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Ore 20.30 – (Il Piccolo) Domenica scorsa era in tribuna a soffrire mentre i suoi compagni soccombevano con il Padova. Un brutto infortunio sta costringendo Mirko Rondinelli ad uno stop forzato proprio nel momento clou della stagione del Kras Repen. Il centrocampista di Mariano Comense ha una lesione al crociato interiore. Un suo possibile rientro verrà deciso in questi giorni. «La speranza è che il ginocchio si sgonfi, per poi capire se riuscire a tornare in campo: spero davvero di poter recuperare e dare ancora il mio contributo, magari per il play-out che i miei compagni devono assolutamente raggiungere», racconta Rondinelli. Classe 1984, il mediano è arrivato nel mercato di riparazione del dicembre scorso dall’Acqui. Anche grazie al suo arrivo pareva davvero che la salvezza diretta fosse alla portata dei biancorossi. Poi però è arrivato lo stop. «Con Del Nero, Rabbeni e Mosetti abbiamo fatto molto bene ottenendo una serie di risultati che facevano presagire ad un tranquillo mantenimento della categoria. Purtroppo però il campionato di serie D è tosto, non bisogna lasciare mai nulla al caso e tanto meno mollare la presa: forse in questo abbiamo un po’ peccato, incappando in un filotto negativo che rischia di compromettere tutto ciò che di buono abbiamo fatto», ricorda Rondinelli. Ora però non è il tempo delle recriminazioni o del guardarsi indietro: «Assolutamente no. Abbiamo tre occasioni per salvare la stagione, tre partite da giocare una alla volta come fossero tre finali del mondiale – tuona il centrocampista lombardo -. Noi giocatori più vecchi dobbiamo assumerci le nostre responsabilità e fare di tutto per salvare questa squadra e regalare la soddisfazione di rimanere in D al nostro presidente perché se lo merita per la serietà, la passione e gli sforzi intrapresi». Intanto ieri la squadra è tornata ad allenarsi. I quattro gol incassati all’Euganeo oramai sono acqua passata. Come è logico che sia. Nonostante tutte le difficoltà il Kras Repen potrà ancora decidere senza guardare in casa altrui il proprio destino. La prima delle tre finali si svolgerà domenica contro il Dro. La voglia di tornare alla vittoria e rimettersi in corsa pare davvero essere il leitmotiv della squadra di Monrupino.
Ore 20.00 – (Trentino) A Monrupino il Dro troverà un Kras Repen praticamente all’ultima spiaggia. Qualche giorno fa il tecnico gialloverde Stefano Manfioletti ha provato ad alleggerire la pressione sulla squadra ribadendo che «il Dro deve pensare esclusivamente a se stesso e al match che dovrà affrontare. Al termine della partita tireremo le somme: fare tabelle è inutile e, anzi, rischia di diventare controproducente». Questa volta, però, sarà impossibile non pensare al risultato dell’avversaria visto che il match che andrà in scena a pochi chilometri dal confine con la Slovenia sarà a tutti gli effetti una “super sfida” diretta. E che, numeri alla mano, potrebbe addirittura consegnare ad Ischia e compagni un pezzo di salvezza diretta. Se, infatti, il Dro sarà capace di espugnare il “Comunale” di Monrupino (a dispetto del “fattore campo”, davanti al pubblico amico il Kras Repen ha raccolto meno punti che in trasferta) porterà ad otto i punti di vantaggio nei confronti dei carsolini che, in caso di contemporaneo sorpasso ai danni del Giorgione (che ospiterà il Montebelluna: è un derby e la squadra di Pasa non pare intenzionata a fare regali), vorrebbero dire sestultima piazza e momentanea salvezza diretta. Il difficile, a quel punto, sarebbe mantenere tale margine anche dopo l’ultima giornata ma, e non sarebbe poco, permetterebbe al Dro di approcciarsi all’ultimo match contro la Sacilese con la certezza di essere padrone del proprio destino. Inutile dire che centrare la permanenza in categoria senza dover disputare la sfida playout sarebbe un risultato eccezionale per Manfioletti e i suoi. Se, invece, il Dro dovesse uscire sconfitto dalla sfida di domenica prossima le cose si capovolgerebbero e la squadra trentina rischierebbe di dover disputare lo spareggio salvezza in trasferta contro la Triestina. L’ipotesi, senza dubbio, peggiore.
Ore 19.30 – (Il Piccolo) Per continuare a far sentire la loro vicinanza alla squadra in questo momento fondamentale della stagione, ma chissà, forse anche per scaramanzia visto che la scorsa settimana l’iniziativa ha preceduto la vittoria della Triestina, anche questo venerdì il gruppo della Curva Furlan si recherà a Prosecco a presenziare all’allenamento degli alabardati, per sostenerli e incitarli come fatto alla vigilia del match con il Mori. Sarà dunque un Primo Maggio di tifo per i supporters alabardati, in vista della delicata sfida col Fontanafredda. Lo stesso gruppo della curva, alla fine dell’ultima partita casalinga della stagione (ma non si sa mai), domenica si ritroverà al Foraperfora di via Diaz, e invita tutti i tifosi per un ritrovo dalle 17 in poi all’insegna della passione per l’Unione. Sul fronte del campo, intanto, gli alabardati proseguono la preparazione in vista del match di domenica contro il Fontanafredda: si è lavorato soprattutto sulla fase offensiva e su esercizi di possesso palla, per chiudere poi con una partitella dieci contro dieci di 40 minuti. Ieri ancora lavoro differenziato per Celli, Milicevic e Thiam Diop. Oggi allenamento pomeridiano a Prosecco.
Ore 19.10 – (Il Piccolo) Due giornate alla fine e molti scenari ancora possibili per quanto riguarda la Triestina e tutta la griglia dei play-out. Assodato che Tamai e Fontanafredda, grazie al fatto di incontrare nell’ultima giornata proprio le due squadre già retrocesse Mori e Mezzocorona, dovrebbero trovare agevolmente i punti salvezza, resta da vedere come (e se) si incastreranno fra loro il poker di squadre ancora in lizza formato da Giorgione, Dro, Triestina e Kras. La premessa è di ricordare che i play-out si giocheranno fra la tredicesima (attualmente il Giorgione) e la sedicesima (piazza ora occupata dal Kras), e tra la quattordicesima (in questo il Dro) e la quindicesima (è la posizione ora occupata dalla Triestina), e che la meglio piazzata giocherà in casa con il vantaggio di due risultati su tre a disposizione. Tenendo presente che lo spareggio non si gioca nemmeno se fra le rispettive contendenti ci sono 8 o più punti di distacco. Ma quali sono le regole in caso di arrivo in parità fra due squadre per determinare la miglior posizione? La prima discriminante è quella degli scontri diretti, e in caso di una vittoria ciascuno la differenza reti nei due incontri. In terzo luogo, si prende in considerazione la differenza reti nell’intero campionato, e in caso di ulteriore parità sarà decisivo il maggior numero di reti realizzate. E se anche questo fosse pari, toccherà al sorteggio. La situazione della Triestina, sotto questo aspetto, è buona. Gli alabardati sono in perfetta parità negli scontri diretti con Dro (due pareggi) e con Kras (altri due pareggi), mentre sono in vantaggio solo rispetto al Giorgione, con il quale però sarà piuttosto difficile arrivare in parità. Pertanto, se la Triestina arrivasse alla pari con il Dro (che in questo momento sembra l’obiettivo più ambizioso dell’Unione), sarà la differenza reti generale a decidere le posizioni di classifica. Ebbene al momento la Triestina vanta la miglior differenza reti complessiva non solo rispetto al Dro, ma anche nei confronti del Kras e dello stesso Giorgione. Gli alabardati infatti, con 39 gol segnati e 49 subiti, adesso sono a -10 e vantano un leggero vantaggio sullo stesso Dro (-12 con 33 segnati e 45 presi) e anche sul Giorgione (-13 con 33 realizzati e 46 subiti). Netto poi il vantaggio sul Kras, che sotto questo aspetto sta peggio di tutti (addirittura -18 con 37 reti all’attivo e ben 55 al passivo). Visto poi che è la Triestina a dover fare più punti per agganciare il Dro, in caso di arrivo in parità sarà quasi certamente lei ad avere l’onore della miglior posizione. E in caso di arrivo alla pari fra Triestina, Dro e Kras? Toccherà alla classifica avulsa, nella quale finora l’Unione ha 4 pareggi. Per completare il quadro bisogna però attendere proprio lo scontro diretto fra Kras e Dro che si gioca domenica a Monrupino (all’andata 2-0 per i trentini).
