatto passare un brutto Natale battendoci all’andata – sottolinea Gianluca Zattarin – e vogliamo riscattarci». Intanto, Bonazzoli ha lasciato la squadra per andare a giocare in America con il Miami. «Speravo che ci potesse dare una mano fino al termine della stagione, tanto più che da lui mi aspettavo quest’anno un contributo diverso sul campo». Squalificato Rubbo, indisponibili Beghetto e Favaro. ABANO. Difende il sesto posto in classifica che vuole dire play off in trasferta con la Fortis Juventus. «Dipende molto da questa partita – spiega Massimiliano De Mozzi – Se al termine della gara saremo ancora davanti alle rivali, avremo grandi possibilità». Assente Antonioli per motivi familiari, al centro della difesa con Ianneo ci sarà Dall’Ara.
Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Romagna Centro-Este. Un match per i dettagli. Con le griglie di playoff e playout ormai definite, resterà poco altro da dirsi tra Romagna Centro ed Este (stadio “Manuzzi” di Cesena, inizio alle 15, arbitro Pragliola di Terni), che si contenderanno i tre punti per dare l’ultima sistemata alle rispettive situazioni di classifica. I giallorossi, scivolati al quinto posto dopo la sconfitta di Castelfranco Emilia e il pareggio casalingo con la Fortis Juventus, scenderanno in Romagna senza troppe pressioni, anche perché, a due giornate dalla fine, il secondo posto (distante quattro punti) resta un obiettivo ambizioso ma, a conti fatti, neanche troppo influente sul bilancio stagionale. Il tecnico atestino Gianluca Zattarin dovrà rinunciare ad Alberto Rubbo, squalificato e con ogni probabilità pure a Meneghello, reduce dalla forte contusione alla testa rimediata due settimane fa. Due assenze che si aggiungono all’addio di Emiliano Bonazzoli, fuori da più di un mese per infortunio, che ha lasciato la squadra dopo aver accettato l’offerta del Miami Fusion, squadra di Major League Soccer, massima serie americana. La formazione (4-2-3-1): Lorello; Favaro, Beghin, Tulhao, Scotton; Tessari, Lelj; Turea, Rondon, Beghetto; Coraini. All. Zattarin. Thermal-Imolese. «Ci giochiamo la stagione». Bastano le parole del tecnico della Thermal Abano, Massimo Pedriali, per descrivere l’importanza della gara che andrà in scena oggi pomeriggio allo stadio delle Terme di Monteortone (ore 15, arbitro Fichera di Catania). Ai rossoverdi, infatti, servirà un successo contro l’Imolese (quasi salva) per mantenere l’attuale terzultimo posto che garantisce i playout. Non saranno della partita gli squalificati Franciosi e Cacurio, oltre agli infortunati “cronici“ Baldovin, Marzocchi, Antonello e Lucon. E proprio ieri, alla lunga lista degli assenti si è aggiunto pure Ragusa (problemi muscolari). La formazione (4-4-2): Merlano; Orsino, Sadocco, Montin, Macolino; Celi, Vitagliano, 4 Banzato, 7 Rotondi; 9 Sabbion, 10 Bolchi. All. Pedriali. Atletico San Paolo-Bellaria Igea Marina. Ultima chiamata o quasi per la squadra di Vito Antonelli, penultima in classifica a 180’ dal termine della stagione regolare. I gialloblù di via Censtrini non possono tassativamente permettersi errori all’Euganeo (ore 15, arbitro Cataldo di Bergamo) contro un Bellaria che in ogni caso non regalerà nulla, visto che ancora può sperare nel sorpasso ai danni dell’Abano per un posto ai playoff. Viste le altre gare della giornata, l’Atletico o ha a disposizione un solo risultato: la vittoria. Perché con una sconfitta, i gialloblù potrebbero già oggi salutare la Serie D. Unico assente per squalifica capitan Francesco Caco. La formazione (4-4-2): Savi; Masiero, Bianchi, Boscaro, Veronese; Zurlo, Benucci, Longhi, Villatora; Mascolo, Marcolin. All. Antonelli. Fortis Juventus-Abano. In casa della Fortis Juventus (Borgo San Lorenzo, vicino a Firenze, ore 15, arbitro Dante di Roma 1) la formazione neroverde si gioca un accesso agli spareggi-playoff che, per una neopromossa partita in sordina e arrivata a ottenere risultati poderosi, avrebbe davvero del clamoroso. L’Aban sfida ua delle squadre che l’anno scorso ai playoff ci erano arrivate davvero, e con una vittoria o un pareggio – la distanza tra le due è ora di quattro punti – può estrometterla definitivamente dalla lotta per questa stagione. «Può essere una giornata già decisiva», spiega mister Massimiliano De Mozzi. Non c’è Antonioli per un impegno familiare, al centro della difesa va Dall’Ara con Bordin rientrante a destra. La formazione (4-3-1-2): Murano; Bordin, Dall’Ara, Ianneo, Zattarin; Baccarin, Ballarin, De Cesare; Bortolotto; Franceschini, Barichello. All. De Mozzi.
