Live 24! Union Ripa La Fenadora-Padova, -3: accordo biennale per la coppia Parlato-De Poli! Termina 4-2 l’amichevole con la Fontanivese San Giorgio

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Ore 21.10 – (Il Piccolo) Allarme rientrato in casa alabardata per Nicholas Di Piero, in vista della fondamentale sfida con il Fontanafredda di domenica (al Rocco si inizia alle ore 15). Il portiere, che martedì non si era allenato per un problema all’inguine, ieri pomeriggio ha ripreso regolarmente a lavorare e pertanto non ci dovrebbero essere preoccupazioni in vista del prossimo impegno. Chi invece non appare ancora recuperabile è Celli, la cui ripresa è costante ma molto lenta, e trattandosi di guai muscolari meglio andarci cauti. Per il resto Thiam Diop ha lavorato ancora a parte, mentre si sono fermati durante la seduta Milicevic e Muccio Crasso, entrambi per dolore al ginocchio da valutare nei prossimi giorni. Naturalmente va ricordato che contro il Fontanafredda sarà assente anche Ventura, squalificato per un turno dal giudice sportivo. Nella seduta di ieri a Prosecco assenti Zucca e Crosato, impegnati con la rappresentativa del girone C per i nati del 1997 e 1998 che sta partecipando alla Juniores Cup.

Ore 20.50 – (Il Piccolo) Mai negli ultimi anni la Triestina ha avuto tanti corteggiatori come in queste ultime settimane. Il proprietario dell’Unione Pontrelli non vuole vendere e annuncia l’accordo con un solido socio triestino. Il sindaco Cosolini incontra due potenziali acquirenti. Con uno dei due gruppi Pontrelli ha anche un faccia a faccia. Il loro rappresentante è Giorgio Zanmarchi. Friulano (abita a Cervignano) appassionato di calcio, presidente di Fai Sport (associazione che avvia allo sport i ragazzi disabili), già fondatore di quello che negli anni ’90 era uno dei più struttturati vivai di giovani calciatori (la Polisportiva Muscoli), insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica. Zanmarchi, lei chi rappresenta? Io ho la procura per trattare l’acquisto della Triestina da un gruppo molto solido sul piano finanziario con sedi in Veneto a Roma e a Londra. E di cosa si occupa ? La società lavora nel campo dell’informatica, della finanza e di commodity (trading commerciale, nel settore petrolifero e in quello siderurgico). Ma come mai questa società è interessata alla Triestina? Uno dei soci è un appassionato di sport e il gruppo è interessato a investire nel calcio. Questo socio è un mio amico e io l’ho spinto a valutare se ci fosse la possibilità di investire sull’Unione. Ma ci sono anche altri contatti. La decisione di puntare su Trieste è maturata due mesi fa. Il primo a svelare ai triestini l’esistenza di questo interessamento è stato De Falco. Conosco De Falco da tanto tempo ed anche Fulvio Degrassi che è il nostro attuale commercialista di riferimento su Trieste. Riteniamo che Totò sia il miglior testimonial per ricostruire il legame con la città. Se l’operazione dovesse andare in porto De Falco sarà il diesse. Ma legittimamente tutto è nelle mani di Pontrelli. Appunto, per adesso c’è stato solo un contatto e Pontrelli resta sulle sue posizioni. Per dimostrare la nostra serietà abbiamo chiesto un incontro con il sindaco. Io e l’acquirente l’1 aprile siamo stati ricevuti dal sindaco Cosolini. Il primo cittadino ha potuto prendere visione dei fondi disponibili per questo progetto. Gli abbiamo anche chiesto di crearci un contatto con Pontrelli. E infatti da lì a pochi giorni vi siete incontrati. Il 18 aprile io ho visto a Palmanova Pontrelli e Di Piero. Il colloquio è stato aperto e cordiale. Loro mi hanno chiesto di avere i documenti con le referenze della società e il progetto. Il gruppo che rappresento ha dato la sua disponibilità a fornire quanto richiesto da Pontrelli, come avviene in qualunque transazione, nel corso di un incontro alla presenza del sindaco Cosolini nel ruolo solo di garante della città e non ovviamente in quello di mediatore tra due privati. E Pontrelli cosa ha risposto? Lui ci ha comunicato che era disponibile a un incontro ma senza la presenza del sindaco. Noi gli abbiamo scritto che l’incontro si poteva fare nello studio del suo avvocato. Ma la replica è stata che lui voleva avere prima comunque le nostre referenze e che comunque aveva già chiuso l’accordo con un solido socio triestino. Poi non ci sono stati più contatti e non mi sembra che, come dice lui, il nostro comportamento sia stato nebuloso. Ma siete ancora disponibili e fino a quando? Sì siamo disponibili anche se non so quanto tempo il gruppo possa ancora aspettare. Ma qual è il progetto? Lo abbiamo presentato al sindaco. Vogliamo costruire una società ben strutturata, che valorizzi il settore giovanile, anche sul piano sociale, e intendiamo riportare la Triestina nel calcio che conta in cinque anni. La vostra è una città con la quale vogliamo dialogare. Se l’operazione dovesse andare in porto, c’è la volontà a incontrare tutte le realtà calcistiche della provincia. Facendo gli scongiuri ma se l’Unione dovesse retrocedere? .Noi speriamo che ciò non accada. Se dovesse succedere faremo le valutazioni su una ripartenza dall’Eccellenza. Finanziariamente sarebbe più oneroso ma non scartiamo a priori l’ipotesi di rimodulare il nostro progetto. Ma Pontrelli legittimamente al momento non vuole vendere. Lui è il proprietario e ha il diritto di fare quello che ritiene più opportuno. Comunque faccio il tifo perché la Triestina resti in serie D. Per il resto restiamo in attesa.

Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) A due mesi dalle dimissioni, Mauro Zironelli accetta di parlare delle sua ex squadra. Ha visto che la Sacilese sta facendo bene anche senza lei? «Sono contento. Il giorno che me ne sono andato avevo detto che, se si continuava così, non ci sarebbe stata crescita e non si andava ai play off. C’era bisogno di smantellare gli Allievi, perché prima squadra e Juniores non bastavano numericamente. Fiorin e società lo hanno fatto e sono andati avanti bene. Faccio i complimenti, oltre che ai ragazzi, anche allo splendido staff Ioppi, Furlan e Marchetto. Hanno mantenuto gli equilibri della squadra, senza alterare niente, ottenendo gli stessi risultati». È anche vero che, dopo le sue dimissioni, ci sono state tre sconfitte consecutive, invertite con l’ultimo successo sulla Clodiense. Si sa che quella vittoria non è arrivata casualmente. «È una bella cosa che la presidentessa Lidia abbia preso in mano la situazione. La Sacilese è lei, è un riavvicinamento determinante in un momento delicato. Ho sempre lavorato per dare soddisfazioni alla sua famiglia e vincere le partite per Giampaolo e Bebe. Penso che i giocatori si siano liberati di un peso e siano contenti. Se le cose vanno bene siamo tutti contenti». I giocatori e lo staff la chiamano ancora? «Li sento tutti i giorni, persone eccezionali. Nell’immobilismo generale ho fatto io un passo indietro, per il bene di tutti loro, nessuno “attaccato ai soldi” lo avrebbe fatto». Rimpianti o rimorsi? «Il 28 novembre scorso, quando abbiamo battuto in casa il Padova, a pochi punti dalla vetta e con il mercato alle porte la Sacilese, ancora prima di provare a vincere il campionato, vi ha rinunciato con un dietrofront ufficiale nel mercato. Alleno per eccellere, non per partecipare». Cosa l’aspetta per il futuro? «Nell’immediato spendo energie per imparare a fare il clown di corsia, negli ospedali per i bambini». Non a caso i giocatori lo chiamavano Krusty clown. Lo scorso anno ai play off era squalificato ma, in tribuna a Marano, tenne per tutta la gara un finto naso rosso.

Ore 20.10 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Sale l’attesa, in casa Union Ripa, per l’arrivo del Padova capolista. Come di consueto, i biancoscudati avranno al seguito una tifoseria da urlo e, per questo, il big match non si giocherà al Boscherai, ma allo stadio Zugni Tauro di Feltre. Tanto è vero che il club neroverde ha attivato le prevendite: al bar Quadrifoglio di Feltre, infatti, si potranno acquistare i biglietti per il settore “locali”, al prezzo unico di 10 euro (ingresso gratuito per i nati dal 1. gennaio 2003). Il confronto sarà orfano, però, di Marco Dassiè, fermato dal giudice sportivo. Così come Sebastiano Sommacal: il difensore centrale del Belluno salterà per squalifica la trasferta di Mogliano contro l’Union Pro: decisiva in chiave playoff. In caso di successo i gialloblù sarebbero già certi dell’approdo nella post season.