Ore 18.40 – (Tribuna di Treviso) Daniele Pasa, classe ’65, da San Gaetano. Antonio Paganin, classe ’66, da Vicenza. Pas&Pag: nella stagione 1988-89 compagni all’Udinese, domenica mister rivali in Montebelluna-Giorgione. Che, blasone a parte, potrebbe garantire ai castellani una buona fetta di salvezza. Che derby sarà? Pasa: «Sulla falsariga degli ultimi, tirato e sentito. Spero una bella partita. Il Giorgione gioca aperto e noi abbiamo il vantaggio di essere tranquilli e salvi». Paganin: «Divertente, perché entrambe amano giocare a calcio». Chi sta meglio? Pas: «Le metto sullo stesso piano. Loro hanno dimostrato di stare bene e lo stesso discorso vale per noi». Pag: «Due situazioni differenti, ma veniamo tutte e due da un buon periodo. Loro sono sereni, noi padroni del nostro destino». Cosa significa Monte-Giorgione? Pas: «Storia e tradizione. Da tantissimi anni. Anche a livello giovanile». Pag: «Gli occhi dei ragazzi, la tensione e trepidazione al campo, il modo di porsi di chi serve il caffè o si occupa della lavanderia. Si respira un’aria magica, una sensazione frizzante». Quale derby ricorda con più piacere? Pas: «Udinese-Verona, il primo gol in A». Pag: «Provai i derby con Inter e Samp. Cito il mio primo Inter-Milan del novembre ’90». E quale con rammarico? Pas: «Due anni fa il playout Giorgione-Monte. Ero a Castelfranco e finì male per episodi». Pag: «Inter-Milan, torneo 1993-94. Gullit pareggiò alla fine: una delusione cocente». Pronostico? Pas: «Da tripla. Ma non dobbiamo approcciarla molli». Pag: «Difficile». Cosa vuol dire Giorgione e Monte nella Marca? Pas: «Lì ho allenato qualche mese, hanno passione e tengono alla categoria». Pag: «Il Monte è un riferimento e con la sua politica imperniata sui giovani ha aperto la strada». Un giocatore che ruberebbe loro? Pas: «Gazzola, ma ha la maglia rossostellata come seconda pelle». Pag: «Perosin, perché incarna lo spirito del Monte». Un giudizio su Pasa (Paganin)? Pas: «Ha dato un’identità precisa. Hanno perso partite per la voglia di giocare bene. Siamo stati compagni, ottimo elemento». Pag: «Ha costruito il Monte a sua immagine. Giocatore geniale, per le qualità avrebbe potuto fare più carriera». Un voto al torneo dell’avversario? Pas: «7,5 se si salva, altrimenti 6». Pag: «8,5. Quella classifica non arriva per caso. Specie con i giovani».
Ore 18.10 – (Corriere delle Alpi) Cresce l’attesa per la super sfida di domenica, ricca di fascino e di prestigio, tra il Ripa Fenadora e i Biancoscudati Padova, che arriveranno con un seguito di tifosi da grande squadra (800 i biglietti messi a disposizione per i supporter ospiti e nella prima delle tre giornate di prevendite a Padova ne sono già stati acquistati 350). Per l’occasione si gioca allo stadio Zugni Tauro di Feltre e a dare una mano per regolare il traffico ci saranno anche una ventina di volontari della protezione civile. Fervono i preparativi. I tifosi padovani si sistemeranno nella tribuna scoperta dello Zugni Tauro entrando dal cancello principale dello stadio, mentre i sostenitori neroverdi (che possono comprare i biglietti in prevendita al bar Quadrifoglio di via Rizzarda e bar Duomo) prenderanno posto sulla gradinata coperta. Per loro l’ingresso sarà quello laterale, da via Venture. Il prezzo sarà il solito delle partite casalinghe: 10 euro. «Non ci sembra giusto aumentarlo», commenta il dirigente Mario Dal Soler. Parola al campo. «Ce la giocheremo», prosegue il dg. «Se fossimo capaci di ripetere la partita fatta col Belluno, con gli stessi stimoli e la stessa voglia, potrebbe venire fuori una bella partita. La bella prestazione di domenica scorsa ha dimostrato quello di cui sono capaci i ragazzi. Anche un pari sarebbe un bel risultato che farebbe contenti tutti. I Biancoscudati hanno già vinto il campionato, noi siamo salvi e meteo permettendo si può fare una bella festa tutti insieme. Tra l’altro, noi eravamo affiliati al Calcio Padova (dopo il fallimento è nata una nuova società e il gemellaggio non c’è più). C’è sempre stata collaborazione con loro, in particolare nel settore giovanile». Destini incrociati. Con la maglia del Padova affronterà i suoi ex compagni il terzino Salvadori: «È un ragazzo d’oro, serio, capace e intelligente. Spero che il Padova lo confermi e che faccia carriera tra i professionisti perché se lo merita». Soddisfazione. Affrontare una società blasonata come il Padova è un appuntamento «prestigioso per l’Union, società nata in un Comune di 4 mila abitanti. Per loro la D è una categoria di passaggio, ma hanno dato prestigio al girone». I Biancoscudati. Guardando la formazione dei Biancoscudati, è difficile trovare il punto debole. E allora è quasi meglio pensare a chi stuzzica di più la fantasia: «Il Padova ha un attacco micidiale. Mi è sempre piaciuto Ferretti».
Ore 17.40 – (Corriere delle Alpi) Aria da play-off. Il Belluno deve averci sicuramente preso gusto, dopo l’eliminazione dagli spareggi contro la Sacilese dello scorso anno. Segnò Favret a un minuto dai supplementari e allora niente finale del girone contro il Marano. È stata la prima volta nella post season susseguente alla retrocessione dalla C2 del 2005, anche se in un paio di occasioni, con Pasa e il secondo anno di Raschi, la squadra gialloblù ci andò molto vicina. Non sarà fonte certa di promozione tra i professionisti, certo però che giocare la post-season aumenta anche l’importanza e il valore di una squadra: un ottima carta da giocarsi anche in sede di mercato estivo. Nuovo regolamento. Addio alla vecchia formula seconda contro quinta e terza contro quarta. Da quest’anno la cosa si fa più diretta. Domenica 17 maggio subito match secco tra quarta e quinta, con la vincente chiamata tre giorni dopo ad andare a fare visita alla terza classificata. Per chi passa c’è il terzo turno con la sfida all’Altovicentino che chiuderà secondo. Non ci sono problemi di punti di distacco, invece, per giocare gli spareggi. Una squadra per girone avanti dunque, poi il 31 via alla fase nazionale che si concluderà il 10 giugno con le semifinali e il 14 con la finale. Dopo di che ci sono buone possibilità di ripescaggio in Lega Pro, anche se va detto che il mancato ripescaggio dovrebbe essere “compensato” con un bonus economico. Due punti. Quanto basterebbe al Belluno per la matematica qualificazione. C’è lo scontro diretto domenica a Mogliano contro l’Union Pro. All’ultima giornata, invece, il Montebelluna di Daniele Pasa. Ma con i tre punti domenica il Belluno sarebbe al sicuro e potrebbe concentrarsi anche sulla riconquista della terza piazza. Ma già vincere, unita a una non vittoria dell’Arzignano in quel di Tamai, vorrebbe dire essere almeno quarti e una partita da giocare sicuramente al Polisportivo. Anche un pareggio, comunque, potrebbe qualificare la squadra di Vecchiato. Anche in questo caso però la condizione è che il Tamai strappi almeno un pareggio ai vicentini di Martin Trinchieri; a quel punto l’Arzignano sarebbe a due punti e l’Union Pro a tre ma, all’ultima giornata, ci sarà proprio lo scontro diretto fra le due. Tifosi presenti. Screzio di domenica con un supporter a parte, c’è voglia comune tra squadra e tifosi di raggiungere i play-off. Gli ultras gialloblù hanno comunicato, sul loro sito, che partiranno alle ore 12.45 dallo stadio per raggiungere Mogliano.
Ore 17.10 – Lega Pro, i risultati delle venete: Monza-Bassano 0-0, Real Vicenza-Pordenone 1-0, Venezia-Pro Patria 1-2.
Ore 16.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Brescia è ancora una ferita aperta, soprattutto perché oltre la sconfitta maturata sul campo, si sono aggiunte le decisioni del giudice sportivo che hanno colpito il Vicenza. «Le squalifiche possono capitare — spiega Pasquale Marino — anche se sulle decisioni in questione avremmo molto da dire. Siamo abbastanza adirati ma la rabbia dovremo essere bravi a portarla sul campo». Il tecnico del Vicenza mantiene il suo aplomb anche quando parla della sua squalifica, anche se si intuisce che la cosa non gli è andata giù. «Ho imprecato ma l’arbitro era lontano e non poteva sentire — precisa Marino — le mie esternazioni sono state segnalate dal quarto uomo, come le dicessi direttamente all’arbitro. Premesso che non ho offeso nessuno, se noi allenatori non possiamo nemmeno protestare è meglio che ci mettiamo una museruola. E poi ci vorrebbe una certa elasticità: c’era tensione, ci stiamo giocando tanto e il metro di misura non è certo sempre lo stesso, visto che altre volte sono accadute cose ben più gravi senza che fossero sanzionate. Detto questo, la cosa che mi preme di più è che noi dobbiamo rialzarci immediatamente e sono convinto che i ragazzi sapranno reagire sul campo. Lo abbiamo già fatto durante il campionato e sono convinto che ci rialzeremo anche stavolta». Sta di fatto che il Vicenza giocherà contro la Virtus Entella senza Ragusa e Cocco, quest’ultimo squalificato per le frasi pronunciate al termine della gara. «Non so cosa abbiano detto i giocatori a fine partita — sottolinea Il tecnico dei berici — ma se ogni volta stessimo lì in corridoio a scrivere tutto quello che si dice, in occasione di sconfitte o vittorie, dovrebbero essere squalificati quattro calciatori a ogni partita. Abbiamo anche provato con il ricorso, ma è stato respinto e quindi io e Cocco andremo in tribuna. Contro la Virtus Entella dovremo essere più forti di queste situazioni, non possiamo pensare a chi non c’è perché chi andrà in campo darà il massimo. Cocco ha fatto cose straordinarie e forse ha pure bisogno di rifiatare, magari può così ricaricarsi per il finale di stagione». A quattro partite dalla fine del campionato la serie A diretta è a due punti e tutto può ancora succedere. «Adesso fare conti è inutile — spiega Marino — bisogna dare il massimo ad ogni partita perché l’obiettivo è quello di essere in gioco sino al 95’ dell’ultima gara. Tutte le partite hanno pari importanza, se vogliamo rimanere in corsa sino all’ultimo serve trarre il massimo da ognuna; ci sarà da battagliare ma noi siamo pronti a continuare sulla strada che ci ha permesso di arrivare fino a qui». Il pericolo è che la sconfitta di Brescia, anche perché inattesa, possa provocare un contraccolpo psicologico, ma il tecnico del Vicenza tende ad escludere questa ipotesi. «Quello che la squadra ha dimostrato e ha fatto vedere fino ad adesso mi fa restare sereno — spiega Marino — mi aspetto una reazione dal gruppo che ha sempre mostrato unione e compattezza. A Brescia si può dire che il Vicenza ha giocato male, ma credo si tratti di una partita sbagliata e dopo la rincorsa che abbiamo fatto penso ci possa anche stare». L’ultimo pensiero è per il pubblico di Vicenza, soprattutto per i tifosi vittime dell’agguato di un gruppo di ultras bresciani a fine gara. «Fatti difficili da commentare — dice Marino — episodi di puro vandalismo. Ci è molto dispiaciuto per i tifosi coinvolti negli incidenti del dopo gara. Sapere che sono state colpite famiglie che ci hanno seguito in trasferta ci è dispiaciuto molto, il calcio è un divertimento: episodi del genere nulla hanno a che fare con lo sport».