Ore 11.40 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Davide contro Golia in una partita tutta da giocare tra due squadre che hanno già raggiunto i rispettivi obiettivi. Appuntamento allo stadio Zugni Tauro di Feltre, oggi alle 15, per la sfida tra l’Union Ripa La Fenadora, decima e salva con 42 punti, e i Biancoscudati Padova, primissimi a quota 81 punti e già da tempo promosso tra i professionisti. Sulla carta non c’è storia, tutto è comunque lasciato al campo: «Siamo liberi da ogni assillo – spiega il tecnico dell’Union, Max Parteli – e questo ci permetterà di giocare con tranquillità. Va detto che anche loro sono sereni e liberi di esprimere il proprio potenziale. L’unica soluzione è il coraggio per fare una bella partita con una società storica da sempre a noi vicina». Spettacolo garantito quindi allo Zugni Tauro, casa per un giorno dei neroverdi su decisione della Questura per una questione di ordine pubblico in virtù del prevedibile massiccio afflusso di tifosi ospiti (500 i tagliandi staccati in prevendita). I cancelli saranno aperti alle 13, mentre l’arbitraggio è stato affidato a Michele Donda di Cormons (Gorizia). Parteli, lo Zugni può regalarvi qualcosa in più? «Non giochiamo in casa, ma l’incontro ci da la possibilità di assaporare ancora una volta l’atmosfera del calcio vero. Ci siamo tolti molte soddisfazioni in questi anni in partite di cartello e di fronte a un pubblico numeroso (all’andata il Padova vinse 3-1 in diretta Raisport, ndr). È sempre bello rivivere queste emozioni». L’Union nel derby è rinata: un punto per ripartire ancora insieme? «Domenica abbiamo sorpreso tutti, anche a Tamai la squadra ha mostrato la stessa compattezza. Non abbiamo attraversato un periodo felice e in 6 anni che alleno l’Union ci può stare: ogni stagione ha i suoi alti e bassi, in questa tutto è stato enfatizzato. A fine campionato sarà la società a prendere delle decisioni». Tutti a disposizione? «No: Solagna, Mastellotto e Frangu sono fuori per problemi fisici e Dassié per squalifica. Brotto invece sarà della partita e sarà anche un cambio sicuro visto che non ha ancora i 90 minuti nelle gambe». È l’ultima in «casa»: ci dice la formazione? «Certo. Inizieremo con un 4-3-1-2 con in porta Salsano; la linea difensiva sarà composta da Gjoshi, De March, De Checchi e Malacarne, a centrocampo ci saranno Tomasi, Antoniol, Venturin poi Brotto, Cibin e Ponik».
Ore 11.10 – Probabile formazione Padova (Gazzettino): Petkovic; Busetto, Dionisi, Thomassen, Degrassi; Fenati, Segato, Nichele; Cunico; Ferretti, Pittarello.