Ore 19.50 – (Corriere delle Alpi) Elezioni anticipate per il rinnovo delle cariche e la rielezione del presidente. È la soluzione che si prospetta in casa Ripa Fenadora con il mandato di Nicola Giusti alla guida della società in scadenza a giugno e l’organigramma dirigenziale da ridefinire. Con la nuova stagione da programmare, è stato chiesto di votare prima (presumibilmente a maggio). A dirlo è il direttore generale neroverde Mario Dal Soler: «Non possiamo permetterci di arrivare a luglio senza l’organigramma, quando deve esserci già la squadra fatta perché a metà luglio inizia la preparazione. Se dovessero esserci persone nuove che subentrano oppure un nuovo presidente, è giusto che abbiano il tempo di programmare la prossima stagione». Intanto si lavora dietro le quinte, in attesa di riunirsi tutti attorno a un tavolo nelle prossime settimane: «Per il momento è ancora tutto fermo», aggiunge il dg dell’Union. C’è il campionato da portare a termine con le ultime due partite da giocare, a cominciare dalla sfida di prestigio di domenica con i Biancoscudati Padova (che si giocherà allo stadio Zugni Tauro di Feltre). Il presidente. «Giusti ha sempre operato bene e se resta sarebbe un bene per tutti. Insieme abbiamo costruito un bel gruppo e fatto cose non indifferenti. Dopo di che, ci sono alti e bassi che nel calcio ci stanno», la pensa così l’attuale dg dell’Union Dal Soler. «Possono entrare persone nuove per portare idee fresche, aiutando magari con incarichi importanti. Però non è facile trovarle». Il direttore generale. «Se ci sono le condizioni rimarrò sicuramente all’interno della società, che è nata dalla fusione tra Ripa 2000 di cui ero dirigente e il Seren. La sento anche una cosa mia», spiega Mario Dal Soler. «Se ce la faccio fisicamente, avrei caro restare all’interno. Non so con quale incarico, oppure come consigliere senza incarico, ma in ogni caso darò il mio contributo». Intanto il Padova. È cominciata la prevendita dei biglietti della partita tra Ripa Fenadora e Biancoscudati. Ottocento sono i tagliandi a disposizione dei tifosi ospiti, che la società neroverde con suo personale ha iniziato a vendere ieri pomeriggio all’Euganeo di Padova e continuerà a farlo oggi, sempre lì, dalle 15.30 alle 19.30 e ancora sabato mattina dalle 9.30 alle 12.30 con la possibilità di proseguire nel pomeriggio se i tagliandi non saranno ancora tutti esauriti. C’è grande attesa per la sfida di domenica, che si giocherà allo stadio Zugni Tauro di Feltre per motivi di ordine e sicurezza pubblica, su disposizione della Questura di Belluno (il Boscherai di Pedavena è troppo piccolo e allora è meglio un impianto più capiente).

Ore 19.30 – (Corriere delle Alpi) Livio Gallio passa il testimone. Il presidente del Belluno conferma le voci che il prossimo anno non lo vogliono più come massimo dirigente della società gialloblù. «È ancora presto per parlare di queste cose, quello che è certo è che io lascerò il mio posto», commenta il numero uno di piazzale della Resistenza, «questa rotazione fa parte di un progetto. Chi al mio posto? Ci penseremo alla fine del campionato», glissa Gallio che non commenta le voci che vogliono Gianpietro Perissinotto come suo successore, «ci vuole ancora un po’ di pazienza. Entro la fine di maggio faremo una conferenza stampa per comunicare i cambiamenti non solo societari, ma anche a livello tecnico. Il mio futuro è sempre legato al Belluno, non farò il presidente ma rimarrò all’interno della società». Per quanto riguarda il derby, Livio Gallio ha un idea chiara: la squadra ha giocato male. «Il Ripa Fenadora ha fatto meglio di noi e non ha rubato nulla, adesso però dobbiamo pensare alla partita di domenica contro l’Union Pro, è quella fondamentale per i playoff. Il nostro avversario sta bene e sarebbe importante almeno non perdere. Arrivati a questo punto della stagione giocare gli spareggi sarebbe una grande soddisfazione per tutti i giocatori e per il mister. Riuscire a partecipare ai playoff per due anni consecutivi sarebbe motivo di orgoglio». Andrea Radrezza e Sebastiano Sommacal si fermano. Il capitano del Belluno e il difensore centrale non si sono allenati martedì e mercoledì. Per Sommacal si tratta di un problema alla caviglia e il suo rientro agli allenamenti non verrà forzato, vista anche la squalifica per la partita contro l’Union Pro. Andrea Radrezza ha un’infiammazione sotto il piede, ma la sua presenza per domenica non dovrebbe essere in discussione. «È la partita più importante dell’anno», spiega mister Vecchiato, «abbiamo due match point per centrare il nostro obiettivo, ma è ovvio che vogliamo vincere già contro l’Union Pro per chiudere subito il discorso. Occhio, però, la squadra di Mogliano Veneto è forte, era partita con obiettivi diversi ma ora sono sesti in classifica con merito. Più forti di noi? No, ma in una partita secca tutto può succedere, basta guardare che abbiamo battuto l’Altovicentino e perso contro il Mezzocorona». Il derby con il Ripa Fenadora si è concluso ormai da quattro giorni. «Siamo stati meno brillanti del solito e il Ripa è stato più bravo. Un mix tra demerito nostro e merito loro»”. La squadra gialloblù si allena questo pomeriggio ma rimarrà a riposo domani. Sabato mattina iltima rifinitura in vista del big match di domenica contro l’Union Pro.

Ore 19.20 – Union Ripa La Fenadora-Padova, la prevendita: 405 biglietti venduti, prevendita aperta anche sabato dalle 9.30 alle 12.00.

Ore 19.10 – Qui Fontanivese, le dichiarazioni del presidente Odone Zorzo: “Contentissimo?
Di più! E poi hanno davvero coronato un sogno facendo giocare Scomazzon, segno che non se la tira nessuno ed è l’immagine di questo Padova. Volevamo festeggiare insieme le rispettive promozioni e soprattutto volevamo ricordare Silvano, che seguiva sempre il Padova in casa e in trasferta”.

Ore 19.00 – Qui Fontaniva, le dichiarazioni del sindaco Marcello Mezzasalma: “Essendo in una zona ‘di confine’ con Cittadella e Vicenza ed essendo tifosissimo del Padova da sempre è un doppio orgoglio. E poi è stata una bellissima occasione per ricordare Silvano Barichello, tifoso storico che ci ha lasciato qualche mese fa. Per me domenica senza Padova non sarebbe domenica… Ringrazio il presidente Odone Zorzo per averci aiutato a coronare questo sogno!”.

Ore 18.43 – Qui Fontaniva: fischio finale, Padova-Fontanivese San Giorgio 4-2. In campo nel finale coi Biancoscudati anche Davide “Scoma” Scomazzon, centrocampista del Fontanivese San Giorgio e tifosissimo del Padova.

Ore 18.15 – Qui Fontaniva: accorcia nuovamente le distanze la Fontanivese San Giorgio, rete di Golin. 4-2.

Ore 18.04 – Qui Fontaniva: i Biancoscudati calano il poker, a segno Cunico. 4-1.

Ore 17.58 – Qui Fontaniva: tris del Padova, rete di Pittarello. 3-1.

Ore 17.54 – Qui Fontaniva: inizia la ripresa. Questo l’undici biancoscudato: Lanzotti; Bortot, Sentinelli, Thomassen, Salvadori; Nichele, Faggin; Petrilli, Cunico, Pittarello; Zubin.

Ore 17.50 – Qui Fontaniva: consegnato un ricordo alla moglie di Silvano Barichello, tifoso biancoscudato da poco scomparso.

Ore 17.45 – Qui Fontaniva: fine primo tempo, Padova-Fontanivese San Giorgio 2-1.

Ore 17.12 – Qui Fontaniva: accorcia le distanze la Fontanivese San Giorgio, rete di Moretto. 2-1.

Ore 17.08 – Qui Fontaniva: raddoppio del Padova, tap-in ravvicinato di Ilari. 2-0.

Ore 17.03 – Qui Fontaniva: Biancoscudati in vantaggio, a segno Amirante. 1-0.

Ore 17.00 – Qui Fontaniva: inizia l’amichevole tra Padova e Fontanivese San Giorgio.

Ore 16.40 – Qui Fontaniva: Biancoscudati in campo per il riscaldamento. Questo l’undici titolare: Lanzotti; Busetto, Dionisi, Niccolini, Degrassi; Fenati, Segato, Mazzocco; Ilari; Ferretti, Amirante.

Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Venezia, due partite per risalire almeno al nono posto e «conquistare» la Tim Cup. Questo il nuovo obiettivo che il Venezia può porsi (a salvezza conquistata sabato scorso nonostante l’1-2 a Sassari con la Torres) dopo che ieri sono stati resi noti i criteri di ammissione alla prossima Coppa Italia con le squadre di serie A e B: al via ci saranno anche 23 società di Lega Pro e per staccare il pass il Venezia – domani al Penzo con la Pro Patria (ore 15) prima di chiudere sabato 10 maggio ad Alessandria – dovrà superare Cremonese, Mantova e Torres che attualmente occupano la nona posizione a quota 46 punti, uno in più degli arancioneroverdi di Michele Serena. «Affrontiamo una Pro Patria affamata di vittoria, dovendo conservare la chance di giocarsi la salvezza ai playout – il monito del tecnico lagunare – ma sia io sia i miei giocatori vogliamo a tutti i costi congedarci con un successo dai nostri tifosi. Siamo salvi ma non appagati, mi aspetto una prestazione di alto livello come contro Bassano, Pavia e nella prima mezzora con la Torres». Tanti gli indisponibili, alla prima squadra sono aggregati dalla Berretti i baby Marton, Chin e Callegaro oltre al solito Scanferlato. A centrocampo chance per il ghanese Hottor, provato con Giorico ed Espinal al posto di Zaccagni. «Hottor è in gruppo da un mese e sta reggendo bene i ritmi elevati dei nostri allenamenti» non ha smentito l’opzione mister Serena.