Ore 16.30 – (Giornale di Vicenza) Andrea Groppo domani sarà regolarmente in tribuna al Menti per Vicenza-Entella. Con papà Giorgio. Detto, fatto. Il giovane tifoso, rimasto ferito nell´agguato degli ultras bresciani contro i pullman vicentini, aveva promesso che sarebbe tornato quanto prima allo stadio. E domani ci sarà. Cercando di dimenticare la paura di martedì sera, le ferite agli occhi e al volto, e di ritornare a quella che in famiglia è una vera passione: il calcio, e il Vicenza in particolare. Sarà in tribuna comunque perché non impegnato con la sua squadra, gli esordienti del Montecchio Maggiore. «Ci hanno consigliato di non farlo giocare, meglio evitare colpi in questi giorni», spiega papà Giorgio. Andrea intanto, con il suo sorriso, sta diventando una sorta di testimonial contro la violenza negli stadi. E ieri al telefono di casa Groppo è stata un´altra giornata “calda”. Ha chiamato il presidente della Lega Calcio di serie B Andrea Abodi con il dg, il vicentino Paolo Bedin. «Hanno espresso solidarietà dopo quello che è accaduto – racconta Giorgio Groppo – hanno voluto sapere come stava Andrea. Il direttore Paolo Bedin ha promesso che in questi giorni verrà a trovarci a Montecchio. Con un presente per mio figlio». Visita confermata, oggi o domani: la Lega Calcio sta preparando una sorpresa per Andrea. «Ha chiamato anche il questore di Vicenza Gaetano Giampietro – continua papà Giorgio – per avere notizie sulle sue condizioni. E per sapere i giorni di prognosi, aspetto importante per le indagini e le responsabilità dei fatti accaduti a Brescia». Andrea, che frequenta la seconda media ai Giuseppini di Montecchio, ritornerà a scuola lunedì prossimo. Ma intanto vivrà questi giorni da protagonista. Ieri sera era a Montecchio Maggiore alla presentazione della tappa castellana del Giro d´Italia, invitato dal vicesindaco e assessore allo sport Gianluca Peripoli: Andrea ha ricevuto la prima maglia ufficiale del comitato organizzatore di tappa firmata dall´ex campione del mondo Marino Basso, dagli ex professionisti Fabio Baldato e Angelo Furlan e da Emanuele Sella. Domani in occasione di Vicenza-Entella la società biancorossa sta organizzando un momento speciale per Andrea. La prossima settimana è stato invitato dal presidente del Vicenza Tiziano Cunico a Isola. «Per passare mezza giornata con la squadra, gli regaleremo una maglia». Da Brescia intanto il direttore generale Rinaldo Sagramola, ex dirigente biancorosso, ha confermato che la maglia di Caracciolo, firmata da tutti i giocatori del Brescia, è in partenza con destinazione Montecchio, casa Groppo. Anche il Centro coordinamento club biancorossi si è fatto partecipe delle iniziative a favore di Andrea. «E per qualsiasi necessità siamo a disposizione» dice il presidente Maurizio Salomoni Rigon. Il gruppo Euforia Biancorossa di Alte, quello della famiglia Groppo, ha promosso il giovane tifoso mascotte ufficiale. «Lo era già prima – dice il presidente Giulio Sartori – ora ancora di più». «A chi ha fatto tutto questo vorrei far provare quello che abbiamo sentito noi in quei terribili dieci secondi – conclude il papà di Andrea – è stata una brutta esperienza ma lo porterò ancora in trasferta. Io ne ho fatte tantissime e non è mai successo niente di grave. E poi qualche mese fa ha fatto appositamente la tessera del tifoso».
Ore 16.20 – (Giornale di Vicenza) Tocca ad Andrea Petagna. Con Ragusa e Cocco assenti per squalifica (respinto il ricorso presentato dalla società per il capocannoniere biancorosso, ridotta da 5mila a 3mila euro l´ammenda a Laverone), sarà il giovane di scuola Milan il centravanti titolare nel Vicenza che domani al Menti affronterà l´Entella. Nell´allenamento di ieri al centro tecnico Morosini, Pasquale Marino (anche lui squalificato, in panchina andrà il vice Massimo Mezzini) ha fatto disputare la consueta partitella in famiglia. D´Elia recuperato. La buona notizia viene da Salvatore D´Elia, che ha smaltito il proprio infortunio muscolare e potrà riprendersi il posto da titolare come terzino sinistro, con la conferma di Sampirisi a destra e Brighenti nel ruolo di centrale destro. Dubbio Manfredini. Resta invece in forte dubbio l´altro centrale, Thomas Manfredini, alle prese con un´infiammazione al tallone destro che nelle ultime partite è stata gestita ricorrendo agli antidolorifici. Ieri il difensore si è solo sottoposto a terapie; se non fosse in condizioni di giocare, contro l´Entella al suo posto scenderà in campo Camisa. Torna Cinelli. Il rientro di Cinelli dalla squalifica consentirà a Marino di schierarlo nuovamente nel trio dei “titolarissimi” a centrocampo, con Di Gennaro e Moretti. Tutto confermato anche sugli esterni offensivi: a destra partirà Laverone, a sinistra Giacomelli, che ieri nel giorno del suo venticinquesimo compleanno (auguri!) ha svolto un allenamento differenziato solo a titolo precauzionale. Prof. Marino. Lunedì prenderà il via l´ottava settimana di lezione del corso per l´abilitazione ad allenatori professionisti indetto dal settore tecnico della Federcalcio. Anzichè a Coverciano, le lezioni si terranno in casa biancorossa, dove i corsisti incontreranno lo staff tecnico guidato da Pasquale Marino e seguiranno gli allenamenti della squadra.
Ore 16.10 – (Giornale di Vicenza) Parole a denti stretti. Questa l´immagine di Pasquale Marino ieri nell´incontro con la stampa. Il tecnico biancorosso, scuro in volto, ha cercato di celare l´arrabbiatura per la serataccia di Brescia ma non ci è granchè riuscito. A irritarlo anche le decisioni del giudice sportivo che ha fatto scattare la squalifica per lui, per Ragusa, per Cocco ed una sanzione per Laverone. Il commento dell´allenatore parte piano: «Dispiace, ma siamo già proiettati verso la gara con l´Entella, però sì, la squalifica è stata inaspettata, questa rabbia che abbiamo la dovremo buttare in campo sabato perchè dobbiamo rialzarci immediatamente». Lei ha appena detto inaspettata. «Sì perchè io ho imprecato ma l´arbitro era a 70 metri dunque non era contro di lui, sono esternazioni che si fanno in generale perchè si sono giocati 3´ su 45´, ma non ho offeso nessuno, evidentemente però il quarto uomo ha riferito l´episodio facendo pensare che imprecassi contro l´arbitro, purtroppo la mia parola non conta; di certo per me il quarto uomo non deve star lì per riportare ogni cosa, dovrebbe anche capire la tensione del momento, infine a volte capitano cose più gravi e non vengono nemmeno sanzionate». Par di capire che non si aspettava nemmeno la squalifica di Cocco. «Vi dico solo che se quelli della procura federale scrivessero tutto quello che sentono ogni fine partita nei corridoi, quando cala tensione dei 90´, dovrebbero essere squalificati quattro giocatori per parte, noi siamo stati sfortunati ad aver trovato qualcuno molto pignolo! Sì sono molto amareggiato da queste decisioni». Comunque lei non crede che sotto ci sia un progetto anti-Vicenza magari per favorire il Bologna? «No, assolutamente no, qualche volta hanno sbagliato pure contro il Bologna e poi faccio parte da tanti anni di questo mondo e certe cose non voglio proprio pensarle e dunque credo sempre nella buona fede». Non si può non parlare dell´agguato violento ai danni dei tifosi biancorossi. «Questa è la cosa più grave, la parola in più ci sta, ma quando si commettono certi gesti di pura violenza si va troppo oltre e davvero non trovo nemmeno le parole per commentarli. Ma come: con tanta fatica, disputando un bellissimo campionato, abbiamo riportato le famiglie non solo allo stadio ma anche in trasferta e poi succedono questi atti vandalici che rovinano tutto». Passiamo al calcio giocato: le manca l´attacco. «Ma noi dobbiamo essere più forti di tutto e chi andrà in campo saprà dare il massimo, poi Cocco ha fatto cose straordinarie e adesso si sarebbe trovato alla terza gara in otto giorni, insomma tutti i mali non vengono per nuocere, magari così si ricarica per il finale». Con l´Entella partita del dentro o fuori? «No, adesso lo saranno tutte fino alla fine, noi dobbiamo solo pensare a prendere il massimo da ogni gara». Molti suoi giocatori però hanno detto che bisogna assolutamente vincere. «Normale e dopo questa gara vi diranno di nuovo la stessa cosa, d´altra parte è così se vogliamo rimanere in corsa fino all´ultima giornata». Teme più l´Entella o il contraccolpo psicologico sui suoi giocatori? «Io mi aspetto una reazione da parte miei ragazzi, perchè questa squadra nell´arco dell´anno ha sempre dimostrato di sapersi rialzare quando cade e dunque di avere carattere, poi per disputare un campionato come il nostro significa che ci sono valori e i valori devono essere tirati fuori proprio nei momenti di difficoltà». Due parole sull´Entella? «Ha bisogno di fare punti, certo sarebbe stato meglio se non avesse perso in casa col Varese. Pensano di venire a farli qui, ma noi non dovremo permetterglielo».