Ore 11.00 – (Gazzettino) Nella partitella della vigilia il tecnico ha provato una formazione all’insegna del 4-3-1-2 con la linea difensiva formata da Busetto, Dionisi, Thomassen e Degrassi, a centrocampo Fenati, Segato (nella foto grande) e Nichele, e Cunico alle spalle del tandem avanzato Ferretti e Pittarello. «L’idea è questa, però mai fidarsi del sottoscritto». E al riguardo gli facciamo presente che in occasione del pre partita con il Kras Repen aveva dichiarato che in porta avrebbe giocato uno tra Cicioni e Lanzotti, ma poi è stato schierato Petkovic. «È vero, ma il giorno della gara non ero convinto del tutto di alcune dinamiche e volevo una squadra più equilibrata». Alla luce del fatto che domenica prossima c’è l’ultima sfida di campionato con l’Altovicentino e che poi vi attende la poule scudetto, sta pensando di gestire un po’ le forze del gruppo? «No, cerco di guardare ai tre punti anche con l’Union Ripa La Fenadora. Solo Amirante ha un piccolo affaticamento alle ginocchia, l’ho convocato, ma devo capire se è disponibile». La sfida con i bellunesi va in scena a Feltre, ossia su un campo neutro. «È molto ampio come dimensioni, e quindi dobbiamo avere un’attenzione maggiore». Il popolo biancoscudato non farà mancare il sostegno anche in questa trasferta: sono già stati staccati in prevendita 461 biglietti e oggi alle 13.30 saranno aperte le biglietterie dello stadio “Libero Zugni Tauro” dove è possibile acquistare i restanti tagliandi del settore ospiti (capienza 800 posti): costo del biglietto dieci euro, ingresso gratuito per i giovani nati dall’1 gennaio 2003 in avanti. «Ci godiamo i nostri tifosi e speriamo di dare a loro un’altra soddisfazione», conclude Parlato.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Il Padova affronta oggi alle 15 a Feltre l’ultima trasferta in campionato con l’Union Ripa La Fenadora, che coincide anche con la prima uscita ufficiale di Carmine Parlato dopo il rinnovo del contratto per le prossime due stagioni. Ci si aspetta un’altra giornata di gloria per i biancoscudati, per nulla intenzionati a fare sconti ai bellunesi (già salvi) pur avendo già messo in cassaforte l’approdo in Lega Pro. Anche perché c’è una striscia record di vittorie da allungare (attualmente ventisei) e all’orizzonte si avvicina sempre di più l’appuntamento con la poule scudetto. Dopo aver goduto di un giorno di riposo venerdì, anche nella rifinitura di ieri mattina all’Appiani Cunico e compagni hanno recitato la loro parte con il solito impegno. «Continuiamo il nostro percorso – esordisce Parlato – e caliamoci nel campionato come abbiamo sempre fatto con massima serietà. Non lasciamo nulla al caso, anche se l’obiettivo è già stato raggiunto, dato che si va alla ricerca di nuove motivazioni. Dobbiamo portare a casa il risultato anche in questa occasione». Sul piano strettamente personale, si siede in panchina fresco di riconferma. «Sono strafelice, ma preferisco soffermarmi sui ragazzi senza trascurare i grandi sacrifici che hanno fatto. Vivo il presente, e non mi faccio condizionare dal futuro». D’accordo, ma avrà ricevuto i complimenti. «Me li hanno fatti gran parte dei ragazzi come è giusto che sia, ma ciò che è successo non deve condizionare il nostro cammino. I più felici sono stati i miei famigliari: mia mamma, mio fratello e mia sorella, oltre ovviamente ai miei cari qui a Padova».