Ore 16.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Con la salvezza in tasca, conquistata sabato scorso nonostante la sconfitta con la Torres, il Venezia scende in campo domani per il penultimo turno di campionato. L’obiettivo è chiudere positivamente una stagione caratterizzata da tante problematiche ma che in campo ha portato alla conferma della categoria. E questo nonostante le assenze per infortunio che hanno di volta in volta costretto mister Michele Serena a rivedere le proprie scelte in funzione degli uomini a disposizione. Anche domani, nella sfida al Penzo contro la Pro Patria, il tecnico arancioneroverde dovrà fare di necessità virtù, dovendo rinunciare a non pochi giocatori tra squalifiche e infortuni. Mancheranno Greco e Raimondi, squalificati entrambi, ma non ci sarà neppure Bellazzini per il riacutizzarsi dell’infiammazione con cui convive ormai da diverso tempo. Il centrocampista non si è mai allenato in questi giorni e difficilmente potrà essere disponibile. Infine c’è Sales fermo per la distorsione alla caviglia. Di fatto tra i convocati figureranno i giovanissimi Callegaro, Chin, Marton e Scanferlato. Tra i disponibili ci sarebbe da contare anche Hottor, reduce dal lungo infortunio e che solo nelle ultime due giornate è stato convocato ed è stato portato in panchina. «Hottor si allena con noi regolarmente da un mese, ma non spinge ancora al massimo come è comprensibile vista la gravità dell’infortunio avuto. E’ chiaro che il ritmo partita è però un’altra cosa», dice mister Serena facendo intendere che non lo si vedrà in campo dall’inizio del match. La sfida di domani sarà l’ultimo appuntamento casalingo e per questo la società ha deciso una promozione speciale per ringraziare i tifosi dell’affetto dimostrato, mettendo in vendita i biglietti al costo di due euro in tutti i settori esclusa la tribuna d’onore, in prevendita e al botteghino. Al termine della partita del Venezia, alle 17,30, al Penzo si disputerà il match tra gli allievi regionali del Venezia e l’Eurocalcio.

Ore 15.50 – (La Nuova Venezia) Ultima al Penzo, e Michele Serena vuole chiudere con una vittoria. Senza pensare alle numerose defezioni, senza pensare alle maggiori motivazioni della Pro Patria. Anche per gratificare chi ha seguito la squadra per un anno intero e sarà presente anche domani. Lunga la lista degli assenti: Greco e Raimondi sono squalificati, dimezzando di fatto il parco attaccanti, Sales e Bellazzini sono out in aggiunta a Giuliatto e Carcuro. Settimana con allenamenti “allungati” con i ragazzi della Berretti: Chin, Callegaro e Marton in aggiunta a Scanferlato («Ormai è uno di noi», ha sottolineato Serena) e Dell’Andrea. Classifica del girone A, intanto, ”sconvolta” nuovamente con la restituzione di 5 punti al Novara, che adesso è secondo a quota 68, due gradini sotto al Bassano e uno avanti al Pavia. Una decisione che riapre la corsa per la promozione diretta, ma che coinvolge anche prime posizioni degli altri due gironi in proiezione playoff. «La Pro Patria verrà al Penzo con il coltello tra i denti», ha sottolineato Michele Serena, «i nostri avversari si giocano con Albinoleffe e Pordenone i playout, retrocedere direttamente vuol dire scivolare tra i dilettanti, almeno con i playout ti giochi tutto nuovamente. È una squadra in salute che ha conquistato 7 punti nelle ultime tre gare con giocatori interessanti». Nonostante tutto, Michele Serena non ha perso il piglio da guerriero. «È’ la nostra ultima partita casalinga, davanti ai nostri tifosi. Il Venezia ha centrato sabato la permanenza in Lega Pro, ma il suo allenatore vuole vincere e questo lo sto dicendo ai giocatori da domenica quando abbiamo ripreso la preparazione. Saranno quindi fondamentali l’approccio al match e l’atteggiamento. Voglio finire questa seconda esperienza al Venezia come ho terminato sei anni fa a Sesto San Giovanni: davanti alla curva dei nostri a festeggiare. Mi preme molto vincere questa partita per tutti questi motivi». Fuori gioco Sales, a sinistra si posizionerà Dell’Andrea, rientra Espinal rispetto a Sassari, mentre potrebbe esordire anche Hottor. «Il ragazzo si sta allenando con continuità da un mese», ha spiegato Michele Serena, «ma non dobbiamo scordarci che è reduce da un grave infortunio e che non gioca una partita vera da oltre un anno. Non è che noi teniamo, però, ritmi blandi in allenamento, da vacanza, anzi». Al fianco di Giorico dovrebbero posizionarsi Zaccagni ed Espinal con Varano alle spalle delle due punte, Magnaghi e Guerra. Pronti a scattare, in caso di chiamata i baby di Maurizio Rossi (Chin, Callegaro, Marton e Scanferlato).

Ore 15.20 – (Giornale di Vicenza) È il ritornello dell´ultimo periodo: emergenza in difesa. Matteo Solini non ha ancora recuperato, Carlo Caporali è out per la botta alla caviglia subìta a Mantova. Col Pordenone mancherà anche Dario Polverini. Martedì il difensore si è fermato per un problema alla caviglia sinistra e ieri è arrivato l´esito degli esami: distorsione. Stagione a singhiozzo per il centrale, tormentato da diversi infortuni. La difesa potrebbe però ritrovare il capitano Matteo Tomei, che col Monza non era stato impiegato tra i pali poichè Marcolini, che ha schierato Bonato, vuole dare spazio ai giovani in queste ultime giornate di campionato. Tomei però vivrà in maniera un po´ speciale la sfida con i neroverdi. «Affrontiamo la squadra della mia città, dove sono cresciuto. Inoltre con Denis Maccan mi lega un´amicizia d´infanzia. Eravamo compagni di scuola e abbiamo vissuto insieme tante avventure. Poi lui ha iniziato la carriera da professionista molto prima di me, ma oggi ci troviamo nella stessa categoria» – commenta il portiere biancorosso. Un Tomei che vede il bicchiere mezzo pieno e sul periodo non proprio roseo del Real dice così: «Noi il nostro obiettivo l´abbiamo raggiunto quasi un mese e mezzo fa. Ci sarebbero società che avrebbero firmato per essere salvi con questo anticipo. Ci tengo a fare i complimenti ai miei compagni, allo staff tecnico e alla società. Il Pordenone invece ha un obiettivo completamente diverso e per loro è una partita importante per ottenere il miglior piazzamento per i playout». E il futuro di Tomei? «Sono legato per un altro anno al Real, ma ci si guarda anche altrove. A trent´anni mi sento ancora giovane, quindi se dovessero arrivare proposte da qualche piazza importante, perchè no. vedremo che succederà».

Ore 14.50 – (Giornale di Vicenza) Tutto Ioco minuto per minuto. «I punti restituiti al Novara non ci toccano – attacca subito il capitano – dico davvero. A Monza eppoi con la Feralpi Salò avremmo dovuto vincere comunque, quindi non cambia nulla. Semmai il discorso è diverso e più complesso e non c´entra il Novara, bensì il sistema: se alla Reggina prima togli 12 punti eppoi gliene ritorni 10 è evidente che qualcosa non funziona. Allora dico: chiaritevi prima voi, riformate se occorre eppoi ci adegueremo. Noi per ora dobbiamo solo occuparci del campo, sappiamo che con 6 punti sali e pensiamo a quello». Iocolano esclude pericoli di blackout per eccesso di tensione. «Macchè, esiste solo una carica positiva. In casi simili l´allenatore non deve dirti nulla, sei già tonico e positivo di tuo. Mi vengono i mente i mesi di gennaio e febbraio quando non vincevamo quasi mai e per qualcuno avevamo già dato tutto una volta agguantato la salvezza. Invece poi ne abbiamo vinte sei di fila, perso una gara e vinte altre due, dimostrando che non ce ne eravamo mai andati». Rientra dopo lo stop per squalifica col Renate. «In tribuna si soffre troppo, non ce la faccio mica. Un tempo c´ero abituato, ero sempre lì – sorride – adesso no, è un tormento. Meno male che Furlan ha firmato una doppietta straordinaria, non avete idea di quanto sia felice per lui. Federico è uno che si fa un gran mazzo, il re del lavoro sporco, ma la gente spesso se lo dimentica perchè non fa gol anche se però fa segnare gli altri. Così quei due gol pesantissimi gli hanno reso giustizia». La testa è già a Monza domani pomeriggio. «Non ci servono i punti abbuonati al Novara per farci scendere in pista più agguerriti – argomenta – noi siamo concentratissimi e lanciati già sin d´ora. Il Monza si gioca una stagione e noi anche: loro sono bravi ad aspettare e ripartire, ma non potranno chiudersi nel bunker come il Renate, hanno necessità di punti, qualcosa dovranno osare. E pure noi non siamo nella condizione di far calcoli, fermo restando che non ne siamo capaci. Perciò ci faremo trovare pronti, questa è la Partita con la P maiuscola, una sfida nella quale persino i dettagli scavano la differenza». Applaude l´imperturbabile Toninelli («Dario è fantastico, può anche giocare la finale di Champions che la pressione non sa cosa sia…») e chiama a raccolta i tifosi.

Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Non solo uno scivolone in classifica per il Vicenza. La pesante sconfitta di Brescia ha avuto uno strascico pesante con le decisioni del giudice sportivo, che ha squalificato per un turno Antonino Ragusa, Andrea Cocco e il tecnico Pasquale Marino.
Lo stop nei confronti dell’ex genoano, espulso nei minuti finali, era atteso. Fulmine a ciel sereno invece la squalifica di Cocco reo, recita il comunicato «di avere, al termine della gara, negli spogliatoi, rivolto all’arbitro un’espressione irrispettosa». Il giocatore biancorosso non ha voluto rilasciare dichiarazioni in merito, ma ha accettato di parlare della sconfitta maturata a Brescia. «Ho avuto una buona occasione dopo appena due minuti, Arcari è stato molto bravo a deviare il tiro in angolo — spiega l’attaccante biancorosso — ma quell’azione credo sia stata l’unica di veramente pericolosa in tutta la partita, a testimonianza di una nostra prestazione negativa. C’è stato un blackout generale: non siamo stati i soliti lasciando troppo spazio al Brescia che ne ha approfittato». Cocco non teme contraccolpi psicologici, anche se ammette che passare dal secondo posto in classifica al quarto, è un colpo non da poco. «Purtroppo è andata così e star qui a rimuginare su quanto successo non serve a niente. Adesso la concentrazione e l’attenzione deve essere rivolta tutta verso la gara contro la Virtus Entella perché la sconfitta di Brescia si cancella solo con una vittoria. In passato ci era già successo di cadere e abbiamo sempre avuto la forza di rialzarci, sono convinto che avremo la forza di farlo anche stavolta. La compattezza e l’unione del gruppo è stata finora la componente che ci ha portato a scalare la classifica, e a disputare un grande campionato. Mancano quattro partite e, come fatto nelle precedenti gare, daremo tutto puntando ancora sull’energia positiva che ci ha unito finora». E se Cocco non parla della sua squalifica, un commento arriva dal direttore generale Andrea Gazzoli. «Onestamente non mi era mai capitata una situazione del genere, con due giocatori sanzionati da un collaboratore della Procura federale — spiega il dirigente dei berici — e la cosa è perlomeno stravagante se si pensa che Laverone dovrà pagare una multa salatissima di cinquemila euro per aver rivolto critiche all’operato dell’arbitro. Stiamo valutando la possibilità di presentare ricorso: i tempi sono molto stretti ma stiamo lavorando per poter aver a disposizione Cocco sabato contro la Virtus Entella». Arrabbiato anche Pasquale Marino che è stato fermato per un turno per, recita testualmente il comunicato del giudice sportivo, «avere, al 37’ del secondo tempo, contestato platealmente una decisione arbitrale rivolgendo al direttore di gara un’espressione ingiuriosa; infrazione rilevata dal quarto ufficiale». Il tecnico del Vicenza tiene a precisare di non aver nessuno e lo afferma molto chiaramente. «Mi sono lamentato perché i giocatori del Brescia nel secondo tempo erano sempre a terra — spiega Marino — e ho sbraitato, urlato che nella ripresa avevamo giocato poco più di tre minuti. Se questo è sufficiente per essere cacciato dal campo, allora io dico che è meglio se ci mettiamo tutti una museruola, così nessuno può parlare». L’allenatore biancorosso è ovviamente deluso e dispiaciuto per la sconfitta al Rigamonti, stop che ha fatto scivolare la squadra biancorossa al quarto posto in classifica. «Avevamo iniziato bene – spiega Marino – poi abbiamo subito gol e non siamo riusciti a giocare il nostro calcio, andando un po’ in confusione. Il loro raddoppio ha complicato ulteriormente le cose, non siamo più riusciti a rimettere in piedi la partita». Marino non crede che la sconfitta possa avere ripercussioni psicologiche sul gruppo e spiega anche il perché. «Ai miei giocatori ho già detto che è forte chi si rialza dopo essere caduto, non chi non cade mai. Sono convinto che avremo la forza di reagire subito e lo dimostreremo sabato contro la Virtus Entella. Del resto ci era già capitato di sbagliare qualche gara, ma siamo sempre ripartiti subito. Dovremo farlo anche stavolta, mancano quattro partite che prepareremo una alla volta, cercando di ottenere il massimo. Al triplice fischi dell’ultima giornata tireremo le somme e vedremo dove siamo stati in grado di arrivare, ora è inutile star qui a discutere su quello che poteva essere o su quello che accadrà». E Marino sottolinea la volontà di procedere passo passo. «Non facciamo tabelle, perderemmo tempo ed energie che dobbiamo buttare in campo per cercare di vincere».

Ore 14.00 – (Giornale di Vicenza) Pasquale Marino dovrà accomodarsi in tribuna sabato al Menti: allontanato dal campo dall´arbitro Merchiori nel secondo tempo della partita di Brescia, il tecnico dei biancorossi è stato squalificato per una giornata «per avere, al 37´ del secondo tempo, contestato platealmente una decisione arbitrale, rivolgendo al direttore di gara un´espressione ingiuriosa». La motivazione della sentenza discende dal rapporto del quarto ufficiale e la conseguenza è che Marino non potrà essere in panchina e dovrà passare le consegne al suo vice Massimo Mezzini. Sarà quest´ultimo a guidare la squadra nella sfida contro l´Entella. Soltanto ammonizione con diffida invece per il preparatore atletico Mauro Franzetti, pure allontanato dal campo per aver contestato una decisione dell´arbitro. Nelle poche ore che separano la squadra biancorossa dal prossimo impegno Marino e Mezzini valuteranno le condizioni dei giocatori. Di sicuro tornerà a metà campo Cinelli che a Brescia non c´era per squalifica, mentre occorrerà attendere ancora per il rientro di D´Elia sulla corsia sinistra. Senza Ragusa e Cocco, l´unica punta centrale in rosa resta Petagna, ma bisognerà poi vedere quali saranno i suoi compagni di reparto nel tridente. Si tratta di una partita in cui servono i tre punti e quindi è possibile che insieme a Giacomelli ci sia per esempio Vita, ma non sono da escludere altre soluzioni. Nel reparto arretrato qualche dubbio sui ruoli di esterno: dipende dalla posizione in cui verrà schierato Laverone, esterno basso o alto. Le decisioni però saranno dettate anche dalla condizione fisica, visto che si giocherà la terza partita in otto gorni.

Ore 13.40 – (Giornale di Vicenza) I guai sono sempre come le ciliegie, uno tira l´altro. Tralasciando quanto accaduto nella notte che ha a che fare con la cronaca nera e di cui parliamo in altra parte del giornale, la pesante sconfitta incassata a Brescia ha lasciato un´eredità negativa che va al di là dell´arretramento al quarto posto in classifica alle spalle di Frosinone e Bologna. La volata per la promozione diretta in serie A si complica dopo il 3-0 beccato a Brescia e si complica anche perché nella prossima partita, quella di sabato 2 maggio (inizio alle 15) al Menti, il Vicenza dovrà fare a meno non soltanto di Ragusa ma pure di Cocco. Entrambi gli attaccanti sono stati squalificati per una giornata, ma se lo stop per la punta appena rientrata dopo 6 mesi di infortunio era scontato dopo l´espulsione (evitabile) subìta nel finale della partita, quella del bomber è giunta come una tegola del tutto inattesa alla lettura della sentenza del giudice. Cocco non era stato punito sul campo da alcun provvedimento dell´arbitro Merchiori, ma al rientro negli spogliatoi alla fine della gara avrebbe rivolto all´arbitro un´espressione irrispettosa. Un´infrazione, dice la motivazione della sentenza del giudice, rilevata dal collaboratore della Procura federale, cioè uno degli ufficiali di gara designati per ogni partita in aggiunta alla quaterna arbitrale vera e propria. Dunque qualche parola di troppo rivolta all´arbitro nel concitato e nervoso dopo-gara è stata fatale a Cocco che oltretutto, al pari di Ragusa, era diffidato. Il risultato di questo disastroso turno di campionato è che entrambi gli attaccanti non solo non saranno a disposizione contro l´Entella, ma rimarranno pure diffidati, il che vuol dire che basterà un cartellino giallo e saranno nuovamente squalificati. Discutibile il rosso affibbiato a Ragusa per aver interrotto un´azione con chiara occasione da gol e per quanto riguarda Cocco verrebbe da dire che applicando sempre un metodo simile le squalifiche dovrebbero fioccare ogni settimana, mentre così non è. Detto ciò, lo stop in cui sono incappati i due attaccanti era probabilmente evitabile con un po´ più di lucidità nei comportamenti, in particolare perché gli episodi che hanno determinato le squalifiche sono giunti con il risultato ormai definito e quindi si sono tradotte in un danno aggiunto a quello della sconfitta sul campo. Ma nella sentenza del giudice ha trovato posto anche un´altra “mazzata”, stavolta per le tasche dell´interessato: Laverone è stato sanzionato con un´ammenda di 5 mila euro. Anche lui beccato dall´inflessibile collaboratore della Procura federale già entrato in azione per punire Cocco. La motivazione in questo caso farebbe quasi sorridere, se non fosse che la multa è salatissima: Laverone è stato sanzionato per «aver rivolto una critica» all´arbitro, sempre negli spogliatoi. Infrazione, appunto, rilevata dal collaboratore della Procura. Non è molto consolante per il Vicenza, ma ad una punta, anzi alla sua punta di diamante, dovrà rinunciare anche l´Entella, avversaria sabato al Menti. Il giudice infatti ha squalificato per una giornata Sforzini, fra l´altro ennesimo ex biancorosso, espulso per doppia ammonizione nella partita che i liguri hanno perso in casa in modo del tutto sorprendente con il Varese. Considerata la situazione, non sembrano restare molte alternative per l´attacco biancorosso: Andrea Petagna è il primo candidato a guidare il reparto offensivo del Vicenza in una partita da vincere ad ogni costo per tenere in vita il sogno della promozione diretta in serie A. La partita di Brescia è stata un brusco risveglio e, viste anche le decisioni di ieri del giudice ma soprattutto le violenze di martedì notte, si è risolta in una serata negativa davvero sotto tutti i profili. L´occasione per dimenticarla e riprendere lo splendido cammino che aveva portato il Vicenza fino al secondo posto solitario arriva subito, ma senza i due attaccanti non sarà semplice contro l´Entella.