Ore 15.40 – (Gazzettino) A Bari non sono ammessi errori da parte del Cittadella. Mancano quattro partite alla resa dei conti – salvo appendici con gli spareggi – e se si vuole ancora credere nella salvezza bisogna tornare a casa dalla trasferta pugliese con un risultato pieno. Mancano ancora un paio di giorni alla gara di Bari, ma Foscarini è già proiettato sulla partita: «Hanno tanti tifosi, nell’ultima gara c’erano 30.000 persone allo stadio, quindi aldilà del fatto che possano ancora credere nei play off o meno, hanno il dovere di provarci sino in fondo. Da qui alla fine quindi non ti regaleranno niente, il Bari ha ancora delle motivazioni importanti. Gioca con il 4-3-3 con il play davanti alla difesa, i tre davanti sono molto pericolosi, hanno un potenziale offensivo di grande qualità. La squadra è stata costruito per puntare molto in alto: ci vorrà un grande Cittadella per contrastare gli avversari e cercare poi le ripartenze». I granata non possono guardare in faccia nessuno: «Veniamo da due punti in sei partite, c’è la necessità di cambiare assolutamente marcia se vogliamo ancora credere nella salvezza, e noi ci crediamo e lo faremo sino in fondo». Non è ancora ipotizzabile la formazione di Bari: «Valuterò nell’ultimo allenamento, c’è qualche acciaccato con il quale devo fare i conti. Gerardi sta recuperando ma non ci sarà, spero tanto di averlo per la prossima gara con il Frosinone. Cappelletti rientra, De Leidi può alternarsi con Camigliano, ci penserò. Ci sono Minesso e Paolucci che hanno riposato: devo mandare in campo chi mi possa offrire le maggiori sicurezze, perché non sono più ammessi errori». Tra i giocatori in forma c’è Kupisz, in gol con lo Spezia nel turno infrasettimanale: «Mi spiace però che non sia servito a niente. Avrei preferito un successo da parte del Cittadella, che ci manca da troppo tempo». Il centrocampista polacco è tornato a cavalcare la fascia: «Fisicamente sto bene, sono concentrato sulla trasferta di Bari». Ma cosa bisogna fare per vincere al San Nicola? «Tornare più compatti tra i reparti, il Cittadella quando riesce a giocare in una certa maniera sa tenere testa a tutti. Crediamo nella salvezza, secondo noi giocatori resta un obiettivo fattibile, ma in questo momento non servono più le parole, dobbiamo solo vincere». Foscarini non ha convocato Lora e Signorini, c’è Bizzotto della Primavera. Bari-Cittadella sarà diretta da Abisso di Palermo.
Ore 15.20 – (Mattino di Padova) Nell’armamentario delle frasi fatte che ricorrono nel mondo del calcio, una di quelle che si sentono più spesso recita: ci attendono tutte finali. Ma è difficile evitarla se si pensa al cammino del Cittadella in quest’ultimo scorcio di stagione. Senza vittorie da sei partite, a -3 punti dalla salvezza diretta e a due dai playout, gli uomini di Foscarini non possono concedersi errori, a partire dalla trasferta di Bari di domani alle 15. «CI CREDIAMO». «Dopo la sconfitta con lo Spezia ci siamo confrontati in spogliatoio e quello che mi rinfranca è che ho visto nel gruppo la convinzione che sia ancora possibile farcela. I risultati delle rivali, in queste giornate, ci hanno dato una mano: prendiamolo come un segnale del destino». Claudio Foscarini si mostra fiducioso. Ieri pomeriggio ha diretto l’ultimo allenamento al “Tombolato”, mentre oggi partirà assieme ai suoi uomini alle 13 da Venezia. Se gli si chiede se non fosse opportuno provare a dare la scossa con un ritiro anticipato, il tecnico granata risponde così: «Non credo fosse necessario e non è nostra abitudine, a Cittadella, adottare queste soluzioni. E comunque già da diverse gare a questa parte facciamo dei mini-ritiri ritrovandoci il giorno prima, proprio per restare ancora più uniti». DE LEIDI O CAMIGLIANO? Pellizzer & C. effettueranno la seduta di rifinitura direttamente a Bari domattina e poi il tecnico annuncerà l’undici in campo. Scontato il rientro di Cappelletti sulla corsia destra, probabile che De Leidi possa essere riproposto al centro della difesa al posto dell’incerto Camigliano di martedì sera. «Ho rivisto i gol: sul rigore Pellizzer è stato ingenuo a intervenire con troppa irruenza. Nelle altre due azioni Camigliano poteva comportarsi meglio, in marcatura e nel chiudere la diagonale», il commento esplicito di Foscarini. A centrocampo sicuro il rientro di Minesso e molto probabile quello di Paolucci. In attacco Sgrigna e Stanco sono avvantaggiati su Coralli. 30 MILA CONTRO. Ad animare la vigilia le dichiarazioni di Stefano Antonelli, diesse del Bari, che ha tuonato contro l’arbitro del match di Carpi «sperando che certe cose non accadano più». Un modo per fare pressione sul direttore di gara che a Foscarini non va giù: «Sono frasi che mi danno fastidio. Anche noi avremmo potuto lamentarci in diverse occasioni, ma non è così che si fa. È bene dare sempre esempi di correttezza e credibilità». E sui prossimi avversari aggiunge: «Giocano con un 4-3-3 che ha in Donati il proprio perno a centrocampo. Sono sostenuti da 30 mila tifosi e, anche se non hanno più obiettivi concreti da raggiungere, non ci regaleranno nulla». A incitare i suoi uomini, ieri, anche uno striscione appeso dai tifosi granata nel tunnel che conduce al campo: «Forza ragazzi nulla è perduto. Centreremo come sempre l’oBiettivo». Con una “B” grande come il sogno da cui il Citta non vuole svegliarsi.
Ore 15.00 – (Corriere del Veneto) «Io ci credo ancora». Non ha dubbi, Claudio Foscarini, prima della partenza per Bari. Domani alle 15 si gioca una partita cruciale per i destini granata, in un San Nicola in cui i regali non sembrano essere all’ordine del giorno. Il Bari viaggia in acque tranquille, non ha assilli di classifica ma neppure ambizioni playoff, ragion per cui in teoria il Cittadella potrebbe puntare persino al traguardo grosso. Ma il tecnico trevigiano conosce l’ambiente barese e sa bene che Davide Nicola vorrà spingere sull’acceleratore fino all’ultimo. «Loro non hanno più grossi obiettivi da raggiungere — taglia corto — ma giocano di fronte a un grande pubblico e non regaleranno nulla. Hanno una buona squadra e un attacco che può fare male. Per noi sarà dura, ma ripeto: ci credo ancora e sono convinto che la squadra lo dimostrerà sul campo, anche perché i risultati delle altre non sono stati così negativi per noi. Gli incontri di questi giorni tra noi spero abbiano prodotto gli effetti sperati. Ritiro anticipato? A Cittadella non facciamo così, ma da qualche tempo abbiamo introdotto un ritiro prepartita il giorno prima proprio per prepararci al meglio in questa fase finale della stagione». Il ds del Bari Stefano Antonelli ha tuonato contro gli arbitri dopo il big-match pareggiato a Carpi. Lo sfogo del dirigente romano ha dato fastidio a Foscarini e anche alla dirigenza: «Noi non lo facciamo mai – sbotta Foscarini – non ci lamentiamo e non credo sia giusto farlo. Mi piacerebbe si parlasse solo di campo ed è quello che tengo a fare». Capitolo formazione. Ci sono diversi acciacchi, che verranno verificati domani mattina nell’ultima rifinitura a Bari. Rientrano Donazzan e Cappelletti (che sarà titolare) dalla squalifica, mentre sono entrati in diffida sia Minesso che Busellato. Fra i due giocherà il primo, mentre Busellato potrebbe finire in panchina per fare spazio a Paolucci. Da verificare le condizioni di Coralli e Stanco, affaticati.