Ore 10.40 – (Gazzettino) Nel giorno dell’undicesimo anniversario della sua scomparsa è stato ricordato ieri pomeriggio al centro sportivo Vertigo, in zona Terranegra, il mitico Gildo Fattori, grande tifoso e voce storica delle radiocronache biancoscudate. Presente anche il Padova rappresentato dal presidente Giuseppe Bergamin che, insieme al proprietario Mattia Arisi del Vertigo, ha consegnato in omaggio una maglia dei biancoscudati al fratello di Gildo, Stefano, e alla figlia Silvia. «Una cerimonia molto gradita – ha detto Stefano Fattori – Siamo sicuri che Gildo avrebbe festeggiato la promozione di quest’anno con grandissimo entusiasmo. Rivolgo un ringraziamento a tutti coloro che gli hanno rivolto un pensiero». Nell’occasione si è anche giocato: in particolare, otto squadre della scuola calcio del Padova si sono sfidate sui nuovissimi campi che hanno sostituito quelli andati distrutti nella bufera di vento in febbraio. Si tratta di campi realizzati con tecnologie e attrezzature all’avanguardia per soddisfare sempre di più le esigenze dei giocatori garantendo al tempo stesso un’elevata sicurezza.
Ore 10.20 – Probabile formazione Padova (Mattino di Padova): Petkovic; Busetto, Dionisi, Thomassen, Degrassi; Fenati, Segato, Nichele; Cunico; Ferretti, Pittarello.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) In rifinitura ha testato il 4-3-1-2 con Pittarello e Ferretti davanti a Cunico. La formazione è già scelta? «L’idea è quella, però mai fidarsi di Carmine Parlato. Domenica scorsa pensavo di mettere in porta uno tra Cicioni e Lanzotti, invece poi ho schierato Petkovic perché non ero convinto, volevo una squadra che potesse vincerre e alla fine ho voluto mettere i ragazzi nelle migliori condizioni per farlo». Tra sette giorni l’Altovicentino, poi subito la poule scudetto. Si pensa anche a dosare le forze? «L’unica cosa della quale dobbiamo ragionare è la condizione di Amirante, che ha un piccolo fastidio al ginocchio, anche se non si tratta di nulla di grave. Per il resto, Altovicentino e poule scudetto non sono ancora nei miei pensieri». Sono 461 i tifosi biancoscudati che hanno acquistato sino a ieri mattina il biglietto in prevendita per la partita di oggi. Questo pomeriggio allo stadio di Feltre saranno quindi messi in vendita i rimanenti 339 tagliandi ancora disponibili per il settore ospiti, sempre al costo di 10 euro: i botteghini apriranno alle 13.30.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Il Padova, che recupera in un colpo solo Sentinelli, Niccolini (fermo da tre turni), Salvadori e Segato, dovrebbe scendere in campo solo con quest’ultimo tra i titolari: inizialmente in panchina l’ex di turno, il terzino sinistro, mentre in avanti, senza lo squalificato Petrilli, l’acciaccato Amirante e con Ilari a riposo in vista del gran finale in programma tra sette giorni, via libera al modulo a due punte con Cunico dietro a Ferretti e al redivivo Pittarello, ancora alla ricerca del primo gol in campionato. «Continuiamo il nostro percorso», chiede ai suoi il tecnico biancoscudato, «Non lasceremo nulla al caso, vogliamo ancora vittorie e punti: giochiamo contro un Ripa già salvo e che scenderà in campo con la mente sgombra, ma noi vogliamo avere la meglio». È l’ultima trasferta dell’anno, l’ultima di una lunga serie di invasioni di tifosi biancoscudati… «È stato un cammino meraviglioso, ci godiamo anche quest’ultima partita lontano dall’Euganeo cercando di dare a noi stessi, alla società, ma ovviamente anche ai nostri tifosi l’ulteriore soddisfazione dei tre punti». Per lei invece sarà la prima gara dopo il rinnovo contrattuale. Emozionato? «Ma di me non vorrei parlare, preferisco parlare sempre dei ragazzi: loro hanno fatto grandi sacrifici dall’inizio alla fine, io sono strafelice per il mio rinnovo e ma vivo la realtà di oggi. Gran parte della squadra è venuta a farmi i complimenti, ma questo non deve condizionare né me né loro in questo momento della stagione. I più felici, in questo momento, sono sicuramente la mia famiglia e i mie parenti».