Ore 13.25 – Fumata bianca. Come già trapelato all’inizio della settimana, da oggi in poi ogni momento era quello buono per la firma di Fabrizio De Poli e Carmine Parlato. E la firma è arrivata subito, dopo l’incontro avvenuto in mattinata: “Sono molto felice – spiega De Poli a Padovagoal.it – perché c’è stata convergenza sin dall’inizio e l’obiettivo comune era quello di trovare un accordo che fosse soddisfacente per tutti. Così è stato ed è importante che sia arrivata una firma biennale, in modo tale da poter programmare il futuro con calma. Adesso avanti assieme con gioia e fiducia “. Nessun dubbio sin dall’inizio nemmeno per Carmine Parlato: “Sono fiero e orgoglioso di essere ancora l’allenatore di questa squadra. Sin dal primo momento era quello che tutti volevamo. Adesso pensiamo al presente ma anche al futuro, sempre nel rispetto di questi ragazzi che hanno fatto qualcosa di eccezionale e ai quali va la mia massima riconoscenza”.

Ore 13.20 – (Giornale di Vicenza) Di solito sono i tifosi a stringersi attorno alla squadra. Dopo la tremenda aggressione subita a Brescia, per una volta sono invece i giocatori biancorossi che vogliono far sentire la propria vicinanza e solidarietà ai sostenitori del Vicenza. A fare da portavoce per tutti i compagni è il capitano, Alessandro Camisa: «Quello che è accaduto martedì sera ci ha lasciato sgomenti, i nostri tifosi sono stati vittime di delinquenti che non c´entrano nulla con il calcio. Sappiamo che ci possono essere squadre rivali, ci stanno offese e sfottò, ma questo è stato un atto violento inqualificabile e ingiustificabile, che ha colpito tranquille famiglie venute a sostenerci in trasferta». Nonostante fosse martedì, erano venuti in mille. «Infatti colgo l´occasione per ringraziarli tutti. La passione dei tifosi vicentini è incrollabile, e quest´anno finalmente è tornato anche tanto entusiasmo. A Brescia, nonostante la brutta sconfitta, ci hanno applauditi, dimostrando grande sportività. Mi dispiace enormemente sapere che poi abbiano affrontato un ritorno così terribile». In questi giorni, purtroppo, sono stati molti gli episodi di violenza dentro e fuori gli stadi italiani. Cosa si può fare? «Bisogna diffondere e un´educazione al tifo che cominci fin dalle scuole. E i violenti vanno isolati, fermati e puniti: i provvedimenti presi finora si stanno rivelando inefficaci». Alcuni sostengono che troppe società siano conniventi, o comunque in balìa delle frange estreme del tifo. Qual è la sua opinione? «Credo che il confronto franco e aperto con i propri ultras sia giusto, a patto che non si superino certi limiti: non possono essere ammesse, ad esempio, minacce di carattere personale. E non si può far credere ai teppisti di poter comandare a loro piacere. Per fortuna a Vicenza anche il tifo più caldo è sano e non valica questi confini, sia in casa, sia fuori: spero che altrove possano prenderci ad esempio».

Ore 13.00 – (Giornale di Vicenza) Tira un sospiro di sollievo il presidente del Vicenza Tiziano Cunico: «La cosa più importante è che tutti i controlli effettuati stamattina abbiano dato esito negativo e dunque non ci siano danni all´occhio, ho temuto molto che il piccolo Andrea pagasse un prezzo troppo alto per la vigliaccheria di gente che non mi sento di definire nemmeno persone». È stata una notte lunga quella di martedì, una notte di telefonate e di brutti pensieri. «Ho parlato con tanti tifosi che erano sui pullman – continua il presidente Cunico – e tutti sono stati d´accordo: si è trattato di un vero e proprio agguato preparato nei minimi particolari. Sono stato raggiunto dalle prime notizie che ero già quasi a Verona, mi sono fermato e mi sono messo al telefono per capire cosa era successo e se era il caso che tornassi indietro». Che ora era? «Le 23,30 appena passate, quando ho saputo che c´era un bambino ferito che era stato portato in ospedale ho temuto il peggio, ho vissuto ore di ansia fino a quando all´una e trenta non sono riuscito a parlare col papà che anzi mi ha passato al telefono pure Andrea. Devo dire che proprio mentre ero in contatto con loro all´ospedale sono arrivati il questore di Brescia e il direttore generale Sagramola e con quest´ultimo ci ho anche parlato». Cosa le ha detto l´ex dirigente biancorosso? «Si è scusato e mi ha esternato tutto il suo disappunto per quanto accaduto, ci ha tenuto a dirmi che si dissociava da quanto successo che nulla ha a che vedere col Brescia e col calcio, che i responsabili di questo atto non sono tifosi». E il bambino quando l´ha sentito com´era? «Spaventatissimo, so che dopo i primi accertamenti il padre ha firmato le carte e l´ha riportato a casa, poi stamattina (oggi per chi legge) l´ha riportato in ospedale per ulteriori controlli che per fortuna hanno escluso danni alla retina. Comunque ho riparlato con Andrea anche oggi (ieri per chi legge) e mi ha detto che non vede l´ora di tornare allo stadio perchè è tifosissimo del Vicenza. Da parte mia l´ho invitato a trascorrere una giornata con la squadra a Isola e se sta bene l´aspetto già sabato pomeriggio al Menti per la gara con l´Entella». Come società farete qualcosa? «Ci siamo informati e come Vicenza Calcio non possiamo fare nulla perchè i fatti sono avvenuti lontano dallo stadio e dunque non c´è responsabilità oggettiva da parte del Brescia».

Ore 12.48 – (Biancoscudati Padova) Il Presidente della Biancoscudati Padova Giuseppe Bergamin e l’Amministratore Delegato Roberto Bonetto informano che oggi è stato siglato un accordo biennale con il Direttore Sportivo Fabrizio De Poli e con il Tecnico Carmine Parlato. La serietà professionale e le qualità dimostrate da entrambi rappresentano per la Società biancoscudata la garanzia per il futuro prossimo in Lega Pro.

Ore 12.47 – UFFICIALE: TROVATO L’ACCORDO, CARMINE PARLATO E FABRIZIO DE POLI RIMANGONO IN BIANCOSCUDATO, ACCORDO BIENNALE PER ENTRAMBI!

Ore 12.40 – (Giornale di Vicenza) L´unica parola che rimane dopo una serata amara passata a guardare la squadra affondare sotto i colpi del Brescia e i tifosi avversari assaltare quattro pullman biancorossi è «perché». Perché per comprare un biglietto servono carta d´identità, codice fiscale ma soprattutto la famigerata tessera del tifoso e poi al momento di entrare allo stadio Rigamonti (in ritardo per colpa di chi gestisce l´ordine pubblico) i tornelli si aprono senza tagliandi o altri controlli? Perché al termine della partita un migliaio di sostenitori biancorossi sono costretti a rimanere ingabbiati all´interno dell´impianto per un´ora («per motivi di sicurezza», è la giustificazione) salvo poi trovarsi coinvolti in un agguato da tutti definito «vile e codardo»? La risposta si trova nella cronaca di una serata di (dis)ordine pubblico. L´ATTESA. Tutto comincia al mercato ortofrutticolo. È lì che la questura di Brescia decide di dirottare i vicentini, intercettandoli al casello. I primi bus sono accompagnati subito allo stadio; ma per chi arriva in auto e per gli ultimi pullman partiti da Vicenza inizia l´odissea. Alle 19.30 l´area di sosta scelta dalle forze dell´ordine per “controllare e smistare i biancorossi” si riempie: 500 tifosi dopo aver parcheggiato la vettura si avvicinano ai “tram speciali” per il trasferimento nell´impianto. Peccato, però, che dopo la perquisizione degli agenti, i mezzi carichi di persone restino fermi per 50 minuti. Solo alle 20.25 c´è il via libera. I TORNELLI. Sono le 20.35 quando i tram speciali e gli ultimi bus raggiungono lo stadio. L´incontro è iniziato; la pazienza è terminata. Steward e forze dell´ordine lo sanno bene. Alla faccia del complicato iter procedurale imposto dalle normative, i tornelli diventano porte girevoli. Non occorre mostrare biglietto o carta d´identità; figurarsi la tessera del tifoso. È tardi. La partita è iniziata; i sostenitori hanno già perso l´occasione di Cocco. E dunque via libera: entrano tutti. Sono le 20.37. Gol di Caracciolo. L´ATTESA E L´AGGUATO. La delusione e la rabbia, però, non si placano. Un po´ perché la partita va come va. Ma soprattutto perché al termine della gara il copione non cambia. I cancelli del Rigamonti dopo il triplice fischio restano chiusi per circa un´ora. Niente da fare, bisogna attendere prima di lasciare l´impianto; come, va detto, accade spesso in trasferta. Il motivo? «Ordine pubblico». Devono «defluire» i tifosi locali; poi può partire la carovana di bus e tram biancorossi. Alle 23.20 dieci mezzi, scortati da moto, auto e blindati della polizia, partono verso il mercato ortofrutticolo. A un chilometro dal traguardo l´agguato: gli ultras bresciani spuntano da una scarpata e prendono di mira i pullman con pietre e mazze. Il tutto a pochi passi dalle forze dell´ordine; quattro bus hanno la peggio. Qualche istante dopo, un blindato e alcune auto della polizia caricano i tifosi bresciani. Intanto arrivano anche i tram che scortano gli altri 500 sostenitori vicentini: gli autisti transitano tra i bengala ma accelerano per evitare gli scontri. (DIS)ORDINE. Tutto (attesa, scorta, tram, nuova attesa, cancelli chiusi e tessera del tifoso) doveva essere fatto per «garantire l´ordine pubblico». Ma gli unici risultati ottenuti e «garantiti» sono stati il ferimento di un bambino, il danneggiamento di pullman e il ritorno all´alba per alcuni tifosi.