Ore 14.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Non mette piede in campo da 15 mesi Edmund Hottor, scontato quindi che per lui debuttare questo pomeriggio nel Venezia che ospita la Pro Patria (ore 15) sarà come uscire dal tunnel. Un incubo lungo 450 giorni, una vita anche per un giovane che compirà 22 anni mercoledì prossimo e rimasto senza pallone: «Dal 21 gennaio 2014, 2-1 della Nocerina al Grosseto, e chi se la scorda quella data» incalza con un sospiro che dice tutto. Da allora il centrocampista ghanese ha scontato un anno di squalifica, saltando 34 partite avendo partecipato alla tristemente famosa farsa di Salernitana-Nocerina, quando i giocatori ospiti (dopo un incontro ravvicinato con i loro ultrà) finsero infortuni in serie facendo sospendere il match. «Il destino purtroppo mi ha fatto lo sgambetto – sorride – perché a settembre mi sono strappato un tendine della gamba sinistra, proprio quando mancavano gli ultimi 4 giorni dopodiché sarei stato a disposizione del Venezia. Una beffa, mi sono fatto male calciando in porta in allenamento, non me l’aspettavo proprio ed è stata una vera mazzata». Hottor contro Pavia e Torres è andato in panchina, nei giorni scorsi però mister Serena ha insistito molto su di lui nel centrocampo anti-Pro Patria. «Magari, ci spero molto di giocare, mi basterebbe anche un minuto, però non si sa mai e quindi sono pronto. Il Venezia è salvo però le restanti due gare con Pro Patria e Alessandria sono comunque molto importanti. Siamo una buona squadra, un bel gruppo, peccato per qualche alto e basso di troppo che ci ha impedito di agganciare l’alta classifica». Nelle ultime tre giornate i biancoblù di Marcello Montanari – 40 presenze tra il 1985 e il 1987 nella difesa dell’ultimo Venezia neroverde in serie C2 – hanno collezionato 7 punti. Tuttavia in trasferta solo il Pordenone (9 punti) ha fatto peggio di una Pro Patria (11) che vanta suo malgrado la difesa più battuta (62 gol subiti) di tutta la Lega Pro. «Vogliamo salutare con tre punti i nostri tifosi – assicura Hottor -. Il futuro? A giugno scade il mio contratto col Milan e sarò libero, non nascondo che mi piacerebbe potermi sdebitare con un Venezia che mi ha aspettato e curato».
Ore 14.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il Venezia si congeda dal Penzo oggi pomeriggio nella sfida contro la Pro Patria. Il penultimo turno di campionato mette di fronte gli arancioneroverdi, già salvi, ai Tigrotti lombardi che cercano punti per scongiurare la retrocessione diretta e andarsi a giocare la salvezza ai playout. Ma se in apparenza il match potrebbe avere poco appeal per il Venezia, in realtà c’è uno stimolo in più per gli uomini di mister Michele Serena: la conquista dell’accesso alla Tim Cup. Sono infatti appena usciti i criteri di ammissione per la Coppa Italia (quella dei grandi club) e il Venezia è a un solo punto di distanza da quel nono posto che aprirebbe le porte alla partecipazione al torneo. Con 45 punti, infatti, il Venezia è a -1 dal Mantova attualmente nono, anche se a quota 46 ci sono anche Cremonese e Torres. Con due gare a disposizione, però, i giochi sono ancora apertissimi. Ma ancora una volta il Venezia si presenta all’appuntamento in emergenza. Tra squalifiche e infortuni, è ormai una costante di questa stagione. Oggi Serena dovra ridisegnare l’attacco visto che mancheranno gli squalificati Raimondi e Greco, e probabilmente punterà sulla coppia inedita Magnaghi Guerra. Ma non ci sarà neppure Bellazzini per il riacutizzarsi dell’infiammazione con cui convive da tempo, tanto che dietro le punte potrebbe essere il turno di Varano, con Giorico in mediana affiancato da Espinal e Zaccagni. In difesa invece mancherà Sales fermo per l’infortunio alla caviglia e si dovrebbe rivedere Dell’Andrea. Potrebbe anche essere il giorno dell’esordio (magari a partita in corso) di Hottor, già convocato nelle ultime giornate, ma ancora mai utilizzato. Una sola invece l’assenza sicura nelle fila della Pro Patria, quella di Calzi per infortunio. Mister Montanari schiererà il tridente formato dal bomber Serafini (11 gol) con Candido e Terrani. «La Pro Patria — osserva mister Michele Serena — verrà al Penzo con il coltello tra i denti, visto che si sta giocando con Albinoleffe e Pordenone l’ultimo posto in classifica, che significa retrocedere in serier D». Con 32 punti, i tigrotti sono attualmente terz’ultimi, posizione che significherebbe giocarsi la permanenza tra i «pro» ai playout. Oltre a cercare di evitare a tutti i costi la retrocessione diretta, la Pro Patria sta anche puntando al quart’ultimo posto, attualmente occupato dal Lumezzane con 35 punti, che significherebbe giocare il ritorno della sfida salvezza in casa. «Verranno qui per fare punti — avverte il tecnico — e teniamo presente che ne hanno fatti 7 nelle ultime tre gare. E’ una squadra in salute, non è certo quella dell’andata», dice ricordando la vittoria corsara per 2-0 dello scorso 20 dicembre. «La Pro Patria è una squadra vera che ha molta qualità con i suoi giocatori davanti. E dall’altra parte — osserva il tecnico arancioneroverde — c’è un Venezia che sarà pure salvo, ma ha un allenatore che vuole vincere». Una questione anche d’orgoglio per mister Serena e per i suoi uomini, che vogliono chiudere la stagione nel migliore dei modi: «E’ anche la nostra ultima partita in casa per cui c’è la volontà di fare una buona partita e di raccogliere i tre punti. Poi penseremo al futuro». Per l’ultimo appuntamento casalingo la società ha fissato il biglietto d’ingresso a due euro, un modo per ringraziare i tifosi e per congedarsi. In attesa di conoscere i programmi che il presidente Korablin, visto al Penzo una sola volta in tutta la stagione, avrà per il prossimo anno.
Ore 13.50 – (La Nuova Venezia) Tre punti per chiudere con una vittoria davanti ai propri tifosi, tre punti per rimanere in corsa per un posto in Tim Cup. Ultima esibizione al Penzo per il Venezia di Serena, salvezza in tasca, di fronte una Pro Patria in risalita che punta ad allontanare ancor di più lo spettro della retrocessione diretta in serie D per affidarsi al match-ball dei playout, magari partendo dalla miglior posizione possibile. Ingresso a due euro per i tifosi, esclusa la tribuna d’onore, la promozione lanciata dal club. Due squalificati (Greco e Raimondi), quattro infortunati (Sales, Giuliatto, Carcuro, Bellazzini), una scelta tecnica (Esposito): fuori sette titolari per Serena che, rispetto a Sassari, recupera a centrocampo Espinal e Scialpi. Dell’Andrea rileva Sales sull’out mancino in difesa, Varano si piazza alle spalle di Magnaghi e Guerra. Panchina di ragazzi: Scanferlato, Callegaro, Chin, Marton. Per la gioia di Mattia Collauto, e alcuni riusciranno anche a esordire. Motivazioni a mille per la Pro Patria: 15 punti nelle ultime nove giornate, sette nelle ultime tre contro Feralpisalò, Renate e Cremonese. I playout sono a un passo per la squadra di Marcello Montanari, attualmente al terz’ultimo posto con tre lunghezze di margine sull’Albinoleffe. Intanto la Lega Pro ha ufficializzato che in Tim Cup andranno le prime nove di ogni girone, in questo momento il Venezia è fuori (complici i tre punti di penalizzazione), ma il traguardo dista solo una lunghezza. Serve una vittoria sulla Pro Patria per operare il sorpasso, in attesa di chiudere domenica prossima ad Alessandria. Così al Penzo (ore 15) Un. Venezia (4-3-1-2): 1 Fortunato; 2 Capogrosso, 5 Cernuto, 6 Legati, 3 Dell’Andrea; 7 Zaccagni, 4 Giorico, 8 Espinal; 10 Varano; 9 Magnaghi, 11 Guerra. A disposizione: D’Arsiè, Peccarisi, Scialpi, Scanferlato, Hottor, Chin, Marton). Allenatore: Michele Serena. Pro Patria (4-3-3): 1 Melillo; 2 Guglielmotti, 6 Pisani, 5 Lamorte, 3 Taino; 4 Arati, 8 Bovi, 7 Giorno; 10 Candido, 9 Serafini, 11 Terrani. A disposizione: Perilli, Panizzi, Romeo, Palumbo, D’Errico, Sandri, Baclet. Allenatore: Marcello Montanari. Arbitro: Giovani (Grosseto).