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Contro il Kras Repen c’era l’abbraccio tra il Padova e i suoi tifosi. Tra una settimana, contro l’Altovicentino, la festa spiattellata in faccia agli sconfitti avrà per il popolo dell’Euganeo un sapore dolcissimo. Quella di oggi, in casa dell’Union Ripa (anche se si gioca allo “Zugni Tauro” di Feltre), potrebbe sembrare per il Padova la domenica meno interessante di questo finale di stagione: una squadra già trionfatrice contro una già salva, una formazione abbastanza inedita tra i biancoscudati e una vittoria da cercare più per il prestigio che per il primato. Carmine Parlato, il tecnico che ha riportato il Biancoscudo nel professionismo e che in settimana ha messo nero su bianco la conferma che sarà ancora lui a guidarlo in Lega Pro, invece tiene molto a questa sfida, perché con altri tre punti potrebbe superare il “suo” Rovigo che vinse la D con 83 punti, e mettere nel mirino il Pordenone della passata stagione, fermatosi a 85, proprio all’ultima in casa con l’Altovicentino.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) La salvezza l’ha già conquistata la settimana scorsa, ma il Ripa tiene a congedarsi bene dai propri tifosi. Max Parteli si affida al classico 4-4-2: in attacco dovrebbe rivedersi il capocannoniere Brotto, fuori causa Dassiè (squalificato) e l’infortunato di lungo corso Andreolla. Queste le altre gare della penultima giornata del girone C (alle 15): Altovicentino-Clodiense (arbitro Del Toso di Magnago), Montebelluna-Giorgione (Dalla Palma di Milano), Union Pro-Belluno (Agostini di Bologna), Mori-Mezzocorona (Lavelli di Sesto San Giovanni), Kras Repen-Dro (Severino di Campobasso), Sacilese-Legnago (Dibenedetto di Barletta), Tamai-Arzignano (Fagnani di Termoli),Triestina-Fontanafredda (Colinucci di Cesena).
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Mai come in questa stagione tanti tifosi hanno sentito la mancanza di Gildo Fattori, la storica voce del Padova. Anche ieri, come ogni anno, la società ha voluto omaggiare la memoria del radiocronista che per quasi 30 anni ha raccontato le vicissitudini del Biancoscudo, nel giorno dell’undicesimo anniversario della sua scomparsa. L’ha fatto in maniera originale, chiamando a raccolta tutti i bambini della scuola calcio al centro sportivo Vertigo di Terranegra, per inaugurare i campi da calcio a 5 rimessi a nuovo dopo che il maltempo dello scorso febbraio aveva pesantemente danneggiato le strutture. Al termine delle partitelle, i bambini hanno accolto la famiglia Fattori, rappresentata dal fratello di Gildo, Stefano, e da una delle due figlie, Silvia. Dopo che dagli altoparlanti sono state riproposte alcune radiocronache dell’anno della promozione in serie A, il presidente del Padova, Bergamin, ha regalato a Stefano una maglia da gioco del Padova, con il numero 1. «Io ho vissuto i momenti più belli della storia del Padova», ha spiegato Bergamin, «E Gildo con la sua voce riusciva a trasmettere certe emozioni che normalmente sarebbero più sopite. Il mio augurio è di riuscire a trovare nel nostro percorso qualcuno che possa essere in grado di sostituirlo». Commosso Stefano Fattori: «Come ogni anno la nostra famiglia ha ricevuto centinaia di messaggi. Ci teniamo a ringraziare tutti i tifosi per questo straordinario affetto. Sono sicuro che se Gildo avesse vissuto questa stagione magica, avrebbe dimenticato i dolori passati del Padova».