Ore 12.20 – (Giornale di Vicenza) La paura martedì sera a Brescia è stata tanta per i tifosi biancorossi che si trovavano nei pullman assaliti dagli ultras bresciani. Ma Andrea Groppo, 12 anni, di Montecchio Maggiore, rimasto ferito nell´assalto del dopo gara, è già pronto a tornare allo stadio. Intanto al Menti sabato per la sfida contro l´Entella. E anche in trasferta. Lo ha detto pure alla dottoressa del pronto soccorso dell´ospedale di Brescia, dove è stato portato dopo l´agguato ai pullman vicentini: «Basta adesso con lo stadio» ha detto lei e Andrea ha prontamente risposto «Eh no, ci vado ancora, anche troppo». Lo ha raccontato ieri papà Giorgio Groppo, tifoso da sempre, Club “Euforia Biancorossa” di Alte di Montecchio. Che a Brescia ci è andato con i figli Tommaso, 18 anni, e appunto Andrea, 12 anni, che gioca negli esordienti del Montecchio Maggiore. «Eravamo andati anche a Bologna – spiega – Andrea a fine partita, nel lancio delle maglie sotto la curva, ha preso quella di Camisa. Quasi non ha dormito la notte dalla gioia. Per il Vicenza la sua e la nostra è una grande passione». Il giocatore preferito di Andrea è il centrocampista Davide Di Gennaro. E chissà che non riesca ad incontrarlo proprio in questi giorni. Dopo l´invito speciale che ha ricevuto ieri dal presidente del Vicenza Calcio Tiziano Cunico per una visita a Isola Vicentina, al campo di allenamento della squadra. Il giorno dopo gli incidenti, Andrea sta meglio. Ha tolto la benda dagli occhi, colpiti da piccoli frammenti del vetro del pullman mandato in frantumi dall´assalto. Sulla fronte e sul naso restano piccoli segni dei tagli causati dalle schegge. «Eravamo seduti uno accanto all´altro – racconta papà Giorgio – con la compagnia storica di Euforia Biancorossa. Tranquilli. Stavamo discutendo della partita da poco conclusa, di com´era andata storta. Di girare pagina e pensare alla prossima. Improvvisamente ci siamo trovati in mezzo alla bufera. Prima sono scoppiati alcuni petardi. Poi hanno iniziato con spranghe di legno a colpire il pullman, a lanciare sassi e bottiglie. È stata questione di un attimo. Il primo colpo ci ha colti tutti di sorpresa. Si è rotto immediatamente il vetro accanto al sedile dov´era seduto Andrea. Lui si è spaventato. Ha iniziato a gridare. In quel momento i pullman erano praticamente fermi. L´avevano studiata bene i bresciani. Andrea aveva diversi tagli sul volto. Sanguinava. Io dopo il primo colpo l´ho coperto, protetto. Con il braccio e il giubbotto. Ma ormai era ferito. E intanto fuori continuavano a colpire il pullman». In quei momenti concitati la paura è stata tanta. Per tutti. «Di Andrea, ma anche mia. È incredibile trovarsi in mezzo al tiro al bersaglio senza poter far niente. La polizia poi ha scortato il pullman 500 metri più avanti, ci siamo fermati e sono salite le forze dell´ordine. Hanno chiamato subito l´ambulanza e siamo andati al pronto soccorso. Andrea aveva gli occhi pieni di schegge di vetro. Non riusciva a vedere. Si lamentava per il dolore. Ora posso dire che ci è andata bene. All´ospedale gli hanno tolto una quindicina di pezzetti di vetro dagli occhi. La dottoressa del pronto soccorso è stata gentilissima. Volevano ricoverarlo. Per proseguire il giorno dopo con il lavaggio e i controlli. Ho preferito ritornare a casa. La polizia ci ha portato al parcheggio fuori dall´autostrada, dove ci aspettava il pullman. E siamo tornati. Con i cartoni sui finestrini. Andrea era stanco e provato. Si è addormentato quasi subito». A casa papà Giorgio, Andrea e Tommaso sono arrivati verso le 4,30 del mattino. E ieri Andrea è stato sottoposto ad un controllo all´ospedale di Montecchio. «C´è un ottimo reparto di oculistica. L´hanno visitato. È tutto a posto. I giorni di prognosi sono 8 ma tornerà subito anche a scuola. Ha una leggera lesione alla retina. Deve tenere gli occhi lubrificati, ha un collirio particolare. Nient´altro per fortuna. Martedì sera invece tra pomate, anestetico e il resto non riusciva a vedere. Ora va sempre meglio». Al pronto soccorso dell´ospedale a Brescia nella notte, con il Questore Carmine Esposito, è arrivato anche Rinaldo Sagramola, direttore generale del Brescia Calcio ed ex dirigente biancorosso. «Ci hanno richiamati più volte anche ieri, per avere notizie di Andrea – continua papà Giorgio – Sagramola ha detto che gli manderà una maglia del Brescia (sarà quella del bomber Andrea Caracciolo, ndr) firmata da tutti i giocatori. Ha chiamato diverse volte anche il Vicenza, sia il presidente Tiziano Cunico che il direttore generale Andrea Gazzoli. Mio figlio ha ricevuto un invito speciale a Isola. Di più non ha voluto dirmi». Restano i ricordi terribili della notte di Brescia. Dell´assalto. «E pensare che abbiamo cantato durante il viaggio di andata. E anche dopo. Era comunque una festa. Una partita storta può capitare. Eravamo contenti anche al ritorno. Invece in questa maniera ci hanno rovinato tutto. Ieri comunque Andrea era molto più sereno. Siamo pronti per tornare allo stadio. I biglietti per la partita di sabato pomeriggio al Menti con l´Entella sono già a casa».

Ore 11.50 – (Gazzettino) Andrea Gabrielli esige di più dal suo Cittadella. Se quanto fatto finora non è bastato, allora tutti devono fare meglio. Il presidente granata non vuole alzare bandiera bianca in anticipo, anzi: è pronto a indossare l’elmetto e scendere in trincea. Lo fa simbolicamente, a nome del suo Cittadella, perché vuole che la squadra si impegni sino all’ultimo, e lo dice chiaramente: «Se quanto offerto sinora non ha prodotti i risultati sperati, significa che i giocatori devono dare qualcosa in più. Io non voglio perdere la serie B». Martedì sera, nel turno infrasettimanale, il Cittadella in vantaggio alla fine del primo tempo si era tirato fuori dalla zona pericolante, poi i secondi 45 minuti hanno riportato le cose così com’erano. «La qualità dell’avversario faceva però intuire le difficoltà che avremmo avuto per portare a casa i tre punti – continua Gabrielli – Lo Spezia si è dimostrata una grande squadra, con un buon gioco, veloce ed incisivo. Purtroppo le partite si vincono se fai gol…». Ecco il punto: «È vero che i portieri che arrivano al Tombolato fanno sempre i fenomeni, ma bisogna migliorare nella conclusione. Abbiamo smarrito la via del gol». Sull’1-1 il Cittadella è sembrato in difficoltà anche a livello fisico. «Conosciamo i problemi in questo senso, registriamo un calo nel finale delle partite. Di questo aspetto si è parlato con Redigolo, il preparatore. Purtroppo i tanti infortuni e l’influenza che ci hanno falcidiato in stagione hanno complicato la tenuta atletico». Qualcuno ha caldeggiato di mandare la squadra in ritiro, ma il presidente guarda oltre. «Abbiamo fatto due giornate assieme prima della partita, i ragazzi non hanno bisogno di isolarsi da un ambiente difficile, non ci sono contestazioni da noi né il gruppo è sfaldato, con divisioni interne. Il ritiro non porta a miglioramenti significativi». Tornando all’analisi dell’ultima giornata di campionato, Gabrielli evidenzia: «Abbiamo visto due squadre sotto di noi (Brescia e Varese, ndr) vincere partite importanti. Se ci sono riuscite loro perchè non possiamo fare noi la stessa cosa noi? Il Cittadella ha le capacità per riprendersi la salvezza, a patto, torno a ripeterlo, che i giocatori diano qualcosa in più. Non servono più le parole, contano i fatti e i gol». Bari decisiva? «È chiaro che stiamo arrivando al dunque, quindi non abbiamo più tempo per sbagliare ancora. Non dobbiamo fare calcoli ma prendere ogni partita per quella decisiva. È questo spirito lo voglio vedere da subito, voglio una squadra che lotti con la fame di chi vuole raggiungere la salvezza a tutti i costi. Guardando la classifica, penso ci si possa salvare a quota 48. Dobbiamo arrivarci». E sfruttare le gare casalinghe, anche con la spinta del pubblico: si aspettava una risposta migliore con lo Spezia? «I turni infrasettimanali sono complicati anche per i tifosi, martedì sera tra l’altro pioveva. È logico che il pubblico dev’essere la nostra arma in più, e come società studieremo tutte le mosse necessarie per portare più gente possibile allo stadio nelle restanti due partite».