Ore 13.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Un occhio al campo e l’altro alla concorrenza. Il Bassano ha un vantaggio e uno svantaggio nella volata per la serie B che sta appassionando pubblico e addetti ai lavori in questo finale di stagione, e che oggi alle 15 conoscerà la sua penultima tappa. Il vantaggio è quello di sapere di essere padrone del proprio destino e cioè — in caso di vittoria contro Monza e Feralpisalò nei 180’ che restano da giocare — di poter staccare il pass per la cadetteria senza attendere di conoscere l’esito delle partite di Novara e Pavia. I piemontesi affrontano l’Arezzo in casa, il Bassano va a Monza e il Pavia a Como. Sulla carta, in un primo maggio di lavoro che più lavoro non si può, l’impegno più semplice almeno sulla carta ce l’ha la squadra di Domenico Toscano, che affronta una squadra che non ha più nulla da chiedere al campionato. Il Bassano dovrà invece espugnare il Brianteo: «Di sicuro per noi questa è la partita — carica Antonino Asta — e conquistare una vittoria costituirebbe un tassello importantissimo. Tocca a noi, dobbiamo sfruttare a pieno questa opportunità che ci siamo creati. Dico la verità, sogno di poter leggere sui quotidiani a commento della gara un titolo tipo “Il peggior Bassano della storia vince a Monza”… Questo perchè voglio far capire che contano solo i tre punti, non importa come verranno ottenuti. Bisogna vincere, a tutti i costi». La vicenda penalizzazione ha creato contorni grotteschi, caratterizzando fortemente il campionato del Novara e, di conseguenza, tutta la corsa promozione. Potrebbe persino non essere finita qui, perché il club piemontese ha annunciato la volontà di un secondo ricorso che verrà discusso il 13 maggio, a campionato terminato. Difficile che si possa stravolgere ancora tutto, ma di sicuro questo rappresenta lo svantaggio di cui si parlava inizialmente con cui il Bassano si trova costretto a convivere: «Non voglio dare giudizi su quanto successo — taglia corto Asta — noi dal canto nostro abbiamo un solo risultato: vincere entrambe le gare, il resto non conta. Dobbiamo tapparci le orecchie e pensare solo al campo. Si percepisce un clima di attesa, sarà una sfida decisiva contro una squadra assetata di punti. Non so che atteggiamento aspettarmi da parte del Monza e come decideranno di interpretare la gara, tuttavia hanno bisogno dei tre punti per sperare di recuperare terreno sulla zona salvezza, quindi probabilmente dovranno essere più offensivi». E Asta chiama a raccolta i tifosi: «Il supporto della nostra gente è enorme e importante e questo ci rende orgogliosi di quello che stiamo facendo». Finale di stagione senza assilli, infine, per il Real Vicenza, che ospiterà oggi, sempre alle 15, il Pordenone. I friulani devono assolutamente vincere per staccarsi dalla zona pericolo, mentre Michele Marcolini darà spazio a un mini turnover con una chance per qualche giocatore poco impiegato nel resto del campionato.
Ore 13.00 – (Giornale di Vicenza) Ultimo appuntamento stagionale al Menti per la squadra di Marcolini. Obiettivo: vincere. Vincere per non lasciar scappare la Tim Cup e un piazzamento importante al primo anno di Lega Pro per la società di Lino Diquigiovanni. Non facile però visto che a Vicenza arriva un agguerrito Pordenone che lotta per aggrapparsi al treno playout. I ramarri hanno già dimostrato di saper mettere in difficoltà anche le squadre più quotate e vengono dal preziosissimo pareggio contro il Novara al Bottecchia, e prima da una serie di vittorie che hanno permesso agli uomini di Rossitto di scrollarsi di dosso l´ultima posizione. A due giornate dalla fine, per i friulani l´imperativo è non perdere, in vista dello scontro cruciale che li attende la settimana prossima contro il fanalino di coda AlbinoLeffe. «Per loro fare punti da noi sarebbe fondamentale, di conseguenza sappiamo benissimo che incontriamo una squadra che giocherà con il coltello tra i denti – commenta Marcolini -, saranno attentissimi e combattivi fino alla fine. Loro si stanno giocando tantissimo, ma non voglio vedere differenza di atteggiamento tra le due formazioni, ne sarei amareggiato. Ma credo che questo problema non ci sarà: i miei ragazzi si sono allenati bene questa settimana, mi hanno dimostrato grande voglia di riscattarsi». Fiducia da parte di Marcolini, che dovrà barcamenarsi in difesa con l´assenza di Dario Polverini e Matteo Solini. Quasi sicuramente non sarà disponibile Diego Vannucci, che in settimana non è stato bene. Il tecnico cercherà ancora una volta riscontri positivi dai giovani: «Come ho già dimostrato in queste ultime partite cercherò di vedere qualcosa di nuovo. Ho ragazzi che mi stanno dando moltissimo e quindi so quello che possono fare. Mi sembra giusto dar l´opportunità anche a qualcun altro di mettersi in mostra». Guardando dall´altra parte, non sembra in dubbio la presenza di Maccan là davanti, nonostante il suo lieve infortunio al ginocchio, che proverà a bucare le mani del suo amico d´infanzia Tomei. «Se hanno o non hanno Maccan cambierà per loro dal punto di vista tattico: avendo un punto di riferimento alto e forte fisicamente, ho visto anche la partita con il Novara, è normale lo vadano a cercare spesso, giocando sulle seconde palle e sulle spizzate di testa. Se non ci sarà giocheranno più sulla velocità». Marcolini vuole fortemente la vittoria: «Ho voglia di tornare a finire una partita con il sorriso, di tornare ad esultare. Mi manca e ci manca da troppo tempo il successo. In questo periodo dal punto di vista delle energie nervose le squadre avversarie forse possono avere qualcosa in più, in questa partita però non lo voglio vedere, è la nostra ultima gara in casa e c´è voglia di rivalsa»
Ore 12.40 – (Giornale di Vicenza) Pane e Asta. La pagnotta della B come miraggio, tanto più ora che Don Tonino torna sul luogo che l´ha svezzato in panchina e promette di non commuoversi («Per loro è importante, per noi anche di più – dice – i tifosi sono indimenticabili ma la squadra è cambiata totalmente rispetto alla mia»). Non lacrima lui e non lo fa il suo vice Frank Farina che in biancorosso ha solo trascorso gli ultimi vent´anni della sua vita prima di accasarsi a Bassano nel suo primo trasferimento della carriera e che sottolinea come questo non è il suo debutto da avversario al Brianteo. L´importante è che non pianga nessuno dei virtussini alle 5 della sera in quello che è come un Superbowl, se non fosse che poi di finale ce n´è comunque un´altra domenica 10 con la Feralpi poiché non è credibile che il Novara, rilanciato dall´ennesimo frullato della classifica scandito dai tribunali, si incarti sul più bello con l´Arezzo. Bassano al contrario incrocia un rivale che non ha tempo per fare esperimenti: se non artiglia il malloppo è praticamente condannato ai playout salvezza. In pratica Monza deve tirare al gran colpo e non potrà permettersi di stare in buca per 90´. «In ogni caso noi abbiamo preparato due partite – anticipa Asta – quella in cui loro sono attendisti e ci aspettano per fregarci in contropiede, sia quella in cui scelgano di attaccarci». Ieri nella rifinitura al Mercante il gruppo ha provato alcuni schemi su calcio piazzato, punizioni e angoli che questa squadra non capitalizza mai come dovrebbe, quindi rovente partitella su campo ridotto. Se per misurare la temperatura della comitiva fosse sufficiente il clima che si respirava ieri, Bassano è in carrozza: i giocatori si sono accapigliati per un rigore non concesso da Asta, arbitro per l´occasione, con un´energia positiva smisurata. Tra l´altro ha segnato anche Maistrello, alla seconda sgambata in famiglia. Un segnale che spinge il tecnico a riproporlo in panca dopo due mesi e mezzo spesi in riparazione. Semmai la nota amara è che Bizzotto è fuori uso per una lombalgia che non ne vuol sapere di guarire e allora avanti con Zanella nel cuore dell´area con Priola. Tornano Iocolano e Semenzato, mentre Asta è prosaico. «Sul giornale vorrei leggere: “Il peggior Bassano della storia vince a Monza”. Poichè stavolta è l´unico aspetto che conta». Tre pullman pieni e un minibus esaurito, più una raffica di auto al seguito. Un miniesodo di quasi 300 unità che non tocca gli oltre 700 irriducibili scesi a Reggio Emilia nel 2008 con la C1 in ballo, ma erano altri tempi pre-crisi e non c´erano ponte festivi di mezzo. «Saperli al nostro fianco ci dà ancora più forza – chiosa il precettore Diesel – la mia unica preoccupazione è che i ragazzi non siano precipitosi».
Ore 12.10 – (Gazzettino) «Con la proprietà abbiamo discusso di costruire una squadra che faccia bene nel prossimo campionato. Bastano pochi ritocchi, abbiamo molti giocatori che sul piano tecnico possono essere riproposti in Lega Pro. E la nostra volontà è mantenere il più possibile questo gruppo che ha valori importanti anche sul piano umano». De Poli fotografa così il Padova che sarà costruito in vista della prossima stagione. Niente nomi al momento da parte del diesse, tanto più che i colloqui individuali saranno effettuati quasi certamente dopo il 30 maggio: c’è una stagione da portare ancora a termine e dopo la conquista della Lega Pro tutte le attenzioni sono puntate alla poule scudetto. Ciò non toglie che nelle prossime settimane De Poli inizi a muoversi a fari spenti per sondare il terreno in vista di nuovi acquisti, non prima di essersi incontrato con Parlato per fare le valutazioni del caso. Mentre per la scelta del ritiro sono già al vaglio alcune località. Quanto al budget a disposizione afferma. «Non sono state fatte cifre, ma ho grande fiducia nella proprietà». Sarà costruita una squadra per accedere ai contributi dalla Lega Pro? «Le regole cambieranno con riguardo al minutaggio dei giovani nel prossimo campionato. In base a ciò che dirà la Lega terremo in considerazione la possibilità di avere un ritorno a livello economico, ma su tutto prevale l’aspetto sportivo».