Ore 09.00 – Probabile formazione Padova (Corriere del Veneto): Petkovic; Busetto, Dionisi, Thomassen, Degrassi; Fenati, Segato, Nichele; Cunico; Ferretti, Pittarello.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Sulle scelte di formazione Parlato non si sbilancia ma annuncia un fastidio muscolare che terrà quasi sicuramente fuori Salvatore Amirante. «E’ convocato – spiega l’allenatore campano – poi vedremo come se utilizzarlo. Voglio vincere e devo scegliere la formazione che mi dà maggiori garanzie». Detto che anche oggi a Feltre potrebbero esserci poco meno di un migliaio di tifosi biancoscudati, ieri pomeriggio il Centro sportivo Vertigo di Terranegra ha ospitato una cerimonia in ricordo di Gildo Fattori, storica voce del Calcio Padova scomparso undici anni fa. Il presidente Giuseppe Bergamin ha omaggiato il fratello di Gildo, Stefano e la figlia Silvia, assieme al proprietario del Vertigo, Mattia Arisi. Nell’occasione, otto squadre della scuola calcio Biancoscudata si sono sfidate sui nuovissimi campi che hanno sostituito quelli distrutti nella bufera di vento dello scorso febbraio: «Una cerimonia molto gradita – ha commentato Stefano Fattori – siamo sicuri che Gildo avrebbe festeggiato la promozione di quest’anno con grandissimo entusiasmo. Un grazie a tutti quelli che oggi gli hanno rivolto un pensiero».
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Cosa può chiedere che già non abbia ottenuto un allenatore che ha conquistato 81 punti, che ha già in tasca la promozione in Lega Pro, che ha firmato un biennale e che a Padova è considerato alla stregua di un nuovo Messia? Ad esempio il record di punti (85), che si potrebbe battere se si riuscisse a vincere sia oggi a Feltre contro il Ripa La Fenadora che domenica prossima all’Euganeo contro l’Altovicentino. O meglio ancora lo scudetto dei dilettanti, un chiodo fisso dell’allenatore campano che vuole mettere la ciliegina sulla torta a una stagione trionfale: «Dobbiamo continuare il nostro percorso con massima professionalità — precisa Parlato — dando il massimo e non considerando già chiuso questo campionato. Chi mi conosce sa che non mi piace perdere nemmeno un’amichevole, figuriamoci una partita ufficiale. Il Ripa La Fenadora è salvo e noi vogliamo batterlo. E ci godremo un seguito di pubblico importante e caloroso, come è sempre stato in questa stagione. Il campo di Feltre è ampio, dovremo prestare attenzione anche a questo aspetto. Loro vanno rispettati, meritano tutta la nostra considerazione».
Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (trentatreesima giornata, domenica 3 maggio ore 15.00): AltoVicentino-Clodiense, Kras Repen-Dro, Montebelluna-Giorgione, Mori S. Stefano-Mezzocorona, Sacilese-Legnago, Tamai-ArziChiampo, Triestina-Fontanafredda, Union Pro-Belluno, Union Ripa La Fenadora-Padova.
Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 81, AltoVicentino 66, Belluno e Sacilese 56, ArziChiampo 53, Union Pro 50, Clodiense 49, Montebelluna 46, Legnago 43, Union Ripa La Fenadora 42, Fontanafredda e Tamai 38, Giorgione 35, Dro 34, Triestina 31, Kras Repen 29, Mori S. Stefano 16, Mezzocorona 12.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della trentaduesima giornata: ArziChiampo-Montebelluna 1-1, Belluno-Union Ripa La Fenadora 2-2, Clodiense-Sacilese 0-3, Dro-Legnago 0-0, Fontanafredda-Tamai 2-2, Giorgione-AltoVicentino 0-0, Mezzocorona-Union Pro 0-5, Padova-Kras Repen 4-0, Triestina-Mori S. Stefano 2-1.
Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 2 maggio: rifinitura per i Biancoscudati, assente Amirante. La prevendita si chiude a quota 461 biglietti staccati.