Ore 11.30 – (Mattino di Padova) Il rischio è quello di scivolare in Lega Pro senza nemmeno rendersene conto. Questo Cittadella, vittima della propria preoccupante abulìa offensiva (un gol nelle ultime 4 gare) e che ha la pericolosa tendenza ad incappare sempre in qualche sbavatura difensiva, da quattro turni si trova ancorato alla terz’ultima posizione, senza mai aver avuto un sussulto che possa far sperare in un recupero. Eppure l’obiettivo è ancora raggiungibile, con la zona playout distante due punti e quella salvezza tre. Ne è convinto anche Andrea Gabrielli, numero uno della società granata. Presidente, ci crede ancora? «Dobbiamo. Finché la matematica non ci condanna, abbiamo l’obbligo di crederci, anche perché i risultati degli ultimi turni non sono stati del tutto sfavorevoli e gli spazi per una risalita ci sono. È chiaro, però, che è necessario alzare l’asticella: quanto abbiamo fatto sinora non è sufficiente». Avete valutato l’ipotesi di un ritiro anticipato? «Non credo che sia questa la soluzione. Lo sarebbe se vedessi un gruppo che non segue l’allenatore o che ha bisogno di ritrovarsi, ma non è così. Oltretutto i ragazzi stanno già assieme tutti i giorni». Ha avuto un confronto con i giocatori dopo la sconfitta con lo Spezia? «Ne abbiamo avuti molti, di recente, sia io che Marchetti. E per essere ancora più vicino alla squadra domani la seguirò a Bari sullo stesso aereo». Ha detto che quanto fatto sinora non è sufficiente: qualcuno l’ha delusa fra i giocatori? E avete errori da imputarvi a livello dirigenziale? «Non è il momento dei capri espiatori: ora dobbiamo andare avanti tutti nella stessa direzione, i bilanci li faremo alla fine. In questo momento, poi, non abbiamo bisogno di cercare colpevoli. Anzi, il problema è proprio contrario: ci serve maggiore autostima, quella che permetterebbe a chi va in campo di avere più sicurezza nelle giocate. Ciò che posso dire è che non ho da rimproverare nessuno per mancanza di impegno. Tuttavia, evidentemente non basta: occorre essere più cattivi, determinati e concentrati, sino all’ultimo minuto». Ritrova analogie con la passata stagione? «Più ripenso allo scorso campionato e più mi viene da considerare quella salvezza un’impresa epica. La situazione era diversa, perché a questo punto dell’anno la squadra aveva più slancio. Ma sono convinto che una vittoria, già a Bari (a cui mancherà Contini, ieri squalificato, ndr), potrebbe far riscattare la molla».

Ore 11.10 – (Corriere del Veneto) Il Cittadella ha sette vite. E può ancora ribaltare in extremis un verdetto stagionale che, al momento, lo inchioda alla retrocessione diretta in Lega Pro. Per la salvezza diretta, dopo il brutto ko interno con lo Spezia, il terzo nelle ultime quattro partite, servono dieci punti. E cioè tre vittorie e un pareggio. Il calendario non dà una mano: la settimana prossima c’è la trasferta di Bari, un impegno tutt’altro che agevole, poi al Tombolato arriverà il Frosinone secondo in classifica, per chiudere con la trasferta a Catania e la partita casalinga all’ultima di campionato con il Perugia. Un approdo ai playout come obiettivo minimo al momento sembra ancora alla portata, ma la preoccupazione traspare in modo evidente dalle parole dei protagonisti, che non si aspettavano il ko di martedì. «Serve un’impresa da titani – ammette Claudio Foscarini – ma non dobbiamo smettere di crederci. È un periodo in cui tutto ci gira male e il portiere avversario è spesso il migliore in campo. E poi il rigore mi lascia qualche dubbio…». Alla giustificazione arbitrale, però, non crede più neppure il popolo granata, solitamente peraltro molto severo nei giudizi nei confronti dei fischietti inviati al Tombolato. I problemi del Cittadella sono altri. La squadra segna pochissimo e sembra prigioniera di un’involuzione preoccupante oltre che carente in personalità: «La situazione, non lo nego, è molto difficile – sospira il direttore generale Stefano Marchetti – ma ci sono ancora quattro partite e dobbiamo crederci». Occhio, insomma, a dare il Cittadella per spacciato. Non è ancora tempo per il de profundis.

Ore 10.50 – (Gazzettino) Quanto a Mbakogu, pure lui classe ’92, a Padova restano solo i rimpianti per un patrimonio, anche sul piano economico, non sfruttato a dovere. La sua famiglia vive a Scorzè, dove è arrivato da Lagos (Nigeria) a 12 anni e subito è entrato nelle giovanili biancoscudate. Una volta cresciuto, la società lo ha sempre girato ad altre squadre, prima alla Primavera del Palermo, poi un biennio alla Juve Stabia e infine al Carpi, che lo ha ingaggiato definitivamente la scorsa estate dopo che si è svincolato dal Padova per la mancata iscrizione al campionato. In biancoscudato una sola presenza (1-1 a Crotone nel 2010), ma con la Juve Stabia si fece decisamente notare, segnando nel settembre 2012 il gol della vittoria a spese del Padova. La sua eccessiva esultanza non piacque agli ultras che l’estate seguente spinsero con un comunicato la nuova società a cederlo, definendolo «un bambino viziato che aveva dichiarato che non avrebbe mai più indossato la nostra maglia e che poi, non riscattato dalla Juve Stabia torna a Padova giurando eterno amore. La Fattori lo fischierà sempre e a ogni occasione, ma nessuno si azzardi a chiamarlo razzismo». E il Carpi ringrazia. «A volte – racconta il suo agente di allora Andrea Campi – in Italia si fa fatica a credere nei giovani e lui ha bisogno di quella fiducia che ha trovato in Emilia dove hanno costruito squadra e modulo su di lui». C’è poi un incredibile retroscena che fa da contorno alla storia. Se nell’estate 2013 il Carpi non avesse vinto a sorpresa la finale play off a Lecce, approdando così in serie B, Stefano Bonacini, patron della società emiliana, avrebbe sicuramente acquistato il Padova, portando con sè il direttore sportivo Cristiano Giuntoli. L’accordo con l’Unicomm di Marcello Cestaro era già stato siglato.

Ore 10.40 – (Gazzettino) La storica promozione in serie A del Carpi farà sicuramente fischiare le orecchie ad appassionati e addetti ai lavori padovani, per le prodezze in campo di due attaccanti reduci da esperienze di diverso tenore nelle nostre portacolori provinciali. E se qualcuno, come a Este, può essere orgoglioso di avere creato i presupposti per l’esplosione tra gli emiliani di Kevin Lasagna (cinque gol in serie B nel primo anno tra i professionisti), a Padova non si può dire lo stesso relativamente a Jerry Mbakogu trascinatore del Carpi con 14 reti, cresciuto all’ombra del Santo, ma mai veramente apprezzato da tecnici e tifosi quando era scattato il momento di schierarlo in prima squadra. Kevin Lasagna, mantovano di San Benedetto Po, ha 22 anni ed è cresciuto nella Governolese (Promozione). Poi un’esperienza in serie D a Cerea, il sogno sfumato di giocare tra i professionisti, con ingaggi saltati all’ultimo con Lumezzane, Castiglione e Virtus Vecomp, fino all’approdo nell’estate del 2013 a Este dove è stato protagonista di un’indimenticabile stagione, con 21 reti in 33 gare agli ordini di Gianluca Zattarin. «Anche per noi – commenta il tecnico dell’Este – è una grande soddisfazione. Lo abbiamo preso dopo che era retrocesso con il Cerea, per cui è stata una scommessa vinta. Ha fatto un campionato incredibile, a fine anno aveva tante richieste ed è stato bravo il Carpi a credere in lui». E così dopo un solo anno tra i cadetti Lasagna si ritrova in serie A. «Se lo merita e può fare quel campionato. Ha grande fisicità e, pur alto 1,85, ha corsa, esplosività e un calcio eccezionali, tanto che Carpi lo chiamano Gigi Riva».