Ore 12.00 – (Gazzettino) «Se ho avuto richieste in questi giorni da squadre di categoria superiore alla Lega Pro? Sono felicissimo di essere rimasto al Padova. Il mio desiderio era quello di dare continuità al mio lavoro, pensando intanto a terminare questa stagione, fermo restando che dobbiamo pianificare il futuro». È meglio che la conferma sia arrivata adesso, in questo modo può concentrarsi nel migliore dei modi per la poule scudetto. «Posso solo dire di essere molto felice, il resto è una cosa che verrà di conseguenza. Mi calerò ancora di più nell’amore e nella passione per il Padova». Ha già allenato Rovigo e Valenzana in Lega Pro, ora torna nei professionisti con i biancoscudati. «È sicuramente diverso. Torno in Lega Pro con uno spirito molto positivo e ambizioso. Sia io che la società dobbiamo calarci bene da subito nella nuova realtà per poter aspirare a qualcosa che in questo momento non diciamo, ma sogniamo. Da parte mia c’è la promessa di metterci sempre grande impegno». Già l’anno scorso sembrava che dovesse fare il salto in Lega Pro restando alla guida del Pordenone che aveva condotto alla vittoria in serie D, poi le cose sono andate diversamente ed è approdato ai biancoscudati. «Se non fosse successo ciò che è accaduto, non sarei qui e non sarei stato l’allenatore della serie D e della Lega Pro. Il destino ha voluto che andasse così, e me lo tengo ben volentieri. Anzi è una cosa bellissima».
Ore 11.50 – (Gazzettino) Fanno eco le dichiarazioni dell’amministratore delegato Roberto Bonetto. «Siamo soddisfatti, era l’obiettivo che ci eravamo prefissati sin dall’inizio. Abbiamo voluto fare un contratto biennale per dare a De Poli e a Parlato l’opportunità di lavorare con serenità per portare il Padova nelle categorie che sono più consone a questa città meravigliosa. Creeremo una struttura societaria ancora più professionale e daremo al direttore sportivo e al tecnico un budget importante per costruire una squadra importante». Fuori dalla sede biancoscudata, qualche istante dopo la firma sul contratto, viene improvvisata una conferenza stampa con De Poli e Parlato. «Sono molto contento – esordisce De Poli – e gratificato che la società abbia dato fiducia a me e a Parlato per due anni, abbiamo la possibilità di pianificare il lavoro. La proprietà mi ha chiesto un parere sull’allenatore e ho risposto che per me il tecnico doveva essere Parlato. Ha dimostrato di essere l’uomo giusto vincendo l’ennesimo campionato e abbiamo un rapporto ottimo: è una persona seria, corretta e sempre disponibile al dialogo». Ecco Parlato. «Provo grande gioia e felicità, ringrazio il presidente Bergamin e l’amministratore Bonetto per la fiducia. Sono contento anche per De Poli».
Ore 11.40 – (Gazzettino) È fumata bianca per la conferma di Fabrizio De Poli e Carmine Parlato. L’ufficialità è arrivata ieri alle 12.44 con un comunicato del Padova pubblicato sul proprio sito internet. «Il presidente Giuseppe Bergamin e l’amministratore delegato Roberto Bonetto informano che è stato siglato un accordo biennale con il direttore sportivo Fabrizio De Poli e con il tecnico Carmine Parlato. La serietà professionale e le qualità dimostrate da entrambi rappresentano per la società biancoscudata la garanzia per il futuro prossimo in Lega Pro». Parole che il presidente Bergamin riprende andando più a fondo. «Era un intento comune quello di trovare questo accordo che finalizza il lavoro svolto nell’attuale stagione e che ci pone davanti a un progetto da portare avanti insieme». Il fatto, poi, che si tratti di contratto biennale per diesse e allenatore è un segnale importante da parte vostra. «Sì, ci dà la possibilità di programmare con i tempi giusti le strategie da seguire. Con la conferma di De Poli e di Parlato il Padova è più forte e ci dà una continuità che in questa fase è una garanzia. Abbiamo fatto la scelta giusta, sia noi che loro». C’è stato il rischio che non si arrivasse a trovare un’intesa? «Le voci esterne non ci hanno condizionato, tutti volevamo andare avanti insieme».
Ore 11.30 – (Gazzettino) Vittoria 4-2 per il Padova nell’amichevole disputata ieri con la Fontanivese San Giorgio, squadra neopromossa in Seconda categoria. Test nel quale Parlato ha fatto ruotare tutti i giocatori in vista della sfida in trasferta domenica con l’Union Ripa La Fenadora, schierando una formazione per tempo. Nella prima frazione biancoscudati con il 4-3-1-2: sono andati a segno Amirante e Ilari, mentre per la Fontanivese ha accorciato le distanze Moretto. Nella ripresa spazio agli altri interpreti disposti con il 4-2-3-1. Sigilli di Pittarello e Cunico, e per la squadra di casa ha fatto centro Golin. Durante l’intervallo il presidente Giuseppe Bergamin, affiancato dalla moglie Giovanna, e il vice presidente Erminio Lorenzetto della Fontanivese hanno consegnato un omaggio floreale alla vedova del tifoso biancoscudato Silvano Barichello. Oggi giornata di riposo per i biancoscudati che si ritroveranno domani mattina per la consueta rifinitura pre partita.
Ore 11.10 – Qui Appiani, fischio finale: Padova-Giornalisti 2-0, decidono Massimo Canton e Marco Bergamin.
Ore 10.30 – Qui Appiani: fine primo tempo, Padova-Giornalisti 0-0.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Un’ottima notizia. Adesso si può aprire un ciclo importante”) È un’ottima notizia, la riconferma di De Poli e Parlato, ma ancora di più lo è il fatto che l’accordo sottoscritto da entrambi con la proprietà abbia durata biennale. Questo significa possibilità di aprire un ciclo importante, che abbia come traguardo, nei tempi che ci verranno illustrati al momento opportuno, quella Serie B in cui eravamo sino ad un anno fa, prima che la sciagurata gestione di Penocchio (e del suo ex socio Cestaro) ci estromettesse dal professionismo. Ci eravamo permessi, un paio di giorni fa, di sottolineare come le dinamiche di una società di calcio siano ben diverse da quelle di un’azienda, di qualsiasi genere essa sia: perché se uno fa bene, e ottiene risultati significativi (Parlato ha vinto tre campionati), solletica inevitabilmente le attenzioni di altri, pronti ad offrirgli prospettive di lavoro allettanti e magari pure più remunerative. La “B&B”, in cui – ribadiamo – abbiamo massima fiducia, ha dimostrato con i fatti, e non solo con le dichiarazioni d’intenti, che è bene evitare rischi inutili, soprattutto se, come nel nostro caso, si ha per le mani una coppia tecnica di assoluto valore, votata totalmente alla causa biancoscudata. In più, il rinnovo consente di programmare il futuro con buon anticipo. Se tu sistemi subito i tasselli del campo, vale a dire chi ti costruisce la rosa e chi te l’allenerà, ti sei già messo nella condizione ideale per fare il resto: dal possibile allargamento degli azionisti alla ricerca di sponsor, dai rapporti con le istituzioni, calcistiche e non, alla questione della curva sud da avvicinare al terreno di gioco, dal dialogo con i tifosi all’organizzazione della società. A Bergamin e Bonetto diciamo perciò “bravi!”, perché è stata compiuta una scelta logica, gradita all’intero ambiente e in sintonia con le ambizioni da Lega Pro, ovvero allestire una squadra da posizioni più che tranquille, in grado il primo anno di assestarsi nella categoria, per poi tentare, nell’arco delle due successive stagioni, di salire tra i cadetti. Carpi, del resto, insegna: era in D e, senza abiurare dal “credo” che patron Bonacini ha sintetizzato efficacemente in un’intervista («Non fare mai il passo più lungo della gamba»), si è ritrovata in sei anni, con la stessa struttura, nell’Olimpo della A, spendendo nell’attuale stagione meno di 5 milioni di euro. Qui si può pensare di emulare gli emiliani? Noi diciamo di sì, con persone serie e concrete come i due imprenditori padovani. Il fa e disfa del passato, che ha portato l’Acp 1910 sull’orlo del fallimento, per fortuna è un pallido ricordo. Ora è lecito guardare al 2015/16 con fiducia e fondate speranze.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) È ancora presto per definire gli obiettivi sportivi della prossima stagione, ma la città, dopo le gioie di quest’anno, ormai s’è rifatta la bocca buona: «Vogliamo fare una squadra competitiva, e assestarci in questa categoria con personalità. È presto per dire dove potremo arrivare, ma per fare bella figura il mantenimento della categoria è l’obiettivo minimo, cercando di arrivare un po’ più in alto». «Siamo contentissimi», ammette il direttore sportivo, «In questi dieci giorni siamo arrivati all’accordo, il lavoro svolto quest’anno ha portato la proprietà a darci fiducia anche per il prossimo biennio e ne siamo fieri. Adesso viene il bello, siamo pronti a metterci all’opera». Raggiante anche il tecnico partenopeo, che dodici mesi dopo l’addio al Pordenone si ritrova catapultato in quella Lega Pro che per due anni s’è conquistato sul campo, e che ritroverà dopo sei campionati di Serie D: «In questo momento c’è solo grande gioia», sorride il tecnico, «Voglio ringraziare il presidente Bergamin e l’amministratore Bonetto per la possibilità che mi viene data, e sono contento che prosegua il mio lavoro con Fabrizio e con questa squadra. Questa conferma mi dà un enorme piacere: da oggi mi calerò ancora di più nell’amore, nel cuore e nella passione della città di Padova». La nuova stagione comincerà solo ai primi di luglio: ci sono più di due mesi, per programmare al meglio. Ma le idee sono già ben chiare. Spiega De Poli: «Abbiamo molti giocatori che possono essere riproposti nella categoria superiore. Il budget? Non se n’è parlato in dettaglio, ma ho massima fiducia nella proprietà».