Ore 10.20 – (Gazzettino) Oggi potrebbe essere il giorno della fumata bianca per la conferma del direttore sportivo De Poli e il tecnico Carmine Parlato. I due s’incontreranno con i vertici societari, a distanza di una decina di giorni dal precedente colloquio in cui le parti avevano espresso il proprio punto di vista sulla programmazione futura. Tutti hanno già pubblicamente manifestato l’intenzione di proseguire insieme il cammino, elemento che fa presagire a breve, o al massimo la prossima settimana, il nero su bianco sul rinnovo dei rispettivi contratti. Sul fronte della squadra oggi alle 17 verrà disputata a Fontaniva un’amichevole con la Fonatanivese San Giorgio, compagine che festeggia a sua volta una fresca promozione (in Seconda categoria), il tutto a tre giorni dalla trasferta di domenica a Feltre contro l’Union Ripa La Fenadora in cui mancherà per squalifica Petrilli.  Giovedì prossimo, sempre alle 17, amichevole in casa della Virtus Agna (Seconda categoria). Allo stadio “Libero Zugni Tauro” non mancherà il tradizionale seguito di tifosi e ieri sono già stati acquistati a Padova 349 biglietti. La prevendita cittadina (800 i tagliandi a disposizione al costo di 10 euro, ingresso gratuito per i nati dall’1 gennaio 2003) prosegue ai botteghini sud dell’Euganeo, oggi dalle 15.30 alle 19.30 e sabato dalle 9.30 alle 12.30 ed è gestita da personale del club bellunese. Il club “Amissi Biancoscudati”, in collaborazione con l’Aicb, organizza un pullman, con partenza dal capolinea del tram alla Guizza alle 9.45 e tappa all’Euganeo alle 10 (per informazioni chiamare il numero 338-4578666).

Ore 10.10 – (Gazzettino) Un’ampia delegazione del Padova, con in testa il direttore sportivo Fabrizio De Poli e il team manager Giancarlo Pontin, accompagnati dai giocatori Zubin, Fenati, Lanzotti e Degrassi, ha partecipata martedì sera al Cheer’s Pub di Tombolo alla festa del Club Alta Padovana, sodalizio presieduto da Omar Carraro e nato a Fontaniva nel 2010, una sorta di avamposto biancoscudato in una zona che, al confine con la provincia di Vicenza e Treviso, è feudo dei tifosi di Vicenza e Cittadella. Al consueto clima di festa per le grandi soddisfazioni regalate dal Padova, si è aggiunto un momento di grande commozione, con il ricordo dello storico tifoso Silvano Barichello, recentemente scomparso, tra gli artefici della nascita del club di cui è stato prima presidente effettivo e poi onorario. A lui sarà intitolata l’amichevole di oggi a Fontaniva del Padova. Tra le curiosità della serata, la curiosa proposta di una sfida di footgolf, disciplina nata in tempi recenti e praticata da alcuni soci, ai giocatori biancoscudati.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Sul tavolo bisogna prima scoprire le carte. Detto che di possibili nuovi ingressi in società al momento non si parla, la definizione del budget per la prossima stagione e dei relativi traguardi è la prima mossa da compiere e condividere per arrivare alla “fumata bianca”. Ci vorrà ancora qualche giorno, ma già oggi potrebbe esserci un ulteriore avvicinamento. I prossimi impegni. Intanto, oggi pomeriggio la squadra sosterrà un’altra amichevole: alle 17 è in programma il test a Fontaniva contro la squadra locale. Ieri, infine, è scattata la prevendita degli 800 tagliandi messi a disposizione dall’Union Ripa La Fenadora ai tifosi biancoscudati per la sfida di domenica a Feltre. Ne sono stati venduti 349. Si proseguirà oggi, dalle 15.30 alle 19.30, e si riprenderà sabato dalle 9.30 alle 12.30, salvo esaurimento dei tagliandi.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Si vocifera, infatti, che sia imminente, forse proprio oggi, un nuovo incontro tra la proprietà e il diesse Fabrizio De Poli e, subito dopo, fra i dirigenti e il tecnico Carmine Parlato. Da entrambe le parti c’è la volontà, in linea di massima, di proseguire il lavoro intrapreso quest’anno. Bisogna solo decidere su modalità e obiettivi. I nodi. Fondamentalmente né Parlato né De Poli avanzeranno richieste economiche fuori dalla portata del club che ha permesso loro di tornare a lavorare a stretto contatto con il popolo biancoscudato. La straripante vittoria nel girone C della serie D di quest’anno ha inevitabilmente sollecitato le attenzioni di altre società, sia nei confronti del direttore sportivo che del tecnico, ma i due ritengono il Padova, per il momento, la loro priorità assoluta. Ciò non significa, comunque, che per le firme sia questione di ore, dunque che la volontà delle parti sia condizione sufficiente e necessaria al rinnovo dei contratti.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Il riserbo è ancora su livelli di guardia: non si vuole far trapelare nulla all’esterno, almeno per il momento, di ciò che bolle nella pentola biancoscudata. La promozione in Lega Pro conquistata con largo anticipo permette alla società di avere ampio margine di tempo per definire progetti e ambizioni per la prossima stagione, che coinciderà con il ritorno tra i professionisti. E i due capisaldi dai quali partire – la cosa è nota ed è stata a più riprese sottolineata sia dal presidente Giuseppe Bergamin che dall’amministratore delegato Roberto Bonetto – sono allenatore e direttore sportivo. Dopo il primo faccia a faccia, avvenuto all’indomani del trionfo di Legnago, quella odierna potrebbe essere un’altra giornata importante su questo fronte.

Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Il Padova se la vedrà nel primo triangolare contro la vincente nella volata fra Cuneo, Chieri e Borgosesia e il con il Castiglione. Quest’ultima partita, se i biancoscudati giocassero in trasferta, si disputerebbe probabilmente al Martelli di Mantova. Si gioca su partita secca, con il fattore campo attribuito da sorteggio. Chi vince la prima partita riposerà nella seconda mentre, in caso di pareggio, quella che avrà disputato il primo match in trasferta. Passeranno alle semifinali le vincenti di ogni triangolare, più la migliore seconda fra i tre raggruppamenti. In caso di arrivo a pari punti, valgono gli scontri diretti oppure, in ultima istanza, il miglior posizionamento nella classifica della Coppa disciplina del campionato di Serie D. Per stabilire la migliore seconda si terrà conto, oltre che dei punti conquistati e della Coppa disciplina, anche della minore età media. Si comincia il 17 maggio con la prima partita dei rispettivi triangolari, il 20 con la seconda e il 24 con la terza. Il 28 maggio le semifinali in gara unica e in campo neutro, il 30 è in calendario la finalissima, sempre in gara unica e campo neutro. Lo scorso anno Carmine Parlato vinse lo scudetto dilettanti alla guida del Pordenone, in finale contro la Lupa Roma.

Ore 08.40 – (Corriere del Veneto) In attesa della firma di Carmine Parlato e di Fabrizio De Poli (da oggi in poi, fanno sapere le parti, ogni giorno è quello buono), il primo pensiero in casa Padova è lo scudetto dei dilettanti. Dopo aver conquistato la certezza della promozione in Lega Pro, i biancoscudati attendono di conoscere il nome delle altre otto avversarie con cui si contenderanno il tricolore della serie D. Dando uno sguardo agli altri gironi, si scopre che il Cuneo ha solo due punti di vantaggio sul Chieri e tre sul Borgosesia, nel girone A. Che nel girone B il Castiglione ha già in tasca il pass promozione con otto punti di vantaggio sul Lecco, che nel girone D il Rimini ha già conquistato con largo anticipo il primo posto a + 11 sulla Correggese e che il Siena sta sudando le proverbiali sette camicie nel girone E, a +4 sul Poggibonsi. Scendendo più a sud, ecco la Maceratese a +4 (74) sul Fano già affrontata dai Biancoscudati in Coppa Italia (70) nel girone F, la Lupa Castelli Romani già certa del primo posto con 77 punti in cassaforte e dieci in più della Viterbese nel girone G. La storica Fidelis Andria al comando a 72 punti con 7 lunghezze di vantaggio sul Taranto nel girone H e un altro club storico come l’Akragas che ha conquistato il matematico diritto alla Lega Pro con sette punti di vantaggio sul Rende a 180 minuti dal gong.

Ore 08.38 – Serie D girone C, il prossimo turno (trentatreesima giornata, domenica 3 maggio ore 15.00): AltoVicentino-Clodiense, Kras Repen-Dro, Montebelluna-Giorgione, Mori S. Stefano-Mezzocorona, Sacilese-Legnago, Tamai-ArziChiampo, Triestina-Fontanafredda, Union Pro-Belluno, Union Ripa La Fenadora-Padova.

Ore 08.36 – Serie D girone C, la classifica aggiornata: Padova 81, AltoVicentino 66, Belluno e Sacilese 56, ArziChiampo 53, Union Pro 50, Clodiense 49, Montebelluna 46, Legnago 43, Union Ripa La Fenadora 42, Fontanafredda e Tamai 38, Giorgione 35, Dro 34, Triestina 31, Kras Repen 29, Mori S. Stefano 16, Mezzocorona 12.

Ore 08.34 – Serie D girone C, i risultati della trentaduesima giornata: ArziChiampo-Montebelluna 1-1, Belluno-Union Ripa La Fenadora 2-2, Clodiense-Sacilese 0-3, Dro-Legnago 0-0, Fontanafredda-Tamai 2-2, Giorgione-AltoVicentino 0-0, Mezzocorona-Union Pro 0-5, Padova-Kras Repen 4-0, Triestina-Mori S. Stefano 2-1.

Ore 08.32 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.

Ore 08.30 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Box Uomo, Black Bell Tattoo, Maglietteveloci.it, Studio Pignatelli Netstore, InterBrau Birra Antoniana, Agenzia fotografica Zangirolami, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.

E’ successo, 29 aprile: allenamento alla Guizza per i Biancoscudati, staccati 349 biglietti nel primo giorno di prevendita per la sfida con l’Union Ripa




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