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) La fumata bianca è arrivata. Sono bastate solo un paio d’ore di colloquio ieri mattina, nel ventre dello stadio Euganeo, per arrivare all’accordo tanto atteso. Carmine Parlato e Fabrizio De Poli saranno ancora l’allenatore e il direttore sportivo del nuovo Padova che si affaccia alla Lega Pro. E non lo saranno solo per la prossima stagione: con entrambi la società ha raggiunto un accordo sulla base di un contratto biennale. Un progetto vero, concreto. Con la promessa che anche in terza serie il Padova dovrà essere protagonista. «Siamo contenti, abbiamo raggiunto il nostro primo obiettivo», ammette, soddisfatto, il presidente Giuseppe Bergamin. Non siamo nemmeno a maggio, ma è già certo che il futuro biancoscudato ripartirà da due dei principali artefici della cavalcata di quest’anno: «La conferma di Parlato e De Poli non è frutto solo dei loro indubbi meriti sportivi», prosegue il patròn, «Abbiamo voluto riconfermarli perché siamo convinti che le capacità che hanno dimostrato potranno tornarci utilissime anche in una categoria superiore. Il Padova che verrà dovrà essere un gruppo molto simile a quello di quest’anno, una squadra nella quale tutti abbiano continuità di rendimento e voglia di fare, nella quale impegno, abnegazione e buon comportamento dovranno essere una costante».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) La Biancoscudati Padova sta festeggiando anche in provincia. Questa è stata la settimana dell’ “Alta”, visto che martedì sera ha festeggiato il proprio terzo anniversario il club “Alta Padovana” di Tombolo, alla presenza di una delegazione di giocatori e del “padrone di casa”, il ds Fabrizio De Poli. Ieri, invece, la squadra ha disputato un’amichevole a Fontaniva. L’occasione è venuta buona per la dirigenza per ricordare lo storico tifoso Silvano Barichello, scomparso qualche mese fa. Il presidente Giuseppe Bergamin con la moglie Giovanna ha regalato alla vedova un mazzo di fiori a forma di scudetto del Padova e una maglia autografata dai giocatori. Sul campo Parlato ha testato la squadra che scenderà in campo domenica a Feltre contro l’Union Ripa. Vista la squalifica di Petrilli e l’indisponibilità di Aperi, il tecnico sta pensando di riproporre il 4-3-1-2. Ieri Ilari è stato testato da trequartista alle spalle di Amirante e Ferretti, anche se domenica in quel ruolo potrebbe tornare Cunico dal primo minuto, con Zubin favorito su Amirante. In difesa molto probabile il ritorno della coppia titolare Sentinelli-Niccolini. L’amichevole è terminata 4-2 per il Padova: a segno Amirante, Ilari, Cunico e Pittarello. Per la Fontanivese San Giorgio in gol Moretto e Golin. Oggi riposo, domani rifinitura alle 10 all’Appiani. Intanto continua la prevendita: fino a ieri sono stati staccati 405 biglietti, mentre il club “Amissi biancoscudati” ha organizzato un pullman per Feltre, partenza alle 9.45 dalla Guizza.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Dopo la prima lezione di un paio di mesi fa alla scuola Petrarca, ieri Gustavo Ferretti ha fatto il bis. Non una, ma ben due ore di lezione per “El Rulo”, che è stato ospite della scuola media “Belludi” di Piazzola sul Brenta, la stessa che qualche hanno fa ha accolto tra i propri banchi il vice presidente biancoscudato Edoardo Bonetto. La professoressa di spagnolo Francesca Livraghi ha regalato ai quasi cento ragazzini delle classi terze, un insegnante madrelingua d’eccezione. E come nella prima occasione, l’attaccante argentino si è rivelato particolarmente a proprio agio con i più piccoli. Molto semplice la lezione: gli alunni si erano preparati una serie di domande in spagnolo che hanno sottoposto al giocatore biancoscudato. Il quale, ovviamente, ha risposto nella sua lingua. E così sono emerse molto curiosità su Ferretti, che ha risposto a tutti con il sorriso, incoraggiando anche i più timidi. Il calciatore preferito? «Ovviamente Maradona». Sorprendono invece i gusti: «Mi piace molto il rock and roll. mi divertivo con i compagni anche alla playstation, ora però il mio passatempo preferito è stare con mia figlia di 15 mesi». E quando un ragazzino gli ha chiesto quale fosse il suo sogno per il prossimo futuro, El Rulo non ha avuto dubbi: »Giocare ancora con il Padova in Lega Pro».
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Capitolo budget. Bonetto, ovviamente, non fa cifre ma secondo i primi riscontri si potrebbe aggirare fra i 2,5 e i tre milioni di euro, a seconda di come andrà la raccolta sponsor. «L’obiettivo è quello di fare una squadra competiva — sottolinea Bonetto — all’altezza del nome della città di Padova e della storia biancoscudata, in modo tale, nell’arco del periodo che ci siamo prefissati inizialmente, da tornare nella categoria che ci compete. Mi auguro, poi, nel giro di un paio di settimane di poter annunciare qualche nuovo ingresso in società, per irrobustirla non tanto dal punto di vista finanziario, quanto piuttosto dal punto di vista strutturale». Molto soddisfatti anche De Poli e Parlato: «Sono molto felice — spiega De Poli — perché c’è stata convergenza sin dall’inizio e l’obiettivo era quello di trovare un accordo soddisfacente per tutti. Così è stato ed è importante che sia arrivata una firma biennale, in modo tale da poter programmare il futuro con calma. Adesso avanti assieme con gioia e fiducia». Nessun dubbio sin dall’inizio nemmeno per Carmine Parlato: «Sono fiero e orgoglioso di essere ancora l’allenatore di questa squadra. Sin dal primo momento era quello che tutti volevamo. Adesso pensiamo al presente ma anche al futuro, nel rispetto di questi ragazzi che hanno fatto qualcosa di eccezionale e ai quali va la massima riconoscenza».
Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) Fumata bianca. Come già trapelato all’inizio della settimana, ogni momento poteva essere quello buono per la firma di Fabrizio De Poli e Carmine Parlato, rispettivamente ds e allenatore del Padova neopromosso in Lega Pro. E la firma è arrivata subito, dopo l’incontro avvenuto in mattinata tra i due artefici del ritorno fra i professionisti con il presidente Giuseppe Bergamin e l’amministratore delegato Roberto Bonetto. Ci è voluta circa un’ora ma tutto è andato come nelle previsioni ed è arrivato l’annuncio con il comunicato ufficiale e la firma biennale sul contratto fino al 30 giugno 2017. «E’ andato tutto come avevamo pensato — sottolinea Bonetto — c’era convergenza d’intenti sin dal primo momento, ci sono stati semplicemente tempi tecnici per definire l’accordo nei dettagli. Volevamo fortemente questo primo tassello per programmare il futuro, visto che abbiamo un progetto triennale e che questo primo passo lo ritenevamo fondamentale in ottica del prossimo campionato. Adesso tocca ai giocatori dimostrare di potersi guadagnare la riconferma, poi dal primo giugno il diesse e l’allenatore metteranno a punto la squadra per la prossima stagione».
Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (trentatreesima giornata, domenica 3 maggio ore 15.00): AltoVicentino-Clodiense, Kras Repen-Dro, Montebelluna-Giorgione, Mori S. Stefano-Mezzocorona, Sacilese-Legnago, Tamai-ArziChiampo, Triestina-Fontanafredda, Union Pro-Belluno, Union Ripa La Fenadora-Padova.
Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 81, AltoVicentino 66, Belluno e Sacilese 56, ArziChiampo 53, Union Pro 50, Clodiense 49, Montebelluna 46, Legnago 43, Union Ripa La Fenadora 42, Fontanafredda e Tamai 38, Giorgione 35, Dro 34, Triestina 31, Kras Repen 29, Mori S. Stefano 16, Mezzocorona 12.
Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della trentaduesima giornata: ArziChiampo-Montebelluna 1-1, Belluno-Union Ripa La Fenadora 2-2, Clodiense-Sacilese 0-3, Dro-Legnago 0-0, Fontanafredda-Tamai 2-2, Giorgione-AltoVicentino 0-0, Mezzocorona-Union Pro 0-5, Padova-Kras Repen 4-0, Triestina-Mori S. Stefano 2-1.
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Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.
E’ successo, 30 aprile: Il Padova batte 4-2 in amichevole la Fontanivese, a segno Amirante, Ilari, Pittarello e Cunico. Prevendita per domenica, staccati 405 biglietti.